LO SCUDO DELLA FEDE (XVIII)

[A. Carmignola: “Lo Scudo della Fede”. S.E.I. Ed. Torino, 1927]

XVIII.

LA SANTISSIMA TRINITÀ.

È il più. profondo dei misteri. — In che consista. — La divina fecondità. — Le divine processioni. — Tre persone e un solo Dio. — Ciò è mistero, ma non assurdo.

— La fede cattolica insegna che Dio è uno e trino ad un tempo. Di questo mistero della Trinità non capisco proprio niente.

Sì, caro mio, la fede cattolica, in conformità a quello che Iddio ha lasciato scorgere ai profeti dell’antica legge e a quello che ha pienamente rivelato Gesù Cristo, ci insegna il mistero della santissima Trinità. Ed io ti avverto subito che questo mistero, il quale si può chiamare il fondamento di nostra santa Religione, è il più profondo dei misteri, che con la sola ragione non si può dimostrare, che anzi la mente umana non avrebbe mai potuto concepire, se Iddio non ce lo avesse rivelato. Basti il dire che S. Agostino col suo ingegno penetrante ed acutissimo lo fece oggetto di lunghissimi studi, senza speranza tuttavia di riuscire neppure a squarciare il gran velo che lo avvolge. – Io credo che tu sappia bene quel che si narra di lui in proposito. Un dì passeggiando sulla riva del mare, vide un fanciullo che, fatto un piccolo incavo nella sabbia, vi trasportava a cucchiaiate l’acqua e gli domandò che cosa voleva fare. Il fanciullo gli rispose che intendeva di mettere in quell’incavo tutta l’acqua del mare. S. Agostino sorrise e disse tosto al fanciullo che ciò era impossibile. Ma il fanciullo che era un Angelo del cielo, si fe’ tosto a soggiungergli: che era più facile far stare tutta l’acqua del mare in quell’incavo, che capire, come egli pretendeva, il mistero della Santissima Trinità.

— Dunque di questo mistero colla nostra ragione non possiamo farci alcuna idea?

Io non ho detto questo, e questo non è. Conla nostra ragione non possiamo né dimostrare, né conoscere questo mistero; tuttavia dopo che ci è stato rivelato e noi l’abbiamo appreso per fede, possiamo con la ragione, e specialmente per modo di analogia, formarcene un’idea come fecero appunto i più grandi geni del Cristianesimo.

— Allora amerei che mi dicesse anzitutto in che cosa propriamente consiste questo mistero.

Te lo dirò, ma tu acuisci la tua intelligenza. Ecco: il mistero della Santissima Trinità consiste in ciò che in un solo Dio vi sono tre Persone: Padre, Figliuolo e Spirito Santo, che ogni Persona è vero Dio, e non sono tuttavia tre dèi, che ogni Persona è realmente distinta dalle altre due, che queste tre Persone hanno relazioni tra di loro, un nome particolare, ed anche un ordine, per cui una è la prima, l’altra la seconda, l’altra la terza, che intanto sono tutte e tre uguali in perfezione e tutte e tre eterne.

— Ma per quale ragione tutte queste tre Persone divine si chiamano coi nomi di Padre Figlio e Spirito Santo?

Noi diamo il nome di padre a chi genera dei figli comunicando loro la sua stessa natura; diamo il nome di figlio a chi ha ricevuto con la esistenza la stessa natura o sostanza del padre, da cui si distingue; e diamo il nome di spirito o di alito, a ciò che emana da una persona o più persone, ed è da essa distinto. Or bene la prima Persona della Santissima Trinità si chiama Padre, perché esistendo da se stesso da tutta l’eternità, non essendo stato né creato, né generato da alcuno, genera da tutta l’eternità la seconda Persona, alla quale perciò diamo il nome di Figliuolo. E la terza Persona poi si chiama Spirito Santo perché da tutta l’eternità è prodotto dal Padre e dal Figliuolo, ossia emana, procede da essi, e da essi si distingue. Come vedi adunque le Persone della Santissima Trinità sono chiamate con i nomi di Padre, Figlio e Spirito Santo per l’analogia o somiglianza, che la nostra mente scorge tra i vicendevoli rapporti esistenti fra di esse, e il significato che questi tre vocaboli hanno nell’uso nostro comune di parlare.

— E come mai Iddio Padre genera un Figliuolo?

Vedi; ogni essere vivente su questa terra sia pure dotato di un sol fil di vita, possiede la fecondità, quella forza per cui riproduce degli altri esseri della sua stessa natura e della sua stessa specie. E così l’uccello riproduce l’uccello, il pesce il pesce, l’insetto l’insetto, la pianta la pianta, e l’uccello aquila riproduce uccelli aquile, il pesce spada pesci spada, l’insetto zanzara insetti zanzare, la pianta pesco piante peschi; insomma ogni generante riproduce esseri a sé uguali, non superiori, non inferiori, ma della stessa natura e specie, per guisa che il generato è come la continuazione del generatore e forma con esso una sola cosa. Ora questa fecondità, questa forza meravigliosa di riprodursi, che vi ha in tutti gli esseri viventi, da chi viene? Se tu dici dalla natura, ed io ti domanderò da chi l’ha ricevuta la natura e tu dovrai finire per rispondermi che l’ha ricevuta da Dio. Se Dio adunque è in fondo in fondo la causa della fecondità, che esiste in tutti gli essere viventi, e se l’effetto è necessariamente precontenuto, e con la massima perfezione, nella sua causa, bisogna conchiudere che anche Iddio è fecondo, che anch’Egli deve essere Padre, dal quale secondo la frase di S. Paolo, proviene ogni paternità in cielo e in terra (V. Lettera agli Efesini, capo III, versetto 15).

— Ma se Dio è fecondo, se Egli deve essere padre, perché non genera molti figliuoli, ma un solo?

La tua domanda è giustissima. Ed io ti rispondo che Dio Padre non può generare che un unico Figlio, perché essendo Egli essere infinito, nell’atto di generare spiega tutta quanta la sua attività infinita, e spiegando tutta la sua attività infinita deve naturalmente produrre la sua immagine perfetta, che non può essere che una sola, ed è l’unico Figliuolo di Dio.

— Dunque che il Padre generi il Figliuolo è una necessità?

Senza dubbio. Il Padre, sebbene con infinito gaudio della sua volontà generi il Figlio, tuttavia non può far a meno di generarlo, come pure è una necessità che Padre e Figlio producano lo Spirito Santo.

— E come avviene ciò?

Non so se arriverai bene a capirlo. Te lo dirò nondimeno nei termini più chiari e precisi. Il Padre conoscendo perfettamente sé medesimo deve formare nello stesso tempo una immagine perfettissima di sé, e questa immagine siccome origina dalla intelligenza ossia dalla conoscenza, che il Padre ha di se stesso, perciò si chiama il Verbo, ossia la sua parola, il suo pensiero. Questo Verbo, che è generato per tal guisa dalla intelligenza del Padre è il Figliuolo. Siccome poi il Padre, vedendo il suo Figliuolo, in tutto perfettissimo al pari di lui, con la sua volontà sentesi indotto ad amarlo, e il Figliuolo vedendo il suo Padre sentesi indotto ad amare Lui, amandosi vicendevolmente spirano l’uno verso l’altro un soffio di amore, che è infinito al pari delle due Persone, da cui procede. E questo amore distinto dalle due Persone,  che lo producono, forma la terza Persona, ossia lo Spirito Santo. Per tal modo si compiono nell’Essere divino due processioni interne: l’una, quella con cui il Figlio è generato dal Padre, per modo d’intelletto, l’altra, quella per cui lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio per modo di amore. Perciò il Padre si chiama anche Genitore, il Figliuolo Unigenito, lo Spirito Santo Procedente, come si canta nella seconda strofa del Tantum ergo.

— E questi nomi di Padre, Figliuolo e Spirito Santo li ha inventati la Chiesa?

No, essi ci furono appresi dallo stesso Gesù Cristo, quando prima di ascendere al cielo comandò agli Apostoli di battezzare tutti gli uomini « nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo (Vedi Vangelo di S. Matteo, capo XXVIII, versetto 19).

— Ma se queste tre Persone sono distinte fra di loro, non si può forse dividere la loro natura in tre parti e riguardarle come tre divinità?

No, ciò non è possibile. Tutte e tre le Persone divine, benché distinte fra di loro, vale a dire non confuse l’ima con l’altra, ma aventi ciascuna una personalità ben determinata, hanno tutte e tre una stessa indivisibile essenza e natura, cioè un’essenza e natura che non si può dividere in parte, perché semplicissima, cioè non composta di parti. Perciò essendo noi ammaestrati dalla fede che vi sono tre Persone divine, cioè tre soggetti, a cui questa essenza e natura appartiene come propria, ne viene di conseguenza, che essa è tutta nel Padre, tutta nel Figlio, tutta nello Spirito Santo. E quindi il Padre è vero Dio, il Figliuolo è vero Dio, cioè lo stesso Dio che il Padre, lo Spirito Santo è vero Dio e precisamente lo stesso Dio che il Padre ed il Figliuolo, ragione per cui la essenza e natura divina non si può dividere, né le tre Persone divine possono formare tre divinità. Se vuoi farti una qualche idea di ciò guarda il sole. Da esso viene la luce e il calore. E sebbene il sole, la luce e il calore siano tre cose distinte, tuttavia non formano che una cosa sola.

— Dunque le tre Persone divine sono tutte e tre uguali nelle loro perfezioni?

Certissimamente: hanno la stessa sapienza, la stessa bontà, vivono con la stessa vita, conoscono con l’istesso intelletto, vogliono con la stessa volontà, operano con la stessa onnipotenza, e non vi ha in nessuna di esse il menomo grado di superiorità od inferiorità alle altre. E la ragione di ciò è sempre la stessa, che cioè hanno la medesima natura e sostanza divina, e benché tre Persone distinte non sono che un solo Dio.

— Mi sembra però un assurdo questo mistero della Santissima Trinità.

Se parli così è segno che hai capito ancor poco di quanto ti ho detto. L’assurdo implica contraddizione nei termini, come se tu dicessi che un oggetto è nero e bianco ad un tempo. Ma quale contraddizione vi ha nei termini esprimenti il mistero della Santissima Trinità? Se si dicesse che Dio è uno e nel medesimo tempo è tre divinità, allora sì, in ciò vi sarebbe l’assurdo. L’uno non è tre, come tre non è uno. Ma è così che si dice? No affatto. Si dice che vi è una sola essenza e natura divina e che vi sono tre Persone aventi la stessa essenza e natura: così che l’uno si riferisce alla natura, il tre alle Persone, e natura e persona non sono due concetti identici. Certo è misterioso che la natura divina sia una sola e senza dividersi o moltiplicarsi si trovi tutta in tre Persone. Ma appunto perché la mente umana non vede nulla di questo mistero non è autorizzata a gridare all’assurdo. Del resto si sarebbe per dire che il Signore ha disseminato in tutta quanta la creazione le vestigia di questo mistero. « Gli angeli, dice il Monsabrè, il tempo, lo spazio, l’universo, i corpi, il movimento, i regni della natura, gli astri, la vita, la nostra carne, la nostra anima, le nostre operazioni intellettuali, le nostre famiglie ne portano l’impronta ». Difatti il mondo angelico ha tre gerarchie, ed ogni gerarchia ha tre cori; il tempo si compone di oggi, ieri e domani, di presente, passato e futuro; lo spazio ha tre dimensioni, lunghezza, larghezza e profondità; la materia ha tre stati, solido, liquido e gazoso; il mondo terrestre ha tre regni, minerale, vegetale, animale; l’uomo possiede tre vite, la vegetativa, la sensitiva, la razionale; nell’anima sono tre facoltà, la memoria, l’intelligenza e la volontà; la famiglia si compie in tre persone, padre, madre e figlio ecc ».

— Queste cose sono bellissime e adombrano assai bene il gran mistero della Trinità.

IL CATECHISMO DI BALTIMORA (IX) – Lez. 26-28

CATECHISMO DI BALTIMORA (IX) – Lez. 26-28

[Dal terzo Concilio generale di Baltimora

Versione 1891]

LEZIONE 26 –

SUL MATRIMONIO

D. 1005. Cos’è il Sacramento del Matrimonio?

R. Il Sacramento del Matrimonio è il Sacramento che unisce un uomo e una donna Cristiani in legittimo matrimonio.

D. 1006. Quand’è che le persone sono lecitamente sposate?

R. Le persone sono legalmente sposate quando osservano tutte le leggi di Dio e della Chiesa relative al matrimonio. Sposarsi illecitamente è un peccato mortale e priva le anime della grazia del Sacramento.

D. 1007. Quando è stato istituito il Matrimonio per la prima volta?

R. Il Matrimonio fu istituito per la prima volta nel Giardino dell’Eden, quando Dio creò Adamo ed Eva e ne fece marito e moglie; ma allora non era un Sacramento, poiché la loro unione non conferiva alcuna grazia speciale.

D. 1008. Quando fu stabilito il contratto di Matrimonio con la dignità di Sacramento?

R. Il tempo esatto in cui il contratto dei Matrimoni è stato elevato alla dignità di Sacramento non è noto, ma il fatto che sia stato così elevato è certo dai passi nel Nuovo Testamento e dal costante insegnamento della Chiesa sin dal tempo degli Apostoli. Nostro Signore non ha semplicemente aggiunto la grazia al contratto, ma ha reso il contratto un vero Sacramento, in modo che i Cristiani non possano stipulare questo contratto senza ricevere il Sacramento.

D. 1009. Qual è il segno esteriore nel Sacramento del Matrimonio, e in che cosa consiste l’intera essenza del contratto matrimoniale?

R. Il segno esteriore nel Sacramento del matrimonio è il mutuo consenso degli sposi, espresso da parole o segni in conformità con le leggi della Chiesa. L’intera essenza del contratto di Matrimonio, consiste nella consegna reciproca tra le persone dei loro corpi e nel dichiarare con le parole o il segno che fanno questa resa, prendendosi reciprocamente per marito e moglie per tutta la vita.

D. 1010. Quali sono i principali fini del Sacramento del Matrimonio?

R. I principali fini del Sacramento del matrimonio sono:

– Consentire al marito e alla moglie di aiutarsi a vicenda nel garantire la salvezza delle loro anime;

– Propagare o mantenere l’esistenza della razza umana, mettendo al mondo i bambini per servire Dio;

– Prevenire i peccati contro la santa virtù della purezza, obbedendo fedelmente alle leggi dello stato di matrimonio.

D. 1011. Possono un uomo e una donna Cristiani essere uniti in legittimo Matrimonio in qualsiasi altro modo che non sia il Sacramento del Matrimonio?

R. Un uomo e una donna Cristiani non possono essere uniti in un Matrimonio legittimo in nessun altro modo che non sia il Sacramento del Matrimonio, perché Cristo ha innalzato il Matrimonio alla dignità di un Sacramento.

D. 1012. Allora, tutti i matrimoni prima della venuta di Cristo erano illegittimi ed invalidi?

R. Tutti i matrimoni prima della venuta di Cristo non erano illegittimi e invalidi. Erano entrambi leciti e validi quando le persone che li contraevano seguivano i dettami della loro coscienza e le leggi di Dio secondo la loro conoscenza; ma tali matrimoni erano solo dei contratti. A causa delle loro inclinazioni malvagie molti dimenticarono o trascurarono il vero carattere del matrimonio, finché Nostro Signore non lo ripristinò nella sua unità e purezza originaria.

D. 1013. Che cosa intendiamo per impedimenti al Matrimonio?

R. Per impedimenti al Matrimonio intendiamo certe restrizioni, imposte dalla legge di Dio o della Chiesa, che rendono il matrimonio invalido o illecito qualora vengano violate nel contrarlo. Queste restrizioni riguardano l’età, la salute, le relazioni, l’intenzione, la religione e altre questioni che riguardano la bontà del Sacramento.

D. 1014. Può la Chiesa dispensare o rimuovere questi impedimenti al Matrimonio?

R. La Chiesa può dispensare o rimuovere gli impedimenti al Matrimonio derivanti dalle sue stesse leggi; ma non può dispensare dagli impedimenti che derivano dalle leggi di Dio e dalla natura. Ogni legislatore può cambiare o dispensare dalle leggi fatte da lui stesso o da un suo pari, ma non può, di sua propria autorità, cambiare o dispensare dalle leggi emanate da un Potere superiore.

D. 1015. Che cosa è richiesto perché la Chiesa possa concedere, quando è in grado, deroghe dagli impedimenti al Matrimonio o da altre leggi?

R. Perché la Chiesa possa concedere deroghe dagli impedimenti al Matrimonio o da altre leggi, ci deve essere una ragione valida ed urgente nel concedere tali dispense. La Chiesa non concede dispense senza causa seria, o semplicemente per soddisfare i desideri di coloro le chiedano.

D. 1016. Perché la Chiesa a volte richiede alle persone a cui sono concesse le dispense di pagare un balzello o una tassa per il privilegio?

R. La Chiesa a volte richiede alle persone a cui sono concesse le dispense di pagare un balzello o una tassa per il privilegio:

– Perché le persone a causa di questa tassa siano trattenute dal chiedere dispense e possano rispettare le leggi generali;

– Perché la Chiesa non debba sostenere spese per mantenere un ufficio che conceda privilegi solo a pochi.

D. 1017. Che cosa dovrebbero fare le persone che stanno per sposarsi?

R. Le persone che stanno per sposarsi dovrebbero avvisare tempestivamente il loro pastore delle loro intenzioni, fargli conoscere a priori qualunque cosa sospetta possa essere un impedimento al Matrimonio, e assicurarsi di tutti gli accordi, prima di invitare i loro amici.

1018. Come dovrebbe essere data al Sacerdote la notifica tempestiva del Matrimonio, e perché?

R. Al Sacerdote dovrebbero essere date almeno tre settimane di preavviso del Matrimonio, perché, secondo le leggi della Chiesa, i nomi delle persone che stanno per sposarsi devono essere annunciati ed il loro Matrimonio previsto, pubblicato nella Messa principale nella loro parrocchia per tre domeniche successive.

D. 1019. Perché le pubblicazioni del Matrimonio sono pubblicate nella Chiesa?

R. Le pubblicazioni del Matrimonio sono pubblicate nella Chiesa affinché chiunque possa aver conoscenza di qualsiasi impedimento al Matrimonio, possa avere l’opportunità di dichiararlo privatamente al Sacerdote, prima che il Matrimonio stesso abbia luogo e quindi impedire un Matrimonio non valido o illegale. Le persone che sono a conoscenza di tali impedimenti e non riescono a dichiararli a tempo debito, sono colpevoli di peccato.

D. 1020. Quali cose in particolare dovrebbero far conoscere al Sacerdote le persone che organizzano il loro matrimonio?

R. Le persone che organizzano il loro Matrimonio dovrebbero far sapere al Sacerdote se sono cristiani e cattolici; se uno sia stato solennemente fidanzato con un’altra persona; se hanno mai fatto alcun voto a Dio riguardo alla castità o simili; se sono consanguinei e in che misura; se uno sia mai stato sposato con un membro della famiglia dell’altro e se sia mai stato padrino nel Battesimo per l’altro.

D. 1021. Cos’altro devono far conoscere?

R. Devono anche far sapere se uno dei due sia stato sposato prima e quale prova può essere data della morte dell’ex coniuge; se abbiano davvero intenzione di sposarsi, e lo facciano di propria spontanea volontà; se siano di età legale; se siano sani nel corpo o soffrano di qualsiasi deformità che potrebbe impedire il loro matrimonio e, infine, se vivano nella parrocchia in cui chiedono di essere sposati, e se è così, per quanto tempo abbiano vissuto in essa.

D. 1022. Che cosa è particolarmente necessario che le persone facciano, come loro dovere nello stato matrimoniale?

R. Perché le persone possano fare il loro dovere nello stato matrimoniale, è particolarmente necessario che, prima di entrarvi, siano istruite bene nelle verità e nei doveri della loro Religione perché possano poi insegnarli ai loro figli.

D. 1023. Il vincolo del Matrimonio cristiano può essere sciolto da un qualunque potere umano?

R. Il legame del Matrimonio cristiano non può essere sciolto da alcun potere umano.

D. 1024. Un divorzio concesso dalle corti di giustizia, non spezza il vincolo del matrimonio?

R. Il divorzio concesso dalle corti di giustizia o da qualsiasi altro potere umano non infrange il vincolo del Matrimonio, e chi si avvale di tale divorzio per risposarsi, mentre il coniuge ancora vive, commette un sacrilegio e vive nel peccato di adulterio. Un divorzio civile può dare una ragione sufficiente alle persone di vivere da sole e può determinare i loro diritti per quanto riguarda il sostegno, il mantenimento dei figli e altre cose temporali, ma non ha alcun effetto sul legame e sulla natura spirituale del Sacramento.

D. 1025. La Chiesa non permette talvolta a marito e moglie di separarsi e vivere separati?

R. La Chiesa a volte, per valide ragioni, permette a marito e moglie di separarsi e vivere separati; ma ciò non è dissolvimento del vincolo del Matrimonio, o divorzio come è chiamato, perché sebbene separati sono ancora marito e moglie, e nessuno dei due può risposarsi fino a quando l’altro non muoia.

D. 1026. La Chiesa non ha forse permesso ai Cattolici, una volta sposati, di separarsi e risposarsi?

R. La Chiesa non ha mai permesso ai Cattolici, una volta sposati, di separarsi e risposarsi, ma a volte ha dichiarato le persone, apparentemente sposate, libere di risposarsi, perché il loro primo Matrimonio era nullo; cioè, non c’è stato Matrimonio a causa di qualche impedimento non scoperto se non dopo la cerimonia.

D. 1027. Quali mali seguono il divorzio così comunemente rivendicato da coloro che sono al di fuori della vera Chiesa e concessi dall’autorità civile?

R. I mali che seguono il divorzio così comunemente rivendicato da coloro che sono al di fuori della vera Chiesa e concessi dall’autorità civile, sono moltissimi; ma principalmente:
1. Il disprezzo per il carattere sacro del Sacramento e per il benessere spirituale dei bambini;
2. La perdita della vera idea di casa e di famiglia seguita da una cattiva morale e una vita peccaminosa.

D. 1028. Quali sono gli effetti del Sacramento del Matrimonio?

  1. R. Gli effetti del Sacramento del Matrimonio sono:

– Santificare l’amore tra marito e moglie;

– Dare loro la grazia di sopportare le reciproche debolezze;

– Consentire di allevare i loro figli nel timore e nell’amor di Dio.

D. 1029. Che cosa intendiamo per sopportare le reciproche debolezze?

R. Per sopportare le debolezze reciproche, intendiamo che il marito e la moglie debbano essere pazienti con i difetti degli altri, con le cattive abitudini o con le disposizioni, scusarli facilmente e aiutarsi a vicenda nel superarli.

D. 1030. In che modo i genitori sono particolarmente adatti a crescere i loro figli nel timore e nell’amor di Dio?

R. I genitori sono appositamente preparati per allevare i loro figli nella paura e nell’amore di Dio:

– Con la grazia speciale che ricevono per consigliare e dirigere i loro figli e per metterli in guardia dal male;

– Dall’esperienza che hanno acquisito passando attraverso la vita dall’infanzia alla condizione di genitori. I bambini dovrebbero quindi cercare e accettare coscienziosamente la direzione dei buoni genitori.

D. 1031. Per ricevere degnamente il Sacramento del Matrimonio è necessario essere nello stato di grazia?

R. Per ricevere degnamente il Sacramento del Matrimonio è necessario essere nello stato di grazia, ed è anche necessario rispettare le leggi della Chiesa.

D. 1032. Quali leggi della Chiesa siamo tenuti ad adempiere nel ricevere il Sacramento del Matrimonio?

R. Nel ricevere il Sacramento del Matrimonio siamo tenuti a rispettare qualunque legge della Chiesa riguardi il Matrimonio; come le leggi che vietano il Matrimonio solenne in Quaresima e nell’Avvento; la presenza, al Matrimonio, di parenti o persone di un’altra religione (soprattutto i modernisti del novus ordo – ndr. -), e in generale tutte le leggi che fanno riferimento a qualsiasi impedimento al matrimonio.

D. 1033. In quanti modi possono esservi legami tra le persone?

R. Le persone possono essere legate tra loro in quattro modi. Quando sono legati dal sangue, la loro relazione è chiamata consanguineità; quando sono collegati per matrimonio, si chiama affinità; quando sono legati dall’essere padrini di Battesimo o di Cresima, questo è chiamato affinità spirituale; quando sono correlati per adozione, si parla di affinità legale.

D. 1034. Chi ha il diritto di emanare leggi sul Sacramento del Matrimonio?

R. Solo la Chiesa ha il diritto di emanare leggi sul Sacramento del Matrimonio, sebbene lo Stato abbia anche il diritto di emanare leggi concernenti gli effetti civili del contratto di Matrimonio.

D. 1035. Che cosa intendiamo per leggi riguardanti gli effetti civili del contratto di Matrimonio?

R. Per le leggi riguardanti gli effetti civili del contratto di Matrimonio intendiamo le leggi relative alla proprietà o ai debiti del marito e della moglie, l’eredità dei loro figli o qualunque cosa riguardi i loro affari temporali. Tutte le persone sono obbligate ad obbedire alle leggi del loro Paese quando queste leggi non siano contrarie alle leggi di Dio.

D. 1036. La Chiesa proibisce il Matrimonio dei Cattolici con persone che hanno una religione diversa o nessuna religione?

R. Si, la Chiesa proibisce il Mratrimonio dei Cattolici con persone che hanno una religione diversa o nessuna religione.

D. 1037. Perché la Chiesa proibisce il Matrimonio dei Cattolici con persone che professino una religione diversa o nessuna religione?

R. La Chiesa proibisce il matrimonio dei cattolici con persone che professano una religione diversa, o nessuna religione, perché tali matrimoni generalmente portano all’indifferenza, alla perdita della fede e alla negligenza dell’educazione religiosa dei bambini.

D. 1038. Come si chiamano i matrimoni dei Cattolici con persone di un’altra religione e quando la Chiesa li concede per dispensa?

R. I matrimoni dei Cattolici con persone di un’altra religione sono chiamati matrimoni misti. La Chiesa li concede per dispensa solo a certe condizioni e per motivi urgenti; principalmente per prevenire un male maggiore.

D. 1039. Quali sono le condizioni in base alle quali la Chiesa permette ad un Cattolico di sposare uno che non è cattolico?

R. Le condizioni in base alle quali la Chiesa permette a un Cattolico di sposare una persona che non è cattolica sono:

– Che al Cattolico sia permesso il libero esercizio della sua Religione;

– Che il Cattolico proverà con l’insegnamento ed il buon esempio a guidare colui che non è cattolico ad abbracciare la vera fede;

– Che tutti i bambini nati dal matrimonio saranno educati nella Religione cattolica. La cerimonia di Matrimonio non deve essere ripetuta da un ministro eretico. Senza queste promesse, la Chiesa non acconsentirà ad un matrimonio misto, e se la Chiesa non acconsente al matrimonio, esso è illegale.

D. 1040. Quale pena la Chiesa impone ai Cattolici che si sposano davanti a un pastore protestante?

R. I Cattolici che si sposano prima da un pastore protestante, incorrono nella scomunica; cioè, una censura della Chiesa o pena spirituale, che impedisce loro di ricevere il Sacramento della Penitenza, finché il Sacerdote che ascolta la loro confessione ottenga facoltà speciali o il permesso del Vescovo (Vescovo Cattolico vero – ndr. -); perché con un tale matrimonio essi fanno professione di appartenenza ad una falsa religione, riconoscendo come sacerdote uno che non ha né potere sacro né autorità (questo vale oggi pure per i falsi sacerdoti del novus ordo e degli scismatici lefebvriani e sedevacantisti – ndr. -).

D. 1041. In che modo la Chiesa mostra il suo dispiacere per i matrimoni misti?

R. La Chiesa mostra il suo dispiacere per i matrimoni misti con la freddezza con cui li sanziona, proibendo ogni cerimonia religiosa, e vietando al Sacerdote di usare qualsiasi paramento sacro, l’acqua santa o la benedizione dell’anello in tali matrimoni, proibendo pure che siano svolti nella Chiesa o anche in sacrestia. D’altra parte, la Chiesa mostra la sua gioia e l’approvazione per un vero Matrimonio cattolico con la Messa nuziale e le cerimonie solenni.

D. 1042. Perché i Cattolici dovrebbero evitare i matrimoni misti?

R. I cattolici dovrebbero evitare i matrimoni misti:

– Perché sono sgraditi alla Chiesa e non possono apportare la misura piena della grazia e della benedizione di Dio;

– Perché i figli dovrebbero avere il buon esempio da entrambi i genitori nella pratica della loro Religione;

– Perché tali matrimoni danno luogo a frequenti dispute su questioni religiose tra marito e moglie e tra i loro parenti;

– Perché chi non è Cattolico, ignorando il carattere sacro del Sacramento, può chiedere il divorzio e sposarsi di nuovo, lasciando il Cattolico sposato, abbandonato.

D. 1043. La Chiesa cerca di fare proseliti convertiti con le sue leggi riguardanti i matrimoni misti?

R. La Chiesa non cerca di fare conversioni con le sue leggi sui matrimoni misti, ma cerca solo di impedire che i suoi figli perdano la fede e diventino pervertiti dalla compagnia costante di persone non cattoliche. La Chiesa non desidera che le persone diventino cattoliche solo per il gusto di sposare i Cattolici. Tali conversioni sono, di regola, non sincere, non fanno bene, ma piuttosto rendono tali convertiti ipocriti e colpevoli di peccati più grandi, in particolare di peccati di sacrilegio.

D. 1044. Perché molti matrimoni si dimostrano infelici?

R. Molti matrimoni si dimostrano infelici perché sono maturati in fretta e senza degni motivi.

D. 1045. Quando i matrimoni sono maturati in fretta?

R. I matrimoni vengono fatti frettolosamente quando le persone non considerano e investigano a sufficienza il carattere, le abitudini e le disposizioni di colui che intendono sposare. È saggio cercare qualità durature e solide virtù in un compagno per tutta la vita e non essere trascinato da caratteristiche che soddisfino solo temporaneamente.

D. 1046. Quando sono validi ​​i motivi del Matrimonio?

R. I motivi del Matrimonio sono degni quando le persone si uniscono per fare la volontà di Dio e realizzare il fine per il quale Egli ha istituito il Sacramento. Qualsiasi cosa si opponga al vero oggetto del Sacramento, la santificazione del marito e della moglie, deve essere motivo indegno.

D. 1047. Come dovrebbero prepararsi i Cristiani ad un matrimonio santo e felice?

R. I Cristiani devono prepararsi per un matrimonio santo e felice ricevendo i Sacramenti della Penitenza e della Santa Eucaristia; pregando Dio di concedere loro una retta intenzione e di dirigerli nella loro scelta; cercando il consiglio dei loro genitori e la benedizione dei loro pastori.

D. 1048. In che modo i genitori possono essere colpevoli di grave ingiustizia nei confronti dei loro figli in caso di Matrimonio?

R. I genitori possono essere colpevoli di granve ingiustizia verso i loro figli in caso di matrimonio, cercando la gratificazione dei loro scopi e desideri, piuttosto che il bene dei loro figli, e costringendo quindi, per motivi egoistici e irragionevoli, i loro figli a sposare persone che non amino o impedire loro di sposare le persone scelte dai dettami della loro coscienza, o costringerli a sposarsi quando non hanno alcuna vocazione per una tale vita o nessuna vera conoscenza dei propri obblighi.

D. 1049. Possono le persone ricevere il Sacramento del Matrimonio più di una volta?

R. Le persone possono ricevere il sacramento del Matrimonio più di una volta, a condizione che siano certi della morte dell’ex marito o moglie e che siano conformi alle leggi della Chiesa.

D. 1050. Dove e in quale momento del giorno i Cattolici dovrebbero sposarsi?

R. I Cattolici dovrebbero sposarsi davanti all’altare nella Chiesa. Dovrebbero essere sposati al mattino e, se possibile, con una Messa nuziale.

D. 1051. Che cosa non deve mai essere dimenticato da coloro che partecipano ad una cerimonia di Matrimonio nella Chiesa?

R. Coloro che partecipano a una cerimonia di Matrimonio nella Chiesa, non devono mai dimenticare la presenza del Santissimo Sacramento, e che tutte le risate, i discorsi e le irriverenze sono vietate allora come in altri momenti. Le donne non devono mai entrare alla presenza del Santissimo Sacramento a testa scoperta, e il loro vestito deve essere in armonia con la rigida modestia richiesta dalla presenza di Nostro Signore, a prescindere da cosa possano richiedere la vanità o le maniere mondane.

LEZIONE 27 –

SUI SACRAMENTALI

D. 1052. Che cos’è un sacramentale?

R. Un sacramentale è qualcosa che viene scelto o benedetto dalla Chiesa per eccitare i buoni pensieri e aumentare la devozione e, attraverso questi movimenti del cuore, per rimettere il peccato veniale.

D. 1053. In che modo i Sacramentali eccitano i buoni pensieri e aumentano la devozione?

R. I Sacramentali eccitano i buoni pensieri ricordando alle nostre menti una ragione speciale per fare il bene ed evitare il male; in particolare ricordandoci di qualche persona santa, evento o cosa attraverso cui le benedizioni ci sono giunte. Aumentano la devozione fissando le nostre menti su particolari virtù e aiutandoci a capirle e desiderarle.

D. 1054. I Sacramentali da se stessi rimettono i peccati veniali?

R. I Sacramentali da se stessi non rimettono i peccati veniali, ma ci muovono verso una devozione più vera, verso un amore più grande per Dio e un dolore più grande per i nostri peccati, e questa devozione, l’amore e la tristezza ci portano grazia, e la grazia rimette i peccati veniali.

D. 1055. Perché la Chiesa usa i Sacramentali?

R. La Chiesa usa i Sacramentali per insegnare ai fedeli di ogni classe le verità della religione che si possono apprendere anche dalla loro vista e dal loro ascolto; poiché Dio vuole che impariamo le Sue leggi con ogni mezzo possibile, con ogni potenza dell’anima e del corpo.

D. 1056. Si dimostra con un esempio come i Sacramentali aiutino l’ignorante nell’apprendere le verità di fede.

R. I sacramentali aiutano l’ignorante ad imparare le verità di fede così come i bambini imparano dalle immagini, già prima di essere in grado di leggere. Così uno che non può leggere il racconto della passione di Nostro Signore, può impararlo dalle Stazioni della Via Crucis; uno che si inginocchia davanti ad un crocifisso e guarda la testa sanguinante, le mani trafitte e il costato ferito, è maggiormente capace di comprendere le sofferenze di Cristo rispetto a chi non abbia visto mai un crocifisso.

D. 1057. Cosa sono le stazioni o la via crucis?

R. La Via dolorosa o la Via Crucis, è una devozione istituita dalla Chiesa per aiutarci a meditare sulla passione e morte di Cristo. Quattordici croci o stazioni, ciascuna con l’immagine di qualche scena della passione, sono disposte a distanza diversa. Passando da una stazione all’altra e pregando qualche momento, prima di meditare sulla scena che si rappresenta, facciamo la Via Crucis in memoria del doloroso viaggio di Cristo durante la sua passione, e otteniamo l’indulgenza concessa per questo pio esercizio.

D. 1058. Le preghiere e le cerimonie della Chiesa sono anche sacramentali?

R. Le preghiere e le cerimonie della Chiesa sono anche sacramentali, perché eccitano i buoni pensieri e aumentano la devozione. Qualunque cosa la Chiesa dedichi a un uso pio o ecciti all’adorazione di Dio, può essere definita sacramentale.

D. 1059. Su quale base la Chiesa fa uso di cerimonie?

R. La Chiesa fa uso di cerimonie:

– Secondo l’esempio della vecchia legge, nella quale Dio ha descritto e comandato cerimonie;

– Secondo l’esempio di Nostro Signore, che ha strofinato, ad esempio, l’argilla sugli occhi del cieco, quando ha voluto ridare la vista, sebbene Egli avesse potuto compiere il miracolo senza alcun atto esterno;

– Sull’autorità della Chiesa stessa, a cui Cristo ha conferito il potere di fare tutto il necessario per l’istruzione di tutti gli uomini;

– Aggiungere solennità agli atti religiosi.

D. 1060. In che modo le persone possono peccare usando i Sacramentali?

R. Le persone possono peccare usando i Sacramentali usandoli in un modo o per uno scopo proibito dalla Chiesa; anche credendo che l’uso dei Sacramentali ci salverà, nonostante le nostre vite peccaminose. Dobbiamo ricordare che i Sacramentali possono aiutarci solo attraverso la benedizione che la Chiesa dà loro e attraverso le buone disposizioni che eccitano in noi. Non hanno quindi alcun potere per se stessi e mettere troppa fiducia nel loro uso, conduce alla superstizione.

D. 1061. Qual è la differenza tra i Sacramenti e i Sacramentali?

R. La differenza tra i Sacramenti e i Sacramentali è:

1. I Sacramenti furono istituiti da Gesù Cristo e i Sacramentali furono istituiti dalla Chiesa;
2. I Sacramenti danno la grazia di per se stessi quando non vi poniamo ostacoli all’azione;
3. I Sacramentali eccitano in noi le pie disposizioni, mediante le quali possiamo ottenere la grazia.

D. 1062. Può la Chiesa aumentare o diminuire il numero dei Sacramenti e dei Sacramentali?

R. La Chiesa non può mai aumentare né diminuire il numero dei Sacramenti, perché siccome li ha istituiti Cristo stesso, solo Egli ha il potere di cambiarne il numero; ma la Chiesa può aumentare o diminuire il numero dei Sacramentali come richiede la devozione del suo popolo o le circostanze del tempo e del luogo, poiché avendoli la Chiesa istituiti, essi dipendono interamente dalle sue leggi.

D. 1063. Qual è il principale sacramentale usato nella Chiesa?

R. Il principale sacramentale usato nella Chiesa è il segno della croce.

D. 1064. Come facciamo il segno della croce?

R. Facciamo il segno della croce mettendo la mano destra sulla fronte, poi sul petto e poi sulla spalla sinistra e poi la destra, dicendo: “Nel nome del Padre e del Figlio, e del Spirito Santo, Amen. ”

D. 1065. Qual è l’errore più comune di molti che si segnano?

R. Un errore comune di molti che si segnano, è quello di fare un movimento affrettato con la mano che non è in alcun modo un segno della croce. Essi eseguono questo atto di devozione senza pensiero o intenzioni, dimenticando che la Chiesa concede un’indulgenza a tutti coloro che si segnano con vivo dolore per i loro peccati.

D. 1066. Perché facciamo il segno della croce?

R. Facciamo il segno della croce per dimostrare che siamo Cristiani e per professare la nostra fede nei principali misteri della nostra Religione.

D. 1067. In che modo il segno della croce è una professione di fede nei principali misteri della nostra Religione?

R. Il segno della croce è una professione di fede nei principali misteri della nostra Religione perché esprime i misteri dell’Unità e Trinità di Dio e dell’Incarnazione e morte del nostro Signore.

D. 1068. In che modo il segno della croce esprime il mistero dell’Unità e della Trinità di Dio?

R. Le parole “Nel nome” esprimono l’Unità di Dio; le parole che seguono “del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” esprimono il mistero della Trinità.

D. 1069. In che modo il segno della croce esprime il mistero dell’Incarnazione e morte del nostro Signore?

D. Il segno della croce esprime il mistero dell’Incarnazione ricordandoci che il Figlio di Dio, divenuto uomo, ha sofferto la morte sulla croce.

D. 1070. Quale altro sacramentale è di uso molto frequente?

R. Un altro sacramentale, in uso molto frequente, è l’acqua santa.

D. 1071. Che cos’è l’acqua santa?

R. L’acqua santa è acqua benedetta dal Sacerdote con una preghiera solenne per chiedere la benedizione di Dio a coloro che la usano e la protezione dai poteri delle tenebre.

D. 1072. Come differisce l’acqua del Sabato Santo, o l’Acqua di Pasqua, come viene chiamata, dall’acqua santa benedetta in altri tempi?

R. L’acqua benedetta il Sabato Santo, o Acqua di Pasqua, come è chiamata, differisce dall’acqua santa benedetta in altri tempi in questo: che l’acqua di Pasqua è benedetta con maggiore solennità, ed il cero pasquale, che rappresenta Nostro Signore risorto dalla morte, viene immerso in essa con speciale preghiera.

D. 1073. L’acqua è mai stata benedetta in onore di certi santi?

R. L’acqua è a volte benedetta in onore di certi santi e per scopi speciali. La forma di preghiera da usare in tali benedizioni si trova nel Rituale Romano – il libro che contiene preghiere e cerimonie per l’amministrazione dei Sacramenti e delle benedizioni autorizzate dalla Chiesa.

D. 1074. Ci sono altri Sacramenti oltre al segno della croce e dell’acqua santa?

R. Accanto al segno della croce e dell’acqua santa ci sono molti altri Sacramentali, come le candele benedette, le ceneri, le palme, i crocifissi, le immagini della Beata Vergine e dei santi, i rosari e gli scapolari.

D. 1075. Quando sono benedette le candele nella Chiesa e perché vengono usate?

R. Le candele sono benedette nella Chiesa nella festa della Purificazione della Beata Vergine, il 2 febbraio. Sono usati principalmente per illuminare e ornare i nostri altari, come segno di rispetto per la presenza di Nostro Signore e di gioia per la Sua venuta.

D. 1076. Quale consuetudine è ora in uso in molti luoghi?

R. Una consuetudine ormai in uso in molti luoghi è l’offerta da parte dei fedeli, nella festa della Purificazione, delle candele per l’uso dell’altare durante l’anno. È bello pensare che abbiamo candele che bruciano nel nostro nome sull’altare di Dio, e se il popolo ebraico annualmente faceva offerte al loro tempio, i Cristiani fedeli non dovrebbero trascurare i loro altari e le chiese in cui dimora Dio stesso.

D. 1077. Quando sono benedette le ceneri nella Chiesa e perché vengono usate?

R. Le ceneri sono benedetti nella Chiesa il mercoledì delle ceneri. Sono usate per ricordarci la nostra umile origine e di come il corpo di Adamo, nostro antenato, fu formato dal fango o argilla della terra; ed anche per ricordarci della morte, quando i nostri corpi ritorneranno alla polvere e della necessità di fare penitenza per i nostri peccati. Queste ceneri si ottengono bruciando le palme benedette nell’anno precedente.

D. 1078. Quando sono benedette le palme e cosa ci ricordano?

R. Le palme sono benedette la domenica delle Palme. Ci ricordano l’entrata trionfale di Nostro Signore a Gerusalemme, quando il popolo, desiderando onorarlo e renderlo re, distese rami di palma e persino le proprie vesti sul suo cammino, cantando: Osanna al Figlio di Davide.

  1. 1079. Qual è la differenza tra una croce e un crocifisso?
  2. Una croce non ha figura mentre un crocifisso ha la figura di Nostro Signore. La parola “crocifisso” significa fissato o inchiodato alla croce.

D. 1080. Che cos’è il Rosario?

R. Il Rosario è una forma di preghiera nella quale diciamo un certo numero di Pater noster e Ave Maria, meditando o pensando per un breve periodo prima di ogni decina; cioè, prima di ogni Padre Nostro e dieci Ave Maria, meditiamo su qualche evento particolare nella vita di Nostro Signore. Questi eventi sono chiamati “misteri del Rosario”. Il filo di grani sul quale sono dette queste preghiere è anche chiamato “rosario”. I Rosari ordinari sono composti da cinque decadi, o un terzo di tutto il Rosario intero.

D. 1081. Chi ha insegnato l’uso del Rosario nella sua forma attuale?

R. È San Domenico che ha insegnato l’uso del Rosario nella sua forma attuale. Con esso, istruì i suoi ascoltatori nelle principali verità della nostra santa Religione e convertì molti alla vera fede.

D. 1082. Come si dice il Rosario?

R. Per recitare il Rosario, si segniamo con la croce, quindi si recita il Credo degli Apostoli e il Pater noster sul primo grano grande, poi l’Ave Maria su ognuna dei tre piccoli grani, e poi il Gloria al Padre ecc. Quindi menzioniamo o pensiamo al primo mistero che desideriamo onorare, e recitiamo un Padre Nostro sul granulo grande e un’Ave Maria su ciascun granulo dei dieci che seguono. Alla fine di ogni decina, o dieci Ave Maria, diciamo “Gloria al Padre”; ecc. Quindi menzioniamo il mistero successivo e facciamo come prima, e così via fino alla fine.

  1. D. 1083. Quanti misteri del Rosario ci sono?

R. Ci sono quindici misteri del Rosario disposti nell’ordine in cui questi eventi si sono verificati nella vita di Nostro Signore e divisi in cinque “gioiosi”, cinque “dolorosi” e cinque misteri “gloriosi”.

D. 1084. Quali sono i cinque misteri gioiosi del Rosario.

R. I cinque misteri gioiosi del Rosario sono:

– L’Annunciazione – l’Angelo Gabriele che dice alla Vergine di essere la Madre di Dio;

– La Visitazione: la Beata Vergine va a far visita a sua cugina, Santa Elisabetta, madre di San Giovanni Battista;

– La natività, o nascita, di Nostro Signore;

– La presentazione di Gesù Bambino nel tempio: i suoi genitori lo offrirono a Dio;

– Il ritrovamento del Bambino Gesù nel tempio – I suoi genitori lo hanno perso a Gerusalemme per tre giorni.

D. 1085. Quali sono i cinque misteri dolorosi del Rosario.

R. I cinque misteri dolorosi del Rosario sono:

– L’agonia nel giardino del Getsemani – Nostro Signore era in un’angoscia terribile e si bagnava di sudore sanguinante;

– La flagellazione alla colonna: Cristo fu spogliato delle sue vesti e frustato in modo crudele;

– L’incoronazione di spine – Fu deriso come un re da uomini senza cuore;

– Il trasporto della croce – dal luogo in cui fu condannato, fino al Calvario, il luogo della crocifissione;

– La crocifissione – È stato inchiodato alla croce tra gli scherni e le bestemmie dei suoi nemici.

D. 1086. Dì i cinque gloriosi misteri del Rosario.

R. I cinque gloriosi misteri del Rosario sono:

  1. – La risurrezione di nostro Signore;

– L’Ascensione di Nostro Signore;

– La discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli;

– L’Assunzione della Beata Vergine: dopo la morte fu portata in cielo e in corpo;

– L’incoronazione della Beata Vergine – entrando nel cielo fu fatta Regina di tutti gli Angeli e dei Santi e posta in dignità accanto al suo Divin Figlio, il nostro Beato Signore.

D. 1087. In quali giorni, secondo la pia consuetudine dei fedeli, si dicono di solito i diversi misteri del Rosario?

R. Secondo la pia consuetudine dei fedeli, i diversi misteri del Rosario si dicono di solito nei giorni seguenti, vale a dire: i gaudiosi il lunedì e il giovedì, i dolorosi il martedì e il venerdì e il glorioso la domenica, il mercoledì e il sabato.

D. 1088. Che cosa significano le lettere INRI sul crocifisso?

R. Le lettere INRI sul crocifisso sono le prime lettere di quattro parole latine che significano Gesù di Nazareth, re degli ebrei. Nostro Signore ha detto che era il re dei Giudei, ma ha anche detto che non era il loro re temporale o terrestre, ma il loro Re spirituale e celeste.

D. 1089. A che cosa possiamo attribuire il desiderio degli ebrei di mettere Cristo a morte?

R. Possiamo attribuire il desiderio degli ebrei di mettere Cristo a morte alla gelosia, all’odio e alla malvagità dei loro sacerdoti e farisei, le cui colpe Egli ha rimproverato e dimostrando la loro ipocrisia. Essi, con le loro calunnie e menzogne ​​hanno indotto il popolo a seguirli nel chiedere la crocifissione di Nostro Signore.

D. 1090. Con chi ha vissuto la Beata Vergine dopo la morte di Nostro Signore?

R. Dopo la morte di Nostro Signore, la Beata Vergine visse per circa undici anni con l’apostolo San Giovanni Evangelista, chiamato anche il Discepolo Amato, che scrisse uno dei quattro Vangeli, tre Epistole e l’Apocalisse, o Libro delle rivelazioni – l’ultimo libro della Bibbia. Ha vissuto fino all’età di cento anni o più ed è morto ultimo fra tutti gli Apostoli.

D. 1091. Che cosa intendiamo per Assunzione della Beata Vergine e perché ci crediamo?

R. Per Assunzione della Beata Vergine intendiamo che il suo corpo è stato portato in cielo dopo la sua morte. Noi ci crediamo:

– Perché la Chiesa non può insegnare l’errore, eppure sin dalla tenera età la Chiesa ha celebrato la festa dell’Assunzione;

– Poiché nessuno ha mai affermato di avere una reliquia del corpo di nostra Madre Benedetta, e sicuramente gli Apostoli, che l’hanno conosciuta e amata, si sarebbero assicurati una reliquia, se il suo corpo fosse rimasto sulla terra.

D. 1092. Che cosa significano le lettere IHS su un altare o su cose sacre?

R. Le lettere IHS su un altare o su cose sacre indicano il nome Gesù; perché è in questo modo che il Santo Nome è scritto in lingua greca, anche se alcune delle lettere sono tralasciate.

D. 1093. Che cos’è lo scapolare e perché è indossato?

R. Lo scapolare è un lungo pezzo di stoffa di lana che fa parte dell’abito religioso di monaci, Sacerdoti e suore di alcuni ordini religiosi. È indossato sulle spalle e si estende dalle spalle fino ai piedi. Il piccolo scapolare fatto ad imitazione di esso e formato da due piccoli pezzi di stoffa uniti da fili, viene indossato dai fedeli come promessa o prova della loro volontà di praticare una particolare devozione, indicata dal tipo di scapolare che indossano.

D. 1094. Quanti tipi di scapolari ci sono in uso tra i fedeli?

R. Tra i fedeli ci sono molti tipi di scapolari in uso, come lo scapolare marrone o scapolare del Monte Carmelo, indossato in onore della passione di Nostro Signore; il bianco, in onore della Santa Trinità; il blu, in onore dell’Immacolata Concezione; e il nero, in onore dei sette dolori della Beata Vergine. Quando questi sono uniti e indossati tutti in uno, sono chiamati i cinque scapolari. Lo scapolare marrone è il meglio conosciuto e dà diritto a chi lo indossa ai più grandi privilegi ed indulgenze.

D. 1095. Cosa sono i sette dolori della Beata Vergine?

R. I sette dolori della Beata Vergine sono i principali eventi dolorosi nella vita di Nostra Signora. Essi sono:

– La Circoncisione del nostro Signore – quando vide il suo sangue versato per la prima volta;

– La sua Fuga in Egitto – per salvare la vita di Gesù Bambino quando Erode cercò di ucciderlo;

– I tre giorni in cui smarrì suo Figlio a Gerusalemme;

– Quando lo vide portare la croce;

– Quando lo vide morire;

– Quando il suo cadavere fu tolto dalla croce;

– Quando fu deposto nel sepolcro o tomba.

D. 1096. Cosa sono le sette perle dolorose, e come le diciamo?

R. Le sette perle dolorose, sono perle costruite con sette medaglie, ognuna recante la rappresentazione di uno dei sette dolori, e sette perle tra una medaglia e l’altra. Per ogni medaglia meditiamo sul dolore relativo e diciamo un’Ave Maria su ciascuna delle perle che la seguono.

D. 1097. Che cos’è l’Agnus Dei?

R. L’Agnus Dei è un piccolo pezzo di cera d’api con l’immagine di un agnello e una croce. È solennemente benedetto dal Papa con speciali preghiere per coloro che lo portano sulla loro persona in onore del Nostro Redentore, che noi chiamiamo l’”Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo”. La cera è solitamente ricoperta di seta o di materiale pregiato.

LEZIONE 28 –

SULLA PREGHIERA

D. 1098. C’è qualche altro modo per ottenere la grazia di Dio oltre ai Sacramenti?

R. Sì, c’è un altro mezzo per ottenere la grazia di Dio, ed è la preghiera.

D. 1099. Che cos’è la preghiera?

R. La preghiera è l’innalzamento delle nostre menti e dei nostri cuori a Dio, adorarlo, ringraziarlo per i suoi benefici, chiedere il Suo perdono e implorare a Lui tutte le grazie di cui abbiamo bisogno, sia per l’anima che per il corpo.

D. 1100. Quanti tipi di preghiera ci sono?

R. Ci sono due tipi di preghiera:

– La preghiera mentale, chiamata meditazione, nella quale trascorriamo il tempo pensando a Dio o ad una o più delle verità che Egli ha rivelato, e con questi pensieri possiamo essere persuasi dal condurre una vita più santa;

– Preghiera vocale, in cui esprimiamo questi pensieri pii con le parole.

D. 1101. Perché la preghiera mentale è più utile per noi?

R. La preghiera mentale è molto utile per noi perché ci obbliga, mentre siamo impegnati, a mantenere la nostra attenzione fissa su Dio e le Sue leggi sacre e per mantenere i nostri cuori e le nostre menti innalzati a Lui.

D. 1102. Come possiamo fare una meditazione?

R. Possiamo fare una meditazione:

– Ricordando che siamo alla presenza di Dio;

– Chiedendo allo Spirito Santo di darci la grazia di beneficiare della meditazione;

– Riflettendo seriamente su alcune sacre verità riguardanti la nostra salvezza;

– Traendo una buona risoluzione dai pensieri che abbiamo avuto;

– Ringraziando Dio per la conoscenza e la grazia conferite a noi attraverso la meditazione.

D. 1103. Dove possiamo trovare soggetti o punti per la meditazione?

R. Possiamo trovare materie o punti per la meditazione nelle parole del Padre Nostro, dell’Ave Maria o del Credo degli Apostoli; anche nelle domande e risposte del nostro Catechismo, nella Sacra Bibbia e nei libri di meditazione.

D. 1104. È necessaria la preghiera per la salvezza?

R. La preghiera è necessaria per la salvezza, e senza di essa non si può salvare nessuno che abbia l’uso della ragione.

D. 1105. In quali momenti particolari dovremmo pregare?

R. Dovremmo pregare in particolare la domenica e nei giorni festivi, ogni mattina e ogni sera, in tutti i pericoli, nelle tentazioni e nelle afflizioni.

D. 1106. Come dovremmo pregare?

R. Dovremmo pregare:

– Con attenzione;

– Con il senso della nostra impotenza e di dipendenza da Dio;

– Con un grande desiderio di ottenere le grazie;

– Con la fiducia nella bontà di Dio;

– Con perseveranza.

D. 1107. Come dovrebbe essere la nostra attenzione alla preghiera?

R. La nostra attenzione alla preghiera dovrebbe essere triplice, cioè l’attenzione alle parole, affinché possiamo dirle correttamente e distintamente; l’attenzione al loro significato, affinché le comprendiamo, e l’attenzione a Dio, a cui sono rivolte le parole.

D. 1108. Quale dovrebbe essere la posizione del corpo quando preghiamo?

R. Nella preghiera la posizione più conveniente del corpo è in ginocchio, ma se preghiamo in ginocchio, in piedi o seduti, la posizione del corpo dovrebbe sempre essere quella che indica riverenza, rispetto e devozione. Possiamo pregare anche sdraiandoci o camminando, perché Nostro Signore stesso dice che dovremmo pregare in ogni momento.

D. 1109. Cosa dovremmo fare per poter pregare bene?

R. Per poter pregare bene dovremmo prepararci prima della preghiera:

– Richiamando alla mente la dignità di Dio, a cui stiamo per parlare, e la nostra indegnità di comparire alla Sua presenza;

– Determinando la richiesta della grazia o la benedizione precisa che intendiamo richiedere;

– Ricordando la potenza e la volontà di Dio nel concedere, se veramente ne abbiamo bisogno e di chiedere ardentemente in umiltà e con fiducia.

D. 1110. Perché Dio non sempre esaudisce le nostre preghiere?

– Dio non sempre esaudisce le nostre preghiere per questi e altri motivi:

– Perché non preghiamo nella maniera corretta;

– Affinché possiamo imparare la nostra dipendenza da Lui, provare la nostra fiducia in Lui e meritare premi con la nostra pazienza e la perseveranza nella preghiera. Le persone prudenti non accettano ogni richiesta; perché, allora, dovrebbe farlo Dio?

D. 1111. Che assicurazione abbiamo che Dio ascolti sempre e ricompensi le nostre preghiere, sebbene Egli non possa concedere tutto ciò che chiediamo?

R. Abbiamo la certezza di Nostro Signore Stesso che Dio ascolta sempre e ricompensa le nostre preghiere, sebbene Egli non possa concedere ciò che chiediamo; poiché Cristo disse: “Chiedete e vi sarà dato”, e “se chiedete al Padre qualcosa nel Mio nome, Egli lo darà a voi”.

D. 1112. Quali sono le preghiere più raccomandate per noi?

R. Le preghiere più raccomandate per noi sono la Preghiera del Signore, l’Ave Maria, il Credo degli Apostoli, il Confiteor e gli Atti di Fede, Speranza, Carità e di Contrizione.

D. 1113. Le preghiere dette con distrazioni ci sono comunque di utilità?

R. Le preghiere dette con distrazione volontaria non servono a nulla.

D. 1114. Perché le preghiere dette con distrazione volontaria non ci sono utili?

R. Le preghiere dette con distrazione volontaria non servono a nulla perché sono semplici parole, come potrebbe dirle un automa, e perché non c’è elevazione della mente o del cuore esse non possono essere una preghiera.

D. 1115. Allora, le distrazioni che spesso abbiamo durante la preghiera privano le nostre preghiere di ogni merito?

R. Le distrazioni che spesso abbiamo durante la preghiera non privano le nostre preghiere di ogni merito, purché non siano ostinate quando cerchiamo di tenerle lontane, perché Dio ricompensa le nostre buone intenzioni e gli sforzi che facciamo per pregare bene.

D. 1116. Che cos’è, allora, una distrazione?

R. Una distrazione è qualsiasi pensiero che, durante la preghiera, entri nella nostra mente per allontanare i nostri pensieri e i nostri cuori da Dio e dal sacro dovere che stiamo eseguendo.

D. 1117. Quali sono i frutti della preghiera?

R. I frutti della preghiera sono: ESSA

– Rafforza la nostra fede,

– nutre la nostra speranza,

– aumenta il nostro amore per Dio,

– ci mantiene umili,

– ci merita la grazia ed espia il peccato.

D. 1118. Perché dovremmo pregare quando Dio già conosce i nostri bisogni?

R. Preghiamo Dio non per ricordargli o dirgli ciò di cui abbiamo bisogno, ma per riconoscere che Egli è il Datore Supremo, per adorarlo e rendergli culto, mostrando tutta la nostra dipendenza da Lui per ogni dono all’anima o al corpo.

D. 1119. Possiamo dire piccole preghiere anche sul lavoro?

R. Anche al lavoro possiamo dire piccole giaculatorie, come “Mio Dio, perdona i miei peccati, Benedetto sia il Santo Nome di Gesù, Spirito Santo, illuminami, Santa Maria, prega per me,” ecc.

D. 1120. Lo stesso Nostro Signore ha pregato, perché?

R. Lo stesso Nostro Signore ha pregato molto spesso, passando spesso l’intera notte in preghiera. Pregava prima di ogni azione importante, non che avesse bisogno di pregare, ma per darci un esempio di come e quando dovremmo pregare.

D. 1121. Perché la Chiesa conclude la maggior parte delle sue preghiere con le parole “per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore”?

R. La Chiesa conclude la maggior parte delle sue preghiere con le parole “per mezzo del Signore Nostro Gesù Cristo”, perché è solo attraverso i suoi meriti che possiamo ottenere la grazia, e perché “non c’è nessun altro Nome dato agli uomini per mezzo del quale possiamo essere salvati”.

D. 1122. C’è qualche promessa speciale fatta a favore delle preghiere fatte di due o più persone unite?

R. Una speciale promessa fu fatta a favore delle preghiere di due o più persone unite, quando Nostro Signore disse: “Dove ci sono due o tre riuniti nel Mio nome, Io sono in mezzo a loro”. Pertanto, le preghiere unite di una congregazione, di una comunità, della famiglia e, soprattutto, le preghiere pubbliche di tutta la Chiesa, hanno grande influenza su Dio. Dovremmo unirci alle preghiere pubbliche con vera devozione, e non per abitudine o, peggio ancora, per mostrare la nostra pietà.

D. 1123. Qual è il posto più adatto per pregare?

R. Il luogo più adatto per la preghiera è la Chiesa – casa di preghiera – resa santa dalle benedizioni speciali e, soprattutto, dalla presenza reale di Gesù che dimora nel Tabernacolo. Nondimeno, Nostro Signore ci esorta a pregare anche in segreto, poiché il Padre suo, che vede in segreto, ci ripagherà.

D. 1124. Per cosa dovremmo pregare?

R. Dovremmo pregare:

1. Per noi stessi, per ottenere benedizioni dell’anima e del corpo e perché possiamo essere devoti servitori di Dio;

2. Per la Chiesa, per tutti i desideri spirituali e temporali, ed affinché la vera fede possa essere conosciuta e professata ovunque;

3. Per i nostri parenti, amici e benefattori, in particolare per quelli che potremmo in qualche modo aver ferito;

4. Per tutti gli uomini, per la protezione dei buoni e la conversione dei malvagi, perché prosperi la virtù e possa sparire il vizio;

5. Per i nostri governanti spirituali, il Papa, i nostri Vescovi, Sacerdoti e comunità religiose, affinché possano compiere fedelmente i loro sacri doveri;

6. Per il nostro Paese, i governatori temporali, affinché possano usare il loro potere per il bene dei loro sudditi e per l’onore e la gloria di Dio.

CATECHISMO DI BALTIMORA 3 (VIII) – Lez. 23-25

CATECHISMO DI BALTIMORA (VIII) – Lez. 23-25

[Dal terzo Concilio generale di Baltimora

Versione 1891]

LEZIONE 23 –

SUL FINE PER IL QUALE È STATA ISTITUITA LA SANTA EUCARISTIA

D. 895. Perché Cristo istituì la Santa Eucaristia?

R. Cristo ha istituito la Santa Eucaristia:

1. Per unirci a sé e nutrire la nostra anima con la sua vita divina.
2. Per aumentare la grazia santificante e tutte le virtù nella nostra anima.
3. Per ridurre le nostre inclinazioni malvagie.
4. Come pegno di vita eterna.
5. Per adattarsi ai nostri corpi per una gloriosa risurrezione.
6. Per continuare il sacrificio della Croce nella sua Chiesa.

D. 896. La Santa Eucaristia ha qualche altro effetto?

R. La santa Eucaristia rimette i peccati veniali disponendoci a compiere atti di amore e contrizione. Ci preserva dal peccato mortale, eccitandoci ad un maggiore fervore e rafforzandoci dalla tentazione.

D. 897. In che modo siamo uniti a Gesù Cristo nella Santa Eucaristia?

R. Siamo uniti a Gesù Cristo nella Santa Eucaristia mediante la Santa Comunione.

D. 898. Che cos’è la Santa Comunione?

R. La santa Comunione è: ricevere il corpo e il sangue di Cristo.

D. 899. Non è sminuire la dignità di Nostro Signore, entrare nei nostri corpi sotto l’apparenza del cibo ordinario?

R. Non è sminuire la dignità di Nostro Signore entrare nei nostri corpi sotto l’apparenza del cibo ordinario, non meno di quanto fosse diminuita in dignità l’entrare nel corpo della Sua Benedetta Madre e rimanere lì come un bambino normale per nove mesi. La dignità di Cristo, essendo infinita, non può mai essere sminuita da alcun atto né da parte sua, nè da parte nostra.

D. 900. Perché la Chiesa non dà la Santa Comunione al popolo anche sotto l’aspetto del vino come fa con il sacerdote?

R. La Chiesa non dà la Santa Comunione al popolo come fa al sacerdote, anche sotto l’aspetto del vino, per evitare il pericolo di spargere il Preziosissimo Sangue; per impedire l’irriverenza che qualcuno potrebbe mostrare se obbligato a bere da un calice usato da tutti e, infine, per confutare coloro che negavano che il sangue di Nostro Signore fosse presente anche sotto l’apparenza del pane.

D. 901. Che cosa è necessario per fare una buona Comunione?

R. Per fare una buona Comunione è necessario essere nello stato di grazia santificante e digiunare secondo le leggi della Chiesa.

D. 902. Cosa dovrebbe fare una persona che, attraverso l’oblio o qualsiasi altra causa, abbia interrotto il digiuno necessario per la Santa Comunione?

R. Una persona che per dimenticanza o per qualsiasi altra causa abbia rotto il digiuno necessario per la Santa Comunione, dovrebbe di nuovo digiunare e ricevere la Santa Comunione il mattino seguente, se possibile, senza tornare alla confessione. Non è un peccato spezzare il digiuno, ma sarebbe un peccato mortale ricevere la Santa Comunione dopo aver consapevolmente interrotto il digiuno necessario.

D. 903. Colui che riceve la Comunione in peccato mortale riceve il corpo e il sangue di Cristo?

R. Chi riceve la comunione in peccato mortale riceve il corpo e il sangue di Cristo, ma non riceve la sua grazia e commette un grande sacrilegio.

D. 904. Basta essere liberi dal peccato mortale per ricevere in abbondanza le grazie della santa Comunione?

R. Per ricevere in abbondanza le grazie della Santa Comunione, non è sufficiente essere liberi dai peccati mortali, ma dovremmo essere liberi da ogni affetto pur anche al peccato veniale, e dovremmo compiere atti di viva fede, di ferma speranza edardente amore.

D. 905. Qual è il digiuno necessario per la Santa Comunione?

R. Il digiuno necessario per la Santa Comunione è l’astensione dal cibo, dalle bevande alcoliche e dalle bevande analcoliche un’ora prima della Santa Comunione. L’acqua non rompe il digiuno.

D. 906. La medicina presa per necessità o il cibo preso per caso spezza il digiuno della Santa Comunione?

R. La medicina non rompe il digiuno; né il cibo preso per inavvertenza entro un’ora prima che della Comunione.

D. 907. È permesso a qualcuno ricevere la Santa Comunione se non è digiuno?

R. Per proteggere il Santissimo Sacramento dall’insulto o dall’ingiuria, o quando si è in pericolo di morte, la Santa Comunione può essere ricevuta senza digiuno.

D. 908. La Santa Comunione è chiamata con qualche altro nome quando viene data a qualcuno in pericolo di morte?

R. Quando la Santa Comunione è data a qualcuno in pericolo di morte, si chiama Viatico e viene data con la sua forma di preghiera. Nel dare la Santa Comunione il sacerdote dice: “Possa il corpo di nostro Signore Gesù Cristo custodire la tua anima alla vita eterna”. Nel dare il Viatico santo dice: “Ricevi, fratello (o sorella), il Viatico del corpo di Nostro Signore Gesù Cristo, che ti proteggerà dal nemico malvagio e ti guiderà nella vita eterna”.

D. 909. Quando siamo obbligati a ricevere la santa Comunione?

R. Siamo tenuti a ricevere la Santa Comunione, sotto pena di peccato mortale, durante il tempo pasquale e in pericolo di morte.

D. 910. È bene ricevere spesso la Santa Comunione?

R. È bene ricevere spesso la Santa Comunione, poiché nulla è più di aiuto per una vita santa che ricevere spesso l’Autore di ogni grazia e la Sorgente di ogni bene.

D. 911. Come sapremo quanto spesso dovremmo ricevere la Santa Comunione?

R. Sapremo quanto spesso ricevere la Santa Comunione solo dal consiglio del nostro confessore, dal quale dobbiamo essere guidati e a cui dobbiamo obbedire rigorosamente in questo, come in tutte le questioni riguardanti lo stato della nostra anima.

D. 912. Che cos’è una comunione spirituale?

R. Una comunione spirituale è un desiderio sincero di ricevere la Comunione nella realtà, con il quale desideriamo fare tutti i preparativi ed i ringraziamenti che faremmo nel caso in cui davvero ricevessimo la Santa Eucaristia. La Comunione spirituale è un atto di devozione che deve essere gradito a Dio e portarci benedizioni da Lui.

D. 913. Cosa dovremmo fare dopo la santa Comunione?

R. Dopo la santa Comunione, dovremmo passare un po’ di tempo ad adorare Nostro Signore, ringraziandolo per la grazia che abbiamo ricevuto e chiedendogli le benedizioni di cui abbiamo bisogno.

D. 914. Che tempo dovremmo dedicare al ringraziamento dopo la santa Comunione?

R. Dovremmo dedicare un tempo sufficiente al Ringraziamento dopo la Santa Comunione per mostrare la dovuta riverenza al Santissimo Sacramento, poiché Nostro Signore è personalmente con noi finché rimane l’aspetto del pane e del vino.

D. 915. Che cosa dovremmo essere in particolare riguardo alla ricezione della Santa Comunione?

R. Quando riceviamo la santa Comunione, dovremmo essere particolarmente:

1.  Rispettosi nel modo con cui ci avviciniamo e allontaniamo dall’altare;
2. Curati nel nostro aspetto personale, in particolare nella decenza e pulizia;
3. Pronti nell’alzare la testa, aprire la bocca e sporgere in avanti la lingua nella maniera corretta;
4. Cauti nell’ingoiare l’Ostia Sacra;
5. Attenti a muovere con cura con la lingua, nel caso in cui dovesse aderire alla bocca, senza mai usare le dita per nessuna circostanza.

LEZIONE 24 – SUL SACRIFICIO DELLA MESSA

D. 916. Quando e dove il pane e il vino sono cambiati nel corpo e nel sangue di Cristo?

R. Il pane e il vino sono cambiati nel corpo e nel sangue di Cristo alla Consacrazione nella Messa.

D. 917. Che cos’è la Messa?

R. La Messa è il Sacrificio incruento del corpo e del sangue di Cristo.

D. 918. Perché questo Sacrificio è chiamato la Messa?

  1. Questo Sacrificio è chiamato la “Messa” molto probabilmente dalle parole “Ite Missa est”, usato dal Sacerdote mentre dice alla gente di partire quando il Santo Sacrificio è finito.

D. 919. Che cos’è un Sacrificio?

R. Un sacrificio è l’offerta di un oggetto da parte di un sacerdote a Dio solo e il consumo di esso per riconoscere che Egli è il Creatore e il Signore di tutte le cose.

D. 920. La Messa è lo stesso Sacrificio di quello della Croce?

R. La Messa è lo stesso Sacrificio di quello della Croce.

D. 921. In che modo la Messa è lo stesso Sacrificio di quella della Croce?

R. La Messa è lo stesso Sacrificio di quello della Croce perché l’Offerta e il Sacerdote sono uguali: Cristo nostro Signore benedetto; e i fini per i quali viene offerto il Sacrificio della Messa sono gli stessi di quelli del Sacrificio della Croce.

D. 922. Quali furono i fini per i quali fu offerto il Sacrificio della Croce?

R. I fini per cui fu offerto il Sacrificio della Croce erano:

– Onorare e glorificare Dio;

– Ringraziarlo di tutte le grazie conferite al mondo intero;

– Soddisfare la giustizia di Dio per i peccati degli uomini;

– Ottenere tutte le grazie e le benedizioni.

D. 923. Come vengono distribuiti i frutti della Messa?

R. I frutti della Messa sono così distribuiti:

– Il primo beneficio è conferito al Sacerdote che dice la Messa;

– Il secondo alla persona per la quale viene detta la Messa, o per l’intenzione per la quale è detta;

– Il terzo a coloro che sono presenti alla Messa, in particolare a coloro che la servono e

– Il quarto a tutti i fedeli che sono in comunione con la Chiesa.

D. 924. Tutte le Messe hanno lo stesso valore in se stesse o differiscono in valore?

R. Tutte le Messe sono di valore uguale in sé e non differiscono nel valore, ma solo nella solennità con cui sono celebrate o al fine per il quale sono offerte.

D. 925. Come sono distinte le Messe?

R. Le Messe si distinguono così:
R. 1. Quando la Messa viene cantata da un Vescovo, coadiuvato da un diacono e da un Sub-diacono, viene chiamata Messa pontificale;

2. Quando viene cantata da un Sacerdote, coadiuvato da un diacono e da un sub-diacono, si chiama Messa solenne;

3. Quando viene cantata da un Sacerdote senza diacono e sub-diacono, si chiama Missa Cantata o Messa alta;

4. Quando la Messa viene letta solo a toni bassi, viene chiamata Messa bassa o privata.

D 926. Per quale fine o intenzione si può offrire la Messa?

R. La Messa può essere offerta per ogni fine o intenzione che tende all’onore e alla gloria di Dio, al bene della Chiesa o al benessere dell’uomo; ma mai per qualsiasi oggetto che sia cattivo in sé o nei suoi scopi; né può essere offerta pubblicamente a persone che non sono membri della vera Chiesa.

D. 927. Cosa si intende per Messa da Requiem, Messa Nunziale e Messa Votiva.

R. Una Messa da Requiem è detta con paramenti neri e con preghiere speciali per i defunti. Si celebra una Messa nuziale nel matrimonio di due Cattolici e ha preghiere speciali a il loro beneficio. Una Messa votiva è detta in onore di qualche particolare mistero o Santo, in un giorno non separato dalla Chiesa per l’onore di quel mistero o santo.

D. 928. Da che cosa possiamo conoscere che dobbiamo offrire il Sacrificio con il Sacerdote?

R. Potremmo conoscere che dobbiamo offrire il Sacrificio Sacro con il Sacerdote dalle parole usate nella Messa stessa; poiché il Sacerdote, dopo aver offerto il pane e il vino per il Sacrificio, si rivolge alla gente e dice: “Orate Fratres”, ecc., che significa: “Pregate, fratelli, che il mio sacrificio e il vostro possano sia gradito a Dio Padre Onnipotente “, e il servente risponde, a nome nostro: “Possa il Signore ricevere il Sacrificio dalle tue mani a lode e gloria del suo Nome, a nostro beneficio e a quello di tutta la sua santa Chiesa “.

D. 929. Da che cosa è nata l’usanza di fare un’offerta al Sacerdote per aver detto la Messa?

R. La consuetudine di fare un’offerta al Sacerdote per aver detto la Messa è nata dalla vecchia usanza di portare al Sacerdote il pane e il vino necessari per la celebrazione della Messa.

D. 930. Non è forse simonia, o acquisto di una cosa sacra, dare denaro al Sacerdote perché dica Messa per la propria intenzione?

R. No, Non è simonia, o acquisto di una cosa sacra, l’offrire denaro al Sacerdote per dire Messa per la nostra intenzione, perché il Sacerdote non prende i soldi per la Messa stessa, ma solo allo scopo di fornire le cose necessarie alla Messa e per il suo sostentamento.

D. 931. C’è qualche differenza tra il Sacrificio della Croce e il Sacrificio della Messa?

R. Sì; il modo in cui viene offerto il Sacrificio è diverso. Sulla croce Cristo ha veramente versato il suo sangue ed è stato veramente ucciso; nella Messa non c’è vero spargimento di sangue né vera morte, perché Cristo non può più morire; ma il Sacrificio della Messa, mediante la consacrazione separata del pane e del vino, rappresenta la sua morte in croce.

D. 932. Quali sono le parti principali della Messa?

R. Le parti principali della Messa sono:

1. L’Offertorio, in cui i Sacerdoti offrono a Dio il pane e il vino da cambiare alla Consacrazione;

2. La Consacrazione, in cui la sostanza del pane e del vino sono cambiati nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo;

3. La Comunione, in cui il Sacerdote riceve nel proprio corpo la santa Eucaristia sotto Le specie del pane e del vino.

D. 933. In quale parte della Messa si svolge l’Offertorio, e quali parti della Messa lo precedono?

D. L’Offertorio si svolge immediatamente dopo la scoperta del calice. Le parti della Messa che lo precedono: L’introito, Kyrie, Gloria, Preghiere, Epistola, Vangelo e Credo. L’introito, le preghiere, l’epistola e il Vangelo variano per ogni Messa in coincidenza della festa celebrata.

D. 934. Qual è la parte della Messa, in cui si dicono le Parole della Consacrazione?

R. La parte della Messa in cui si dicono le parole della Consacrazione è chiamata Canone. Questa è la parte più solenne della Messa, ed è solo raramente e leggermente modificata in ogni Messa.

D 935. Cosa segue la Comunione alla Messa?

R. Dopo la Comunione della Messa, ci sono le preghiere di ringraziamento, la benedizione del popolo e la lettura dell’ultimo Vangelo.

D. 936. Quali cose sono necessarie per la Messa?

R. Le cose necessarie per la Messa sono:

1. Un altare ricoperto con teli di lino, le candele, il crocifisso, la pietra d’altare e il Messale;

2. Un calice con tutto il necessario per il suo uso e pane di farina di grano e vino d’uva;

3. Paramenti per il sacerdote, e

4. Un accolito o un servente.

D. 937. Cos’è la pietra d’altare e cosa ci ricorda?

R. La pietra dell’altare è quella parte dell’altare su cui il Sacerdote posa il Calice durante la Messa. Questa pietra contiene alcune sacre reliquie sigillate in esso dal Vescovo, e se l’altare è di legno, questa pietra viene inserita proprio davanti al Tabernacolo. La pietra d’altare ci ricorda la storia antica della Chiesa, quando le tombe dei Martiri venivano usate come altari dai cristiani perseguitati.

D. 938. Quale lezione traiamo dalla pratica dell’uso antico di usare le tombe dei martiri per gli altari?

R. Dalla pratica di usare le tombe dei martiri per gli altari, impariamo le difficoltà, le sofferenze ed i pericoli che i primi Cristiani subirono volontariamente per il piacere di ascoltare la Messa. Poiché la Messa è la stessa ora come allora, dovremmo sopportare ogni inconveniente piuttosto che essere assenti dalla Messa la Domenica o nei giorni festivi.

D. 939. Quali cose vengono usate con il calice durante la Messa?

R. Le cose usate con il calice durante la Messa sono:

– Il purificatoio o panno per pulirne l’interno;

– La patena o piccola lastra d’argento, utilizzata nella manipolazione dell’ostia;

– La palla, o carta bianca, usata per coprire il calice alla Messa;

– Il panno corporale o di lino su cui poggiano il calice e l’ostia.

D. 940. Che cos’è l’ostia?

R. L’ostia è il nome dato alla sottile fetta di pane usata alla Messa. Questo nome viene generalmente applicato, prima e dopo la Consacrazione, alla grande particola di pane usata dal Sacerdote, sebbene le piccole particole date al popolo siano anch’esse chiamate con lo stesso nome

D. 941. Grandi e piccole ostie sono consacrate durante ogni Messa?

R. Una grande ostia è consacrata ad ogni Messa, ma le piccole ostie sono consacrate solo in alcune Messe per poter essere date al popolo, o collocarle nel Tabernacolo, per la Santa Comunione dei fedeli.

D. 942. Quali paramenti utilizza il sacerdote durante la Messa e che cosa significano?

R. I paramenti usati dal sacerdote durante la Messa sono:

1. L’Amitto, un panno bianco attorno alle spalle per indicare la resistenza alla tentazione;

2. L’alba, una lunga veste bianca a significare l’innocenza;

3. La Cintura, una corda attorno alla vita, per indicare la castità;

4. Il Manipolo, o paramento appeso al braccio sinistro, a significare la penitenza;

5. La Stola o lungo paramento sul collo, per indicare l’immortalità;

6. La Casula, o paramento lungo su tutto il corpo, per significare l’amore e ricordare al Sacerdote, con la sua croce davanti e dietro, la Passione di Nostro Signore.

D. 943. Quanti colori di paramenti sono usati e cosa significano i colori?

R. Sono usati cinque colori di paramenti, cioè il bianco, il rosso, il verde, il viola o violaceo e il nero. Il bianco significa innocenza, e viene usato per le feste di Nostro Signore Benedetto, della Beata Vergine e di alcuni Santi. Il rosso significa amore, ed è usato nelle feste dello Spirito Santo e dei Martiri. Il Verde significa speranza ed è generalmente usato dalla domenica dall’Epifania a Pentecoste. Viola significa penitenza ed è usato in Quaresima e in Avvento. Il nero significa dolore, ed è usato il Venerdì Santo e nelle Messe per i defunti. L’oro è spesso usato in sostituzione del bianco in occasione di grandi feste.

D. 944. Che cos’è il Tabernacolo e cos’è il Ciborio?

R. Il Tabernacolo è la parte a forma di casa dell’altare, dove sono custoditi i vasi sacri contenenti il ​​Santissimo Sacramento. Il Ciborio è il grande vaso d’argento o d’oro che contiene il Santissimo Sacramento mentre si trova nel Tabernacolo e dal quale il Sacerdote dà la Santa Comunione al popolo.

D. 945. Che cos’è l’Ostensorio?

R. L’Ostensorio è un bellissimo recipiente a forma di ruota in cui il Santissimo Sacramento è esposto e custodito durante la Benedizione.

D. 946. Come dovremmo assistere alla Messa?

R. Dobbiamo assistere alla Messa con un grande raccoglimento interiore e pietà e con ogni segno esteriore di rispetto e devozione.

D. 947. Qual è il modo migliore di ascoltare la Messa?

R. Il modo migliore di ascoltare la Messa è quello di offrirla a Dio con il Sacerdote per lo stesso scopo per cui è detta, per meditare sulle sofferenze e la morte di Cristo e per andare alla Santa Comunione.

D. 948. Che cosa è importante per l’ascolto corretto e rispettoso della Messa?

R. Per l’ascolto corretto e rispettoso della Messa è importante essere al nostro posto prima che il Sacerdote arrivi all’altare e non lasciarlo prima che il Sacerdote lasci l’altare. In questo modo evitiamo la confusione e la distrazione causate dall’arrivo tardivo e dall’abbandono prematuro. Si dovrebbe evitare con molta attenzione lo stare sulle porte bloccando i passaggi, il discutendo negli spazi, per rispetto del Santo Sacrificio.

D. 949. Che cos’è la Benedizione del Santissimo Sacramento e quali paramenti vi si usano?

R. La benedizione del Santissimo Sacramento è un atto di adorazione divina in cui il Santissimo Sacramento, posto nell’ostensorio, è esposto per l’adorazione del popolo e viene innalzato per benedirlo. I paramenti usati per la benedizione sono: un grande mantello di seta e un velo omerale o da spalla.

D. 950. Perché il Sacerdote indossa paramenti speciali ed usa certe cerimonie mentre svolge le sacre funzioni?

R. Il sacerdote indossa paramenti speciali e usa certe cerimonie mentre svolge i suoi sacri doveri:

1. Per dare maggiore solennità e richiedere maggiore attenzione e rispetto al culto divino;

2. Per istruire le persone nelle cose che significano questi paramenti e tali cerimonie;

3. Per ricordare al Sacerdote stesso l’importanza e il carattere sacro della funzione nella quale è il rappresentante di Nostro Signore. Quindi dovremmo imparare il significato delle cerimonie della Chiesa.

D. 951. Come dimostriamo che le cerimonie della Chiesa siano ragionevoli e corrette?

R. Dimostriamo che le cerimonie della Chiesa siano ragionevoli e appropriate, dal fatto che tutte le persone con autorità, governanti, giudici o maestri, richiedono determinati atti di rispetto dai loro sudditi, e siccome sappiamo che Nostro Signore è presente sull’altare, la Chiesa richiede determinati atti di riverenza e di rispetto per i servizi che si tengono in Suo onore e alla Sua presenza.

D. 952. Ci sono altri motivi per l’uso delle cerimonie?

R. Ci sono altri motivi per l’uso delle cerimonie:

– – Dio ordinò che le cerimonie venissero usate nella vecchia legge, e

– Il Signore stesso ha fatto uso di cerimonie nell’eseguire alcuni dei suoi miracoli.

D. 953. Come sono denominate le persone che prendono parte ad una Messa solenne o ai Vespri?

R. Le persone che prendono parte ad una Messa solenne o ai Vespri sono così denominate: Il Sacerdote che dice o celebra la Messa, è chiamato il celebrante; quelli che lo assistono, come diacono e il sub-diacono, sono chiamati ministri; quelli che servono sono chiamati accoliti, e colui che dirige le cerimonie è chiamato: maestro delle cerimonie. Se il celebrante è un Vescovo, la Messa o i Vespri sono chiamati: Messa pontificale o vespri pontificali.

D. 954. Che cosa sono i Vespri?

R. I Vespri sono una parte dell’Ufficio Divino o preghiera quotidiana della Chiesa. È cantato in genere nelle Chiese, la domenica pomeriggio o la sera, e di solito è seguito dalla Benedizione del Santissimo Sacramento.

D. 955. Si può soddisfare il precetto, avendo trascurato la Messa la domenica, con l’ascoltare i vespri lo stesso giorno?

R. No, avendo trascurato la Messa la Domenica, non si soddisfa il precetto ascoltando i vespri lo stesso giorno, perché non c’è nessuna legge della Chiesa che ci obblighi, sotto pena di peccato, a partecipare ai Vespri, mentre c’è una legge che ci obbliga, sotto pena di peccato mortale, a sentire la Messa.

LEZIONE 25 –

SULLA ESTREMA UNZIONE E GLI SACRI ORDINI

D. 956. Cos’è il Sacramento dell’Estrema Unzione?

R. L’Estrema unzione è il Sacramento che, attraverso l’unzione e la preghiera del sacerdote, dà salute e forza all’anima, e a volte al corpo, quando siamo in pericolo di morte per malattia.

D. 957. Perché questo Sacramento è chiamato Estrema Unzione?

R. “Estrema” significa ultima, e “Unzione” significa unzione o strofinamento con olio, e poiché i Cattolici sono unti con olio al Battesimo, alla Confermazione e agli Ordini Sacri, l’ultimo Sacramento in cui viene usato l’olio è chiamato appunto Estrema Unzione, o l’ultima Unzione o unzione dell’infermo.

D. 958. Questo Sacramento è chiamato sempre Estrema Unzione, anche se la persona si riprende dopo averla ricevuta?

R. Questo Sacramento è sempre chiamato Estrema Unzione, anche se deve essere dato più volte alla stessa persona, poiché Estrema Unzion è il nome proprio del Sacramento, e può essere dato ogni volta che una persona si riprenda da un attacco morboso, ed è nuovamente in pericolo di morte per altro evento. In una malattia persistente può essere ripetuta dopo un mese o sei settimane, se la persona recupera leggermente e ricade nuovamente in una condizione di pericolo.

D. 959. A chi può essere data Estrema Unzione?

R. L’estrema unzione può essere data a tutti i Cristiani gravemente malati, che siano state in grado di commettere peccato dopo il Battesimo e che abbiano le giuste disposizioni per il Sacramento. Quindi non viene mai dato ai bambini che non hanno raggiunto l’uso della ragione, né alle persone che sono sempre state dementi.

D. 960. Quali sono le giuste disposizioni per L’Estrema Unzione?

R. Le giuste disposizioni per l’Estrema Unzione sono:

– La rassegnazione alla Volontà di Dio nei riguardo della nostra guarigione;

– Uno stato di grazia o almeno una contrizione per i peccati commessi,

– L’intenzione o un desiderio generale di ricevere il Sacramento. Questo Sacramento non viene mai dato agli eretici in pericolo di morte, perché non si può supporre che abbiano l’intenzione necessaria per riceverlo, né il desiderio di utilizzare il Sacramento della Penitenza mettendosi in uno stato di grazia.

D. 961. Quando e da chi è stata istituita l’Estrema Unzione?

R. L’Estrema Unzione fu istituita al tempo degli Apostoli, perché Giacomo l’Apostolo esorta i malati a riceverlo. Fu istituito da Nostro Signore stesso – sebbene non sappiamo in quale momento particolare – poiché solo Lui può rendere un atto visibile, mezzo di grazia, e gli Apostoli e i loro successori non avrebbero mai potuto ritenere che l’Unzione estrema fosse un Sacramento, usandolo in quanto tale, se non avessero avuto l’autorità nel farlo, da Nostro Signore.

D. 962. Quando dovremmo ricevere l’Estrema Unzione?

R. Dovremmo ricevere l’Estrema Unzione in pericolo di morte per malattia, per ferite o incidenti.

D. 963. Quali parti del corpo sono unte Nell’Estrema Unzione?

R. Le parti del corpo unte nell’Estrema Unzione sono: gli occhi, le orecchie, il naso o le narici, le labbra, le mani e i piedi, perché rappresentano i nostri sensi della vista, dell’udito, dell’olfatto, del gusto e del tatto, che sono i mezzi attraverso i quali abbiamo commesso la maggior parte dei nostri peccati.

D. 964. Quali cose dovrebbero essere preparate nella stanza del malato quando il Sacerdote viene a dare gli ultimi Sacramenti?

R. Quando il Sacerdote viene a portare gli ultimi Sacramenti, devono essere preparate le seguenti cose: una tavola coperta con un panno bianco; un crocifisso; due candele accese in candelabri; l’acqua santa in una bacinella, con un rametto di palma per aspergere; un bicchiere di acqua pulita; un cucchiaio, un tovagliolo o un panno, da porre sotto il mento di colui che riceve il viatico. Oltre a questi, se si deve dare anche l’Estrema Unzione, ci dovrebbe essere del cotone e un pezzetto di pane o limone per purificare le dita del Sacerdote.

D. 965. Che cosa sembra essere più appropriato circa le cose necessarie per gli ultimi Sacramenti?

R. Sembra molto appropriato che le cose necessarie per gli ultimi Sacramenti, vadano accuratamente custodite in ogni famiglia Cattolica e non dovrebbero mai, se possibile, essere utilizzate per nessun altro scopo.

D. 966. Che altro si deve osservare sulla preparazione per la amministrazione degli ultimi Sacramenti?

R. L’ulteriore preparazione per l’amministrazione degli ultimi Sacramenti richiede che, per rispetto dei Sacramenti stessi, ed in particolare per la presenza di Nostro Signore, tutto ciò che riguarda la stanza del malato, l’ammalato e anche gli astanti, dovrebbero essere resi decenti e il più pulito possibile. Soprattutto il volto, le mani e i piedi di chi deve essere unto, che siano perfettamente puliti.

D 967. Dovremmo aspettare fino a quando siamo in grave pericolo, per ricevere l’estrema unzione?

R. Non dovremmo aspettare di essere in estremo pericolo per ricevere l’Estrema Unzione, ma se possibile dovremmo riceverla quando ancora abbiamo l’uso dei nostri sensi.

D. 968. Che cosa dovremmo fare in caso di malattia grave se l’ammalato non acconsente o ha paura di ricevere i Sacramenti o, almeno, desidera rimandare la loro ricezione?

R. In caso di malattia grave, se il malato non acconsente, o ha paura di ricevere i Sacramenti, o almeno, desidera rinviare la loro ricezione, dovremmo interpellare subito il Sacerdote e lasciargli fare ciò che pensa sia meglio fare nel caso, e così ci libereremo dalla responsabilità di lasciare morire un Cattolico senza gli ultimi Sacramenti.

D. 969. Quali sono gli effetti del Sacramento dell’estrema unzione?

R. Gli effetti di Estrema Unzione sono:

– Confortarci nelle pene della malattia e rafforzarci dalle tentazioni;

– Rimettere i peccati veniali e purificare la nostra anima dai resti del peccato;

– Rimetterci in salute, qualora Dio lo ritenga opportuno.

D. 970. L’Estrema Unzione toglierà il peccato mortale se la persona morente non è più in grado di confessarsi?

R. L’Estrema Unzione toglierà il peccato mortale se il morente non è più in grado di confessarsi, purché abbia per i suoi peccati lo stesso dispiacere che sarebbe necessario per la degna recezione del Sacramento della Penitenza.

D. 971. Come sappiamo che questo Sacramento, più di ogni altro, sia stato istituito a beneficio del corpo?

R. 1. Sappiamo che questo Sacramento sia stato istituito più di ogni altro a beneficio del corpo:
1. Dalle parole di San Giacomo che ci esorta a riceverlo;

– Esso viene dato quando l’anima è già purificata dalle grazie della Penitenza e del santo Viatico;

– Uno dei suoi principali scopi è quello di riportarci alla salute se questa è necessaria al nostro bene spirituale, come indicano la maggior parte delle preghiere dette nel dare questo Sacramento.

D. 972. Dato che l’estrema unzione può riportarci in salute, non dovremmo essere noi contenti di riceverlo?

R. Dal momento che l’estrema unzione può riportarci in salute. dovremmo essere contenti di riceverlo, e non dovremmo ritardare la sua ricezione fino ad essere così vicini alla morte tanto che Dio possa risollevarci solo per miracolo. Ancora, questo Sacramento, come gli altri, conferisce la Grazia santificante e sacramentale, che dovremmo essere desiderosi di ottenere non appena la nostra malattia sia migliorata tanto da darci il privilegio di ricevere gli ultimi Sacramenti.

D. 973. Che cosa intendi per “resti” del peccato?

R. Per “resti” del peccato intendiamo l’inclinazione al male e la debolezza della volontà, che sono il risultato dei nostri peccati e che rimangono anche dopo che i nostri peccati siano stati perdonati.

D. 974. Come dovremmo ricevere il Sacramento dell’Estrema Unzione?

R. Dovremmo ricevere il Sacramento dell’Estrema Unzione nello stato di grazia, con viva fede e rassegnazione alla volontà di Dio.

D. 975. Chi è il ministro del Sacramento dell’Estrema Unzione?

R. Il ministro del Sacramento dell’Estrema Unzione. è il Sacerdote

D. 976. Qual preparazione finale dovremmo fare per ricevere gli ultimi Sacramenti?

R. La preparazione finale che dovremmo fare per ricevere gli ultimi Sacramenti consiste in uno sforzo sincero di rassegnazione alla Santa Volontà di Dio, nell’eccitarci al vero dolore per i nostri peccati, approfittare delle grazie che ci vengono date, cacciare dalla mente i pensieri del mondo e disporci, come meglio possiamo, alla degna ricezione dei Sacramenti e delle benedizioni per una buona morte.

D. 977. In qual momento le persone gravemente ammalate dovrebbero procedere alla sistemazione finale dei loro affari temporali o mondani?

R. Le persone gravemente ammalate dovrebbero procedere alla sistemazione finale dei loro affari temporali o mondani, proprio all’inizio della loro malattia, affinché queste cose non possano distrarli nell’ora della morte, per cui possano dedicare interamente le ultime ore della loro vita alla cura della loro anima.

D. 978. Cos’è il Sacramento degli Ordini Sacri?

R. Gli Ordini Sacri sono un Sacramento con il quale Vescovi, Sacerdoti e altri Ministri della Chiesa, sono ordinati. ricevondo il potere e la grazia per compiere i loro sacri doveri.

D. 979. Oltre ai Vescovi e ai Sacerdoti, chi sono gli altri Ministri della Chiesa?

R. Oltre ai Vescovi e ai Sacerdoti, gli altri Ministri della Chiesa sono i diaconi ed i suddiaconi, che, nel prepararsi al sacerdozio, hanno ricevuto alcuni degli Ordini Sacri, ma a cui non è stata ancora conferita la pienezza dei poteri del Sacerdote.

D. 980. Perché questo Sacramento si chiama Ordine Sacro?

R. Questo Sacramento è chiamato Ordine Sacro, perché è conferito attraverso sette diversi gradi o passi che si susseguono in un ordine fisso, in base al quale i sacri poteri del Sacerdozio vengono gradualmente conferiti a chi viene ammesso in quello stato di santità.

D. 981. Quali sono i gradi in base ai quali si giunge al Sacerdozio?

– I gradi con cui si ascende al Sacerdozio sono:

– La tonsura, o taglio dei capelli da parte del Vescovo, con cui il candidato al Sacerdozio si dedica al servizio dell’altare;

– I quattro ordini minori sono: Ostariato, Lettorato, Esorcistato e Accolitato, con cui si è autorizzato a svolgere determinati compiti che i laici non dovrebbero svolgere;

– Con il sub-diaconato, ci si assume l’obbligo di condurre una vita di perpetua castità e di dire ogni giorno l’Ufficio Divino;

– Il diaconato, mediante il quale si ricevere potere di predicare, battezzare e dare la santa Comunione. Il successivo passo, il Sacerdozio, conferisce il potere di offrire il Santo Sacrificio della Messa e perdonare i peccati. Questi Ordini non sono tutti dati subito, ma sono fissati di volta in volta dalle leggi della Chiesa.

D. 982. I diversi ordini non sono separati come Sacramenti?

R. Questi diversi ordini non sono Sacramenti separati. Nell’insieme, alcuni costituiscono una preparazione per il Sacramento, gli altri sono solo l’unico Sacramento dell’Ordine; così come le radici, il tronco e i rami formano solo un unico albero.

D. 983. Quale nome viene dato al sub-diaconato, diaconato e Sacerdozio?

R. Sub-diaconato, diaconato e sacerdozio sono chiamati ordini maggiori o superiori, perché coloro che li ricevono sono destinati a vivere definitivamente al servizio dell’altare e non possono tornare al servizio del mondo, per vivere come laici ordinari.

D. 984. Quale doppio potere la Chiesa possiede e conferisce ai suoi Pastori?

R. La Chiesa possiede e conferisce ai suoi pastori, il potere dell’Ordini e il potere di Giurisdizione; cioè, il potere di amministrare i Sacramenti e santificare i fedeli, e il potere di insegnare e legiferare in modo da dirigere i fedeli al loro bene spirituale. Un Vescovo ha il pieno potere dell’Ordine e solo il Papa ha il pieno potere di Giurisdizione.

D. 985. Come si classificano i pastori della Chiesa secondo l’autorità?

– I pastori della Chiesa si classificano, secondo l’autorità, come segue:

– Sacerdoti, che governano le parrocchie o le congregazioni in nome del loro Vescovo;

– Vescovi, che governano un certo numero di parrocchie o diocesi;

– Arcivescovi, che hanno autorità su un certo numero di diocesi o su una provincia;

– Primati, che hanno autorità sulle province ecclesiastiche, su vasti territori o su una nazione;

– Patriarchi, che hanno autorità su un intero Paese;

– ultimo e più alto, il Papa, che governa la Chiesa in tutto il mondo.

D. 986. In che modo i prelati o gli ufficiali superiori della Chiesa hanno dignità?

  1. R. I prelati o le più alte cariche della Chiesa sono dignitari con rango di autorità che, oltre a coloro che hanno dignità di Cardinali, sono accanto al Papa; i Vicari apostolici, i Monsignori ed altri con diversi titoli, sono inferiori ai Vescovi. I delegati pontifici e quelli appositamente nominati dal Papa si classificano secondo i poteri che sono stati dati loro.

 D. 987. Chi sono i Cardinali, quali sono i loro doveri e come sono divisi?

R. I Cardinali sono i membri del Consiglio supremo o del Senato della Chiesa. Il loro dovere è quello di consigliare ed aiutare il Papa nel governo della Chiesa, di eleggere un nuovo Papa quando il Papa regnante muore. Essi sono divisi in comitati chiamati Sacre Congregazioni, ciascuna delle quali ha il suo particolare lavoro da eseguire. Tutte queste Congregazioni prese nell’insieme sono chiamate “Sacro Collegio dei Cardinali”, il cui numero totale è settanta.

D. 988. Cos’è un Monsignore?

R. Un Monsignore è un degno sacerdote al quale il Papa conferisce tale titolo come segno di stima. Questo titolo conferisce certi privilegi e il diritto di indossare la porpora come un Vescovo.

D. 989. Che cos’è un Vicario generale?

R. Un Vicario generale è una prelato nominato dal Vescovo per essere aiutato nel governo della sua diocesi. Egli condivide il potere del Vescovo e in sua assenza agisce come Vescovo, con la sua autorità.

D. 990. Che cos’è un abate?

R. L’abate è colui che esercita su di una comunità religiosa maschile, l’autorità simile in molte cose a quella esercitata da un Vescovo sulla sua diocesi. Ha anche alcuni privilegi generalmente concessi ai Vescovi.

  1. 991. Che cos’è il pallio?
  2. Il pallio è una veste di lana bianca indossata dal Papa e inviata da lui a Patriarchi, Primati e Arcivescovi. È il simbolo della pienezza del potere pastorale e ricorda a chi lo indossa il Buon Pastore, di cui deve seguire l’esempio.

D. 992. Che cosa è necessario per ricevere degnamente gli ordini sacri?

R. Per ricevere degnamente gli Ordini sacri è necessario essere nello stato di grazia, avere la conoscenza necessaria e una “chiamata” divina a questo sacro ufficio.

D. 993. Quale nome viene dato a questa “chiamata” divina e come possiamo conoscere questa chiamata?

R. Questa chiamata divina è chiamata vocazione alla vita sacerdotale o religiosa. Possiamo riconoscerla dalla nostra costante inclinazione ad una vita votata al puro e santo motivo di servire Dio come meglio, insieme alla nostra idoneità ad essa, o, almeno, nella nostra capacità di prepararci, ad una vera pietà e al dominio sulle nostre passioni peccaminose e desideri illeciti.

D. 994. Come dovremmo determinare finalmente la nostra vocazione?

R. Dovremmo finalmente determinare la nostra vocazione:

(1) Conducendo la vita più santa che possiamo, per essere degni di essa;

(2) Pregando lo Spirito Santo che ci dia luce sull’argomento;

(3) Cercando il consiglio di persone sante e prudenti e soprattutto del nostro confessore.

D. 995. Che cosa dovrebbero pensare i genitori ed i tutori per quanto riguarda le vocazioni dei loro figli?

R. I genitori e i tutori dovrebbero tenere a mente per le vocazioni dei loro figli:

– Che è loro dovere aiutare i figli a scoprire la loro vocazione;

– È peccaminoso resistere alla Volontà di Dio, cercando di allontanare i figli dalla vera vocazione o impedire di seguirla ponendo ostacoli sulla loro strada e, peggio ancora, di spingerli ad entrare in un stato di vita al quale non siano stati chiamati divinamente;

– Che nel dare il loro consiglio debbano essere guidati solo dal futuro bene e dalla felicità dei loro figli e non da alcun movente egoistico né mondano che possa condurre alla perdita dell’anima.

D. – 996. Come i Cristiani dovrebbero considerare i Sacerdoti della Chiesa?

– I Cristiani dovrebbero considerare i Sacerdoti della Chiesa come messaggeri di Dio e dispensatori dei Suoi misteri.

D. 997. Come sappiamo che i Sacerdoti della Chiesa sono i messaggeri di Dio?

– Sappiamo che i Sacerdoti della Chiesa sono i messaggeri di Dio, perché Cristo ha detto ai suoi Apostoli, e attraverso di loro ai loro successori: “Come il Padre ha mandato me, anch’Io mando voi”; vale a dire, predicare la vera religione, amministrare i Sacramenti, offrire Sacrifici e fare ogni sorta di bene per la salvezza delle anime.

D. 998. Quando i Sacerdoti della Chiesa hanno ricevuto questo triplice potere di predicare, perdonare i peccati e consacrare il pane e il vino?

R. I Sacerdoti della Chiesa hanno ricevuto questo triplice potere di predicare, perdonare i peccati e consacrare il pane e il vino, quando Cristo disse loro, attraverso gli Apostoli: “… insegnate a tutte le nazioni”; “… a chi perdonerete i peccati, saranno perdonati” e “… fate questo in commemorazione di Me”.

D. 999. Perché dovremmo mostrare grande rispetto per i Sacerdoti e i Vescovi della Chiesa?

R. Dovremmo mostrare grande rispetto per i Sacerdoti e i Vescovi della Chiesa:

– Perché sono i rappresentanti di Cristo sulla terra, e

– Perché amministrano i Sacramenti senza i quali non possiamo essere salvati. Pertanto, dovremmo essere più attenti in ciò che facciamo, diciamo o pensiamo riguardo ai ministri di Dio. Per mostrare il nostro rispetto in proporzione alla loro dignità, rivolgiamoci al sacerdote con “Reverendo”, al Vescovo con “Reverendissimo”, all’Arcivescovo con “Reverendissimo”, e al Papa con “Santo Padre”.

D. 1000. Dovremmo fare anche qualcosa di più che rispettare semplicemente i ministri di Dio?

R. Dovremmo fare di più che rispettare semplicemente i ministri di Dio. Dovremmo pregare seriamente e frequentemente per loro, affinché possano essere messi in grado di svolgere i compiti difficili e importanti del loro santo stato in modo gradito a Dio.

D. 1001. Chi può conferire il Sacramento degli ordini sacri?

R. I Vescovi possono conferire il Sacramento dell’Ordine.

D. 1002. Come sappiamo che esiste un vero sacerdozio nella Chiesa?

– Sappiamo che esiste un vero sacerdozio nella Chiesa:

– Perché nella religione ebraica, che era solo una figura della Religione cristiana, esisteva un vero sacerdozio stabilito da Dio;

– Perché Cristo ha conferito ai suoi Apostoli e non a tutti i fedeli, il potere di offrire Sacrifici, distribuire la santa Eucaristia e perdonare i peccati.

D. 1003. Ma – c’è bisogno di uno speciale Sacramento dell’Ordine per conferire questi poteri?

R. C’è bisogno di uno speciale Sacramento dell’Ordine per conferire questi poteri:

– Perché il Sacerdozio che deve continuare il lavoro degli Apostoli deve essere visibile nella Chiesa, e deve quindi essere conferito da qualche cerimonia visibile o segno esteriore;

– Poiché questo segno esteriore chiamato Ordine Santo non dà solo il potere ma pure la grazia, e fu istituito da Gesù Cristo, gli Ordini Sacri devono essere un Sacramento.

D. 1004. I Vescovi, i Sacerdoti e gli altri Ministri della Chiesa possono sempre esercitare il potere che hanno ricevuto negli Ordini Sacri?

R. I Vescovi, i Sacerdoti e gli altri Ministri della Chiesa non possono esercitare il potere che hanno ricevuto negli Ordini sacri se non autorizzati ed inviati dai loro legittimi superiori. Il potere non può mai essere autonomamente assunto da essi, perché il diritto di usarlo potrebbe essere ritirato per cause stabilite nelle leggi della Chiesa, o per le ragioni che meglio sembrano a chi ha autorità su di loro. Qualsiasi uso del Potere Sacro senza autorità è peccato, e tutti coloro che prendono parte a tali cerimonie, sono colpevoli di peccato.

 

 

 

CATECHISMO DI BALTIMORA (VII) – Lez. 20-22

CATECHISMO DI BALTIMORA (VII) – Lez. 20-22

[Dal terzo Concilio generale di Baltimora

Versione 1891]

LEZIONE 20 –

SUL MODO DI FARE UNA BUONA CONFESSIONE

D. 825. Cosa dovremmo fare nell’entrare nel confessionale?

R. Entrando nel confessionale dovremmo inginocchiarci, fare il segno della croce e dire al sacerdote: “Benedicimi, padre”; quindi aggiungere: “Confesso a Dio Onnipotente è a te, padre, che ho peccato”.

D. 826. Quali sono le prime cose che dovremmo dire al sacerdote in Confessione?

R. Le prime cose che dovremmo dire al sacerdote in Confessione sono il tempo della nostra ultima Confessione, se abbiamo fatto la penitenza assegnata e se ci siamo accostati andati alla Santa Comunione.

D. 827. Dovremmo dire qualcos’altro riguardo alla nostra ultima confessione?

R. Riguardo alla nostra ultima confessione, dovremmo riferire anche quali restrizioni – se ce ne fossero – sono state da noi adottate in relazione alle nostre occasioni di peccato, e a quali obblighi abbiamo ottemperato in materia di pagamento di debiti, restituzione di roba, lesioni fatte a terzi e simili, obblighi che ci erano stati raccomandati.

D. 828. Dopo aver riferito circa il tempo della nostra ultima Confessione e Comunione cosa dovremmo fare?

R. Dopo aver riferito i tempi della nostra ultima Confessione e Comunione, dovremmo confessare tutti i peccati mortali commessi e tutti i peccati veniali che potremmo desiderare di menzionare.

D. 829. Che cos’è una Confessione generale?

R. Una Confessione generale è la narrazione dei peccati di tutta la nostra vita o di una gran parte di essa. È fatta allo stesso modo di una Confessione ordinaria, tranne che richiede più tempo e una più lunga preparazione.

D. 830. Quando dovrebbe essere fatta una confessione generale?

R. Una confessione generale:

1. È necessaria quando siamo certi che le nostre passate confessioni fossero cattive;
2. È utile in occasioni speciali nella nostra vita quando sta per verificarsi un cambiamento nel nostro modo di vivere;

3. Essa è dolorosa, e non deve essere fatta quando le persone sono eccessivamente scrupolose.

D. 831. Quali sono i segni di scrupoli e il rimedio contro di loro?

R. I segni dello scrupolo sono principalmente:

– Essere sempre insoddisfatti delle prorie Confessioni;

– Essere ostinati nel decidere ciò che sia peccaminoso e ciò che non lo sia. Il principale rimedio contro gli scrupoli, è seguire esattamente il consiglio del confessore senza mettere in dubbio le ragioni o l’utilità del suo consiglio.

D. 832. Che cosa dobbiamo fare quando il confessore ci fa delle domande?

R. Quando il confessore ci fa delle domande, dobbiamo rispondergli in modo veritiero e chiaro.

D. 833. Cosa dovremmo fare dopo aver detto i nostri peccati?

R. Dopo aver riferito i nostri peccati dovremmo ascoltare con attenzione il consiglio che il confessore ritenere più opportuno dare.

R. 834. Quali funzione svolge il Sacerdote nel confessionale?

R. Nel confessionale il Sacerdote svolge le funzioni:

– Di giudice, ascoltando le nostre auto-accuse ed emettendo sentenza sulla nostra colpevolezza o innocenza;

– Di padre, con il buon consiglio e l’incoraggiamento che ci dà;

– Di insegnante, con le sue istruzioni, e

– Di medico, scoprendo le afflizioni della nostra anima e dandoci i rimedi per ripristinare la salute spirituale.

D. 835. Perché è utile andare sempre, se possibile, dallo stesso confessore?

R. È utile andare sempre, se possibile, dallo stesso confessore, perché le nostre continue confessioni gli permettono di vedere più chiaramente il vero stato della nostra anima e di comprendere meglio le nostre occasioni di peccato.

D. 836. Dovremmo rimanere lontani dalla Confessione perché non possiamo andare dal nostro solito confessore?

R. Non dovremmo rimanere lontani dalla Confessione perché non possiamo andare al nostro solito confessore perché, anche se è bene confessarsi sempre dallo stesso Sacerdote, non è necessario farlo. Non si dovrebbe mai diventare così attaccati a un confessore al punto che la sua assenza o il grande inconveniente di andare da lui ogni volta, diventino una scusa per trascurare i Sacramenti.

D. 837. Come dovremmo concludere la nostra Confessione?

R. Dovremmo porre fine alla nostra Confessione dicendo: “Anch’io mi accuso di tutti i peccati della mia vita passata”, scegliendo uno o alcuni dei nostri peccati passati.

D. 838. Che cosa dovremmo fare mentre il Sacerdote ci sta dando l’assoluzione?

R. Mentre il Sacerdote ci sta dando l’assoluzione, dovremmo rinnovare nel nostro cuore l’atto di contrizione.

LEZIONE 21 –

SULLE INDULGENZE 

D. 839. Che cos’è un’indulgenza?

R. L’indulgenza è la remissione in toto o in parte della punizione temporale dovuta al peccato.

D. 840. Che cosa significa “indulgenza”?

R. La parola “indulgenza” significa un elargire un favore o una concessione. Un’indulgenza ottiene, con una leggera penitenza, la remissione delle pene che altrimenti sarebbero ben più gravi.

D. 841. L’indulgenza è un perdono del peccato o una licenza di commettere peccato?

R. Un’indulgenza non è un perdono del peccato, né una licenza di commettere peccato, e chi è in uno stato di peccato mortale, non può ottenere un’indulgenza.

D. 842. In che modo ci sono di vantaggio le buone opere fatte in uno stato di peccato mortale?

R. Le buone opere fatte in peccato mortale, ci sono di vantaggio nell’ottenerci la grazia di pentirci e talvolta delle benedizioni temporali. Il peccato mortale ci priva di tutti i nostri meriti, tuttavia Dio ci ricompenserà per ogni buona azione mentre ci punirà per ogni azione malvagia.

D. 843. Quanti tipi di indulgenze ci sono?

R. Esistono due tipi di Indulgenze: Plenaria e Parziale.

D. 844. Che cos’è l’indulgenza plenaria?

R. L’indulgenza plenaria è la piena remissione della pena temporale dovuta al peccato.

D. 845. È facile ottenere un’indulgenza plenaria?

R. Non è facile ottenere un’indulgenza plenaria, come possiamo capire dal suo grande privilegio. Per ottenere un’indulgenza plenaria, dobbiamo odiare il peccato, essere profondamente dispiaciuti anche per i nostri peccati veniali e non desiderare neppure il minimo peccato. Sebbene non possiamo guadagnare interamente ogni Indulgenza Plenaria che cerchiamo, ne otteniamo però sempre una parte; cioè, una indulgenza parziale, maggiore o minore in proporzione alle nostre buone disposizioni.

D. 846. Quali sono le più importanti indulgenze plenarie concesse dalla Chiesa?

R. Le più importanti indulgenze plenarie concesse dalla Chiesa sono:

– Le indulgenze di un giubileo che il Papa concede ogni venticinque anni o in grandi occasioni, con le quali conferisce speciali facoltà ai confessori per l’assoluzione pure dei peccati riservati;

– L’indulgenza concessa ai moribondi nella loro ultima agonia.

D. 847. Che cos’è un’indulgenza parziale?

R. Una indulgenza parziale è la remissione di parte della punizione temporale dovuta al peccato.

D. R. 848. Per quanto tempo è stata utilizzata la pratica della concessione delle Indulgenze nella Chiesa, e quale ne fu l’origine?

  1. La pratica della concessione delle Indulgenze è stata utilizzata nella Chiesa sin dai tempi degli Apostoli. Ha avuto la sua origine dalle preghiere sincere delle persone sante, e specialmente dei martiri che chiedono alla Chiesa, per il loro bene, di abbreviare le severe penitenze dei peccatori o di trasformarle in penitenze più leggere. La richiesta veniva spesso concessa e la penitenza rimessa, abbreviata o cambiata, e rimessa la penitenza, la pena temporale corrispondente veniva cancellata.

D. 849. Come dimostriamo che la Chiesa ha il potere di concedere le Indulgenze?

R. Dimostriamo che la Chiesa ha il potere di concedere le indulgenze, perché Cristo le ha dato il potere di rimettere tutta le colpe senza restrizioni, e se la Chiesa ha potere, nel Sacramento della Penitenza, di rimettere la pena eterna – che è il male più grande – deve avere il potere di evitare la pena temporale o diminuirla, anche al di fuori del Sacramento della Penitenza.

D. 850. Come sappiamo che queste Indulgenze hanno il loro effetto?

R. Sappiamo che queste Indulgenze hanno il loro effetto, perché la Chiesa, attraverso i suoi Concili, dichiara le Indulgenze utili; ma se non avessero alcun effetto, sarebbero inutili, e la Chiesa insegnerebbe l’errore nonostante la promessa di Cristo di guidarla.

D. 851. Sono mai esistiti degli abusi tra i fedeli nel modo di usare le indulgenze?

R. Sono esistiti, in epoche passate, alcuni abusi tra i fedeli nel modo di usare le Indulgenze, e la Chiesa ha sempre operato per correggere tali abusi il più presto possibile. Nell’uso delle pratiche pie dobbiamo infatti essere sempre guidati dai nostri superiori legittimi.

D. 852. In che modo i nemici della Chiesa si sono serviti dell’abuso delle Indulgenze?

R. I nemici della Chiesa si sono serviti dell’abuso delle Indulgenze per negare la dottrina delle Indulgenze, per abbatterne l’insegnamento e così limitare il potere della Chiesa. Per non essere ingannati in materia di fede, dobbiamo sempre distinguere molto attentamente tra gli abusi ai quali una devozione può condurre, e le verità su cui poggia la devozione.

D. 853. In che modo la Chiesa rimette, mediante le indulgenze, la pena temporale dovuta al peccato?

D. La Chiesa, mediante le indulgenze, rimette la pena temporale dovuta al peccato applicandoci i meriti di Gesù Cristo e le soddisfazioni sovrabbondanti della Beata Vergine Maria e dei Santi; e questi meriti e soddisfazioni sono il suo tesoro spirituale della Chiesa.

D. 854. Che cosa intendiamo per “soddisfazione sovrabbondante della Beata Vergine e dei Santi”?

R. Per “soddisfazione sovrabbondante della Beata Vergine e dei Santi”, intendiamo tutta la soddisfazione al di là di quella che era necessaria per soddisfare i propri peccati. Poiché le loro buone opere erano molte e i loro peccati pochi – la Vergine Benedetta anzi era senza peccato alcuno – la soddisfazione non necessaria per se stessi è ritenuta dalla Chiesa un tesoro spirituale da utilizzare per il nostro bene.

D. 855. La Chiesa, concedendo le indulgenze, ci esonera dal fare penitenza?

R. La Chiesa, concedendo le indulgenze, non ci esonera dal fare penitenza, ma semplicemente rende più lieve la penitenza per cui possiamo facilmente soddisfare ai nostri peccati e sfuggire così alle punizioni che essi meritano.

D. 856. Chi ha il potere di concedere le Indulgenze?

R. Solo il Papa ha il potere di concedere le Indulgenze alla Chiesa Universale; ma i Vescovi hanno il potere di concedere le Indulgenze parziali nella loro diocesi. Anche i Cardinali ed altri chierici, con il permesso speciale del Papa, possono avere il diritto di concedere alcune indulgenze.

D. 857. Dove troveremo le indulgenze concesse dalla Chiesa?

R. Troveremo le indulgenze concesse dalla Chiesa nelle dichiarazioni del Papa e della Sacra Congregazione cardinalizia. Queste dichiarazioni sono di solito riportate nei libri di preghiere e nei libri di devozione o di istruzione.

D. 858. Che cosa dobbiamo fare per ottenere un’indulgenza?

R. Per ottenere un’indulgenza dobbiamo essere nello stato di grazia e compiere le azioni ingiunte.

D. 859. Oltre ad essere in uno stato di grazia e ad eseguire le opere ingiunte, cos’altro è necessario per ottenere l’Indulgenza?

R. Oltre ad essere in uno stato di grazia e ad eseguire le opere ingiunte, è necessario per ottenere un’Indulgenza, avere almeno l’intenzione generale di ottenerle.

D. 860. Come e perché dovremmo avere un’intenzione generale di ottenere tutte le possibili indulgenze, ogni giorno?

R. Dovremmo avere un’intenzione generale nelle nostre preghiere mattutine per ottenere ogni giorno tutte le possibili indulgenze, perché molte delle preghiere che diciamo e le buone opere che eseguiamo possono avere Indulgenze ad esse associate, sebbene non ne siamo consapevoli.

D. 861. Quali opere sono generalmente richieste per ottenere le Indulgenze?

R. Le opere generalmente ingiunte per ottenere le Indulgenze sono: la recita di certe preghiere, il digiuno e l’uso di certi articoli di devozione; visite a chiese o altari e le donazioni di elemosine. Per ottenere le Indulgenze Plenarie è generalmente richiesto di accostarsi alla Confessione e alla Santa Comunione e pregare per le intenzione del Papa.

D. 862. Che cosa significa pregare per le intenzione di una persona?

R. Pregare per l’intenzione di una persona, significa pregare perché ottenga tutto quello per cui prega o desidera ottenere attraverso la preghiera: alcuni favori spirituali o temporali.

D. 863. Che cosa significa un’Indulgenza di quaranta giorni?

R. Un’indulgenza di quaranta giorni significa che per la preghiera o l’opera a cui è assegnata un’Indulgenza di quaranta giorni, Dio rimette la maggior parte delle nostre pene temporali come se rimesse dalla penitenza canonica, di quaranta giorni. Non sappiamo quanta punizione temporale Dio rimettesse per quaranta giorni di penitenza pubblica, ma di qualunque cosa si tratti, Egli la rimette lo stesso ora quando otteniamo un’Indulgenza di quaranta giorni. La stessa regola si applica alle indulgenze di un anno o a qualsiasi periodo di tempo.

D. 864. Perché la Chiesa ha moderato le sue severe penitenze di un tempo?

R. La Chiesa ha moderato le sue severe penitenze, perché quando i Cristiani – terrorizzati dalle persecuzioni – si sono indeboliti nella loro fede, c’era il pericolo che alcuni abbandonassero la loro religione piuttosto che sottomettersi alle dure penitenze imposte. La Chiesa, pertanto, desiderando salvare il maggior numero possibile di anime, ha reso la penitenza del peccatore la più leggera possibile.

D. 865. A quali cose possono essere annesse le indulgenze?

R. Le indulgenze plenarie o parziali possono essere annesse a preghiere e a solidi articoli di devozione; a luoghi come chiese, altari, santuari, ecc., da visitare; e con un privilegio speciale a volte sono annesse alle buone opere di certe persone.

D. 866. Quando le cose perdono le Indulgenze loro assegnate?

R. Le cose perdono le Indulgenze loro associate:

– Quando sono così cambiate da non essere più quello che erano una volta;
– Quando sono venduti, i rosari ed altri articoli indulgenziati non perdono le loro indulgenze, o quando vengono prestati o dati in prestito, perché l’indulgenza non è personale bensì è annessa all’articolo stesso.

D. 867. Una confessione settimanale sarà sufficiente per ottenere durante la settimana tutte le Indulgenze per le quali si ingiunge la Confessione come una delle opere da praticare?

R. Una confessione settimanale sarà sufficiente per ottenere durante la settimana tutte le Indulgenze a cui la confessione è ingiunta come una delle opere, purché continuiamo ad essere in uno stato di grazia, eseguiamo le altre opere ingiunte e abbiamo l’intenzione di ottenere queste Indulgenze.

D. 868. Come e quando possiamo applicare le Indulgenze a beneficio delle anime del Purgatorio?

R. Possiamo applicare le Indulgenze a beneficio delle anime del Purgatorio per intercessione; ogni qualvolta sia specificamente menzionata e permessa dalla Chiesa nel concedere l’Indulgenza, cioè, quando la Chiesa dichiara che l’Indulgenza concessa è applicabile alle anime dei vivi o alle anime del Purgatorio, di modo tale che possiamo ottenerla a beneficio di entrambi.

 

LEZIONE 22 –

SULLA SANTA EUCARISTIA

D. 869. Che cosa significa esattamente la parola Eucaristia?

R. D. La parola Eucaristia significa “rendimento di grazia”, e questo Sacramento è così chiamato perché ci rende più graditi a Dio per la grazia che impartisce, e ci offre il modo migliore di ringraziarLo per tutte le Sue benedizioni.

D. 870. Che cos’è la Santa Eucaristia?

R. La Santa Eucaristia è il Sacramento che contiene il corpo e il sangue, l’anima e la divinità, di nostro Signore Gesù Cristo sotto le apparenze del pane e del vino.

D. 871. Che cosa intendiamo quando diciamo che il Sacramento contiene il Corpo e il Sangue?

R. Quando diciamo che il Sacramento contiene il Corpo e il Sangue, intendiamo il Sacramento che “è” il Corpo e il Sangue, poiché dopo la Consacrazione non c’è altra sostanza presente nell’Eucaristia.

D. 872. Quando la Santa Eucaristia è un Sacramento, e quando è un sacrificio?

R. La Santa Eucaristia è un Sacramento quando la riceviamo nella Santa Comunione e quando rimane nel Tabernacolo dell’Altare. È un Sacrificio quando viene offerto nella Messa dalla consacrazione separata del pane e del vino, che significa la separazione del sangue di Nostro Signore dal Suo corpo quando morì sulla Croce.

D. 873. Quando Cristo ha istituito la Santa Eucaristia?

R. Cristo istituì la Santa Eucaristia durante l’Ultima Cena, la notte prima di morire.

D. 874. Chi erano i presenti quando nostro Signore istituì la Santa Eucaristia?

R. Quando Nostro Signore istituì la Santa Eucaristia, erano presenti i dodici Apostoli.

D. 875. In che modo nostro Signore istituì la Santa Eucaristia?

R. Nostro Signore ha istituito la Santa Eucaristia prendendo il pane, benedicendolo, spezzandolo e dandolo ai suoi Apostoli, dicendo: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”; e poi, prendendo il calice di vino, benedicendolo e dandolo loro, dicendo: “Bevetene tutti, questo è il mio sangue che sarà versato per la remissione dei peccati, fatelo per in mia commemorazione”.

D. 876. Cosa accadde quando nostro Signore disse: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”?

R. Quando Nostro Signore disse: “Questo è il mio corpo”, la sostanza del pane fu cambiata nella sostanza del Suo corpo; quando disse: “Questo è il mio sangue”, la sostanza del vino fu trasformata nella sostanza del Suo sangue.

D. 877. Come proviamo la presenza reale, cioè che nostro Signore è veramente e realmente presente nella Santa Eucaristia?

R. – Dimostriamo la presenza reale, cioè che Nostro Signore è veramente e realmente presente nella Santa Eucaristia:

– Mostrando che sia possibile cambiare una sostanza in un’altra;

– Mostrando che Cristo ha cambiato la sostanza del pane e del vino nella sostanza del suo corpo e del suo sangue;

– Mostrando che ha dato questo potere anche ai suoi Apostoli e ai Sacerdoti della sua Chiesa.

D. 878. Come sappiamo che sia possibile cambiare una sostanza in un’altra?

R. Sappiamo che è possibile cambiare una sostanza in un’altra perché:

– Dio ha cambiato l’acqua in sangue durante le “piaghe d’Egitto”.

– Cristo ha cambiato l’acqua in vino alle nozze di Cana.

– Il nostro cibo è cambiato ogni giorno nella sostanza della nostra carne e del sangue; e ciò che Dio fa gradualmente, può anche farlo istantaneamente con un atto della sua volontà.

D. 879. Questi cambiamenti sono esattamente uguali ai cambiamenti che avvengono nella Santa Eucaristia?

R. Questi cambiamenti non sono esattamente uguali ai cambiamenti che avvengono nella Santa Eucaristia, poiché mentre in queste trasformazioni anche l’aspetto è cambiato, nella Santa Eucaristia viene cambiata solo la sostanza, mentre l’apparenza rimane la stessa.

R. 880. Come dimostriamo che Cristo ha cambiato il pane e il vino nella sostanza del suo corpo e del suo sangue?

R. – Dimostriamo che Cristo ha cambiato il pane e il vino nella sostanza del suo corpo e del suo sangue:

– Dalle parole con le quali ha promesso la Santa Eucaristia;

– Dalle parole con le quali ha istituito la Santa Eucaristia;

– Dall’uso costante della Santa Eucaristia nella Chiesa fin dai tempi degli Apostoli;

– D. Dall’impossibilità di negare la presenza reale nella Santa Eucaristia senza negare allo stesso tempo tutto ciò che Cristo ha insegnato e fatto; poiché abbiamo prove più evidenti per la Santa Eucaristia che per qualsiasi altra verità cristiana.

D. 881. Gesù Cristo è intero ed integro sotto la forma del pane e sotto la forma del vino?

R. Gesù Cristo è intero e integro sotto la forma del pane e sotto la forma del vino.

D. 882. Come sappiamo che sotto l’aspetto del pane riceviamo anche il sangue di Cristo; e sotto l’aspetto del vino riceviamo anche il corpo di Cristo?

R. Sappiamo che sotto l’aspetto del pane riceviamo anche il sangue di Cristo, e sotto l’aspetto del vino riceviamo anche il corpo di Cristo, perché nella Santa Eucaristia riceviamo il corpo vivente di Nostro Signore, e un corpo vivente non può esistere senza il sangue, né può esistere sangue vivo senza un corpo.

D. 883. Gesù Cristo è presente interamente anche nella più piccola porzione della Santa Eucaristia, sotto forma di pane o vino?

R. Gesù Cristo è presente intero ed integro nella più piccola porzione della Santa Eucaristia sotto la forma del pane o del vino, poiché il suo corpo nell’Eucaristia è in uno stato glorificato e, poiché è partecipe del carattere di una sostanza spirituale, non richiede una dimensione o una forma definita.

D. 884. Rimane qualche cosa del pane e del vino dopo che la loro sostanza sia stata cambiata nella sostanza del corpo e del sangue di nostro Signore?

R. Dopo che la sostanza del pane e del vino sia stata cambiata nella sostanza del corpo e del sangue di Nostro Signore, rimangono solo le apparenze del pane e del vino.

D. 885 Cosa intendi per le apparenze del pane e del vino?

– Per le apparenze del pane e del vino intendo la figura, il colore, il sapore e qualsiasi cosa appaia ai sensi.

D. 886. Come viene chiamato questo cambiamento del pane e del vino nel corpo e nel sangue di nostro Signore?

R. Questo cambiamento del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Nostro Signore è chiamato Transustanziazione.

D. 887. Qual è il secondo grande miracolo nella Santa Eucaristia?

R. Il secondo grande miracolo nella Santa Eucaristia è la moltiplicazione della presenza del corpo di Nostro Signore in così tanti luoghi allo stesso tempo, mentre il corpo stesso non si moltiplica, perché c’è un solo corpo di Cristo.

D. 888. Non ci sono, quindi, tanti corpi di Cristo quanti sono i tabernacoli nel mondo, o per quante Messe vengono dette nello stesso tempo?

R. Non ci sono tanti corpi di Cristo quanti sono i tabernacoli nel mondo, o come ci sono Messe allo stesso tempo; ma solo un corpo di Cristo, che è dappertutto presente intero ed intero nella Santa Eucaristia, come Dio è ovunque presente, mentre Lui è un solo Dio.

D. 889. In che modo la sostanza del pane e del vino è cambiata nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo?

R. La sostanza del pane e del vino è stata trasformata nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo mediante il Suo potere onnipotente.

D. 890. Questo cambiamento di pane e vino nel corpo e nel sangue di Cristo continua aD essere fatto nella Chiesa?

R. Questo cambiamento di pane e vino nel corpo e nel sangue di Cristo continua ad essere fatto nella Chiesa da Gesù Cristo attraverso il ministero dei suoi Sacerdoti.

D. 891. Quando Cristo ha dato ai suoi Sacerdoti il ​​potere di cambiare il pane ed il vino nel Suo corpo e del Suo sangue?

R. Cristo ha dato ai suoi Sacerdoti il ​​potere di cambiare il pane e il vino nel Suo corpo e sangue quando disse agli Apostoli: “Fate questo in memoria di Me”.

D. 892. Che cosa significano le parole “fate questo in memoria di me”?

R. Le parole “fate questo in memoria di me” significano: fai ciò che Io, Cristo, sto facendo nella mia ultima cena, cioè, cambiare la sostanza del pane e del vino nella sostanza del mio corpo e del mio sangue; e fallo in memoria di Me.

D. 893. In che modo i Sacerdoti esercitano questo potere di cambiare il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo?

R. I Sacerdoti esercitano questo potere di cambiare il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo attraverso le parole della consacrazione nella Messa, che sono le parole di Cristo: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”.

D. 894. In quale parte della Messa si svolge la Consacrazione?

R. La Consacrazione nella Messa si svolge immediatamente prima dell’elevazione dell’Ostia e del Calice, che si elevano sopra la testa del Sacerdote affinché il popolo possa adorare Nostro Signore che è appena giunto sull’altare con le parole della Consacrazione.

 

 

LO SCUDO DELLA FEDE (XVII)

[A. Carmignola: “Lo Scudo della Fede”. S.E.I. Ed. Torino, 1927]

LO SCUDO DELLA FEDE XVII.

L’ORDINAMENTO SOCIALE.

Perché Dio vuole tanti poveri e tanti ricchi? — Non sarebbe meglio l’effettuazione del socialismo? — Come mai chi fa bene trova male, e chi fa male trova bene? — E perché Dio non punisce tosto certi malfattori?

— E come mai Iddio a taluni dà tanti beni, tante ricchezze, e tanti altri lascia nella più squallida povertà? Questo suo ordinamento riguardo alla società non è forse inesplicabile? E questa sua disposizione come si può conciliare con la sua bontà, con la sua saggezza, con la sua provvidenza?

Dunque, secondo te, perché l’ordinamento divino riguardo alla società fosse buono, saggio, provvido, sarebbe necessario che tutti gli uomini fossero di egual condizione, e tutti s’intende di condizione ricca. Ma dimmi: È, sì o no Iddio, Padrone assoluto di tutti gli uomini?

— Chi ne dubita?

Ed essendo il padrone di tutti gli uomini può Egli, sì o no, metterli in quella condizione che più gli piace? E se Egli, potendo senza alcun dubbio fare ciò, mette taluno in condizione ricca e tale altro in condizione povera, fa Egli forse torto ad alcuno? Alla fin fine non siamo noi sicuri, che per quanto è da Lui non lascerà mai mancare il necessario ad alcuno? – E poi, se vi hanno taluni che si trovano nello stato di povertà, spesso, anziché all’ordinamento di Dio, non dovrà attribuirsi alla loro colpa? cioè ai loro vizi, ai loro bagordi, alle loro spese inutili e sconvenienti?

— Ad ogni modo non sarebbe meglio che tutti gli uomini fossero ricchi e stessero bene?

A prima vista può sembrare così, ma la ragione stessa dimostra facilmente essere meglio il contrario. Nella società ci vogliono assolutamente per il suo bene coloro che comandino, quelli che dirigano, quelli che amministrino, quelli che giudichino, quelli che studino, quelli che esercitino le discipline più difficili e più importanti al bene pubblico. E tutti costoro per trovarsi a compiere tali offici oltre all’aver maggior ingegno, maggior scienza, maggior energia, maggior volontà, maggior attività, è pure necessario che abbiano la possibilità e il comodo di compiere i loro uffici dal maggior possedimento dei beni di fortuna. Ma nella stessa società ci vogliono pure di coloro che esercitino le arti servili, che coltivino la terra, che fabbrichino le case, che facciano gli abiti e le calzature, che costruiscano le macchine, che si applichino insomma a tutte quelle cose, che sono indispensabili per il sostentamento, per il commercio, per l’industria dell’uomo. Ora chi si darebbe ad esercitare queste arti, se non fosse costretto da necessità? Nessuno certamente.

— Ma ho inteso dire che se si effettuassero le idee del Socialismo, e cioè se si mettessero tutte le ricchezze in mano dello Stato o del comune, e queste poi si distribuissero in parti eguali fra tutti, allora gli uomini si accorderebbero fra di loro pienamente intorno all’arte, che devono esercitare.

E ciò praticamente ti par possibile? Chi mai allora si adatterà ad esempio a fare il facchino o il lustrascarpe? E quando pure avvenisse per impossibile che tutti si adattassero di comune accordo ad accettare ciascuno l’arte assegnatagli dai capi dello Stato, qual regola si terrebbe nel retribuire il lavoro di ciascuno? Si darebbe forse a tutti un’egual mercede? Ma allora che stimolo ci sarebbe ancora a lavorare e a compiere bene il proprio ufficio o il proprio mestiere? Si darebbe invece la mercede in proporzione dell’arte che si esercita e del lavoro che si compie? Ma allora chi esercita un’arte più nobile e lavora di più, sarà pagato di più, e mettendo egli da parte i suoi risparmi, non tarderà ad accumulare del denaro, ed eccoci da capo con i ricchi e con i poveri come prima. – Adunque tutt’altro che essere contrario alla Divina Provvidenza che vi siano le diverse condizioni dei ricchi e dei poveri, è una sua ammirabile disposizione, per mezzo della quale i poveri, che abbisognano dei ricchi, e i ricchi, che abbisognano dei poveri, si rendono un mutuo e vicendevole servigio e mantengono così l’armonico andamento della società. – E lo è tanto più nell’ordine cristiano in cui Iddio vuole che questa differente condizione serva ai poveri, e ai ricchi per acquistare il loro ultimo fine; ai primi col sopportar con pazienza i disagi della loro condizione, ai secondi con l’impiegar le ricchezze a far quelle buone e sante opere, cui le ricchezze sono necessarie.

— Le sue considerazioni mi hanno ben persuaso. Ho tuttavia ancora delle difficoltà riguardo all’ordinamento sociale. Ella non mi potrà negare che in questo mondo chi fa bene trova male e chi fa male trova bene; il buono, il giusto è sfortunato; l’empio, il malvagio, prospera e trionfa. E questo le par ordinamento saggio?

Amico mio, ritieni anzitutto che la vita dell’uomo non è tutta qui in questo mondo, e che se la giustizia, la bontà di taluni è ora oppressa, trionferà certamente nella vita ventura, mentre invece nella vita ventura sarà punita, ed eternamente, l’empietà dei tristi. Hai posto mente alle volte quando si accordano gli strumenti per una musica? Che confusione! Che frastuono! che strazio alle nostre orecchie! Ma ad un cenno del direttore d’orchestra si fa silenzio e comincia la musica soavissima. Così in questo mondo, che è luogo di preparazione, può parere, ed anche essere, che vi sia questa stonatura dei buoni oppressi e degli empi prosperati. Ma cessata la presente vita questa stonatura sparirà e non vi sarà più che ordine e giustizia trionfante. – E poi, se ben consideri, la prosperità degli empi, più che essere per noi oggetto di invidia, deve farci tremare, perché questa prosperità, lasciando loro facilmente credere che Dio non ci sia o non si occupi di loro, li acceca talmente, che continuando ad operare il male sino al termine della vita si procacciano così sventuratamente la perdizione eterna.

— Tutto ciò va bene, ma non toglie che le cose quaggiù stiano come ho detto.

Mio caro, tu sbagli perché sentenzi senza ponderazione. Fatti invece a considerar meglio le cose, e se vi hanno delle eccezioni, dovrai tuttavia riconoscere che in generale anche quaggiù non manca il bene a chi fa bene, e il male a chi fa male. Fa’ passare innanzi a te tutta la storia sacra e profana, e considera la quotidiana esperienza, e vedrai, che anzitutto la prosperità dei cattivi e l’oppressione dei buoni è per lo più temporanea, e che inoltre mentre l’infelicità dei buoni è temperata dal testimonio della buona coscienza e dalla benedizione del Signore, fonte di rassegnazione, di pace e persino di gaudio, la prosperità degli empi, quando non è colpita da tremende sventure, dalla fame, dalla miseria, dalla vergogna, dalle malattie, dalle condanne, dalle prigionie, è amareggiata internamente da angosce, da rimorsi, da strazi, da rabbie, da tristezze, da affanni, da tormenti inenarrabili. Eh! caro mio, ha detto bene il Metastasio:

Se a ciascun l’interno affanno

Si leggesse in fronte scritto,

Quanti mai che invidia fanno

Ci farebbero pietà!

Si vedria che i lor nemici

Hanno in seno e che consiste

Nel parere a noi felici

Ogni lor felicità.

No, non dire che i malvagi sono prosperati. Iddio è giusto; e se pur non punisce tutte le umane malvagità nella vita presente, perché non vuol togliere a noi la fede dovuta alla vita avvenire, non di rado tuttavia anche qui fa palese la sua tremenda giustizia.

— Ma non sarebbe meglio che Iddio punisse subito certi malfattori, certi profanatori sacrileghi, certi acerrimi nemici e persecutori della Chiesa?

E se Iddio punisse subito, anche a noi accade di offenderlo, dimmi, saremmo noi ancora in vita! Del resto Iddio, essendo eterno non ha premura, ed essendo sapientissimo sa cogliere il momento giusto anche per punire. Aggiungi che talora, per punire gli empi subito, come vorresti tu, dovrebbe mandare dei castighi che colpirebbero anche i buoni. Se ad esempio Dio dovesse fulminare un figlio scellerato, non cagionerebbe così un immenso dolore anche alla sua povera Madre? Se Iddio dovesse mandare un terremoto a punire un paese, dove i più sono malvagi, a meno di qualche miracolo, non dovrebbero sopportarne le conseguenze anche i buoni! E poi… anche gli uomini più scellerati che vi sono al mondo, qualche po’ di bene lo fanno sempre. – E Iddio non vuole lasciare questo po’ di bene senza ricompensa, epperò per intanto risparmia a quei scellerati la vita. Soprattutto poi, Iddio tardando a punire vuol far risplendere la sua misericordia nel dare spazio di penitenza anche all’uomo più empio, e la sua bontà verso i buoni dando loro in tal guisa occasione di esercitare meglio la fede e le altre cristiane virtù e di ripararlo degli oltraggi, che riceve dai malvagi, con atti di pietà e di religione.

— Ho compreso. E grazie.

IL CATECHISMO DI BALTIMORA 3 (VI) – Lez. 17-19

IL CATECHISMO DI BALTIMORA 3 (VI) – Lez. 17-19

[Dal terzo Concilio generale di Baltimora

Versione 1891]

LEZIONE 17 –

SUL SACRAMENTO DELLA PENITENZA

721. Che cos’è il Sacramento della Penitenza?

R. La Penitenza è un Sacramento in cui vengono perdonati i peccati commessi dopo il Battesimo.

D  722. La parola Penitenza ha qualche altro significato?

R. La parola Penitenza ha altri significati. Significa anche quelle punizioni che infliggiamo a noi stessi come mezzo per espiare i nostri peccati passati; significa anche quella disposizione del cuore per cui detestiamo e piangiamo i nostri peccati perché erano offesa a Dio.

D. 723. In che modo l’istituzione del Sacramento della Penitenza mostra la bontà di Nostro Signore?

R. L’istituzione del Sacramento della Penitenza mostra la bontà di nostro Signore, perché avendoci già una volta salvati attraverso il Battesimo, avrebbe potuto lasciarci perire nel commettere di nuovamente il peccato.

D. 724. Quali sono i benefici naturali del Sacramento della Penitenza?

R. I benefici naturali del Sacramento della Penitenza sono: ci fa trovare nel nostro confessore un vero amico, dal quale possiamo recarci in tutte le nostre prove, al quale possiamo confidare i nostri segreti con la speranza di ottenerne consigli e sollievo.

D. 725. In che modo il Sacramento della penitenza rimette il peccato e restituisce all’anima l’amicizia di Dio?

R. Il Sacramento della penitenza rimette il peccato e ripristina l’amicizia di Dio con l’anima mediante l’assoluzione del Sacerdote.

D. 726. Che cos’è l’assoluzione?

R. L’assoluzione è la forma di preghiera o di parole che il Sacerdote pronuncia su di noi con la mano alzata quando perdona i peccati confessati. Viene data mentre stiamo dicendo l’atto di contrizione dopo aver ricevuto la nostra penitenza.

D. 727. Il sacerdote rifiuta mai l’assoluzione a un penitente?

R. Il sacerdote deve rifiutaRE l’assoluzione a un penitente quando pensa che il penitente stesso non sia disposto per il Sacramento. A volte posticipa l’assoluzione fino alla successiva confessione, sia per il bene del penitente sia per una migliore preparazione, specialmente quando la persona è da molto tempo lontana dalla confessione.

D. 728. Che cosa dovrebbe fare una persona quando il sacerdote ha rifiutato o rinviato l’assoluzione?

R. Quando il sacerdote ha rifiutato o rinviato l’assoluzione, il penitente deve umilmente sottomettersi alla sua decisione, seguire le sue istruzioni e sforzarsi di rimuovere qualunque cosa impedisca il conferimento dell’assoluzione e ritornare allo stesso confessore con le disposizioni e la risoluzione necessarie dell’emendamento.

D. 729. Il Sacerdote può perdonare tutti i peccati nel Sacramento della Penitenza?

R. Il sacerdote ha il potere di perdonare tutti i peccati nel Sacramento della Penitenza, ma potrebbe non avere l’autorità di perdonare a tutti. Per perdonare i peccati validamente nel Sacramento della Penitenza, sono necessarie due cose:
1. Il potere di perdonare i peccati che ogni sacerdote riceve alla sua ordinazione, e
2. Il diritto di usare quel potere che deve essere dato dal Vescovo, che autorizza il sacerdote ad ascoltare le confessioni e ad esprimere un giudizio sui peccati.

D. 730. Quali sono i peccati che il Sacerdote non ha autorità per assolvere?

R. I peccati che il Sacerdote non ha autorità di assolvere, sono chiamati peccati riservati. L’assoluzione da questi peccati può essere ottenuta solo dal Vescovo, e talvolta solo dal Papa, o dal suo speciale delegato. Le persone che hanno un peccato riservato da confessare, non possono essere assolte da nessuno dei loro peccati fino a quando il sacerdote non riceva facoltà o autorità per assolvere anche il peccato riservato.

D. 731. Perché l’assoluzione da alcuni peccati è riservata al Papa o al Vescovo?

D. L’assoluzione da alcuni peccati è riservata al Papa o al Vescovo per scoraggiare o impedire, con questa speciale restrizione, alle persone di commetterli, sia per la enormità del peccato stesso, sia per le sue cattive conseguenze.

D. 732. Può un prete assolvere una persona in pericolo di morte da peccati riservati senza il permesso del Vescovo?

R. Ogni Sacerdote può assolvere una persona in pericolo di morte da peccati riservati senza il permesso del Vescovo, perché nell’ora della morte la Chiesa rimuove queste restrizioni per salvare, se possibile, l’anima dei morenti.

D. 733. Come sappiamo che il Sacerdote ha il potere di assolvere dai peccati commessi dopo il Battesimo?

R. Sappiamo che il Sacerdote ha il potere di assolvere dai peccati commessi dopo il Battesimo, perché Gesù Cristo concesse quel potere ai Sacerdoti della Sua Chiesa quando disse: “Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati che perdonerete, saranni rimessi, a chi non li perdonerete, saranno ritenuti “.

D. 734. Come sappiamo che Nostro Signore, mentre era sulla terra, aveva il potere di perdonare i peccati?

R. Sappiamo che Nostro Signore, mentre era sulla terra, aveva il potere di perdonare i peccati:
1. Perché era sempre Dio, e;

2. Perché ha spesso perdonato i peccati e ha dimostrato il loro perdono con miracoli. Poiché ha avuto il potere Egli stesso, ha potuto darlo ai suoi Apostoli.

D. 735. Il potere di perdonare i peccati è stato dato solo agli Apostoli?

R. Il potere di perdonare i peccati non è stato dato solo agli Apostoli, perché non è stato dato per il beneficio meramente di quelli che vivevano al tempo degli Apostoli, ma a tutti coloro che, dopo aver gravemente peccato, dopo il battesimo, avrebbero avuto bisogno del perdono. Poiché, quindi, il Battesimo sarà dato fino alla fine dei tempi, e poiché il pericolo di peccare dopo di esso rimane sempre, deve rimanere nella Chiesa fino alla fine dei tempi anche il potere di assolvere tali peccati.

D. 736. Quando fu istituito il Sacramento della Penitenza?

R. Il Sacramento della Penitenza fu istituito dopo la Risurrezione di Nostro Signore, quando diede ai suoi Apostoli il potere di perdonare i peccati, che Egli aveva promesso loro prima della Sua morte.

D. 737. I nemici della nostra religione sono nel giusto quando dicono che l’uomo non possa perdonare i peccati?

R. I nemici della nostra Religione hanno ragione quando dicono che l’uomo non può perdonare i peccati se intendono dire che non può perdonarli con la sua propria potenza, ma sono certamente in errore se vogliono dire che non può perdonarli nemmeno con il potere datogli da Dio, poiché l’uomo può fare qualsiasi cosa se Dio gli dà il potere. Il sacerdote non perdona i peccati con il suo potere di uomo, ma con l’autorità che riceve come ministro di Dio.

D. 738. In che modo i Sacerdoti della Chiesa esercitano il potere di perdonare i peccati?

R. I Sacerdoti della Chiesa esercitano il potere di perdonare i peccati ascoltando la confessione dei peccati e concedendo loro il perdono come ministri di Dio e nel suo nome.

D. 739. In che modo il potere di perdonare i peccati implica l’obbligo di andare alla confessione?

R. Il potere di perdonare i peccati implica l’obbligo di confessarsi, perché di solito i peccati vengono commessi segretamente, ed il Sacerdote non potrebbe mai sapere quali peccati perdonare e cosa non perdonare, a meno che i peccati commessi non siano stati resi noti a lui dalle persone colpevoli.

D. 740. Potrebbe Dio non perdonare i nostri peccati se li abbiamo confessati a Lui in segreto?

R. Certamente, Dio potrebbe perdonare i nostri peccati se li abbiamo confessati a Lui in segreto, ma non ha promesso di farlo; mentre Egli ha promesso di perdonarli se li confessiamo ai suoi Sacerdoti. Poiché è libero di perdonare o di non perdonare, ha il diritto di stabilire pure un Sacramento attraverso il quale solo Lui perdonerà.

D. 741. Che cosa dobbiamo fare per ricevere degnamente il Sacramento della Penitenza?

R. Per ricevere degnamente il Sacramento della Penitenza dobbiamo fare cinque cose:
1. Dobbiamo esaminare la nostra coscienza.

2. Dobbiamo avere dolore per i nostri peccati.

3. Dobbiamo prendere la ferma decisione di non offendere mai più Dio.

4. Dobbiamo confessare i nostri peccati al Sacerdote.

5. Dobbiamo accettare la penitenza che il Sacerdote ci assegna.

D. 742. Per cosa dovremmo pregare, nel prepararci alla confessione?

R. Nel prepararci per la confessione dovremmo pregare lo Spirito Santo di: darci luce per conoscere i nostri peccati e comprenderne la gravità; darci la grazia di detestarli, il coraggio di confessarli e la forza di mantenere ferme le nostre risoluzioni.

D. 743. Quali errori molti commettono nel prepararsi alla Confessione?

R. Nella preparazione alla confessione molti commettono i seguenti errori:

– Di dare troppo tempo all’esame di coscienza e poco o nulla per eccitarsi al vero dolore per i peccati scoperti;

– Di cercare di ricordare ogni circostanza poco significativa, invece di pensare ai mezzi con cui evitere i loro peccati per il futuro.

D. 744. Qual è, allora, la parte più importante della preparazione alla Confessione?

R. La parte più importante della preparazione alla Confessione è il sincero dolore per i peccati commessi, e la ferma determinazione di evitarli per il futuro.

D. 745. Qual è la ragione principale per cui le nostre Confessioni non modificano sempre il nostro modo di vivere?

R. La ragione principale per cui le nostre Confessioni non sempre modificano il nostro modo di vivere è la nostra mancanza di preparazione sincera, ed il fatto che non ci siamo davvero convinti del bisogno di un emendamento. Spesso confessiamo i nostri peccati più per abitudine, necessità o paura, piuttosto che per il vero desiderio di ricevere la grazia e di essere restituiti all’amicizia di Dio.

D. 746. Quali errori devono essere evitati nel fare la nostra confessione?

R. Nel fare la nostra confessione dobbiamo evitare:

– Raccontare dettagli inutili, i peccati degli altri o il nome di qualsiasi persona;

– Confessare i peccati che non siamo sicuri di aver commesso; esagerare i nostri peccati o il loro numero; moltiplicare il numero di volte al giorno per il numero di giorni per ottenere il numero esatto di peccati abituali;

– Dare una risposta vaga, come “a volte”, quando viene chiesto quanto spesso; aspettando che ogni peccato venga chiesto per la volta successiva;

– Dissimulando i peccati attraverso la finta modestia e ritardando così i sacerdoti e gli altri in attesa; dire le parole esatte di ciascuna volta, quando abbiamo commesso più peccati dello stesso tipo, imprecando, per esempio; e, infine, lasciando il confessionale prima che il prete ci dia un cenno per andare via.

D. 747. È sbagliato andare alla Confessione senza attendere il proprio turno e contro la volontà degli altri che aspettano?

R. È sbagliato confessarsi a nostra volta contro la volontà degli altri che aspettano con noi, perché

– Si causa disordine, litigi e comportamenti scandalosi nella Chiesa;

– È ingiusto, fa arrabbiare gli altri e riduce le loro buone disposizioni per la confessione;

– Infastidisce e distrae il Sacerdote dalla confusione e dal disordine che crea. È meglio aspettare piuttosto che andare alla confessione in modo eccitato e disordinato.

D. 748. Che cosa dovrebbe fare un penitente che sa di non poter eseguire la penitenza data?

R. Un penitente che sa di non poter eseguire la penitenza data dovrebbe chiederne al sacerdote un’altra che può invece eseguire. Quando dimentichiamo la penitenza data, dobbiamo chiederne una nuova, perché non possiamo adempiere al nostro dovere di far penitenza. La penitenza deve essere eseguita al momento e nel modo in cui il confessore indica.

D. 749. Casa è l’esame di coscienza?

R. L’esame di coscienza è uno sforzo sincero per richiamare alla mente tutti i peccati che abbiamo commesso dalla nostra ultima degna confessione.

D. 750. Quando è degna la nostra confessione?

R. La nostra confessione è degna quando abbiamo fatto tutto ciò che è necessario per una buona confessione, e quando, attraverso l’assoluzione, i nostri peccati vengono veramente perdonati.

D. 751. Come possiamo fare per un buon esame di coscienza?

R. Possiamo fare un buon esame di coscienza richiamando alla memoria i comandamenti di Dio, i precetti della Chiesa, i sette peccati capitali e i doveri particolari del nostro stato nella vita, onde scoprire i peccati che abbiamo commesso.

D. 752. Cosa dovremmo fare prima di iniziare l’esame di coscienza?

R Prima di iniziare l’esame di coscienza dovremmo pregare Dio di darci luce per conoscere i nostri peccati e la grazia di detestarli.

LEZIONE 18 –

LA CONTRIZIONE

D. 753. Che cos’è la contrizione, o dolore per il peccato?

R. La contrizione, o dolore per il peccato, è un odio per il peccato ed un vero dolore dell’anima per aver offeso Dio, con il fermo proposito di non peccare più.

D. 754. Si faccia un esempio di come dovremmo odiare ed evitare il peccato.

R. Dovremmo odiare ed evitare il peccato come si odia e si evita un veleno che ha causato quasi la morte. Anche se non possiamo addolorarci per la morte della nostra anima come facciamo per la morte di un amico, eppure il nostro dolore può essere vero;perché la tristezza per il peccato deriva più dalla nostra ragione che dai nostri sentimenti.

D. 755. Che tipo di dolore dovremmo avere per i nostri peccati?

R. Il dolore che dovremmo avere per i nostri peccati dovrebbe essere interiore, soprannaturale, universale e sovrano.

D. 756. Cosa si intende dicendo che il nostro dolore dovrebbe essere interiore?

R. Quando si dice che il nostro dolore dovrebbe essere interiore, si vuole dire che esso dovrebbe provenire dal cuore, e non solo dalle labbra.

D. 757. Cosa si intende dicendo che il nostro dolore dovrebbe essere soprannaturale?

R. Quando si dice che il nostro dolore dovrebbe essere soprannaturale, si vuole dire che esso dovrebbe essere spinto dalla grazia di Dio ed eccitato da motivi che scaturiscono dalla fede, e non da motivazioni meramente naturali.

D. 758. Che cosa si intende per “motivi che scaturiscono dalla fede” e per “motivi puramente naturali” riguardo al dolore per il peccato?

R. Per “dolore per il peccato”, da “motivi che scaturiscono dalla fede”, intendiamo il dolore per le ragioni che Dio ci ha fatto conoscere, come la perdita del paradiso, la paura dell’inferno o del purgatorio, o il terrore delle afflizioni che provengono da Dio nella punizione per il peccato.Per “motivi puramente naturali” intendiamo il dispiacere per motivi resi noti dalla nostra esperienza personale o dall’esperienza di altri, come la perdita di carattere, di beni o della salute.Un movente è ciò che muove la nostra volontà di fare o di evitare qualsiasi cosa.

D. 759. Che cosa si vuole dire dicendo che il nostro dolore dovrebbe essere universale?

R. Quando si dice che il nostro dolore dovrebbe essere universale, si vuole dire che dovremmo essere dispiaciuti per tutti i nostri peccati mortali, senza eccezione alcuna.

D. 760. Perché alcuni dei nostri peccati mortali non possono essere perdonati se invece altri rimangono nelle nostre anime?

R. È impossibile che alcuni dei nostri peccati mortali siano perdonati senza che anche tutti gli altri lo siano, perché come la luce e l’oscurità non possono stare insieme nello stesso luogo, così la grazia santificante ed il peccato mortale non possono dimorare insieme.Se c’è la grazia nell’anima, non può esserci il peccato mortale, e se vi è un peccato mortale, non può esserci la grazia, poiché un peccato mortale espelle ogni grazia.

D. 761. Che cosa si intende quando si dice che il nostro dolore dovrebbe essere sovrano?

R. Quando si dice che il nostro dolore dovrebbe essere sovrano, si vuole dire che dovremmo addolorarci di più per aver offeso Dio, che non per qualsiasi altro male che possa capitarci.

D. 762. Perché dovremmo essere dispiaciuti per i nostri peccati?

R. Dovremmo essere dispiaciuti per i nostri peccati, perché il peccato è il più grande dei mali ed è un’offesa contro Dio, nostro Creatore, Conservatore e Redentore, perché ci chiude il cielo e ci condanna alle eterne pene dell’inferno.

D. 763. Come si dimostra che il peccato è il più grande di tutti i mali?

R. Si dimostra che il peccato è il più grande dei mali, considerando che i suoi effetti durano più a lungo e hanno le conseguenze più terribili.Tutte le disgrazie di questo mondo possono durare solo per un certo tempo, e noi li sfuggiamo tutte alla morte, mentre i mali causati dal peccato rimangono con noi per tutta l’eternità, e sono solo aumentati con la morte.

D. 764. Quanti tipi di contrizione ci sono?

R. Ci sono due tipi di contrizione: la contrizione perfetta e la contrizione imperfetta.

D. 765. Che cos’è la contrizione perfetta?

R. La contrizione perfetta è quella che ci riempie di dolore e suscita odio per il peccato, perché offende Dio, che è infinitamente buono in se stesso e degno di ogni amore.

D. 766. Quando la contrizione perfetta può ottenere il perdono del peccato mortale senza il Sacramento della Penitenza?

R. La contrizione perfetta può ottenere il perdono del peccato mortale senza il Sacramento della Penitenza, quando non è possibile andare alla Confessione; ma con la contrizione perfetta dobbiamo comunque avere l’intenzione di confessarci il prima possibile, appena ne avremo l’opportunità.

D. 767. Che cos’è la contrizione imperfetta?

R. La contrizione imperfetta è quella con cui si odia ciò che offende Dio, solo perché con esso perdiamo il paradiso e meritiamo l’inferno;oppure perché il peccato è così odioso in se stesso.

D. 768. Quale altro nome è dato alla contrizione imperfetta e perché si chiama imperfetta?

R. La contrizione imperfetta è chiamata attrizione.Si chiama imperfetta solo perché è meno perfetta del grado più alto che è la contrizione, con la quale ci si dispiace per il peccato per puro amore verso la bontà di Dio, e senza alcuna considerazione per quanto ci può colpire.

D. 769. La contrizione imperfetta è sufficiente per una degna confessione?

R. La contrizione imperfetta è sufficiente per una degna confessione, ma dovremmo sforzarci sempre di avere una contrizione perfetta.

D. 770. Cosa intendi per: fermo proposito di non peccare più?

R. Con un fermo proposito di non peccare si intende una risoluta determinazione non solo ad evitare ogni peccato mortale, ma anche le sue occasioni prossime.

D. 771 Cosa si intende per occasioni prossime di peccato?

R. Per occasioni prossime di peccato, si intende tutte le persone, i luoghi e le cose che possono facilmente indurci nel peccato.

D. 772. Perché siamo tenuti ad evitare le occasioni di peccato?

R. Siamo obbligati ad evitare occasioni di peccato perché Nostro Signore ha detto: “Chi ama il pericolo perirà in esso”;e poiché siamo tenuti ad evitare la perdita delle nostre anime, siamo quindi tenuti ad evitare il pericolo della loro perdita.L’occasione è la causa del peccato, e non si può togliere il male senza rimuovere la sua causa.

D. 773. Una persona che sia determinata ad evitare il peccato, ma non sia disposta a rinunciare alla sua occasione prossima quando è possibile farlo, è giustamente disposta per la confessione?

R. Una persona che sia determinata ad evitare il peccato, ma che non sia disposta a rinunciare alla sua occasione prossima, quando è possibile farlo, non è giustamente disposta a confessarsi, e non sarà assolta se farà conoscere al Sacerdote il vero stato della sua coscienza.

D. 774. Quanti tipi di occasioni di peccato ci sono?

R. Esistono quattro tipi di occasioni di peccato:

– Occasioni prossime, attraverso le quali cadiamo sempre;

– Occasioni remote, attraverso le quali  cadiamo solo a volte;

– Le occasioni volontarie o quelle che possiamo evitare; e …

– Le occasioni involontarie o quelle che non possiamo evitare.

Una persona che vive in un’occasione prossima e volontaria di peccato, non può aspettarsi il perdono restando in questo stato.

D. 775. Quali persone, luoghi e cose sono di solito occasioni di peccato?

R. 1. Le persone che sono occasioni di peccato sono tutti coloro con cui pecchiamo, siano essi sempre malvagi, o cattivi solo in nostra compagnia, nel qual caso diventiamo pure occasione di peccato per loro;

– I luoghi sono di solito locande, bar, pub, rappresentazioni teatrali scadenti, danze indecenti, ricevimenti, luoghi di divertimenti, mostre e tutti i circoli immorali di qualsiasi tipo, indipendentemente dall’essere peccaminosi o meno;

– Altre cose, come libri cattivi, immagini indecenti, canzoni, barzellette e simili, anche se tollerati dall’opinione pubblica e in ritrovi pubblici.

LEZIONE 19 –

SULLA CONFESSIONE

D. 776. Che cos’è la Confessione?

R. La Confessione è il racconto dei nostri peccati ad un Sacerdote debitamente autorizzato, allo scopo di ottenere il perdono.

D.777. Chi è un Sacerdote debitamente autorizzato?

  1. Un Sacerdote debitamente autorizzato è uno inviato per ascoltare le confessioni dal legittimo Vescovo della Diocesi in cui siamo al momento della nostra confessione.

778. È permesso scrivere i nostri peccati e leggerli al prete nel confessionale o darglieli da leggere?

È permesso, quando necessario, scrivere i nostri peccati e leggerli al prete, come fanno le persone che hanno quasi perso la memoria. È anche permesso di consegnare la carta al sacerdote, come fanno le persone che hanno perso l’uso del loro modo di parlare. In tali casi il documento deve, dopo la confessione, essere accuratamente distrutto dal Sacerdote o dal penitente.

D.779. Che cosa si deve fare quando le persone devono fare la loro Confessione e non possono trovare un prete che capisca la loro lingua?

  1. Le persone che devono fare la loro confessione e che non riescono a trovare un prete che capisca la loro lingua, devono confessare come meglio possono con alcuni segni, mostrando quali peccati desiderano confessare e come sono dispiaciuti per loro.
  2. 780. Quali peccati siamo tenuti a confessare?
  3. Siamo obbligati a confessare tutti i nostri peccati mortali, ma è bene anche confessare i nostri peccati veniali.

D. 781. Perché è bene confessare anche i peccati veniali che ricordiamo?

R. È bene confessare anche i peccati veniali che ricordiamo:

(1) Perché questo dimostra il nostro odio per tutti i peccati, e

(2) Perché a volte è difficile determinare quando un peccato sia veniale e quando sia mortale.

D. 782. Che cosa si dovrebbe fare chi ha solo peccati veniali da confessare?

R. Chi ha solo peccati veniali da confessare dovrebbe dire anche qualche peccato già confessato nella sua vita in passato, per cui sa di essere veramente dispiaciuto; perché non è facile essere veramente dispiaciuti per i piccoli peccati e le imperfezioni, eppure dobbiamo essere dispiaciuti per i peccati confessati, affinché la nostra confessione possa essere valida – quindi aggiungiamo un peccato passato del quale siamo veramente dispiaciuti per quelli dei quali potremmo non essere abbastanza dispiaciuti.

D. 783. Una persona dovrebbe astenersi dalla confessione se crede di non avere alcun peccato da confessare?

R. Una persona non dovrebbe astenersi dalla confessione solo perché crede di non avere alcun peccato da confessare; infatti il Sacramento della Penitenza, oltre a perdonare il peccato, dà un aumento di grazia santificante, e di questo abbiamo sempre bisogno, specialmente per resistere alle tentazioni. I santi, che erano quasi senza imperfezione, andavano spesso a confessarsi.

D. 784. Una persona dovrebbe comunicarsi dopo la Confessione anche quando il confessore non gli propone di andare?

R. Una persona dovrebbe andare alla Comunione dopo la Confessione anche quando il confessore non gli propone di andare, perché il confessore intende così, salvo che non vieti positivamente al penitente di ricevere la Comunione. Tuttavia, chi non ha ancora ricevuto la sua prima Comunione non dovrebbe andare alla Comunione dopo la Confessione, anche se il confessore per errore dovesse dargli la possibilità di andare.

D. 785. Quali sono le qualità principali di una buona Confessione?

R. Le qualità principali di una buona Confessione sono tre; essa deve essere: umile, sincera e completa.

D. 786. Quando la nostra Confessione è umile?

R. La nostra Confessione è umile quando ci accusiamo dei nostri peccati, con un profondo senso di vergogna e di dolore per aver offeso Dio.

D. 787. Quando la nostra Confessione è sincera?

R. La nostra Confessione è sincera quando diciamo i nostri peccati con onestà e verità, né esagerandoli né scusandoli.

D. 788. Perché è sbagliato accusarci di peccati che non abbiamo commesso?

R. È sbagliato accusarci di peccati che non abbiamo commesso, perché, facendo così, il Sacerdote non può conoscere il vero stato delle nostre anime, come deve fare prima di darci l’assoluzione.

D. 789. Quando la nostra Confessione è completa?

R. La nostra Confessione è completa quando diciamo il numero e il tipo dei nostri peccati e le circostanze che cambiano la loro natura.

D. 790. Che cosa si intende per “tipi di peccato?”

R. Per “tipi di peccato” intendiamo la particolare divisione o classe alla quale appartengono i peccati; cioè, se sono peccati di blasfemia, disobbedienza, rabbia, impurità, disonestà, ecc. Possiamo determinare il tipo di peccato scoprendo il comandamento o il precetto della Chiesa che abbiamo infranto o la virtù contro cui abbiamo agito.

D. 791. Che cosa intendiamo per “circostanze che cambiano la natura dei peccati?”

R. Per “circostanze che cambiano la natura dei peccati” intendiamo qualsiasi cosa che renda il peccato di un altro tipo. Quindi rubare è un peccato, ma rubare dalla Chiesa rende sacrilego il nostro furto. Ed ancora, le azioni impure sono peccati, ma una persona deve dire se è stato commesso da solo o con altri, con parenti o estranei, con persone sposate o libere, ecc., Perché queste circostanze cambiano un tipo di impurità in un altro.

D. 792. Cosa dovremmo fare se non riusciamo a ricordare il numero dei nostri peccati?

R. Se non riusciamo a ricordare il numero dei nostri peccati, dovremmo dire il numero più approssimativo possibile, e dire quante volte potremmo aver peccato in un giorno, una settimana o un mese, e per quanto tempo è durata l’abitudine o la pratica.

D. 793. La nostra Confessione è degna se, senza colpa nostra, dimentichiamo di confessare un peccato mortale?

R. Se senza colpa nostra dimentichiamo di confessare un peccato mortale, la nostra Confessione è degna, e il peccato è perdonato; ma deve essere detto in Confessione se ci torna in mente.

D. 794. Può una persona che ha dimenticato di dire un peccato mortale in Confessione andare alla Santa Comunione prima di andare nuovamente a confessarsi?

Una persona che ha dimenticato di dire un peccato mortale in confessione può andare alla Comunione prima di andare nuovamente alla Confessione, perché il peccato dimenticato è stato perdonato con quelli confessati, e la confessione era buona e degna.

D. 795. È un’offesa grave nascondere intenzionalmente un peccato mortale in Confessione?

R. È un’offesa grave nascondere intenzionalmente un peccato mortale in Confessione, perché in tal modo diciamo una menzogna allo Spirito Santo, e rendiamo la nostra Confessione senza valore.

D. 796. Perché nascondere un peccato è dire una bugia allo Spirito Santo?

R. Nascondere un peccato significa mentire allo Spirito Santo, perché colui che nasconde il peccato dichiara in confessione a Dio e al Sacerdote che non ha commesso peccati, mentre lo Spirito Santo, lo Spirito di verità, lo ha visto commettere il peccato che ora nasconde e lo vede ancora nella sua anima mentre lo nega.

D. 797. Perché è sciocco nascondere i peccati in confessione?

R. È sciocco nascondere i peccati in confessione:

– Perché in tal modo peggioriamo la nostra condizione spirituale;

– Dobbiamo riferire ogni peccato se speriamo di essere salvati;

– Essi saranno resi noti nel giorno del giudizio, davanti al mondo, se li nascondiamo ora e non li confessiamo.

D. 798. Che cosa deve fare chi ha volontariamente nascosto un peccato mortale in Confessione?

R. Colui che ha volontariamente nascosto un peccato mortale in Confessione, non deve solo confessarlo, ma deve anche ripetere tutti i peccati che ha commesso dalla sua ultima Confessione degna.

D. 799. Chi ha ostinatamente nascosto un peccato mortale in confessione, cosa deve fare oltre che ripetere i peccati commessi dopo la sua ultima degna confessione?

R. Chi volontariamente ha nascosto un peccato mortale in confessione deve, oltre a ripetere tutti i peccati che ha commesso dalla sua ultima degna confessione, dire anche quante volte ha ricevuto indegnamente l’assoluzione ed eventualmente la Santa Comunione.

D. 800. Perché il prete ci dà una penitenza dopo la Confessione?

R. Il Sacerdote ci dà una penitenza dopo la Confessione, affinché possiamo soddisfare Dio per la punizione temporale dovuta ai nostri peccati.

D. 801. Perché dovremmo soddisfare i nostri peccati se Cristo ha pienamente soddisfatto per essi?

R. Cristo ha pienamente soddisfatto per i nostri peccati e dopo il nostro Battesimo siamo stati liberi da ogni colpa e non abbiamo dovuto fare alcuna soddisfazione. Ma quando abbiamo intenzionalmente peccato dopo il Battesimo, è allora che siamo obbligati a dare qualche soddisfazione.

D. 802. La leggera penitenza che il Sacerdote ci dà ci basta per soddisfare tutti i peccati confessati?

R. La leggera penitenza che il Sacerdote ci dà non è sufficiente a soddisfare per tutti i peccati confessati:

– Perché non c’è vera uguaglianza tra la leggera penitenza data e la punizione meritata per il peccato;

– Perché siamo tutti obbligati a fare penitenza per i peccati commessi, e questo non sarebbe necessario se la penitenza data in confessione fosse soddisfacente per tutti. La penitenza è data e accettata nella Confessione principalmente per dimostrare la nostra volontà di far penitenza e di fare ammenda per i nostri peccati.

D. 803. Il Sacramento della Penitenza non rimette tutte le pene dovute al peccato?

R. Il Sacramento della Penitenza rimette la punizione eterna dovuta al peccato, ma non sempre rimette la punizione temporale che Dio richiede come soddisfazione per i nostri peccati.

D. 804. Perché Dio richiede una punizione temporale come soddisfazione per il peccato?

R. Dio richiede una punizione temporale come soddisfazione per il peccato per insegnarci il grande male del peccato e per impedirci di ricadere.

D. 805. Quali sono i principali mezzi con cui soddisfiamo Dio per la punizione temporale dovuta al peccato?

R. I principali mezzi con cui soddisfiamo Dio per la punizione temporale dovuta al peccato sono: la preghiera, il digiuno, l’elemosina; tutte le opere di misericordia spirituale e corporale e la paziente sofferenza dei mali della vita.

D. 806. Quale digiuno ha il merito più grande?

R. Il digiuno imposto dalla Chiesa in certi giorni dell’anno, e in particolare durante la Quaresima, ha il merito più grande.

D. 807. Che cos’è la quaresima?

R. Quaresima sono i quaranta giorni prima della domenica di Pasqua, durante la quale facciamo penitenza, digiuniamo e preghiamo per prepararci alla Risurrezione di Nostro Signore; e anche per ricordarci del Suo digiuno di quaranta giorni prima della Sua Passione.

D. 808. Che cosa intendiamo per “elemosina”?

R. Per elemosina intendiamo denaro, beni o assistenza dati ai poveri o per scopi caritatevoli. La legge di Dio richiede a tutte le persone di fare l’elemosina in proporzione ai loro mezzi.

D. 809. Quali “mali della vita” aiutano a soddisfare Dio per il peccato?

R. I mali della vita che aiutano a soddisfare Dio per il peccato sono la malattia, la povertà, la sventura, la prova, l’afflizione, ecc., specialmente quando non li abbiamo portati su di noi con il peccato.

D. 810. Come facevano i Penitenti i Cristiani nelle prime ere della Chiesa?

R. I Cristiani nelle prime ere della Chiesa facevano penitenza pubblica, specialmente per i peccati dei quali cui erano colpevoli e pubblicamente noti. I penitenti venivano esclusi per un certo tempo dalla Messa o dal Sacramento, e alcuni furono obbligati a rimanere alla porta della Chiesa mendicando le preghiere di coloro che entravano.

D. 811. Come si chiamavano queste severe Penitenze della prima età della Chiesa?

R. Queste severe penitenze delle prime età della Chiesa furono chiamate penitenze canoniche, perché la loro specie e durata erano regolate dai canoni o dalle leggi della Chiesa.

D. 812. Come possiamo discernere le opere di misericordia spirituali, da quelle corporali?

R. Possiamo distinguere le opere di misericordia spirituali da quelle corporali, perché tutto ciò che facciamo per l’anima è un’opera spirituale, e qualsiasi cosa facciamo per il corpo è un’opera corporale.

D. 813. Quali sono le principali opere di misericordia spirituali?

R. Le principali opere di misericordia spirituali sono sette: ammonire i peccatori, istruire gli ignoranti, consigliare i dubbiosi, confortare gli afflitti, sopportare i torti con pazienza, perdonare tutte le offese e pregare per i vivi e i morti .

D. 814. Quando siamo obbligati ad ammonire il peccatore?

R. Siamo tenuti ad ammonire il peccatore quando sono soddisfatte le seguenti condizioni:
1. Quando la sua colpa è un peccato mortale;

2. quando abbiamo autorità o influenza su di lui, e

3. quando c’è motivo di credere che il nostro avvertimento non lo farà peggiorare invece che migliorarlo.

D. 815. Chi sono gli “ignoranti” che intendiamo istruire, e i “dubbiosi” che dobbiamo consigliare?

R. Per gli ignoranti che dobbiamo istruire e per i dubbiosi che dobbiamo consigliare, si intendono quelle persone che ignorano in particolare le verità della religione e coloro che dubitano delle questioni di fede. Dobbiamo aiutare tali persone quanto più possibile per poter conoscere e credere alle verità necessarie per la salvezza.

D. 816. Perché ci viene consigliato di sopportare con tanta pazienza e di perdonare tutte le offese?

R. Ci è consigliato di sopportare pazientemente i torti e di perdonare tutte le offese, perché, essendo Cristiani, dovremmo imitare l’esempio del nostro divino Signore, che ha sopportato ogni torto con pazienza e che non solo ha perdonato, ma ha pregato per coloro che lo hanno offeso.

D. 817. Se, quindi, è una virtù Cristiana perdonare tutti le offese, perché i Cristiani stabiliscono tribunali e carceri per punire i malfattori?

R. I Cristiani stabiliscono tribunali e carceri per punire i trasgressori, perché la conservazione dell’autorità legale, il buon ordine nella società, la protezione degli altri, e talvolta anche il bene del colpevole stesso, richiedono che i crimini siano giustamente puniti. Siccome Dio stesso punisce il crimine e poiché l’autorità legale viene da Lui, tale autorità ha il diritto di punire, sebbene le persone dovrebbero perdonare le offese fatte loro personalmente.

D. 818. Perché è un’opera di misericordia pregare per i vivi e i morti?

R. È un’opera di misericordia aiutare coloro che non sono in grado di aiutarsi da soli. I vivi sono esposti alle tentazioni e, mentre sono in peccato mortale, sono privati ​​del merito delle loro buone opere e hanno bisogno delle nostre preghiere. I morti non possono in alcun modo aiutare se stessi e dipendono da noi per essere aiutati.

D. 819. Quali sono le principali opere di misericordia corporale?

R. Le opere di misericordia del caporale sono sette: Dare da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, riscattare i prigionieri, ospitare i forestieri, visitare gli ammalati e seppellire i morti.

D. 820. Come possiamo definire brevemente le opere di misericordia corporale?

R. Possiamo brevemente definire le opere di misericordia corporale dicendo che noi siamo obbligati ad aiutare i poveri in tutte le loro forme di bisogno.

D. 821. In che modo i Cristiani sono aiutati nella pratica delle opere di misericordia?

R. I Cristiani sono aiutati nella pratica delle opere di misericordia attraverso l’istituzione di organismi caritatevoli nei quali comunità religiose di uomini o donne santi svolgono questi doveri per noi, a condizione che forniamo i mezzi necessari con la nostra elemosina e le buone opere.

D. 822. Chi sono i religiosi?

R. I religiosi sono uomini e donne che si sacrificano e che, desiderando seguire più da vicino gli insegnamenti di Nostro Signore, dedicano la loro vita al servizio di Dio e della religione. Vivono insieme in società approvate dalla Chiesa, sotto una regola e sotto guida di un superiore. Mantengono i voti di castità, povertà e obbedienza e dividono il loro tempo tra preghiera e buone opere. Le case in cui dimorano sono chiamate conventi o monasteri, e le società in cui vivono sono chiamate ordini religiosi, comunità o congregazioni.

D. 823. Ci sono comunità religiose di sacerdoti?

R. Ci sono molte comunità religiose di Sacerdoti che, oltre a vivere secondo le leggi generali della Chiesa, come fanno tutti i Sacerdoti, seguono alcune regole stabilite per la loro comunità. Tali Sacerdoti sono chiamati il ​​clero regolare, perché essi vivono secondo delle regole, per distinguerli dai Sacerdoti del clero secolare che vivono nelle loro parrocchie senza una regola speciale. Il lavoro principale del clero regolare è quello di insegnare nei collegi, andare alle missioni e praticare ritiri.

D. 824. Perché ci sono così tante diverse comunità religiose?

R. Ci sono molte diverse comunità religiose:

– Perché tutti i religiosi non sono preparati tutti per uno stesso lavoro, e

– Perché desiderano imitare la vita di Nostro Signore sulla terra nel modo più perfetto possibile; e quando ciascuna comunità prende una delle opere di Cristo e cerca di diventare perfetta in essa, l’unione di tutte le loro opere continua perfettamente, come meglio si può, le opere che Egli ha iniziato sulla terra.

CATECHISMO DI BALTIMORA (VII) – Lez. 20-22

IL CATECHISMO DI BALTIMORA 3 (V) – Lez. 14-16

IL CATECHISMO DI BALTIMORA 3 (V) Lez. 14-16

[Dal terzo Concilio generale di Baltimora

Versione 1891]

LEZIONE 14 –

SUL BATTESIMO

D. 620. Quando fu istituito il Battesimo?

R. Il Battesimo fu istituito, molto probabilmente, nel periodo in cui Nostro Signore fu battezzato da San Giovanni, e il suo ricevimento fu comandato quando dopo la Sua risurrezione Nostro Signore disse ai Suoi Apostoli: “Ogni potere mi è stato dato in cielo e in terra. Andate, dunque, istruite tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo “.

D.621. Che cos’è il Battesimo?

R. Il Battesimo è un Sacramento che ci purifica dal peccato originale, ci rende cristiani, figli di Dio ed eredi del cielo.

D. 622. Quali furono le persone chiamate nelle prime età della Chiesa che venivano istruite e preparate per il Battesimo?

R. Le persone che venivano istruite e preparate per il Battesimo, nelle prime ere della Chiesa, erano chiamate catecumeni e sono frequentemente menzionate nella storia della Chiesa.

623. Quali persone sono chiamate eredi?

R. Tutte le persone che ereditano o entrano legalmente in possesso di proprietà o di beni alla morte di un altro, sono chiamati eredi.

D. 624. Perché, allora, noi siamo eredi di Cristo?

R. Siamo gli eredi di Cristo perché alla Sua morte siamo entrati in possesso dell’amicizia di Dio, della grazia e del diritto di entrare in cielo, purché rispettiamo le condizioni che il Signore ha posto per ottenere questa eredità.

D. 625. Quali condizioni ha posto Nostro Signore per ottenere questa eredità?

R. Le condizioni che il Signore ha posto per ottenere questa eredità sono:

(1) che riceviamo, quando è possibile, i Sacramenti che Egli ha istituito; e

(2) Che crediamo e pratichiamo tutto ciò che Egli ha insegnato.

D. 626. Non è San Giovanni Battista che ha istituito il Sacramento del Battesimo?

R. San Giovanni Battista non ha istituito il Sacramento del Battesimo, poiché Cristo solo poteva istituire un Sacramento. Il battesimo dato da San Giovanni ha avuto l’effetto di un Sacramentale; cioè, di per sé non ha dato la grazia, ma ha preparato la strada per essa.

D. 627. I peccati attuali sono mai stati rimessi dal Battesimo?

R. I peccati effettivi con tutte le pene conseguenti, sono rimessi dal Battesimo, qualora la persona battezzata se ne sia resa colpevole.

D. 628. Affinché i peccati possano essere rimessi dal Battesimo, è necessario dispiacersene?

R. Perché i peccati attuali possano essere rimessi dal Battesimo, è necessario esserne dispiaciuti, esattamente come dobbiamo esserlo quando essi sono rimessi dal Sacramento della Penitenza.

D. 629. Quali pene sono dovute ai peccati reali?

R. Due sono le pene dovute ai peccati reali: una, chiamata l’eterna, è inflitta all’inferno; e l’altra, chiamato temporale, è inflitta in questo mondo o in purgatorio. Il Sacramento della penitenza ci rimette o ci libera dalla punizione eterna e generalmente solo da una parte della temporale. La preghiera, le buone opere e le indulgenze in questo mondo e le sofferenze del purgatorio nella prossima vita, ci rimettono il resto della punizione temporale.

D. 630. Perché c’è una doppia punizione dovuta ai peccati reali?

R. Esista una doppia punizione dovuta ai peccati reali, perché nel commetterli c’è una doppia colpa: (1) insultare Dio allontanandosi da Lui; (2) privarlo dell’onore che Gli si deve, rivolgendosi.

D. 631. È necessario Battesimo è per la salvezza?

R. Il Battesimo è necessario alla salvezza, perché senza di esso non possiamo entrare nel Regno dei cieli.

D. 632. Dove andranno le persone che – come i bambini – non hanno commesso un vero peccato e che, senza colpa loro, muoiono senza il Battesimo?

R. Le persone, come i bambini, che non hanno commesso un vero peccato e che, non per colpa loro, muoiono senza Battesimo, non possono entrare in paradiso; ma è opinione comune che andranno in un posto chiamato Limbo, dove saranno liberi dalla sofferenza, sebbene privati ​​della felicità del cielo.

D. 633. Chi può amministrare il Battesimo?

R. Il sacerdote è il ministro ordinario del Battesimo; ma in caso di necessità chiunque abbia l’uso della ragione può battezzare.

D. 634. Che cosa intendiamo per “ministro ordinario” di un Sacramento?

R. Per “ministro ordinario” di un Sacramento intendiamo colui che di solito amministra il Sacramento e che ha sempre il diritto di farlo.

D. 635. Può una persona che non sia stata battezzata, e che non creda nemmeno nel Sacramento del Battesimo, darlo validamente ad altra persona in caso di necessità?

R. Una persona che non sia stata battezzata, e che non creda nemmeno nel Sacramento del battesimo, può darlo validamente ad un altro in caso di necessità, a condizione che:

– abbia l’uso della ragione;

-sappia come dare il Battesimo, e

-intenda fare ciò che la Chiesa intende nel dare il Sacramento.
Il battesimo è tanto necessario, che Dio offre ogni opportunità per la sua ricezione.

D. 636. Perché le conseguenze del peccato originale, come sofferenze, tentazioni, malattia e morte, rimangono anche dopo che il peccato sia stato perdonato col Battesimo?

R. Le conseguenze del peccato originale, come la sofferenza, la tentazione, la malattia e la morte, rimangono anche dopo che il peccato sia stato perdonato nel Battesimo:

(1) per ricordarci della miseria che segue sempre il peccato; e

(2) per offrirci l’opportunità di aumentare il nostro merito sopportando pazientemente queste difficoltà.

D. 637. Una persona può ricevere mai uno degli altri Sacramenti senza prima aver ricevuto il Battesimo?

R. Una persona non può ricevere mai nessuno degli altri Sacramenti senza che prima abbia ricevuto il Battesimo, perché il Battesimo ci rende membri della Chiesa di Cristo e, se non siamo membri della Sua Chiesa, non possiamo ricevere i suoi Sacramenti.

D. 638. Come viene dato il Battesimo?

R. Chi battezza deve versare acqua sulla testa del battezzando e dire, mentre versa l’acqua: “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

D. 639. Se non si può avere dell’acqua, in caso di necessità, si può usare qualsiasi altro liquido per il Battesimo?

R. Se non si può avere l’acqua, in caso di necessità o in qualunque altro caso, non si può usare nessun altro liquido, e il Battesimo non può essere dato.

D. 640. Se è impossibile, in caso di necessità, raggiungere la testa, l’acqua può essere versata su qualsiasi altra parte del corpo?

R. Se, in caso di necessità, è impossibile raggiungere la testa, l’acqua deve essere versata su qualunque altra parte del corpo possa essere raggiunta; ma in questo caso il Battesimo deve essere dato condizionatamente; cioè, prima di pronunciare le parole del Battesimo, si deve dire: “Se posso battezzarti in questo modo, ti battezzo nel nome del Padre”, ecc. Se può essere successivamente raggiunta la testa, l’acqua deve essere versata sulla testa ed il Battesimo ripetuto condizionatamente dicendo: “Se non sei già battezzato, ti battezzo nel nome”, ecc.

D. 641. Il battesimo è valido se diciamo: “Ti battezzo in nome della Santissima Trinità”, senza nominare le Persone della Trinità?

R. Il Battesimo non è valido se diciamo: “Ti battezzo nel nome della Santa Trinità”, senza nominare le singole Persone della Trinità; perché dobbiamo usare le parole esatte istituite da Cristo.

D. 642. È sbagliato rimandare il Battesimo di un bambino?

R. Rimandare il Battesimo di un bambino è sbagliato perché esponiamo così il bambino al pericolo di morire senza il Sacramento.

D. 643. Possiamo battezzare un bambino contro i desideri dei suoi genitori?

R. Non possiamo battezzare un bambino contro i desideri dei suoi genitori; e se i genitori non sono cattolici, non devono solo acconsentire al Battesimo, ma devono accettare anche di portare il bambino nella Religione cattolica. Ma se un bambino sta sicuramente morendo, possiamo battezzarlo pure senza il consenso o il permesso dei suoi genitori.

D. 644. Quanti tipi di Battesimo ci sono?

R. Esistono tre tipi di Battesimo:

1. Battesimo d’acqua,

2. Battesimo desiderio e

3. Battesimo di sangue.

D. 645. Che cos’è il Battesimo dell’acqua?

R. Il Battesimo dell’acqua è quello che viene versando acqua sulla testa della persona da battezzare e dicendo nello stesso tempo: “Ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.”

D. 646. In quanti modi il Battesimo dell’acqua veniva dato nei primi tempi della Chiesa?

R. Nelle prime ere della Chiesa, il battesimo dell’acqua veniva dato in tre modi, cioè per immersione o bagno, per aspersione o spruzzo, per infusione o versamento. Sebbene questi metodi siano tutti validi, nella Chiesa ora sono consentiti solo il metodo di infusione o versamento.

D. 647. Quali sono le principali cerimonie usate nel solenne battesimo, e cosa significano?

R. Le principali cerimonie usate nel solenne battesimo sono:

1. la professione di fede e la rinuncia al demonio, per significare la nostra dignità;

2. la collocazione del sale nella bocca per significare la saggezza impartita dalla fede;

3. il possesso della stola sacerdotale, per indicare la nostra accoglienza nella Chiesa;

4. l’unzione per significare la forza data dal Sacramento;

5. il portare il vestito o la veste bianca, per significare il nostro stato senza peccato dopo il Battesimo; e

6. il tenere la candela accesa, a significare la luce della fede ed il fuoco dell’amore che dovrebbe dimorare nelle nostre anime.

D. 648. Colui che, in caso di necessità, è stato battezzato con il Battesimo privato, dovrà in seguito essere portato in Chiesa per completare le cerimonie del solenne battesimo?

R. Colui che, in caso di necessità, sia stato battezzato con Battesimo privato, dovrebbe essere portato in chiesa per avere le cerimonie del Battesimo solenne completo, perché queste cerimonie sono comandate dalla Chiesa e attraggono benedizioni su di noi.

D. 649. Il Battesimo solenne è dato con qualche tipo speciale di acqua?

R. Il Battesimo solenne è dato con acqua consacrata; cioè acqua mescolata con olio santo e benedetta per il Battesimo il sabato santo e il sabato prima di Pentecoste. Si è sempre conservato il fonte battesimale del battistero, un luogo cioè vicino alla porta d’ingresso della Chiesa allestito per il Battesimo.

D. 650. Che cos’è il Battesimo di desiderio?

R. Il Battesimo di desiderio è un ardente desiderio di ricevere il Battesimo e di fare tutto ciò che Dio ha ordinato per la nostra salvezza.

D. 651. Che cos’è il Battesimo di sangue?

R. Il Battesimo del sangue è lo spargimento del proprio sangue per la fede di Cristo.

D. 652. Come è più comunemente chiamato il Battesimo di sangue?

R. Il battesimo del sangue è comunemente chiamato martirio, e coloro che lo ricevono sono chiamati martiri. Essi soffrono la morte pazientemente dai nemici della nostra religione, piuttosto che abbandonare la fede o la virtù cattolica. Non dobbiamo cercare il martirio, anche se dobbiamo sopportarlo quando arriva.

D. 653. Il Battesimo di desiderio o di sangue, è sufficiente per produrre gli effetti del Battesimo dell’acqua?

R. Il Battesimo di desiderio o di sangue è sufficiente per produrre gli effetti del Battesimo dell’acqua, qualora sia impossibile ricevere il Battesimo dell’acqua.

D. 654. Come sappiamo che il Battesimo di desiderio o di sangue ci salverà quando è impossibile ricevere il Battesimo dell’acqua?

R. Sappiamo che il Battesimo di desiderio o di sangue ci salverà quando è impossibile ricevere il Battesimo dell’acqua, dalla Sacra Scrittura, che insegna che l’amore di Dio e la contrizione perfetta possono assicurare la remissione dei peccati; e anche che Nostro Signore promette la salvezza a coloro che rinunciano alla loro vita per causa Sua o per il Suo insegnamento.

D. 655. Che cosa promettiamo nel Battesimo?

R. Nel Battesimo promettiamo di rinunciare al demonio, con tutte le sue opere e le sue pompe.

D. 656. Che cosa intendiamo per “pompa” del demonio?

R. Per sfarzi del Demonio intendiamo tutto l’orgoglio mondano, le vanità e gli spettacoli vani con cui le persone sono sedotte al peccato, e tutte le manifestazioni sciocche o peccaminose di noi stessi o di ciò che possediamo.

D. 657. Perché si dà nel Battesimo il nome di un santo?

R. Si dà il nome di un Santo nel Battesimo, di modo che la persona battezzata possa imitarne le virtù e averlo come protettore.

D. 658. Come è chiamato il Santo di cui si porta il nome?

R. Il santo di cui si porta il nome è chiamato il nostro santo patrono, al quale si dovrebbe avere una grande devozione.

D. 659. Quali nomi non dovrebbero mai essere dati nel Battesimo?

R. Questi e altri nomi simili non dovrebbero mai essere dati nel Battesimo:
1. I nomi di noti miscredenti, eretici o nemici della religione e della virtù;

2. I nomi degli dei pagani,

3. Soprannomi e nomignoli.

D. 660. Perché nel Battesimo ci sono i padrini e le madrine?

R. I padrini e le madrine ci sono nel Battesimo perché promettano, in nome del bambino, ciò che il bambino stesso prometterebbe se avesse l’uso della ragione.

D. 661. Con quale altro nome vengono chiamati i padrini e le madrine?

R. I padrini e le madrine di solito sono chiamati garanti. Essi non sono necessari al Battesimo privato.

D. 662. Può mai una persona essere padrino quando è assente al Battesimo?

R. Una persona può essere garante anche quando è assente al Battesimo, a condizione che gli sia stato chiesto e abbia acconsentito ad esserlo, ed abbia anche delegato qualcuno che risponda alle domande e tocchi la persona da battezzare nel suo nome. Si dice che il padrino o la madrina assente siano garanti per procura, divenendo ​​veri padrino i madrina del battezzato.

D. 663. Come contraggono i padrini una relazione con colui che si battezza?

R. I padrini, così come pure l’unico che battezza, contraggono una relazione spirituale con la persona battezzata (ma non con i suoi genitori), e questa relazione è un impedimento al Matrimonio che deve essere reso noto al sacerdote in caso di futuro matrimonio. Il padrino e la madrina non hanno alcun rapporto tra loro.

D. 664. A quali domande dovrebbero rispondere le persone che portano un bambino per il Battesimo?

R. Le persone che portano un bambino per il Battesimo dovrebbero essere in grado di dire:
1. Il luogo esatto in cui vive il bambino;

2. Il nome completo dei suoi genitori e, in particolare, il nome da nubile, o il nome di prima del suo matrimonio, di sua madre;

3. il giorno esatto ed il mese in cui è nato;

4. se abbia o meno ricevuto il Battesimo privato, e

5. se i suoi genitori siano Cattolici.

I padrini devono conoscere anche le principali verità della nostra Religione.

D. 665. Qual è l’obbligo di un padrino e di una madrina?

R. L’obbligo di un padrino e di una madrina è di istruire il bambino nei suoi doveri religiosi, qualora i genitori trascurino di farlo o muoiono.

D. 666. Le persone che non sono cattoliche possono far da padrini a bambini Cattolici?

R. Le persone che non sono cattoliche non possono essere garanti per i bambini Cattolici, perché non possono svolgere i doveri dei padrini; perché se non conoscono e professano la stessa Religione cattolica, come possono insegnarla ai loro figliocci? Inoltre, essi devono rispondere alle domande poste al Battesimo e dichiarare di credere nella Santa Chiesa Cattolica e in tutto ciò che essa insegna; questa sarebbe da parte loro, un’asserzione di falsità.

D. 667. Che cosa dovrebbero considerare i genitori principalmente nella selezione dei garanti per i loro figli?

R. Nella scelta dei garanti per i loro figli, i genitori dovrebbero principalmente considerare il buon carattere e la virtù degli stessi, selezionandoli tra i Cattolici modello ai quali sarebbero disposti, nell’ora della morte, ad affidare la cura e l’istruzione dei loro figli.

D. 668. Quali disposizioni devono avere gli adulti o i grandi, per poter ricevere degnamente il Battesimo?

R. Perché gli adulti possano ricevere degnamente il Battesimo:

1. Devono essere disposti a riceverlo;

2. Devono avere fede in Cristo;

3. Devono avere vera contrizione per i loro peccati,

4. Devono rinunciare solennemente al demonio e a tutte le sue opere; cioè, a tutti i peccati.

D. 669. Che cos’è la cerimonia del culto?

R. La cerimonia del culto è una benedizione particolare che una madre riceve presso l’Altare, non appena è in grado di presentarsi nella Chiesa dopo la nascita di suo figlio. In questa cerimonia il prete invoca la benedizione di Dio sulla madre e sul bambino, mentre lei da parte sua rende grazie a Dio.

LEZIONE 15 –

SULLA CONFERMAZIONE (O CRESIMA)

D. 670. Che cos’è la confermazione?

R. La confermazione è un Sacramento attraverso il quale riceviamo lo Spirito Santo per renderci forti, perfetti Cristiani e soldati di Gesù Cristo.

R. 671. Quando è stata istituita la confermazione?

D. L’ora esatta in cui è stata istituita la conferma non è nota. Ma poiché questo Sacramento era amministrato dagli Apostoli e numerato con gli altri Sacramenti istituiti da Nostro Signore, è certo che Egli istituisse anche questo Sacramento ed istruisse i Suoi Apostoli al suo uso, qualche momento prima della Sua ascensione al cielo.

D. 672. Perché la confermazione è chiamata così?

R. La confermazione è chiamata così dal suo effetto principale, che è quello di rafforzare o renderci più fermi in tutto ciò che appartiene alla nostra fede ed ai doveri religiosi.

D. 673. Perché siamo chiamati soldati di Gesù Cristo?

R. Siamo chiamati soldati di Gesù Cristo per indicare come dobbiamo resistere agli attacchi dei nostri nemici spirituali e assicurarci la vittoria su di loro seguendo e obbedendo a Nostro Signore.

D. 674. Si può aggiungere un nuovo nome alla propria Confermazione?

R. Si può e si deve aggiungere un nuovo nome alla Confermazione, specialmente quando non è stato dato nel Battesimo il nome di un Santo.

D. 675. Chi amministra la Confermazione?

R. Il Vescovo è il ministro ordinario della Cresima.

D. 676. Perché diciamo che il vescovo è il “ministro ordinario” della Confermazione?

R. Diciamo che il Vescovo è il ministro ordinario della Confermazione perché in alcune missioni straniere, dove i Vescovi non sono ancora stati nominati, il Santo Padre permette a uno dei sacerdoti di amministrare la Confermazione con l’Olio Santo benedetto dal Vescovo.

D. 677. In che modo il vescovo dà conferma?

R. Il Vescovo stende le sue mani su coloro che devono essere confermati, prega per loro perché possano ricevere lo Spirito Santo ed unge in forma di croce la fronte di ciascuno con il santo crisma.

D. 678. Nella Confermazione, cosa significa l’imposizione delle mani del Vescovo su di noi?

R. Nella Confermazione, l’imposizione delle mani del Vescovo sul cresimando, significa la discesa dello Spirito Santo su di lui e la protezione speciale di Dio attraverso la grazia della Confermazione.

D. 679. Cos’è il santo crisma?

R. Il santo crisma è una miscela di olio d’oliva e di balsamo, consacrata dal Vescovo.

D. 680. Che cosa significano l’olio e il balsamo nel Santo Crisma?

R. Nel santo crisma, l’olio significa la forza, e il balsamo significa la libertà dalla corruzione e la dolcezza che la virtù deve dare alla nostra vita.

D. 681. Quanti olii sacri sono usati nella Chiesa?

R. Nella Chiesa sono usati tre oli santi, cioè l’olio degli ammalati, l’olio dei catecumeni e il santo crisma.

D. 682. Che cosa costituisce la differenza tra questi oli?

R. La formula della preghiera o benedizione, da sola costituisce la differenza tra questi oli; poiché sono tutti olio d’oliva, ma nel Santo Crisma, il balsamo è mescolato con l’olio.

D. 683. Quando e da chi sono benedetti gli olii sacri?

R. Gli oli sacri sono benedetti durante la Messa del Giovedì Santo dal Vescovo, il solo che ha il diritto di benedirli. Dopo la benedizione vengono distribuiti ai sacerdoti della diocesi, che devono poi bruciare ciò che rimane dei vecchi oli e utilizzare solo gli oli benedetti di recente per l’anno successivo.

D. 684. Per cosa sono usati gli olii sacri?

R. Gli oli sacri sono usati come segue:

– L’olio degli ammalati è usato per l’Estrema Unzione e per alcune benedizioni;

– l’olio dei catecumeni è usato per il Battesimo e gli Ordini sacri.

– Il santo crisma è usato nel Battesimo e per la benedizione di alcune cose sacre, come altari, calici, campane ecc., cose di solito benedette da un Vescovo.

D. 685. Che cosa dice il Vescovo nell’unzione della persona che conferma?

R. Nell’unzione della persona che conferma, il Vescovo dice: “Ti segno con il segno della croce e ti confermo con il crisma della salvezza, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.

D. 686. Che cosa si intende con l’unzione, in forma di una croce, della fronte con il crisma?

R. Ungendo la fronte con il crisma in forma di croce, si intende che il cristiano che è confermato deve professare apertamente e praticare la sua fede, non vergognarsene mai: piuttosto morire che negarlo.

D. 687. Quando dobbiamo professare e praticare apertamente la nostra religione?

R. Dobbiamo professare e praticare apertamente la nostra religione ogni qual volta non possiamo fare diversamente senza violare alcune leggi di Dio o della Sua Chiesa.

D. 688. Perché abbiamo una buona ragione per non vergognarci della Fede Cattolica?

R. Abbiamo una buona ragione per non vergognarci della Fede Cattolica perché è l’antica fede fondata da Cristo ed insegnata dai suoi Apostoli; è la fede per cui innumerevoli Santi martiri hanno sofferto e sono morti; è la Fede che ha portato nel mondo la vera civiltà con tutti i suoi benefici, ed è l’unica Fede che può davvero riformare e preservare la morale pubblica e privata.

D. 689. Perché il Vescovo dà alla persona che conferma un leggero colpo sulla guancia?

R. Il Vescovo dà alla persona che conferma un leggero colpo sulla guancia, per ricordargli che deve essere pronto a soffrire tutto, anche la morte, per amore di Cristo.

D. 690. È giusto metterci alla prova, attraverso la nostra immaginazione, di ciò che saremmo disposti a soffrire per amore di Cristo?

R. Non è giusto mettere alla prova noi stessi, attraverso la nostra immaginazione, per ciò che saremmo disposti a soffrire per amore di Cristo, poiché tali prove possono condurci al peccato. Quando viene una vera prova, allora siamo certi che Dio ci darà, come ha fatto ai santi Martiri, la grazia sufficiente per sopportarla.

D. 691. Per ricevere la Confermazione degnamente, è necessario essere nello stato di grazia?

R. Per ricevere degnamente la Confermazione è necessario essere nello stato di grazia.

D. 692. Quale preparazione speciale dovrebbe essere fatta per ricevere la confermazione?

R. Le persone nell’età dell’apprendimento dovrebbero conoscere i principali misteri della fede e i doveri di un Cristiano nonché essere istruite sulla natura e gli effetti di questo Sacramento.

D. 693. Perché dovremmo conoscere i principali misteri della fede e i doveri di un Cristiano prima di ricevere la confermazione?

R. Prima di ricevere la Cresima, dovremmo conoscere i Misteri Principali di Fede e i doveri di un Cristiano perché non si può essere un buon soldato senza conoscere le regole dell’esercito a cui si appartiene e comprendere i comandi del proprio capo, quindi non si può essere un buon Cristiano senza conoscere le leggi della Chiesa e comprendere i comandi di Cristo.

D. 694. È un peccato trascurare la confermazione?

R. È un peccato trascurare la Cresima, specialmente in questi giorni malvagi in cui la fede e la morale sono esposte a così tante e violente tentazioni.

D. 695. Che cosa intendiamo per “questi giorni malvagi”?

R. Per “questi giorni malvagi” intendiamo l’età od il secolo attuale in cui viviamo, nei quali siamo circondati da incredulità, false dottrine, libri cattivi, esempi cattivi e tentazioni in ogni tipo.

D. 696. La confermazione è necessaria per la salvezza?

R. La conferma non è così necessaria per la salvezza per cui senza di essa non potremmo essere salvati, poiché non è data ai bambini nemmeno in pericolo di morte; tuttavia, c’è un comando divino che obbliga tutti a riceverlo, se possibile. Le persone che non sono state confermate in gioventù dovrebbero fare ogni sforzo per essere confermate più tardi nella vita.

D. 697. I padrini sono necessari nella conferma?

R. I padrini sono necessari nella Conferma e devono avere lo stesso buon carattere di quelli richiesti al Battesimo, poiché assumono gli stessi doveri e responsabilità. Contraggono anche una relazione spirituale che, a differenza di quella del Battesimo, non è un impedimento al Matrimonio.

D. 698. Quali sono gli effetti della confermazione?

R. Gli effetti della Confermazione sono un aumento della grazia santificante, il rafforzamento della nostra fede e i doni dello Spirito Santo.

LEZIONE 16 –

SUI DONI E FRUTTI DELLO SPIRITO SANTO

D. 699. Quali sono i doni dello Spirito Santo?

R. I doni dello Spirito Santo sono: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio.

D. 700. Perché riceviamo il dono del timore di Dio?

R. Riceviamo il dono del timore di Dio per riempirci di paura di peccare.

D. 701. Perché riceviamo il dono della pietà?

R. Riceviamo il dono della pietà per farci amare Dio come un padre e obbedire a Lui perché lo amiamo.

702. Perché riceviamo il dono della Scienza?

Riceviamo il dono della Scienza per ci permetta di scoprire la volontà di Dio in tutte le cose.

703. Perché riceviamo il dono di Fortezza?

Riceviamo il dono della Fortezza per rafforzarci a fare la volontà di Dio in tutte le cose.

704. Perché riceviamo il dono del Consiglio?

Riceviamo il dono del Consiglio per avvertirci degli inganni del diavolo e dei pericoli per la salvezza.

705. Come è mai chiaro che il demonio potrebbe ingannarci facilmente se lo Spirito Santo non ci venisse in aiuto?

È chiaro che il diavolo potrebbe ingannarci facilmente se lo Spirito Santo non ci aiutasse, poiché proprio come i nostri peccati non ci privano della nostra conoscenza, così il peccato del diavolo non lo privò della sua grande intelligenza e potenza che possedeva come angelo. Inoltre, la sua esperienza nel mondo si estende a tutte le età e luoghi, mentre la nostra è limitata a pochi anni e ad un numero limitato di luoghi.

706. Perché riceviamo il dono dell’Intelletto?

Riceviamo il dono dell’Intelletto affinché ci permetta di conoscere più chiaramente i misteri della fede.

707. Perché riceviamo il dono della Sapienza?

Riceviamo il dono della Sapienza per gustare le cose di Dio e per dirigere tutta la nostra vita e tutte le nostre azioni a Suo onore e gloria.

D. 708. Quali sono le beatitudini?

R. Le beatitudini sono:

Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.

Beati i mansueti, perché possederanno la terra.

Beati quelli che piangono, perché saranno consolati.

Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati quelli che subiscono persecuzioni per causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.

  D. 709. Cosa sono le Beatitudini e perché sono chiamate così?

R. Le Beatitudini sono una porzione del Discorso di Nostro Signore sul Monte, e sono così chiamate perché ognuna di esse offre una ricompensa promessa a coloro che praticano le virtù che raccomandano.

D. 710. Dove predicava di solito Nostro Signore?

R. Il nostro Signore di solito predicava ovunque si presentasse l’opportunità di fare del bene con le sue parole. A volte predicava nelle sinagoghe o nelle case di riunione, ma più frequentemente all’aria aperta, in riva al mare o in montagna, e spesso pure lungo la strada.

D. 711. Qual è il significato e l’uso delle Beatitudini in generale?

R. 1. In generale le beatitudini abbracciano tutto ciò che riguarda la perfezione della vita cristiana e ci invitano alla pratica delle più alte virtù cristiane.

2. In forme diverse promettono tutte la stessa ricompensa, cioè la grazia santificante in questa vita e la gloria eterna nell’altra.

3. Ci offrono incoraggiamento e consolazione per ogni prova e afflizione.

D. 712. Che cosa significa la prima Beatitudine: Beati i “poveri di spirito”?

R. La prima Beatitudine considera “poveri in spirito”, tutte le persone, ricche o povere, che non offenderebbero Dio per possedere o conservare tutto ciò che questo mondo può dare; e chi, quando la necessità o la carità lo richiede, offre volentieri per la gloria di Dio. Comprende anche coloro che si sottomettono umilmente alla loro condizione di vita quando questa n0n può essere migliorata con mezzi leciti.

D. 713. Chi sono i sofferenti che meritano la consolazione promessa nella terza Beatitudine?

R. I sofferenti che meritano la consolazione promessa nella terza Beatitudine sono coloro che, per amore di Dio, piangono i loro stessi peccati e quelli del mondo; e coloro che pazientemente sopportano tutte le prove che vengono da Dio per il suo bene.

D. 714. Quali insegnamenti trasmettono le altre beatitudini?

R. Le altre beatitudini trasmettono questi insegnamenti: I mansueti sopprimono tutti i sentimenti di rabbia e si sottomettono umilmente a qualsiasi cosa accada loro per Volontà di Dio; e non desiderano mai rendere il male per il male. La giustizia che perciò dovremmo cercare, è ogni virtù cristiana inclusa sotto quel nome, e ci viene detto che se desideriamo ardentemente e la cerchiamo, la otterremo. I perseguitati per causa della giustizia sono coloro che non abbandoneranno la loro fede o virtù per nessuna ragione.

D. 715. Chi può essere giustamente chiamato misericordioso?

R. I misericordiosi sono coloro che praticano le opere di misericordia corporale e spirituale, e che aiutano con le parole o con le azioni coloro che hanno bisogno del loro aiuto per l’anima o per il corpo.

D. 716. Perché alla purezza di cuore è promesso una ricompensa così grande?

R. Alla purezza di cuore, cioè al vero virtuoso, i cui pensieri, desideri, parole e opere sono puri e modesti, è promesso una ricompensa così grande perché i casti e quelli senza peccato, sono sempre stati gli amici più intimi di Dio.

D. 717. Qual è il dovere di un pacificatore?

R. È dovere di un pacificatore evitare e prevenire liti, riconciliare i nemici e porre fine a tutte le relazioni malvagie degli altri o al male che li coinvolge. Poiché i pacificatori sono chiamati figli di Dio, i disturbatori della pace dovrebbero quindi essere chiamati figli del diavolo.

D. 718. Perché Nostro Signore parla in particolare di povertà, di mansuetudine, tristezza, desiderio di virtù, di misericordia, di purezza, di pace e sofferenza?

R. Nostro Signore parla in particolare di povertà, mansuetudine, tristezza, desiderio di virtù, misericordia, purezza, pace e sofferenza perché questi sono i tratti principali della sua stessa vita terrena: povertà alla sua nascita, vita e morte; mitezza nel suo insegnamento; dolore in ogni momento. Ha cercato ardentemente di fare del bene, ha mostrato pietà a tutti, ha raccomandato la castità, ha portato la pace e ha sofferto pazientemente.

D. 719. Quali sono i dodici frutti dello Spirito Santo?

R. I dodici frutti dello Spirito Santo sono carità, gioia, pace, pazienza, benignità, bontà, longanimità, magnanimità, fedeltà, modestia, continenza e castità.

D. 720. Perché la carità, la gioia, la pace, ecc., sono chiamati frutti dello Spirito Santo?

R. La carità, la gioia, la pace, ecc., sono chiamati frutti dello Spirito Santo perché scaturiscono nelle nostre anime dai sette doni dello Spirito Santo.

http://IL CATECXHISMO DI BALTIMORA 3 (VI)

IL CATECHISMO DI BALTIMORA 3 (IV) Lez. 11-13

IL CATECHISMO DI BALTIMORA 3 (IV) – Lez. 11-13

[Dal terzo Concilio generale di Baltimora

Versione 1891]

LEZIONE 11 – SULLA CHIESA

D. 484. In che modo la vera religione è stata preservata da Adamo fino alla venuta di Cristo?

R. La vera religione fu preservata da Adamo fino alla venuta di Cristo dai Patriarchi, dai Profeti ed altri uomini santi che Dio nominò e ispirò per insegnare la Sua Volontà e le Rivelazioni al popolo, e per ricordare loro il Redentore promesso.

D. 485. Chi erano i profeti e qual era il loro principale dovere?

R. I profeti erano uomini a cui Dio diede una conoscenza degli avvenimenti futuri connessi alla religione, che essi potevano predire al suo popolo e quindi dare la prova che il messaggio proveniva da Dio. Il loro principale compito era predire il tempo, il luogo e le circostanze della venuta nel mondo del nostro Salvatore, affinché gli uomini potessero sapere quando e dove cercarlo, e potessero riconoscerlo quando sarebbe venuto.

D. 486. Come potevano essere salvati coloro che vivevano prima che Cristo diventasse uomo?

R. Coloro che vissero prima che Cristo diventasse uomo, potevano essere salvati credendo nel Redentore futuro ed osservando i Comandamenti di Dio.

D. 487. La vera religione era universale prima della venuta di Cristo?

R. La vera religione non era universale prima della venuta di Cristo. Essa era confinata presso un solo popolo, i discendenti di Abramo. Tutte le altre nazioni adoravano falsi dei.

D. 488. Quali sono i mezzi istituiti da Nostro Signore per consentire agli uomini, in ogni momento, di condividere i frutti della Redenzione?

R. I mezzi istituiti da Nostro Signore per consentire agli uomini in ogni momento di condividere i frutti della Sua Redenzione, sono la Chiesa e i Sacramenti.

D. 489. Che cos’è la Chiesa?

R. La Chiesa è la congregazione di tutti coloro che professano la fede di Cristo, prendono gli stessi sacramenti e sono governati dai loro pastori legittimi sotto un Capo visibile.

D. 490. In che modo i membri della Chiesa sulla terra possono essere divisi?

R. I membri della Chiesa sulla terra possono essere divisi in coloro che insegnano e coloro che vengono istruiti. Coloro che insegnano, cioè il Papa, i Vescovi e i sacerdoti, sono chiamati la Chiesa docente, o semplicemente la Chiesa. Coloro che vengono istruiti sono chiamati: la Chiesa discente, credente, o semplicemente i fedeli.

D. 491. Qual è il dovere della Chiesa docente?

R. Il compito della Chiesa Docente è quello di continuare l’opera che Nostro Signore ha iniziato sulla terra, cioè insegnare la verità rivelata, amministrare i Sacramenti e lavorare per la salvezza delle anime.

D. 492. Qual è il dovere dei fedeli?

R. Il dovere dei fedeli è di apprendere le verità rivelate insegnate; ricevere i Sacramenti e aiutare a salvare le anime con le loro preghiere, le buone opere e le elemosine.

D. 493. Cosa intendi con “professare la fede di Cristo”?

R. Con il “professare la fede di Cristo” intendiamo, il credere tutte le verità e la pratica della religione che Egli ha insegnato.

D. 494. Che cosa intendiamo per “pastori legittimi”?

R. Per “pastori legittimi” intendiamo coloro che, nella Chiesa, che sono stati nominati dalla legittima Autorità e che hanno, quindi, il diritto di governarci. I pastori legittimi nella Chiesa sono: ogni sacerdote nella sua parrocchia; ogni Vescovo nella sua diocesi e il Papa in tutta la Chiesa.

D. 495. Chi è il Capo invisibile della Chiesa?

R. Gesù Cristo è il Capo invisibile della Chiesa.

D. 496. Chi è il capo visibile della Chiesa?

R. Il nostro Santo Padre, il Papa, il vescovo di Roma, è il Vicario di Cristo sulla terra e il capo visibile della Chiesa.

D. 497. Che cosa significa “Vicario”?

R. Vicario è un nome usato nella Chiesa per designare una persona che agisce nel nome e con l’autorità di un altro. Così un Vicario Apostolico è colui che agisce in nome del Papa, e un Vicario Generale è colui che agisce in nome del Vescovo.

D. 498. Potrebbe qualcuno essere Papa senza essere Vescovo di Roma?

R. Non si può essere Papa senza essere Vescovo di Roma, e chiunque sia eletto Papa deve rinunciare al titolo di qualsiasi altra diocesi e assumere il titolo di Vescovo di Roma.

D. 499. Perché il Papa, il Vescovo di Roma, è il capo visibile della Chiesa?

R. Il Papa, il Vescovo di Roma, è il capo visibile della Chiesa perché è il successore di San Pietro, che Cristo ha costituito Capo degli Apostoli e Capo visibile della Chiesa.

D. 500. Perché i cattolici sono chiamati “romani”?

R. I cattolici sono chiamati “romani” per dimostrare che essi sono in unione con la vera Chiesa fondata da Cristo e governata dagli Apostoli sotto la direzione di San Pietro, per la nomina divina del capo degli apostoli, che fondò la Chiesa di Roma e fu il suo primo Vescovo.

D. 501. Con quale nome viene talvolta chiamata la diocesi di un Vescovo?

R. La diocesi di un Vescovo è a volte chiamata la sua sede. La diocesi di Roma, per la sua autorità e dignità, è chiamata “Santa Sede” e il suo Vescovo è chiamato il Santo Padre o il Papa. Papa significa padre.

D. 502. Come chiamiamo il diritto con cui San Pietro o il suo successore è sempre stato il Capo della Chiesa e di tutti i suoi Vescovi?

R. Chiamiamo il diritto con cui San Pietro o il suo successore è sempre stato il capo della Chiesa e di tutti i suoi Vescovi, il Primato di San Pietro o del Papa. Primato significa tenere il primo posto.

D. 503. Come viene dimostrato che San Pietro o il suo successore è sempre stato il capo della Chiesa?

R. Che San Pietro o il suo successore sia sempre stato il capo della Chiesa: viene mostrato dalle parole della Sacra Scrittura, che dicono come Cristo nominasse Pietro Capo degli Apostoli e capo della Chiesa; dalla storia della Chiesa, che mostra che S Pietro e i suoi successori abbiano sempre agito e siano sempre stati riconosciuti come capo della Chiesa.

D. 504. Da cosa sappiamo che i diritti ed i privilegi conferiti a San Pietro fossero stati dati anche ai suoi successori: i Papi?

R. Sappiamo che i diritti ed i privilegi conferiti a San Pietro fossero stati dati anche ai suoi successori, i Papi, perché le promesse fatte a San Pietro da Nostro Signore dovevano essere adempiute nella Chiesa fino alla fine dei tempi, e siccome Pietro non poteva vivere fino alla fine dei tempi, esse si sono adempiute nei suoi successori.

D. 505. San Pietro ha fondato una chiesa prima di venire a Roma?

R. Prima di venire a Roma, San Pietro stabilì una chiesa ad Antiochia che governò per diversi anni.

D. 506. Chi sono i successori degli altri Apostoli?

R. I successori degli altri Apostoli sono i Vescovi della Santa Chiesa Cattolica.

D. 507. Come sappiamo che i vescovi della Chiesa sono i successori degli Apostoli?

R. Sappiamo che i Vescovi della Chiesa sono i successori degli Apostoli perché essi continuano l’opera degli Apostoli e danno prova della loro stessa autorità. Hanno sempre esercitato i diritti ed i poteri che appartenevano agli Apostoli nel fare leggi per la Chiesa, consacrare Vescovi e ordinare sacerdoti.

D. 508. Perché Cristo ha fondato la Chiesa?

R. Cristo ha fondato la Chiesa per insegnare, governare, santificare e salvare tutti gli uomini.

D. 509. Tutti sono tenuti ad appartenere alla Chiesa?

R. Tutti sono tenuti ad appartenere alla Chiesa e Colui che sa che la Chiesa Cattolica Romana sia la vera Chiesa e ne rimane fuori, non può essere salvato.

[…]

D. 513. Perché la vera Chiesa deve essere visibile?

R. La vera Chiesa deve essere visibile perché il suo fondatore, Gesù Cristo, ci ha comandato sotto pena di condanna di ascoltare la Chiesa; e non poteva in giustizia comandarci di ascoltare una Chiesa che non poteva essere vista né conosciuta.

D. 514. Quali scuse avanzano alcuni per non diventare membri della vera Chiesa?

R. Le scuse che alcuni avanzano per non diventare membri della vera Chiesa sono:
1. Non desiderano abbandonare la religione in cui sono nati.

2. Ci sono troppe persone povere e ignoranti nella Chiesa cattolica.

3. Una religione è buona come un’altra se in essa proviamo a servire Dio, e se siamo retti e onesti nelle nostre vite.

D. 515. Come si risponde a tali scuse?

R. Dire che dovremmo rimanere in una falsa religione solo perché siamo nati in essa, è falso come dire che non dovremmo guarire dalle nostre malattie corporee perché siamo nati con esse.

– Dire che ci sono troppi poveri e ignoranti nella Chiesa cattolica è dichiarare che è essa la Chiesa di Cristo; perché Egli ha sempre insegnato ai poveri e agli ignoranti, ed ha incaricato alla Sua Chiesa di continuare il suo lavoro.

– Dire che una religione è buona come un’altra è asserire che Cristo ha lavorato inutilmente ed ha insegnato falsamente; poiché Egli è venuto per abolire la vecchia religione e ne ha fondato una nuova nella quale soltanto noi possiamo essere salvati, come Lui stesso ha dichiarato.

D. 516. Perché può esserci solo una vera Religione?

R. Può esserci solo una vera Religione, perché una cosa non può essere falsa e vera allo stesso tempo e, quindi, tutte le religioni che contraddicono l’insegnamento della vera Chiesa, devono necessariamente insegnare la menzogna. Se tutte le religioni in cui gli uomini cercano di servire Dio fossero tutte ugualmente buone e vere, perché Cristo ha perturbato la religione ebraica e gli Apostoli condannano gli eretici?

LEZIONE 12 –

SUGLI ATTRIBUTI E LE NOTE DELLA CHIESA

D. 517. Che cos’è un attributo?

R. Un attributo è qualsiasi caratteristica o qualità che una persona o cosa possa essere detta avere. Tutte le perfezioni o imperfezioni sono attributi.

D. 518. Che cos’è una nota?

R. Una nota o marchio, è un segno dato e riconosciuto mediante il quale una cosa può essere distinta da tutte le altre simili del suo genere. Infatti una nota, o marchio, è usata per distinguere l’articolo che la porta da tutte le imitazioni dello stesso articolo.

D. 519. Come sappiamo che la Chiesa deve possedere le quattro note o marchi e i tre attributi solitamente attribuiti o dati ad essa?

R. Sappiamo che la Chiesa deve avere i quattro marchi e i tre attributi solitamente attribuiti o dati ad essa, dalle parole di Cristo riportate nella Sacra Scrittura e nell’insegnamento della Chiesa fin dal suo inizio.

D. 520. Può la Chiesa avere i quattro marchi senza i tre attributi?

R. La Chiesa non può avere i quattro marchi senza i tre attributi, perché i tre attributi necessariamente conseguono alle note o marchi, e senza di essi i marchi non potrebbero esistere.

D. 521. Perché nella Chiesa sono necessari sia le note, o marchi, che gli attributi?

R. Sia le note o marchi che gli attributi sono necessari nella Chiesa, poiché le note ci insegnano le sue qualità esteriori o visibili, mentre gli attributi ci insegnano le sue qualità interne o invisibili. È più facile scoprire le note che gli attributi; poiché è più facile vedere che la Chiesa sia una sola cosa piuttosto che sia infallibile.

D. 522. Quali sono gli attributi della Chiesa?

R. Gli attributi della Chiesa sono tre: l’autorità, l’infallibilità e l’indefettibilità.

D. 523. Che cos’è l’autorità?

R. L’autorità è il potere che una persona su un’altra in modo da poter giustamente esigere l’obbedienza. I governanti hanno autorità sui loro sudditi, I genitori sui loro figli e GLI insegnanti sui loro studenti.

D. Da chi deriva alle persone, ogni autorità legale in loro possesso?

R. Tutte le persone derivano ogni autorità legale che possiedono, da Dio stesso, da cui la ricevono direttamente o indirettamente. Pertanto, disobbedire ai nostri superiori legittimi, significa disobbedire a Dio stesso, e quindi tale disobbedienza è sempre peccaminosa.

D. 525. Che cosa intendi per autorità della Chiesa?

R. Per autorità della Chiesa intendo il diritto e il potere che il Papa e i Vescovi, in quanto successori degli Apostoli, hanno di insegnare e governare i fedeli.

D. 526. Che cosa intendi per infallibilità della Chiesa?

R. Per l’infallibilità della Chiesa intendo che la Chiesa non può errare quando insegna una dottrina circa la fede o la morale.

D. 527. Che cosa intendiamo per “dottrina della fede o morale”?

R. Per dottrina di fede o morale intendiamo l’insegnamento rivelato che si riferisce a qualsiasi cosa dobbiamo credere e fare per essere salvati.

D. 528. Come sai che la Chiesa non può errare?

R. La Chiesa non può sbagliare perché Cristo ha promesso che lo Spirito Santo sarebbe rimasto con lei per sempre e la avrebbe salvaguardata dall’errore. Se, quindi, la Chiesa dovesse sbagliare, significa che Spirito Santo debba averla abbandonata e che Cristo non sia riuscito a mantenere la sua promessa, il che è cosa impossibile.

D. 529. Non potendo la Chiesa errare, si potrebbe mai riformare il suo insegnamento circa la fede o la morale?

R. Poiché la Chiesa non può errare, non potrà mai essere riformata nel suo insegnamento circa la fede o la morale. Coloro che dicono che la Chiesa abbia bisogno di una riforma nella fede o nei costumi, accusano Nostro Signore di menzogna e di inganno.

D. 530. Quando insegna in modo infallibile la Chiesa?

R. La Chiesa insegna infallibilmente quando parla attraverso il Papa e i Vescovi uniti nel Consilio generale, o attraverso il solo Papa quando proclama a tutti i fedeli una dottrina di fede o di morale.

D. 531. Che cosa è necessario affinché il Papa possa parlare infallibilmente o ex-cathedra?

R. Perché il Papa possa parlare infallibilmente, o ex-cathedra:

– Deve parlare di un argomento di fede o morale;

– Deve parlare come Vicario di Cristo e a tutta la Chiesa;

– Deve indicare con alcune parole, come: definiamo, proclamiamo, ecc., che intende parlare infallibilmente.

D. 532. Il Papa è infallibile in tutto ciò che dice e fa?

R. Il Papa non è infallibile in tutto ciò che dice e fa, perché lo Spirito Santo non è stato promesso per renderlo infallibile in tutto, ma solo in questioni di fede e di morale che riguardano tutta la Chiesa. Tuttavia, l’opinione del Papa su qualsiasi argomento, merita il nostro più grande rispetto a causa del suo sapere, dell’esperienza e della dignità.

D. 533. Può il Papa commettere peccato?

R. Il Papa può commettere peccato e deve cercare il perdono nel Sacramento della Penitenza come fanno gli altri. L’infallibilità non gli impedisce di peccare, ma di insegnare la menzogna quando parla ex-cathedra.

D. 534. Che cosa significa ex cathedra?

R. “Cathedra” significa una sede, e “ex” significa “da”, fuori. Pertanto, ex-cathedra significa parlare dalla sede o dal luogo ufficiale tenuto da San Pietro e dai suoi successori come Capo di tutta la Chiesa.

D. 535. Perché la Chiesa principale in una diocesi si chiama Cattedrale?

R. La Chiesa principale in una diocesi è chiamata Cattedrale perché in essa è eretta la cattedra del Vescovo, cioè la sua sede o il suo trono, e perché vi celebra tutte le feste importanti e svolge in essa tutti le sue speciali funzioni.

D. 536. Quanti papi hanno governato la Chiesa da San Pietro a Pio XI?

R. Da San Pietro a Pio XI., 261 papi hanno governato la Chiesa; e molti di loro sono stati notevoli per zelo, prudenza, sapienza e santità. [Oggi, 2018, sono 264 i Papi fino a Gregorio XVIII – n. d. r. -]

D. 537. Che cosa significa anti-papa, e chi sono gli anti-papi?

R. Antipapa significa un presunto Papa. Gli anti-papi erano uomini che, con l’aiuto di cristiani senza fede o altri illegalmente sequestrati, rivendicavano il potere papale mentre il legittimo papa era in prigione o in esilio.

D. 538. Perché il Papa a volte ci mette in guardia su questioni politiche e di altro genere?

R. Il Papa deve talvolta metterci in guardia su questioni politiche e di altro genere, perché in qualunque cosa, nazioni o uomini facciano, buona o cattiva, giusta o ingiusta, ovunque il Papa ne scopra la menzogna, la malvagità o l’ingiustizia, deve pronunziarsi contro di essa e difendere le verità di fede e morale. Egli deve proteggere anche i diritti temporali e le proprietà della Chiesa affidate alle sue cure.

D. 539. Che cosa intendiamo per “potere temporale” del Papa?

R. Per il potere temporale del Papa intendiamo il diritto che il Papa ha come governante temporale o ordinario di governare gli stati e di gestire le proprietà giustamente entrate in possesso della Chiesa.

D. 540. Come il Papa ha prima acquistato , e poi come è stato privato del potere temporale?

R. Il Papa ha acquisito il potere temporale in modo equo con il consenso di coloro che avevano il diritto di conferirlo. Fu privato in modo ingiusto da cambiamenti politici.

D. 541. In che modo è stato utile alla Chiesa il potere temporale?

R. Il potere temporale era utile alla Chiesa:

– Perché ha dato al Papa la completa indipendenza necessaria per il governo della Chiesa e per la difesa della verità e della virtù.

– Gli ha permesso di fare molto per la diffusione della vera Religione, offrendo l’elemosina per l’istituzione e il sostegno di Chiese e scuole nei paesi poveri o pagani.

D. 542. Quale nome diamo alle offerte fatte annualmente dai fedeli per il sostegno del Papa e del governo della Chiesa?

R. Chiamiamo le offerte fatte annualmente dai fedeli per il sostegno del Papa e del governo della Chiesa “obolo di Pietro”. Deriva il suo nome dalla consuetudine di inviare ogni anno da ogni casa, al successore di San Pietro, una moneta, come segno di rispetto o come elemosina per qualche carità.

D. 543. Che cosa si intende per l’indefettibilità della Chiesa?

R. Per l’indefettibilità della Chiesa si intende che la Chiesa, come Cristo l’ha fondata, durerà fino alla fine dei tempi.

D. 544. Qual è la differenza tra infallibilità e indefettibilità della Chiesa?

R. Quando diciamo che la Chiesa è infallibile, intendiamo dire che essa non può mai insegnare l’errore finché essa duri; ma quando diciamo che la Chiesa è indefettibile, intendiamo dire che essa durerà per sempre, e quindi sarà infallibile per sempre; che rimarrà sempre come Nostro Signore l’ha fondata e non cambierà mai le dottrine che ha insegnato.

D. 545. È Nostro Signore stesso che ha fatto tutte le leggi della Chiesa?

R. Nostro Signore stesso non ha fatto tutte le leggi della Chiesa. Egli ha dato alla Chiesa anche il potere di emanare leggi per soddisfare i bisogni dei tempi, dei luoghi o delle persone, quando giudicato necessario.

D. 546. Può la Chiesa cambiare le sue leggi?

R. La Chiesa può, quando necessario, cambiare le leggi che ha fatto essa stessa, ma non può cambiare le leggi che ha fatto Cristo, né la Chiesa può cambiare alcuna dottrina riguardo alla fede o alla morale.

D. 547. In chi trovano la loro pienezza, questi attributi citati?

R. Questi attributi si trovano nella loro pienezza nel Papa, il capo visibile della Chiesa, la cui infallibile autorità di insegnare a Vescovi, sacerdoti e persone in questioni di fede o di morale, durerà fino alla fine del mondo.

D. 548. La Chiesa ha qualche nota in base alla quale può essere conosciuta?

R. La Chiesa ha quattro note o segni con cui può essere riconosciuta: essa è Una; è santa; è cattolica; è apostolica

D. 549. Come è “Una” la Chiesa?

R. La Chiesa è Una perché tutti i suoi membri acconsentono ad una sola fede, sono tutti in unica comunione e sono tutti sotto una sola testa.

D. 550. Come è evidente che la Chiesa sia “una” nel governo?

R. È evidente che la Chiesa sia una al governo, perché i fedeli di una parrocchia sono soggetti ai loro pastori, i pastori sono soggetti ai Vescovi delle loro diocesi, e i Vescovi del mondo sono soggetti al Papa.

D. 551. Che cosa si intende per Gerarchia della Chiesa?

R. Per Gerarchia della Chiesa si intende il sacro corpo dei chierici regolari che governano la Chiesa.

D. 552. Come è evidente che la Chiesa sia “una” nell’adorazione?

R. È evidente che la Chiesa sia una nella pratica del culto, perché tutti i suoi membri si avvalgono dello stesso Sacrificio e ricevono gli stessi Sacramenti.

D. 553. Come è evidente che la Chiesa sia “una” nella fede?

R. È evidente che la Chiesa sia “una” nella fede perché tutti i cattolici di tutto il mondo credono in ogni singolo articolo di fede proposto dalla Chiesa.

D. 554. Può una persona che nega solo un articolo della nostra fede essere cattolico?

R. Una persona che negherebbe anche un solo articolo della nostra fede, non potrebbe essere un Cattolico; perché la verità è una e dobbiamo accettarla per intero: o per intero o per niente.

D. 555. Nella Chiesa ci sono credenze e pratiche pie che non sono articoli di fede?

R. Ci sono molte credenze e pratiche pie nella Chiesa che non sono articoli di fede; cioè, non siamo legati sotto pena di peccato a credere in esse; tuttavia spesso le troveremo utili aiuti alla santità, e quindi sono raccomandate dai nostri pastori.

D. 556. Di che peccato sono colpevoli le persone che hanno fermamente creduto in pratiche religiose diverse che sono proibite o inutili?

R. Le persone che sostengono fermamente altre pratiche religiose che sono proibite o inutili, sono colpevoli del peccato di superstizione.

D. 557. Dove trova la Chiesa le verità rivelate che è tenuta ad insegnare?

R. La Chiesa trova le verità rivelate che è tenuta ad insegnare nella Sacra Scrittura e nelle tradizioni rivelate.

D. 558. Che cos’è la Sacra Scrittura o Bibbia?

R. La Sacra Scrittura o Bibbia è la raccolta di scritti sacri ed ispirati attraverso i quali Dio ci ha fatto conoscere molte verità rivelate. Alcuni li chiamano pure “lettere dal Cielo alla terra”, cioè da Dio all’uomo.

D. 559. Che cosa si intende per Canone della Sacra Scrittura?

R. Per Canone della Sacra Scrittura si intende l’elenco che la Chiesa ha preparato per insegnarci quali sacri scritti costituiscano la Sacra Scrittura e contengano la parola ispirata di Dio.

D. 560. Da dove trae la Chiesa le tradizioni rivelate?

R. La Chiesa trae le tradizioni rivelate dai decreti dei suoi concili; dai suoi libri di culto; dai dipinti ed iscrizioni su tombe e monumenti; dalle vite dei suoi santi; dagli scritti dei suoi Padri e dalla sua storia.

D. 561. Dobbiamo noi stessi cercare nelle Scritture e nelle tradizioni ciò in cui dobbiamo credere?

R. Noi stessi non abbiamo bisogno di cercare nelle Scritture e nelle tradizioni ciò in cui dobbiamo credere. Dio ha nominato la Chiesa come guida per la salvezza e dobbiamo pertanto accettare che Essa ci insegni l’infallibile regola di fede.

D. 562. Come dimostriamo che le sole Sacre Scritture non potrebbero essere unicamente la nostra guida alla salvezza ed all’infallibile regola di fede?

R. Dimostriamo che la Sacra Scrittura da sola non possa essere la nostra guida per la salvezza e infallibile regola di fede:

– Perché tutti gli uomini non possono esaminare o comprendere la Sacra Scrittura; ma tutti possono ascoltare l’insegnamento della Chiesa;

– Perché il Nuovo Testamento o la parte cristiana della Scrittura non fu scritta all’inizio dell’esistenza della Chiesa, e, pertanto, non poteva essere usata come regola di fede dai primi Cristiani;

– Perché ci sono molte cose nella Sacra Scrittura che non possono essere comprese senza la spiegazione data dalla tradizione, e quindi coloro che prendono la Scrittura da sola come la loro regola di fede, disputano costantemente sul suo significato e su ciò a cui devono credere.

D. 563. Come è “Santa” la Chiesa?

R. La Chiesa è “santa” perché il suo fondatore, Gesù Cristo, è Santo; perché insegna una santa dottrina; invita tutti ad una vita santa; e per l’eminente santità di tante migliaia dei suoi figli.

D. 564. In che modo la Chiesa è “Cattolica” o universale?

R. La Chiesa è Cattolica o universale perché sussiste in tutte le epoche, insegna a tutte le nazioni e mantiene tutta la verità.

565. Come dimostrare che la Chiesa “Cattolica” sia universale nel tempo, nei luoghi e nella dottrina.

R. – 1. La Chiesa cattolica è universale nel tempo, poiché come dal tempo degli Apostoli al presente è esistita, così ha sempre insegnato ed operato in ogni epoca;

– È universale nei luoghi, perché ha insegnato in tutto il mondo;

.- È universale nella dottrina, poiché insegna lo stesso ovunque, e le sue dottrine sono adatte a tutte le classi di persone. Ha convertito così tutte le nazioni pagane convertite.

D. 566. Perché la Chiesa usa la lingua latina invece della lingua nazionale dei suoi figli?

R.  La Chiesa usa la lingua latina invece della lingua nazionale dei suoi figli:

– Per evitare il pericolo di cambiare qualsiasi parte del suo insegnamento utilizzando lingue diverse;

– Perché tutti i suoi reggenti possano essere perfettamente uniti e compresi nelle loro comunicazioni;

– Onde dimostrare che la Chiesa non è un istituto di una nazione particolare, ma la guida di tutte le nazioni.

D. 567. In che modo la Chiesa è “Apostolica”?

R. La Chiesa è apostolica perché fondata da Cristo sui suoi Apostoli, ed è governata dai loro legittimi successori, e poiché non ha mai cessato, e non cesserà mai di insegnare la loro dottrina.

D. 568. La Chiesa, definendo certe verità, crea così nuove dottrine?

R. La Chiesa, definendo, cioè proclamando certe verità, o articoli di fede, non fa nuove dottrine, ma semplicemente insegna più chiaramente e con maggiore sforzo verità che sono sempre state credute e sostenute dalla Chiesa.

D. 569. Che cosa è allora, l’uso di definire o dichiarare una verità un articolo di fede. se è sempre stato creduto?

R. L’uso di definire o dichiarare una verità un articolo di fede, anche quando è sempre stato creduto, è:

(1) contraddire chiaramente coloro che lo negano e mostrare così falso il loro insegnamento;

(2) Rimuovere ogni dubbio sull’esatto insegnamento della Chiesa e porre fine ad ogni discussione sulla verità definita.

D. 570. In quale Chiesa si trovano questi attributi e segni?

R. Questi attributi e note, o segni si trovano nella sola Chiesa Cattolica Romana.

D. 571. Come si dimostrate che le chiese protestanti non hanno i segni della vera Chiesa?

R. Le Chiese protestanti non hanno i segni della vera Chiesa, perché:

– Non sono “una” né nel governo né nella fede; infatti non hanno un capo principale e professano credenze diverse;

– Non sono sante, perché le loro dottrine sono fondate sull’errore e portano a conseguenze negative;

– Non sono cattoliche o universali nel tempo, nel luogo o nella dottrina. Non sono esistite in tutte le epoche né in tutti i luoghi, e le loro dottrine non si adattano a tutte le classi;

– non sono apostoliche, poiché sono state istituite centinaia di anni dopo gli Apostoli, e non insegnano le dottrine degli Apostoli.

D. 572. Da chi la Chiesa trae vita eterna e autorità infallibile?

R. La Chiesa trae vita eterna e autorità infallibile dallo Spirito Santo, lo Spirito della verità, che dimora con Essa per sempre.

D. 573. Da chi la Chiesa è creata e mantenuta Una, Santa e Cattolica?

R. La Chiesa è creata e mantenuta Una, Santa e Cattolica dallo Spirito Santo, lo spirito di amore e santità, che unisce e santifica i suoi membri in tutto il mondo.

LEZIONE 13 –

SUI SACRAMENTI IN GENERALE

D. 574. Che cos’è un sacramento?

R. Un Sacramento è un segno esteriore istituito da Cristo per dare grazia.

D. 575. Per la sussistenza di un Sacramento, sono sempre necessarie queste tre cose, vale a dire: 1° un segno esteriore visibile, 2° l’istituzione di quel segno da parte di Cristo e 3° il dono della grazia attraverso l’uso di quel segno?

R. Per la sussistenza di un Sacramento sono sempre necessarie queste tre cose, vale a dire: 1. Un segno esteriore o visibile, 2° l’istituzione di quel segno da parte di Cristo, e 3° il dono della grazia mediante l’uso di quel segno; se ne manca anche uno solo di questi tre elementi, non si ottiene alcun Sacramento.

D. 576. Perché la Chiesa usa numerose cerimonie o azioni onde applicare i segni esteriori dei Sacramenti?

R. La Chiesa usa numerose cerimonie o azioni nell’applicare i segni esteriori dei Sacramenti per aumentare la nostra riverenza e la devozione verso i Sacramenti, e per spiegare il loro significato ed i loro effetti.

D. 577. Quanti sacramenti ci sono?

R. Ci sono sette sacramenti: Battesimo, Conferma, Eucaristia, Penitenza, Estrema unzione, Ordini sacri e Matrimonio.

D. 578. Tutti i Sacramenti sono stati istituiti da Nostro Signore?

R. Tutti i Sacramenti sono stati istituiti da Nostro Signore, poiché solo Dio ha il potere di attribuire il dono della grazia all’uso di un segno esteriore visibile. La Chiesa, tuttavia, può istituire le cerimonie da utilizzare per amministrare o dare i Sacramenti.

D. 579. Come sappiamo che ci sono sette sacramenti e non di più o di meno?

R. Sappiamo che ci sono sette sacramenti e non di più o di meno, perché la Chiesa ha sempre insegnato questa verità. Il numero dei sacramenti è una questione di fede e la Chiesa non può essere confusa in questioni di fede.

D. 580. Perché sono stati istituiti i Sacramenti?

R. I Sacramenti sono stati istituiti come mezzi speciali attraverso i quali ricevere la grazia che ci è stata meritata da Cristo. Poiché Cristo è Colui che dà la grazia, Egli ha il diritto di determinare il modo in cui essi debbano essere dati, e chi rifiuta di usare i Sacramenti, non riceverà la grazia di Dio.

D. 581. I Sacramenti ricordano in qualche modo il mezzo con cui il Signore ha meritato le grazie che riceviamo attraverso di essi?

R. I Sacramenti ricordano in molti modi i mezzi con cui il Signore ha meritato le grazie che riceviamo tramite essi. Il Battesimo ricorda la sua profonda umiltà; la Confermazione la sua incessante preghiera; la Santa Eucaristia la sua cura dei bisognosi; la Penitenza la sua vita mortificata; l’Estrema unzione il modello della sua morte; gli Ordini sacri la sua istituzione del sacerdozio e il Matrimonio la sua stretta unione con la Chiesa.

D. 582. Qual è, per esempio, il segno esteriore nel Battesimo e nella Cresima.

R. Il segno esteriore del Battesimo è il versamento dell’acqua e la pronunzia delle parole della formula del battesimo. Il segno esteriore della Confermazione è invece l’unzione con olio, la pronunzia delle parole della Confermazione e l’imposizione delle mani del Vescovo sulla persona che egli conferma.

D. 583. Qual è il senso dei segni esteriori nei Sacramenti?

R. Senza i segni esteriori nei Sacramenti non potremmo sapere quando o con quale effetto la grazia dei Sacramenti entrai nelle nostre anime.

D. 584. Il segno esteriore indica semplicemente che la grazia è stata data, o l’uso del segno esteriore, con la giusta intenzione, dà anche la grazia del Sacramento?

R. Il segno esteriore non è usato solo per indicare che la grazia è stata data, poiché l’uso del segno esteriore con la giusta intenzione dà anche la grazia del Sacramento. Quindi la giusta applicazione del segno esteriore è sempre seguita dal dono della grazia interiore se il Sacramento è amministrato con la giusta intenzione e ricevuto con le giuste disposizioni.

D. 585. Che cosa intendiamo per “giusta intenzione” per l’amministrazione dei Sacramenti?

R. Con la giusta intenzione per l’amministrazione dei Sacramenti intendiamo che chiunque amministri un Sacramento deve avere l’intenzione di fare ciò che Cristo ha inteso quando ha istituito il Sacramento e ciò che la Chiesa intende quando amministra il Sacramento.

D. 586. C’è qualche somiglianza tra la materia usata nel segno esteriore e la grazia data in ogni Sacramento?

R. Esiste una grande somiglianza tra la materia usata nel segno esteriore e la grazia data in ogni Sacramento; infatti, l’acqua è usata per la pulizia: il Battesimo purifica l’anima; l’olio dona forza e luce: la confermazione rafforza e illumina l’anima; il pane e il vino nutrono: la Santa Eucaristia nutre l’anima.

D. 587. Che cosa intendiamo per “materia e forma” dei Sacramenti?

R. Per “materia” dei Sacramenti intendiamo le cose visibili, come l’acqua, l’olio, il pane, il vino, ecc., Usati per i Sacramenti. Per “forma” intendiamo le parole, come ad esempio: “ti battezzo”, “ti confermo”, ecc., usate nel dare o amministrare i Sacramenti.

D. 588. I bisogni dell’anima somigliano ai bisogni del corpo?

R. Certamente, i bisogni dell’anima somigliano ai bisogni del corpo; il corpo infatti deve nascere, essere rafforzato, nutrito, guarito nella malattia, aiutato nell’ora della morte, guidato dall’autorità, avere un luogo in cui dimorare. L’anima è portata nella vita spirituale dal Battesimo; è rafforzato dalla Confermazione; nutrito dalla Santa Eucaristia; guarito dalla Penitenza; aiutato nell’ora della nostra morte dall’Estrema unzione; guidato dai ministri di Dio stabiliti mediante il Sacramento dell’Ordine, e gli viene dato un corpo in cui dimorare per mezzo del Sacramento del Matrimonio.

D. 589. Da cosa i Sacramenti traggono il potere di dare la grazia?

R. I Sacramenti hanno il potere di dare grazia dai meriti di Gesù Cristo.

D. 590. L’effetto dei Sacramenti dipende dalla dignità o dalla indegnità di chi li amministra?

R. L’effetto dei Sacramenti non dipende dalla dignità o dalla indegnità di chi li amministra, ma dai meriti di Gesù Cristo, che li ha istituiti, e dalle degnissime disposizioni di coloro che li ricevono.

D. 591. Quale grazia danno i Sacramenti?

R. Alcuni dei Sacramenti danno la grazia santificante e altri la aumentano nelle nostre anime.

D. 592. Quando un Sacramento dice di dare e quando si dice che aumenta, la grazia nelle nostre anime?

R. Si dice che un Sacramento dona grazia quando non c’è alcuna grazia nell’anima, o in altre parole, quando l’anima è in peccato mortale. Si dice che un Sacramento aumenta la grazia, quando già vi è grazia nell’anima, alla quale ne viene aggiunta altra dal Sacramento ricevuto.

D. 593. Quali sono i Sacramenti che conferiscono la grazia santificante?

R. I Sacramenti che danno la grazia santificante sono il Battesimo e la Penitenza; essi sono chiamati Sacramenti dei morti.

D. 594. Perché il Battesimo e la Penitenza sono chiamati sacramenti dei morti?

R. Il Battesimo e la Penitenza sono chiamati Sacramenti dei morti perché tolgono il peccato, che è la morte dell’anima, e danno la grazia, che ne è invece la vita.

D. 595. Il sacramento della Penitenza può essere ricevuto da chi è già in stato di grazia?

R. Il Sacramento della Penitenza può, essere. e molto spesso è ricevuto, da chi è in uno stato di grazia, e così ricevuto, aumenta – come i Sacramenti dei viventi – la grazia già nell’anima.

D. 596. Quali sono i Sacramenti che aumentano la grazia santificante nella nostra anima?

R. I Sacramenti che aumentano la grazia santificante nelle nostre anime sono: La Confermazione, l’Eucaristia, l’Estrema unzione, gli Ordini sacri e il Matrimonio; e per questo sono chiamati Sacramenti dei viventi.

D 597. Che cosa intendiamo per sacramenti dei morti e sacramenti dei viventi?

– Per Sacramenti dei morti, intendiamo quei Sacramenti che possono essere lecitamente ricevuti quando l’anima è in uno stato di peccato mortale.

– Per Sacramenti del vivente intendiamo quei Sacramenti che possono essere lecitamente ricevuti solo quando l’anima è in uno stato di grazia, cioè libera dal peccato mortale. Vivere e morire non si riferiscono qui alle persone, ma alla condizione delle anime; poiché nessuno dei Sacramenti può essere dato a una persona morta.

D. 598. Perché la Confermazione, la Santa Eucaristia, l’Estrema Unzione, gli Ordini Sacri ed il Matrimonio sono Sacramenti dei viventi?

R. La Confermazione, la Santa Eucaristia, l’Estrema Unzione, gli Ordini sacri e il Matrimonio sono chiamati Sacramenti dei viventi perché coloro che li ricevono degnamente stanno già vivendo la vita di grazia.

D. 599. Quale peccato commette chi riceve i Sacramenti della vita in peccato mortale?

R. Chi riceve i Sacramenti della vita in peccato mortale commette un sacrilegio, che è un grande peccato, perché è l’abuso di una cosa sacra.

D. 600. In quali altri modi, oltre alla ricezione indegna dei Sacramenti, le persone possono commettere un sacrilegio?

R. Oltre alla ricezione indegna dei Sacramenti, le persone possono commettere sacrilegio con l’abuso di una persona, luogo o cosa sacri; per esempio ferendo intenzionalmente una persona consacrata a Dio; rubando o distruggendo una chiesa; usando i vasi sacri dell’Altare per scopi illeciti, ecc.

D. 601. Oltre alla grazia santificante, i Sacramenti danno qualche altra grazia?

R. Oltre alla grazia santificante, i Sacramenti danno un’altra grazia, chiamata grazia sacramentale.

D. 602. Che cos’è la grazia sacramentale?

R. La grazia sacramentale è un aiuto speciale che Dio dà per raggiungere il fine per il quale ha istituito ogni Sacramento.

D. 603. La grazia sacramentale è indipendente dalla grazia santificante data nei Sacramenti?

R. La grazia sacramentale non è indipendente dalla grazia santificante data nei Sacramenti; poiché è la grazia santificante che ci dà diritto agli aiuti speciali – chiamati grazia sacramentale – in ogni Sacramento, ogni qual volta dobbiamo compiere il fine del Sacramento o siamo tentati contro di essa.

D. 604. Si faccia un esempio di come la grazia sacramentale ci aiuti, ad esempio, nella Confermazione e nella Penitenza.

R. – Il fine della Confermazione è quello di rafforzarci nella nostra fede. Quando siamo tentati dal rinnegare la nostra Religione con le parole o con le azioni, ci viene data la grazia sacramentale della Confermazione che ci aiuta ad aggrapparci alla nostra fede ed a professarla con fermezza.

– Il fine della Penitenza è distruggere il peccato reale. Quando siamo tentati nel peccare, ci viene donata la grazia sacramentale della penitenza che ci aiuta a superare la tentazione ed a perseverare nello stato di grazia. La grazia sacramentale in ciascuno degli altri Sacramenti è data nello stesso modo, e ci aiuta a raggiungere il fine per il quale ogni Sacramento è stato istituito e per il quale lo riceviamo.

D. 605. I Sacramenti danno sempre la grazia?

R. I Sacramenti danno sempre grazia, se li riceviamo con le giuste disposizioni.

D. 606. Che cosa intendiamo per “disposizioni giuste” per la ricezione dei Sacramenti?

R. Per giuste disposizioni per la ricezione dei Sacramenti intendiamo i motivi propri e l’adempimento di tutte le condizioni, richieste da Dio e dalla Chiesa, per la degna ricezione dei Sacramenti.

D. 607. Si faccia un esempio delle “disposizioni giuste” per la Penitenza e per la Santa Eucaristia.

R. Le giuste disposizioni per la Penitenza sono:

– Confessare tutti i nostri peccati mortali che sappiamo aver commesso;

– Essere contrititi per essi, e

– Avere la determinazione di non commetterli mai più.

– Le giuste disposizioni per la Santa Eucaristia sono:

– Sapere cosa sia la Santa Eucaristia;

– Essere in uno stato di grazia, e

– salvo casi particolari di malattia – essere digiuni dalla mezzanotte.

D. 608. Possiamo ricevere i Sacramenti più di una volta?

R. Possiamo ricevere i Sacramenti più di una volta, eccetto il Battesimo, la Confermazione e gli Ordini Sacri.

D.609. Perché non possiamo ricevere il Battesimo, la Confermazione e gli Ordini sacri più di una volta?

R. Non possiamo ricevere il Battesimo, la Confermazione e gli Ordini Sacri più di una volta, perché imprimono un carattere nell’anima.

D. 610. Qual è il carattere che questi Sacramenti imprimono nell’anima?

R. Il carattere che questi Sacramenti imprimono nell’anima, è un segno spirituale che rimane per sempre.

D. 611. Questo carattere rimane nell’anima anche dopo la morte?

R. Questo carattere rimane nell’anima anche dopo la morte: ad onore e la gloria di coloro che sono salvati; a vergogna e punizione di coloro che si sono dannati.

D. 612. I sacramenti possono essere dati condizionatamente?

R. I Sacramenti possono essere dati condizionatamente ogni qual volta noi dubitiamo di averli ricevuti in precedenza, o riteniamo che possano essere stati dati in modo invalido.

D. 613. Che cosa intendiamo quando si conferisce un Sacramento in condizioni condizionali?

R. Dare un Sacramento condizionalmente vuol dire che la persona che amministra il Sacramento intende conferirlo solo nel caso in cui non sia già validamente dato o nel caso in cui la persona non avesse avuto le giuste disposizioni per riceverlo, sebbene le disposizioni non possano essere scoperte.

D. 614. Si faccia un esempio di come viene dato condizionalmente un Sacramento.

R. Nel dare il Battesimo, per esempio, condizionatamente – o quel che chiamiamo Battesimo condizionale – il sacerdote, invece di dire assolutamente, come fa nel Battesimo ordinario: “Io ti battezzo”, ecc., Dice: “… Se tu non sei già battezzato, o … se sei capace di essere battezzato, io ti battezzo” ecc., affermando così l’unica condizione sulla quale intende amministrare il Sacramento.

D. 615. Quale dei Sacramenti viene dato più frequentemente in condizioni condizionali?

R. I sacramenti più frequentemente dati condizionatamente sono il Battesimo, la Penitenza e l’Estrema Unzione; perché in alcuni casi è difficile accertare se questi Sacramenti siano stati dati in precedenza o se siano stati dati validamente, o se la persona che li sta per ricevere abbia le giuste disposizioni per riceverli.

D. 616. Si nomini alcune delle circostanze più comuni in cui un prete è obbligato ad amministrare i Sacramenti in modo condizionale.

R. Alcune delle circostanze più comuni in cui un prete è obbligato a somministrare i Sacramenti in modo condizionale sono:

– Quando riceve i convertiti nella Chiesa e non è certo del loro precedente battesimo, deve battezzarli in modo condizionale.

– Quando viene chiamato – come nel caso di incidente o di malattia improvvisa – e dubita se la persona sia viva o già morta, o se debba ricevere i Sacramenti, o debba dare l’assoluzione e amministrare condizionalmente l’Estrema Unzione.

D. 617. Qual è l’uso e l’effetto di dare i Sacramenti in modo condizionale?

R. L’uso di dare i Sacramenti in modo condizionale è che non ci possa essere irriverenza dei Sacramenti nel darli a persone incapaci o indegne di riceverli; e tuttavia nessuno che sia capace o degno possa esserne privato. L’effetto è di fornire il Sacramento dove sia necessario o possa essere dato, e di negarlo dove non sia necessario o non possa essere dato.

D. 618. Qual è la differenza tra i poteri di un Vescovo e quelli di un sacerdote riguardo all’amministrazione dei Sacramenti?

R. La differenza tra i poteri di un Vescovo e quelli di un sacerdote, riguardo all’amministrazione dei Sacramenti, è che un Vescovo può dare tutti i sacramenti, mentre un prete non può dare la Cresima, né gli Ordini sacri.

  1. 619. Può una persona ricevere tutti i Sacramenti?
  2. Una persona non può, di regola, ricevere tutti i Sacramenti; perché una donna non può ricevere gli Ordini sacri e ad un uomo che riceve il Sacerdozio è proibito ricevere il Sacramento del Matrimonio.

IL CATECHISMO DI BALTIMORA 3 (V) – Lez. 14-16

LO SCUDO DELLA FEDE (XVI)

[A. Carmignola: “Lo Scudo della Fede”. S.E.I. Ed. Torino, 1927]

XVI.

LA DIVINA PROVVIDENZA.

Come mai Iddio è provvido, se vi hanno tanti disordini nella natura? — Se vi sono tanti esseri inutili? — Se vengono al mondo tanti mostri e nomini infelici? — Se siamo oppressi da tanti mali? — Se accadono tanti disastri?

— Si dice che Iddio è provvido, e cioè si dice aver egli cura delle creature, conservarle, governarle, dirigerle al loro fine, procacciare a tutte quel che loro abbisogna. Ora come conciliare questa divina provvidenza con tanti disordini, che vi sono nel mondo?

E di quali disordini intendi parlare?

— Dei disordini che vi hanno nella natura e nella società. Per esempio nella natura vi sono tanti esseri, piante, animali, che potrebbero venire al mondo e vivere a lungo, e invece improvvisamente sono soffocati e distrutti. E questo non è già un disordine?

Nella mente nostra potrà benissimo parer tale, ma non già di fronte a Dio. Hai tu mai intesa una qualche sinfonia d’un celebre Maestro, supponiamo di Haydn o di Verdi? E nel sentire quella sinfonia non ti è sembrato che vi fossero delle note sacrificate? massime certe note di accompagnamento? Eppure se tu le togliessi, non ne risulterebbe più quel complesso armonico, che tanto molce l’orecchio. Una sinfonia dev’essere considerata nel suo complesso per goderne l’effetto. Così, caro mio, se anche nell’armonia del mondo vi sono delle note sacrificate, ciò non toglie che l’armonia esista e sia sommamente ammirabile ed esalti il Maestro Divino che la crea. Dunque devi riconoscere che Dio in vista dell’ordine generale può permettere qualche disordine parziale, che alla fin fine non si può nemanco chiamar tale, in quanto che serve a stabilire l’armonia e l’equilibrio del mondo. Supponiamo ad esempio che tutti i semi delle piante si svolgessero, e tutte le pianticelle nate dai semi si conservassero in vita, il mondo intero non diventerebbe una sola foresta? Supponiamo che si moltiplicassero, come potrebbero, i nati di un moscherino, al termine di una stagione non basterebbero a coprire quattro ettari di terreno? E se si schiudessero tutte le uova dei merluzzi e degli storioni, in meno di cento anni non potrebbero riempire tutti gli oceani? Vedi adunque come nel lasciare che vadano distrutte e soffocate tante esistenze, Dio, tutt’altro che far contro alla sua Provvidenza, ne dà bellissima prova.

— Ciò è vero. Ma appunto perché tanti esseri sono inutili, come mai li crea?

Nella tua domanda vi è un bello sproposito. Tu dici: Come mai Dio crea tanti esseri inutili? Ma ciò è possibile? Quando un essere qualsiasi non servisse ad altro che a mostrare la perfezione di Dio, non sarebbe già sommamente utile? Ora vi è forse anche un solo di quegli animaluzzi, di cui in una sola goccia d’acqua ve n’ha migliaia, che non serva a questo scopo? Ma oltre a ciò bisogna pur riconoscere che non c’è alcun essere nell’universo, che Dio non abbia creato con un fine particolare e che non rechi all’armonia del mondo la sua utilità.

— Ma che utilità arrecano certi insetti, che non danno che molestia?

Ricordi il fatto o la parabola di quel re che si lamentava perché Dio avesse creato i ragni e le pulci? Un dì dopo una disastrosa battaglia avendo dovuto darsi alla fuga, finalmente stanco si nascose in un antro, dove si stette a riposare per alcune ore. Intanto un ragno dispiegò alla porta di quell’antro una ragnatela. E quando già era stata compiuta, ecco alcuni soldati nemici di quel re, che si erano dati a ricercarlo, passare di là. Vi fu bene chi disse: entriamo qui a vedere, se qui si fosse nascosto. Ma vi fu subito chi osservò ciò non essere possibile dal momento che si vedeva quella ragnatela intatta. E così quei soldati essendo andati oltre, il re scampò alla morte, e cominciò a riconoscere l’utilità dei ragni. Il dì seguente dormendo in luogo aperto sarebbe del pari caduto nelle mani dei nemici, se una pulce non l’avesse talmente morsicato da svegliarlo a tempo, sì che potesse accorgersi dell’arrivo dei nemici e fuggire. E allora riconobbe anche l’utilità delle pulci. Questo fatto o parabola mi par che basti a darti la spiegazione dell’esistenza di tutto ciò che a noi può parere inutile.

— Mi sembra però assai difficile conciliare la divina Provvidenza coi tanti mostri che vengono al mondo, e soprattutto con tanti uomini infelici, con tanti ciechi, con tanti sordomuti, con tanti cretini, con tanti storpi, con tanti rachitici eccetera, eccetera.

Ascolta : « Quanto ai mostri essi mettono in luce la debolezza delle forze create, e non vi ha ragione di meravigliarcene. Quantunque noi non possiamo sempre assegnare loro una causa particolare nei disegni di Dio, né sapere a quale forza occulta tornino profittevoli, teniamo per certo ch’essi hanno la loro ragione di essere e che non possono cogliere in fallo la divina Provvidenza. E non basta, come osserva giudiziosamente S. Agostino (Enccheridion, capo 5), « che essi attraggano la nostra attenzione e muovano la nostra intelligenza ad investigare le leggi, alle quali fanno eccezione, affinché noi ne accertiamo l’ordine abituale e ne ammiriamo la sublime disposizione? » (Monsabrè). In quanto poi a quelli che nascono al mondo ciechi, sordi, storpi, cretini, pazzi e va dicendo, anzi che a Dio, il quale fa bene ogni cosa, ciò si deve attribuire agli uomini, che concorrono per parte loro all’azione creatrice di Dio, e che ne sono la causa con certi loro vizi e peccati, E quando poi per parte loro non si possa scoprire alcuna causa, bisogna pur riconoscere che Dio permette ciò con un fine sempre buono, perché la sua volontà non può mai essere altrimenti che buona, ad esempio per provare certe famiglie, per mantenerle nell’umiltà, per far acquistare loro dei meriti, se non altro per far apprezzare meglio a chi vede questi infelici il benefizio di essere sani e di buona costituzione, e per altri simili ottimi fini. E stando così le cose, si potrà forse disconoscere per questo lato la Divina Provvidenza?

— No certo; lo comprendo anch’io. Nondimeno non so darmi pace perché Iddio così buono e provvido lasci poi che la nostra breve vita sia ripiena di tanti mali, di tante infermità, di tante tribolazioni, di tanti dispiaceri, di tanti dolori!

* Tu non ti sai dar pace di ciò, perché al pari di tanti altri in questi mali fisici, che contrastano i nostri sensi e si oppongono alla nostra tendenza di non voler soffrire, vedi dei veri mali, mentre essi non sono propriamente tali. Di fatti a che cosa possono essi servire tutti questi mali fisici? Essi possono servire mirabilmente a indurre l’uomo a distaccare il cuore dalla terra, a darsi al servizio di Dio, ad espiare per loro mezzo, soffrendoli con pazienza, i peccati propri e persino gli altrui, ad operare la propria santificazione, a conseguire l’ultimo fine per cui è stato creato. Se adunque è vero, come è verissimo, che questi mali fisici servano a conquistare i beni eterni del cielo, si possono ancora chiamare veri mali? o non si hanno piuttosto a chiamare divini benefizi? E Iddio che ce li manda non si manifesta veramente buono e provvido? Tutto sta che noi, da parte nostra pigliandoli rassegnati dalle mani di Dio, sappiamo convenevolmente giovarcene.

— Questo è vero. Nondimeno certe disgrazie, come ad esempio, i terremoti, le inondazioni, i fulmini, gli incendi, le rovine, i disastri in ferrovia e per mare e simili non sono così contrarli alla divina Provvidenza? Questi mali tolgono agli uomini la vita in un attimo e purtroppo non tutti coloro che sono colpiti si trovano in grazia di Dio, sicché dal colpo del disastro passano all’eterna dannazione.

Prima di tutto ti osservo che se taluni in questi disastri, che Dio per giusti suoi fini permette, perdono la vita improvvisamente, e morendo senza grazia vanno all’eterna dannazione, non è da ascriversi a Dio, ma a loro che avrebbero potuto anche in quel punto trovarsi preparati a ben morire. In secondo luogo ti dico, che anche in tali sventure è difficile che non vi sia un istante per quelli che ne sono colpiti, nel quale, se il vogliono, possano pentirsi e provvedere ancora in tempo alla loro salvezza. E poi ti dichiaro addirittura, che questi mali ben lungi dall’opporsi alla divina Provvidenza, ne sono anzi una conferma, in quanto che danno a tutti il serio avvertimento di star sempre pronti e ben disposti dell’anima, perché può accadere purtroppo, che quando meno ci si pensa, si abbia a passare all’eternità.

— Ma intanto da questi mali fisici e da queste disgrazie, che succedono nel mondo, taluni sono spinti al suicidio, oppure al furto, alle frodi e ad altri simili delitti!

E con ciò ne vorresti dar la colpa alla divina Provvidenza? Se taluni sono malvagi, e anziché servirsi delle pene, che Iddio loro manda per guadagnarli a sé e metterli sulla via della salvezza, se ne servono per darsi in braccio alle colpe, ed alle colpe più gravi, quale è tra le altre il suicidio, si dovrà dire che Dio non è buono e provvido? Ma allora si dovrebbe dire lo stesso, quando Iddio concede a taluno gran copia di beni, e costui si serve di essi per accontentare le sue passioni e dannarsi. Se non che a chi mai è saltato in testa di accusar la divina Provvidenza per i beni, che essa largisce agli uomini?

— È vero: non ostante tutte le difficoltà, bisogna ammettere in tutto la divina Provvidenza e in tutto ammirarla.

CATECHISMO DI BALTIMORA 3 (III) – Lez. 8-10

Catechismo di Baltimora 3 (III) Lez. 8-10

[Dal terzo Concilio generale di Baltimora

Versione 1891]

LEZIONE 8 –

SULLA  PASSIONE , MORTE, RESURREZIONE E ASCENSIONE DEL SIGNORE NOSTRO

D. 369. Che cosa intendiamo per: passione di Nostro Signore?

R. Per passione di Nostro Signore intendiamo le sue tremende sofferenze, dalla sua agonia nel giardino, fino al momento della sua morte.

D. 370. Che cosa ha sofferto Gesù Cristo?

R. Gesù Cristo ha sofferto un sudore di sangue, una flagellazione crudele, è stato incoronato con spine ed è stato crocifisso.

D. 371. Quando Nostro Signore soffrì il “sudore di sangue”?

R. Nostro Signore soffrì il “sudore i sangue” quando gocce di sangue uscirono da ogni poro del Suo corpo, durante la sua agonia nell’orto degli Ulivi, vicino a Gerusalemme, dove andò a pregare la notte in cui iniziò la sua passione.

D. 372. Chi ha accompagnato nostro Signore all’orto degli ulivi nella notte della sua agonia?

R. Gli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, gli stessi che avevano assistito alla sua trasfigurazione sul monte, accompagnarono nostro Signore all’orto degli ulivi, per vegliare e pregare con Lui nella notte della sua agonia.

D. 373. Che cosa intendiamo per trasfigurazione di Nostro Signore?

R. Per trasfigurazione di Nostro Signore intendiamo il cambiamento soprannaturale nella Sua apparizione, quando Egli si mostrò ai Suoi Apostoli in grande gloria e splendore in cui “il Suo volto brillò come il sole e le Sue vesti divennero candide come la neve”.

D. 374. Chi erano i presenti alla trasfigurazione?

R. Alla trasfigurazione erano presenti – oltre agli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, che ne furono testimoni – i due grandi e santi uomini della antica Legge, Mosè ed Elia, che parlavano con nostro Signore.

D. 375. Che cosa ha causato l’agonia di Nostro Signore nel giardino?

R. Si crede che l’agonia di Nostro Signore nel giardino sia stata causata:

⁕  Dalla sua chiara conoscenza di tutto ciò che presto avrebbe sopportato;

⁕  Dalla vista delle molte offese commesse contro Suo Padre dai peccati di tutto il mondo;

⁕ Dalla sua conoscenza dell’ingratitudine degli uomini per le benefici della redenzione.

D. 376. Perché Cristo fu crudelmente flagellato?

R. Cristo fu crudelmente flagellato dagli ordini di Pilato, affinché la vista del Suo corpo sanguinante potesse spingere i suoi nemici a risparmiare la Sua vita.

D. 377. Perché Cristo fu incoronato di spine?

R. Cristo fu coronato di spine a mo’ scherno perché aveva affermato che era un re.

D. 378. Avrebbe potuto Cristo, a Lui piacendo, sfuggire alle pene della sua passione?

R. Cristo avrebbe potuto, volendo, sfuggire alle pene della sua Passione, perché le aveva previste ed aveva il potere di vincere i suoi nemici.

D. 379. Era necessario dunque che Cristo soffrisse così tanto per riscattarci?

R. Non era necessario che Cristo soffrisse così tanto per riscattarci, poiché la minima delle sue sofferenze era più che sufficiente per espiare tutti i peccati dell’umanità. Soffrendo così tanto però, ha mostrato il Suo grande amore per noi.

D. 380. Chi ha tradito Nostro Signore?

R. Giuda, uno dei Suoi Apostoli, ha tradito Nostro Signore e dal suo peccato possiamo imparare che anche il bene può trasformarsi in grande malvagità con l’abuso del libero arbitrio.

D. 381. In che modo Cristo fu condannato a morte?

R. Per l’influenza di coloro che lo odiavano, Cristo fu condannato a morte dopo un processo ingiusto, in cui testimoni falsi furono indotti a testimoniare contro di Lui.

D. 382. In quale giorno è morto Cristo?

R. Cristo è morto il Venerdì Santo.

D. 383. Perché chiami “buono” quel giorno in cui Cristo morì in modo così triste?

R. Chiamiamo “buono” quel giorno in cui Cristo è morto, perché con la sua morte ha mostrato il suo grande amore per l’uomo e ha acquistato per lui ogni bene.

384. Per quanto tempo Nostro Signore fu appeso sulla croce prima di morire?

R. Nostro Signore rimase appeso alla Croce circa tre ore prima che morisse. Mentre soffriva così, i suoi nemici stavano intorno a bestemmiare e a deriderlo. Con la sua morte Egli ha dimostrato di essere un vero uomo mortale, poiché certo non poteva morire nella sua natura divina.

D. 385. Come chiamiamo le parole che Cristo ha pronunciato mentre era appeso sulla croce?

R. Chiamiamo le parole che Cristo ha pronunciato mentre era appeso sulla croce “le sette ultime parole di Gesù sulla croce”. Ci insegnano le disposizioni che dovremmo avere noi nell’ora della morte.

D. 386. Ripeti le ultime sette parole o parole di Gesù sulla croce.

R. Le sette ultime parole o parole di Gesù sulla Croce sono:

1. “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”, in cui Egli perdona e prega per i Suoi nemici.

2. “In verità, io ti dico, questo giorno sarai con Me in Paradiso”, in cui Egli perdona il peccatore penitente.

3. “Donna, ecco il tuo Figlio” – “Ecco la tua Madre”, parole con le quali ha rinunciato a ciò che gli era più caro sulla terra, e ci ha dato Maria per Madre nostra.

4. “Mio Dio, mio ​​Dio, perché mi hai abbandonato?” da cui apprendiamo la sofferenza della sua mente.

5. “Ho sete”, da cui apprendiamo la sofferenza del suo corpo.

6. “Tutto è consumato”, con cui ha mostrato il compimento di tutte le profezie che riguardavano Lui ed il completamento dell’opera della nostra redenzione.

7. “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”, con il quale ha mostrato la sua perfetta rassegnazione alla volontà dell’eterno Padre Suo.

D. 387. Cosa è successo alla morte di Nostro Signore?

R. Alla morte di Nostro Signore ci sono state tenebre e movimenti della terra; molti santi morti uscirono dalle loro tombe ed il velo che nascondeva il Santo dei Santi, nel Tempio di Gerusalemme, fu lacerato.

D. 388. Cos’era il Santo dei Santi nel tempio?

R. Il Santo dei Santi era la parte sacra del Tempio, in cui era custodita l’Arca dell’Alleanza, e dove il sommo sacerdote consultava la Volontà di Dio.

D. 389. Che cosa era “l’Arca dell’Alleanza”?

R. L’Arca dell’Alleanza era una scatola preziosa in cui erano custodite le tavole di pietra recanti i comandamenti scritti di Dio, la verga che Aronne trasformò in un serpente davanti al re Faraone, e una parte della manna di cui gli israeliti si erano miracolosamente nutriti nel deserto. L’Arca dell’Alleanza era una antica figura del Tabernacolo in cui conserviamo la Santa Eucaristia.

D. 390. Perché il velo del Tempio fu squarciato alla morte di Cristo?

R. l velo del Tempio fu squarciato alla morte di Cristo perché alla sua morte la religione ebraica cessò di essere la vera religione, e Dio non manifestò più la Sua presenza nel Tempio.

D. 391. Perché la religione ebraica, che fino alla morte di Cristo era stata la vera religione, cessò in quel momento di essere la vera religione?

R. La religione ebraica, che fino alla morte di Cristo era stata la vera religione, cessò in quel momento di essere la vera religione, perché essa era solo una promessa della redenzione e figura della Religione cristiana, e quando la redenzione fu compiuta e la Religione cristiana stabilita dalla morte di Cristo, la promessa e la figura non erano più necessarie.

D. 392. Tutte le leggi della religione ebraica furono abolite dall’istituzione del Cristianesimo?

R. Le leggi morali della religione ebraica non furono abolite dall’istituzione del Cristianesimo, poiché Cristo non venne per distruggere queste leggi, ma per renderle più perfette. Le sue leggi cerimoniali furono abolite, quando il Tempio di Gerusalemme cessò di essere la Casa di Dio.

D. 393. Che cosa intendiamo per leggi morali e cerimoniali?

R. Per leggi “morali” intendiamo le leggi riguardanti il ​​bene e il male. Per leggi “cerimoniali” intendiamo le leggi che regolano le modalità di adorare Dio nel Tempio o nella Chiesa.

D. 394. Dove morì Cristo?

R. Cristo morì sul monte Calvario.

D. 395. Dov’era il Monte Calvario, e cosa significa il suo nome?

R. Il Monte Calvario era il luogo dell’esecuzione, non lontano da Gerusalemme; il nome significa “luogo del cranio”.

D. 396. Come è morto Cristo?

R. Cristo fu inchiodato alla croce e vi morì tra due ladri.

D. 397. Perché il Signore è stato crocifisso tra ladri?

R. Nostro Signore fu crocifisso tra i ladri, perché i suoi nemici potessero così aumentarne il disonore, rendendolo simile ai peggiori criminali.

D. 398. Perché Cristo soffrì e morì?

R. Cristo ha sofferto e è morto per i nostri peccati.

D: 399. Come fu seppellito il corpo di nostro Signore?

R. l corpo di nostro Signore fu avvolto in un panno di lino pulito e deposto in un sepolcro nuovo o tomba scavata nella roccia, da Giuseppe d’Arimatea e da altre persone pie che credevano nel Nostro Divino Signore.

D. 400. Quali lezioni impariamo dalle sofferenze e dalla morte di Cristo?

R. Dalle sofferenze e dalla morte di Cristo, apprendiamo il grande male del peccato, l’odio che Dio gli porta e la necessità di soddisfarlo.

D. 401. Dove andò l’anima di Cristo dopo la sua morte?

R. Dopo la morte di Cristo la sua anima discese nell’inferno.

D. 402. L’anima di Cristo discese nell’inferno dei dannati?

R. L’inferno in cui l’anima di Cristo discese non era l’inferno dei dannati, bensì un luogo o stato di riposo, chiamato Limbo, dove le anime dei giusti lo stavano aspettando.

D. 403. Perché Cristo è disceso nel Limbo?

R. Cristo discese nel Limbo per predicare alle anime che erano prigioniere – cioè, per annunciare loro la lieta novella della loro redenzione.

D. 404. Dov’era il corpo di Cristo mentre la sua anima era nel Limbo?

R. Mentre l’anima di Cristo era nel Limbo, il suo corpo era nel santo sepolcro.

D. 405. In quale giorno Cristo risuscitò dai morti?

R. Cristo risuscitò dalla morte, glorioso e immortale, la domenica di Pasqua, il terzo giorno dopo la sua morte.

D. 406. Perché la risurrezione è il più grande dei miracoli di Cristo?

R. La risurrezione è il più grande dei miracoli di Cristo perché tutto ciò che ha insegnato e fatto è confermato da esso e discende da esso. Egli aveva promesso di risorgere dai morti, e senza l’adempimento di quella promessa non potevamo credere in Lui.

D. 407. Qualcuno ha mai provato a confutare il miracolo della risurrezione?

R. I miscredenti in Cristo hanno cercato di smentire il miracolo della risurrezione così come hanno tentato di confutare tutti i suoi altri miracoli; ma le spiegazioni che danno per dimostrare che i miracoli di Cristo sono falsi, sono molto più improbabili e difficili da credere degli stessi miracoli.

D. 408. Che cosa intendiamo quando diciamo che Cristo è risorto “glorioso” dai morti?

R. Quando diciamo che Cristo è risorto “glorioso” dai morti, intendiamo che il suo corpo era in uno stato glorificato; cioè, dotato delle qualità di un corpo glorificato.

D. 409. Quali sono le qualità di un corpo glorificato?

R. Le qualità di un corpo glorificato sono:

1. Splendore, per cui emette luce;

2. Agilità, con la quale si muove da un luogo all’altro rapidamente come un Angelo;

3. Sottigliezza, in base alla quale le cose materiali non possono fermarlo;

4. Impassibilità, con la quale è reso incapace di soffrire.

D. 410. Cristo rimase tre giorni interi nella tomba?

R. Cristo non rimase nella tomba tre giorni interi, ma solo parte di tre giorni.

D. 411. Per quanto tempo Cristo rimase sulla terra dopo la sua risurrezione?

R. Cristo rimase quaranta giorni sulla terra dopo la sua risurrezione, per dimostrare che era veramente risorto dai morti e per istruire i suoi Apostoli.

D. 412. Cristo è stato visibile a tutti ed in ogni momento durante i quaranta giorni che è rimasto sulla terra dopo la sua risurrezione?

R. Cristo non era visibile a tutti, né in ogni momento durante i quaranta giorni in cui rimase sulla terra dopo la sua risurrezione. Sappiamo che Egli apparve ai Suoi Apostoli e ad altri, almeno nove volte, sebbene Egli potesse apparire più spesso.

D. 413. In che modo Cristo dimostrò che era veramente risorto dai morti?

R. Cristo dimostrò che era veramente risorto dai morti, mangiando e conversando con i suoi Apostoli e con altri ai quali apparve. Mostrò le ferite nelle sue mani, piedi e fianchi, e fu dopo la sua risurrezione che diede ai suoi apostoli il potere di perdonare i peccati.

D. 414. Dopo che Cristo era rimasto per quaranta giorni sulla terra, dove andò?

R. Dopo quaranta giorni, Cristo è asceso al cielo, ed il giorno in cui è asceso al cielo è chiamato Ascensione.

D. 415. Dove si è svolta l’ascensione di Nostro Signore?

R. Cristo ascese al cielo dal monte Oliveto, il luogo reso sacro dalla sua agonia nella notte prima della sua morte.

D. 416. Chi erano i presenti all’ascensione e chi ascese al cielo con Cristo?

R. Da varie luoghi della Scrittura, possiamo concludere che c’erano circa 125 persone – anche se le tradizioni ci dicono che ce n’era un numero maggiore – presenti all’Ascensione. Questi erano gli Apostoli, i Discepoli, le pie donne e altri che avevano seguito Nostro Signore. Con Cristo salirono le anime dei giusti che stavano aspettando nel Limbo la Redenzione.

D. 417. Perché la candela pasquale, illuminata il mattino di Pasqua, si spegne durante la Messa nel giorno dell’Ascensione?

R. Il cero pasquale è illuminato il mattino di Pasqua, e significa la presenza visibile di Cristo sulla terra, e si spegne nel giorno dell’Ascensione per mostrare che Egli, avendo adempiuto tutte le profezie concernenti Se Stesso, e avendo compiuto l’opera di redenzione, ha affidato la cura visibile della sua Chiesa ai suoi Apostoli ed è ritornato col suo corpo al cielo.

D. 418. Dove si trova Cristo in cielo?

R. In cielo, Cristo siede alla destra di Dio Padre Onnipotente.

D. 419. Cosa intendi dicendo che Cristo siede alla destra di Dio?

R. Quando dico che Cristo siede alla destra di Dio, intendo dire che Cristo, come Dio, è uguale a Suo Padre in tutte le cose e che, come uomo, Egli è nel posto più alto in cielo accanto a Dio.

LEZIONE 9 –

SULLO SPIRITO SANTO E LA SUA DISCESA SUGLI APOSTOLI

D. 420. Chi è lo Spirito Santo?

R. Lo Spirito Santo è la terza Persona della Santissima Trinità.

421. Lo Spirito Santo è mai apparso?

R. Lo Spirito Santo è apparso a volte sotto forma di una colomba, e di nuovo sotto la forma di lingue di fuoco; poiché, essendo un puro spirito senza un corpo, Esso può assumere qualsiasi forma.

422. Lo Spirito Santo è chiamato con altri nomi?

R. Lo Spirito Santo è chiamato anche Santo Spirito, il Paraclito, lo Spirito di Verità e altri nomi dati nella Sacra Scrittura.

423. Da chi procede lo Spirito Santo?

R. Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio.

D. 424. Lo Spirito Santo è uguale al Padre e al Figlio?

R. Lo Spirito Santo è uguale al Padre e al Figlio, essendo lo stesso Signore e Dio così come Essi sono.

D. 425. In quale giorno lo Spirito Santo scese sugli Apostoli?

R. Lo Spirito Santo scese sugli Apostoli dieci giorni dopo l’Ascensione di nostro Signore; e il giorno in cui discese sugli Apostoli è chiamato Pentecoste o Pentecoste.

D. 426. Perché il giorno in cui lo Spirito Santo scese sugli Apostoli è chiamato Domenica Bianca?

R. Il giorno in cui lo Spirito Santo scese sugli Apostoli è chiamato Pentecoste o Domenica Bianca, probabilmente perché i Cristiani che furono battezzati alla vigilia di Pentecoste indossarono indumenti bianchi per qualche tempo dopo, come segno della purezza conferita alla loro anime dal Sacramento del Battesimo.

D. 427. Perché questa festa si chiama anche Pentecoste?

R. Questa festa è chiamata anche Pentecoste, perché Pentecoste significa: cinquantesimo; e lo Spirito Santo scese sugli Apostoli cinquanta giorni dopo la risurrezione di Nostro Signore.

D. 428. In che modo lo Spirito Santo discese sugli Apostoli?

R. Lo Spirito Santo discese sugli Apostoli sotto forma di lingue di fuoco.

D. 429. Che cosa denotava la forma delle lingue di fuoco?

R. La forma delle lingue di fuoco denotava il carattere sacro e l’autorità divina della predicazione e dell’insegnamento degli Apostoli, dalle cui parole e fervore tutti gli uomini dovevano essere convertiti all’amore di Dio.

D. 430. Chi ha inviato lo Spirito Santo sugli Apostoli?

R. È Nostro Signore Gesù Cristo che ha inviato lo Spirito Santo sugli Apostoli.

D. 431. Gli Apostoli sapevano che lo Spirito Santo sarebbe sceso su di loro?

R. Gli Apostoli sapevano che lo Spirito Santo sarebbe sceso su di loro; poiché Cristo ha promesso ai suoi Apostoli che dopo la sua Ascensione avrebbe mandato lo Spirito Santo, lo Spirito di verità, per insegnare loro tutte le verità e per rimanere con loro per sempre.

D. 432. Qualcuno ha mai negato l’esistenza dello Spirito Santo?

R. Alcune persone hanno negato l’esistenza dello Spirito Santo; altri hanno negato che fosse una Persona reale uguale al Padre e al Figlio; ma tutte queste affermazioni si sono dimostrate false per le parole della Sacra Scrittura e per l’insegnamento infallibile della Chiesa.

D. 433. Quali sono i peccati contro lo Spirito Santo che Nostro Signore ha detto che non saranno perdonati né in questo mondo né nel futuro?

R. I peccati contro lo Spirito Santo, che Nostro Signore ha detto che non saranno perdonati né in questo mondo né nel futuro, sono peccati commessi per pura malvagità e fortemente contrari alla misericordia di Dio, e sono perciò raramente perdonati.

D. 434. Perché Cristo ha mandato lo Spirito Santo?

R. Cristo ha mandato lo Spirito Santo per santificare la Sua Chiesa, per illuminare e rafforzare gli Apostoli e per consentire loro di predicare il Vangelo.

D. 435. In che modo la Chiesa fu santificata dalla venuta dello Spirito Santo?

R. La Chiesa fu santificata mediante la venuta dello Spirito Santo ricevendo quelle grazie che Cristo aveva meritato per i suoi ministri, i Vescovi e i sacerdoti e per le anime di tutti coloro che erano affidati alle loro cure.

D. 436. In che modo gli Apostoli furono illuminati dalla venuta dello Spirito Santo?

R. Gli Apostoli furono illuminati dalla venuta dello Spirito Santo ricevendo la grazia di ricordare e comprendere nel suo vero significato tutto ciò che Cristo aveva detto e fatto alla loro presenza.

D. 437. In che modo gli Apostoli si rafforzarono con la venuta dello Spirito Santo?

R. Gli Apostoli furono rafforzati dalla venuta dello Spirito Santo con il ricevere la grazia di sfidare ogni pericolo, e persino la stessa morte, nell’adempimento dei loro sacri doveri.

D. 438. Che cosa significa “Apostolo” e che cosa significa “Vangelo”?

R. “Apostolo” significa una persona inviata e “Vangelo” significa “buone notizie” o “nuove”. Quindi il nome “Vangelo” è dato alla storia ispirata della vita di Nostro Signore e delle opere sulla terra.

D. 439. Come si chiamavano gli Apostoli?

R. Gli Apostoli erano: Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Tommaso, Matteo, Giacomo, Taddeo, Simone e Giuda Iscariota, al cui posto fu poi scelto Mattia.

D. 440. San Paolo era un Apostolo?

R. San Paolo era un Apostolo, ma poiché non è stato chiamato che dopo l’Ascensione di Nostro Signore, non è numerato tra i dodici. È chiamato l’Apostolo delle genti; cioè di tutti quelli che non erano di religione ebraica o membri della Chiesa della vecchia legge.

D. 441. In che modo San Paolo divenne un Apostolo?

R. Mentre stava andando a perseguitare i Cristiani, San Paolo fu miracolosamente convertito e chiamato ad essere un Apostolo da Nostro Signore, che gli parlò. San Paolo, prima della sua conversione, si chiamava Saulo.

D. 442. Chi erano gli Evangelisti?

R. San Matteo, San Marco, San Luca e San Giovanni sono chiamati Evangelisti, perché hanno scritto i quattro Vangeli che portano il loro nome, ed “Evangelia” è il nome latino dei Vangeli. San Marco e San Luca non furono Apostoli, mentre San Matteo e San Giovanni furono entrambi Apostoli ed Evangelisti.

D. 443. Perché gli Apostoli non hanno compreso pienamente quando Cristo stesso aveva loro insegnato loro?

R. Gli Apostoli non capirono pienamente quando Cristo stesso insegnò loro, perché durante la sua permanenza con loro sulla terra si stavano solo preparando a diventare Apostoli; le loro menti erano ancora piene di molti pensieri e desideri mondani che dovevano essere poi rimossi alla venuta dello Spirito Santo.

D. 444. Lo Spirito Santo rimarrà per sempre con la Chiesa?

R. Lo Spirito Santo dimorerà per sempre con la Chiesa e la guiderà sulla via della santità e della verità.

D. 445. Quale beneficio noi otteniamo dalla consapevolezza che lo Spirito Santo resterà con la Chiesa per sempre?

R. Dalla consapevolezza che lo Spirito Santo resterà con la Chiesa per sempre, noi siamo certi che la Chiesa non potrà mai insegnarci la menzogna e non potrà mai essere distrutta dai nemici della nostra fede.

D. 446. Quale potere visibile fu dato agli Apostoli, attraverso la venuta dello Spirito Santo?

R. Attraverso la venuta dello Spirito Santo gli Apostoli ricevettero il “dono delle lingue”, con il quale potevano essere compresi in ogni lingua, sebbene predicassero in una sola lingua.

D. 447. Perché tali meravigliosi doni hanno accompagnato la conferma, o la venuta dello Spirito Santo, nella prima età della Chiesa?

R. Tali meravigliosi doni hanno accompagnato la confermazione nelle prime età della Chiesa per dimostrare la potenza, la verità e il carattere divino del Cristianesimo a coloro che altrimenti non avrebbero potuto credere, e per attirare l’attenzione di tutti sull’istituzione della Chiesa Cristiana.

D. 448. Perché questi segni non sono continuati poi ovunque, ed anche in questo momento?

R. Questi segni non sono continuati ovunque ed anche in questo momento, perché ora che la Chiesa è pienamente stabilita e il suo carattere e i potere divini si sono dimostrati in altri modi, tali segni non sono più necessari.

D. 449. Poteri come il “dono delle lingue” costituivano parte del Sacramento della Confermazione?

R. Poteri come il “dono delle lingue”, non facevano parte del Sacramento della Confermazione, ma furono aggiunti dallo Spirito Santo quando fu necessario per il bene della Chiesa.

LEZIONE 10 –

SUGLI EFFETTI DELLA REDENZIONE

D.450. Che cos’è un effetto?

R. Un effetto è un qualcosa che viene causato da qualcos’altro, come ad esempio il fumo, è effetto del fuoco.

D.451. Che cosa significa redenzione?

R. Redenzione significa riacquistare una cosa che è stata data via o venduta.

D. 452. Che cosa ha dato via Adamo col suo peccato, e che cosa ha comprato Nostro Signore per lui e per noi?

R. Con il suo peccato, Adamo ha ceduto ogni diritto ai doni di grazia promessi da Dio in questo mondo e di gloria nell’altro, e Nostro Signore ha recuperato il diritto che Adamo aveva perduto.

D. 453. Quali sono gli effetti principali della Redenzione?

R. Gli effetti principali della Redenzione sono due: la soddisfazione della giustizia di Dio, mediante le sofferenze e la morte di Cristo, e l’acquisto della grazia per gli uomini.

D. 454. Perché diciamo “effetti principali”?

R. Diciamo “effetti principali” per dimostrare che questi sono solo i più importanti ma non i soli effetti della Redenzione; infatti tutti i benefici della nostra santa Religione e della sua influenza sul mondo sono gli effetti della redenzione.

D. 455. Perché la giustizia di Dio richiede soddisfazione?

R. La giustizia di Dio richiede soddisfazione perché è infinita e richiede riparazione per ogni colpa. L’uomo nel suo stato di peccato non ha potuto fare una riparazione necessaria, così Cristo è diventato uomo e l’ha fatto Egli per lui.

D. 456. Cosa intendi per grazia?

R. Per grazia intendo un dono soprannaturale di Dio a noi conferito, per i meriti di Gesù Cristo, per la nostra salvezza.

D. 457. Che cosa significa “soprannaturale”?

R. Soprannaturale significa sopra o superiore alla natura. Tutti i doni come la salute, l’apprendimento o le comodità della vita, che influiscono principalmente sulla nostra felicità in questo mondo, sono chiamati doni naturali, mentre e tutti i doni, come le beatitudini, che riguardano la nostra felicità principalmente nel mondo futuro, sono chiamati doni soprannaturali o spirituali.

D. 458. Cosa intendi con “merito”?

R. Merito indica la qualità di meritare un bene o un male per le nostre azioni. Nella domanda di cui sopra, si intende il diritto di ricompensa per le buone azioni compiute.

D. 459. Quanti tipi di grazia ci sono?

R. Esistono due tipi di grazia, la grazia santificante e la grazia reale.

R. 460. Qual è la differenza tra la grazia santificante e la grazia effettiva?

R. La grazia santificante rimane con noi finché non siamo colpevoli di peccato mortale; e quindi essa è spesso chiamata grazia abituale; ma la grazia effettiva ci perviene solo quando abbiamo bisogno del suo aiuto nel fare o nell’evitare un’azione, e rimane con noi solo nel mentre che stiamo facendo o evitando l’azione.

D. 461. Che cos’è la grazia santificante?

R. La grazia santificante è quella grazia che rende l’anima santa e gradita a Dio.

D. 462. Come chiamate quelle grazie o doni di Dio con le quali crediamo in Lui, speriamo in Lui e Lo amiamo?

R. Quelle grazie o doni di Dio con cui crediamo in Lui, speriamo in Lui, e Lo amiamo, sono chiamate le virtù divine o teologali, di Fede, Speranza e Carità.

D. 463. Che cosa intendi per virtù e per vizio?

R. La virtù è l’abitudine di fare il bene, mentre il vizio è l’abitudine di fare il male. Un atto, buono o cattivo, non costituisce un’abitudine; e quindi, una virtù o un vizio è il risultato di ripetuti atti dello stesso tipo.

D. 464. L’abitudine ci scusa dai peccati commessi per causa sua?

R. L’abitudine non ci scusa dai peccati commessi a sua causa, ma anzi ci rende ancor più colpevoli mostrandoci quanto spesso dobbiamo aver commesso il peccato per acquisirne l’abitudine. Se, tuttavia, stiamo seriamente cercando di superare una cattiva abitudine, e con la dimenticanza cediamo ad essa, l’abitudine a volte ci può scusare dal peccato.

D. 465. Che cos’è la fede?

R. La fede è una virtù divina grazie alla quale crediamo fermamente alle verità che Dio ha rivelato.

D. 466. Che cos’è la speranza?

R. La speranza è una virtù divina con la quale crediamo fermamente che Dio ci darà la vita eterna e i mezzi per ottenerla.

D. 467. Che cos’è la carità?

R. La carità è una virtù divina con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per proprio amor suo, e il nostro prossimo come noi stessi, per amor di Dio.

D. 468. Perché la fede, la speranza e la carità sono chiamate virtù?

R. Fede, Speranza e Carità sono chiamate virtù perché non sono meri atti, ma abitudini, mediante le quali sempre e in ogni cosa crediamo in Dio, speriamo in Lui e Lo amiamo.

D. 469. Che tipo di virtù sono Fede, Speranza e Carità?

R. Fede, Speranza e Carità sono chiamate virtù infuse teologali per distinguerle dalle quattro virtù morali: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza.

D. 470. Perché diciamo che le tre virtù teologali sono infuse e le quattro virtù morali acquisite?

R. Diciamo che le tre virtù teologali sono infuse; cioè, riversate nelle nostre anime, perché sono doni rigorosamente di Dio e non dipendono dai nostri sforzi per ottenerle, mentre le quattro virtù morali: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza – sebbene anche doni di Dio, possono, come virtù naturali, essere acquisite con i nostri sforzi.

D. 471. Perché crediamo in Dio, speriamo in Lui e Lo amiamo?

R. Crediamo in Dio e speriamo in Lui perché è infinitamente vero e non ci può ingannare. Lo amiamo perché è infinitamente buono, magnifico e degno di ogni amore.

D. 472. Quali peccati mortali sono contrari alla Fede?

R. L’ateismo, che è una negazione di tutte le verità rivelate; l’eresia, che è una negazione di alcune verità rivelate; la superstizione, che è un uso improprio della religione, sono contrarie alla Fede.

D. 473. Chi è il nostro prossimo?

R. Ogni essere umano suscettibile di salvezza di ogni età, paese, razza o condizione, specialmente se ha bisogno del nostro aiuto, è il nostro prossimo nel senso del Catechismo.

D. 474. Perché dovremmo amare il nostro prossimo?

R. Dovremmo amare il prossimo perché è uno dei figli di Dio, redento da Gesù Cristo, e perché è nostro fratello creato per dimorare in cielo con noi.

D. 475. Qual è la vera grazia?

R. La grazia effettiva è quell’aiuto di Dio che illumina la nostra mente e muove la nostra volontà per evitare il male e fare del bene.

D. 476. La grazia è necessaria per la salvezza?

R. La grazia è necessaria per la salvezza, perché senza la grazia non possiamo fare nulla per meritare il cielo.

D. 477. Possiamo resistere alla grazia di Dio?

R. Possiamo, e purtroppo spesso facciamo resistenza alla grazia di Dio.

D. 478. È un peccato resistere consapevolmente alla grazia di Dio?

R. Sì, è un peccato resistere consapevolmente alla grazia di Dio, perché così lo disprezziamo e ne rifiutiamo i doni senza i quali non possiamo essere salvati.

D. 479. Dio concede la sua grazia a tutti?

R. Dio dà a tutti coloro che Egli crea sufficiente grazia per salvare la propria anima; e se le persone non salvano le loro anime, è perché non hanno usato la grazia ricevuta.

D. 480. Qual è la grazia della perseveranza?

R. La grazia della perseveranza è un dono particolare di Dio che ci permette di continuare nello stato di grazia fino alla morte.

D. 481. Possiamo meritare la grazia della perseveranza finale o sapere quando la possediamo?

R. Non possiamo meritare la grazia della perseveranza finale, o sapere quando la possediamo, perché dipende interamente dalla misericordia di Dio e non dalle nostre azioni. Immaginare di possederlo ci condurrebbe al peccato della presunzione.

D. 482. Una persona può meritare una ricompensa soprannaturale per le buone azioni compiute, mentre è in peccato mortale?

R. Una persona non può meritare alcuna ricompensa soprannaturale per le buone azioni compiute mentre è in peccato mortale; tuttavia, Dio ricompensa tali buone azioni dando la grazia del pentimento; e, quindi, tutte le persone, anche quelle in peccato mortale, dovrebbero sforzarsi di fare del bene.

D. 483. Dio ricompensa tutte le nostre buone opere?

R. Dio ricompensa la nostra buona intenzione e il desiderio di servirLo, anche quando le nostre opere non hanno successo. Dovremmo rinnovare questa buona intenzione spesso durante il giorno, e specialmente al mattino.

IL CATECHISMO DI BALTIMORA 3 (IV) Lez. 11-13