“La ricezione del Sacramento della penitenza è un precetto divino che riguarda tutti coloro che, dopo il Battesimo, si sono resi colpevoli di peccato mortale. È l’obbligo più severo, poiché è certo che non vi sia nessun altro mezzo attraverso il quale si possa essere riconciliati con Dio. Un desiderio reale o implicito di confessarsi, unita alla contrizione perfetta, è necessario come un mezzo necessario per chi non può andare alla confessione. ”
-Rev.mo p. F. X. Schouppe, corso di istruzione religiosa: apologetica, dogmatica e morale: ad uso dei collegi e delle scuole, 1879, Impr.
Questo è di grande significato soprattutto per questi giorni di “catacomba”, quando molti di noi non hanno un accesso nel fare una confessione presso un sacerdote vero, è una risorsa per ogni anima l’essere consapevole di altri mezzi di salvezza che la madre Chiesa fornisce ai suoi figli fedeli che non possono confessarsi, al fine di farli riconciliare con Dio e ripristinarne così l’amicizia, guadagnando i frutti di una confessione. Ecco la fonte dello scritto: Repertorium Oratoris Sacri, contenente il profilo di 600 sermoni, 1878.
CONTRIZIONE PERFETTA
Il ritorno del figliol prodigo, di Bartolomé Esteban Murillo (1667-70)
“E avvenne che, mentre andavano, furon mondati.” [Lc. XVII, 14]. Il Vangelo ci ricorda degli effetti prodotti dalla contrizione perfetta. Prima che i lebbrosi si fossero mostrati ai sacerdoti, mentre andavano sulla loro strada, furono risanati. Questi dieci lebbrosi sono, secondo i Santi Padri, figura dei peccatori. Come essi furono risanati prima che si mostrassero al sacerdote, così anche noi siamo mondati dalla lebbra spirituale dalla contrizione perfetta, prima che ci mostriamo al sacerdote. O effetto meraviglioso della contrizione perfetta! Poiché è di fondamentale importanza l’avere una conoscenza completa della contrizione perfetta, ho deciso di renderlo oggetto della nostra presente riflessione.
COS’È LA CONTRIZIONE PERFETTA?
Noi abbiamo l’obbligo indispensabile di amare Dio al di sopra di ogni cosa e di manifestare questo amore osservando i suoi comandamenti. “Colui che ama i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama”. [S. Giovanni XIV, 21]. Pertanto, nell’essere attaccati ad una cosa creata, contro la sua volontà, noi Gli rifiutiamo i dovuti affetti del nostro cuore dedicandoli alle creature, alle quali abbiamo attribuito un valore superiore a Lui. – Con la contrizione perfetta questo disturbo viene regolato, ed il cuore del peccatore ama nuovamente Dio sopra tutte le cose. Pertanto, quando Dio chiama alla penitenza, dirà quel che ha detto San Remigio a Clodoveo re di Francia, quando stava per battezzarlo: “Brucia quello che tu hai adorato e adora quello che tu hai bruciato”. Se desideriamo la remissione dei nostri peccati, è necessario innanzitutto amare sopra ogni cosa nostro Signore che abbiamo disprezzato, e d’ora in poi disprezziamo l’odio, la lussuria, la vendetta, l’orgoglio, ecc., dei quali ci siamo in precedenza deliziati. – Dopo questa premessa, possiamo senza difficoltà comprendere che cosa sia la contrizione perfetta. È l’odio profondo del nostro peccato, perché con esso offendiamo Dio, che dobbiamo ora amare sopra ogni cosa, con il fermo proposito di non peccare mai più. Si deduce da questo che la contrizione perfetta consiste nell’amore di Dio e nell’odio del peccato, che tuttavia sono inseparabili, come la bella rosa e la sua spina. – Ma cerchiamo ora di meditare un po’ di più sulla natura dell’amore per Dio e l’odio del peccato, cosicché possiamo dare una conoscenza più chiara di ciò che costituisce la contrizione perfetta. L’amore necessario per una perfetta contrizione non è quell’amore di tenerezza che si percepisce nel cuore quando si ama con fervore una creatura cara. Le affezioni causate da questo amore a volte sono così forti da privare l’uomo della sua pace mentale e turbare l’equilibrio della sua ragione. L’amore di Dio, anche se è auspicabile pure per Lui l’amore di tenerezza, invece, è un amore molto più nobile che consiste in una profonda riverenza, un’adorazione che preferisce la sua amicizia a tutte le cose, per cui si è sempre pronti a rinunciare a tutti i beni terreni, piuttosto che all’amicizia di Dio. Nathan parla a David di un uomo che non aveva nulla, tranne che una piccola pecorella, che era cresciuta in casa sua insieme ai suoi figli, mangiava il suo pane, beveva dalla sua coppa e dormiva nel suo seno, essendo per lui come una figlia (II re XII, 3): egli intratteneva cioè gli affetti più teneri per questa piccola creatura. Supponiamo ora che avesse ucciso questo piccolo agnello per salvare uno sconosciuto dalla fame, il suo amore sarebbe stato più perfetto per l’agnello o per lo straniero? Si può dire con certezza: il suo amore per lo straniero! Il suo amore per l’agnello era indubbiamente più tenero, ma per salvare la vita del suo prossimo, egli ha acconsentito ad uccidere il suo agnello. Questo è l’amore di cui parlo, sul quale si fonda la contrizione perfetta: un amore di riverenza, di stima, che anche se non è così tenero come il nostro amore per i genitori, gli amici ed altri, dei nostri compagni animali, tuttavia determina la nostra volontà di sopportare la perdita di tutto ciò, al fine di ottenere l’amicizia e la grazia di Dio. Da questo possiamo concludere che non è così difficile acquisire una contrizione perfetta, come molti sembrano pensare. – Per quanto riguarda l’odio del peccato, che è necessariamente connesso con la contrizione perfetta, è necessario conoscere che non è necessario sentire o percepire un affetto come si percepisce l’odio contro un serpente a sonagli che venga nella nostra direzione. L’odio del peccato è un atto per cui la nostra volontà si pente del peccato, desiderando di non averlo mai commesso, e così essendo in grado di distruggerlo con la determinazione, di subire le più grandi sofferenze piuttosto che peccare ancora; e tutto questo, perché il peccato è un’offesa contro la grazia e la maestà divina, e non solo perché dobbiamo temere l’ira divina. Sebbene tale contrizione include necessariamente la risoluzione a modificare la nostra vita, è consigliabile operare questo fermo proposito esplicitamente. [CF. s. Tommaso, Summa III p. q. 85, art. 6].
SUI MEZZI PER ACQUISIRE LA CONTRIZIONE PERFETTA.
Da quello che abbiamo sentito si deduce che la contrizione perfetta non è solo opera della grazia divina. Questa compunzione salirà nei cuori di tutti coloro che impiegheranno i mezzi adeguati. Questi mezzi sono:
1. la preghiera;
2. la meditazione sulle perfezioni divine;
3. la riflessione sull’ignominia del peccato.
1.- poiché la preghiera è il mezzo universale per ottenere grazie di ogni tipo, è quindi senza dubbio il mezzo sicuro per ottenere la grazia della contrizione perfetta; questa, essendo soprannaturale, deve provenire dalla grazia, secondo Geremia, che dice: “Convertiteci a voi o Signore, e noi saremo convertiti”. [Lam. v, 21]. – Dio ci ha promesso questa grazia se noi Gliela chiediamo: “quando cercherai il Signore tuo Dio, lo troverai, se lo cercherai con tutto il tuo cuore e con tutti gli affetti dell’anima tua.” [Deut. IV, 29].
2.- per quanto riguarda la meditazione sulle perfezioni divine, è sufficiente selezionarne una alla volta, perché troviamo così grande bellezza e maestà in ognuna di esse, da indurre in noi una perfetta carità. Selezioniamo ad esempio la sua infinita bellezza e richiamiamo alla mente che la bellezza di tutte le creature reali e possibili, è un fascio che scorre da questo Sole eterno; che gli Angeli sono rapiti da questa bellezza divina, nella contemplazione delle quali trovano la stessa gioia ineffabile, come il primo giorno. Richiamare in mente che, se gli spiriti maligni e le anime condannate avessero contemplato questa bellezza anche solo per un momento, non avrebbero potuto che amare Dio. In modo simile si può meditare su ogni altro tipo di perfezione divina, soprattutto sulla sua bellezza infinita che lo indusse a creare noi, per poi rigenerarci nel seno della sua Chiesa; o alla sua infinita misericordia inducendolo a prendere la forma di un servo, per diventare come uno di noi e morire per noi sull’albero della maledizione; “Rimetti a noi i nostri peccati e sii per noi il nostro cibo nel Santissimo Sacramento”. Tali e simili riflessioni sul Signore metteranno una carità perfetta e la contrizione nei nostri cuori.
3.- Inoltre, riflettiamo sull’oltraggio grande che abbiamo commesso con i nostri peccati contro Dio. A motivo delle nostre basse passioni, dei piaceri sensuali, noi abbiamo abbandonato la grazia e l’amicizia divina. Un cambio orribile!
III. SOLUZIONE DI ALCUNI DUBBI CIRCA LA CONTRIZIONE PERFETTA.
Ora che avete sentito che cosa è la contrizione perfetta, e come essa si manifesta, cerchiamo di rimuovere alcuni dubbi che i cristiani avanzano frequentemente per quanto riguarda la contrizione perfetta. – 1.- Si sente spesso che alcuni restano nell’inclinazione al peccato, quando si fa un atto di contrizione, cosa che fa temere che la contrizione non sia avvenuta come dovrebbe essere. Rispondo: questa inclinazione è o volontaria, procedendo dal nostro senso perverso, o è involontaria, procedendo dalla natura umana perversa. Se il primo è il caso, non si dispone di nessuna vera contrizione; se questa inclinazione continua ad alimentare la perversa natura senza il nostro consenso, questo non ostacola la perfezione della nostra contrizione. Ma come possiamo distinguere tra queste due fonti dell’inclinazione del male? Se siete fermamente determinati, qualunque cosa accada, a non commettere il peccato ancora una volta, la contrizione non è imperfetta come conseguenza della cattiva inclinazione. Se si esita tra il bene e male, se la risoluzione non è durevole, ma una mera volizione, la contrizione è difettosa. 2.- Molti intrattengono timori per quanto riguarda la perfezione della loro contrizione perché non hanno versato lacrime. Siate rassicurati! Le lacrime sono né necessarie, né possibili per tutti. Il figliol prodigo non ha versato lacrime — almeno la sacra Scrittura non ne parla — tuttavia la sua contrizione era senza dubbio perfetta. – 3.- A volte ci si sente stanchi, perché si sa, per triste esperienza, che la ricaduta è probabile e forse più che probabile. Coraggio! La paura, a causa della nostra fragilità, non esclude la ferma volontà di evitare il peccato. La certezza di non voler peccare più è una cosa; la risoluzione al non più peccare, è un’altra. S. Filippo Neri temeva tutti i giorni a causa della sua fragilità. Ma chi negherà che avesse una contrizione perfetta? Se siamo fermamente decisi a non peccare più, ci si può sentire tranquilli. 4.- Altri avanzano timori perché sanno che una parte nella loro contrizione è dovuta non tanto all’amore di Dio, ma al timore della punizione. Io rispondo loro, che l’uomo può pentirsi dei suoi peccati a motivo dell’amore e, nello stesso tempo, per paura del castigo. Una donna che è stata infedele al marito, non può non può pentirsi del suo delitto per il doppio motivo della paura della punizione e per la grande contumelia che riceverà da suo marito? Pentiti, quindi, dei tuoi peccati solo per la paura della punizione eterna, e la contrizione sarà imperfetta; rifletti poi sulla grazia e maestà divina offesa da te e la tua contrizione sarà perfetta. 5.- Vi sento dire: secondo quello che il nostro padre spirituale predica oggi, la contrizione perfetta non sembra così ardua. Ma ti abbiamo spesso sentito dire come è dimostrato dalla scrittura, dalle testimonianze dei Santi Padri e per nostra triste esperienza, che i peccatori non riescono ad invocare la contrizione sul loro letto di morte. Come si conciliano queste due asserzioni tra loro? – Ed io dico, perchè? Ad esempio David non poteva camminare con l’armatura di Saul, non perché era impossibile di per sé, ma perché “lui non era abituato ad essa” [Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato. – I Re XVII, 39]. In questo senso e per lo stesso motivo, io ho tentato così spesso di infondervi cautela nel non mettere la vostra fiducia nella conversione sul letto di morte. Il Santo Cardinale Bellarmino ha assistito una volta con il dolore nel cuore, alla morte di un peccatore disperato sul letto di morte, impedito nel tentativo di fare una buona contrizione, perché egli non aveva mai imparato a farlo dalla pratica nella sua vita.
I VANTAGGI DELLA CONTRIZIONE PERFETTA.
Anche se non potrà mai verificarsi il caso secondo cui non sarà assolutamente necessaria per la vostra salvezza la contrizione perfetta, tuttavia i grandi vantaggi che derivano da essa dovrebbero indurre a fare frequenti atti di contrizione perfetta. E quali sono questi vantaggi? 1.- Con una contrizione perfetta il peccatore è istantaneamente purificato dai suoi peccati e adottato come uno dei figli di Dio, mentre a motivo del peccato egli aveva il diavolo per suo padre. [Voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. – S. Giovanni VIII, 44] 2.- Se stiamo già in uno stato di grazia, la grazia e la bellezza della nostra anima è aumentata e moltiplicata. Una sposa usa grandi sforzi per aumentare la sua bellezza, cosicché possa essere amata di più dal suo sposo, e la tua anima è la sposa di Dio. 3.- Con la perfetta contrizione la pena temporale dovuta per i nostri peccati del passato è interamente o, almeno in parte, estinta: si spengono le fiamme del Purgatorio! Si siamo negligenti nel fare l’atto di contrizione perfetta, si mostra chiaramente o che non si creda al tormento che procurano le sofferenze del Purgatorio; o che noi stessi siamo il nostro nemico. 4.- ogni atto di contrizione perfetta aumenta la nostra gloria nei cieli; ed un loro minimo incremento è infinitamente più prezioso del mondo intero. 5.- Una perfetta contrizione ripetuta spesso toglie la paura dolorosa dalla quale molti cristiani, seppur pii, sono tormentati dall’essere esclusi dall’amore di Dio. Colui che fa ogni giorno un atto di contrizione perfetta, dice Suarez, può essere certo che tra i suoi molti atti di contrizione ce n’è almeno uno che ha rimosso il suo peccato. (De Gratia IX, 11, n. 7). 6.- Questo costante ricordo dei nostri peccati sarà un seme di mansuetudine e di pazienza ed uno spirito di penitenza. “Sopporterò lo sdegno del Signore perché ho peccato contro di lui”, [Michea VII, 9].
Conclusione: la Beata Angela de Foligno, in conseguenza del suoi frequenti atti di contrizione, desiderava essere calpestata da tutti e divenne famosa per la sua austerità. Leggiamo nella vita di molti altri santi che, per la loro straordinaria compunzione, erano guidati da un odio sacro di se stessi. È esperienza frequente dei confessori che i penitenti, come conseguenza di una grande contrizione, siano indotti a chiedere una grande penitenza e mortificare gravemente la loro carne mediante volontarie opere di penitenza. Cerchiamo di imitarli!
[Fonte: Repertorium Oratoris Sacri, contenenti di circa 600 sermoni, per tutte le domeniche e le festività dell’anno ecclesiastico, con l’approvazione del vescovo di Fort Wayne, versione 1878, pagina 383, capitolo: 13ª Domenica dopo Pentecoste]
Atto di contrizione
O mio Dio! Mi dispiace vivamente per avervi offeso; e detesto tutti i miei peccati, perché temo la perdita del cielo e le pene dell’inferno, ma soprattutto perché ho offeso Voi, mio Dio, infinitamente buono e meritevole di tutto il mio amore. Sono risoluto, con l’aiuto della vostra grazia, a confessare i miei peccati, a farne penitenza e ad emendare la mia vita. Amen.
Dobbiamo quindi metterci nelle mani di Dio misericordioso e attendere il giorno in cui potremo ricevere l’assoluzione sacramentale da un sacerdote cattolico approvato con missione. Molti di noi dovranno probabilmente morire senza un sacerdote, come ha fatto Paul McCabe nel 1971 (Vedi Veritas, agosto 1971), e come altri hanno fatto. Preghiamo per la gerarchia in esilio e supportiamola… Dobbiamo confidare in Dio… mantenere i suoi comandamenti… manteniamo la fede… rispettiamo le leggi e le sentenze della Chiesa Apostolica. Non facciamoci ingannare o confondere dalla contro-Chiesa del v-2 o dagli intellettualmente disonesti, gli effimeri ‘sedevacantisti’ ‘dalle false sacrileghe messe.” [ndr.-]