CONGETTURE SU LE ETÀ DELLA CHIESA E GLI ULTIMI TEMPI (9)
Tratte dall’Apocalisse, dal Vangelo, dalle Epistole degli Apostoli, e dalle Profezie dell’Antico Testamento
Messe in relazioni con le rivelazioni della Suora della Natività
di Amedeo NICOLAS
PARTE SECONDA
CAPITOLO V.
LA SETTIMA ETÀ DELLA CHIESA
I buoni sono costituiti, i martiri sono preparati, i santi stanno per soffrire; la bella chiesa di Filadelfia dura poco tempo; i princìpi anticristiani che erano stati indeboliti e schiacciati, ma non distrutti, riappaiono allo scoperto e seducono nuovamente gli uomini. Lo zelo dei sacerdoti e dei pastori si raffredda; la tiepidezza lo sostituisce, e con essa giunge una maggiore indifferenza, una più generale apostasia, una più criminale prevaricazione (Prævaricantes prævaricati sunt, et prevaricatione transgressorum prævaricati sunt – Questo passaggio è così forte che è intraducibile). Il cane ritorna alle ordure che aveva vomitato; il maiale, una seconda volta, sguazza nel suo brago (Contigit enim eis illud veri proverbii: Canis reversus ad suum vomitum, et sus lota in volutabro luti, II. Epistola di San Pietro, cap. II, v. 22); infatti, più o meno nello stesso momento in cui la santa Chiesa di Filadelfia iniziava il suo benefico dominio, tutto l’inferno si affollava, con diabolica gioia, intorno alla culla di colui che sarà l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’anticristo!
(*)
La Suora della Natività rappresenta qui la settima età, e il quadro che ne dipinge è anche appropriato alla fine della quinta età e all’inizio della sesta, sotto molti aspetti:
T. 1, p. 313. « Vedo in Dio che, molto prima dell’arrivo dell’anticristo, il mondo sarà afflitto da guerre sanguinose (La guerra propriamente detta è il carattere della prima rivoluzione iniziata nel 1789); i popoli si solleveranno contro i popoli, le nazioni contro le nazioni (la guerra civile, le insurrezioni sono i caratteri principali della seconda rivoluzione, che si chiama rivoluzione di luglio, con le sue conseguenze) – [noi aggiungiamo le guerre mondiali del XX secolo – ndr.-], a volte unite e a volte divise per combattere per o contro lo stesso partito. Gli eserciti si scontreranno spaventosamente e riempiranno la terra di omicidi e di carneficine. Queste guerre interne ed esterne causeranno enormi sacrilegi, profanazioni, scandali e mali infiniti per le incursioni fatte nella santa Chiesa usurpandone i diritti. Oltre a questo, vedo che la terra sarà scossa in vari luoghi da terremoti e movimenti terribili. Vedo le montagne frantumarsi e scoppiare con uno schianto che si propaga alla terra intorno. Vedo vortici di fiamme, fumo, zolfo e bitume uscire da queste montagne, che riducono in cenere intere città. Tutto questo e mille altri disastri precederanno la venuta dell’uomo del peccato (Tutto questo è storia contemporanea, ricordate Pointe à Pitre nel 1844, Tebe nel 1847, Brousse nel 1854, l’isola di Candia nel 1856, il regno di Napoli nel 1857, il Messico nel 1858, così come le numerose commozioni avvertite in tutte le parti del mondo dal 1854). »
T. 2 p. 318. « Più ci avviciniamo al regno dell’anticristo e alla fine del mondo, più le tenebre di satana si diffonderanno sulla terra, e più i suoi satelliti faranno sforzi per far cadere i fedeli nelle loro trappole e nelle loro reti. »
T. 1, p. 316. « Più ci avviciniamo alla fine del mondo, più vedo che il numero dei figli della perdizione aumenta e quello dei predestinati diminuisce. » Questo sarà fatto in tre modi… 1° per il grande numero di coloro che Egli (Dio) chiamerà a sé per salvarli dalle terribili piaghe che colpiranno la sua Chiesa; 2°. Per il gran numero di martiri che fortificherà nella fede coloro che la persecuzione non avrà falcidiato; 3° per la moltitudine di apostati che rinunceranno a Gesù Cristo per seguire il partito del suo nemico (… abbiamo detto qualcosa di simile nella seconda parte, capitolo 4 (VIII). »
T. 1, p. 7. « Ci saranno tanti martiri alla fine come all’inizio della Chiesa, e ho saputo che la persecuzione sarà così violenta negli ultimi tempi che in pochi anni ci sarà lo stesso numero di immolati di allora, dopo di che avrà luogo il Giudizio universale. »
T. 1, p. 317.« Qualche anno prima della venuta del mio grande nemico, satana susciterà falsi profeti che annunceranno l’anticristo come il vero Messia promesso, e cercheranno di distruggere tutti i dogmi del Cristianesimo… e io farò profetizzare i piccoli bambini… (Le parole della Santa Vergine ai due pastorelli de La Salette sembrano essere una delle realizzazioni di questo annuncio…) e i vecchi; i giovani annunceranno cose che faranno conoscere il mio ultimo avvento… Quello che ti dico qui, figlia mia, così come tutto quello che ti ho mostrato, sarà letto e raccontato fino alla fine dei secoli. » (*).
La storia di questa settima e ultima età è tracciata dal resto della sesta tromba (la sesta tromba è divisa tra la sesta età e la settima, perché l’azione dei malvagi in queste due età è la stessa, nasce dalle stesse cause, procede dagli stessi principi, e ha lo stesso oggetto: il regno dell’anticristo), dalla settima Chiesa, dal settimo sigillo, la settima tromba e la settima lode. Inizierà al primo attacco che seguirà la Chiesa di Filadelfia, che ci sembra durare circa 30 anni (Holzhauer fa iniziare quest’epoca con la nascita (nativitatem) dell’Anticristo. M. de Wüilleret – vol. 1, p. 208 – traduce “nascita” invece che “apparizione”). – Durante la sesta epoca, il Vangelo era stato predicato in tutto il mondo; tutti i popoli avevano accettato il Cristianesimo, ad eccezione del maggior numero di Giudei, che contavano solo quattro o cinque milioni di anime nel mondo, e di una parte dei maomettani, che erano stati ricacciati nei deserti orientali. Questa predicazione universale, che doveva precedere la consumazione, era stata fatta come una testimonianza di condanna per le nazioni che di lì a poco sarebbero cadute nell’apostasia, e che d’ora in poi sarebbero state inescusabili (Et prædicabitur hoc evangelium in universo orbe, in testimonium genti bus, et tunc veniet consummatio, San Matteo, cap. XXIV, v. 14). Ed ora, dopo poco tempo, San Giovanni, nel suo capitolo XI, vv. 1-2, vede e ci mostra la Chiesa Cattolica, così grande e così estesa nel passato, ridotta alle esili dimensioni di un solo tempio, che si ordina di misurare essendo la cosa facile a causa dell’esiguità del terreno occupato da questo edificio, e del piccolo numero dei fedeli che vi sono raccolti (Et datus est mihi calamus similis virgæ, et dictum est mihi: Surge et metire templum Dei, et altare, et adorantes in eo, – Apoc . cap. XI, v. 1). Quanto alla corte e a tutto ciò che si trova al di fuori di questo tempio, e che quindi è molto più grande, l’Apostolo non deve tenerne conto, né misurarlo, perché la loro immensa estensione renderebbe l’operazione troppo lunga e difficile, e perché d’altra parte sono stati abbandonati ai popoli apostati e anticristiani che calpesteranno sotto i loro piedi la Città Santa per quarantadue mesi – Atrium autem, quod est foris templum, ejice foras, et ne metiaris illud : quoniam datum est gentibus, et civitatem sanctam conculcabunt mensibus quadraginta duobus – ibid. v. 2 – (Holzhauser – t. 1, p. 466, ecc., Wüilleret – pensa che questi due versetti indichino, al contrario, l’espansione del Cattolicesimo in tutto il mondo. Questo è il contrario della nostra opinione. Le ragioni che egli ne dà non hanno alcun valore e sono confutate dal testo. È impossibile accettare che un tempio che si trovi di solito in una città sia più grande della città stessa. Ora i malvagi calpestano la città santa, che è certamente più grande di un tempio, per quarantadue mesi; quindi, la visione di Holzhauser non può essere sostenuta.).
I. Il nome e la storia della settima Chiesa, quella di Laodicea, danno le cause di questa grande defezione, di questo cambiamento così straordinario. Il venerabile Holzhauser – vol. 1, p. 209, ecc. Wüilleret) dà al nome di questa Chiesa il significato di vomito; si è senza dubbio ispirato ad un passo dell’Apocalisse relativo a questo tempo; ma la lingua greca non può dare luogo a una tale traduzione. Laodicea è composta da due parole: λαος (= laos – popolo) e ὄικη (= oike: diritto, giudizio, giustizia). La combinazione di queste due parole può fornire due significati ugualmente plausibili: il primo: che le creature negheranno il loro Creatore, e si arrogheranno gli attributi della Divinità (cosa che effettivamente l’anticristo farà); e il secondo: che Dio giudicherà poi il popolo, cosa notoriamente certa.
II. Gesù Cristo, rivolgendosi a questa Chiesa, prende il titolo di Testimone fedele e vero, di Creatore (Testis fidelis et verus, qui est principium creaturæ Dei, Apoc. cap. III, v. 14) perché ha già dato la sua testimonianza a tutte le nazioni, specialmente nell’ultima e universale predicazione del Vangelo (in testimonium omnibus gentibus, San Matteo, cap. XXIV, v. 14), e perché non è affatto come l’anticristo, questo testimone infedele e bugiardo, che vuole spacciarsi per Dio, quando è invece solo un semplice mortale, per il Creatore, quando è solo una creatura. « Conosco le vostre opere – dice il divino Maestro a questa Chiesa infelice – so che non siete né freddi né caldi, che siete tiepidi; è per questo che vi rigetterò, che comincerò a vomitarvi dalla mia bocca, a esercitare tutta la mia ira contro di voi, a punirvi secondo i vostri demeriti e a lasciarvi andare al mio nemico, che è principalmente il vostro. (Scio opera tua, quia nec frigidus, nec calidus; utinàm frigidus esses, aut calidus! Sed quia tepidus es, nec frigidus, nec calidus, incipiam te evomere ex ore meo, – Apoc. cap. III, v. 16). E con queste parole ci fa sapere in anticipo quanto profonda sarà la caduta di questi Cattolici, che una volta erano così pii, così ferventi e così zelanti. Una volta caduti in uno stato così degradante, gli uomini non avranno più il senso del diritto e del dovere, del giusto e dell’errato. Essi cercheranno, con più foga che nella quinta età, onori, ricchezze, piaceri, comodità e la soddisfazione di una natura viziata, senza nemmeno sospettare che questa condotta sia in diretta opposizione ai consigli e ai precetti del Salvatore. Pensano di essere ricchi perché hanno grandi beni sulla terra, e non vedono che sono infelici, miserabili, poveri e nudi, perché non possiedono i veri beni, quelli della grazia. Presuntuosi fino all’eccesso, penseranno di poter fare del bene con la propria virtù, di non aver bisogno della potenza di Dio per questo, e dimenticheranno che l’uomo non è altro che peccato, e che, privato dell’aiuto del cielo, non può fare alcun bene soprannaturale, ed è capace solo di male. Si crederanno dotti, eruditi e profondi, perché avranno una conoscenza approfondita delle scienze che hanno per oggetto il tempo e la materia, e non si accorgeranno di essere così accecati da non poter più vedere la verità e la sana dottrina che sono le luci e gli occhi dell’intelligenza. Immagineranno di essere abbondanti nelle buone azioni, mentre presenteranno solo una spaventosa nudità agli occhi divini (Quia dicis, quod dives sum, et locupletatus, et nullius egeo: et nescis quia tu es miser, et miserabilis, et pauper, et cæcus, et nudus, – ibid, v. 17). Per questo il divino Maestro consiglia loro di comprare da Lui l’oro puro, provato dal fuoco della tribolazione, lo zelo e la carità, per diventare veramente ricchi, per rivestirsi della veste bianca della penitenza, poiché non hanno più la veste bianca dell’innocenza per coprire la confusione della loro nudità; di ungere i loro occhi con il collirio della verità, affinché cessi la loro cecità (suadeo tibi emere a me aurum ignitum, probatum, ut locuples fias, et vestimentis albis induaris, et non appareat confusio nuditatis tuæ, et collyrio inunge oculos tuos, ut videas, – ibid. v. 18). Egli dichiara loro che, se abbandona al loro senso reprobo coloro che lo odiano e che Egli odia, non agisce allo stesso modo nei confronti di coloro che ancora ama nonostante la loro pigrizia e il loro errore; ma li avverte, parla loro, li rimprovera e li castiga nel tempo per salvarli per l’eternità (Ego quos amo castigo. Æmulare ergo, et pænitentiam age, – ibid. v. 19). Poiché la fine del mondo è vicina, dice loro che sta davanti alla porta delle anime e del tempo; che bussa perché essa gli sia aperta; e che coloro che gli apriranno saranno uniti a Lui in un banchetto divino che non avrà mai fine (Ecce sto ad ostium, et pulso: si quis audierit vocem meam, et aperuerit mihi januam, intrabo ad illum, et cænabo cum illo , et ipse mecum, ibid. v. 20). E infine, poiché il Figlio dell’uomo sta per ottenere la vittoria suprema sugli uomini e sui demoni e il suo trono sta per essere stabilito nei secoli dei secoli, promette al vincitore di farlo sedere con Sé su quel trono, proprio come Egli stesso, che ha vinto, siede sul trono con il Padre suo celeste (Qui vicerit, dabo ei sedere mecum in throno meo: sicut et ego vici, et sedi cum Patre meo in throno ejus, ibid. v. 21).
III. Il settimo sigillo ci dà un’idea ancora più triste della settima età. Non appena viene aperto il cielo, c’è un silenzio come di mezz’ora (Et cum aperuisset sigillum septimum, factum est silentium in cælo, quasi media hora (Holzhauser – t. 1, p. 234, etc., Wüilleret – vede in questo silenzio così breve il regno di Giuliano l’Apostata. Noi non possiamo ammettere questa opinione; ne abbiamo già dato le ragioni in vari luoghi), Apoc. cap. VIII, v. 1. – Questo silenzio non è sulla terra, che è piena di tumulti, sconvolgimenti, confusione e crimini; è in cielo, nel bene, nella verità; esso annuncia, a nostro avviso, la proibizione della predicazione del Vangelo, la proscrizione del culto cattolico, l’abolizione del Sacrificio perpetuo (juge sacrificium), la chiusura e la profanazione dei templi del vero Dio, di cui uno solo (quello che a San Giovanni fu ordinato di misurare) rimane ad uso dei fedeli, la quasi invisibilità della Chiesa, che si nasconde nelle montagne e nei deserti (Tunc qui in Judæa sunt fugiant ad montes San Matt. cap. XXIV, v. 16 – Holzhauser, t. 2, p. 36, Wüilleret – dice che la Chiesa avrà allora il suo ritiro in Occidente sulle montagne.), il dominio dell’empietà sul male, il regno dell’abominio della desolazione.
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La Suora dettaglia gli eventi che precederanno il regno dell’anticristo. Ci sono ancora dei passaggi che possono essere applicati alla quinta e alla sesta età. L’albero della Rivoluzione non essendo stato sradicato, ma tagliato rasente al suolo, le sue quattro radici fanno crescere quattro germogli che vengono riconosciuti per quello che sono, e vengono immediatamente tagliati (tom. 1, p. 406). Gli empi avevano formato la loro trama in segreto (le società rivoluzionarie e anticattoliche sono chiamate “società segrete”), perché le radici erano nascoste nel terreno, e si affrettarono ad attaccare la Chiesa.
T. 4, p. 407. Ci saranno alcuni, dice la Suora, che si nasconderanno in luoghi sotterranei… Faranno anche uso di diavoli, dell’arte della magia e degli incantesimi (Le tavole rotanti e battenti, i medium, quello che si chiama spiritismo, sembrano entrare in questa categoria di mezzi che saranno usati, e sono già stati usati da tempo). Questi nemici della Chiesa avranno belle apparenze, ma saranno scoperti e colpiti. La loro azione non sarà di lunga durata; potrà durare qualche anno. La Chiesa non sarà oppressa nei suoi ministri e nel loro ministero; ma molte persone di entrambi i sessi saranno ingannate (vol. 1, p. 407).
I malvagi scoperti e condannati si nasconderanno, faranno riunioni notturne e si rinchiuderanno nelle foreste. Comporranno opuscoli pieni di ogni sorta di devozioni, novità e storie false, che saranno diffuse dai loro amici. Gli opuscoli saranno seguiti da opere più seriose, che si diffonderanno allo stesso modo e infetteranno diverse regioni con il loro veleno, senza che nessuno se ne accorga. Essi stabiliranno una falsa legge che chiameranno inviolabile. Essi istruiranno e governeranno come i legislatori di satana (tom. 4, p. 414). –
Per meglio riuscire si daranno a grandi austerità, faranno grandi elemosine, daranno tutti i loro beni ai poveri e si impegneranno in tutti i tipi di pratiche devozionali. Ci saranno dei sacerdoti in buona fede intercessori presso i Vescovi; molti di questi ultimi saranno addirittura ingannati (tom.. 4, p. 416).
La Chiesa si stupirà di un cambiamento che non sarà stato prodotto da missioni e sermoni (La Chiesa sarà sorpresa di un cambiamento che non è stato portato dalle missioni e dalle prediche. Alcuni preti si accorgeranno di cose sospette – t. 4, p. 412). Quando questi malvagi si crederanno scoperti, ricorreranno all’ipocrisia, appariranno molto più religiosi, negheranno qualsiasi associazione con gli empi, e si scuseranno della loro ignoranza quando sarà loro dimostrata (tom. 4, p. 412). –
La Chiesa, avendoli fatti osservare e scoprire (vol. 4, p. 468), ordinerà digiuni, processioni, missioni, preghiere pubbliche, un giubileo che convertirà molti di coloro che furono sedotti e preserverà quelli che erano disposti ad essere ingannati (t. 4, p. 425).
Quando questi malvagi avranno un numero di discepoli tanto grande quanto serve per popolare un regno, si spargeranno e faranno molto male alla Chiesa, che sarà attaccata da tutte le parti da stranieri, idolatri, e dai suoi stessi figli. » (t. 4, p. 415).
Dal momento in cui questi empi usciranno dalle loro caverne, fino a quando la Chiesa riconoscerà il loro male, ci sarà un lungo tempo, forse anche mezzo secolo più o meno, che essi impiegheranno per sedurre i fedeli ( t. 4, p. 419). (Tutti questi eventi segreti potranno prendere una grande porzione della bella e santa Chiesa di Filadelfia. Tutto sarà nascosto per molto tempo. Quando saranno scoperti, saranno immediatamente colpiti).
Finita questa crisi, ne seguirà presto un’altra. I malvagi, vedendosi traditi e scoperti, saranno furiosi (t. 4, p. 425), e si riuniranno con il loro capo nella città più famosa (t. 4, p. 428), per tramare ancora. La grazia toccherà una parte di loro, anche diversi capi, stregoni e maghi (vol. 4, p. 430), che saranno fedeli alla grazia (vol. 4, p. 432, 433), diventeranno santi così come i loro figli, ed in seguito subiranno il martirio (tom. 4, p. 434).
Questa seconda volta si convertiranno, attraverso le austerità e le preghiere della Chiesa, quasi altrettanti peccatori che la prima volta, attraverso missioni, digiuni e giubilei (tom. 4, pagina 434).
Quelli che avanno perseverato nella loro ribellione, sentendo la loro impotenza, si daranno a satana, che apparirà in mezzo a loro, li rimprovererà per la loro viltà, prometterà loro l’anticristo e tutti i beni della terra; essi faranno un contratto con lui, gli giureranno fedeltà fino alla morte, si impegneranno a odiare Gesù Cristo, a rinunciare al loro Battesimo, ad amare ed adorare il diavolo, e gli diverranno simili (vol. 4, pp. 437, 440, 441, 442, 445). La loro legge maledetta, detta inviolabile, sarà unita al contratto che hanno sottoscritto con satana – vol. 4, p. 446 – Essi esorteranno il popolo a seguire questa legge con la minaccia di costringerli a farlo. La faranno affiggere e leggere pubblicamente, e pubblicheranno tutti i tipi di castighi destinati a punire il recalcitrante (t. 4, p. 450). Prima di usare il rigore, prenderanno mezzi di seduzione più efficaci. I demoni appariranno sotto le spoglie di angeli della luce per annunciare il vero Messia; passeranno diversi anni prima che essi usino apertamente la forza e la coercizione ( vol. 4, p. 451 ), e allora inizierà la persecuzione dell’Anticristo che sarà diventato il loro capo.
Quando i complici dell’anticristo inizieranno la guerra, si metteranno vicino a Roma, che perirà interamente. Il Papa subirà il martirio; la sua sede sarà preparata per l’anticristo (ma egli non la occuperà, non ne avrà il tempo. La Suora non sa se questo sarà fatto un po’ prima dell’anticristo dai suoi complici, o dall’anticristo stesso – vol. 4, p. 460).
Quando il Figlio della Perdizione si presenterà come tale, ci sarà un terribile scandalo nella Chiesa, una terribile carneficina in tutto l’universo. Non ci sarà altro che inganno, tradimento, ipocrisia, gelosia, abomini, malvagità, illuminazione, falsi devoti, produzione di illusioni magiche, falsi miracoli, false profezie, falsi profeti. Arriveranno al punto di far apparire luci e figure splendenti, che prenderanno per divinità (Abbiamo visto nella seconda parte, cap. 1, che l’Antipapa, luogotenente dell’anticristo in Europa, animerà il ritratto della Bestia. Questo ha qualche connessione con le parole della Suora della Natività. – tom. 1, p. 320).
I ministri di Gesù Cristo combatteranno contro tutte queste mostruosità, ma saranno messi a morte e periranno con il martirio (tom. 1, p. 322).
Ci si applicheranno sui pastori e sui fedeli tutte le circostanze della crocifissione di N. S. J.-C. – Il numero dei martiri che Dio avrà segnato non sarà superato (volume 1, p. 322, 323, 330, 331, tom. 4, p. 452).*)
IV. L’ultima parte della sesta tromba ci fa conoscere l’azione di Dio e soprattutto quella di satana nei tempi malvagi. – Enoch ed Elia, i due grandi testimoni del Creatore (Sic Holzhauser, t. 1, p. 482, Wüilleret) appaiono nel mondo, vestiti di sacchi. – Essi sono come due ulivi che producono l’olio untuoso e salutare della conversione e della santità, come due candelabri che illuminano gli intelletti in mezzo alle fitte tenebre dell’inferno. Predicano e profetizzano per milleduecentosessanta giorni agli uomini che si sono smarriti; annunciano loro l’avvicinarsi della fine dei tempi e la venuta finale del Figlio dell’uomo, in modo da farli sfuggire alla seduzione, o per sottrarre ad essa coloro che ne siano già stati colpiti (Et dabo duobus testi bus meis, et prophetabunt diebus mille ducentis sexu ginta, amicti saccis. Hi sunt duæ olivæ, et duo cande labra, in conspectu Domini terræ stantes, Apoc. cap. XI, v. 3, 4). Per esercitare più efficacemente il loro ministero, questi due profeti ricevono un grande potere da Dio; essi hanno il potere di far uscire un fuoco dalla loro bocca, cioè di produrre per loro ordine un fuoco che divorerà coloro che si sono fatti loro nemici e cercano di far loro del male (Si quis voluerit eis nocere, ignis exiet de ore eorum, et devorabit inimicos eorum: et si quis voluerit eos lædere, sic oportet eum occidi, ibid. v. 5). Essi hanno anche il potere di chiudere il cielo, di impedire che piova sulla terra durante il tempo della loro profezia, di trasformare l’acqua in sangue, e di colpire il mondo con piaghe ogni volta che vogliono (Hi habent potestatem claudendi cælum, ne pluat diebus prophctia ipsorum; et potestatem habent super aquas convertendi eas in sanguinem, et percutere terram omni plaga quotiescumque voluerint, ibid. v. 6.
(*) Estratto analitico della Suora della Natività.
A causa del gran numero di martiri e di apostati, la Chiesa è ridotta a un piccolo numero, in confronto a quello che era in passato (Nel cap. XI, v. 1, dell’Apocalisse, a San Giovanni viene ordinato di costruire il tempio di Dio. Holzhauser vede la Chiesa più numerosa che mai, mentre sa che l’altro capitolo tratta della persecuzione dell’anticristo e della fine del mondo. Noi interpretiamo questo versetto nel senso opposto; la Suora della Natività è conforme alla nostra congettura. Dopo i giorni in cui ci sono più martiri, San Michele si presenta alla Chiesa, la rende invisibile e la fa passare in mezzo ai suoi nemici (Questa invisibilità della Chiesa rimanda al silenzio di mezz’ora che si trova nel settimo sigillo, capitolo VIII, v. 1), perché il numero dei martiri è compiuto, e la conduce in una solitudine dove deve soffrire la fame, la sete, la carestia e la povertà, ma dove Dio la sostiene con miracoli reali, la nutre con un pane miracoloso, la sua parola divina e il suo stesso corpo. I suoi nemici, non vedendola più, penseranno di averla distrutta, ma Essa persiste; le grotte formate dalle montagne che si sono aperte le servono da rifugio. Vi si costruiscono templi, vi si erigono altari (vol. 1, p. 334), i buoni Angeli vengono a raccontare ai fedeli ciò che accade altrove, e riportano alla Chiesa molti sventurati che l’avevano rinnegata o non l’avevano mai conosciuta (vol. 1, p. 339). Nei giorni in cui ci sarà stato il maggior numero di martiri, Nostro Signore stesso apparirà alla sua Chiesa, e manderà San Michele a renderla invisibile e a condurla nella solitudine, finquando il numero dei martiri sarà completato (vol. 4, p. 482).
V. Elia deve predicare ai Giudei a Gerusalemme e in Palestina (Qui scriptus es in judiciis temporum lenire iracundiam Domini, cor patris ad filium, et restituere tribus Jacob (Elia viene annunciato nelle profezie come colui che debba mitigare l’ira del Signore, far tornare il cuore del Padre al Figlio suo e restaurare le tribù di Giacobbe.- Eccles. cap. XLVIII, v. 10); è quindi necessario che la loro dispersione sia cessata in anticipo e che siano riuniti nel loro paese. – Ezechiele ci rappresenta questo ritorno sotto l’immagine di ossa aride in cui ritorna lo spirito della vita e che rivivono (cap. XXXVII), e dice, in nome di Dio: « Ecce ego assumam filios Israel de medio nationum ad quas abierunt, et congregabo eos undique, et adducam eos ad humum suam. Et faciam eos in gentem unam in terra in montibus Israel, et rex unus erit omnibus imperans, et non erunt ultra duæ gentes, nec dividentur ampliùs in duo regna – Io prenderò i figli d’Israele tra le nazioni in cui erano andati. Li radunerò da tutte le parti, li farò diventare una sola nazione, nella loro terra, sui monti d’Israele. Un solo re regnerà su di loro; non saranno più due nazioni e due regni » (ibid. v. 21, 22). – Perché questa profezia si compia, i Giudei devono poter formare di nuovo un popolo, e l’impero turco, che occupa il loro paese, deve essere distrutto. La prima condizione è più o meno soddisfatta, la seconda sarà presto realizzata. Fino alla fine del secolo scorso, i figli di Israele erano disprezzati e rifiutati in tutto il mondo. Tenuti accuratamente lontani da tutte le carriere, il loro unico mezzo di sussistenza era il commercio, poiché non potevano possedere proprietà. Trattati come nemici ed emarginati da tutte le nazioni, e specialmente dai maomettani, non avendo alcuna forza materiale, erano odiati da tutti a causa del loro deicidio, e rispondevano a questa avversione generale con un’ostilità occulta verso tutti i popoli, vivendo solo di inganni, rapine, usura e bugie. La filosofia e la sua figlia legittima, la rivoluzione, forse volendo smentire le profezie cattoliche, emancipò i Giudei in Francia, e questo esempio fu gradualmente seguito da quasi tutta l’Europa, così che i turchi sono quasi gli unici al momento, a tenerli ancora in schiavitù. L’emancipazione ha prodotto gli effetti che ci si aspettava, ha permesso a questo popolo di intraprendere tutte le carriere; ha avuto ministri notevoli, finanzieri eminenti, grandi oratori, soldati illustri, abili ingegneri, scienziati di prim’ordine, magistrati, profondi giureconsulti, grandi artisti; in una parola, possiede tutto ciò che è necessario per formare una nazione indipendente che governi se stessa. – Per quanto riguarda l’impero turco, la sua caduta è imminente, come abbiamo già detto. Questo grande corpo non può più sostenersi da solo; la vita lo ha abbandonato; è stato ridotto in uno stato di agonia; esso sarebbe già inesistente da più di quasi quarant’anni, se gli si fosse potuto sostituire qualcosa, o se si fosse potuto raggiungere un accordo per la divisione dei suoi vasti possedimenti.
VI. Quando i Giudei saranno tornati nel loro paese e vivranno con fiducia e sicurezza nella terra dei loro padri, Gog, l’anticristo, verrà su di loro con un grande esercito, come annuncia Ezechiele quando dice: « Post dies multos visitaberis; in novissimo annorum venies ad terram, quæ reversa est à gladio, et congregata est de populis multis ad montes Israel, qui fuerunt deserti jugiter. Hæc de populis educta est, et habitabunt in ea confidenter universi – Tu sarai visitato dopo molti giorni. Nell’ultimo dei tuoi anni verrai nel paese distrutto dalla spada, i cui abitanti sono stati radunati da tutti i popoli sui monti d’Israele, che erano stati a lungo desolati, dove abiteranno con fiducia. » (cap. XXXVIII, v. 8). – L’uomo del male non sorgerà immediatamente come il Messia promesso, egli sorgerà dall’abisso del nulla e dell’oscurità; sorgerà come Tamerlano, che iniziò come capo di una banda di ladri e assassini, e diventerà il capo dei Mussulmani (Bestia quæ ascendit de abysso, Apoc. XI, v. 7. Bestia quam vidisti fuit et non est, et ascensura est de abysso, ibid. cap. XVII, v. 8).
Secondato da questo popolo, discendente di Magog, figlio di Jafet, egli farà grandi conquiste. Avendo raggiunto una grande potenza, verrà, negli ultimi anni della sua vita (In novissimo annorum, Ezech. cap. XXXVIII, v. 8), dalle parti di Aquilone, per ascendere sulla Palestina, con diversi popoli (Et venies de loco tuo à lateribus Aquilonis, et populi multi tecum, ibid. v. 15. Et ascendes super populum meum Israel quasi nubes, ut operias terram; in novissimus diebus eris – Negli ultimi tuoi anni, tu verrai dai lati di Aquilone e molti popoli con te, e monterai sul mio popolo Israele come una nuvola per coprire la terra. Tu ci sarai negli ultimi giorni – ibid. v. 16).
Divenuto padrone della Terra Santa, concepirà un pensiero malvagio, quello di farsi adorare come Dio (In die illa ascendent sermones super cor tuum, et cogitabis cogitationem pessimam, ibid. v. 10. Qui adversatur et extollitur supra omne quod dicitur Deus , aut quod colitur , ita ut in templo Dei sedeat , ostendens se tanquàm sit Deus – In quel giorno i discorsi che vi saranno fatti gonfieranno il vostro cuore, e concepirete il pensiero più cattivo … Colui che si pone come nemico e vuole esaltarsi al di sopra di tutto ciò che si chiama Dio e viene adorato come tale, fino al punto di sedersi nel tempio e mostrarsi come se fosse Dio). II Tessalonicesi 2, v. 4) (Ego veni in nomine Patris mei, et non accepistis me; si alius venerit in nomine suo, illum accipietis – Sono venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi ricevete. Se un altro viene nel suo nome, lo riceverete. Sic Holzhauser, t. 4, p. 471, Wüilleret). Vangelo di San Giovanni, cap. V, v. 43).
VII. Elia ed Enoch combattono contro l’anticristo con tutto il loro potere, per impedire che i popoli siano sedotti, per trattenerli o per farli ritornare; e per questo colpiscono la terra con un gran numero di piaghe. – La prima piaga è un’ulcera crudele e pericolosa che colpisce coloro che portano il segno della bestia e adorano la sua immagine, e che risparmia tutti gli altri (Et abiit primus -Angelus – et effudit phialam suam in terram, et factum est vulnus sævum et pessimum in homines qui habebant characterem bestiæ, et in eos qui adoraverunt imaginem ejus – Il primo Angelo versò la sua coppa sulla terra, e gli uomini che avevano il segno della bestia o che avevano adorato la sua immagine furono colpiti da una piaga crudele e molto maligna), Apoc. cap. XVI, v. 2). – Il secondo trasforma il mare in sangue e dà la morte a tutto ciò che ha vita in esso (Et secundus Angelus effudit phialam suam in mare, et facta est sanguis tanquàm mortui, et omnis anima vivens mortua est in mari – E il secondo Angelo versò la sua coppa nel mare, che divenne sangue, come il sangue di un cadavere, e ogni anima vivente nel mare morì, 1 – ibid. v. 3). – Il terzo trasforma le altre acque in sangue (Et tertius effudit phialam suam super flumina, et super fontes aquarum, et factus est sanguis – E il terzo Angelo versò la sua coppa sui fiumi e sulle sorgenti, ed essi furono trasformati in sangue – ibid. v. 4). La quarta è il calore e il fuoco che affliggeranno gli uomini (Et quartus Angelus effudit phialam suam in solem, et datum est illi æstu affligere homines et igni. Et æstuaverunt homines ostu magno, et blas phemaverunt nomen Dei habentis potestatem super has plagas, neque egerunt pænitentiam ut darent illi gloriam – E il quarto Angelo versò la sua coppa sul sole. E gli fu dato di colpire gli uomini con calore e fuoco; e gli uomini ebbero grande calore e bestemmiarono il Nome di Dio, che aveva potere su queste piaghe, e non peccarono, né glorificarono Dio – ibid. v. 8, 9). – La quinta piaga è rappresentata dalle tenebre che oscurano il trono della bestia e il suo impero (Et quintus Angelus effudit phialam suam super sedem bestiæ, et factum est regnum ejus tenebrosum, et commanducaverunt linguas suas præ dolore; et blasphemaverunt Deum coeli pro doloribus et vulneribus suis, et non egerunt pænitentiam ex operibus suis – E il quinto Angelo versò la sua coppa sul trono della bestia e lo riempì di tenebre e si divorarono la lingua per il dolore. Hanno bestemmiato Dio per questo, e non hanno fatto penitenza per i loro peccati – ibid. v. 10, 11).
VIII. La sesta coppa è ben rimarchevole: essa non ha alcun legame con le piaghe con cui i due profeti colpiranno la terra; al contrario, indica l’operazione dell’anticristo e dei suoi seguaci. Questa coppa è versata sul grande fiume Eufrate, cioè sui paesi civilizzati, sull’Europa, che sono rappresentati, come abbiamo detto, dal nome di questo fiume; essa prosciuga tutte le acque vivificanti della verità e della grazia per mezzo dello pseudoprofeta, l’antipapa, che fa apostatare l’Occidente e lo sottomette all’anticristo e ai re dell’Oriente (Et sextus Angelus effudit phialam suam in flumen illud magnum Euphraten , et sic cavit aquam ejus, ut præpararetur via regibus ab ortu solis – E il sesto Angelo versò la sua coppa sul grande fiume Eufrate per preparare la via ai re dell’Oriente. – ibid. v. 12).
IX. Dopo questa apostasia dell’Occidente, il mondo intero è sottomesso all’uomo del male. Questo, gonfio dei suoi successi, vuole elevarsi fino alla Divinità; si impegna a detronizzare il vero Messia, a farsi adorare come Dio. Per questo, tre spiriti immondi escono dalla sua bocca, come dal drago e dal falso profeta, come rane che gracchiano. Sono spiriti di demoni che operano prodigi e vanno da tutti i re della terra per radunarli per il giorno della grande battaglia di Dio (Et vidi de ore draconis, et de ore bestiæ, et de ore pseudoprophetæ spiritus tres immundos in modum ranarum . Sunt enim spiritus dæmoniorum facientes signa, et procedunt ad reges totius terræ congregare illos in prælium ad diem magnum Omnipotentis, ibid. v. 13, 14). Il numero di questo esercito è incalcolabile; esso copre la faccia della terra, circonda il campo dei santi e la città amata (Et congregabit eos in prælium, quorum numerus est sicut arena maris, Apoc. cap. XX, v. 7. Et ascenderunt super latitudinem terræ, et circumierunt castra sanctorum et civitatem dilectam (Questo testo prova che avevamo ragione nel dire che il tempio che San Giovanni doveva misurare, nel capitolo XI, v. 1, 2, significa che la Chiesa sarà ridotta a un piccolo numero, e che ciò che è fuori del tempio è molto più grande, poiché, secondo il capitolo XX dell’Apocalisse, gli empi coprono la terra. L’anticristo li riunirà in un luogo chiamato in ebraico Armageddon, mentre il Figlio dell’uomo annuncia che verrà come un ladro, per confondere questo grande impostore (Ecce venio sicut fur, Apoc. XVI, v. 15. Et congregabit illos in locum, qui vocatur hebraïcè Armagedon, ibid. v. 16). – Dio, per vendicare la sua gloria oltraggiata, opprime la terra con terribili disgrazie; tutta la natura è desolata; uomini e animali sono in grande costernazione davanti al volto adirato del Signore; le montagne, le muraglie sono rovesciate; strade e sentieri scompaiono; il fratello alza la spada contro il fratello; la spada è su tutte le montagne del Signore, sui capi del Cattolicesimo. Peste, sangue, una pioggia torrenziale, pietre enormi colpiscono gli uomini. Lo zolfo e il fuoco cadono sull’esercito del figlio della perdizione e sui numerosi popoli che lo seguono (Et commovebuntur à facie mea pisces maris, et volucres coeli, et bestiæ agri, et omne reptile quod movetur super humum, cunctique homines qui sunt super faciem terræ; et subvertentur montes et cadent sepes, et omnis murus corruet in terram, Ezech, cap. XXXVIII, v. 20. Et convocabo adversùs eum in cunctis montibus meis gladium, ait Dominus Deus: gladium uniuscujusque in fratrem suum dirigetur, ibid. v . 21. Et judicabo eum peste, et sanguine, et imbre vehementi, et lapidibus immensis. Ignem et sulphur pluam super eum, et super exercitum ejus, et super populos multos qui sunt cum eo (I pesci del mare, gli uccelli del cielo, le bestie dei campi, ogni essere strisciante che striscia sulla terra e ogni uomo vivente saranno in preda al terrore e all’agitazione in mia presenza. I monti saranno abbattuti, le siepi e i muri cadranno. Chiamerò una spada su tutti i miei monti, dice il Signore; la spada di un fratello sarà rivolta contro il suo fratello. Li giudicherò con pestilenza, sangue, pioggia battente e grandi pietre. Farò piovere fuoco e zolfo su di lui, sul suo esercito e sulle persone che sono con lui. (ibid. v. 22). I malvagi, lungi dall’umiliarsi e chiedere pietà, si induriscono ancora di più alla vista di tanti mali. Bestemmiano il Nome di Dio invece di fare penitenza. Diventano ancora più feroci contro i Cristiani. Il terrore è ovunque. Per evitare un pericolo, si cade nelle trappole, nelle reti che vengono tese. La terra è disfatta, schiacciata, scossa, agitata come un ubriaco. Interi paesi sono inghiottiti nell’abisso che si apre (Formido, et fovea, et laqueus super te, qui habitator es terræ. Et erit: Qui fugerit à voce for midinis cudet in foveam, et qui se explicaverit de foved tenebitur laqueo. Cataractæ de cælis apertæ sunt, et concutientur fundamenta terra. Confractione confringetur terra, contritione conteretur terra, commotione commovebitur terra. Agitatione agitabitur terra sicut ebrius, et auferetur quasi tabernaculum unius noctis, et gravabit eam iniquitas sua, et corruet, et non adjiciet ut resurgat (Paura, insidie e reti sono su di te, o abitante della terra; chi sviene dalla paura cadrà nella fossa. Colui che esce dalla fossa sarà trattenuto dalla rete. Le cataratte del cielo si apriranno, le fondamenta della terra saranno fortemente scosse, la terra sarà spezzata, schiacciata e riversata; sarà traballante come un ubriaco, e portata via come la tenda di una sola notte. La sua iniquità peserà su di lei, e sarà appesantita e non si rialzerà (come nella sesta epoca). Isaia, cap. XXIV, v. 17-20).
(*) Dio assiste la sua Chiesa, manda veri profeti, elargisce miracoli, anche per sostenere i fedeli (Essendo il permesso di comprare e vendere concesso solo a coloro che avranno il segno della bestia, gli altri devono essere in miseria. (Apoc. cap, XIII, v. 17.) (Suor della Natività, t. 4, p. 452). I buoni avranno frequenti apparizioni degli Angeli buoni, specialmente di San Michele. Vedremo la resurrezione pubblica e notoria di diversi martiri (Nel cap. XI, v. 11, di Apoc. si dice che Elia ed Enoch, messi a morte dall’anticristo, risorgeranno.) Elia ed Enoch, uccisi dall’anticristo, saranno risuscitati, contro i quali non si potrà fare nulla, perché non moriranno, e consoleranno e fortificheranno i fedeli (Elia ed Enoch, quindi, forse predicheranno anche dopo la loro risurrezione. Questa volta i Giudei seguiranno Elia. – . Anche se visibili ai loro fratelli, essi godranno della vista di Dio – tom. 1, p. 332. *).
X. Quando Enoch ed Elia hanno terminato la loro testimonianza, cioè milleduecentosessanta giorni dopo averla iniziata, sono messi a morte dall’anticristo a Gerusalemme (Et cùm finierint testimonium suum, bestia quæ ascendit de abysso faciet adversùs cos bellum, et vincet illos, et occidet eos – Non appena avranno finita la loro testimonianza, la bestia che sale dal pozzo senza fondo farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà). Apoc. cap. XI, v. 7). I loro corpi rimangono per tre giorni e mezzo nelle strade della città, perché è vietato seppellirli. Tutti gli uomini li vedono e possono così accertare la loro morte (Et corpora eorum jacebunt in plateis civitatis magnæ, quce vocatur spiritualiter Sodoma et Ægyptus, ubi et Dominus eorum crucifixus est. Et videbunt de tribubus, et populis, et linguis, et gentibus corpora eorum per tres dies et dimidium; et corpora eorum non sinent poni in monumento – E i loro corpi saranno deposti nelle piazze della grande città che è spiritualmente chiamata Sodoma ed Egitto, dove il loro Signore fu crocifisso. E gli uomini di ogni tribù, popolo, lingua e nazione vedranno i loro corpi per tre giorni e mezzo, perché non sarà permesso di metterli in una tomba. – ibid, v. 8, 9). – Grande è la gioia degli abitanti della terra nell’apprendere di questa doppia morte; si danno a tutti i segni esteriori di contentezza; mandano regali per congratularsi gli uni con gli altri, perché i due inviati di Dio li avevano notevolmente tormentati (Et inhabitantes terram gaude bunt super illos, et jucundabuntur; et muncra mittent invicem, quoniam hi duo prophetæ cruciaverunt eos, qui habitabant super terram, ibid. v. 10.
(*) L’anticristo, vedendosi vittorioso ovunque, si fa adorare come Dio; ma viene colpito dal soffio della bocca di Gesù Cristo, e viene gettato con i suoi complici nell’inferno (t. 1, p. 323, t. 4, p. 453). Non tutti i suoi complici cadono con lui, un gran numero viene risparmiato. Molti di questi ultimi si convertono (Vol. 1, p. 325, Vol. 4, p. 455), così come molti poveri Cristiani che erano stati sviati dalla paura e dalle illusioni. Quelli che periranno formeranno i due terzi dei complici. Quelli che saranno risparmiati e salvati ne costituiranno un terzo (tom. 4, p. 456*).
XI. Ma questa gioia cieca è molto breve; perché tre giorni e mezzo dopo la loro morte (Holzhauser-t. 1, p. 495, ecc. Wüilleret- pensa che questi tre giorni e mezzo forniscano tre settimane o ventuno giorni. Questo ci sembra arbitrario e sistematico). Lo spirito della vita ritorna nei corpi dei due profeti per ordine di Dio; essi si raddrizzano e si alzano in piedi; un grande timore coglie tutti coloro che li vedono (Et post dies tres et dimidium, spiritus vitae à Deo intravit in eos; et steterunt super pedes suos, et timor magnus excidit super eos qui viderunt eos, ibid. v. 11). Una grande voce dal cielo disse loro: “Salite qui”, ed essi si alzarono in una nuvola alla vista dei loro nemici (Et audierunt vocem magnam de cœlo dicentem: Ascendite hùc; et ascenderunt in cælum in nube, et viderunt illos inimici eorum, ibid. V. 12).
XII. L’Anticristo è confuso a questa vista; sente scoperta la sua impostura; invoca satana, affinché lo aiuti a tenere sotto il suo impero il popolo cieco che lo adora. Egli capisce che deve anche salire in aria, come i profeti; lo fa per il potere del diavolo; sale dal monte degli Ulivi (Sic Holzhauser, t. 1, p. 501, Wüilleret). Ma il fulmine che esce dalla bocca del Figlio dell’uomo lo precipita nell’abisso (Et tunc revelabitur ille iniquus quem Dominus Jesus interficiet spiritu oris sui, II° Tess. cap. 2, v. 8. Et ignis des cendit de cælo, et devoravit eos; et Diabolus, qui seducebat eos, missus est in stagnum ignis et sulphuris, ubi et bestia et pseudoprophetæ cruciabuntur die ac nocte in sæcula sæculorum – E allora sarà rivelato quell’uomo malvagio che il Signore Gesù finirà con un soffio della sua bocca. E il fuoco scese dal cielo e li divorò, e il diavolo che li aveva ingannati fu gettato nel lago di fuoco e di zolfo, dove la bestia e i falsi profeti saranno tormentati notte e giorno nei secoli dei secoli. -) È a questa battaglia, a questo trionfo di Gesù Cristo sull’anticristo e i suoi seguaci, che si riferiscono i vv. 11-21 del capitolo XIX dell’Apocalisse, dove il cavaliere su un cavallo bianco, che è chiamato il Verbo di Dio – et vocatur nomen ejus Verbum Dei -, governa le nazioni con una verga di ferro, calpesta il torchio dell’ira di Dio e, dopo una battaglia senza pari, distrugge la bestia, i falsi profeti, i loro numerosi eserciti e tutti coloro che erano dalla loro parte. – Apoc.. XX, v. 9, 10. – Nello stesso tempo, c’è un grande terremoto; la decima parte della città di Gerusalemme è rovesciata e distrutta (Et adhuc decimatio et convertetur – Sarà decimata di nuovo, e sarà convertita. – La decima parte della città è caduta, Isaia, cap. VI, v. 13. – Et decima pars civitatis cecidit, Apoc. cap. XI, v. 13). Settemila uomini sono sepolti sotto le rovine, e quei Giudei che avevano seguito il figlio della perdizione come il vero Messia, colpiti dalla resurrezione e dall’ascensione di Elia ed Enoch, dalla terribile caduta dell’anticristo e dal grande cataclisma che l’accompagna, riconoscono di essersi ingannati, danno gloria a Dio e confessano Gesù Cristo (Et in illa hora factus est terræmotus magnus, et decima pars civitatis cecidit; et occisa sunt in terræ motu nomina hominum septem millia. Et reliqui in terrorem sunt missi, et dederunt gloriam Deo cæli, Apoc. cap. XI, v. 13. Et post hæc revertentur filii Israel, et pavebunt ad Dominum et ad bonum ejus in novissimo dierum, Osea, cap. III, v. 5. Et aspicient ad me quem confixerunt, et plangent cum planctu magno quasi super unigenitùm – In quell’ora ci fu un grande terremoto. La decima parte della città cadde, sette mila uomini morirono. Gli altri, pieni di paura, diedero gloria a Dio. – Dopo questo, i figli d’Israele ritorneranno a Dio e al bene, e saranno pieni verso di Lui di un timore ossequioso. “Essi getteranno gli occhi su di me che hanno confitto, piangeranno su di me come su di un figlio unico e diletto” – Zacc. cap. XII, v. 10). E con questa tardiva ma sincera conversione, i Giudei, che erano il primo popolo di Dio nell’ordine dei tempi, diventano anche il suo ultimo popolo; e mentre il deicidio che avevano commesso, aveva fatto loro preferire i Gentili dal punto di vista morale e religioso, e li aveva resi gli ultimi, diventano di nuovo i primi davanti a Dio (Sic erunt novissimi primi, et primi novissimi – Gli ultimi saranno i primi, e i primi saranno gli ultimi – S. Matth. cap. XX, v. 16).
XIII. Dieci dei capi degli eserciti dell’anticristo sparsi per il mondo, che sono anche dieci re, o le dieci corna della bestia di cui si parla nel capitolo XVII dell’Apocalisse (Et decem cornua quo vidisti decem reges sunt, v. 12 ), non sono abbattuti dalla caduta del loro padrone. Lungi da ciò, essi continuano a seguire le sue vie e ad esercitare il suo potere per un’ora dopo di lui, cioè per un tempo molto breve (Potestatem tanquàm reges unâ horâ accipient post bestiam, ibid. v. 12). Combattono contro l’Agnello, sono vinti da Lui, abbandonano la legge empia del figlio della perdizione, la grande prostituta di questo tempo, si rivoltano contro di essa, contro coloro che la difendono e contro la grande città che ne è il bastione; li desolano, li spogliano, mangiano la loro carne e li bruciano con il fuoco (Hi cum Agno pugnabunt, et Agnus vincet illos , Apoc. XVII, v. 14. Hi odient fornicuriam et desolatam facient illam et nudam, et carnes ejus manducabunt, et ipsam igni concremabunt, ibid. v. 16). Un grande massacro ha luogo in tutto il mondo dei seguaci dell’anticristo, e specialmente a Gerusalemme e in Terra Santa. Gli uccelli dell’aria e le bestie della terra banchettano sui loro corpi e si ubriacano del loro sangue (Tu ergo, fili hominis, hæc dicit Dominus Deus: Dic omni volucri, et universis avibus, cunctisque bestüs agri: Convenite, properate, concurrite undiquè ad victimam meam, quam ego immolo vobis, victimam grandem super montes Israel, ut comedatis curnem et bibatis sanguinem, Ezech . XXXIX, v. 17. Et comedetis adipem in saturitatem, et bibetis sanguinem in ebrietatem, de victimâ quam ego immolo vobis – Tu dunque, figlio dell’uomo, di’ a tutti gli uccelli del cielo e alle bestie dei campi: Affrettatevi, venite e radunatevi da ogni parte alla grande vittima che io ho posto davanti a voi sul monte d’Israele, perché possiate mangiare la sua carne e bere il suo sangue. Ne sarete soddisfatti, ne sarete felici, tanto è grande questa vittima! – ibid. v. 19.). Questi grandi eventi convertono molti uomini; Dio è nuovamente glorificato e santificato; al ritorno di Israele si aggiunse quello di gran parte delle Nazioni, che finalmente capiscono che Dio ha abbandonato il suo popolo solo a causa dei loro crimini (Et magnificabor et sanctificabor, et notus ero in oculis multarum gentium, ct scient quia ego Dominus, Ezech. XXXVIII, v. 23. Et ponam gloriam meam in gentibus, et videbunt omnes fines terræ judicium meum quod fecerim et manum meam quam posuerim super eos. Et scient domus Israel quia Dominus Dcus à die illa et deinceps: et scient gentes quoniam in iniquitate sud capta est domus Israel, eo quòd dereliquerint me – Io sarò glorificato, santificato e conosciuto in molte nazioni; sapranno che io sono il Signore. Metterò la mia gloria tra i popoli e tutti gli abitanti della terra capiranno la giustizia del mio giudizio e del castigo che ho inflitto loro, e la casa d’Israele saprà per sempre che io sono il Signore. E le nazioni sapranno che ho colpito la casa d’Israele per la loro iniquità e perché mi hanno abbandonato – Ezech. XXXIX, v 21, 22, 23). – Come si è potuto vedere, noi abbiamo detto che la seconda parte del capitolo XIX dell’Apocalisse, che inizia al v. 11, potrebbe forse essere applicata all’azione del grande Monarca; noi la applichiamo qui, senza paura, al grande e ultimo combattimento dell’Agnello contro l’anticristo, perché il capitolo XIX è forse figurativo e potrebbe convenire a più tempi, proprio come la grande meretrice si trova in più epoche. – San Giovanni è completamente d’accordo con Ezechiele su questa seconda applicazione, perché dice come lui: Et vidi unum Angelum stantem in sole, et clamavit voce magna, dicens omnibus avibus, quæ volabant per medium cæli: Venite, et congregamini ad cœnam magnam Dei; ut manducetis carnes regum, et carnes tribunorum, et carnes fortium, et carnes eouorum, et sedentium in ipsis, et carnes omnium liberorum, et servorum, et pusillorum, et magnorum. Et vidi bestiam, et reges terræ, et exercitus eorum congregatos, ad facien dum prælium cum illo qui sedebat in equo, et cum exercitu ejus. Et apprehensa est bestia, et cum eâ pseudo propheta: qui fecit signa coram ipso, quibus seduxit eos, qui acceperunt characterem bestiæ, et qui adora verunt imaginem ejus. Vivi missi sunt hi duo in stagnum ignis ardentis sulphure: Et cæteri occisi sunt in gladio sedentis super equum, qui procedit de ore ipsius: et omnes aves saturatæ sunt carnibus eorum – E vidi un Angelo che stava in piedi nel sole, e gridava a gran voce, dicendo a tutti gli uccelli che volano nel cielo: Venite e radunatevi al grande banchetto di Dio, per mangiare la carne di re, di capitani, di uomini potenti, di cavalli, di cavalieri, di uomini liberi e di schiavi, piccoli e grandi; e vidi la bestia, i re della terra e i loro eserciti, radunati insieme, per combattere contro colui che sedeva sul cavallo e contro il suo esercito. E la bestia fu presa, e con essa il falso profeta, che aveva fatto prodigi davanti a lui, con i quali aveva ingannato coloro che avevano ricevuto il segno della bestia e adorato la sua immagine; ed entrambi furono gettati vivi nel lago di fuoco e di zolfo. Gli altri furono uccisi dalla spada di colui che era sul cavallo, che usciva dalla sua bocca; e tutti gli uccelli furono riempiti della loro carne. – XIX, v. 17-21).
XIV. Dopo una carneficina così vasta e spaventosa, una quantità innumerevole di cadaveri copre la terra e infetta l’aria. Devono essere sepolti per evitare che la peste uccida quelli che sono ancora vivi. Israele usa sette mesi per seppellire i corpi dei seguaci dell’anticristo, per purificare l’atmosfera. (Et sepelient eos domus Israel, ut mundent terram septem mensibus, Ezech. XXXIX, v. 12). In altre parti del mondo, poiché la morte si è diffusa ovunque, vengono nominati dei commissari onde percorrere la terra, per cercare i cadaveri, per segnare i luoghi dove si trovano e per farli seppellire. Queste operazioni iniziano dopo i sette mesi già menzionati (Sepeliet autem eum omnis populus terræ, et erit … Et viros jugiter constituent lustrantes terram, qui se peliant et requirant eos qui remanserant super faciem terræ, ut emundent eam: post menses autem septem quærere incipient. Et circuibunt peragrantes terram; cumque viderint os hominis, statuent juxta illud titulum, donec sepeliant illud pollinctores in valle multitudinis Gog). I popoli della terra li seppelliranno a loro volta. Saranno istituiti dei commissari che andranno in giro per il mondo a cercare coloro che sono rimasti sulla superficie della terra per purificarla. Inizieranno la loro ricerca dopo sette mesi. Attraverseranno tutti i luoghi; appena vedranno un cadavere, gli metteranno vicino un segno di riconoscimento, e i becchini lo seppelliranno nella valle della moltitudine di Gog. – Ezech . cap. XXXIX, v. 13, 14, 15); e inoltre durante sette anni consecutivi, i figli d’Israele usano, per cucinare i loro cibi e riscaldarsi, la legna proveniente dalle armi e dalle macchine da guerra delle truppe dell’anticristo (Et egredientur habitatores in civitatibus Israel, et succendent et comburent arma, clypeum, et hastas, arcum, et sagittas, et baculos manuum, et contos: et succendent ea igni septem annis – Gli abitanti delle città d’Israele usciranno e bruceranno per sette anni le armi, gli scudi, le lance, gli archi, le frecce, i bastoni e gli elmi. – Non sic Holzhauser (t. 1, p. 502, ecc., Wüilleret). Egli sostiene che dopo la caduta dell’anticristo, non ci saranno più né anni, né mesi, ma solo giorni. Il passo di Ezechiele distrugge questa opinione da cima a fondo. Holzhauser non avrebbe commesso questo errore se non si fosse limitato al testo dell’Apocalisse.), ibid. v. 9.
XV. Il secondo “guai” è passato (Væ secundum abit, Apoc. cap. 11, v. 14). Il terzo viene presto, più rapidamente del secondo arrivato dopo il primo, e al suono della settima tromba ( Et ecce tertium venit cito, ibid.). Molti uomini timorosi si sono avvicinati alla Chiesa, di cui Israele, convertito, forma il nucleo; ma molti altri si sono induriti ancora di più e vogliono iniziare una nuova guerra contro l’Onnipotente. D’altra parte, la fine del mondo è vicina, e deve essere annunciata da segni di avvertimento (Et iratæ sunt gentes, et advenit ira tua, et tempus mortuorum judicari, et reddere mercedem servis tuis prophetis, et sanctis, et timentibus nomen tuum, pusillis et magnis, et exterminandi eos qui cor ruperunt terram – E le nazioni sono adirate, e la tua ira è venuta, e il tempo di giudicare i morti, e di dare la ricompensa ai tuoi servi i profeti, ai tuoi santi, a quelli che temono il tuo Nome, ai piccoli e ai grandi, e di sterminare quelli che hanno corrotto la terra. – Apoc. cap. XI, v. 18) . – Appena si sente il suono della settima tromba, grandi voci gridano nel cielo: “È fatta, il regno di questo mondo è diventato il regno del Signore e del suo Cristo” – Et septimus Angelus tubâ cecinit, et factæ sunt voces magnæ in cælo, dicentes: Factum est regnum hujus mundi, Domini nostri et Christi ejus – Questo dimostra che prima del regno del mondo c’era il regno di Satana chiamato principe di questo mondo – et regnabit in secula seculorum. Amen – E il settimo Angelo suonò, e vi furono grandi voci nel cielo, dicendo: Il regno di questo mondo è diventato il regno del Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà nei secoli dei secoli – ibid. v. 15). Il settimo Angelo alzò la sua coppa in aria, e una grande voce uscì dal tempio che è vicino al trono e gridò: È fatto (Et septimus Angelus effudit phialam suam in ae rem, et exivit vox magna de templo à throno, dicens: Factum est (Sic Holzauzer – t. 1, p. 502, Wuilleret). E il settimo Angelo versò la sua coppa nell’aria, e venne una voce dal tempio, vicino al trono, dicendo: “È fatto”. – Apoc. cap. XVI, v. 17. Nello stesso tempo il sole si oscura, la luna rifiuta la sua luce, le stelle cadono dal firmamento e le virtù dei cieli sono scosse; Questo può essere inteso sia moralmente che fisicamente (Statim autem post tribulationem dierum illorum, sol obscurabitur, et luna non dabit lumen suum, et stellæ cadent de cœlo, et virtutes cælorum commovebuntur – Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole sarà oscurato, la luna non darà più la sua luce ; le stelle cadranno dal cielo e le virtù dei cieli saranno scosse. ) (S. Matt. cap. XXIV, v. 29). Poi si vedono lampi, si sentono tuoni, si sentono terremoti così forti che non c’è mai stato né ci sarà mai nulla di simile (Et facta sunt fulgura, et voces, et tonitrua, et terræ motus factus est magnus qualis nunquàm fuit ex quo homines fuerunt super terrum, talis terræ motus sic magnus, Apoc. XI, v. 18). . Le città delle nazioni cadono, e Dio si ricorda della grande Babilonia (La grande città, che potrebbe essere Gerusalemme – Questa è l’opinione di M. de Wüilleret), colpita già nella sesta età e che era stata sollevata dalla sue rovine, per farle bere, una seconda volta, il calice del vino della sua ira; e tutte le isole spariscono sotto le acque e le montagne non si trovano più. (Queste cose possono essere intese sia in senso morale che naturale). (Et facta est civitas magna in tres partes, et civitates gentium ceciderunt, et Babylon magna venit in memoriam ante Deum, dare illi calicem vini indignationis iræ ejus. Et omnis insula fugit, et montes non sunt inventi.
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Estratto dalla Suora della Natività:
« Dopo questa catastrofe, i terremoti aumentano; si diffonde una fitta oscurità. La terra si apre da tutte le parti; uomini e città sono inghiottiti. Gli elementi confusi si scontrano, le virtù dei cieli sono scosse. Il fuoco del cielo e della terra si unisce al tuono e al fulmine. Il mare minaccia di inondare la terra (vol. 1, p. 325), i peccatori sono parzialmente distrutti, la punizione di alcuni provoca, per paura, la conversione di molti altri (tom. 1, p. 326, tom. 4, p. 458). Più della metà del numero di quelli finiti sull’orlo dell’abisso, che sono stati risparmiati, si convertono; l’altra metà si riunisce per cospirare ancora: a loro volta essi sono colpiti e precipitati, in mezzo ai loro piaceri e dissolutezze (tom. 1, p. 327; tom. 4, pp. 457, 458).
« Sterminati i malvagi, San Michele istruisce la Chiesa, la fa uscire dalla solitudine e la conduce al suo ultimo giorno (tom. 1, p. 339); perché il giudizio non deve arrivare subito dopo (Ci sarà dunque ancora un periodo di tempo abbastanza lungo tra l’arrivo della Chiesa al suo ultimo soggiorno e l’ultimo giorno del mondo. – Se teniamo conto anche di tutti gli eventi che seguono la caduta dell’anticristo, si potrà pensare che, se il giudizio dovesse arrivare nel secolo del 1900, giungerà solo nella sua seconda parte). Se ne ignora l’epoca (tom. 4, p. 457).
« Vedo in Dio – dice la Suora – che possono passare diversi anni. Ma non vedo quanti anni ci saranno (tom. 4, p. 457).
« Questo ultimo soggiorno della Chiesa è un luogo dove la natura ha “raccolto tutte le sue ricchezze e tutte le sue bellezze” (Quest’ultimo soggiorno somiglierà dunque al primo, cioè al Paradiso Terrestre) e dove “l’uomo non ha nulla da desiderare per la vita del corpo; una terra di “delizie, un vero paradiso terrestre … un terreno che produce naturalmente tutto ciò che è necessario per il nutrimento e la felicità dei suoi abitanti … San Michele proibisce loro di andare oltre i limiti del distretto che ha prescritto loro, perché la terra che li circonda è una terra maledetta, macchiata dai crimini e dalla corruzione di coloro che la abitano… Ciò che più mi colpisce di questa terra felice è che ha un corpo di luce fatto apposta per essa, e che solo i suoi abitanti ne beneficeranno (Volume 1, p. 343) … Essi godranno, oltre ad altri vantaggi, della dolce e confortante luce di un sole che sarà fatto solo per loro, e che illuminerà solo l’orizzonte sensibile e lo stretto recinto di quest’altro Eden, mentre si vedrà solo un orribile caos in tutta l’estensione dei paesi lontani o circostanti. » (vol. 1, p. 345). – I fedeli vi costruiranno diversi templi; uno solo sarebbe insufficiente, perché non ci potrebbe essere mai una parrocchia così grande (vol. 1, p. 345) (Questa costruzione di diversi templi indica anche che ci sarà un tempo piuttosto lungo e notevole dall’arrivo della Chiesa in questo luogo, fino all’ultimo giorno). Il fervore dei fedeli sarà molto grande; gli Angeli porteranno a loro tutti coloro che si convertiranno, anche molti uomini non battezzati che non avevano conosciuto Dio (vol. 1, p. 346); essi formeranno una piccola repubblica dove non ci saranno leggi, né giurisdizione, né polizia. Questa sarà la vera teocrazia, che sarebbe stata l’unico governo, se l’uomo non avesse peccato – questo è conforme alle parole di Dio a Samuele I Re, VII, 7. – (vol. 1, p. 348). L’incertezza sull’ultimo giorno e il desiderio di gioire della vista di Gesù Cristo diffonderanno una grande pena sui Cristiani. Tutto gli aiuti del cielo saranno ritirati da loro; gli Angeli non li assisteranno più visibilmente, non sentiranno più i profeti, saranno quasi tentati di perdere la speranza (Il tempo deve dunque essere abbastanza lungo, altrimenti non si sarebbe tentati di perdere la speranza). (t. 1, p. 350, 356, 357, 358, 364). Infine, moriranno tutti in un’estasi divina, nel ringraziamento che seguirà ad una Comunione generale, nel momento in cui non se lo aspettavano (tom.. 1, p. 364, 356). Gli altri uomini moriranno nello stesso momento. (tom.. 1, p. 365). (*)
XVI. Dopo questi terribili eventi, il tempio di Dio si apre nel Cielo, mostrando a tutti gli occhi l’arca del suo testamento. Nuovi lampi attraversano i cieli; si sentono voci meravigliose; una enorme grandinata si abbatte sugli uomini; spaventosi terremoti spargono ovunque terrore e morte. Gli empi si induriscono ancora di più, bestemmiano ancora di più il Nome di Dio. (Et apertum est templum Dei in cælo, et visa est arca testamenti ejus in templo ejus; et facta sunt fulgura, et voces, et tonitrua, et terræ motus; et grando magna sicut talentum descendit de cœlo in homines, et blasphemaverunt Deum homines propter plagam grandinis, quoniam magna facta est vehementer – E il tempio di Dio si aprì nel Cielo, e in questo tempio si vide l’arca del testamento, ci furono lampi, voci, terremoti e una forte grandinata, una grandine emorme come un talento scese sugli uomini: E questi bestemmiarono Dio a causa di quella grandine, perché era molto crudele. Allo stesso tempo, tutti coloro che vivono sulla terra muoiono in una sola volta; il Figlio dell’Uomo appare su un grande trono bianco, così come è salito in cielo il giorno della sua ascensione. (Hic Jesus qui assumptus est à vobis in cælum sic veniet, quemadmodùm vidistis eum euntem in Cœlum, Act. Ap. cap. 1, v. 11). I cieli e la terra scompaiono davanti alla sua augusta presenza, i corpi risorgono; il mare del Battesimo rende i cadaveri che conteneva; la morte spirituale, la dannazione, abbandona gli sventurati che saranno condannati pubblicamente alle fiamme eterne, e che sono già condannati dal giudizio particolare. I libri sono aperti per la perdita dei malvagi; il libro della vita è anche aperto per la glorificazione e la ricompensa dei fedeli che il mare ha reso; i decreti eterni sono promulgati; gli eletti seguono il loro Redentore nella Gerusalemme celeste, e i reprobi, l’inferno e la morte sono gettati nelle fiamme eterne, cosa che costituisce la seconda morte. (Et vidi thronum magnum candidum, et sedentem super eum, à cujus conspectu fugit cœlum et terra, et locus non est inventus eis. Et vidi mortuos, magnos et pusillos, stantes in conspectu throni, et libri aperti sunt: et alius liber apertus est qui est vitæ, et judicati sunt mortui ex his quæ scriptu erant in libris, secundùm opera ipsorum. Et dedit mare mortuos suos, qui in eo erant: et mors et infernus dederunt mortuos suos, qui in ipsis erant – Si deve pensare che il mare rappresenti qui gli eletti, se si nota che San Giovanni ne parla in opposizione alla morte e all’inferno che sono gettati nel lago di fuoco.): et judicatum est de singulis secundùm opera ipsorum. Et infera nus et mors missi sunt in stagnum ignis. Hæc est mors secunda. Et qui non inventus est in libro vitæ scriptus, missus est in stagnum ignis – Poi vidi un grande trono bianco e su di esso sedeva una figura davanti alla quale il cielo e la terra fuggirono e scomparvero. Poi ho visto i grandi e i piccoli morti apparire davanti al trono. Furono aperti dei libri: uno era il libro della vita, e i morti furono giudicati secondo ciò che era scritto nei libri, secondo le loro opere. Il mare consegnò i morti che aveva, la morte e l’inferno consegnarono i loro; e ognuno fu giudicato secondo le sue opere. L’inferno e la morte furono gettati nel lago di fuoco. Questa è la seconda morte, e tutti coloro che non erano scritti nel libro della vita furono gettati in questo lago – Apoc. cap. XX, v. 11 a 15).
XVII. Quanto al giorno, alla settimana, al mese, all’anno in cui arriverà la fine, nessuno li conosce tranne Dio; ma ci sembra certo che tra la caduta dell’anticristo e l’ultimo giorno del mondo, ci sarà un numero più o meno grande di anni, ma che saranno sempre più di sette (Holzhauser – tomo 1, pag. 502, 505, Wüilleret – pensa che invece di anni e mesi, passeranno solo giorni. – Il Commento all’Apocalisse di Holzhauser è generalmente considerato come ispirato dal cielo; e per questa ragione molte menti rifiuteranno le nostre congetture nei molti punti in cui esse differiscono da ciò che è contenuto nel suo libro; dobbiamo quindi dichiarare tutto il nostro pensiero su questo argomento; il lettore lo apprezzerà. – Noi crediamo che Holzhauser sia stato ispirato o assistito. Troviamo tra l’altro un segno in ciò che dice sulla durata della vita dell’anticristo, che fissa a cinquantacinque anni e mezzo (seicentosessantasei mesi), senza sostenere la sua affermazione con alcun ragionamento, con alcun motivo umano. – Troviamo, al contrario, una prova di non ispirazione in ciò che ha scritto sul tempo che separa la caduta dell’anticristo dalla fine del mondo; perché se Gog di Ezechiele è l’anticristo, ovviamente il mondo finirà dopo più di sette anni, non meno di un mese dopo questa caduta. Come conciliare tutte queste cose che sembrano contraddittorie? Crediamo di poterlo fare nel modo seguente: “Non è stabilito che tutto ciò che ci venga dato come commento di Holzhauser sia interamente suo. I suoi amici e seguaci non ispirati potrebbero aver aggiunto delle cose dopo la sua morte. – D’altra parte, Holzhauser può essere stato ispirato per alcune cose, per alcune parti, e non per altre, dove sarebbe stato lasciato a se stesso ed esposto all’errore. – Non è quindi straordinario trovare nel suo Commento sia verità che falsità.)
XVIII. Concludendo queste congetture, benediciamo l’Agnello che si è incarnato per noi e ci ha redento con lo spargimento di tutto il suo sangue. Facciamo ora quello che faranno i santi e gli eletti alla fine della settima età, quando il Signore dirà loro: Venite, benedetti del Padre mio (Venite, benedetti Patris mei, S. Matt. cap. XXV, v. 35). Diamogli la settima lode, la benedizione (benedictionem, Apoc. cap. V, v. 12), con un cuore sincero, devoto e pentito, e riceveremo la grazia di benedirlo per tutta l’eternità.
FINE