UN’ENCICLICA AL GIORNO TOGLIE GLI USURPANTI APOSTATI DI TORNO: S.S. BENEDETTO XV – “PATERNO JAM DIU”

Il Santo Padre, nel tempo immediatamente seguente al primo conflitto mondiale, mosso dalla carità verso i fratelli più bisognosi dell’Europa centrale, in particolare i bambini, commosso dagli infiniti drammi umani, smuove i fedeli Cattolici ad aprirsi alla carità per alleviare le condizioni economiche di quei popoli travagliati dalle brutture di una guerra orribile. Ecco l’amore di un padre spirituale che al bisogno diviene anche benefattore materiale. Questo è un vero Pontefice, Vicario in terra del Dio uomo che si commuoveva fino al pianto nel vedere i bisogni temporali degli uomini che era venuto a redimere dalla schiavitù spirituale del demonio. Oggi più che mai abbiamo bisogno dell’intervento divino per evitare il baratro in cui stanno precipitando interi popoli e nazioni e le società un tempo cristiane oggi apostate dalla fede nel nostro Salvatore e Redentore.

PATERNO IAM DIU

ENCICLICA DI PAPA BENEDETTO XV

SUI BAMBINI DELL’EUROPA CENTRALE

AI PATRIARCHI, PRIMATI, ARCIVESCOVI, VESCOVI

E ALTRI ORDINARI IN PACE E COMUNIONE CON LA SANTA SEDE

Venerabili Fratelli,

Salute e Benedizione Apostolica.

Era attesa e speranza del Nostro cuore paterno che, una volta terminato il terribile conflitto e ripristinato lo spirito di carità cristiana, le regioni desolate dalla carestia e dalla miseria, soprattutto nell’Europa centrale, potessero a poco a poco migliorare la loro condizione, grazie agli sforzi congiunti di tutti gli uomini buoni. Ma questa Nostra speranza non è stata realizzata dagli eventi. Infatti, da ogni parte ci giunge notizia che quelle popolose regioni sono prive di cibo e di vestiario in una misura che va al di là di ogni immaginazione, cosicché un deplorevole decadimento della salute è il risultato tra i meno resistenti, e specialmente tra i bambini. Questa loro disgrazia affligge il Nostro cuore tanto più che essi sono del tutto innocenti e persino ignari del sanguinoso conflitto che ha desolato quasi tutto il mondo; inoltre, essi rappresentano i germi delle generazioni future, che non possono non risentire della loro debilitazione.

2. Tuttavia, la nostra angoscia è stata in qualche modo alleviata dall’apprendere che uomini di buona volontà si sono riuniti in società per “salvare i bambini”. Non abbiamo esitato ad approvare e confermare con la nostra autorità, come era giusto, questo nobile piano. Infatti, esso corrisponde al grave dovere di affetto che sentiamo nei confronti di quella tenera età che è più cara al nostro Divino Redentore e che ha meno forza per sopportare e soffrire i mali. In effetti, l’avevamo già fatto in passato. Ricorderete che in tempi non lontani ci siamo adoperati con i nostri mezzi per soccorrere i bambini del Belgio che si trovavano in condizioni estreme di fame e di miseria, raccomandandoli alla pubblica carità dei Cattolici. La generosità di quest’ultima fu tale che in gran parte fu possibile provvedere alle necessità di tanti bambini innocenti e preservarne la vita e la salute. Infatti, non appena abbiamo rivolto la nostra esortazione per questo nobile scopo all’Episcopato degli Stati Uniti d’America, i nostri desideri sono stati generosamente soddisfatti dalla più ampia corrispondenza. Registriamo oggi questo felice risultato, non solo per rendere il tributo del Nostro elogio a uomini degni di essere ricordati negli annali della carità cristiana, ma anche per invitare con la Nostra voce e la Nostra autorità i Vescovi di tutto il mondo a prendere provvedimenti per attuare la Nostra proposta, e a impiegare a tal fine tutto il loro prestigio presso i loro greggi. Con l’approssimarsi del periodo natalizio, che commemora la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, il nostro pensiero vola spontaneamente ai poveri bambini, specialmente nell’Europa centrale, che sentono più crudelmente la mancanza delle necessità della vita; e abbracciamo questa tenera età con tanta più sollecitudine in quanto richiama più esattamente l’immagine del Divino Bambino che sostiene per amore degli uomini nella grotta di Betlemme il rigore dell’inverno e la mancanza di ogni cosa. Nessuna circostanza potrebbe essere più opportuna di questa per indurci a sollecitare per i bambini innocenti la carità e la pietà dei cristiani e di tutti coloro che non disperano della salvezza del genere umano.

3. Perciò, Venerabili Fratelli, allo scopo di raggiungere nelle vostre rispettive diocesi l’obiettivo di cui abbiamo parlato, ordiniamo che il prossimo 28 dicembre, festa dei Santi Innocenti, si facciano preghiere pubbliche e si raccolgano le elemosine dei fedeli. Per aiutare su scala più ampia tanti bambini poveri in questa nobilissima gara di carità, oltre al denaro sarà necessario raccogliere cibo, medicine e vestiti, tutti elementi che mancano in queste regioni. Non è il caso di dilungarsi a spiegare come queste offerte possano essere convenientemente suddivise e inviate a destinazione. Questo compito può essere affidato ai comitati che sono stati costituiti per questo scopo e che possono provvedere in qualsiasi modo.

4. Infine, confidiamo che l’esortazione che, mossi dal dovere di quella paternità universale che Dio ci ha affidato, abbiamo fatto, sebbene rivolta principalmente ai cattolici, possa essere benevolmente ascoltata da tutti coloro che hanno sentimenti di umanità. Inoltre, per dare esempio agli altri, nonostante le continue richieste di aiuto che ci giungono da ogni parte, abbiamo deciso, nella misura delle nostre possibilità, di contribuire al soccorso di questi poveri bambini con la somma di 100.000 lire.

5. Nel frattempo, come auspicio dei felici risultati che ci aspettiamo dalla vostra benevolenza, impartiamo con tutto l’affetto a voi, Venerabili Fratelli, e al vostro clero e popolo, la Benedizione Apostolica.

Dato a San Pietro, Roma, il 24 novembre dell’anno 1919, nel sesto del Nostro Pontificato.

BENEDETTO XV