IL TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO
Mons. J. J. Gaume:
[vers. Ital. A. Carraresi, vol. I, Tip. Ed. Ciardi, Firenze, 1887; impr.]
CAPITOLO XIII.
I Principi della Città del male.
Gli angeli cattivi, principi della Città del male — Loro gerarchia — I sette Demoni che assistono al trono di satana — Parallelismo delle due Città — Numero dei cattivi angeli — Loro abitazione; l’inferno e l’aria: prove — Loro qualità: intelligenza. Loro gerarchia.
— Per sfogare il suo odio contro Dio e contro l’uomo, il Re della Città del male non è solo. Ei comanda a milioni di spiriti meno potenti è vero, ma non meno orribili e altrettanto malèfìci quanto lui. Come scimmia di Dio, simia Dei, giusta S. Bernardo, satana ha organizzato la Città del male sul piano della Città del bene. [Questo linguaggio ricondotto all’esattezza teologica, significa che satana ha approfittato di un ordine gerarchico, del quale non è egli l’autore, e voltò contro il Verbo incarnato ciò che era stato primitivamente stabilito per gloria sua]. Scelti fra tutti, nella Città del bene noi abbiamo sette angeli assistenti al trono di Dio, potenti viceré del mondo superiore e del mondo inferiore. E la Scrittura ci mostra nella Città del male sette demoni principali che circondano lucifero, del quale essi sono i primi ministri e gli intimi confidenti. I sette angeli di Dio, per mezzo dei sette doni ai quali essi presiedono, dirigono tutti i movimenti dell’umanità verso il Verbo incarnato. I sette angeli del Demonio, ministri dei sette peccati capitali, fanno voltare il mondo morale verso il polo opposto cioè l’odio al Verbo. Come Serafini di satana, essi immergono la loro intelligenza nella profondità della sua malizia, accendono il loro odio nel centro del suo, e trasmettono ai demoni inferiori gli ordini del Padrone. In questi sette demoni principali, opposti ai sette principi angelici, noi non abbiamo che il primo tratto di parallelismo tra le due città. Come tra i buoni Angeli, cosi vi è tra i demoni una gerarchia completa; e come la Città del bene, così la Città del male ha il suo governo organato. Che vi sia una .gerarchia tra i demoni la Scrittura non permette di dubitarne. I Giudei come bestemmiatori del Figliuolo di Dio non dicevano forse: « che egli scacciava i demoni mediante la potenza del Principe dei demoni ?» E altrove: « Egli caccia i demoni con la potenza di Bèelzebub principe dei demoni. » Altrove ancora: « Andate maledetti al fuoco eterno che è stato preparato al demonio ed ai suoi angeli. » [Matth., XXV, 41] .Finalmente nell’Apocalisse: « Il dragone combatteva e i suoi angeli con lui.2 » [Apoc., XII, 7]. Nulla di più chiaro di queste rivelazioni divine e di altre che si potrebbero citare. Ma se tra i demoni vi è un principe, un re un primo superiore, vi sono dunque altresì degli inferiori, dei luogotenenti, dei ministri che eseguono i suoi ordini. In una parola, vi è una gerarchia ed una subordinazione tra gli angeli decaduti. San Tommaso ne dà la ragione.- Egli dice : « La subordinazione reciproca tra gli angeli, era, avanti la caduta, una naturale condizione della loro esistenza. Ora, cadendo, non hanno essi perduto nulla della loro condizione né dei loro doni naturali. Così, tutti rimangono negli ordini superiori o inferiori ai quali appartengono. Da ciò resulta che le azioni degli uni sono sottomesse alle azioni degli altri, e che tra essi esiste una vera gerarchia o subordinazione naturale…. : ma non bisogna credere che i superiori siano meno da compiangersi degli inferiori: il contrario è la verità. Fare il male è essere disgraziato; comandarlo, vuol dire essere più che mai disgraziato. » [S. Th. I p., q. CIX, art. 1 et 2 c. et ad. 3] – Cornelio a Lapide tiene Io stesso linguaggio: « Accade, dice egli, lo stesso tra i demoni come tra gli Angeli: gli uni sono inferiori, gli altri superiori. Questi ultimi appartengono alle più elevate gerarchie, e sono di una natura più nobile: imperocché dopo la loro caduta, i demoni hanno conservato intatti i loro doni naturali. Così, quelli che sono caduti dall’ordine dei Serafini, dei Cherubini, dei Troni, sono superiori a quelli che sono caduti dagli ordini inferiori, come le Dominazioni, i Principati e le Potestà. 2 [Come son caduti degli angeli di tutte le gerarchie, e gli uomini debbono ricolmare il vuoto lasciato da essi in cielo, così vi saranno dei Santi posti tra gli Arcangeli, i Cherubini ed i Serafini. Tra molte altre prove possiamo citare le rivelazioni fatte parecchie volte a santa Margherita da Cortona. San Francesco d’Assisi le fu mostrato tra i Serafini occupante uno dei troni più splendidi della sublime gerarchia. Ella smessa ricevé l’assicurazione d’ essere ammessa nella stessa gerarchia, e una delle sue compagne tra i Cherubini. – Vita ec. del Marchesi, lib. II, a pag. 256, 290, 291, 853, ediz. ital. in-8], Questi alla lor volta sono superiori a quelli che appartengono all’ordine delle Virtù, degli Arcangeli e degli Angeli. Avviene che tra i soldati ribelli, vi siano dei porta bandiera, dei capitani, dei colonnelli; senza di essi l’esercito non può essere posto in fila, né comandato; lo stesso succede di un regno che non può esistere senz’ordine né senza subordinazione. Ora, il principe di tutti i demoni.è Lucifero, ed il principe di tutti i buoni Angeli, san Michele. » [Omnium vero daemonum princeps est Lucifer, sicut angelorum est sanctus Michael. In Matth. IX, 34]. – Noi udiremo ben tosto i due principi della teologia pagana, Giamblico e Porfirio, parlanti come i dottori della Chiesa. L’esistenza della gerarchia satanica è un secondo punto di parallelismo tra le due Città; essa ne implica un altro. Tra i buoni Angeli, la prima gerarchia comanda alla seconda, e la seconda alla terza. Cosi i demoni superiori comandano agli inferiori, in modo da impedirli di fare ciò che vorrebbero, o da cacciarli dai corpi e dalle creature che essi invadono. Questa credenza fondata sulla superiorità naturale e perciò inammissibile degli uni e sulla inferiorità degli altri fedelmente conservata presso i giudei, come lo vediamo dalle bestemmie contro i miracoli di Nostro Signore, ha dominato il mondo intero ed ha attraversato tutti i secoli. – La storia ci mostra dappertutto i pagani antichi e moderni ricorrere agli dei superiori per garantirsi o liberarsi dalla cattiva volontà degli dei inferiori. Nel seno stesso del Cristianesimo, quante persone, sotto l’impressione di un incantesimo o di un maleficio, dato da un maliardo, ovvero, come dicesi oggi, da un medium, se ne vanno a chiedere la loro liberazione a degli stregoni o a dei medium reputati più potenti e che l’ottengono? Ma, nota san Tommaso, questa liberazione non è propriamente tale. satana non agisce mai contro se stesso. Il corpo viene liberato, ma l’anima diventa schiava di un demonio più potente. Il male fisico sarà scomparso, ma il male morale sarà aggravato. [S. Th. III p., q. XLIII, art. 2, ad 3] Un ordine gerarchico esiste dunque tra gli angeli ribelli: è una verità di teologia, di ragione e di esperienza. Ogni gerarchia produce una certa concordia tra gli esseri che la compongono: ma guardiamoci dal credere che la concordia dei demoni abbia la sua sorgente nel rispetto, nei riguardi, nell’amore reciproco di questi esseri malefici. Essa ha per principio l’odio, e per fine la guerra al Verbo incarnato, nella Chiesa sua sposa, nell’uomo suo fratello, nella creatura opera sua. Fuori di questo, i demoni si odiano di un odio immutabile e del quale nessuno può calcolare la violenza. [S. Th., I p., q. CIX, art. 2, ad 2]. Cosi vediamo i malvagi, dei quali essi sono gli ispiratori e i modelli, uniti tra loro, allorché si tratta dì assalire la Chiesa o l’ordine sociale, dividersi infallibilmente dopo la vittoria, accusarsi, proscriversi e perseguitarsi oltremodo. Appena sorge una nuova guerra tosto gli odi particolari si confondono nell’odio comune. Raggiungono i fuggiaschi; l’esercito si riforma e resta unito sino a che una nuova vittoria non riconduce una nuova divisione. Tale è il cerchio nel quale si raggirano da sei mil’anni in qua, i demoni e gli uomini divenuti loro schiavi. Loro numero e loro abitazione. — Se nei cattivi giorni in cui viviamo il numero dei nostri nemici visibili è incalcolabile, chi può contare la moltitudine dei nostri nemici invisibili? Benché gli angeli ribelli siano meno numerosi degli Angeli buoni, tuttavia, come le creature spirituali superano in numero quasi infinito le creature materiali, ne risulta che i demoni sono incomparabilmente più numerosi degli uomini. Spiegando quelle parole dell’Apostolo: La nostra lotta è contro le potenze del male che abitano l’aria, san Girolamo cosi si esprime: « È sentimento di tutti i dottori che l’aria che è tra mezzo al cielo e la terra e che chiamasi vuoto, è piena di potenze nemiche. » [Hæc autem. omnium Doctorum opinio est, quod aeriste, qui cœlum et terra medius dividens inane appellatur, plenus sit contrariis fortitudinibus. In ep. ad Eph VI, 12] – Misurate da una parte l’estensione e la profondità dell’atmosfera che circonda il nostro pianeta: fate, dall’altra parte, attenzione alla tenuità di uno spirito; e se potete, calcolate la spaventevole moltitudine di angeli cattivi dai quali siamo circondati. « Il loro numero è tale, dice Gassiano, che noi dobbiamo benedire la Provvidenza di averli celati agli occhi nostri. La vista delle loro moltitudini, dei loro terribili movimenti, delle forme orribili ch’essi prendono a volontà, quando ciò è permesso loro, penetrerebbero gli uomini di un intollerabile spavento. Ovvero un simile spettacolo gli farebbe morire, o gli renderebbe ogni giorno più malvagi: corrotti dai loro esempi, imiterebbero la loro perversità. Fra gli uomini e quelle immonde potenze dell’aria si formerebbe una famigliarità, un commercio che anderebbe a finire con la demoralizzazione universale.1 » [IV Coll., VIII, c. XII]. Vogliamo noi sapere ciò che vi è di profonda filosofia nelle parole dell’illustre discepolo di san Giovan Crisostomo? Ricordiamoci quello che fosse il mondo pagano alla nascita del Cristianesimo. Per mezzo di una quantità infinita di pratiche tenebrose: come per es. di consultazioni, evocazioni, oracoli, iniziazioni, sacrifici, il genere umano erasi messo in relazione abituale con gli dei, vale a dire coi demoni. Sotto la loro ispirazione aveva resi volgari, mediante le arti e la poesia, i loro prestigi, le loro doti e i loro delitti. E la terra era divenuta una cloaca di sangue e di melma: Similes ìllis fiant qui fadunt ea. Che cosa sarebbe egli accaduto se l’uomo avesse veduto con i propri occhi gli stessi demoni, rivestiti di corpi aerei, commettenti le loro abominazioni e invitandolo materialmente ad imitarli? – La credenza in tante miriadi di spiriti, dei quali la idolatria aveva fatto altrettanti idoli, è comune ai pagani d’oggidi, come ai pagani antichi. Gli indiani ne noverano trecentomila ed i giapponesi ottocentomila che chiamansi Kaniis. [Annal. della Prop. della Fede, 1868, n. 209, p. 508].
Loro qualità. — Per essere sottratte ai nostri sguardi le legioni infernali non per questo esistono meno intorno a noi. Presi in particolare, ciascun soldato, ciascuno ufficiale subalterno è meno terribile del capo supremo. Tale è contuttociò la potenza di ciascun demonio anche dell’ordine più infimo, che spaventa con ragione chiunque tenti di misurarne l’estensione. Infatti la potenza degli angeli decaduti è in ragione diretta dell’eccellenza della loro natura. Ora noi lo ripetiamo, questa natura incomparabilmente superiore a quella dell’uomo, non ha perduto niente delle sue prerogative essenziali. Queste prerogative sono, tra le altre: l’intelligenza, l’agilità, la potenza d’agire sulle creature materiali e sull’uomo per mille modi diversi e fino a limiti sconosciuti; ogni cosa posto in servigio di un odio implacabile. Diciamo una parola su ciascuna di queste terribili realtà.
L’ intelligenza. — Essendo i demoni puri spiriti, la loro intelligenza è deiforme. Con ciò bisogna intendere ch’essi conoscono la verità a colpo d’occhio, senza ragionamento, senza sforzo in se medesima e in tutte le sue conseguenze. La caduta non ha né soppresso né diminuito questa prerogativa che essi hanno dalla natura loro. « Gli Angeli, dice san Tommaso, non sono come l’uomo che si può punire togliendogli una mano o un piede; esseri semplici, non si può nulla levare alla natura loro. Di qui quell’assioma già citato: I doni naturali rimangono intieri negli angeli decaduti. Cosi la loro facoltà naturale di conoscere non è stata per nulla alterata per la loro ribellione.1 » [S. Th ., I , p., q. LXIV, art. 1, corp.]. Fin dove si estende questa facoltà tanto a noi terribile? Come lo indica lo stesso nome che essi hanno portato presso tutti i popoli, i demoni essendo tanti spiriti o pure intelligenze, conoscono in un istante tutte le cose dell’ordine naturale. Appena che essi scorgono un principio, ne imparano tutte le conseguenze speculative e pratiche. Così, intorno al mondo materiale ed alle sue leggi, intorno agli elementi e le loro combinazioni, su tutte le verità dell’ordine puramente morale: come in astronomia, in fisica, in geografia, in istoria, in medicina, in nessuna scienza non possono essi ingannarsi: — gli angeli divenuti prevaricatori furono spogliati dei doni soprannaturali vale a dire della felicità e della beatitudine di cui la persona loro era stata arricchita dal Creatore; ma essi non furono per nulla privati delle facoltà costitutive della loro natura. Così, in un esercito, quando alcuni soldati si rendono colpevoli di certe colpe, essi vengono degradati, spogliati dell’uniforme da loro disonorata, messi in prigione e dichiarati indegni del titolo di soldati. In una parola perdono essi tutti i privilegi personali del soldato; ma malgrado tutto, essi conservano la natura d’uomo; la stessa intelligenza, la stessa volontà, gli stessi mezzi d’azione. Così è dei demoni. Dopo essere stati, a cagione della loro ribellione cacciati dal cielo, rimasero tali e quali la creazione gli aveva costituiti, cioè tanti Spiriti dotati di quella sublime intelligenza, di quella forza, di quella grande potenza che abbiamo veduta: per essi non avvi errore possibile che nelle cose dell’ordine soprannaturale.1 [S. Thom., I p., q. LVIII, art. 5, c.]. Qui pure, essi conoscono molte cose che noi ignoriamo; e tra quelle che conosciamo ve n’è un gran numero ch’essi conoscono meglio di noi. « Gli Angeli buoni, dice san Tommaso, rivelano ai demoni un’infinità di cose relative ai divini misteri. Questa rivelazione ha luogo tutte le volte che la giustizia di Dio esige che i demoni facciano certe cose, sia per punizione dei malvagi o sia per esercizio dei buoni. Così è che nell’ordine civile gli assessori del giudice rivelano agli esecutori la sentenza ch’egli ha recata. ». Quanto all’avvenire, la loro conoscenza supera molto la nostra. Trattasi dei futuri necessari? i demoni gli conoscono nelle loro cause con certezza. Si tratta dei futuri contingenti che più spesso si realizzano? essi gli conoscono per congettura, come il medico conosce la morte o il miglioramento del malato. Presso i demoni questa scienza congetturale è tanto più sicura, in quanto che essi conoscono le cause più universalmente e più perfettamente; al modo stesso che le previsioni del medico sono tanto più certe quanto esso è più abile. Nella sua parte puramente casuale o fortuita, l’avvenire è riservato a Dio solo. Tale è la prodigiosa intelligenza dei demoni e il tremendo vantaggio che dà loro sopra di noi.