la strana sindrome di nonno Basilio -5-

Caro direttore, la saluto con affetto e deferenza per la pazienza dimostratami nell’ascoltarmi e nel volere aiutarmi a dipanare una matassa ingarbugliata nella quale, per via della mia non perfetta salute mentale, non riesco a districarmi. Non le dico poi dei tentativi che i miei volenterosi nipoti, ognuno a suo modo, tentano di fare per aiutarmi, finendo però per confondermi ancora di più, specialmente il giocherellone Mimmo, tanto affettuoso ma bisbetico ed un po’ “ignorantello” in cose di fede, tanto da irritarmi spesso con affermazioni tratte direttamente dal bagaglio dell’idiozia modernista, duramente anatemizzata come la somma di tutte le eresie, dal Santo Pio X, o da quella neo-modernista, progressista summa anti-teologica ancora peggiore, “decuplicata” se possibile nella sua balordaggine eretica, anzi francamente apostatica, condannata dall’altrettanto santo, Eugenio Pacelli, Pio XII, anche se non canonizzato, anzi disprezzato, con false argomentazioni da comunisti, atei, massoni, istigati dai soliti “nemici di tutti gli uomini”, pur essendo stato l’unico a prodigarsi disinteressatamente con i mezzi a sua disposizione nel corso dell’ultimo evento bellico. Pensi che appunto l’altro giorno il mio caro nipote Mimmo mi chiedeva, con la sua solita aria sorniona e beffarda: “Nonno Basilio, ma tu credi veramente ai dogmi infallibili della Chiesa, alla loro immutabilità, alla impossibilità di aggiornarli adattandoli ai nostri tempi?” In quel momento avevo giusto per la mente il salmo CXVI, recitando il quale si lucra anche un’indulgenza parziale, che poi diventa plenaria in un giorno del mese, se recitato per l’intero mese, (io l’applico sempre per lo zio Tommaso, santo e vero sacerdote, buon’anima!) :“Laudate Dominum, omnes gentes, laudate eum omnes populi, quia confermata est super nos misericordia ejus, et veritas Domini manet in Aeternum”! Ne approfitto per recitarlo a voce alta a Mimmo. “Certamente, Mimmo, lo saprai tradurre sicuramente anche tu questo versetto!”, (un po’ di incoraggiamento per il povero Mimmo, che è stato sempre rimandato a settembre in latino, o come si dice oggi ha avuto diversi “debiti” … il linguaggio della finanza, forse per abituare i giovani a fare debiti con le banche?!), la verità di Dio non cambia mai, resta in eterno, per sempre, senza limiti di spazio e tempo. E per restare nella salmodia davidica il pensiero va ancora al caro, mitico (come oggi dicono i giovani di cose però assolutamente ordinarie) zio Tommaso che, come già ricordavo in una precedente missiva, organizzava tra noi nipoti gare della recita a memoria dei salmi (in latino naturalmente), gare nelle quali si distingueva in particolare la nostra invidiata “secchiona” Felicina con il suo cavallo di battaglia, il ciclopico “Beati immaculati in via”, il salmo CXVIII, quello tutto focalizzato sulla legge del Signore. Io non sono mai riuscito ad impararloper intero, benché ne ammirassi la bellezza e la dottrina profonda, però alcuni versetti li ho scolpiti nella mente, ed alcuni li voglio ricordare al mio caro nipote, che naturalmente (inutile dirlo, purtroppo!) non ne conosce nessuno. Eccone qui alcuni: “Et custodiam legem tuam semper, in saeculum et in saeculum saeculi” [Custodirò la tua legge per sempre, nei secoli, in eterno.] -44- “In aeternum, Domine, verbum tuum permanet in caelo” [La tua parola, Signore, è stabile come il cielo -89-] “Aequitas testimonia tua in aeternum; intellectum da mihi, et vivam.” [Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre, fammi comprendere e avrò la vita. -144 -]. Mi fermo qui, perché già da soli questi tre versetti sono capaci di chiudere definitivamente ogni discorso che qualunque novatore (e ce ne sono stati tanti nel corso dei secoli che hanno cercato di scardinare la retta dottrina e sostituirla con le strampalate idee mutuate dalla solita “gnosi”, la dottrina di Lucifero … del serpente primordiale dottrina tanto amata dalla “razza di vipere”, come li chiamava Gesù!) potrebbe proporre, così come hanno fatto i modernisti, condannati da S. Pio X ed i neo-modernisti, condannati anticipatamente da Pio XII. Ma oggi per fortuna questi pestiferi e truci individui non sono presenti più in giro ad infestare la Chiesa …. o no!? “I dogmi erano già contemplati nella legge di Mosè, dico a Mimmo, che mi guarda perplesso, poi vennero completati con le disposizioni evangeliche dettate direttamente dal Dio-Uomo, il Messia Gesù Cristo, ed annunciati dai suoi discepoli ed apostoli. Ma perché le disposizioni divine venissero chiarificate alle menti dei tempi successivi, il Signore Gesù lasciò l’incarico a S. Pietro, che a sua volta lo conferì ai successori in perpetuo, che divennero così i rappresentanti di Cristo in terra, forti della promessa loro fatta dell’assistenza dello Spirito Santo in materia di fede e di morale nel loro Magistero ordinario ed universale, quando cioè parlano da Papi, cioè quando si presentano come tali, e non solo in circostanze straordinarie, come alcuni pretendevano e pretendono, cosiddette “ex cathedra”, che sono abbastanza rare nella vita di un Papa. San Paolo dice, ad esempio, nel famoso “inno alla carità” (I Cor. XIII, 1-13), che a nulla valgono le più sublimi opere di misericordia corporale e spirituale ed i carismi più straordinari senza la Carità, laddove per Carità devesi intendere, nella sua più autentica accezione, l’ansia trepidante, al primissimo posto, della salvezza eterna, quella propria e quella dei nostri fratelli, alla quale tutto il resto deve essere subordinato. Gesù ha versato il suo sangue sulla croce (fino all’ultima goccia) unicamente per salvare le anime. «Il mio regno non è di questo mondo». Tutto ciò che ha fatto sulla terra, era in funzione di questo. E per indirizzarci verso questo traguardo ci ha dato dei … ehm, segnali stradali, delle indicazioni precise da seguire per non finire fuori strada, la “legge” di Mosè del Pentateuco, le profezie degli antichi profeti completate dall’annunzio evangelico con i comandamenti nuovi e le otto beatitudini. Infatti al proposito è il Maestro divino stesso che ammonisce con autorità: “Nolite putare quoniam veni solvere legem, aut prophetas: non veni solvere, sed adimplere. Amen quippe dico vobis, donec transeat caelum et terra, jota unum aut unus apex non praeteribit a lege, donec omnia fiant (S. Matteo V, 17-18) [lo traduco per Mimmo: 7”Non credia­te che io sia venuto ad abolire la legge o i pro­feti; non son venuto ad abolire, ma a comple­tare. 18In verità vi dico che fino a quando il cielo e la terra non pas­seranno, non scompari­rà dalla legge neppure un iota o un apice, fin­ché non sia tutto adem­piuto.”] E poiché poi lo Spirito Santo avrebbe dovuto far comprendere nella pratica, adattando il tutto ai tempi, ai luoghi e alle situazioni contingenti, questo compito è stato affidato materialmente alla santa Chiesa Cattolica, nella figura particolare del Santo Padre, assistito ed ispirato dallo Spirito Santo stesso, voce di Cristo promessa per sempre, ininterrottamente (anche nel periodo che intercorre tra la morte di un Papa e l’elezione del successore, c’è supplente il “camerlengo”) che unicamente garantisce così la veridicità dei postulati e la volontà divina, attraverso le definizioni dogmatiche infallibili ed irreformabili, ed in tutta la sua attività magisteriale in materia di fede e morale. Anche il dogma della Santa Chiesa è da annoverare quindi tra le cose che non passeranno mai, finanche nei dettagli più reconditi: “jota unum aut unus apex”! “Ma andiamo, nonno, mi dice Mimmo, a questi dogmi, o a buona parte di essi oramai non crede più nessuno veramente, specie tra i sacerdoti più giovani, ma anche tra i “principi della Chiesa” infarciti da salse progressiste, da teologie di chiara matrice gnostica e massonica, talmudica e cabbalistica! Praticamente quasi tutti ormai, non sanno nemmeno più cosa essi siano!…. Qui devo fare uno sforzo sovrumano per non sbottare e mantenermi calmo, trovando il fiato per rispondere: “Ciò non toglie però loro nessuna validità e l’assoluta necessità di conoscerli, crederli, difenderli (anche questo è un dogma) per salvarsi, e che essi dimorino intatti sino alla consumazione dei secoli. Vedi Mimmo, questo è assolutamente di fede cattolica, … non credere o sottovalutare o ignorare un solo Dogma significa cadere in eresia e quindi nella scomunica automatica (una volta si diceva “ipso facto”) davanti a Dio, ancor prima o anche senza una condanna ufficiale, perché significa porsi fuori della Fede cattolica, vale a dire, fuori della Chiesa cattolica, in parole povere: autocandidarsi alla dannazione. Se nella legge umana non è ammessa l’ignoranza per cui uno che ruba, pur essendo convinto – al limite – di fare opera meritoria, va dritto in galera, nella legge divina questo principio è all’ennesima potenza, con la differenza che si va in un carcere ben più crudele, e soprattutto eterno … a nulla vale conquistare il mondo intero se poi si perde l’anima propria …. “Ma dai nonno, adesso stai esagerando … la tua è una posizione estremistica senza dialogo …”. “Caro Mimmo, ti ricordo che questa non è la mia posizione, ma la posizione di Dio e della Chiesa cattolica che parla a nome suo! E che dialogo vuoi instaurare se la verità è unica e abbondantemente conosciuta da secoli? Vedi, continuo, la Carità (là dove si presume ci sia), senza o addirittura contro la Verità è – nel migliore dei casi – una pia illusione, ma nel peggiore, l’anticamera se non dell’Inferno, (Dio non voglia!) sicuramente di un lungo e doloroso Purgatorio. Su queste cose c’è poco da scherzare! Una volta entrati nell’eternità non si può più tornare indietro!”. “Ma dai, oramai i tempi sono cambiati, tutta la società è cambiata, e pure la Chiesa si è già adattata a tante realtà, e ad altre si sta preparando!” Ecco che interviene Caterina, reduce da un esame universitario brillantemente superato, che entra subito nell’argomento che ben conosce, entrando a “gamba tesa” sull’attacco di Rocco: “ Quando si dice questa frase “sono cambiati i tempi”, frase che ormai fa parte del gergo del “pensiero unico dominante” [direttore ma che cos’è questo pensiero dominante, boh?], si cade dalla padella dell’insensatezza spirituale alla brace infernale dell’eresia modernista, condannata a chiare lettere da San Pio X.”. “Giusto Caterina, ricordiamo allora a Mimmo le preposizioni condannate irrevocabilmente in eterno dal Papa Sarto nel decreto “Lamentabili sane exitu” del 3 luglio del 1907. E certo Mimmo, beccati questa: al n. 22. I dogmi, che la Chiesa presenta come rivelati, non sono verità cadute dal cielo, ma l’interpretazione di fatti religiosi, che la mente umana si è data con travaglio. E al n. 23. Può esistere, ed esiste in realtà, un’opposizione tra i fatti raccontati dalla Sacra Scrittura ed i dogmi della Chiesa fondati sopra di essi; sicché il critico può rigettare come falsi i fatti che la Chiesa crede certissimi. 24. Non dev’essere condannato l’esegeta che pone le premesse, cui segue che i dogmi sono falsi o dubbi, purché non neghi direttamente i dogmi stessi. 25. L’assenso della Fede si appoggia da ultimo su una congerie di probabilità. 26. I dogmi della Fede debbono essere accettati soltanto secondo il loro senso pratico, cioè come norma precettiva riguardante il comportamento, ma non come norma di Fede. Nel condannare la successiva 53, sembra che il Santo Padre voglia risponderci direttamente. Si condanna: “La costituzione organica della Chiesa non è immutabile; ma la società cristiana, non meno della società umana, va soggetta a continua evoluzione”. Ed ancora al n. 54. “I dogmi, i sacramenti, la gerarchia, sia nel loro concetto come nella loro realtà, non sono che interpretazioni ed evoluzioni dell’intelligenza cristiana, le quali svilupparono e perfezionarono il piccolo germe latente nel Vangelo con esterne aggiunte”. Altra condanna al n. 59: “Cristo non insegnò un determinato insieme di dottrine applicabile a tutti i tempi e a tutti gli uomini, ma piuttosto iniziò un certo qual moto religioso adattato e da adattare a diversi tempi e circostanze”. Infine la stangata: n. 65. “Il Cattolicesimo odierno non può essere conciliato con la vera scienza, a meno che non si trasformi in un cristianesimo non dogmatico, cioè in protestantesimo lato e liberale.” Vistosi in affanno, Mimmo comincia a replicare: “Ma nell’ultimo Concilio, si sono ripetutamente contraddetti con il concorso di tutti i Padri ed i Papi presenti [!?!… ma questo poiché lo dice Mimmo che non conosce la costituzione dogmatica “Pastor Aeternus” sfornata al XX Concilio Ecumenico Vaticano – quello vero e valido -, penso sia una barzelletta, le pare direttore?], dogmi essenziali della dottrina della Chiesa, che secondo te, nonno, sarebbero assolutamente irreformabili!”. “E allora, caro mio, ti dico che questo Concilio o presunto tale, a meno che non sia la tua solita “macchietta napoletana alla Totò”, non è stato cattolico, bensì un conciliabolo, che ha tentato di minare la Chiesa cattolica perché è impossibile (ennesimo dogma pure questo) che la “vera” Chiesa cattolica contraddica se stessa pronunciando, testimoniando ed insegnando un’eresia dopo l’altra ….”, “ e fino ai giorni nostri, aggiunge Caterina, dandomi man forte, giorni nei quali tutto è ridotto ad un mostruoso panteismo, ad un naturalismo spietatamente anticattolico, basato sugli assiomi, dogmi e miti mai dimostrati da una falsa scienza che sta distruggendo tutto e tutti con la pretesa di conoscere, giudicare insindacabilmente, pontificare, decidere in modo autoreferenziale, … ed anche tu, nonno, te ne sei reso conto nel corso delle tue peregrinazioni tra un illustre asino e l’altro, che da bravi “azzeccagarbugli” professoroni, hanno fatto finta di curarti senza sapere da che parte iniziare”. [Direttore, ma questi giovani sono proprio irriguardosi verso le autorità, o … presunte tali! Che mondo, ma dove stiamo finendo, mi chiedo e le chiedo?]. “Caro Mimmo – mi sforzo di essere pacato – il buon sacerdote, lo zio Tommaso, soleva ripeterci fino alla noia che: “Il DOGMA è Dio stesso che, a causa della durissima e volubilissima cervice umana, è costretto a definire, per la bocca o la penna del Suo Vicario (legittimamente eletto e strettamente fedele a quanto stabilito dai suoi Predecessori, e con l’intenzione di procurare il bene della Chiesa), questo o quell’aspetto particolare del Suo Messaggio di salvezza. Pertanto Ignorarli o – peggio – volerli ignorare, significa disprezzare Dio che li ha ispirati e voluti ed è pertanto sufficiente una sola eresia per dover rigettare tutto, perché l’Onnipotente non si contraddice, non si sbaglia e non inganna MAI, neanche in diluizioni omeopatiche. Chiunque disprezza Dio non obbedendo alla Sua volontà, alle sue leggi, quindi non amandoLo, può anche dare il corpo alle fiamme in nome e per amore Suo o avere una fede da spostare le montagne o una carità da sfamare il mondo intero, ma tutto ciò non serve a nulla, anzi, per la sostanziale superbia che queste opere celano, costituiranno paradossalmente il motivo principale della sua condanna. E ci ricordava che San Matteo nel capitolo VII del suo Vangelo scriveva quello che Gesù ripeteva: «Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuto; allontanatevi da me, voi operatori d’iniquità» (Mt. VII, 22-23).”. E l’agguerrita Caterina continua rivolta a Mimmo: “Se poi si riflette con un minimo di onestà intellettuale su quanto è accaduto con e dopo il Concilio o conciliabolo, si deve amaramente concludere che i conti non tornano, ma anzi registrano una sovversione tanto spettacolare da dover concludere che l’unico e occulto suo scopo sia stato quello di distruggere i capisaldi della Fede cattolica, in antitesi assoluta con le famigerate e quanto mai opportune: 1) Bolla “Execrabilis” di Papa Pio II Piccolomini, 2) Costituzione apostolica “Pastor Aeternus” Vaticano I . Il tutto, concepito e portato avanti dai marrani del giudaismo massonico, cioè da quella stessa élite che, da duemila anni, con una capacità sovrumana d’infiltrazione, mimetismo e simulazione, non ha mai cessato di tramare contro Cristo e la Sua Chiesa, nella quale ha sempre individuato il maggior (se non l’unico) ostacolo all’assoggettamento (soprattutto spirituale) del mondo e all’instaurazione dell’allucinante Nuovo Ordine Mondiale ormai alle porte. [Direttore, ma questa sta diventando come lo zio Pierre, anzi peggio! … e non è finita …]. Purtroppo (sempre per permissione di Dio, che si serve dei Suoi nemici: i giudei riprovati, per castigare i suoi amici: i cattolici fedifraghi che Lo hanno tradito come e forse peggio dell’Iscariota) ci sono riusciti, fino ad eclissare la Sposa di Cristo e sostituirla con una grottesca e mostruosa controfigura. La Madonna a La Salette (1846) ha pronunciato parole che schiacciano come macigni: «La Chiesa sarà eclissata… Roma perderà la fede e diverrà la sede dell’Anticristo». Ciò significa – tra l’altro – che siamo alla “Fine dei tempi”. “Bene cara nipote mia, ricordiamo allora a Mimmo, ancora le parole dello zio Tommaso che, quando ci vedeva svogliati nello studio della Religione, ci ricordava che: “ogni cattolico, cui preme la salvezza dell’anima propria e altrui, ha il sacrosanto dovere di verificare la propria Fede e approfondire il Magistero espresso in modo infallibile e irrevocabile dai DOGMI, perché da ciò dipende la sua eternità. Se non lo fa per pigrizia, per interesse, per comodità, perché “così fan tutti” [qui c’è un sobbalzo di Mimmo, che ricorda il titolo di un’opera di Mozart, … ma quello è “così fan tutte”!] o addirittura, per ambizione e superbia, quando si troverà davanti a Dio, avrà una sorpresa terribile, perché scoprirà la falsità e la vacuità della sua Fede e si precipiterà laddove capirà chiaramente di dover andare, colpevole per non aver voluto fare i doverosi accertamenti, verifiche e approfondimenti, immensamente più importanti della stessa aria che respira. Lo Spirito Santo non può assolutamente contraddire Se stesso, a meno che … non sia un altro “spirito”, ma quello non è santo, tutt’altro. L’eternità è una categoria che dovrebbe – da sola – far tremare chiunque. Se poi si associa al rischio (che per gli eretici ostinati diventa certezza), di andare incontro a un orrore senza limiti di tempo e di atrocità, c’è da inorridire. Quindi, miei cari, l’unica luce e guida sicura che il Cattolico ha ricevuto dal suo Divino Redentore per smascherare i sottilissimi insidiosissimi inganni del Demonio, compresi quelli ancor più subdoli dei cosiddetti “tradizionalisti”, “neo-gallicani”, “fallibilisti”, “sedevantisti” [aggiunge Caterina! … ma che strani vocaboli, direttore, ma lei li ha mai sentiti?] e giungere al porto della salvezza, è il Magistero infallibile ed irrevocabile sancito dai Dogmi (– repetitia iuvant e Mimmo dice da tifoso: “repetita Juventus” … ma che asino!) della Sposa di Cristo.

San Vincenzo da Lerino, nel suo “Commonitorium” ci chiarisce ancor meglio le idee: “Le formule dogmatiche sono immutabili quanto all’essenza, ma approfondibili quanto alla maggior penetrazione da parte dei fedeli e di tutta la Chiesa, ma solo nel suo genere, cioè nello stesso senso e nello stesso contenuto”. Dunque il dogma non può cambiare intrinsecamente, in sé, nè sostanzialmente, non può cioè passare da una verità ad un’altra essenzialmente diversa dalla prima. Esso può essere approfondito solo estrinsecamente da parte del soggetto conoscente (il Magistero della Chiesa ed i fedeli subordinati, in questo caso l’asino Mimmo!), ed accidentalmente, quanto al modo più profondo e al modo più preciso di esposizione. Questo significa quindi che la formula dogmatica, pur essendo vera in sé ed immutabile quanto alla sostanza, è perfettibile quanto al soggetto conoscente (la Chiesa docente e discente) e al modo di conoscenza sempre più profondo, e di espressione (sempre meglio), rimanendo immutata la sostanza della medesima verità. Diversamente si cadrebbe nel soggettivismo evolutivo, ove ognuno pensa quel che vuole e se ne fa un idolo falso senza fondamenti … e chi più chiacchiera più affabula!

L’Apostolo dei gentili poi ci mette in guardia: «Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!» (Gal. 1,8-9). Pio IX in “Dei Filius” ha scritto opportunamente: «La dottrina della fede che Dio rivelò non è proposta alle menti umane come una invenzione filosofica da perfezionare, ma è stata consegnata alla Sposa di Cristo come divino deposito perché la custodisca fedelmente e la insegni con magistero infallibile. Quindi deve essere approvato in perpetuo quel significato dei sacri dogmi che la Santa Madre Chiesa ha dichiarato, né mai si deve recedere da quel significato con il pretesto o con le apparenze di una più completa intelligenza. Crescano dunque e gagliardamente progrediscano, lungo il corso delle età e dei secoli, l’intelligenza e la sapienza, sia dei secoli, sia degli uomini, come di tutta la Chiesa, ma nel proprio settore soltanto, cioè nel medesimo dogma, nel medesimo significato, nella medesima affermazione». Pio XII ci ha ugualmente ammonito (in Humani generis): «Le verità che riguardano Dio e le relazioni tra gli uomini e Dio trascendono del tutto l’ordine delle cose sensibili; quando poi si fanno entrare nella pratica della vita e la informano, allora richiedono sacrificio e abnegazione. Nel raggiungere tali verità, l’intelletto umano incontra ostacoli della fantasia, sia per le cattive passioni provenienti dal peccato originale. Avviene che gli uomini in queste cose volentieri si persuadono che sia falso, o almeno dubbio, ciò che essi “non vogliono che sia vero”. Per questi motivi si deve dire che la Rivelazione divina è moralmente necessaria affinché quelle verità che in materia religiosa e morale non sono per sé irraggiungibili, si possano da tutti conoscere con facilità, con ferma certezza e senza alcun errore». Direttore, è tutto chiarissimo, a questo punto siamo tutti stravolti, chi più chi meno, e speriamo che non lo sia anche lei! La saluto con affetto quindi, … alla prossima!

La strana sindrome di nonno Basilio -4-

Caro direttore, eccomi ancora a lei ed alla sua cortese attenzione per renderla partecipe, se di suo gradimento, di una discussione intervenuta, come al solito in questi ultimi tempi, tra me ed i miei cari nipoti a proposito delle nuove dottrine del Vaticano II e Vat’inganno III … come io lo chiamo: il Concilio mai convocato ma che procede incessantemente, alimentato da teologi cosiddetti di sinistra e di destra, prelati e gerarchie neo-moderniste, come sento dire Caterina, mia nipote, che al riguardo si sta facendo una gran cultura. Ma veniamo ai fatti: in una bella giornata di sole, ero seduto sul mio divanetto preferito immerso nella lettura di un passo biblico, per l’esattezza il Capitolo XVIII del I libro dei Re che, come lei ben sa, riporta l’episodio di Elia che sul monte Carmelo sfida i 450 sacerdoti di Baal. Immerso nella lettura, cercando di ricordare le infuocate omelie che lo zio Tommaso, buon’anima, faceva su questo passo, non mi ero accorto che nella camera, inondata di luce, erano entrati Caterina e Mimmo, che tutto giocondo aveva con sé un “paccotto” di fogli e giornali. Su uno di questi fogli era stampigliata la scritta: le “NUOVE DOTTRINE” DEL VATICANO II”. Le confesso che di questo concilio non ne so quasi nulla, a differenza del Vaticano I, perché la mia memoria, come le ho già accennato in altra lettera, si complicò proprio quando fu convocato da un Papa strano, cicciottello, paffuto, apparentemente simpatico e bonaccione (che, mi perdoni l’ardire, non aveva nulla dell’aspetto maestoso e ieratico ad esempio di un santo come Pio X, o anche del suo predecessore, il grande Pio XII!, … forse era la mia malattia, ma a me sembrava un beone appena uscito da una locanda malfamata, con la faccia rubiconda e l’addome a mongolfiera …) lasciandomi nel buio che sto ora faticosamente tentando di allontanare. Devo perciò ricorrere alle notizie “colorite” e a tratti anche spassose di Mimmo (… mi fa fare grandi risate, che però stranamente non mi mettono di buon umore), e alle ricerche più serie e “scolastiche” di Guendalina. Ecco Mimmo partire alla carica, ascolti che cosa mi ha detto, con fare ironico e beffardo (lo so che mi vuole un gran bene, ma lui è fatto così!): “Ascolta, nonno Basilio, impara finalmente quello che sta scritto in “Nostra Aetate”, uno dei grandi documenti del Vaticano II. E dal foglio stampato legge: “Nella dichiarazione Nostra Aetate sulle religioni non cristiane, i Padri conciliari annunciavano al mondo di aver scoperto finalmente (e, a parer loro, dopo un sonno letargico del Magistero protrattosi per… duemila anni, pensi un po’!) addirittura la sostanziale … bontà delle altre religioni. Proprio quelle che l’oscurantista Chiesa “preconciliare” aveva invece costantemente considerato e condannato come false religioni”. Subito interviene Caterina dicendo: “ma Mimmo, anche il noto missionario “conciliare” p. Piero Gheddo, tra gli altri, ammetteva che “nella tradizione missionaria le grandi religioni non cristiane erano viste come “paganesimo”, come ostacoli alla diffusione del messaggio cristiano. Anche grandi santi e missionari, come S. Francesco Saverio e Matteo Ricci, hanno avuto parole di fuoco contro induismo e buddhismo, confucianesimo e taoismo”! Come è possibile che oggi si dicano queste cose, direttore? (mi conforti, mi confermi che si tratta di uno scherzo di Mimmo, la prego …) e non è mica finita qui, perché i “Padri del Vaticano II” invece, sempre teleguidati dai “nuovi teologi” (questi ultimi veramente credo che siano usciti da un’operetta, facenti parte di quel mondo che piace tanto a Mimmo) non si peritarono di gabellare al povero “popolo di Dio” che, ad esempio, nell’Induismo, continua sempre il caro Mimmo citando il documento, “ … gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con l’inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia ( … ma come mitologia e filosofia partorita da menti bislacche dedite a droghe ed allucinazioni …!1) cercando la liberazione fisica attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda (… ed io di letargia comincio ad intendermene, sa, direttore!!), sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza”(chissà cosa volessero intendere, … che linguaggio mellifluo!). E questo è ancora poco rispetto al Buddhismo nel quale, secondo i “Padri del Vaticano II”, addirittura “… si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di raggiungere lo stato di liberazione perfetta (liberazione dalla ragione, evidentemente o da cos’altro? –n.d.r.-) o di pervenire allo stato di illuminazione suprema (anche qui gli Illuminati … ma da cosa, e soprattutto da chi? – n.d.r.) sia per mezzo dei propri sforzi, sia con l’aiuto venuto dall’alto (sembrebbe più dal basso! – n.d.r. -)”. “Sarei ben curioso allora di sapere, dico a Mimmo rovistando nei miei ricordi giovanili, cosa ne pensavano, i suddetti “Padri conciliari” (chissà perché mi viene sempre da schiacciare la L) ed i loro “periti”, del Tantra-yoga e del Saktismo induista, o del Tantrismo buddista, come il Vajrayana – tanto per limitarci a tre soli esempi – nei quali gli adepti vengono istruiti a giungere alla suddetta “liberazione perfetta” ed “illuminazione suprema” per mezzo di pratiche magiche ed erotico-orgiastiche, logica conseguenza, peraltro, delle premesse filosofiche di quelle due gnosi anticristiane, vero e proprio pot-pourri pseudo-religioso in cui finisce per annegare ogni ragionevolezza (non vi si ammette, tra l’altro, alcun Dio personale perché il “Brahman” induista è per essenza “impersonalità”, mentre il Buddismo è sostanzialmente agnostico. Altro che “rifugio in Dio con amore e confidenza…, qui ci rifugiamo in ben altra profondità”!!!). Nel timore, comunque, che lo sventurato “popolo di Dio”, ancora anacronisticamente ancorato alle “vecchie verità” preconciliari, non avesse ben afferrato la nuova dottrina del Vaticano II sulla globalizzante e modernistica sostanziale bontà di tutte le religioni, contraddicendo l’intero millenario Magistero e tutta la Scrittura Sacra, mai citata ovviamente, i suddetti “Padri” (mi viene sempre la L … mannaggia …!) precisavano, senza possibilità di equivoci … – è ancora Mimmo che parla leggendo il documento – che: “la Chiesa Cattolica (…) considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini”. Incredibile?!?! Ma caro Mimmo, guarda che tutto all’opposto, la Chiesa Cattolica – quella autentica, e nonostante tutto io me la ricordo ancora bene! – ha invece sempre insegnato che eventuali verità, più o meno numerose, presenti in un sistema religioso falso, non lo rendono per questo buono, ma servono a meglio ingannare gli incauti e gli sprovveduti, mascherandone gli errori e gli orrori, come in questo caso. Caro direttore, mi sono riguardato anch’io quel documento, in cui ecco ora, i “Padri del Vaticano II” proclamare sfrontatamente il rispetto della Chiesa, non – si badi – per le persone, bensì proprio per quei vani e spesso immorali ed immondi “precetti” e per quelle false “dottrine” dal sapore decisamente gnostico, che tengono tuttora sotto il loro giogo miliardi di esseri umani, mettendo a grave rischio – ci creda o no la Gerarchia “conciliare” – la loro salvezza eterna. Questa volta oltre che stanco, sono anche avvilito, ma le vorrei solo far notare la nuova nozione, neomodernista, di “missione” in Nostra Aetate (… tanto per parlare, perché penso che si tratti sicuramente della solita burla di Mimmo. La Chiesa, infatti, per gli ineffabili “Padri del Vaticano II” (mi si sarà rotto il tasto del computer … viene sempre prima la L, chissà come mai, bohh … ) è tenuta ad annunziare incessantemente il Cristo che è “via, verità e vita” (Gv. XIV, 6) in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa”. I non cristiani, insomma, per chi non l’avesse ancora capito, sarebbero già graditi a Dio così come sono; mentre la loro eventuale conversione costituirebbe un semplice “optional” in vista di una maggiore perfezione (la “pienezza della vita religiosa” di cui sopra). A questo punto sbotto, direttore, ma questo è un “ribaltone” dottrinale in piena regola, è il trionfo della gnosi che alcuni dicono “spuria”, ma io dico semplicemente “gnosi” e che è in verità, la contro-teologia del serpentone!! Tradimento, tradimento!!! Dopo il Concilio Tridentino, abbiamo il concilio … “tradimentino”! Qui si attualizza la lettura biblica in cui ero immerso: ci vuole di nuovo un “Elia”, Profeta dell’Altissimo, che affronti i nuovi sacerdoti di Baal (i Ladri della vera fede … ah ecco la “L” …) e li sbeffeggi, li smascheri, togliendo loro la corazza di finta e sinistra luce di cui, come gli angeli primordiali sprofondati, si sono rivestiti, ridicolizzandoli davanti al popolo confuso, e facendo loro piombare addosso il fuoco divoratore! Ma sono sicuro, glielo dico ancora, che … Mimmo si sia ancora preso gioco di me, e il tutto finirà in risate davanti ad un buon piatto di tagliatelle, perché tanto nessuna autorità, neanche la più elevata nella gerarchia (o più probabilmente, a questo punto, “falsa” e ignobile gerarchia), può costringerci ad abbandonare o a diminuire la nostra Fede cattolica, chiaramente espressa e professata dal magistero della Chiesa da venti secoli. E poi, far conoscere la verità, convertire, è un atto di carità autentico che i cristiani devono, se veramente tali, rendere ai loro fratelli che vivono nelle tenebre, perché è in gioco la cosa più importante per un essere umano: la salvezza eterna dell’anima! “Caro Mimmo – dico a mio nipote – la religione Cattolica, non è un’associazione culturale, una ideologia astratta che si contrappone a filosofie o a scuole di pensiero, una onlus, una ONG o peggio … come sembra oggi, una “conventicola” filantropica guidata da marrani, oppure un istituto di carità o di beneficenza, un volontariato dedito ai bisogni o alle miserie corporali che affliggono il genere umano, è in parte anche questo, se vogliamo, in una certa misura, rientrando nelle opere di misericordia corporali del Catechismo di sempre, ma la sua funzione principale, il suo vero scopo, per cui Dio stesso si è incarnato nella Persona del Figlio, ed è morto in Croce per soddisfare il Padre per i nostri peccati, ed al quale tutti siamo chiamati indistintamente a collaborare, con i mezzi che il Signore stesso mette a disposizione di ognuno, (… i talenti!) sostenuti dalla preghiera incessante e dai Sacramenti, è la salvezza eterna dell’anima, il raggiungimento della vera Felicità, l’eterna felicità! Non ha forse detto Gesù: Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”?(S. Matteo XXVIII,19-20), e ancora più crudamente in S. Marco XVI,15-16 “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato”? Se veramente amiamo Dio ed il nostro prossimo, non possiamo esimerci da questo compito fondamentale che il Signore ci ha affidato (forse per il Concilio, occorre modificare e cancellare questi scomodi passi entiecumenici del Vangelo … beh … certo che il Signore è proprio ostinato, non vuole modernizzarsi, adeguarsi ai tempi, ai capricci del mondo, non conosce Freud e la sua falsa “scienza”(!?!) psicoanalitica che vuole la liberazioni delle passioni perché il peccato appartiene al corpo materiale, non all’anima “pura fiammella” divina di gnostica memoria … : è un reazionario tradizionalista … bisogna fargli un po’ di catechismo … magari quello olandese, insegnargli la teologia di Rhaner, Tehillard de Chardin o di qualche “Illuminato volpone bavarese”, di qualche “gatto della Pampa”, il gatto e la volpe che vogliono trascinare il povero Pinocchio nel paese di Bengodi … (eh, che ne dice direttore?), di apportare cioè il sovrannaturale nel mondo (… siamo nel mondo ma non del mondo!..), sostenendoci con la sua grazia: se non convertiamo non ci salviamo né noi (… guai se non predicassi il Vangelo, diceva l’Apostolo dei gentili) né i nostri fratelli. Chi ritiene che bisogna rispettare le culture, i costumi sociali, ideologici e (falsamente) religiosi impastati da sentimentalismo o da elementi naturali dei popoli, rituali di magia nera ed altre nefandezze, e che vivono in una dimensione spirituale negativa, lontani dal Cristo Salvatore che riscatta dalla colpa originale in una prospettiva di salvezza eterna e definitiva, è semplicemente un illuso o un idiota in mala fede, che fa il gioco del serpentone ingannatore, quello che si mangia la coda … che, sotto l’apparenza di un falso pacifismo e di una solidarietà, accoglienza o quant’altro oggi diffuso dalla strombazzante ideologia ecumenico-mondialista della globalizzazione fraternizzante, egalitaria e (pseudo)liberalizzante, perché rende facilmente asservibili ai rapaci sfruttatori e ai nemici di tutti gli uomini, vuole allontanarci dalla grazia divina, dalla salvezza eterna e portarci, con illusorio e falso buonismo nella sinagoga del … “farfariello” (… come lo chiamava mia nonna Margherita), a fargli compagnia! … intelligenti pauca! … Non per nulla scriveva S. Paolo a Timoteo, suo degno discepolo: “O Timòteo, custodisci il deposito; evita le chiacchiere profane e le obiezioni della cosiddetta scienza, professando la quale taluni hanno deviato dalla fede.” (1 Tim. VI, 20-21) e : “… Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero” (2 Tim. IV,1-5). Rifuggiamo allora dal fuorviante dialogo che non arricchisce in nessun modo un Cattolico vero, (al contrario lo contaminano della melma in cui si sbrodolano i suini …!) conserviamo il deposito della fede trasmesso dagli Apostoli e dal Magistero autentico, infallibile ed irreformabile della Chiesa Romana, conserviamo la fede, sbandieriamola quando è opportuno e quando non lo è (cioè sempre!), in ogni circostanza, e che il Signore salvi la Chiesa dalle conseguenze delle colpe degli “uomini della Chiesa”, o ivi infiltrati! Preghiamo senza stancarci, chiediamo perdono a Dio per le nostre colpe, come faceva Santa Caterina da Siena quando voleva persuadere i prelati … miserere mei … !! Sento la pressione che comincia a salire, la devo lasciare, mi dispiace, ma vedrà, tornerò presto ad importunarla, direttore! Saluti cordiali da nonno Basilio e famiglia.

La preghiera infuocata

   La “Preghiera infuocata” è la preghiera da recitare ai nostri tempi per sostenere spiritualmente la “Gerarchia in esilio”, i Sacerdoti della “chiesa eclissata”, descritti evidentemente in modo profetico dal Santo di Montfort, Sacerdoti che devono perpetuare l’Apostolicità della Chiesa ed impegnarsi poi, quando il Signore lo permetterà, nella ricostruzione della Santa Chiesa Cattolica Romana, unica “vera” Chiesa di Cristo, alla quale è stato promesso nuovo splendore, dopo la passata “eclissi” annunziata dalla SS. Vergine Maria a La Salette. Nell’attesa che il Signore ci liberi dalla falsa chiesa conciliare ecumenista, sinagoga di satana, gestita da marrani, da apostati e traditori di Gesù Cristo, tutti i veri Cattolici sono chiamati a pregare per abbreviare i tristi tempi attuali, offrendo a Dio, Uno e Trino, Creatore di tutte le cose visibili ed invisibili, per intercessione della Beata Vergine Maria, di San Giuseppe, dei Santi Martiri, i confessori e i Vergini di ogni tempo, di San Michele ed Arcangeli tutti, la preghiera profeticamente ispirata di San Luigi Maria Grignion de Montfort:

«Preghiera infuocata»

di S. Luigi Maria Grignion di Montfort

Al   Padre

[1] “Memento Domine Congregationis tuæ quam possedisti ab initio”. (1) Ricordatevi, Signore, della vostra Congregazione che possedeste fin dall’eternità pensando ad essa nel vostro spirito “ab initio”; che possedeste nelle vostre mani, quando creaste l’universo dal nulla “ab initio”; che possedeste nel vostro cuore, quando il vostro amato Figlio morendo sulla croce la irrorava con il suo sangue e la consacrava con la sua morte, affidandola alla sua Santa Madre.

[2] Signore, realizzate i vostri progetti di misericordia. Suscitate gli uomini della vostra destra (2), così come li avete mostrati in visioni profetiche ad alcuni dei vostri più grandi servi: un S. Francesco di Paola, un S. Vincenzo Ferreri, una S. Caterina da Siena e tante altre grandi anime del secolo scorso e perfino di quello che viviamo (3).

A Dio Padre

[3] Memento: Dio onnipotente, ricordatevi di questa Compagnia applicando ad essa tutto il potere del vostro braccio, che non si è accorciato (4) per portarla alla luce e condurla a perfezione! Innova signa, immuta mirabilia sentiamus audiutorium brachii tui: [rinnova i segni e compi altri prodigi; fa’ che sentiamo l’aiuto del tuo braccio](5). Voi che potete trarre dalle pietre grezze altrettanti figli di Abramo (6), pronunciate una sola parola divina per mandare buoni operai alla vostra messe (7) e buoni missionari alla vostra Chiesa.

[4] Memento: Dio misericordioso, ricordatevi dell’amore dimostrato anticamente al vostro popolo e per lo stesso amore ricordatevi di questa Congregazione. Ricordatevi delle reiterate promesse da Voi fatte per bocca dei profeti e del vostro stesso Figlio, di esaudire le nostre giuste richieste. Ricordatevi delle preghiere a Voi rivolte dai vostri servi e serve nel corso di tanti secoli a questo proposito. Le loro aspirazioni, le loro lacrime accorate ed il loro sangue versato si presentino a Voi per sollecitare efficacemente la vostra misericordia. – Ma ricordatevi soprattutto del vostro amato Figlio: respice in faciem Christi tui [guarda il volto del tuo consacrato] (8). La sua agonia, il suo turbamento, il suo gemito d’amore nel giardino degli ulivi quando disse: «Quæ utilitas in sanguine meo» [quale vantaggio dalla mia morte?] (9), il suo supplizio crudele e il suo sangue versato Vi chiedono a gran voce: misericordia! Per mezzo di questa Congregazione possa il regno di Cristo stabilirsi sulle rovine di quello dei vostri nemici.

[5] Memento: ricordatevi, Signore, di questa comunità per compiere la vostra giustizia. Tempus faciendi Domine, dissipaverunt legem tuam [tempo facendo, hanno violato la tua legge] (10), è tempo che Voi agiate, secondo la vostra promessa. La divina legge è trasgredita, il vostro Vangelo abbandonato, i torrenti di iniquità inondano sulla terra e travolgono perfino i vostri servi. Tutta la terra si trova in uno stato deplorevole (11), l’empietà regna sovrana; il vostro santuario è profanato e l’abominio è fin nel luogo santo (12). Giusto Signore, Dio delle vendette, lascerete nel vostro zelo, che tutto vada in rovina? Ogni luogo diverrà alla fine come Sodoma e Gomorra? Continuerete a tacere in eterno, a pazientare in eterno? La vostra volontà non deve compiersi in terra come in cielo, e non deve stabilirsi il vostro regno? Non avete rivelato, ormai da tempo, a qualcuno dei vostri amici, un futuro rinnovamento della Chiesa? Non devono i Giudei riconoscere la verità? (13) Non è questo che attende la Chiesa? Tutti i santi del cielo non implorano giustizia? (14). Tutti i giusti della terra non Vi dicono: Amen, veni, Domine! ( 15). Tutte le creature, anche le meno sensibili, gemono sotto il peso degli innumerevoli delitti di Babilonia e invocano la vostra venuta per restaurare tutte le cose: Omnis creatura ingemiscit … [sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme..] (16).

Al Figlio

[6] Signore Gesù, memento Congregationis tuæ; Ricordatevi di dare alla Madre vostra una nuova Compagnia per rinnovare ogni cosa. Così per mezzo di Maria abbiano compimento gli anni della grazia, che avete inaugurato per mezzo di Lei. Da Matri tuæ liberos, alioquin moriar [date figli e servi a vostra Madre, altrimenti che io muoia ! (17).

Da Matri tuæ: è per vostra Madre io vi prego. Ricordatevi del suo ventre e del suo seno, e non respingetemi. Ricordatevi di Chi siete figlio, ed esauditemi. Ricordatevi di cosa è Ella per Voi e di ciò che Voi siete per Lei, ed appagate i miei desideri.

[7] Che cos’è che Vi chiedo? Vi chiedo ciò che Voi potete, anzi, oso affermare: dovete concedermi, quale Dio di verità quale siete, cui è stato dato ogni potere in cielo ed in terra (18), e come il migliore fra tutti i figli. che ama immensamente la Madre sua. – Che cosa Vi chiedo? Liberos! Sacerdoti liberi secondo la vostra libertà, svincolati da tutto, distaccati da padre, madre (19), fratelli, sorelle, parenti secondo la carne, amici secondo il mondo; senza beni, impedimenti e preoccupazioni, perfino senza attaccamento alla propria volontà (20).

[8] Liberos! Uomini totalmente dedicati a Voi per amore e disponibili al vostro volere, uomini secondo il vostro cuore. Non deviati né trattenuti da progetti propri, realizzino tutti i vostri disegni e abbattano tutti i vostri nemici, come novelli Davide con in mano il bastone della Croce e la fionda del rosario “in baculo Cruce et in virga Virgine (21).

[9] Liberos! Uomini simili a nubi elevate dalla terra e sature di celeste rugiada, pronte a volare dovunque le spinga il soffio dello Spirito Santo. I Profeti hanno visto anche loro quando si chiedevano: Qui sunt isti qui sicut nubes volant? Ubi erat impetus spiritus illuc gradiebantur [Chi sono quelli che volano come nubi? (22). Andavano là dove lo Spirito li dirigeva (23)].

[10] Liberos! Persone sempre a vostra disposizione, sempre pronte ad obbedire a Voi, alla voce dei superiori, come Samuele: Presto sum, [eccomi!] (24), sempre pronte a correre e tutto sopportare con Voi e per Voi, come gli Apostoli: Eamus et moriamur cum illo.[andiamo a morire con Lui!] (25).

[11] Liberos! Veri figli di Maria, vostra santa Madre, concepiti e generati dal suo amore (26), da Lei portati in grembo, nutriti, allevati dalle sue premure, sostenuti e arricchiti dalle sue grazie.

[12] Liberos! Veri servi della santa Vergine. Come San Domenico, andranno dappertutto con la torcia luminosa e ardente del Vangelo nella bocca ed il Rosario in mano. Abbaieranno come cani, incendieranno come fiaccole, rischiareranno le tenebre del mondo come il sole (27). – Avranno una vera devozione a Maria, cioè interiore e senza ipocrisia, esteriore senza critica, prudente senza ignoranza, tenera senza indifferenza, costante e senza leggerezza, santa e senza presunzione, schiaccino dovunque vadano la testa dell’antico serpente, perché si realizzi pienamente la maledizione che Voi gli avete lanciato: inimicitias ponam inter te et mulierem inter semen tuum et semen ipsius et Ipsa conteret caput tuum”[ Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: ed Ella ti schiaccerà la testa (28).

[13] È vero, gran Dio! Che come avete predetto, il demonio tenderà grandi insidie al calcagno di questa misteriosa Donna, cioè alla piccola compagnia dei suoi figli, che verranno sul finire del mondo. Ci saranno grandi inimicizie fra questa stirpe benedetta di Maria e la razza maledetta di satana; ma si tratterà di inimicizia totalmente divina, l’unica di cui Voi siate l’autore. Le lotte e persecuzioni che la progenie di Belial (29) muoverà ai discendenti di vostra Madre, serviranno solo a far meglio risaltare quanto efficace sia la vostra grazia, coraggiosa la loro virtù, e potente vostra Madre. A Lei infatti avete affidato fin dall’inizio del mondo l’incarico di schiacciare con il calcagno e l’umiltà del cuore, la testa di quell’orgoglioso.

[14] Alioquin moriar [altrimenti che io muoia!]: Mio Dio, non è meglio per me morire piuttosto che vedervi ogni giorno così crudelmente ed impunemente offeso e trovarmi sempre più nel pericolo di venir travolto dai torrenti di iniquità che ingrossano? Preferirei mille volte la morte! O mandatemi un aiuto dal cielo, o prendetevi l’anima mia! Se non avessi la speranza che presto o tardi finirete con l’esaudire questo povero peccatore secondo l’interesse della vostra gloria, come già ne avete esaudito tanti altri: “Iste pauper clamavit et Dominus esaudivit eum (30), vi pregherei senza esitazione con un profeta: “Tolle animam meam” [Prendi la mia vita!] (31) Ma la fiducia nella vostra misericordia mi spinge a dichiarare con un altro profeta: “Non moriar sed vivam et narrabo opera Domini” [non morirò, resterò in vita e annuncerò le opere del Signore] (32), fino a quando non potrò esclamare con Simeone: Nunc dimittis servum tuum in pacem quia viderunt oculi mei …” [ora lascia, o Signore che il tuo servo vada in pace perché miei occhi hanno visto la tua salvezza] (33).

Allo Spirito Santo

[15] Memento: Spirito Santo, ricordatevi di generare e formare figli di Dio con Maria, vostra santa e fedele Sposa. Avete formato in Lei e con Lei il Capo dei predestinati, perciò con Lei e in Lei dovete formare tutte le sue membra. Voi non generate nessuna Persona divina in seno alla divinità, ma soltanto Voi formate tutte le persone divine fuori della divinità. Tutti i Santi del passato e del futuro sino alla fine del mondo sono opere del vostro amore unito a Maria.

[16] Il regno speciale di Dio Padre è durato fino al diluvio e si è concluso con un diluvio d’acqua. Il regno di Gesù Cristo è terminato con un diluvio di sangue. Ma il vostro regno, o Spirito del Padre e del Figlio, continua tuttora e finirà con un diluvio di fuoco, d’amore e di giustizia (34).

[17] Quando verrà questo diluvio di fuoco del puro amore, che dovete accendere su tutta la terra in modo così dolce e veemente da infiammare e convertire tutte le nazioni, perfino i Turchi, i pagani e i Giudei? Non est qui se abscondat a calore ejus”. [nulla si sottrae al suo calore] (35). Si accenda dunque questo divino fuoco, che Gesù Cristo è venuto a portare sulla terra (36), prima che divampi quello della vostra ira che ridurrà in cenere tutta la terra. Emitte Spiritum tuum et creabuntur et renovabis faciem terræ”: [Mandi il tuo Spirito e tutti sono creati, e rinnovi la faccia della terra] (37). Inviate sulla terra questo Spirito tutto fuoco e create Sacerdoti tutto fuoco! Per il cui ministero sia rinnovato il volto della terra e riformata la vostra Chiesa.

[18] “Memento congregationis tuæ”: [Ricordatevi della vostra congregazione]. È una congregazione, un raduno, una scelta, una cernita di prescelti nel mondo e dal mondo: “Ego elego vos de mundo [Io vi ho scelti dal mondo] (38). È un gregge di agnelli mansueti da radunare tra tanti lupi (39), una compagnia di caste colombe e di aquile reali fra tanti corvi, uno sciame d’api fra tanti calabroni, un branco di agili cervi fra tante tartarughe, una torma di intrepidi leoni fra tante pavide lepri. Signore, “Congrega nos de nationibus” [raccoglici di mezzo ai popoli] (40), radunateci, rendeteci uniti, perché sia pienamente glorificato il vostro nome santo e potente.

[19] Voi avete predetto questa insigne compagnia al vostro profeta, che ne parla in termini molto oscuri e misteriosi, ma totalmente divini: [1] Pluviam voluntariam segregabis, Deus, hæreditati tuæ; et infirmata est, tu vero perfecisti eam. [2] Animalia tua habitabunt in ea; parasti in dulcedine tua pauperi, Deus. [3] Dominus dabit verbum evangelizantibus, virtute multa. [4] Rex virtutum dilecti, dilecti; et speciei domus dividere spolia. [5] Si dormiatis inter medios cleros, pennæ columbæ deargentatæ, et posteriora dorsi ejus in pallore auri. [6] Dum discernit cælestis reges super eam, nive dealbabuntur in Selmon. [7] Mons Dei, mons pinguis. Mons coagulatus, mons pinguis: [8] ut quid suspicamini montes coagulatos? Mons in quo beneplacitum est Deo habitare in eo; etenim Dominus habitabit in finem. [10. Una pioggia abbondante, o Dio, mettesti a parte per la tua eredità. Questa era esausta, ma tu l’hai rinvigorita. 11. I tuoi animali abitarono in essa. Nella tua bontà, o Dio, hai provveduto al povero. 12. Il Signore darà la parola a quelli che annunziano la lieta notizia con grande forza. 13. Il re delle schiere è a favore del popolo prediletto e le donne, ornamento della casa, già spartiscono il bottino. 14. Quando vi riposate fra le greggi siete come colombe dalle ali argentate e dalle piume dal colore dell’oro. 15. Quando il re del cielo sbaragliò i re di Canaan, nevicava sul monte Selmon. 16. Montagna fertile è il Monte di Dio, Montagna compatta e lussureggiante. 17. Perché invidiate, monti dalle alte cime, la montagna che Dio ha scelto per sua dimora? Il Signore vi abiterà per sempre!] (41).

[20] Che cos’è mai, o Signore, questa pioggia abbondante che avete messo in serbo e scelta per rinvigorire la vostra eredità esausta? Non sono forse questi santi missionari, figli di Maria vostra Sposa, che Voi dovete scegliere e radunare per il bene della vostra Chiesa così indebolita e macchiata dai peccati dei suoi figli?

[21] Chi sono questi animali e questi poveri, che abiteranno nella vostra terra e saranno nutriti dai cibi dolci che avete loro preparato? Non sono forse questi missionari poveri, abbandonati alla Provvidenza e saziati dall’abbondanza delle vostre delizie? Non sono essi i misteriosi animali di cui parla Ezechiele? (42). – Avranno la bontà dell’uomo, perché ameranno il prossimo con disinteresse e impegno; il coraggio del leone perché arderanno di santo sdegno e prudente zelo di fronte ai demoni figli di Babilonia; la forza del bue, perché si sobbarcheranno alle fatiche apostoliche e alla mortificazione del corpo, e infine l’agilità dell’aquila, perché contempleranno Dio. Tali saranno i missionari che Voi volete mandare nella vostra Chiesa. Essi avranno un occhio d’uomo per il prossimo, un occhio di leone per i vostri nemici, un occhio di bue per se stessi e un occhio d’aquila per Voi.

[22] Questi imitatori degli Apostoli predicheranno virtute multa, virtute magna, con grande forza e virtù, ma così grande e splendente da scuotere tutti gli animi e i cuori dovunque si recheranno. Ad essi infatti darete la vostra parola, “Dabit verbum”, anzi la vostra lingua e sapienza, a cui nessun avversario potrà resistere (44).

[23] Come re della virtù del vostro Figlio Gesù Cristo, troverete le vostre compiacenze tra questi prediletti, poiché in ogni loro missione essi avranno l’unico scopo di attribuire a Voi la gloria dei trofei riportati sui vostri nemici: “Rex virtutum dilecti dilecti, et speciei domus dividire spolia”.

[24] Per l’abbandono alla Provvidenza e la devozione a Maria, avranno le ali argentate della colomba “inter medios cleros pennæ columbæ deargentatæ”, cioè la purezza di dottrina e di vita. Avranno anche il dorso dorato : “et posteriora dorsi ejus in pallore auri”, cioè una perfetta carità verso il prossimo per tollerarne i difetti ed un grande amore a Gesù Cristo per portarne la croce.

[25] Soltanto Voi, come Re dei cieli e Re dei re, separerete dalla massa questi missionari come altrettanti re. Li renderete più bianchi della neve del Selmon, la montagna di Dio, fertile e lussureggiante, solida e compatta, dove Dio mirabilmente si compiace, risiede e dimorerà per sempre. Signore, Dio di verità, chi è questa misteriosa montagna di cui rivelate tante cose mirabili, se non Maria, la vostra cara Sposa? Lei è la montagna che voi avete eretto sulla cima dei monti più alti (45), “Fundamenta ejus montibus sanctis. Mons in vertice montium[le sue fondamenta sono sui monti santi] (46). Beati, mille volte beati, i sacerdoti che avete così ben scelto e destinati a dimorare con Voi su questa montagna fertile e santa. Qui essi diventeranno re per l’eternità con il distacco dalla terra e l’elevazione in Dio. Diverranno più bianchi della neve perché uniti a Maria, vostra Sposa totalmente bella, pura e Immacolata. Saranno arricchiti della rugiada del cielo e dell’abbondanza della terra (47), di ogni benedizione temporale ed eterna di cui Maria è ricolma. Dall’alto di questa montagna, come Mosè, con le loro ardenti preghiere scaglieranno frecce contro i nemici per abbatterli o convertirli (48). Su questa montagna impareranno dalla bocca stessa di Gesù Cristo, che sempre vi dimora, il significato delle otto beatitudini. Su questa montagna di Dio, saranno trasfigurati con Cristo come sul Tabor, moriranno con Lui come sul Calvario, ascenderanno al cielo con Lui come sul monte degli ulivi.

Appello finale

[26] Memento Congregationis tuæ. “Tuæ”: a Voi soltanto spetta costituire questa comunità con la vostra grazia. Se l’uomo per primo vi porrà mano, non se ne farà nulla; se vi metterà qualcosa di suo, rovinerà e sconvolgerà tutto. Dio grande, è compito esclusivamente vostro! Realizzate quest’opera del tutto divina. Raccogliete, chiamate, radunate da ogni parte del vostro regno i vostri eletti per farne un corpo d’armata contro i vostri nemici.

[27] Non vedete, Signore Dio degli eserciti? I capitani mobilitano intere compagnie, i sovrani arruolano armate numerose, i navigatori formano flotte complete, i mercanti si affollano nei mercati e nelle fiere. Quanti ladri, empi, ubriaconi e dissoluti si raggruppano in gran numero ogni giorno con tanta facilità e prontezza contro di Voi! Basta dare un fischio, battere un tamburo, mostrare la punta smussata di una spada, promettere un ramo secco di alloro, offrire un pezzo di terra gialla o bianca! Basta insomma prospettare una voluta di fumo d’onore, un interesse da nulla e un misero piacere da bestia …  e in un istante si riuniscono i ladri, si ammassano i soldati, si congiungono i battaglioni, si assembrano i mercanti, si riempiono, le case e le fiere, e si coprono la terra e il mare di una innumerevole moltitudine di perversi! Benché divisi fra loro a causa della distanza di luogo o della differenza di carattere o della diversità d’interesse, si uniscono tutti insieme fino alla morte per muovervi guerra sotto la bandiera e la guida del demonio.

[28] E quanto a Voi, grande Iddio? Non ci sarà quasi nessuno che prenda a cuore la vostra causa anche se nel servirvi c’è tanta gloria, utilità e dolcezza? Perché così pochi soldati sotto la vostra bandiera? Quasi nessuno griderà in mezzo ai suoi fratelli per lo zelo della vostra gloria come san Michele: “Quis ut Deus?” [Chi è come Dio?] (49). Lasciatemi allora gridare dappertutto: Al fuoco! al fuoco! al fuoco!… Aiuto! aiuto! aiuto!… C’è fuoco nella casa di Dio! C’è fuoco nelle anime! C’è fuoco perfino nel santuario… Aiuto! stanno assassinando il nostro fratello!… Aiuto! stanno uccidendo i nostri figli!… Aiuto! stanno pugnalando il nostro buon Padre!… (50)

[29] “Si quis est Domini, jugantur mihi: [Chi sta con il Signore, venga da me!] (51). Tutti i buoni sacerdoti sparsi nel mondo cristiano, sia che si trovino tuttora in pieno combattimento o si siano ritirati dalla mischia nei deserti e nelle solitudini, vengano e si uniscano a noi (52). Formiamo insieme, sotto la bandiera della croce, un esercito schierato e pronto alla battaglia, per attaccare compatti i nemici di Dio che hanno già dato l’allarme: “sonuerunt” [suonano l’allarme], “frenduerunt” [fremono] (53), “fremuerunt” [digrignano i denti] (54), multiplicati sunt[sono sempre più numerosi] (55). “Dirumpamus vincula eorum et projiciamus a nobis jugum ipsorum. Qui habitat in cœlis irridebit eos” [Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami». Se ne ride Chi abita i cieli, li schernisce dall’alto il Signore] (56).

[30] “Exurgat Deus et dissipentur inimici ejus!” [Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano!] (57). “Exsurge, Domine, quare abdormis”? [Svegliati, perché dormi, Signore?] Déstatevi! (58). Signore, alzatevi! Perché fingete di dormire? Alzatevi con tutta la vostra onnipotenza, misericordia e giustizia. Formatevi una compagnia scelta di guardie del corpo, per proteggere la vostra casa, difendere la vostra gloria e salvare le anime, affinché ci sia un solo ovile e un solo pastore (59) e tutti possano glorificarvi nel vostro tempio (60). “Et in templo ejus omnes dicent gloriam.” Amen.

DIO SOLO!

Note

1 Sal LXXIII, 2.

2 Nella Bibbia, la mano destra è simbolo sia della potenza di Dio, di cui l’uomo può essere strumento, sia del favore e della benedizione che Dio concede ai suoi amici..

3 Nel Trattato della vera devozione a Maria, nn. 47-48, il Montfort riporta le testimonianze mistiche di San Vincenzo Ferreri (+1419) e di Maria des Vallées (+1656). Anche San Francesco di Paola (+1507) parla nelle sue lettere di una congregazione di crociferi che porterà molti frutti alla Chiesa (Cf. CORNELIO ALAPIDE, in Apoc. XVII, in fine). Santa Caterina da Siena (+1380) riferisce le comunicazioni divine circa la «rinnovazione ed esaltazione della Chiesa, la quale deve avere nel tempo a venire» (Lettere, Firenze, 1940, t. III, p. 267), attraverso «la reformazione di santi e buoni pastori » (Il Dialogo, Roma, 1968, p. 33) . Tra i contemporanei del Montfort è da ricordare Olier (+1657), che chiede al Signore di suscitare «persone che rinnovino l’ordine divino dei pastori» (Mémoires autobiographiques).

4 Is LIX,1.

5 Sir XXXVI, 5 (Vulg. XXXVI, 6): “Rinnova i segni e compi altri prodigi, glorifica la tua mano e il tuo braccio destro”.

6 Cf Mt III, 9; Lc III, 8.

7 Mc X,2.

8 Sal LXXXIII, 10.

9 Sal XXIX, 10.

10 Sal CXVIII, 26.

11 Cf Ger XII, 11.

12 Cf Dan IX, 27; Mt XXIV, 15; Mc XIII, 14.

13 Cf Rom XI, 25-26.

14 Nel testo originale c’e’ “Vindica”; cf Ap VI,10 Vulg: “et clamabant voce magna dicentes usquequo Domine sanctus et verus non iudicas et vindicas sanguinem nostrum de his qui habitant in terra ; Breviarium Romanum, Fest. SS. Innocentium, ant. V.

15 Cf Ap XXII, 20.

16 Cf Rom VIII, 22.

17 Cf Gen XXX, 1. Il Montfort cita a questo punto la frase latina Da Matri tuae liberos alioquin moriar (Gen. XXX,1) e la commenta, insistendo sulla parola liberos che ripete sei volte all’inizio di ogni numero (dal 7 al 12). Il termine latino liber (al plurale liberos) ha un duplice significato: come aggettivo vuol dire «libero», non servo; come sostantivo vuol dire «figlio». I Romani chiamavano liberos i figli precisamente per distinguerli dai servi. Con il termine liberos la preghiera del Montfort esprime anch’essa una duplice intenzione: domanda a Dio missionari che siano «liberi» (nn. 7-10), ma che siano allo stesso tempo «figli» di Maria (nn. 11-12).

18 Mt XXVIII, 18.

19 Cf Eb VII, 3. Di Melchisedec, re e sacerdote, la lettera agli Ebrei dice che « egli e’ senza padre, senza madre, senza genealogia» (Eb VII,3).

20 Cf Mc X, 29; Lc XIV, 26.

21 In baculo cruce et in virga virgine. Cf. Num XVII,23; 1 Sam XVII, 43; S. PIER DAMIANI, Sermone per l’Assunzione, PL 144, 721 C.

22 Is LX,8; cf VD 57.

23 Ez I,12.

24 1 Re III, 16.

25 Gv XI,16.

26 Cf S. AGOSTINO, La santa Verginità 6,6 PL 40,399: «Maria è senza alcun dubbio Madre delle sue membra, che siamo noi, nel senso che ha cooperato mediante l’amore a generare alla Chiesa dei fedeli, che formano le membra di quel capo».

27 Cf GIORDANO DI SASSONIA, Libellus de principiis ordinis praedicatorum, ed H.C. Schebeen, Moph Roma, 1935. Si accenna qui ai presagi celesti che avrebbero preceduto la nascita di San Domenico di Gusman: «la madre sogno’ di portare in seno un cagnolino con una fiaccola accesa in bocca che infiammava tutto il mondo» (cf. Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, c. l825).

28 Gen III,15.

29 Cf 2 Cor VI,15.

30 Sal XXXIII,7: «Questo povero grida e il Signore lo ascolta».

31 1 Re XIX,4.

32 Sal CXVIII,17.

33 Lc II, 29-30.

34 L’immagine dei tre diluvi si trova in una rivelazione di Maria des Vallées, riportata dal Renty (ms. 3177, Bibl. Mazarine), che Montfort cita in VD 47. Il Montfort aggiunge ai tre diluvi l’idea di tre regni, rendendo più positiva la visione in negativo di Maria des Vallées.

35 Sal XVIII,7.

36 Cf Lc XII,49.

37 Sal CIII,30. Nella seconda edizione italiana delle Opere (S. LUIGI MARIA DA MONTFORT, Opere, vol I, Scritti Spirituali, Roma: Ed. Montfortane, 1990), la preghiera che qui il Montfort esprime con le parole del salmo CIV, e’ stata spostata all’inizio del n. 18 della PI. Si è preferito ristabilire la numerazione dell’edizione critica per unificare il modo di citazione.

38 Gv XV, 19.

39 Cf Lc X,3.

40 Sal CV,47.

41 Sal LXVII, 10-17. Il Salmo LXVII «e’ tra i più difficili del Salterio» (M. Sales). Il Montfort lo commenta nei numeri seguenti (20-25) attenendosi alla versione della Volgata, che offre spesso una plausibile interpretazione del testo ebraico. Più profondamente il Montfort percepisce la dinamica e i contenuti del Salmo LXVII. Egli «condivide con il salmista una lettura della storia della salvezza intesa eguale ricerca di una dimora per parte di Dio e poi per il popolo. La storia del Dio che interviene per procurarsi una dimora si dirige ora verso Maria, Salmon della nuova economia». .

42 Cf Ez I, 5-14.

43 All’espressione virtute multa del salmo LXVII il Montfort aggiunge virtute magna di At IV,33.

44 Cf Lc XXI,15.

45 Is II,2.

46 Sal LXXXVI, 1.

47 Cf Gen XXVII,28.

48 Cf Es XVII, 8;13.

49 Cf S. GREGORIO MAGNO, [Omelia 34 sul Vangelo, PL 125 l. Il Montfort attinge direttamente da OLIER, Lettres, Paris: Lecoffre, 1885, t. II, p 576.

50 Il Montfort prende lo spunto per gridare Al fuoco! da un testo di S. GIOVANNI EUDES (Lettre XXXIX, 23.7.1659, in Oeuvres complétes X, p. 432), ma con sviluppi o accentuazioni proprie.

51 Es XXXII, 26.

52 Vis unita fit fortior.

53 Cf Sal XLV,4; 2,1.

54 Cf Sal XXXIV,14.

55 Cf Sal LXVIII,5.

56 Sal II, 3-4.

57 Sal LXVII,1.

58 Sal XLIII,24.

59 Gv X,1.

60 Cf Sal XXVIII, 9.

Sacro Manto in onore di San Giuseppe

Sacro Manto in onore di San Giuseppe

san-giuseppe-beato

Pratica: per un mese intero, senza interruzioni, preferibilmente in Marzo. Si raccomanda di accostarsi, se possibile, a “veri” Sacramenti (Confessione e Comunione), di sacerdoti validamente consacrati, (con missione canonica e giurisdizione!) almeno una volta nel corso del mese.

Il Sacro Manto viene considerata devozione gradita da S. Giuseppe ed efficacissima per ottenere grazie particolarmente difficili. 

     In nomine Patris ..…

   Gesù, Giuseppe e Maria,  vi dono il cuore e l’anima mia.

   Gesù, Giuseppe e Maria,  assistetemi ora e nell’ultima agonia.

   Gesù, Giuseppe e Maria,  spiri in pace tra voi l’anima mia.

[Indulgentia septem annorum prò qualibet invocatione. Indulgentia plenaria suetis conditionibus, prò cuiuslibet ex eisdem invocationibus recitatione, quotidie per integrum mensem peracta (S. C . Indulg., 28 apr. 1807; S. Pæn. Ap., 12 oct. 1936)].

Ringraziamo la SS. Trinità per aver esaltato S. Giuseppe ad una dignità del tutto eccezionale.

   Gloria Patri … tre volte.

I

   O eterno divin Padre, a nome di Gesù e di Maria, mi prostro riverente alla vostra divina presenza e Vi prego devotamente perché vogliate accettare la mia ferma decisione di perseverare nella schiera di coloro che vivono sotto il patrocinio di S. Giuseppe. Benedite quindi il prezioso manto che io oggi dedico a Lui quale segno della mia devozione.

Gloria Patri …

II

 Eccomi, o gran Patriarca S. Giuseppe, prostrato devotamente innanzi a Voi. Vi offro il proposito della mia devozione fedele e sincera. Tutto quello che potrò fare in vostro onore durante la mia vita, io intendo eseguirlo per mostrarVi l’amore che Vi porto.

   Gloria Patri …

III

   O glorioso Patriarca S. Giuseppe, prostrato innanzi a Voi, Vi presento e Vi offro con filiale devozione questo Manto, prezioso per gli innumerevoli privilegi, grazie e virtù che lo adornano e che onorano la vostra santa Persona.

 Gloria Patri …

IV

   Glorioso Patriarca, in Voi ebbe compimento il sogno misterioso dell’antico Giuseppe, il quale fu una vostra anticipata figura: non solamente, infatti, Vi circondò con i suoi fulgidissimi raggi il Sole divino, ma Vi rischiarò pure della sua dolce luce la mistica Luna, Maria. Come l’esempio di Giacobbe, che andò di persona a rallegrarsi con il figlio suo prediletto, esaltato sopra il trono dell’Egitto, servì a trascinarvi anche i figli suoi, così l’esempio di Gesù e di Maria, che Vi onorarono di tutta la loro stima e di tutta la loro fiducia, spinga anche me ad intessere in vostro onore questo prezioso Manto.

 Gloria Patri …

V

    Salve, o glorioso S. Giuseppe, depositario dei grandi tesori del Cielo e Padre putativo di Colui che sostiene tutte le creature. Dopo Maria Santissima, Voi siete il Santo più degno del nostro amore e meritevole della nostra venerazione. Fra tutti i Santi, Voi solo aveste l’onore di allevare, nutrire e abbracciare il Messia, che tanti Profeti e Re avevano desiderato di vedere.

Gloria Patri …

VI

     O grande Santo, fate che il Signore rivolga sopra di me uno sguardo di benevolenza. E come l’antico Giuseppe non scacciò i colpevoli fratelli, anzi li accolse pieno di amore, li protesse e li salvò dalla fame e dalla morte, così Voi, o glorioso Patriarca, fate con la vostra intercessione, che il Signore non voglia mai abbandonarmi in questa valle di esilio.

Gloria Patri …

VII

   O S. Giuseppe, ottenetemi inoltre la grazia di conservarmi sempre nel numero dei vostri servi devoti, che vivono sereni sotto il manto del vostro patrocinio che io desidero avere per ogni giorno della mia vita e nel momento dell’ultimo mio respiro. Aiutatemi! Assistetemi ora e in tutta la mia vita, ma soprattutto assistetemi nell’ora della mia morte, come Voi foste assistito da Gesù e da Maria, perché Vi possa un giorno onorare nella patria celeste per tutta l’eternità. Amen.

Gloria Patri …

VIII

     O potente S. Giuseppe, patrono universale della Chiesa, io V’invoco fra tutti i Santi, quale fortissimo protettore dei miseri e benedico mille volte il vostro cuore, pronto sempre a soccorrere ogni sorta di bisognosi. A Voi, o caro S. Giuseppe, fanno ricorso la vedova, l’orfano, l’abbandonato, l’afflitto, ogni sorta di sventurati; non c’è dolore, angustia o disgrazia che Voi non abbiate pietosamente lenito o allontanato. Innumerevoli sono le grazie e i favori che Voi ottenete per i poveri afflitti. Ammalati di ogni genere, oppressi, calunniati, traditi, abbandonati, privati di ogni umano conforto, miseri bisognosi di pane o di appoggio implorano la vostra regale protezione e vengono esauditi nelle loro domande.

Gloria Patri …

IX

   O caro S. Giuseppe, a tante migliaia di persone che Vi hanno pregato prima di me avete donato conforto e pace, grazie e favori. L’animo mio, mesto e addolorato, non trova riposo in mezzo alle angustie dalle quali è oppresso.  Voi, o caro Santo, conoscete tutti i miei bisogni, prima ancora che Ve li esponga con la preghiera. Voi sapete quanto mi sia necessaria la grazia che Vi domando. Mi prostro al vostro cospetto e sospiro, o caro S. Giuseppe, sotto il grave peso che mi opprime.

Gloria Patri …

X

     Nessun cuore umano mi è aperto, al quale possa confidare le mie pene; e, se pur dovessi trovare compassione presso qualche anima caritatevole, essa tuttavia non mi potrebbe aiutare. O S. Giuseppe, consolatore degli afflitti, abbiate pietà del mio dolore.  A Voi ricorro e spero che non mi vogliate respingere, poiché S. Teresa ha detto e ha lasciato scritto nelle sue memorie che: “Qualunque grazia si domanda a S. Giuseppe verrà certamente concessa“.

Gloria Patri …

XI

     Non permettete, o S. Giuseppe carissimo, che io abbia ad essere la sola, fra tante persone beneficate, che resti priva della grazia che Vi domanda. MostrateVi anche verso di me potente e generoso, e io Vi ringrazierò benedicendoVi in eterno, o glorioso Patriarca S. Giuseppe, mio grande protettore.

Gloria Patri …

XII

   O S. Giuseppe, per la vostra misericordia e potenza, ottenetemi dalla Misericordia Divina innanzitutto quello che è necessario all’anima mia, salvatela e poi degnatevi di usare in mio favore i mezzi che Dio ha messo nelle vostre mani affinché possa conseguire la grazia di cui ho particolare bisogno e per la quale umilmente ed insistentemente Vi imploro [in silenzio si implora la grazia che si desidera ottenere].

Gloria Patri …

XIII

O S. Giuseppe, balsamo di chi soffre, ottenete alle Anime Benedette del Purgatorio, che tanto sperano nelle nostre preghiere, un grande sollievo nelle loro pene, liberatele al più presto dalle sofferenze del Purgatorio e portatele verso la luce e la felicità del Paradiso. – E voi Anime Sante del Purgatorio, supplicate S. Giuseppe per me.

Requiem æternam …, tre volte.

Gloria Patri …

XIV

     Glorioso S. Giuseppe, sposo di Maria e padre verginale di Gesù, pensate a me, vegliate su di me, insegnatemi a lavorare per la mia santificazione e prendete sotto la vostra pietosa cura i bisogni urgenti che oggi io affido alle vostre sollecitudini paterne. Amen.

Gloria Patri …

XV

   RicordateVi, o purissimo sposo di Maria Vergine e mio caro protettore S. Giuseppe: mai si è udito che qualcuno abbia invocato la vostra protezione e chiesto il vostro aiuto senza essere stato consolato: con questa certezza, con questa fiducia io mi rivolgo a Voi, e a Voi fervorosamente mi raccomando. O S. Giuseppe, ascoltate la mia preghiera, accoglietela pietosamente ed esauditela. Amen.

Gloria Patri …

XVI

   O potentissimo Santo, allontanate gli ostacoli e le difficoltà e fate che il felice esito di quanto Vi chiedo sia per la maggior gloria del Signore e per il bene dell’anima mia. Ed io in segno della mia più viva riconoscenza, Vi prometto di far conoscere le vostre glorie, mentre con tutto l’affetto benedico il Signore che Vi volle tanto potente in cielo e sulla terra. Amen.

Gloria Patri …

XVII

   O eccelso Santo, sposo di Maria, e padre putativo di Gesù, per il tesoro della vostra perfettissima obbedienza a Dio, ……… abbiate pietà di me;

per la vostra santa vita piena di meriti, …… esauditemi;

per il vostro potentissimo nome, ……… aiutatemi;

per il vostro clementissimo cuore, …… soccorretemi;

per la vostra misericordia, ……… proteggetemi;

per le vostre sante lacrime, …… confortatemi;

per i vostri dolori, ……… consolatemi;

per le vostre gioie, …… rincuoratemi;

da ogni male dell’anima e del corpo, … liberatemi;

da ogni pericolo e disgrazia, …… scampatemi;

con la vostra santa protezione, ……… assistetemi;

quello che mi è necessario, ……… procuratemi;

la grazia di cui ho particolare bisogno, …… ottenetemi;

O San Giuseppe, ……………… ascoltatemi,

O San Giuseppe, ……………… esauditemi,

O San Giuseppe, …………… abbiate pietà di me.

XVIII

O S. Giuseppe.

pregate Gesù che venga nell’anima mia e la santifichi.

Nel mio cuore e lo infiammi di carità;

Nella mia intelligenza e la illumini.

Nella mia volontà e la fortifichi;

Nei miei pensieri e li purifichi.

Nei miei affetti e li regoli;

Nei miei desideri e li diriga.

Nelle mie operazioni e le benedica;

Ottenetemi da Gesù il suo santo amore.

L’imitazione delle vostre virtù;

La vera umiltà di spirito.

La mitezza di cuore;

La pace dell’anima.

Il santo timore di Dio;

– Il desiderio della perfezione.

La dolcezza di carattere;

– Un cuore puro e caritatevole.

La grazia di sopportare con pazienza le sofferenze della vita;

– La perseveranza nell’operare il bene.

La fortezza nel sopportare le croci;

– Il distacco dai beni di questa terra.

Di camminare per la via stretta del cielo;

– Di essere libero da ogni occasione di peccato.

 Un santo desiderio del Paradiso;

– La perseveranza finale.

Fate che il mio cuore non cessi mai di amarVi e la mia lingua di lodarVi.

– Per l’amore che portaste a Gesù, aiutatemi ad amarLo.

DegnateVi di accogliermi come vostro devoto;

Non mi allontanate da Voi.

 Io mi dono a Voi; accettatemi e soccorretemi;

Non mi abbandonate nell’ora della morte.

Gesù, Giuseppe e Maria,

Vi dono il cuore e l’anima mia.

 Gesù, Giuseppe e Maria,

assistetemi ora e nell’ultima agonia.

 Gesù, Giuseppe e Maria,

spiri in pace tra voi l’anima mia. 

XIX

    O eterno divin Padre, per i meriti di Gesù, di Maria e di Giuseppe, degnatevi di concedermi la grazia che imploro.

     Gloria Patri .…

Litaniæ sancti Ioseph

Kyrie, eléison …… Kyrie, eléison

Christe, eléison ……… Christe, eléison

Kyrie, eléison, ……. Kyrie, eléison

Christe, audi nos, …… Christe, audi nos.

Christe, exáudi nos, …… Christe, exáudi nos.

Pater de cælis Deus, ……. miserére nobis.

Fili, Redémptor mundi, Deus, ….. miserére nobis.

Spíritus Sancte, Deus, ……… miserére nobis.

Sancta Trínitas, unus Deus, ……… miserére nobis.

Sancta María, (R.) ………. ora pro nobis    [ogni volta].

Sancte Ioseph, ………

Proles David ínclita, …………

Lumen Patriarcharum, ………

Dei Genetrícis Sponse, ………..

Custos pudice Vírginis, ………

Filii Dei nutrície, …….

Christi defénsor sédule, …….

Almæ Familiæ præses, ………

Ioseph iustíssime, ……

Ioseph castíssime, ………

Ioseph prudentíssime, ……

Ioseph fortíssime, ……

Ioseph obedientíssime, ……

Ioseph fidelíssime, ……

Spéculum patiéntiæ, ……

Amátor paupertátis, …….

Exémplar opíficum, ………

Domésticæ vitæ decus, ……

Custos vírginum, ………

Familiárum cólumen, ……..

Solácium miserórum, ….…

Spes ægrotántium, ………

Patróne moriéntium, ……

Terror dæmonum, …….

Protéctor sanctæ Ecclésiæ, …..

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, ……… parce nobis, Dómine.

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, ……… exáudi nos, Dómine.

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, …… miserére nobis.

V. – Constítuit eum Dóminum domus suæ.

R. – Et príncipem omnis possesiónis suæ.

Orémus.  Deus, qui ineffábili providéntia beátum Ioseph sanctíssimæ Genetrícis tuæ sponsum elígere dignátus es: præsta, quæsumus; ut, quem protectórem venerámur in terris, intercessórem habére mereámur in cælis: Qui vivis et regnas in sæcula sæculorum. Amen.

Chiusura del Sacro Manto.

   O Glorioso San Giuseppe, che da Dio siete stato posto a capo e custode della più santa tra le famiglie, degnatevi di essermi dal cielo custode dell’anima mia, che domanda di essere ricevuta sotto il manto del vostro patrocinio. Io, fin da questo momento, Vi eleggo a padre, a protettore, a guida, e pongo sotto la vostra speciale custodia l’anima mia, il mio corpo, quanto ho e quanto sono, la mia vita e la mia morte. – Guardatemi come vostro figlio; difendetemi da tutti i miei nemici visibili ed invisibili; assistetemi in tutte le necessità; consolatemi in tutte le amarezze della vita, ma specialmente nelle agonie della morte. Rivolgete una parola per me a quell’amabile Redentore, che Bambino portaste e stringeste sulle vostre braccia, a quella Vergine gloriosa, di cui foste dilettissimo sposo. Impetratemi quelle grazie che Voi vedete essere utili al mio vero bene, alla mia eterna salvezza, e io farò di tutto per non rendermi indegno del vostro speciale patrocinio. Amen.

A completamento del Manto, anche se non richiesto, è bene aggiungere:

Ad te, beate Ioseph, 

in tribulatione nostra confugimus, atque, implorato Sponsæ tuæ sanctissimæ auxilio, patrocinium quoque tuum fidenter exposcimus.

Per eam, quæsumus, quæ te cum immaculata Virgine Dei Genitrice coniunxit caritatem, perque paternum, quo Puerum Iesum amplexus es amorem, supplices deprecamur, ut ad hereditatem, quam Iesus Christus acquisivit Sanguine suo, benignius respicias, ac necessitatibus nostris tua virtute et ope succurras.

Tuere, o Custos providentissime divinæ Familiæ, Iesu Christi sobolem electam; prohibe a nobis, amantissime Pater, omnem errorum ac corruptelarum luem; propitius nobis, sospitator noster fortissime, in hoc cum potestate tenebrarum certamine e cœlo adesto;

et sicut olim Puerum Iesum e summo eripuisti vitæ discrimine, ita nunc Ecclesiam sanctam Dei ab hostilibus insidiis atque ab omni adversitate defende:

nosque singulos perpetuo tege patrocinio, ut ad tui exemplar et ope tua suffulti, sancte vivere, pie emori, sempìternamque in cœlis beatitudinem assequi possimus. Amen.

(A Te, o Beato Giuseppe

      A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, noi ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua Santissima Sposa. Deh! per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e soccorrici nei nostri bisogni col tuo potere ed aiuto. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo nella lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore. Difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità così come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù. Stendi sopra ciascuno di noi il tuo perenne patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. AMEN. )

In nomine Patris ….

La strana sindrome di Nonno Basilio -3-

Caro direttore, mi perdoni se importuno ancora lei e i suoi lettori, ma la faccenda comincia a farsi seria da quando abbiamo intavolato la discussione sul “blasfemo” (mi perdoni l’aggettivo, ma non me ne viene in mente nessun altro!) ecumenismo, la principale eresia modernista secondo i Santi Padri che si sono avvicendati durante il secolo XVIII e XIX (in particolare i quattro “Pio” ed il “Leone” ruggente). Io credo che attraverso il suo sito, come oggi si chiama questa rivista moderna, e come prontamente mi ricorda Caterina, mia nipote, sia anche suo dovere collaborare alla salvezza delle anime della nostra bella Italia, benché poche rispetto al resto dell’umanità, visto poi soprattutto che chi dovrebbe farlo “d’ufficio”, se ne infischia altamente. E allora, cominciamo da quando ho cercato di spiegare a Mimmo, l’altro mio nipote, accanito difensore del “mondialismo” ad ogni costo, che dalla rivoluzione francese in poi, i nemici della Santa Chiesa di Cristo si sono impegnati in una lotta senza quartiere, e a questa lotta la Chiesa ha sempre risposto con energia, come io ben ricordo, mentre oggi, mi dice Caterina, che sta diventando un’esperta in materia, risponde con la politica della “mano tesa”, contrapponendo alla ingannevole tattica del nemico (visibile od occulto che sia) un inconsistente ed unilaterale “irenismo” (lo ricordo ai due o tre lettori che, deboli di memoria come me, magari in questo momento non ricordano di cosa si tratti: è una corrente di pensiero – una bufala di Erasmo da Rotterdam, anche se bisogna considerare i tempi – che auspicava già ai tempi della Riforma protestante e poi al’inizio del secolo scorso, per via di una pubblicazione sulla rivista francese “Irenikon”, una sorta di ecumenismo con gli eretici e gli scismatici) ed un dialogo ad ogni costo, che portano solo alla corruzione della dottrina ed al rilassamento della disciplina. A proposito di mondialismo (o come si dice oggi “Globalizzazione”), le voglio far partecipe di un ricordo a me molto caro (ancor più per via della mia memoria malandata, come le ho già accennato … o no?!): quello di “oncle Pierre” o, come noi giovinastri di allora lo chiamavamo, o zi’ Pietr’. Chi era costui? lei si chiederà, e che centra con il nostro epistolario? Zio Pierre era un dottissimo istitutore privato di origine francese, che ogni tanto dava lezioni di storia… indovini a chi? …. ma certo, a quella secchiona di mia cugina Felicina, che attraversò un periodo di lunga malattia con relativa convalescenza, per cui si decise, per non farle perdere l’anno scolastico (allora ci si teneva, e si era molto severi!), di chiamare questo strano professore francese, girovago per l’Italia presso famiglie altolocate (la mia non lo era, ma penso che lui fosse segretamente innamorato di qualche pulzella locale, perché veniva ad insegnare quasi gratuitamente, accontentandosi di qualche pennuto ben cucinato, e di qualche generoso e robusto bicchiere di vino rosso). Questo strano istitutore dalla doppia “rr” moscia francese, che ci faceva segretamente sghignazzare quando qualcuno ne faceva l’imitazione, aveva delle strane teorie ed interpretazioni bislacche, secondo le quali tutti gli avvenimenti storici degli ultimi secoli, erano delle vicende tra loro ben concatenate, miranti all’instaurazione di una sorta di governo mondiale da parte di non meglio specificati “nemici dell’umanità”, che perseguivano un fine articolato sostanzialmente in 3 fasi: 1) Dominio politico e sociale, mediante l’abolizione di frontiere e sovranità nazionali, istaurando così la successiva costituzione di “Unioni” sempre più ampie, fino a confluire tutte in un Governo mondiale unico; 2) Controllo finanziario e produttivo mediante Banche centrali federative, ed organismi multinazionali in ogni settore; 3) Controllo di ogni forma di spiritualità mediante la costituzione di una “Superchiesa” o “contro-chiesa”come lui diceva, nella quale far convergere alla pari tutte le religioni, sette, filosofie, scientismi, e chi più ne ha più ne metta! Pensi che dopo aver fantasticato su queste visioni sconsiderate ed esilaranti che Mimmo definisce con un termine a me totalmente sconosciuto, da “complottista” (cosa vorrà dire, proprio non glielo saprei spiegare), tra un bicchiere e l’altro (ma era sempre lucido, almeno apparentemente!), sosteneva pure che dopo la 2^ guerra mondiale ce ne sarebbe stata un’altra apparente, che lui sosteneva essere … “fredda” (chissà cosa volesse dire? booh!..), che l’Europa si sarebbe divisa in due blocchi che all’improvviso, senza una causa apparente, si sarebbero fusi. Nel ricordare questo, Mimmo esclamò all’improvviso “ah, la caduta del muro di Berlino!!. (Credo che quel mattacchione si riferisca all’abbattimento di qualche locale tedesco nei quali spesso in estate si reca per assistere a spettacoli di cabaret, di cui è appassionato, come già le ho accennato l’altra volta). Mi perdoni la digressione, ma sa, la memoria a volte si riaffaccia e mi piace soffermarmi su qualche ricordo riemerso. Ritornando all’Ecumenismo, quando all’epoca se ne parlava, perché i modernisti erano già attivi da tempo, caro direttore, zio Pierre diceva : scer Basil, (così mi chiamava, gliel’ho scritto come si pronunzia!) che si possa proporre un avvicendamento tra diverse dottrine filosofiche, o anche una loro fusione sulla base di uno o più principi comuni, in modo da rappresentare una visione dei problemi dell’esistenza umana, in tutti i suoi aspetti, più completa, più esauriente, più coerente, è una operazione intellettuale, culturale, spirituale che è certamente possibile. (che belle espressioni, le pare?). Sarebbe possibile un’analoga operazione intellettuale, anche se tendesse a riunire più dottrine religiose, ciascuna delle quali rivolgesse lo sguardo e le proprie aspettative verso un Ente superiore, intuito ma sconosciuto, adorato ma non visto, eterno ma muto (… mi pare la definisse “Deismo”, possibile?). Ma un’operazione di questo genere non potrebbe mai coinvolgere una Religione, come la cristiana, che rivolge la propria Fede verso un Dio che si è fatto conoscere dagli uomini attraverso l’Incarnazione del suo Figlio, fatto della sua stessa essenza e quindi Dio Egli stesso; un Dio che si è fatto vedere dagli uomini, toccare, baciare, flagellare, crocifiggere (di cui resta un’immagine indelebile nella Sacra Sindone, aggiungerei io); un Dio che ha parlato agli uomini, donando a quelli che credono in Lui la redenzione e la salvezza, per mezzo della sua Passione e della Sua Resurrezione. Ora, se il dialogo ha come necessaria ed ineliminabile premessa una situazione di sostanziale parità tra gli interlocutori, o almeno la possibilità che tra essi esistano dei punti in comune o dei principi, sia pure parzialmente unificanti, è certo che esso si dimostra del tutto inutile con le religioni diverse da quella cristiana. Se il dialogo viene considerato uno strumento necessario al sincretismo religioso, è evidente che il suo successo, vale a dire il riconoscimento della parità di tutte le religioni, può riposare solo sul cedimento di una delle due parti quanto meno sulla questione preliminare (come dicono i giuristi): o le religioni non cristiane riconoscono la natura divina di Gesù Cristo e quindi, in Lui, Dio stesso, oppure la religione cristiana rinnega quella Divinità, unendosi alle altre che Lo riconoscono solo come profeta. Non c’è scampo a questa alternativa!! Lo zio era categorico in questo, e così liquidava la questione (che uomo, che tempra!). A questo punto ricordo pure a Mimmo, che in questo ha memoria corta, che un tentativo del genere era stato tentato già anche dal re Salomone che, per accontentare mogli e concubine (“cherchez la femme”, direbbe zio Pierre!), aveva messo in piedi un sincretismo religioso, coinvolgendo idoli e obbrobri vari, che Dio (un “Dio geloso”, come amava definirsi) non sembrò apprezzare molto. Tutti sappiamo come andò poi a finire (se qualcuno non dovesse ricordarlo basta rileggere, nella Bibbia, il capitolo XI del I libro dei Re o, se se ne ha dimestichezza, il Salmo CV, che proprio al versetto 36 recita: “servirono i loro idoli e questi furono per loro un tranello” (!) – in ebraico “lemokesh”, me lo ricordo ancora bene!!! [ma tu guarda un po’ gli scherzi della memoria] – quindi, come vede, nulla di nuovo sotto il sole …). Prossimamente voglio farle conoscere, egregio direttore come, religione per religione (o sarebbe meglio dire false religioni!) questa idea si estrinseca evincendola dai documenti, fornitimi da Caterina, del Concilio Vaticano II e Vaticano III (dico terzo … non mi si è inceppato il tasto!) un concilio (o meglio conciliabolo, come suggerisce opportunamente la stessa Caterina …) ancora in atto, gestito dai soliti noti, anche se mai convocato ufficialmente (documenti non vincolanti quindi, dico a Mimmo che scalpita, quindi non infallibili! … cioè, in altre parole, chiacchiere vaganti che servono solo a confondere!!) e che contrastano ferocemente (a dir poco) con il Magistero (vero e autentico!!) che la Chiesa Cattolica ha prodotto in circa 2000 anni di storia attraverso Dottori, Papi e 20 Concili ecumenici e dogmatici … ma di questo parleremo in altra sede). Adesso la prego di perdonarmi, sono già molto stanco, ma non si preoccupi: se la cosa le interessa, continuerò a farla partecipe delle discussioni in casa di nonno Basilio. Saluti cordiali da tutti noi. Se può, faccia una preghiera per Pierre (chissà, forse lui aveva capito tutto in anticipo!) e per la Santa Chiesa, preghi con i Salmi che consigliava la buonanima di zio Tommaso (mi pare di avergliene già parlato … o no !??): il XLI, LXXIII, LXXVIII, LXXIX, e LXXXIII (in latino ovviamente … pensi che lui li recitava a memoria insieme a … indovini chi?! Ma a Felicina, naturalmente!!!). Mi perdoni ancora, direttore, non dimentichi di chiedere la questione della fumata bianca che poi … diventa nera! Chissà che non sia la soluzione del mio caso! Grazie.

La strana sindrome di nonno Basilio -2-

La strana sindrome di nonno Basilio -2-

Egregio direttore, come promesso, sono ancora qui per aggiornarla sulle discussioni che riguardano la diatriba tra me, con l’alleata Caterina, e mio nipote Mimmo con i suoi “alleati” neomodernisti che lui frequenta e sostiene, spero almeno in buona fede, appartenere alla Chiesa cattolica. Il tutto è iniziato quando ne ha “sparata una delle sue” con il dire in tono serio (ma che attore …!) che oggi si sarebbe avviato un “dialogo alla pari” tra le varie confessioni cristiane, cioè quelle di eretici e scismatici, per chiamarli con il nome esatto definito da tutte le Proposizioni papali e conciliari di ogni tempo e, pensi che “boiata”, con le altre religioni (così lui chiama le varie idolatrie e adorazioni pagane). Mi dice che si prega addirittura per l’unità dei Cristiani, nel senso che tutti i “sedicenti” cristiani, di qualunque (udite, udite!!) “chiesa”, sono accomunati da un unico spirito (attenzione, non quello “Santo”, è ovvio!!), che si indicono riunioni di preghiera interconfessionali (lo so che questo è blasfemo, ma lo scrivo solo per riferire quanto dice Mimmo, e spero che scherzi!!) in un ecumenismo che arricchirebbe il Cristianesimo di varie sfumature (sic!!) non sapendo, (beata gioventù sempre a caccia di novità!) che tutto questo è stato ripetutamente anatemizzato in modo irreformabile e definitivo da tanti Papi, Concili dogmatici, oltre che dalle Sacre Scritture (che a questo punto andrebbero modificate per accontentare le fantasie di Mimmo, di progressisti, modernisti ed … ignoranti!).

Faccio presente a Mimmo, che evidentemente vuole giustificare la sua frequentazione di ambienti ereticali, che intanto nelle Sacre Scritture non si è mai incontrato il termine “dialogo”, che appartiene a culture umanistiche ed anticristiane, filosofiche, politiche ed affaristiche; ed infatti Gesù nel Vangelo ha detto : “ … andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mar. XVI, 15-16). Ed ancora gli dico: “Caro nipote, ti prego, apri il Vangelo di S. Matteo e leggi il capitolo XXVIII,19-20: “ … andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (che chiarezza, che autorevolezza … che musica celestiale!). Il Figlio Dio-uomo non ha mai detto: “andate e dialogate con i pagani, con gli adepti di sette e pseudo religioni varie, con eretici e scismatici, con i funzionari dell’Imperatore romano che si credeva una divinità, con i giornalisti e gli scienziati “saputelli” atei o agnostici, che si reputano detentori di uno scibile dalle basi argillose ed ignote, con occultisti ed esoteristi vari e così via, e gli cito pure … così a braccio, il Salmo XCV che recita al versetto 5: “omnes dei gentium daemonia … gli déi delle nazioni sono un “nulla” (un eufemismo che traduce la parola latina ed ebraica “demoni”) .

Dalla mia memoria (ma che strano!) emerge un ricordo lontano ma vivo: mi sovviene infatti quando lo zio Tommaso, santo sacerdote, buon’anima!… già ne ho parlato, o no ? …, organizzava tra noi nipoti le “gare dei salmi”, durante le quali ognuno di noi ragazzi doveva recitare a memoria nella lingua della Chiesa, il latino naturalmente, il maggior numero di Salmi. Pensi che una volta quella secchiona di mia cugina Felicina – la classica “prima della classe”, treccine biondicce, lentiggini e occhiali a “fondo di bottiglia” – imparò tutto il Salmo CXVIII, – sono 167 versetti … mica niente! – e quando iniziò l’ultimo versetto … “ Erravi, sicut ovis …”(lo ricordo come se fosse oggi … ma che scherzi fa la memoria!), restammo tutti con il fiato sospeso per esplodere poi sulla parola conclusiva …“oblitus”, in un fragoroso applauso liberatorio. Lo zio Tommaso orgogliosissimo consegnò il premio ambito: una pasta di zucchero, che Felicina divorò voracemente tra l’ammirazione generale …. ed un poco di invidia da parte degli sconfitti (beh, altri tempi, caro direttore!).

“Mimmo, nipote mio, se tu veramente frequentassi la Chiesa Cattolica, gli dico, conosceresti bene il “CREDO”, preghiera che viene recitata durante la Messa (a questo punto dubito anche che tu vada a Messa, o che per lo meno la segua con attenzione) e nella quale la Chiesa ci fa dire: “Credo nella Chiesa Una, Santa, Cattolica ed Apostolica” (che sono i quattro caratteri della Chiesa Cattolica, quella fondata dal sommo Maestro Gesù Cristo e costruita sulla pietra di Pietro) ; quindi, non possiamo accettare la pluralità di “chiese”, come ci vorrebbe far credere oggi l’attuale ecumenismo “fraterno” in cui … “tutto fa brodo” in un sincretismo per lo meno sospetto … nel quale è vero tutto e pure il contrario di tutto! Quante chiese e cappelle ha fondato allora Gesù? E il magistero di Pietro che fine ha fatto? I dogmi sono così carta straccia, retaggio di altri tempi? Sappi pure che Leone XIII, un grandissimo Papa, la cui figura dovrebbe essere accuratamente studiata dai giovani sacerdoti, non fosse altro perché strenuo difensore del deposito della vera fede, (d’altra parte la funzione del vero Papa è proprio questa, o mi sbaglio?) nella sua enciclica “Satis cognitum” parla chiaro: «In verità, Gesù Cristo non menziona che una Chiesa che Egli chiama “Sua”: “Edificherò la mia Chiesa”. Qualunque altra, perciò, fuori di questa, non essendo fondata da Gesù Cristo, «non può essere la vera Chiesa di Cristo». Quindi, il detto: “Extra Ecclesia, nulla salus – Fuori della Chiesa non c’è salvezza”, è verità rivelata di Fede divina, affermata nella Sacra Scrittura e nella Tradizione, ed è verità cattolica perché definita solennemente dalla Chiesa in nome di Dio! Tutto quanto viene detto di diverso è quindi pura eresia, condannata a più riprese da una serie impressionante di Papi (quelli con la “tiara”, naturalmente!) e Concili infallibili, iniziando dal Simbolo di Sant’Atanasio, dal Concilio di Efeso e di Calcedonia, fino al Vaticano I (attenzione, ho detto “primo”), per cui chiunque asserisce tale anti-verità si pone automaticamente fuori dalla vera Chiesa di Cristo, secondo il Breve di Papa Paolo IV (attenzione, dico “quarto”!) un magnifico documento, confermato da S. Pio V in una bolla successiva (“Inter multiplices curae” del 1566), sul quale ci soffermeremo un’altra volta, oltre che commettere il gravissimo peccato contro lo Spirito Santo: “Impugnare la verità conosciuta”! «L’unica vera religione è quella da Gesù medesimo fondata ed affidata alla Sua Chiesa, perché la mantenesse e la propagandasse nel mondo». (Leone XIII in: “Immortale Dei”).

Il “Corpo Mistico di Cristo” è la sola Chiesa cattolica, come lo ha da sempre affermato il vero Magistero fino a Pio XII, Sommo Pontefice dei miei tempi, nella sua enciclica “Mystici Corporis”, … quod est Ecclesia!, e come lo replicò nella sua “Humani generis” (mia cugina Felicina la conosceva quasi tutta a memoria!). Di conseguenza: “fuori di questa Chiesa non c’è salvezza”!

Lo dichiarò anche Pietro al Sinedrio: « … Sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele, in nome del nostro Signore Gesù Cristo Nazareno, che in nessun altro v’è salvezza, poiché non v’è, sotto il cielo, alcun altro nome dato agli uomini, dal quale possiamo aspettarci d’essere salvati». Ora, questa verità, come lo dichiarò pure Gregorio XVI (in Mirari vos), è un “articolo di fede”. “Mimmo, guai ai Pastori che disperdono il gregge del mio pascolo”, dice il Signore! (e mo’ ci azzecca proprio, direbbe un noto politico … di cui però non ricordo il nome). «La Chiesa di Gesù Cristo è la Chiesa Cattolica-Romana, perché essa sola è “Una, Santa, Cattolica ed Apostolica” quale Egli la volle». (Catechismo di San Pio X). E Pio IX a sua volta ebbe a dire: «Non c’è, in realtà, che una sola religione vera e santa, fondata e istituita da Cristo Nostro Signore. Madre e nutrice d’ogni virtù, distruttrice dei vizi, liberatrice delle anime, indicatrice del vero bene. Essa si chiama: Cattolica, Apostolica e Romana». … quando si dice: “si, si, no, no”!

Pio XI, nella sua enciclica “Mortalium animos“ (Enciclica che lo zio Tommaso ci ricordava spesso!) scriveva: “… su questo punto è opportuno esporre e respingere una certa opinione falsa che è alla radice di questo problema e di quel complesso movimento con il quale i “non cattolici” si sforzano di realizzare una unione tra le chiese cristiane. Coloro che aderiscono a tale opinione, citano costantemente le parole di Cristo: «Ch’essi siano una sola cosa … e che non ci sia che un solo gregge e un unico pastore» (S. Gio. XVII, 21, e X,16), e pretendono che con tali parole il Cristo esprima un desiderio e una preghiera che non è stata mai realizzata. Essi pretendono, di fatto, che l’unità di Fede e di Governo, che è una delle “note” della vera Chiesa di Cristo, praticamente fino ad oggi non sia mai esistita e a tutt’oggi non esista.” La Rivelazione divina, dunque prescrive la “separazione”, come pure respinge la mescolanza, «il rapporto tra la luce e le tenebre, l’intesa tra Cristo e Beliaal, la collaborazione tra credente e non credente, l’accordo tra il tempio di Dio e gli idoli» (II Cor. VI,14-18) – leggi Mimmo, leggi ed impara a rispondere a chi vuole prenderti per i fon….. oh pardon!!!. S. Agostino, nel Concilio di Nicea, ai Vescovi d’Africa proclamò: «Chiunque è fuori dalla Chiesa cattolica, per quanto lodevole possa peraltro apparire la sua condotta, non godrà la vita eterna e la collera di Dio rimane su di lui, a causa del crimine di cui si è reso colpevole vivendo separato da Gesù Cristo». La questione mi sembra potersi chiudere qui, anche perché Mimmo, non trovando argomenti a supporto, e scuotendo ripetutamente il suo volto rubizzo, invoca il poco plausibile argomento delle adunate organizzate, a suo dire, da pontefici in quel di Assisi … povero San Francesco, che fine hanno fatto fare al suo borgo nativo, un faro della cristianità, divenuto, secondo Mimmo, una luce sinistra nelle mani di Beliaal! Che impudenza, che irriverenza verso un Santo, ai suoi tempi, ed anche ai nostri, immagine vivente del Cristo sofferente! … questi giovani sono veramente inqualificabili e, trattandosi di mio nipote, egregio direttore, provo un certo imbarazzo e vergogna anche nel dovergliene accennare. Ma sono ragazzi via! hanno tanto tempo davanti a loro, e, con l’aiuto del buon Dio, e con una buona guida umana, cambieranno certamente in vista della loro salvezza eterna. Li affido alle sue preghiere, li aiuti anche lei! Saluti, alla prossima.