FESTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA (2023)

FESTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA (2023)

22 Agosto

(doppio di II classe)

LA FESTA. – Il 22 agosto è consacrato, secondo il decreto della S. Congregazione dei riti del 4 maggio 1944, al Cuore Immacolato di Maria anziché all’ottava dell’Assunzione. E’ festa doppia di 2a classe. La festa è stata introdotta a ricordo della consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria (8 dicembre 1942) affinché sia data, con l’aiuto della Madre di Dio, a tutti i popoli la pace, alla Chiesa di Cristo la libertà. È un caso raro nella liturgia che l’ottava di una festa sia consacrata ad un’altra seconda festa di contenuto quasi uguale. Come Cristiani docili accogliamo volentieri questo arricchimento del calendario e, dal punto di vista liturgico cerchiamo anche di conoscere meglio il significato di questa festa. Innanzitutto non ci dobbiamo preoccupare per il fatto che vengono sempre introdotte nuove feste. Infatti non passa quasi anno che non ci sia una nuova festa. Che cosa ne è del tranquillo ritmo dell’anno? Non si cagiona con feste così molteplici un po’ di disagio spirituale?

DALLA MESSA (Adeamus). – La Messa contiene una serie di testi propri che di solito non si trovano nelle Messe mariane. L’introduzione è un vero Introito: ci presentiamo con fiducia davanti al trono della grazia. L’Epistola è il bel brano tolto da Gesù Sirach: « Io sono la madre del bell’amore… ». Il Vangelo ci conduce ai piedi della croce: Gesù affida Giovanni alla Madre sua. Questo passo è ripetuto al Communio con alcuni versetti del Magnificat.

Incipit

In nómine Patris, ✠ et Fílii, et Spíritus Sancti. Amen.

V. Adjutórium nostrum in nómine Dómini.
R. Qui fecit cælum et terram.
M. Confíteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michaéli Archángelo, beáto Joánni Baptístæ, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sanctis, et tibi, pater: quia peccávi nimis cogitatióne, verbo et ópere: mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaélem Archángelum, beátum Joánnem Baptístam, sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, omnes Sanctos, et vos, fratres, oráre pro me ad Dóminum, Deum nostrum.
S. Misereátur nostri omnípotens Deus, et, dimíssis peccátis nostris, perdúcat nos ad vitam ætérnam.
R. Amen.
S. Indulgéntiam,
absolutiónem et remissiónem peccatórum nostrórum tríbuat nobis omnípotens et miséricors Dóminus.
R. Amen.

V. Deus, tu convérsus vivificábis nos.
R. Et plebs tua lætábitur in te.
V. Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.
R. Et salutáre tuum da nobis.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.

Introitus

Hebr IV:16.
Adeámus cum fidúcia ad thronum grátiæ, ut misericórdiam consequámur, et grátiam inveniámus in auxílio opportúno.

[Accostiamoci al trono delle grazie con piena e sicura fiducia, per avere misericordia e trovare grazia che ci soccorrano al tempo opportuno.]

Ps XLIV:2
Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea regi.

[Vibra nel mio cuore un ispirato pensiero, mentre al Sovrano canto il mio poema.

Adeámus cum fidúcia ad thronum grátiæ, ut misericórdiam consequámur, et grátiam inveniámus in auxílio opportúno.

[Accostiamoci al trono delle grazie con piena e sicura fiducia, per avere misericordia e trovare grazia che ci soccorrano al tempo opportuno.]

Kyrie

S. Kýrie, eléison.
M. Kýrie, eléison.
S. Kýrie, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Christe, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Kýrie, eléison.
M. Kýrie, eléison.
S. Kýrie, eléison.

Gloria

Glória in excélsis Deo. Et in terra pax homínibus bonæ voluntátis. Laudámus te. Benedícimus te. Adorámus te. Glorificámus te. Grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam. Dómine Deus, Rex cæléstis, Deus Pater omnípotens. Dómine Fili unigénite, Jesu Christe. Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris. Qui tollis peccáta mundi, miserére nobis. Qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram. Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis. Quóniam tu solus Sanctus. Tu solus Dóminus. Tu solus Altíssimus, Jesu Christe. Cum Sancto Spíritu ✠ in glória Dei Patris. Amen.

Oratio

Orémus.
Omnípotens sempitérne Deus, qui in Corde beátæ Maríæ Vírginis dignum Spíritus Sancti habitáculum præparásti: concéde propítius; ut ejúsdem immaculáti Cordis festivitátem devóta mente recoléntes, secúndum cor tuum vívere valeámus.
Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
R. Amen.

[O Dio onnipotente ed eterno, che nel cuore della beata Vergine Maria hai preparato una degna dimora allo Spirito Santo: concedi a noi di celebrare con spirito devoto la festa del suo Cuore immacolato e di vivere come piace al tuo cuore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.]

Lectio

Léctio libri Sapiéntiæ.
Eccli XXIV:23-31
Ego quasi vitis fructificávi suavitátem odóris: et flores mei, fructus honóris et honestátis. Ego mater pulchræ dilectiónis, et timóris, et agnitiónis, et sanctæ spei. In me grátia omnis viæ et veritátis: in me omnis spes vitæ, et virtútis. Transíte ad me omnes qui concupíscitis me, et a generatiónibus meis implémini. Spíritus enim meus super mel dulcis, et heréditas mea super mel et favum. Memória mea in generatiónes sæculórum. Qui edunt me, adhuc esúrient: et qui bibunt me, adhuc sítient. Qui audit me, non confundétur: et qui operántur in me, non peccábunt. Qui elúcidant me, vitam ætérnam habébunt.
R. Deo grátias.

[Come una vite, io produssi pàmpini di odore soave, e i miei fiori diedero frutti di gloria e di ricchezza. Io sono la madre del bell’amore, del timore, della conoscenza e della santa speranza. In me si trova ogni grazia di dottrina e di verità, in me ogni speranza di vita e di virtù. Venite a me, voi tutti che mi desiderate, e dei miei frutti saziatevi. Poiché il mio spirito è più dolce del miele, e la mia eredità più dolce di un favo di miele. Il mio ricordo rimarrà per volger di secoli. Chi mangia di me, avrà ancor fame; chi beve di me, avrà ancor sete. Chi mi ascolta, non patirà vergogna; chi agisce con me, non peccherà; chi mi fa conoscere, avrà la vita eterna.]

Graduale

Ps XII:6
Exsultábit cor meum in salutári tuo: cantábo Dómino, qui bona tríbuit mihi: et psallam nómini Dómini altíssimi.

[Il mio cuore esulta nella tua salvezza. Canterò al Signore perché mi ha beneficato, inneggerò al nome del Signore, l’Altissimo]

Ps XLIV:18
Mémores erunt nóminis tui in omni generatióne et generatiónem: proptérea pópuli confitebúntur tibi in ætérnum. Allelúja, allelúja.

[Ricorderanno il tuo nome di generazione in generazione, e i popoli ti loderanno nei secoli per sempre. Alleluia, alleluia.]
Luc 1:46; 1:47

Magníficat ánima mea Dóminum: et exsultávit spíritus meus in Deo salutári meo. Allelúja.

[L’anima mia magnifica il Signore, e si allieta il mio spirito in Dio, mio Salvatore. Alleluia.]

Evangelium

Sequéntia +︎ sancti Evangélii secúndum Joánnem.
R. Glória tibi, Dómine.
Joann XIX: 25-27
In illo témpore: Stabant juxta crucem Jesu mater ejus, et soror matris ejus María Cléophæ, et María Magdaléne. Cum vidísset ergo Jesus matrem, et discípulum stantem, quem diligébat, dicit matri suæ: Múlier, ecce fílius tuus. Deinde dicit discípulo: Ecce mater tua. Et ex illa hora accépit eam discípulus in sua.
R. Laus tibi, Christe.
[In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa, e Maria Maddalena. Gesù, dunque, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». E da quell’ora il discepolo la prese con sé.]

Omelia

(Sac. E. Campana: Maria nel dogma cattolico, VI Ed. Marietti ed., 1946)

IL CUORE DI MARIA

VI. — Di madre, Maria non ha soltanto la dignità e le funzioni auguste, ma, soprattutto, Ella ha il cuore! Il cuore di una madre! Quale abisso imperscrutabile di amore, tenero, delicato, preveggente, operoso, inestinguibile! Ogni cuore è fatto per amare, ma nessuno come quello di una madre conosce il segreto delle affezioni sublimi ed eroiche. Studiate i caratteri che rendono santo, prezioso, insuperabile un affetto, e voi li troverete tutti nel sentimento onde palpita un cuore materno. L’amor materno non conosce egoismo, ma vuol donare senza riserve; non indietreggia di fronte a nessuna ingratitudine, ma è sempre pronto al perdono di qualunque offesa ricevuta dal figlio; non si spaventa di nessun ostacolo, ma insiste, insiste nelle sue espansioni, finché non ha ottenuto lo scopo. Anche quando un figlio scellerato cercasse di soffocare sotto un torrente di maltrattamenti la propria madre, il cuore di lei avrebbe sempre ancora dei palpiti, e palpiti di tenerezza per il suo figlio. Tale è il cuore delle madri terrene: ebbene, molto migliore ancora è il cuore della nostra Madre celeste Maria. Ella ci ama in una maniera di cui noi, finché siamo pellegrini sulla terra, non arriveremo mai a formarcene neanche la più pallida idea. Appunto perché è nostra Madre adottiva, Ella ci ama più intensamente che qualunque altra madre naturale. Giacché quando voi dite madre adottiva, indicate una maternità che nasce dall’amore, riposa nell’amore, perdura sostenuta dall’amore. Perché madre adottiva, Maria sente di essere la Madre dell’amore, mater pulchræ dilectionis. Quando Dio la costituiva Madre universale di tutti gli uomini, le dava anche un cuore fatto apposta per amarci: metteva in quel cuore un tesoro inesauribile di bontà, di benignità, di misericordia, di compatimento a nostro riguardo. E come potrebbe Maria non amarci? Il suo amore verso di noi è una conseguenza necessaria dell’amore ch’Ella porta a Dio: « Quella medesima carità, scrive S. Francesco di Sales, che produce gli atti di amore verso Dio, produce ancora nel tempo stesso quelli dell’amore verso il prossimo. E come vide Giacobbe che una medesima scala toccava il cielo e la terra, servendo egualmente agli Angeli per discendere e per salire, così noi sappiamo, che una medesima dilezione si estende ad amar Dio ed il prossimo, sollevandoci all’unione amorosa coi prossimi » (Tratt. dell’amor di Dio, 1. X, c. XI.) – Come dunque è intensissimo l’amor divino, che arde nel cuor di Maria, così senza raffronto, dev’essere l’amore che porta a noi, che di Dio siamo stati fatti ad immagine e somiglianza. « Chi più di Maria, scrive S. Alfonso, ha già amato Dio? Ella ha amato più Dio nel primo momento del suo vivere, che non l’hanno amato tutti i Santi e tutti gli Angeli nel corso della loro vita… Pertanto, siccome non vi è tra gli spiriti beati chi più di Maria ami Dio, così noi non abbiamo, e non possiamo avere chi, dopo Dio, ci ami più di questa nostra amorosissima Madre » (Glorie, p. I, c. 1, § 3). – L’amore di Maria per noi è alimentato ancora dall’amore che Ella porta a Gesù. L’amore di Maria per Gesù! Chi mai oserebbe pretendere di descriverlo? Gesù per Lei era tutto. Ogni pensiero della sua mente, ogni parola della sua lingua, ogni palpito del suo cuore era per Gesù! Tutte le sue azioni erano dirette a compiacere Gesù. Ora, è suprema legge psicologica per ogni madre, di amare tutto ciò che è amato dal figlio, tutto ciò che anche lontanamente lo ricorda. E quindi, in forza dell’amore che Maria sente per il suo Gesù, deve amare ancor noi, che con Lui abbiamo rapporti tanto stretti, tanto indistruttibili. Noi formiamo con Gesù come una cosa sola; siamo ossa delle sue ossa, carne della sua carne, perchè siam con Lui un sol corpo, del quale Egli è il capo e noi siamo le membra. Maria lo sa: Ella comprende l’unione che abbiamo col Salvatore, più di quello che arriviamo a comprenderla noi. Per questo non ci può separare nel suo cuore, per questo stende fino a noi, suoi figliuoli spirituali, quell’amore che porta al suo Primogenito. Soprattutto il sangue che Gesù sparse per il nostro riscatto è ciò che costringe Maria ad amarci. Cediamo la parola a S. Alfonso, il quale scrive: « Noi siamo tanto amati da Maria, perché vede che noi siamo il prezzo della morte di Gesù Cristo. Se una madre vedesse un servo ricomprato da un suo figlio diletto coi patimenti di venti anni di carcere e di stenti, per questo solo riguardo, quanto stimerebbe ella questo servo? Ben sa Maria che il Figlio non è per altro venuto in terra, che per salvare noi miserabili, com’Egli stesso protestò: Venni a salvare quei che si erano perduti. E, per salvarci, si è accontentato di spenderci anche la vita. Se Maria dunque poco ci amasse, poco dimostrerebbe di stimare il sangue del Figlio, che è il prezzo della nostra salute) (1. c.). – La prova poi che deve toglierci ogni dubbio intorno all’immenso amore che ci porta Maria, nostra Madre, sono i dolori atroci che soffrì. Ella, a causa dei suoi dolori, è giustamente chiamata la Regina dei martiri. Il suo dolore, a detta del profeta Simeone, fu come una spada che trapassò inesorabile il suo cuore. Il racconto dei dolori di Maria, è qualche cosa che fa rabbrividire: è solo Maria che li provò, solo Dio, che sa tutto, potrebbero farcene una relazione esatta. Ebbene, per chi soffrì Maria? forse a causa dei suoi peccati, in espiazione delle proprie colpe? No davvero: perché Ella non fu mai contaminata neanche dalla più leggera ombra di qualsiasi difetto morale. Fu sempre l’amica tutta bella ed immacolata dello Sposo celeste. Maria sofferse per noi, in espiazione dei nostri peccati; e questi suoi dolori sono, lo ripetiamo, la prova sacra ed ineluttabile dell’affetto che ci porta. Chi non ama, non sa soffrire per gli altri; mentre il sacrificio per la persona amata, nella misura della sua grandezza, indica infallibilmente la generosità dei palpiti che sente per la persona in cui vantaggio si sobbarca al sacrifizio. – L’eterno Padre ci amò infinitamente, destinando per noi alla morte il suo Figlio unigenito: Gesù non ci dimostrò un amore inferiore, immolando se stesso. Maria partecipò all’amore dell’eterno Padre, consentendo alla morte di Gesù, ed all’amore di Gesù, compatendo con Lui. Ed a causa dei dolori sofferti per noi da Maria, giustamente si può affermare di Lei, quanto S. Paolo dice di Gesù. Il grande Apostolo scrive di Lui : « Dovette in tutto assomigliarsi ai suoi fratelli, per diventar misericordioso. — Debuit per omnia fratribus assimilari ut misericors fieret » (Hebr., II, 17). E così anche Maria si sentì maggiormente sollecitata dai sentimenti di misericordia in nostro favore, dopo che ebbe comuni con noi i patimenti. Anche se Maria non avesse patito, sarebbe stata la nostra Madre piena di amore. Ma dopo che fu immersa nei patimenti, dopo che trangugiò Ella pure il calice delle più ripugnanti amarezze, il suo amore acquistò come una certa tenerezza, una certa sollecitudine ed intensità, che non avrebbe avuto altrimenti; acquistò insomma quella raffinata delicatezza che può nascere solo dal ricordo di aver pure un giorno conosciuto il dolore. Già vedemmo altrove i caratteri che distinguono l’intercessione per noi di Maria da quella degli altri Santi. Ebbene, quei caratteri gloriosi sono l’indice luminoso dell’intenso affetto di cui arde il cuore di Maria per i suoi figli ancora pellegrini sulla terra. E nell’effusione del suo amore, Maria abbraccia tutti: abbraccia i giusti ed i peccatori. Ella ama i giusti, perché vede risplendere in essi, piena di sovrannaturale fulgore, l’immagine di Gesù. E poi ama immensamente anche i peccatori, non nel senso che abbia piacere di vederli imbrattati della colpa, ma nel senso che è sempre pronta a stender loro generosa la sua mano soccorritrice, affin di farli risorgere dal pantano morale, in cui miseramente si dibattono, per rivestirli un’altra volta della veste nuziale della grazia.

IL CREDO

Offertorium

Orémus.
Luc 1:46; 1:49
Exsultávit spíritus meus in Deo salutári meo; quia fecit mihi magna qui potens est, et sanctum nomen ejus.

[L’anima mia esulta perché Dio è mio Salvatore, perché il Potente ha operato per me grandi cose e il Nome di Lui è Santo.]

Secreta

Majestáti tuæ, Dómine, Agnum immaculátum offeréntes, quǽsumus: ut corda nostra ignis ille divínus accéndat, cui Cor beátæ Maríæ Vírginis ineffabíliter inflammávit.

[Offrendo alla tua maestà l’Agnello immacolato, noi ti preghiamo, o Signore: accenda i nostri cuori quel fuoco divino che ha infiammato misteriosamente il cuore della beata Vergine Maria.]

Præfatio

V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
V. Sursum corda.
R. Habémus ad Dóminum.
V. Grátias agámus Dómino, Deo nostro.
R. Dignum et justum est.

de Beata Maria Virgine
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Et te in Festivitate beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:

[È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nella Festività della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesù Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtúù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo:]

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt cæli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

Preparatio Communionis

Orémus: Præcéptis salutáribus móniti, et divína institutióne formáti audémus dícere:

Pater noster, qui es in cælis. Sanctificétur nomen tuum. Advéniat regnum tuum. Fiat volúntas tua, sicut in cælo et in terra. Panem nostrum quotidiánum da nobis hódie. Et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris. Et ne nos indúcas in tentatiónem:
R. Sed líbera nos a malo.
S. Amen.

Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: dona nobis pacem.

Panem cæléstem accípiam, et nomen Dómini invocábo.

V. Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.
V. Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.
V. Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.

COMUNIONE SPIRITUALE

Communio

Joann 19:27
Dixit Jesus matri suæ: Múlier, ecce fílius tuus: deinde dixit discípulo: Ecce mater tua. Et ex illa hora accépit eam discípulus in sua.

[Gesù disse a sua Madre: «Donna, ecco il Figlio tuo». Poi al discepolo disse: «Ecco la Madre tua». E da quell’ora il discepolo la prese con sé.]

Postcommunio

Orémus
Divínis refécti munéribus te, Dómine, supplíciter exorámus: ut beátæ Maríæ Vírginis intercessióne, cujus immaculáti Cordis solémnia venerándo égimus, a præséntibus perículis liberáti, ætérnæ vitæ gáudia consequámur.

[Nutriti dai doni divini, ti supplichiamo, o Signore, a noi che abbiamo celebrato devotamente la festa del suo Cuore immacolato, concedi, per l’intercessione della beata vergine Maria: di essere liberati dai pericoli di questa vita e di ottenere la gioia della vita eterna.]

PREGHIERE LEONINE (dopo la Messa)

RINGRAZIAMENTO DOPO LA COMUNIONE (2)

ORDINARIO DELLA MESSA