I KAZARI: dominatori del mondo

I kazari

Conosco la tua tribolazione, la tua povertà – tuttavia sei ricco – e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana.” [Apoc. II, 9]

Questo versetto è veramente magnifico e inquadra perfettamente la situazione attuale della Chiesa Cattolica. Ma chi sono questi giudei dell’Apocalisse, citati nella lettera all’Angelo della chiesa di Smirne, che si pretendono giudei senza esserlo? Essi non lo sono né per fede, avendo ripudiato la legge di Mosè per preferire il talmud, né per sangue non essendo originari della Giudea, bensì dell’Asia centrale, dell’Europa centrale e dell’est, e più precisamente provenienti dalla Turchia e della Mongolia. Si tratta innegabilmente del popolo kazharo (in turco significa “errante”). Secondo gli storici ufficiali Benjamin H. Freedmann ed Arthur Koestler, il reame dei kazhari dominò il mondo come nazione, dopo la Russia dal VII al X secolo. Anche prima della venuta di Cristo sulla terra, i kazhari avevano già invaso l’Europa orientale. Questi guerrieri furono inizialmente dei pagani che si allearono a Bisanzio (l’Impero Romano d’Oriente) contro i persiani ed i musulmani. Poi il loro re Bulan dovette scegliere tra le tre religioni monoteiste. Il cristianesimo, l’islam, ed il talmudismo. Il re di questi pretesi giudei optò per il terzo, cosa che diede diritto al suo popolo di proseguire la sua dominazione attraverso l’usura, essendo all’epoca il talmudismo ciò che si chiama oggi il giudaismo talmudico. Nel suo libro “Due secoli insieme”, il russo Alexandre Soljenitse da una spiegazione politica a questa conversione determinante. “I capi etnici dei turco-kazari idolatri di questa epoca non volevano né l’islam, per non sottomettersi al califfo di Bagdad, né il Cristianesimo per evitare la tutela di Bisanzio. Così quasi 722 tribù adottarono la religione giudaica.” Qualunque sia il motivo, politico o economico, questa conversione al giudaismo doveva condurre alla loro egemonia. Questa falsa religione deve molto a questo popolo. Perché ci si chiede, senza i kazari, sarebbe mai sussistito il giudaismo talmudico? L’interrogativo resta aperto. – Il re Butan si convertì dunque nell’anno 740. Questa conversione cambiò le cose, altre seguirono massivamente: oramai solo un giudeo poteva accedere al trono perché l’autorità religiosa era il talmud. I rabbini si incaricarono poi di imporlo alle popolazioni. – L’apogeo della dominazione kazhara fu a metà del IX secolo. Il loro reame aveva allora esteso largamente il suo territorio, dall’Europa dell’est all’Europa centrale, su circa 15,3 milioni di chilometri quadrati. I kazhari, questi askhenaziti dell’Europa orientale, non sono quindi semiti, bensì ariani. Essi parlano l’yddish, una lingua che ha preso un gran numero di parole dal tedesco, e che nulla a che a vedere, nemmeno una parola, con l’ebraico antico o biblico di cui ha ereditato solo i caratteri esdraici quadratici. I kazhari furono in seguito cacciati dalla Russia come spesso è loro accaduto nel corso della storia. La capitale dell’Ucraina, Kief, era stata creata da loro ed in loro onore nel 640. Certi autori, tra i quali pure il Freedman, pensano, legittimamente, che la rivoluzione bolscevica sia stata una rivincita del kazari sul popolo russo. I fatti danno credito a questo punto di vista, poiché si sa bene che gli autori maggiori della sovversione in Russia erano tutti giudei askhenaziti, cioè falsi giudei. Ora il 90 % degli askhenaziti sono di discendenza kazhara, secondo Benjamin H. Freedman, Arthur Koestler e John Beaty. Il legame tra questo popolo e l’oligarchia mondialista è stretto, perché i due non fanno che una sola cosa. Osserviamo ciò che analizzava a suo tempo il giornalista Paul Copin-Albancelli sugli uomini che dirigono la franco-massoneria: “… va da sé che un’opera come quella che abbiamo studiato, [la realizzazione della piramide massonica] non potrebbe essere quella di un unico uomo, né quella di alcuni uomini estranei tra loro che si sarebbero incontrati. La sua continuità, più ancora che la sua immensità, rivela questa permanenza di sforzi della quale sono capaci solo le razze che rendono indistruttibili la loro fedeltà alla fede degli avi. Il potere occulto è dunque costituito dai rappresentanti di una razza e di una religione”. Questa razza è appunto la razza giudeo-askhenazita kazhara e questa religione è il giudaismo talmudico. Pertanto, ciò che si chiama comunemente l’impero, trasse le sue origini da questo popolo sanguinario, da questi askhenaziti di discendenza kazhara che sono globalmente dei rifugiati dell’Europa dell’est. Quindi ai giorni nostri, si è avverato che la stragrande maggioranza dei giudei askenaziti discendenti dal popolo kazaro e l’alta finanza dei Rothschild, Warburg, Soros, Lazard … proviene in pratica tutta da questa razza, che nulla ha a che vedere con la Giudea e con gli Ebrei.

I CAMPIONI DELLA QUINTA COLONNA NELLA CHIESA

I campioni della quinta colonna nella Chiesa:

Giuda Iscariota,

Simon Mago, G.B. Montini.

La quinta colonna ebraica degli infiltrati nella Chiesa Cattolica, è comparsa insieme alla stessa Chiesa di Cristo. Il classico esempio che ci danno i Santi Evangelisti è quello di Giuda Iscariota, uno dei dodici Apostoli, che tradì Cristo e lo vendette per trenta denari d’argento. E’ evidente che egli, nella sua qualità di Apostolo di Nostro Signore rivestiva una dignità equivalente, o maggiore, a quella dei Vescovi e dei Cardinali. Perché fu scelto dal Divino Redentore? Egli, più che un Vescovo, fu il primo Cardinale e addirittura ancor più di un Cardinale: egli fu uno dei dodici Apostoli! Giuda Iscariota, si chiamava; e venne scelto da Nostro Signor Gesù Cristo, e da Lui medesimo elevato a tanta sublime investitura. Perché mai Nostro Signor Gesù Cristo fece una cosa del genere? Forse perché Egli incorse in errore nello scegliere Giuda e nell’onorarlo di sì alta dignità nel seno della Chiesa nascente? Tanto alta da essere immediatamente successiva alla Sua medesima? No, fratelli. E’ chiaro che Nostro Signor Gesù Cristo mai poteva ingannarsi, né si ingannò, perché Egli era Dio stesso. – Se il Divin Salvatore così si comportò, ciò fece, ancora una volta, spinto da un infinito amore per noi, sue indegne creature. Lo fece per far constatare a noi quale sarebbe stato il maggior pericolo al quale sarebbe andata incontro la Santa Chiesa. Egli volle sic et simpliciter mettere in guardia la Sua Chiesa contro i nemici che sarebbero sorti dalle sue stesse fila. E, soprattutto, tra le più alte gerarchie; perché se uno di coloro che Cristo stesso aveva scelto come Apostolo, risultò essere un Giuda — parola che da allora significò per tutti i tempi la peggiore specie di traditore — è evidente che, a maggior ragione, altri Giuda rinomati sarebbero apparsi anche nel futuro tra i seguaci di Cristo. I fedeli non debbono scandalizzarsi delle nostre parole, né, tantomeno, perdere la loro fede nella Chiesa. Né debbono meravigliarsi nel conoscere la storia dei Vescovi e Cardinali eretici che arrecarono tanto grave male alla Santa Chiesa. Tantomeno lo debbono nell’apprendere che la lotta dei giorni nostri coinvolge Vescovi e Cardinali che aiutano la Frammassoneria, il Comunismo e il Giudaismo stesso nel loro infame e sciagurato tentativo di rovina del Cristianesimo e di schiavitù dei popoli della Terra.

Simon Mago, fondatore dell’eresia gnostica, la prima che intaccò la giovane cristianità, fu anche uno degli iniziatori della « quinta colonna » ebrea in seno alla Chiesa. La Sacra Bibbia ci narra come il suddetto ebreo riuscì ad introdursi nel seno della Santa Chiesa stessa: Atti degli Apostoli Capitolo VIII : Versetto 9 « Or un cert’uomo chiamato Simone, stava già da tempo in quella città, ed esercitando la magia seduceva molta gente in Samaria, spacciandosi per un gran che. 12. Ma quando ebbero creduto a Filippo che evangelizzava il regno di Dio, uomini e donne si battezzavano in nome di Gesù Cristo. 13. E anche Simone credette, e ricevuto il battesimo, non si staccava da Filippo; e, osservandone i miracoli ed i prodigi grandissimi, andava fuori di sé dallo stupore. 14. Or gli Apostoli che eran in Gerusalemme, avendo sentito che la Samaria aveva ricevuto la parola di Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni 15. i quali arrivati pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo, 16. perché non era ancor disceso in alcuno di essi ma erano soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. 17. Allora imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo. 18. Or Simone come vide che mediante l’imposizione delle mani degli Apostoli era dato lo Spirito Santo, offerse loro del denaro 19. dicendo : «date anche a me questo potere di far ricevere lo Spirito Santo a quelli a cui imporrò le mani ». Ma Pietro gli disse : 20. « Vada il tuo denaro teco in perdizione, perché hai stimato che il dono di Dio si possa comperare coi danari». A questa così cruda risposta di San Pietro, Simon Mago rispose: Versetto 24, « Pregate voi per me il Signore perché nulla mi avvenga di quanto avete detto » . Questo passo del Nuovo Testamento ci dice come nacque e quale sarebbe stata la natura della quinta colonna degli ebrei falsi convertiti. Simon Mago si converte al Cristianesimo e riceve l’acqua del battesimo, però dopo, quando già si trova nel seno della Chiesa, pensa di corromperla e ha in mente di comprare — né più né meno — addirittura la Grazia Santificante dello Spirito Santo. Dinanzi al fallimento delle sue intenzioni, dinanzi all’incorruttibilità dell’Apostolo San Pietro, Capo Supremo della Chiesa, finge un pentimento, che evidentemente è ben lungi dal provare, e dà inizio all’opera di lacerazione interna della Chiesa con l’eresia dello Gnosticismo. Con questo, così come con altri fatti, la Sacra Bibbia leva la sua voce per richiamare la nostra attenzione su quanto sarebbe accaduto nel futuro. E infatti le quinte colonne ebree della Santa Chiesa, seguirono l’esempio di Simon Mago; i loro gregari si convertirono al Cristianesimo onde poter corromperlo con la simonia, disintegrarlo con l’eresia e tentar di impossessarsi delle più alte dignità della Chiesa con altri diversi mezzi: non escluso finanche quello di tentare di comprar col denaro la Grazia Santificante dello Spirito Santo! – Occorre tener conto che neanche a questo proposito la tattica ebrea è cambiata: e sempre ha inserito nelle sue dottrine —nei riti e simboli massonici per esempio — oltre agli elementi kabalistici e giudaici anche elementi di origine greca. [M. Pinay: Complotto contro la Chiesa].

L’obiettivo delle quinte colonne ebraiche sembra concretizzarsi con il massimo eresiarca di tutti i tempi, G. B. Montini, che introdottosi nella Chiesa accedendo alle più alte cariche, ed usurpando il Papato di Gregorio XVII, Cardinal G. Siri, eletto Papa già nel Conclave del 26-10-1958, con il sostegno della massoneria clericale e della cupola massonica del B’nai B’rith [massoneria esclusivamente ebraica], riusciva ad insediarsi fraudolentemente sul trono di S. Pietro, dando origine alla demolizione delle strutture portanti della Chiesa Cattolica, cioè: 1. –demolendo la Santa Messa, sostituita da un rito rosa-crociano offerto a lucifero, il “signore dell’universo” [in pratica il Santo Sacrificio è divenuto un sacrilegio infame]; 2° – invalidando prima il rito di consacrazione dei vescovi [18 giugno 1968], e – 3° poi abolendo di fatto il sacerdozio cattolico eliminando la tonsura e gli ordini minori [15 agosto 1972]; 4° – devastando il Divino Ufficio con il frazionarlo addirittura in quattro settimane di minima preghiera salmodica; 5° – Eliminando il Santo Uffizio e lasciando campo libero a tutte le eresie moderniste ed ai teologi della blasfema “nuovelle théologie”; 6°.-Eliminando la obbligatorietà dell’imprimatur per scritti spirituali e per le rivelazioni pubbliche o private, potendo così ognuno scrivere qualsiasi sciocchezza ammantandola di veli di falsa spiritualità; 7°. – proclamando la chiesa dell’uomo aperta solo alle necessità materiali ed eliminandone progressivamente gli elementi soprannaturali; 8° – Intronizzando il suo idolo: satana, in Vaticano il 29 giugno del 1963, nel corso di una doppia messa nera tenutasi contemporaneamente a Charleston e nella Cappella Palatina in Vaticano, a sigillo della apparente conquista della Chiesa Cattolica da parte della sinagoga di satana; 9°. -proseguendo e chiudendo “in bellezza” il conciliabolo c. d. Vaticano II, nel quale si ribaltava tutta la dottrina bimillenaria della Chiesa, in particolare la parte riguardante, guarda caso, i “fratelli” ebrei. A questo punto, sembra che il sogno ostinato, nato dall’odio feroce contro Cristo ed i suoi seguaci della Santa Chiesa Cattolica, nella falsa sinagoga ebraica, da Giuda a Caifa, da Erode a Simon mago, da Ario a Pierleoni, etc. etc. si sia concretizzato con l’insediamento fino ai nostri giorni di antipapi marrani, tutti di estrazione ebraica anticristiana. Ed allora che fare? Ricordando che “qui abitat in caelis irridebit eos”, e che le porte dell’inferno “non praevalebunt” sulla navicella di S. Pietro, oggi più che mai bisogna: 1° conservare la fede cattolica con tutti gli insegnamenti di Cristo, dei Padri della Chiesa, orientali ed occidentali, e soprattutto del Magistero pietrino, 2° invocare con il Santo Rosario la Vergine Maria, che sola ha da sempre combattuto e distrutto ogni eresia e può schiacciare il capo dell’infernale serpente oggi in apparenza trionfante, 3°pregare con fede certa i Santi Apostoli Pietro e Paolo, i Santi Martiri, Vergini ed i Confessori, in primis i Santi Pontefici, gli Angeli fedeli, perché il Signore abbrevi i tempi della sua venuta per ridare alla Santa Chiesa Cattolica nuovo splendore e gloria, eliminando l’attuale abominio della desolazione e ripristinando oltre a tutti i Sacramenti, oggi invalidi ed illeciti, il Santo Sacrificio di Cristo offerto alla Santissima Trinità. Che Dio ce lo conceda!

 

IL MISTERO D’INIQUITA’

IL MISTERO D’INIQUITA’

[p. E. André: La Sainte Église capp. XXII-XXIII]

Cap. XXII

     Dal tempo di san Paolo, alcuni cristiani di Tessalonica, sulla fede di pretese visioni, si erano persuasi che la fine del mondo fosse prossima; e per questo non lavoravano più per vivere, come se queste preoccupazioni fossero ormai superflue. L’apostolo scrisse loro una lettera molto severa, per disilluderli: dice loro che la fine del mondo non è prossima, che sarà preceduta da segni premonitori, in particolare dall’apparizione di un uomo molto cattivo e crudele persecutore della Chiesa, che chiama l’uomo di peccato. Fa allusione ad alcuni insegnamenti che aveva dato loro a viva voce sugli ultimi tempi del mondo, e aggiunge queste parole enigmatiche: “Sapete ciò che impedisce che quest’empio si riveli, cosa che farà nel tempo stabilito. Poiché il mistero d’iniquità già opera nel mondo: che colui che ora lo trattiene, sia tolto di mezzo. Allora sarà rivelato quest’empio, che il Signore Gesù ucciderà con il soffio della sua bocca” (2 Tes II,6-9). Non pretendiamo cercare ciò che l’apostolo intende per questo ostacolo provvidenziale che impedisce la manifestazione dell’uomo di peccato, dell’Anticristo; vogliamo solamente studiare ciò che può essere il mistero d’iniquità a cui fa allusione. – Vi è nel mondo un mistero d’iniquità: questo mistero fa il suo cammino occulto nell’umanità decaduta; poiché è un mistero, cioè un’opera che si trama segretamente. Qual è questo mistero? Esisteva già dai tempi dell’apostolo; cercava di svilupparsi parallelamente all’estensione del regno di Dio. L’apostolo penetrava queste trame infernali, e le denunciava ai fedeli. Lo ripetiamo: qual è questo mistero?- Abbiamo percorso le molteplici forme di errore che circondano e combattono la verità di Dio: una tra queste sarà questo mistero d’iniquità che cerchiamo di scoprire? – Il giudaismo non è il mistero d’iniquità di cui parla l’apostolo: poiché è buono in se stesso, e non è divenuto cattivo che per la sua opposizione alla fede cristiana. È dunque l’idolatria? L’idolatria è un’empietà manifesta: ma, dai tempi dell’apostolo, scompariva di fronte al cristianesimo come la neve si scioglie ai raggi del sole. Il fondo dell’idolatria, è l’ignoranza; non comporta quel dispiegamento di malizia, né quel carattere misterioso che l’apostolo ci segnala. San Paolo avrebbe voluto parlare di alcuni tentativi sordi di eresia e di scisma, che si sarebbero prodotti in mezzo ai primi fedeli? Non lo pensiamo. L’eresia che è una negazione parziale della fede, lo scisma che è una rottura dell’unità, sono, se si vuole, dei misteri d’iniquità: non sono “il” mistero d’iniquità propriamente detto, nel quale bisogna intendere una negazione totale della verità, un’opposizione radicale ad ogni bene, ad ogni pace. – Non abbiamo difficoltà a dire che il maomettismo è fuori questione, poiché l’apostolo parla di un male che esisteva dai suoi tempi e che si tramava sotto i suoi occhi. Avrebbe voluto designare, con un’espressione forte, i cattivi costumi di certi cristiani, che sono per la Chiesa una così dura prova? Evidentemente no. Un cristiano depravato, che comunque conserva la fede, non è precisamente un mostro d’iniquità; è sovente un uomo debole e ignorante. È forse più colpevole di un uomo nato nell’eresia; e tuttavia, secondo la testimonianza di Sant’Agostino, è più facilmente convertibile. La pula interna, dice questo Padre, è più facilmente cambiata in frumento, che la pula esterna. – Quanto al potere secolare, non è ad alcun titolo un mistero d’iniquità: l’apostolo, per primo, lo dichiara buono, utile, onorabile. Se diviene cattivo e nocivo, ciò non tiene per nulla alla sua essenza.- Riassumendo, l’apostolo ha voluto parlare di un male occulto ben diversamente pericoloso rispetto a tutte le forme di errore che abbiamo percorso. Ha voluto designare non so quale virus inoculato nelle vene dell’umanità decaduta, che la lavora, nel quale sono condensati tutti i veleni dell’inferno. Questo male segreto e violento si lega nel suo spirito all’apparizione dell’uomo di peccato, del nemico personale di Gesù Cristo, dell’Anticristo. La manifestazione di costui sarà l’irruzione completa di questo male che avrà covato durante secoli.

***

   Il diavolo dominava nel mondo prima della venuta di Nostro Signore; dominava apertamente e pubblicamente. Quando il Salvatore è apparso, sentì crollare il suo impero. Come quelle bestie selvagge che, all’avvicinarsi del giorno, rientrano nelle loro tane, dovette lasciare il pieno giorno e ritirarsi nel segreto delle conventicole. Sant’Agostino, a cui non è sfuggito nulla, ne faceva la sottolineatura; ci descriveva certi uomini orgogliosi e immondi, che praticavano in segreto riti sacrileghi, sommersi da una curiosità cieca e senza fine. Erano gli stessi che San Paolo aveva visto, quando parlava del mistero d’iniquità che si tramava di nascosto; ne traccia il ritratto nella seconda lettera a Timoteo (2 Tm III); San Giuda e San Pietro ce li descrivono ugualmente. Il grido reiterato di questi apostoli ci fa a sufficienza comprendere la vastità del pericolo: ci sembra vedere la chioccia evangelica battere le ali, richiamando i suoi piccoli perché, sopra di loro, plana lo sparviero. Vediamo che gli apostoli ebbero sovente a che fare con dei maghi: erano gli uomini del diavolo, gli operai del mistero d’iniquità. Il famoso Simone, antagonista di san Pietro, era il corifeo della loro setta infernale. Le sette gnostiche raccolsero questo lievito d’empietà forzata, di malizia tenebrosa. Si concentrò nel Manicheismo, nel quale vediamo le pratiche più immonde allearsi agli errori più grossolani, nel quale si entrava per gradi, grazie a delle iniziazioni successive: cosa che suppone un affinamento della scelleratezza, un vero mistero d’iniquità. –   San Leone Magno che, dopo Sant’Agostino, seguiva con i suoi occhi queste operazioni tenebrose, faceva un’immensa differenza tra il manicheismo e una eresia; per lui il manicheismo era la cloaca di tutti i vizi e di tutti gli errori, era il male (Sermone 16). Questo male orribile non scomparve, come diverse eresie; sembrò continuare per un tempo in quell’Oriente che gli diede i natali. Poi penetrò in Occidente attraverso infiltrazioni segrete. Pietro il Venerabile lo segnala in Pierre de Bruys; San Bernardo lo combatte con dei miracoli; ma resta indistruttibile. Nel XII e XIII secolo, fa irruzione nel sud della Francia e nel nord d’Italia. Gli Albigesi non erano che un ritorno di manicheismo; quanto ai settari italiani, si chiamavano sfacciatamente manichei. –  Più tardi i Templari fecero, ahimè! delle loro dimore santificate dalle benedizioni della Chiesa, dei ripari d’empietà e di abominazioni. Il resto di questi infelici cavalieri fuggirono in Scozia dove continuarono principalmente le loro macchinazioni infernali. Segnaliamo questa filiazione di errori mostruosi, questa propagazione del mistero d’iniquità, prendendo dal buon libro del Padre Deschamps, ed anche da eccellenti articoli, sfortunatamente interrotti, pubblicati su La Croix mensile da Mons. Dutartre. Da allora, un grande e valente vescovo [mgr. Fava] ha indicato i Sociniani come i padri della massoneria contemporanea; questi settari hanno sicuramente una grande affinità con i nostri massoni, nel carattere delle loro negazioni naturaliste e radicali; tuttavia noi non vediamo in loro che un canale della trasmissione delle vecchie sozzure del vecchio mondo; il punto di partenza è ben più indietro. Ci sembra che la massoneria è, alla lettera, la cloaca di tutte le corruzioni dell’umanità; nei riti che impiega, si trova la traccia di tutte le sue origini; vi è per esempio una cerimonia che è esattamente il bema dei manichei, o festa commemorativa della morte di Mani. Come spiegare quest’identità se non con la trasmissione degli errori che noi abbiamo descritta? Comunque sia, è certo che l’azione delle società segrete si mostra in tutte le insurrezioni moderne contro l’autorità della Chiesa; e sono loro che hanno fatto la Ri-voluzione francese, essenzialmente satanica. A questo proposito, menzioniamo un fatto almeno curioso. Nel XV secolo, Pierre d’Ally, cardinale e vescovo di Cambrai, da certi calcoli astronomici, fissava al 1789 la data dell’apparizione dell’Anticristo. [Citiamo Dom Mabillon, nella sua edizione delle opere di San Bernardo. A riguardo di un predicazione di San Norberto, riportata nella sua lettera 45, il sapiente riporta tutte le opinioni e predizioni riguardanti l’Anticristo. Ecco le sue parole a riguardo di Pierre d’Ailly: Petrus de Alliaco, cardinalis et episcopus Cameracensis, ex astronimicis indiciis et observationibus, predixit Antichristus anno Domini 1789 exoriturum]. –  È certo che in quel giorno l’anticristianesimo prese corpo e spaventò il mondo. Oggi, ciascuno sa l’opera delle società segrete. Cercano dappertutto di impadronirsi dei poteri pubblici, e sferrano contro la Chiesa una guerra ipocrita e perfida, una guerra a morte. Lavorano ad abbracciarla in un insieme di leggi sacrileghe; e contano in un dato momento di soffocarla. – Tutte le misure sono prese, diceva un giorno il principe N… a Mons. M…; se la Chiesa vi sfugge, io mi converto, poiché è divina. – Principe, preparate il vostro atto di fede, rispose tranquillamente il vescovo. Da quando il nostro Santo Padre il Papa Leone XIII ha denunciato la massoneria in una recente enciclica [Humanum genus, 1884], con così tanta gravità, forza, e moderazione in questa stessa forza, nessun credente negherà più che non sia essa il mistero d’iniquità. 

Capitolo XXIII

I Due Campi

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      Le società segrete preparano alla Chiesa una suprema prova, un supremo combattimento, un supremo trionfo. Esse sono l’opera per eccellenza dello spirito delle tenebre e del male. Sono l’antagonista irreconciliabile della Chiesa, regno di pace e di luce. Nemiche di ogni bene, cercano di realizzare il male allo stato puro; così la loro ultima parola è il nichilismo. – La Chiesa e la massoneria sono dunque i due poli opposti: se ci si permette di improntare queste parole alla scienza, diremo che la Chiesa è il polo positivo, e la massoneria il polo negativo. Tra essi fluttuano le società, nelle quali a fianco del male vi sono dei resti del bene: li abbiamo enumerati, sono il giudaismo, l’idolatria, il maomettismo, le eresie e gli scismi. Ora ecco il fenomeno che si produce. Queste società intermediarie si disgregano sotto l’azione opposta dei due poli contrari: una parte dei loro elementi ritorna al bene completo e alla Chiesa; il resto, terminando di corrompersi, passa alla massoneria, che è la negazione assoluta.-  Quando la disgregazione sarà consumata, non resteranno più al mondo che le due potenze: ci sarà allora la lotta, lotta ad oltranza, lotta che terminerà, grazie ad un intervento personale di Nostro Signore, con una vittoria della sua Chiesa. E sarà la fine dei tempi.

***

   Ora, è incontestabile che la separazione del mondo in due campi ben definiti si opera rapidamente. Percorriamo, per convincercene, le diverse società religiose o piuttosto le false religioni. – Il giudaismo è oggi in uno stato caratteristico. La scomparsa della politica cristiana gli ha lasciato prendere nel mondo una preponderanza ben degna di attirare l’attenzione degli animi seri. La politica cristiana, ispirandosi al dato della fede, si comportava in rapporto al giudaismo, come Dio si comportava in rapporto a Caino. Da un lato lo escludeva dai diritti civili e politici, sapendo bene che il suo odio deicida non ha abdicato; e dall’altra, sapendo che dovrà un giorno convertirsi e compiere grandi cose per Dio e il suo Cristo, lo proteggeva e non permetteva che si cercasse di annientarlo. I Giudei restavano dunque confinati nei loro ghetti, rendendo testimonianza a loro modo al Salvatore che hanno crocifisso; ma né politicamente, né socialmente, potevano mischiarsi al popolo cristiano. –  Oggi tutto è cambiato. La rivoluzione ha dato loro spazio nel grande giorno. Ha loro conferito i diritti civili e politici. Da quel momento i Giudei, che l’attaccamento di Dio ha dotato di un genio superiore a quello degli altri popoli, hanno preso facilmente la superiorità sui cristiani degenerati e apostati. Si sono sparsi dappertutto; e in questo momento tengono il mondo legato ai loro fili, con l’alta finanza e con la direzione del giornalismo che si sono accaparrata. Ora, non è meno certo che tengano in mano i fili delle società segrete. Vi è, pare, una loggia misteriosa, esclusivamente composta da Giudei, che è il centro di tutte le ramificazioni tenebrose della massoneria; ed è là, come in un sinedrio d’inferno, che matura il piano di guerra contro la Chiesa, che si preparano i colpi che le sono inferti. E, mentre il giudaismo forma il nocciolo dell’anticristianesimo, si produce tra i Giudei una contro-corrente che porta delle conversioni in una proporzione incredibile fino ai nostri giorni. Questi Giudei convertiti diventano ardenti proseliti; si ricordano tra loro il venerabile Libermann di cui si spera la beatificazione prossima, il padre Hermann, i fratelli Ratisbonne e i fratelli Lémann.- Gli scismi e le eresie subiscono ugualmente una crisi, e volgono visibilmente al loro declino come forme di società religiose. Il razionalismo ha toccato questi separati, e li ha messi in condizione di rientrare nella Chiesa o di perdere completamente la fede. Il protestantesimo non è più che una catapecchia aperta a tutti i venti; scricchiola da tutte le parti; quelli che si credevano al sicuro si salvano alla bell’e meglio, e molti si rifugiano nella Chiesa come nella casa costruita sulla roccia. Ogni giorno si segnalano delle conversioni numerose; ed è così che l’America e l’Inghilterra passano al cattolicesimo a vista d’occhio. C’è da sottolineare, d’altronde, che la fine delle eresie è meno impregnata di malizia che l’inizio. I figli degli eretici non ereditano necessariamente le negazioni dei loro padri, a almeno la loro repulsione ostinata per la verità. Sono cristiani, essendo battezzati; possono vivere lungo tempo nella fede e nella buona fede; per l’inclinazione del loro battesimo, sono portati ad abbracciare la verità che viene loro presentata. Infine Dio tiene questi popoli separati con dei legami segreti, che in un dato momento li attirano alla Chiesa. Diamo qualche esempio: La Chiesa anglicana ha sempre conservato, nella sua separazione da Roma, un culto estremo per l’antichità e per la scienza ecclesiastica. Bossuet sottolineava questo segno, e scriveva nel libro VII delle sue Variations: “Una nazione così sapiente non resterà tanto tempo in questo abbaglio. Il rispetto che essa conserva per i Padri, e le sue continue curiose ricerche sull’antichità la riporteranno alla dottrina dei primi secoli. Non posso credere ch’essa persista nell’astio che ha concepito contro la cattedra di Pietro dalla quale ha ricevuto il cristianesimo.” Ciò che prediceva Bossuet duecento anni fa si realizza oggi. Si leggano le lettere del padre Faber, la Storia della mia conversione del Card. Newman, il Trattato dello Spirito Santo del Card. Manning, e ci si convincerà che è stato il loro rispettoso amore per l’antichità a ricondurre questi grandi uomini all’abbraccio della Chiesa vera, dove innumerevoli anime le hanno seguite. Per quanto riguarda la Chiesa greca, vi è un altro motivo di speranza. Questi poveri scismatici hanno per la Santa Vergine un amore che potrebbe far arrossire molti cattolici; ed è questo culto ardente che sarà per essi la via della vita, il cammino del ritorno. In questo momento, dei grandi scuotimenti si producono nella Chiesa orientale; il riavvicinamento a Roma s’accentua di più in più. Quanto alla Chiesa russa, l’aurora ahimè! Non è ancora per lei. E tuttavia il vasto impero dei tartari è sottomesso, per il lavoro segreto del nichilismo, all’eventualità di una rivoluzione terribile, i cui termini potrebbero ben essere un ritorno collettivo al cattolicesimo. Si hanno dei dati certissimi, dai quali Alessandro I è morto cattolico; e sarebbe sufficiente la conversione dello zar per trascinare quella del popolo. [Queste previsioni purtroppo non hanno avuto luogo – ndr. -] Riassumendo, tutte le comunioni separate da Roma, minate dalla massoneria, attaccate frontalmente dal razionalismo, non possono tenere a lungo sul terreno della separazione; occorre e occorrerà che i loro adepti che vogliono conservare la fede rientrino nell’imprendibile fortezza che è la Chiesa Cattolica. – I maomettani non possono essere confusi con i cristiani dissidenti; racchiudono un fondo di anticristianesimo che li rende irriducibili e inconvertibili. Tuttavia, quale sorprendente sintomo si produce a Costantinopoli? Dei Turchi vengono a pregare Nostra Signora di Lourdes dai benedettini di Féri-Kéui e sono guariti; le nostre suore di carità sono trattate con venerazione da questi infedeli; la processione del Corpus Domini attraversa le strade solennemente. Evidentemente, il fanatismo turco è ben crollato. E se i mussulmani in massa resistono alla fede, non possiamo sperare che almeno alcuni l’accetteranno? D’altronde il mondo mussulmano attraversa un periodo critico. L’egemonia turca è contestata. Vi sono dei sordi tentativi di rivolta che giungeranno a rendere l’autonomia ai paesi curvati sotto la dominazione del sultano. Allora che accadrà? Non si realizzerà la predizione di Joseph de Maistre che annuncia un “Te Deum” a Santa Sofia prima della fine del secolo? – Resta l’idolatria. È un fatto generalmente rimarcato, che gli infedeli ricevono i nostri missionari con una benevolenza semplice e sincera; ma si trova tra di loro una setta che diventa il covo della resistenza al Vangelo. E questa setta è una vera massoneria. I missionari l’hanno segnalata nei punti più opposti del globo. Ascoltiamoli. “In Cina, dice M. Pourias (Annales di novembre 1882), questi massoni si chiamano Kiang-Fou; terrorizzano il paese con delle bande armate, commettono ogni sorta di eccessi possibili, e sono i nemici dei missionari.” Nel cuore dell’Africa, scrive il Padre Lutz (Annales di luglio 1883), si chiamano Simos. Di aspetto sornione e feroce, i denti limati a punta, sono tra loro legati da terribili giuramenti; fanno subire ai loro iniziati delle prove che sono rivoltanti torture; hanno delle riunioni notturne, dove non temono di mangiare carne umana, e entrano in comunione col diavolo; il loro odio per i missionari è istintivo e irreconciliabile. Il missionario aggiunge: “Questa associazione è la massoneria africana. Un lavoro da fare, per i missionari, sarà quello di comparare le diverse società segrete del mondo civilizzato e non civilizzato, di far emergere l’analogia impressionante che esiste tra esse, e di là provare ch’esse hanno lo stesso fondatore e lo stesso capo. Se vi è una differenza, non è che nella forma. Il diavolo, ad imitazione di Dio, si fa tutto a tutti, Dio per salvare le anime, lui per dannarle. In Europa, prende l’aria di un gentiluomo; in Africa, dove può agire liberamente, si mostra qual è, selvaggio e brutale.” – Così, è avverato il fatto che l’idolatria posa la sua principale resistenza alla fede nell’arsenale delle società segrete. Esse sono dunque il nemico, il nemico capitale, e presto l’unico nemico.

   ***

   Questa è in effetti la conclusione che emerge da questo sguardo sul mondo. Il giudaismo tiene le fila e organizza le ramificazioni della massoneria. Gli scismi e le eresie, con le loro parziali negazioni, sono superati dalla negazione totale che è la parola d’ordine delle sette, e non possono più mantenere la loro attitudine ambigua tra la fede e la incredulità consumata. Il maomettismo è minacciato di soccombere in un cataclisma. L’idolatria, impotente a resistere in pieno giorno contro le luci del Vangelo, si ritira nelle caverne delle società segrete. Tutti questi occupano il mondo intero, e costituiscono una sorta di cattolicità del male opposta alla cattolicità del bene. All’inverso delle eresie, degli scismi, del maomettismo stesso, il cui veleno perde ogni giorno la sua forza, queste società segrete non cessano di crescere in malizia come in audacia infernale: si avverte che si appropriano di tutta l’iniquità del mondo, e preparano così l’apparizione mostruosa di colui che San Paolo chiama: l’uomo di peccato.

ORIGINI DELLA « QUINTA COLONNA »

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[Il trionfo della quinta colonna]

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[Il trionfo del sommo marrano]

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ORIGINI DELLA « QUINTA COLONNA »

[M. Pinay: “Complotto contro la Chiesa”- Roma, 1962]

 Allo scopo di fornire esauriente dimostrazione sulla fondatezza dei fatti da noi narrati nel precedente capitolo, chiameremo in causa un testimonio illustre ed importante le cui prove, soprattutto per gli ebrei, sono esaurienti ed indiscutibili. Ci riferiamo all’insigne storico ebreo contemporaneo Cecil Roth, giustamente stimato, nel mondo giudaico come il più illustre. Soprattutto in materia di criptogiudaismo. Nella sua celebre opera Historia de los Marranos (con l’appellativo di marrani l’autore ebreodefinisce dispregiativamente coloro tra gli ebrei che per paura o per tornaconto personale hanno nascosto e nascondono la loro origine e la loro fede religiosa, n.d’A.). Cecil Roth ci rivela molti interessanti dettagli su come gli ebrei, grazie alla loro apparente conversione, riuscirono ad introdursinella Cristianità, comportandosi in pubblico come cristiani, però conservando in segreto la religione ebrea. Egli ci dimostra anche come questa fede clandestina possa trasmettersi da padre in figlio, coperta dall’apparente attivismo cristiano. – Nella sua opera suddetta — Editoriale d’Israele, Buenos-Ayres, anno 1946 (anno ebreo 5706) — Cecil Roth scrive testualmente :

« Introduzione- Precedenti del cripto-giudaismo

« Il cripto-giudaismo, nelle sue diverse forme, è antico come lo stesso giudaismo. Nei tempi della dominazione ellenica in Palestina, i deboli di carattere cercavano di nascondere la loro origine, allo scopo di sottrarsi al ridicolo negli esercizi atletici. Sotto la ferula romana essi continuarono egualmente nei loro sotterfugi onde evitare il pagamento dell’imposta speciale ebrea: il Fisco giudaico, istituito dopo la caduta di Gerusalemme. Lo storico Svetonio ci fornisce una viva relazione delle angherie patite da un nonagenario, sul conto del quale si intendeva scoprire se fosse o no ebreo. « L’attitudine ebrea ufficiale, così come viene espressa nelle sentenze dei rabbini, non può essere maggiormente chiara. Un uomo può e deve salvare la sua vita in pericolo, con qualsiasi mezzo, eccezion fatta per l’assassinio, l’incesto, e l’idolatria. Questa massima si applicava nei casi in cui veniva imposto un pubblico gesto di rinuncia alla fede. Il semplice occultamento del Giudaismo era, in cambio, una cosa del tutto diversa. Gli intransigenti esigevano, è vero, che non si rinunziasse agli abiti tradizionali, anche se ciò veniva imposto come mezzo di oppressione religiosa. Ma una così ferma fedeltà ai principi non poteva essere richiesta a tutti. La legge ebraica tradizionale stabilisce, e consente; eccezione nei casi in cui, per forza maggiore, sia impossibile osservare i precetti e quando tutto il Giudaismo vive giorni difficili. « Il problema divenne attuale negli ultimi anni dei tempi talmudici, nel secolo quinto, durante le persecuzioni di Zoroastro in Persia, ma fu però risolto, più che con il conformismo attivo alla religione dominante, grazie ad una forzata negligenza delle tradizionali osservanze. Il Giudaismo divenne, in un certo modo sotterraneo e solo dopo alcuni anni recuperò la sua intera libertà. « Con l’avvento delle dottrine cristiane, impostesi definitivamente in Europa nel secolo quarto, ebbe inizio una fase particolare della vita ebrea. La nuova fede reclamava per se il possesso della verità e considerava, inevitabilmente, il proselitismo come uno dei suoi maggiori obblighi morali. La Chiesa riprovava, questo è certo, la conversione forzosa. I battesimi impartiti in condizioni siffatte eranoconsiderati nulli. Papa Gregorio il Grande (590-604) li condannò ripetutamente, pur accogliendovolentieri quei proseliti che erano stati attratti con altri mezzi. La maggior parte dei suoi successori seguirono il suo esempio. Malgrado ciò non sempre la proibizione pontificia veniva rispettata, pur riconoscendo, naturalmente, che la conversione forzosa, non era ortodossa. Per evitarla gli ebrei venivano larvatamente minacciati di espulsione e anche di morte; mentre veniva loro detto, che qualora si fossero fatti battezzare sarebbero stati salvi. – « Capitava quindi, a volte, che gli ebrei dovessero sottomettersi a questa dura necessità. E in questo caso la loro conversione al Cristianesimo si considerava spontanea. Si ebbe, in questo modo, una conversione forzosa in massa a Mahon (Minorca), nell’anno 418, sotto gli auspici del vescovo Severo. Un episodio simile capitò a Clermont, in Francia, la mattina del giorno dell’Assunzione dell’anno 576; e nonostante la disapprovazione di Gregorio il Grande, tale esempio venne seguito in diversi altri luoghi della Francia stessa. Nell’anno 629 il re Dagoberto ordinò che tutti gli ebrei accettassero il battesimo pena l’esilio. Il sistema fu imitato dopo poco tempo anche in Lombardia. « Evidentemente le conversioni ottenute con questo mezzo non potevano esser sincere. E nei limiti del possibile le vittime continuavano a praticare occultamente la loro religione e approfittavano della prima occasione per ritornare alla fede dei loro antenati. Un clamoroso caso del genere ebbe a verificarsi in Bisanzio, sotto Leone, nell’anno 723. La Chiesa lo sapeva e faceva quanto era in suo potere per evitare che gli ebrei continuassero a intrattenere relazioni con i loro fratelli rinnegati, qualunque fosse stato il mezzo con il quale era stata ottenuta la conversione. « I rabbini chiamavano questi apostati riluttanti « anusim » (forzati), trattandoli diversamente da coloro che rinnegavano la fede di propria volontà. Una delle prime manifestazioni della sapienza rabbinica in Europa fu il libro di Gerschom, di Magonza, Luce dell’esilio, scritto all’incirca nell’anno 1000, nel quale veniva vietato di trattare duramente i « forzati » che ritornavano al Giudaismo. Proprio il figlio dello scrittore era stato vittima delle persecuzioni; e pur essendo morto come cristiano Gerschom lo piangeva come se fosse morto nella sua vera fede. « Nel servizio di sinagoga c’è una orazione che implora la protezione divina per tutta la Casa d’Israele, anche per i ” forzati ” che fossero in pericolo, in terra a in mare senza fare distinzione alcuna. Quando ebbe inizio il martirologio del giudaismo medioevale, con la strage sul Reno, verificatasi durante la prima crociata (1096) numerose persone accettarono il battesimo per aver salvala vita. Più tardi, incoraggiati e protetti da Salomon Ben Isaac de Troyes (Rachi), il grande saggio ebreo francese, molti di loro ritornarono alla fede dei padri, malgrado che le autorità ecclesiastiche guardassero di malocchio la perdita di queste preziose anime, guadagnate da loro alla Chiesa. « Il fenomeno del marranismo senza dubbio, va altre la conversione forzosa e la conseguente pratica segreta del giudaismo. La sua caratteristica principale è questa : la fede clandestina si trasmette egualmente da padre in figlio. « Una delle ragioni addotte per giustificare l’espulsione degli ebrei dall’Inghilterra, nel 1290, fu che essi seducevano i recenti convertiti, e li facevano ritornare nel « vomito del giudaismo ». Cronisti ebrei aggiungono che molti ragazzi vennero sequestrati e inviati nel nord del paese, dove continuarono per lungo tempo a praticare la loro antica religione. Anche a questo fatto si deve, informa uno di essi, la prona accettazione della Riforma, così come la predilezione per i nomi biblici e certe peculiarità dietetiche scozzesi. La versione è meno improbabile di quanto a prima vista potrebbe sembrare e costituisce un interessante esempio di come il fenomeno del cripto-giudaismo possa rivelarsi nei luoghi apparentemente meno indicati. “Duecento anni dopo che gli ebrei furono espulsi dal sud della Francia, taluni maliziosi esperti in genealogia scopriranno tracce di sangue ebreo — di quegli ebrei! — in talune altolocate famiglie, le quali stando alle dicerie continuarono a praticare il giudaismo nella intimità dei loro focolari. Si tratta, è chiaro, di ebrei, che preferirono restare nel Paese quali cattolici dichiarati e confessi, anziché affrontare le asprezze e le incognite dell’esilio. « Esempi simili esistono anche nei tempi molto più prossimi a noi. Il più notevole di tutti è l’episodio dei neofiti di Puglia (Italia) venuto recentemente alla luce dopo molti secoli di oblio. Verso la fine del secolo XIII gli Angioini, che regnavano su Napoli, provocarono una conversione generale degli ebrei dei loro domini, la cui comunità risiedeva nelle vicinanze di Trani. Sotto il nome di « neofiti » i convertiti continuarono a vivere come cripto-giudei durante più di tre secoli e la loro segreta fedeltà all’ebraismo fu uno dei motivi per i quali l’Inquisizione fu tanto attiva a Napoli nel secolo XVI. Molti di essi morirono sul rogo, a Roma nel febbraio del 1572; tra essi tale Teofilo Panarelli, un saggio di illustre reputazione. Alcuni riuscirono a fuggire nei Balcani e s’incorporarono nelle locali comunità. I loro discendenti conservano ancora oggi, nel sud dell’Italia, taluni vaghi ricordi dell’ebraismo. « Né il fenomeno può dirsi ristretto unicamente al mondo cristiano, perché si è infatti verificato sovente anche in diversi luoghi di quello musulmano, dove è ancora facile imbattersi in antiche comunità di criptogiudei. I daggatun del Sahara, per esempio, continuarono a praticare i loro precetti ebrei molto dopo la loro formale conversione all’Islam, ed i loro eredi odierni non li hanno ancora del tutto dimenticati. I donmeh di Salonicco, altro esempio, discendono da coloro che seguirono lo pseudomessia Sabbetai Zevi nella sua apostasia, e, anche se ostentatamente appaiono quali perfetti mussulmani, praticano in segreto un giudaismo messianico. « Oltre a questi, si hanno numerosi altri esempi. Le persecuzioni religiose in Persia, iniziatesi nel secolo XVII, hanno lasciato nel Paese, particolarmente a Meshed, numerose famiglie che osservano privatamente il Giudaismo con puntigliosa scrupolosità, mentre esteriormente appaiono come devotissime adepte della fede dominante. « Il Paese tipico del cripto-giudaismo è, però, la Spagna. La tradizione è divenuta colà talmente generale e lunga, che è da sospettarsi l’esistenza di una predisposizione marranica nell’atmosfera stessa del paese. Già nel periodo romano gli ebrei erano numerosi e influenti. Molti di essi pretendevano discendere addirittura dalla aristocrazia di Gerusalemme, condotta in esilio da Tito e dai precedenti conquistatori. Nel secolo V, dopo le invasioni barbariche, la loro situazione migliorò assai, in quanto i Visigoti, voltisi alla forma ariana del cristianesimo, erano favorevoli agli ebrei perché strettamente monoteisti, e anche perche essi formavano una influente minoranza il cui appoggio valeva la pena di assicurarsi. « Convertitisi però alla fede cattolica, i Visigoti dimostrarono subito il tradizionale zelo di tutti i neofiti e gli ebrei furono immediatamente le vittime di questo zelo. Salito al trono Recaredo nell’anno 589, la legislazione ecclesiastica cominciò ad essere applicata sin nei minimi dettagli. I suoi successori non furono invece così severi. Asceso alla regalità Sisebuto (612-620) prevalse però il suo acceso fanatismo. Questi infatti, forse istigato dall’imperatore bizantino Eraclio, promulgò nel 616 un editto col quale ordinò il battesimo di tutti gli ebrei del suo regno, pena l’esilio e la confisca dei beni. Stando ai resoconti dei cronisti del tempo novantamila ebrei abbracciarono la fede cristiana. Fu questa il primo dei grandi disastri che la storia degli ebrei spagnoli dovette registrare. « Fino al regno di Rodrigo, l’ultimo dei Visigoti, la tradizione persecutoria fu seguita fedelmente, salvo brevi interruzioni. Durante gran parte di questo tempo infatti, la pratica del giudaismo era completamente proibita, ma allorquando la vigilanza del governo divenne meno rigida, i più recenti convertiti approfittarono della situazione per tornare alla loro fede d’origine. I successivi Concili di Toledo, dal quarto sino al decimo ottavo, consacrarono le loro energie nel prescrivere sempre nuove norme che impedissero il ritorno alla sinagoga. I figli dei sospetti vennero separati dai loro padri, ed educati in una atmosfera cristiana incontaminata. Venne fatta obbligo ai conversi di firmare una dichiarazione con la quale essi si impegnavano a non praticare in futuro nessun rito ebreo, eccezion fatta per l’interdizione della carne di maiale per la quale essi affermavano di sentir ripugnanza fisica. « Malgrado. questa però, la infedeltà dei recenti convertiti e dei loro discendenti continuò notoriamente e costituì sempre uno dei più gravi problemi della politica visigota, sino all’invasione araba del 711. – « Il gran numero di ebrei trovati nel Paese dagli arabi dimostra il completo fallimento di tutti i ripetuti tentativi di convertirli. Così ha avuta inizio nella Penisola Iberica la tradizione marranica. « Con la venuta degli arabi ebbe inizio per gli ebrei di Spagna un’età d’oro; prima con il califfato di Cordova, e, dopo la sua caduta, (1012) nei regni minori che si costituirono sulle rovine, del califfato, il giudaismo peninsulare si rafforzò notevolmente e le sue comunità superarono in numero, cultura e ricchezza tutte le altre dell’Occidente. « La lunga tradizione di tolleranza s’interruppe con l’invasione degli Almoravidi, all’inizio del secolo XII. Quando i puritani Almohades — una setta nord-africana — vennero chiamati nella penisola, nel 1148, per contenere la minacciosa avanzata delle forze cristiane, la reazione esplose violenta. I nuovi governanti introdussero in Spagna l’intolleranza di cui avevano data prova in Africa e la pratica religiosa, vuoi dell’Ebraismo che del Cristianesimo, venne proibita nelle provincie ancora soggette al dominio musulmano. La maggior parte degli ebrei si rifugiarono allora nei regni cristiani del nord, e da questo periodo data l’inizio dell’egemonia delle comunità israelitiche della Spagna cristiana. « La minoranza di coloro che non potettero fuggire, e che non riuscirono a salvarsi dall’essere sgozzati a venduti schiavi, segui invece l’esempio dato anni prima dai fratelli del Nord-Africa: abbracciò la religione dell’lslam. Nel sua intima però, continuò a professare la fede dei suai avi. Così ebbe vita, ancora una volta nella Penisola Iberica il fenomeno dei proseliti insinceri che pagavano, unicamente con le labbra, il loro tributo alla religione dominante, mentre nel segreto dei focolari coltivavano la tradizione ebrea. La loro infedeltà era notoria ». [Cecil Roth, Historia de los Marranos, Ediz. cit., da p. 11 a 18]. – Sin qui la trascrizione integrale del testo del suddetto storico ebreo, Cecil Roth, che dimostra: – I. Che il cripto-giudaismo o giudaismo clandestino, nelle sue diverse forme, è antico come gli stessi ebrei e che gli stessi ebrei — anche nei tempi dell’antichità pagana — ricorrevano già all’artificio di nascondere la loro qualità e quindi apparire come membri ordinari del popolo Gentile nel cui territorio vivevano. – II. Che nel secolo V dell’era cristiana, durante la persecuzioni Zoroastrica in Persia, il Giudaismo si trasformò sicuramente in occulto. – III. Che con l’affermarsi, nel IV secolo, della dottrina cristiana, ebbe inizia una nuova fase della vita ebrea, in quanto la Chiesa reclamava il possesso esclusivo della Verità, considerando, così, inevitabilmente, il proselitismo come uno dei suoi maggiori obblighi morali. – Anche se la Chiesa cristiana condannò le conversioni forzose e si adoperò per proteggere gli ebrei, tollerò, pur tuttavia, che gli stessi venissero fatti oggetto di pressioni o posti dinanzi a dilemmi che inducessero a convertirsi; e in questo caso le conversioni vennero giudicate spontanee. L’autore suddetto cita in proposito le conversioni di questo genere avvenute a Minorca, in Francia e in Italia durante i secoli V e VI dell’era cristiana, per dopo concludere che queste conversioni di ebrei al Cristianesimo non poterono esser sincere e che i convertiti continuarono quindi a praticare occultamente il Giudaismo. – L’autore stesso segnala inoltre che qualcosa del genere si verificò anche a Bisanzio, ai tempi di Leone, nell’anno 723, dimostrando così che già nel secolo ottavo dell’era cristiana, ossia altre milleduecento anni orsono, dalla Francia a Costantinopoli, cioè da un estrema all’altro dell’Europa Cristiana, l’infiltrazione degli ebrei nella Santa Chiesa era divenuta un fenomeno generale, mediante, appunto, le false conversioni. – Tutto ciò ha condotto alla formazione di un giudaismo sotterranea che vive al fianco di quello palese i cui membri apparentemente sembrano cristiani. In quella parte del libro in cui l’autore parla della leggenda di Elcanan, il Papa ebreo, si rileva ancora una volta quale è l’ideale supremo che questi falsi cristiani hanno coltivato e accarezzato in tutti i tempi : impadronirsi delle Alte Dignità della Chiesa, sino a poter collocare un Papa ebreo clandestino sul Trono di San Pietro. In questo modo essi s’impadronirebbero della Santa Chiesa per tentare — naturalmente invano — di distruggerla. – IV. Che nel marranismo, altre alla finta conversione e alla segreta pratica della religione anteriore, deve riscontrarsi una radicata tradizione che obbliga gli ebrei a trasmettere questa loro tendenza di padre in figlio. L’autore, infatti, ricordo quanto accadde in Inghilterra e nella Scozia, a partire dall’anno 1290, dove una delle ragioni addotte per espellere gli ebrei, fu che essi inducevano i convertiti a praticare il Giudaismo e un’altra che molti bambini venivano raccolti e inviati nel nord del Paese, dove potevano continuare nella loro antica religione. Occorre rilevare, a questo punto, che dopo il 1290, l’Ebraismo restò proscritto in tutta la Gran Bretagna, dove nessuno poté eleggere dimora senza essere cristiano. La menzione fatta dall’illustre storico ebreo — il quale ha tratta le notizie da un cronista dell’epoca — relativa alla supina acquiescenza degli inglesi alla Riforma e alla loro predilezione per i nomi biblici, dovute ancora una volta, fu la « quinta colonna » ebrea, costituita da questi falsi convertiti al cristianesimo, quella che, operando nella Gran Bretagna, facilitò la sua separazione dalla Chiesa di Roma. Apparve evidente anche in Gran Bretagna che attraverso queste false conversioni la Santa Chiesa, lungi dall’ottenere la sperata salvazione di alcune anime, ne perdette milioni di altre, in quanto i discendenti dei falsi convertiti hanno fomentato lo scisma protestante. Anche il caso dei neofiti del Sud dell’Italia, riferita da Cecil Roth, i quali operarono lo loro falsa conversione al cristianesimo, spicca per la sua evidenza. Dovette trattarsi, non c’è dubbio, di un fatto molto importante, se di questo fu obbligata ad occuparsi la Santa Inquisizione, per cui molti dei perseguiti finirono i loro giorni a Roma, sul rogo. E’ anche importantissimo sottolineare che la Santa Inquisizione che funzionò a Roma fu, naturalmente la Santa Inquisizione Pontificia, la cui benemerita istituzione, avvenuta nel Medio Evo — e ciò non sarà mai ripetuta abbastanza! — riuscì a bloccare per tre secoli i progressi della bestia apocalittica dell’Anticristo. – V. Che il fenomeno del cripto-giudaismo non fu affatto limitato al mondo cristiano. Si verificò, infatti, anche in diversi luoghi del mondo mussulmano, dove non è difficile incontrare, come l’autore segnala, antiche comunità ebree le quali, al pari di quelle operanti nella Cristianità, pur apparendo devote alla religione del Paese, coltivavano in segreto i loro antichi riti di origine. Ciò rivela che la « quinta colonna » ebrea è operante anche in seno alla religione islamica e che quindi non si è davvero lontani dalla verità affermando che le divisioni e le continue rivolte tra i seguaci di Maometto sono dovute a questa specie di giudaismo. – VI. Che il Paese tipico del cripto-giudaismo è la Spagna, dove la tradizione è stata tanto lunga e diffusa che si può persino sospettare l’esistenza di una predisposizione marranica, nell’atmosferastessa del Paese. – Crediamo che altrettanto possa dirsi del Portogallo e dell’America Latina, dove le organizzazioni segrete dei marrani, ovviamente coperte con la maschera del falso cattolicesimo, hanno creato, come in Spagna, tanti scompigli e si sono infiltrate nel Clero e nelle organizzazioni cattoliche. – Sono in maggioranza marrani anche coloro che controllano le organizzazioni della massoneria e del comunismo e che formano il potere occulto che le dirige. Come in altre parti del mondo, inoltre, anche nei suddetti Paesi, il movimenta antipatria è diretto da ebrei. Ebrei la cui religione è, in gran parte, occulta e sotterranea, celata sotto le apparenze dell’ortodosso eppur falso cristianesimo e sotto i cristianissimi nomi spagnoli e portoghesi che quattro a cinque secoli fa, vennero presi ai padrini di battesimo che testimoniarono sulla conversione e adottati dai loro antenati. – Un conversione opportunistica e di tutto comodo, come abbiamo visto, quindi ostentata e falsa al cento per cento.

GNOSI: TEOLOGIA DI sATANA (1).

GNOSI: la teologia di sATANA (1)

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Il nemico di Cristo si manifesta compiutamente nella gnosi, fondamento del paganesimo anticristiano, del talmudismo spurio giudaico, di tutte le eresie a-cattoliche che hanno cercato, e tuttora cercano di confondere i cristiani, dall’esoterismo ed occultismo magico di ogni risma al manicheismo, dal maomettanesimo all’antipapismo dantesco laico-imperiale, dal rosa-crocianesimo al massonismo, dall’umanesimo filosofico al nichilismo liberista, e giù fino all’ultimo “parto distocico” moderno, parodia ridicola del pensiero cristiano, che è l’ecumenismo attualmente professato dalla setta modernista che ha stravolto la Chiesa di Cristo, facendola diventare la sinagoga di satana, perfettamente profetizzata da S. Giovanni nell’Apocalisse, sinagoga che professa lo gnosticismo più sfacciato, senza ritegno alcuno. La gnosi è una orribile prostituta che cerca clienti da accalappiare cambiando trucco ed abito ogni giorno, assumendo l’aria più innocente possibile affinché i suoi clienti non la riconoscano e le vadano incontro pregustando voluttuosi ed ingannevoli piaceri. Ma se la si riconosce, la si evita subito, così come riconoscendoli si possono evitare subito i falsi e grassi prelati “cani muti” senza consacrazione valida, senza vocazione e senza fede, quelli che “ … hanno due corna come l’agnello, ma che parlano come il drago”… , il drago appunto dalla lingua gnostica. Per conoscere la “prostituta” bisogna allora aver chiari i suoi caratteri somatici, le caratteristiche fisiche e morali, in modo che non possa ingannare con i suoi ceroni, le ciglia finte, il lifting, i trucchi, i veli e gli abiti variopinti e la chincaglieria luccicante. Una volta che se ne sia riconosciuto un tratto, capito di chi si tratta, è bene fuggire subito per rifugiarsi con sicurezza nel Cuore Immacolato della Vergine Maria Madre di Cristo, che ci proteggerà immediatamente allontanando i richiami ammaliatori, e schiacciando la testa del serpente che immancabilmente farà capolino dalla immonda sottana della prostituta. Iniziamo quindi a capire un po’ di cosa si tratti, e come familiarizzare con i princîpi della gnosi, princîpi oramai applicati in tutti i campi dello scibile, o forse meglio sarebbe dire: della idiozia umana applicata alle arti ed alle scienze di ogni tipo e, per somma nostra disgrazia, alla teologia dominante protestante-modernista, omologata nell’orbe intero e addirittura, con temerario ardimento, nel Tempio santo di Dio, ove è introdotta come “mistero di iniquità” ed “abominio della desolazione” fin nel santo Sacrificio, offerto con aberrante disinvoltura, al “signore dell’universo”, il baphomet luciferino. Dio ci liberi!

L’INSEGNAMENTO DELLA GNOSI

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[E. Couvert: “De la gnose a l’ecumenisme”; cap. 1, “la gnosi tumore in seno alla Chiesa”]

Per ben comprendere le “rivelazioni” degli gnostici, è necessario sbarazzarsi di tutti gli orpelli mitologici di cui è ornata o piuttosto arruffata, e sbarazzarsi egualmente di un vocabolario oscuro che ha la pretesa di renderle venerabili. Non parleremo né di eoni, né di arconti, di pleroma, etc. Mgr. Lagier, nella sua opera sull’ “Oriente cristiano” enumera diverse proposizioni nelle quali si può riassumere tutto l’insegnamento dei nostri eretici. Noi vedremo che a partire da queste strane affermazioni, si possono derivare tutti i grandi errori del mondo moderno.

Il Dio di cui ci parla l’Antico Testamento è forse una divinità inferiore, e non il vero Dio. Ben al di sopra di Lui si trova l’Essere supremo, unico principe di tutto ciò che è.” Gli gnostici praticano un antibiblismo sistematico. Essi hanno invertito tutte le affermazioni della Genesi. La loro cosmologia è una macchina da guerra rivolta verso YHWH, Yeowah, il Dio creatore. Il mondo nella sua essenza è divino. L’Essere supremo è un abisso originale dal quale sono fuoriuscite tutte le potenze spirituali. È già una prima forma di panteismo. Yeowah Sabaoth, il Dio creatore della Genesi, è una emanazione dell’Essere supremo; Egli si è rivoltato contro di lui chiudendo nella materia degradata e cattiva, gli esseri purissimi, spirituali, emanati dal grande abisso. Questi fu un demiurgo (= architetto) maldestro. Egli è la sorgente di tutti mali. Ecco una spiegazione dell’origine del male e la designazione del grande colpevole, il Dio che adorano i Cristiani.

– 2°La materia in sé, si oppone a Dio

Comprendiamo bene che questa materia non è una emanazione dell’«essere supremo», ma una creazione del demiurgo, opera maldestra che si oppone alla perfezione della potenza divina, ostacolante la sua espansione. Ci sarebbe dunque in questo atto creatore, un errore, una degradazione degli esseri spirituali, una “caduta originale”, non quella del peccato di Adamo, ma quella del peccato di Yeowah.

Dio si dispiega e si rivela gradualmente con delle potenze celesti, con esseri divini nella loro origine”.

È la dottrina dell’emanazione (emanare = auto-espandersi). Il mondo è una divinità che si espande al di fuori da se stessa, con una estensione del suo essere: il mondo è un Dio-Essere supremo in perpetua crescita. Dall’abisso originario, questo dio, genera una moltitudine di esseri che non sono che particelle di sé stesso. Il mondo è in perpetuo divenire. Esso è divino per natura, poiché generato e non creato. Ecco quindi che Jehowah ha formato la materia, ha degradato questo mondo, ne ha così ostacolato l’espansione, l’evoluzione verso questa pienezza divina che gli gnostici chiamano il “pleroma”. Di più, “dio” si rivela all’interno del mondo con i suoi inviati, esseri divini, generati da lui che, ad intervalli regolari, vengono per ricordare agli uomini decaduti e prigionieri della materia, che anche essi sono divini. Occorre quindi una rivelazione continua: si vedono qui apparire i primi lineamenti della leggenda dei “Grandi iniziati”. La gnosi è quindi la “rivelazione” di una realtà nascosta.

4°.La materia è mescolata con “scintille divine”; queste scintille escono dalla loro prigione materiale grazie al Cristo che agisce nei sacri riti della magia.

L’anima umana dunque è divina (fiammella o bagliore di un dio che si estende a tutti gli esseri). Il corpo è una ganga terrosa, una prigione della quale sbarazzarsi per far apparire questa divinità che risiede in noi. Il Cristo è il più grande degli iniziati inviati dall’alto. Egli insegna agli uomini che essi sono divini. “guardate dentro di voi e vedrete la vostra divinità”, tale è la formula ripetuta nel vangelo di Tommaso. Per questo bisogna che vi sbarazziate di questa prigione spirituale che vi nasconde la vostra vera natura. Svegliatevi! Comprendete alfine! Non c’è bisogno di conquistare con la forza della vostra ascesa una somiglianza con Dio. Voi siete già divini, ma non lo sapete. Questa conoscenza vi libererà. È la “salvezza gnostica” (= conoscenza) [redenzione gnostica della massoneria -ndr. -]. Si ritrova qui quasi la formula modernista dell’immanenza vitale: Dio dimora nell’uomo, l’uomo non ha bisogno che di rivolgere il suo sguardo dentro di sé per ritrovarvelo).

L’azione di Cristo fu reale, ma la sua umanità carnale non è mai stata che apparenza ingannatrice: la passione e la resurrezione non sono che simboli, e non realtà”.

Evidentemente un inviato divino non può aver subito la degradazione di un corpo materiale. È stato necessario che prendesse forma materiale per farsi riconoscere e poter agire efficacemente presso uomini anche essi prigionieri del loro corpo fisico. . ma il Cristo non doveva riscattare mediante una passione i peccati degli uomini, perché questi non esistono. Non c’è che un solo peccato, ‘ l’espansione della divinità . il Cristo non è venuto a liberare gli uomini dai loro peccati, non ha insegnato loro una via, un cammino da percorrere per raggiungere una perfezione possibile da raggiungere. Egli ha loro rivelato, cioè “svelato” ciò che essi non sapevano, che essi erano già Dio, da sempre.

Il divino che è incatenato nella materia, cioè l’anima umana, non è responsabile della carne che lo opprime. Lo spirito resta puro: esso non è solidale con le passioni, nei peccati commessi”.

Ecco infine dove si voleva arrivare! Lo gnostico rifiuta per l’uomo la responsabilità dei suoi atti. Poiché la materia è cattiva, il nostro corpo di carne non può che produrre atti cattivi. Ma questo corpo è la nostra prigione. La nostra anima “scintilla divina” non può avere il minimo rapporto con qualsivoglia male. Come spiegare tutto questo? Scomponendo l’uomo in tre parti: un corpo materiale, il “soma”, un’animazione propriamente fisiologica, la “psiche”, ed un’anima spirituale di essenza divina, lo “pneuma”. Questa struttura ternaria dell’uomo è una invenzione geniale: la sede delle passioni, la “psiche” è una potenza malvagia legata alla materia che essa sostiene nell’esistenza, occorre sbarazzarsene al più presto. Il “pneuma”, resta invece impassibile, spettatore indifferente delle vane agitazioni del corpo. – Questa divisione ternaria dell’uomo si ritrova nell’occultismo moderno che utilizza un altro vocabolario per designare le stesse realtà: essi concepiscono un mondo spirituale, un mondo astrale, un mondo materiale. L’uomo è composto da un corpo, un doppio e da un’anima! Antico processo per togliere all’uomo la sua vera responsabilità e rifiutargli la maestria dei suoi atti. – Si ritrova in questo esposto tutto il protestantesimo. Lutero non ha affermato che l’uomo era incapace di un atto buono, che le opere sono inutili e che non si è salvati che per la fede? – Si ritrovano ancor qui i primi lineamenti della psicanalisi moderna la cui funzione essenziale è ricercare la sede del subcosciente nella “psiche”, motrice delle passioni, e di liberare l’uomo rivelandogli che egli non è colpevole, ma sempre una vittima innocente delle pulsioni istintive alle quali si deve lasciar libero corso perché esse non alterano la sua natura: liberazione sessuale, etc.

-7° “Le leggi scritte e le leggi naturali sono state concepite da dei inferiori e non sono sempre omologate dal vero Dio, la cui essenza oltrepassa ogni pensiero e la cui natura è indicibile.

Gli gnostici sono per definizione antinomisti, cioè essi rifiutano tutte le leggi. Un essere la cui essenza è divina non ha bisogno della legge, essendo questa un mezzo per raggiungere un fine. Ora l’essere divino è egli stesso il suo fine. Inoltre una legge viene ricevuta da una autorità che così sottomette. Un essere divino è totalmente maestro di sé, e non ha bisogno di sottomissione. Questa legge naturale di cui gli gnostici parlano è una costruzione arbitraria di uno spirito malevolo che vuole sottomettere gli altri esseri ai suoi capricci, è una indegna soggezione di una “fiammella divina”. YHWH, Jahweh ha voluto rinchiudere la nostra natura divina in un corpo materiale ed imporci i suoi capricci. Ecco un grande soggetto di indignazione per i nostri settari. Il vero Dio è la pienezza della divinità, il “pleroma”. La sua essenza è contenere tutti gli esseri, di inglobarli in un immenso “tutto”. Non lo si può definire perché esso trascende ogni limite; è il “gran tutto”, “l’abisso innominato”. La salvezza per l’anima divina è il perdersi in esso. – Si trova in questa ultima proposizione, la rivolta di colui che ha pronunciato il “non serviam”, e che ha detto ad Adamo ed Eva. “eritis sicut Dei“, se voi mangerete dall’Albero della conoscenza (= gnosi).

Il culto del serpente.

Tra le altre sette gnostiche esisteva quella degli ofiti o naaseni (ofis in greco, e naas in ebraico significano serpente): questi sono i grandi gnostici, coloro che hanno penetrato maggiormente il mistero delle “rivelazioni”: “noi veneriamo il serpente, essi dicono, perché Dio lo ha fatto causa della Gnosi per l’umanità: egli insegna all’uomo e alla donna la completa conoscenza dei misteri dell’alto”. Essi si riuniscono attorno ad una tavola, dispongono i pani, poi chiamano con incantesimo il serpente che si drizza tra le offerte. Allora, soltanto essi si dividono i pani. È là, essi presumono, il sacrificio perfetto, la vera Eucaristia! Così si chiude il cerchio, tutte queste elucubrazioni con pretesa da sapiente, sono destinate in realtà a stornare i Cristiani dall’adorazione al vero Dio ed a portarli verso l’adorazione del serpente, supremo scopo della setta: questa celebrazione satanica rassomiglia, a ben vedere, alla cena rosacrociana praticata il Venerdì santo nei rituali massonici del 18° grado. [… e che già si è cercato di introdurre nella Chiesa Cattolica. con la nuova blasfema messa del N.O., compilata da finti prelati, noti massoni -ndr. -].

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Et IPSA conteret capuut tuum!

 

IL SIGNORE DIO DELL’UNIVERSO E’ sATANA (secondo i fratelli massoni).

IL SIGNORE DIO DELL’UNIVERSO E’ sATANA (secondo i fratelli massoni).

[Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di satana – di quelli che si dicono Giudei, ma mentiscono perché non lo sono” – Ap. III,9]

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Dal libro di Domenico Margiotta, ex 33° della franco-massoneria ed esponente italiano insigne di questa ignobile associazione a delinquere, “Le Palladisme”, -culte de satan-lucifer dans les triangles maçonniques- estrapoliamo il passo in cui viene riportato il testo di una lettera dai contenuti deliranti di un allucinato 33:. I. Senigagliese. Proponiamo il testo, anche se ributtante per la comune intelligenza umana, per il solo fatto di far comprendere quali “alte e nobili ideologie” circolavano e circolano tuttora nelle retro logge massoniche, frequentate da finanzieri, politici, affaristi e da tempo da falsi prelati di “alto bordo”. Tra questi il celebre Buan 1365/75, Annibale Bugnini, incaricato con altri sei “fratelli” protestanti, compagni di merenda e di loggia, della stesura del testo della blasfema “messa” del “novus ordo”. Così è chiara l’intenzione del nostro insigne liturgista, il massone Buan, per l’appunto, quando ha deciso, con l’approvazione del sommo marrano G.B. Montini, prossimo “santo/dannato” della sinagoga di satana, di imperniare il rito sul “dio, signore dell’universo”, che ancora oggi, tanti poveri ingannati (ma colpevolmente ignoranti), osannano nelle chiese nelle quali un tempo si celebrava la Messa Cattolica, Sacrificio di Cristo, Agnello senza macchia, offerto alla “Sancta Trinitas”. Oggi il Sacrificio viene offerto al “dio, signore dell’universo”, al quale si tributano pure gloria ed onori al “Sanctus”, o meglio al “santo, santo, santo, il Signore dio dell’universo”.

Bugnini

Ecco come il grande prestigiatore Buan 1365/75, d’intesa con il “Patriarca della Massoneria universale”, capo degli “Illuminati di Baviera” del tempo, ha trasformato l’opera divina del Santo Sacrificio della Messa, in un rito abominevole, “l’abominio della desolazione”, durante il quale si omaggia il baphomet-lucifero, al quale si offre il Sacrificio redentivo del Cristo, … per fortuna quasi sempre invalidamente, perché gli officianti, tranne qualche residuo ottuagenario, sono oramai tutti falsamente consacrati. Capisco che la lettura del testo proposto sia raccapricciante, nauseante, ma turiamoci il naso per vedere fino a che punto i nemici di Cristo hanno lavorato nell’ombra per portare anime al loro padre-padrone, che, nella sua “misericordia” infinita [come da satanico giubileo], li attende tutti con sé negli inferi!

“Le PALLADISME, culte de satan-lucifer dans les triangles Maçonniques”- Grenoble. 1895 – Pag. 43-46.

“Il reame della menzogna e dell’orgoglio esiste anche ai nostri giorni come esisteva quando il Figlio dell’uomo venne sulla terra sprofondata nell’errore, per predicare la fraternità universale, stabilire il reame della giustizia e della verità, abolire la schiavitù e spandere dappertutto la luce della libertà.

L’angelo decaduto che odiava l’umanità rigenerata, non potendo più ricevere il suo culto infame in pieno giorno, si è retratto oggi nelle retro-logge. Il culto che si rende a satana, rappresentato dal Baphomet, nelle retro logge, è vergognoso. I profani non possono formarsi un’idea ben netta del ruolo satanico giocato nella società dalla franco-massoneria, la quale era conosciuta nell’antichità pagana sotto il nome di Gnosi. Simon mago, che viveva a Sebaste ai tempi degli Apostoli, è il fondatore di questa religione occulta, divinizzante il principe delle tenebre, religione che è praticata, in pieno XIX secolo nei grandi triangoli luciferini, da una falange di forsennati, presieduti oggi dal celebre ladro Adriano Lemmi. [in precedenza da A. Pike coadiuvato dall’eroe del risorgimento italiano, G. Mazzini ndr.-]. – La stella fiammante che si vede nei templi massonici, porta al centro la lettera “G”.

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Si fa credere agli iniziati che essa sia la prima lettera della parola inglese Good (Dio); ma ai veri eletti, ai Kadoschs (30°) si spiega che la vera parola è “Gnosi”. La franco-massoneria è dunque la discendente diretta della “Gnosi”; ed Albert Pike, il primo pontefice luciferino, predecessore del giudaizzato che troneggia vergognosamente nel palazzo di Paolo V, non ha fatto mistero nell’affermare che lo gnosticismo è l’anima ed il midollo della franco-massoneria. La gnosi era la religione di satana; la franco-massoneria è dunque il culto di satana.

E infine, affinché nessuno possa credere che io abbia un partito preso contro la setta infernale nella quale disgraziatamente ho trascorso, come un cieco, molto tempo, cederò la parola al F:. Ignazio Sinigagliesi 33°:., antico presidente della prima federazione massonica di Palermo, che in uno dei suoi discorsi in seno al Triangolo satanico della valle dell’Oreto, si esprimeva così:

“Satana è il vero Dio! Satana, che i preti hanno vinto con l’astuzia, con la calunnia e l’inganno, è il creatore dell’opera dell’eguaglianza, della civilizzazione e del progresso! Ora, che cos’è Satana per voi, signori della terra? Che cos’è Satana per il Signore dei Cieli, che la vostra immaginazione ha inventato a vostra immagine e somiglianza! A vostra somiglianza! Cos’è il Signore dei Cieli? Un dualista che ha creato dei privilegi e delle preferenze, mentre l’unica sorgente produceva evidentemente l’eguaglianza dell’essere. Cos’è Satana? Un monolista che, ricercando tutto nella materia come opera della creazione, e ritrovando l’essenza nella materia, si dichiara per la materia e non trova né distinzione di gradi, né differenza di origine … Satana è il vero dio! Gloria dunque a Satana, sovrano della materia! … Cos’è dunque il Signore dei Cieli, se non il Dio dei pigri, dei fannulloni e dei vagabondi che immaginano lo spirito e si saziano di materia; che vivono di idee e consumano la realtà? Non c’è spirito senza materia, essi sono identificati l’uno con l’altro, ebbene, il Signore dei Cieli è il Dio del niente, mentre Satana, al contrario, è il Dio dell’Universo!

Il Dio dell’Universo, perché egli comprende in un solo essere spirito e materia, l’uno non potendo sussistere senza l’altro solo questi, per noi, deve essere il Dio che governa entrambi, e questi è Satana! … il Signore dei Cieli è colui che non da nulla e prende tutto! Colui che dice che tutto gli appartiene, perché è lui che ha creato tutto, e che tutto deve tornare a lui. Ma quello che il Signore dei Cieli afferma con tanto orgoglio è vero? Se il concorso di Satana non lo avesse aiutato in questa occorrenza, avrebbe mai potuto creare tutte le cose? Se la materia non era congiunta allo spirito, su cosa avrebbe fondato il diritto di proprietà? Se la luce non fosse sposata alle tenebre, e viceversa, da dove sarebbe venuto il giorno e la notte? Se l’architetto non avesse avuto l’artigiano per aiutarlo nella costruzione, si sarebbe edificato l’edificio? – E perché Abele sarebbe morto e Caino sarebbe vissuto, se entrambi avevano contribuito all’opera della creazione? È Abele che morì, perché egli offriva in olocausto al Signore ciò che la natura produceva da se stessa, ed in cui l’arte del fabbro non aveva nulla a che fare. Caino, al contrario, conservava la vita, perché era capace di popolare la terra e di stupire per la sagacia del suo spirito e del suo braccio. Ma Caino si maritò e creò, aiutato dalla sua compagna, e fu nel contempo architetto ed operaio. È l’intelligenza ed il lavoro che formeranno l’opera della creazione! … – Satana e Caino non rappresentano dunque che lo stesso simbolo. E se essi sono gli artigiani che da soli potevano creare senza il soccorso del Dio dei Cieli, qual è il maestro del Signore dei Cieli o di Satana e Caino? Il Signore dei Cieli diverrebbe un accessorio. Egli non avrebbe fatto altro che migliorare l’opera della creazione; perché questa esisteva da se stessa, e non avrebbe avuto altro diritto se non quello di reclamare un salario o una ricompensa, e non di usurpare l’impero assoluto. Per questo motivo, due dovrebbero essere gli dei degni di venerazione e di rispetto: il Signore dei Cieli che, per la sua intelligenza, ha contribuito al perfezionamento dell’opera di Satana, ma Satana restava l’inventore dell’opera. Perché se un solo Dio deve avere tutti gli onori per se stesso, il Dio più autentico è Satana, la cui opera può sussistere senza il soccorso detto Signore dei Cieli. Gloria dunque a Satana, l’artigiano, il Dio. Il Signore dei Cieli è un usurpatore! – Lui che viveva nell’ozio dell’estasi dello spirito e dell’intelligenza, non avendo nulla da fare, complottò per la rovina e la distruzione del compagno”.

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Albert Pike, insieme all’infame Mazzini, fondatore del culto luciferino del Palladismo, massoneria di grado superiore.

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È questa una delle questioni più importati ancora oggi dibattute con gravità nelle retro logge, ove si abbeverano di illuminata “saggezza” tanti governanti, presidenti, monarchi, finanzieri, imprenditori, generali, scienziati, artisti, letterati, giornalisti, opinions leaders, premi Nobel, etc. etc. … ah dimenticavo, … tanti prelati, patriarchi, “finti” cardinali “et ultra”, mufti, etc. etc. Ecco in quali mani siamo finiti dal momento che … non vogliamo che Costui regni su di noi”, e … non Questi, ma Barabba”. Che Iddio Onnipotente, … quello vero, naturalmente, ci salvi da questa generazione perversa, e la Vergine Maria, quanto prima, trionfi con il suo Cuore Immacolato …

“Et tu, Domine, deridebis eos; ad nihilum deduces omnes gentes” [Ps. LVIII-9]

 

Messa “novus ordo”: liturgia rosa+croce?

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Messa novus ordo: liturgia Rosa+croce?

Che la nuova messa [… si fa per dire] di Montini  sia strana ed ambigua, lontana mille miglia dalla tradizione apostolica e dalle verità teologiche del Concilio Tridentino ce ne eravamo accorti un po’ tutti, compresi quelli che, nella loro vincibile e colpevole ignoranza, si ostinano a partecipare a questo rito di sulfurea “puzza” gnostica, spacciato per “nuova” Messa cattolica! Tutti sappiamo che questa messa del “novus ordo” sia stata disapprovata dalla grande maggioranza dei Vescovi ai quali era stata presentata prima della sua promulgazione; sappiamo che la sua stesura, “sceneggiata in 33 atti”, era stata definita dal grande “liturgista” Annibale Bugnini, immatricolato come Buan 1365/75 nella pia confraternita massonica “Ecclesia”, in collaborazione con protestanti probabili suoi compagni di merenda e di loggia; tutti conosciamo oramai i tanti aspetti, a dir poco innominabili, che don Luigi Villa, con il suo collaboratore dr. F. Adessa, ci ha evidenziato nella biografia di sua santità (o meglio “sua satanità”!) Montini, l’antipapa sedicente Paolo VI, gran propugnatore del “novus ordo”! Ma nessuno di noi altri, sprovveduti e smarriti, avrebbe mai pensato che l’inganno fosse giunto a tanta ignominia e non si limitasse che agli aspetti puramente teologici di una liturgia cattolica trasformata in protestante. Ma, grazie al buon Dio, quello vero dei Cattolici, quello Uno e Trino, Creatore di tutte le cose visibili ed invisibili, in nostro aiuto per farci meglio capire, era già venuto mons. Léon Meurin, fin dal 1893. Riportiamo il paragrafo che riguarda il 18° grado della Massoneria, il Cavaliere rosa+croce, dalla sua benemerita opera: “Frammassoneria, Sinagoga di satana”. Leggiamolo attentamente … il grassetto è nostro … pag. 364 dell’edizione francese, [Victor Reteaux et fils éd. Paris, 1893] .

18.

La 5a Séphirah. La Misericordia.

Il Cavaliere Rosa-Croce.

” Questo grado è preparato dal 17°, che richiama l’arrivo dei Templari in Oriente, e la loro perversione ad opera dei giavanniti. Se il 17° livello è un travestimento odioso dell’Apocalisse, il 18° è una parodia sacrilega del Sacrificio di Gesù Cristo.

Rimarchiamo da subito il nome dato al Presidente di questo grado, Athersatha, che non è ebraico, ma persiano. Esso significa “coppiere”, l’ufficiale che versa da bere al re [figurando il sacerdote che versa il sangue di Cristo al signore dell’universo –n.d.t.-]. Solo Nehemia, uno degli esiliati del tempo del re Artaserse, è conosciuto con questo nome. Questi non è dunque Erode Tetrarca di Galilea, che il Presidente del capitolo di Rosa-Croce rappresenta. Dopo aver ricostruito le mura di Gerusalemme e completato il tempio, Nehemia “Athersatha” ristabilisce il culto degli Israeliti e fece il censimento di tutti coloro che erano tornati dalla cattività. Tra i sacerdoti, i figli di Habia ed altri, “cercarono lo scritto della loro genealogia nel censimento, e non avendolo più trovato, furono rigettati dal sacerdozio. E Athersatha disse loro di non mangiare più le carni sacre finché non diventassero: un “sacerdote dotto ed illuminato”.

Una tale limitazione del numero dei sacerdoti del “grande architetto”, è dettata dallo spirito del 18° grado. Si limita l’espansione ottenuta dall’esercito di Eblis al 17° grado con l’ammissione dei figli di Japhet nell’alleanza con i figli di Sem. M. Frank ci ha già fatto comprendere il significato dei termini Misericordia e Giustizia, nomi del 4° e 5° sephirot Kabbalistico ai quali corrispondono il 17° e 18° grado.

La misericordia, l’Amore e la Giustizia si completano mutualmente e generano la Bellezza: questa è le triade morale della Kabbala. Alla giustizia che, nel 18° grado, restringe il numero delle “cavallette” del 17° grado ad un numero ristretto di “eletti”, si aggiunge l’Amore fraterno, se è permesso nominare con questo dolce nome l’unione dei settari per celebrare una “parodia blasfema” dell’Ultima Cena della Passione e della morte di nostro Signore Gesù Cristo. Il presidente del 33° grado insegna che il significato della parola sacra del grado Rosa+Croce, INRI, è: “morte, Amore dei suoi simili”. Le Agapi dei Rosa+Croce sono una conferma dell’idea kabbalistica contenuta nel nome della 5° Séphirah: Misericordia o Amore.

Più avanziamo negli alti gradi, più lo spirito della kabbala si sviluppa in puro satanismo. Dopo aver, al 17° grado, ricevuto dei membri dell’Ordine religioso dei Templari nella sua società dei giavanniti, o dei Giudei cabalistici, ed averli resi “sacerdoti dell’angelo della luce”, questo angelo mentitore, al 18° grado induce i suoi schiavi ad offrirgli un sacrificio cruento. Là il mistero infernale della franco-massoneria diventa tanto profondo quanto orribile. Noi siamo alla presenza di un sacrificio offerto a satana. Il clero massonico è sacrificatore! L’Agnello di Dio, che già la sinagoga, spinta da satana, ha crocifisso, la sinagoga massonica Lo crocifigge di nuovo, in effigie, rappresentato da un agnello che porta una corona di spine sulla sua testa ed con i piedi perforati da chiodi. Questi nuovi Giudei vanno ancora oltre: essi tagliano la testa coronata da spine ed i piedi perforati dai chiodi, come “le parti più impure”, per gettarle nel fuoco in olocausto a lucifero, lo spirito del fuoco!

La profondità di questo mistero non è sicuramente compreso dai “figli di Japhet”. Essi ignorano quanto il cuore dei Giudei sia duro e pieno di odio satanico contro il Signore ed il suo Cristo! Dio, Creatore, offrì alle sue creature intelligenti e libere, agli angeli ed agli uomini, una partecipazione alla sua beatitudine divina sotto la condizione che esse accettassero dalla sua mano la grazia, questa semenza della gloria, come legame tra Lui ed esse. La grazia è essenzialmente soprannaturale. L’ordine primitivo stabilito dalla Provvidenza divina era dunque per le creature intelligenti un ordine soprannaturale. La beatitudine eterna doveva essere guadagnata dall’uso che gli angeli e gli uomini erano chiamati a fare della grazia. Ora, lucifero, vedendo la grandezza della sua intelligenza, concepì l’orgoglioso progetto di acquisire per se stesso la beatitudine promessa; egli voleva diventare simile a Dio con le sole forze della sua natura. Ecco l’origine del “Naturalismo” denunciato nell’Enciclica “Humanum Genus” di Leone XIII, come fondamento della franco-massoneria. La caduta dell’uomo ebbe la sua prima origine, non nell’orgoglio dell’uomo, ma nella seduzione di lucifero, che così diventa per l’uomo un “satan” – parola ebraica che significa: un “avversario”, un “nemico”. Questo fatto che diminuisce la colpevolezza dell’uomo, è la ragione della possibilità di una redenzione per lui.

Pertanto, mediante la sua vittoria sull’uomo, lucifero diventa suo maestro; l’uomo, come per un atto legale, si costituì volontariamente suo schiavo. San Paolo parla di questo atto dicendo, di Gesù-Cristo crocifisso, che “cancellando la cedola del decreto di condanna contro di noi, Egli l’ha in effetti abolita attaccandola alla croce” (Colos. II, 14). San Crisostomo pensa che questa cedola fosse il contratto di Dio con Adamo contenente la legge: “non mangiate del frutto dell’albero del bene e del male: perché nello stesso momento in cui ne mangerete, certamente voi morirete” (Gen. II, 17). Questa cedola è stata inchiodata alla croce, cioè cancellata, strappata ed abolita dalla morte di Gesù Cristo sulla croce. La cedola, il decreto di Dio che condannava l’uomo alla morte, essendo stata resa invalida dalla morte dell’Uomo-Dio, ne consegue che il tacito patto tra l’uomo ed il demonio, che sottometteva l’uomo alla schiavitù satanica, era ugualmente reso invalido, cancellato, abolito. Voi vedete l’origine della rabbia infernale di lucifero contro il Cristo Salvatore. Con il suo orgoglio, questo spirito di luce, ha voluto dapprima farsi simile all’Altissimo; con il suo odio vuole ora riversare l’atto riparatore della morte del Salvatore sulla Croce, alfine di ristabilire il suo patto con l’uomo e recuperare il dominio perduto sull’umanità. La perdita della vita eterna, subita da Adamo per se stesso e per la sua posterità, era di un’importanza infinita. Nessun sacrificio umano, dal valore sempre finito, avrebbe mai potuto controbilanciarla. Solo Dio poteva rimediare al male, soprattutto perché era implicata la sua giustizia. Occorreva una saggezza infinita per trovare il rimedio che soddisfacesse, nello stesso tempo, alla giustizia, che domandava la morte eterna dell’uomo, ed alla misericordia, che richiedeva la sua vita. Prevedendo in spirito questo rimedio divino, Davide cantò: “La misericordia e la verità si sono incontrate; la giustizia e la pace si sono baciate” (Ps. LXXXIV, 11). L’incarnazione del Figlio di Dio, mediante la quale Egli riuniva in un’unica Persona due nature, la divina e l’umana, Gli permetteva di assicurarsi l’ufficio di Mediatore tra l’umanità e la divinità e di offrirsi in olocausto per la Redenzione di coloro dei quali era diventato fratello. Il suo Sacrificio era quello dell’umanità, di cui era, come Uomo, rappresentante e sostituto – sacrificio di un valore infinito a causa della divina Personalità del Sacrificatore. È dunque ben realmente in Lui che si sono incontrate la “misericordia” e la “giustizia”. Le due séphiroth che portano questo nome sublime, si incontrano ben altrimenti al 17° e 18° grado. Il colmo dell’audacia satanica è di voler rovesciare dapprima la Santa Trinità, per mettersi al suo posto, ed in seguito il Sacrificio dell’Agnello di Dio, facendoLo offrire a se stesso da coloro per i quali Egli è stato offerto. Il Figlio di Dio incarnato, Gesù Cristo, rappresentato da un agnello, è nuovamente crocifisso, coronato di spine e, con un eccesso di malizia, la sua testa coronata e i suoi piedi e mani trafitti da chiodi sono tagliati e gettati nel fuoco, come offerta al “genio” del fuoco, lucifero. Ciò che dunque realmente si fece sulla croce, si fa anche, figurativamente sulla tavola dei rosa+croce: Colui che è la vita trova la morte, e colui che è la morte trionfa sulla vita! O ingratitudine degli uomini che, nel pieno della luce del diciannovesimo secolo, ed in presenza dei benefici celesti sparsi su di essi dal Cristo, si lasciano ancora accecare al punto da rinnovare il deicidio di cui i Giudei ingrati e scellerati si sono resi colpevoli. Il grado di rosa+croce è essenzialmente il rinnovo figurativo e cruento del deicidio commesso per la prima volta sul Calvario, come la Santa Messa è il rinnovo reale non cruento. Nehemia ha rinnovato, nel tempio ricostruito di Gerusalemme gli antichi sacrifici degli Israeliti. È per rinnovare il Sacrificio del Calvario che la setta giudeo-massonica nomina il presidente del 18° grado Ailiersatha, soprannome dato nella sacra Scrittura a Nehemia? Da lui è stato ristabilito il sacerdozio giudaico: i rosa+croce sono il clero sacrificatore giudaico-massonico; nelle loro agapi essi offrono il loro sacrificio a satana, al nemico. Questa atrocità costituisce in realtà un clericalismo che è il vero nemico di Dio e dell’umanità! Questi uomini, per la maggior parte battezzati in nome della Trinità, acclamano lucifero: Hoschéa. Hoschéa, Hoschéa: Salvatore, Salvatore, Salvatore! Non è neanche necessario provare tutte le falsità sciorinate nella sostituzione della “libertà di pensiero” alla Fede; dell’uguaglianza socialista alla Speranza, e della “fraternità massonica” alla Carità, né di esporre gli altri numerosi sacrilegi che accompagnano la “cena” e le Agapi dei rosa+croce; finiamo con la “parola ritrovata”: INRI. Nel grado dell’ “Intendente delle costruzioni”, la parola sacra ritrovata era: Ja, Je, Ji, Colui che era, è e sarà; per i rosa+croce, la parola perduta e ritrovata è INRI, ma interpretata kabbalisticamente con “Igne Renovatur Natura Integra”, [la natura intera è rinnovata dal fuoco]. Il fuoco preconizzato dal saggio Athersatha come “il primo agente della natura, come l’emblema della divinità, poi come la divinità stessa”, e rappresentata nella “camera infernale” come il soggiorno delizioso di Eblis, di Hiram e tutti i grandi malfattori conosciuti nell’Antico Testamento, il “fuoco infernale”, è sicuramente la migliore parola sacra che i Giudei kabbalisti potessero proporre ai nuovi “sacerdoti sacrificatori di lucifero”. Essa conviene loro come loro convengono le parole d’ordine: Emmanuel, Dio con noi, cioè il dio-fuoco è con noi; e pax vobis, la pace della coscienza sia con voi! Questa triste pace si acquista con una comunione ed un sacrificio sacrilego al più alto grado! “.

Alla luce di quanto letto, sorgono spontanee alcune domande, che giriamo agli “illuminati” liturgisti ecumenico-progressisti della setta gnostica usurpante:

-1) Perché nel nuovo rito montiniano il Sacrificio di Cristo è offerto al “signore dell’universo”, il panteistico dio massonico, il lucifero-baphomet? È il DEICIDIO offerto a lucifero?

-2) Perché al triagio si inneggia al “santo, santo, santo, signore dell’universo”, non è per caso un inneggiare al “satan”, il lucifero-Prometeo portatore di luce (falsa) per gli uomini, il dio sole adorato da assiri, esseni, templari, umanisti e falsi scienziati “accademici” rinascimentali, dai cabalisti eliocentristi della NASA [Nahash in ebraico significa: serpente! … e pure praticare la divinazione, cioè la magia!], e da tutte le orde massoniche?

-3) Perché dopo l’offerta del Sacrificio, inopportunamente, in un momento di raccoglimento importante, tutti devono scambiarsi il “segno della pace”, forse quella pace del dio-fuoco, dio-sole, del baphomet? E che cosa significa baphomet?: TEMOHPAB … all’ebraica, cioè da destra verso sinistra: BA (padre, in ebraico Ab) P(pacis) H(hominum-uomini) O (omium-tutti), MET (TEMpli), quindi: “il Padre del Tempio della Pace di Tutti gli Uomini”! Quindi è la pace di lucifero (la pace della … coscienza!), acquistata con il rinnovato DEICIDIO, offerto però a lucifero?

-4) Si tratta di un’agape rosa+crociana … della rivincita di lucifero su Gesù Cristo?

-5) Per questo si stanno costruendo, facendole passare per “artistiche” Chiese cattoliche, templi massonici ovunque, con esplicita simbologia luciferina e solare sugli altari, ove celebrare le “Agapi” dei rosa+croce? (vedi S. Giovanni Rotondo, Padergnone e così via … un po’ dappertutto)? Rispondete  dannati apostati!!!

Speriamo che la risposta non sia il solito assordante silenzio!