LO SCUDO DELLA FEDE (261)
P. Secondo FRANCO, D.C.D.G.,
Risposte popolari alle OBIEZIONI PIU’ COMUNI contro la RELIGIONE (4)
4° Ediz., ROMA coi tipi della CIVILTA’ CATTOLICA, 1864
CAPO IV.
I. Ogni religione è buona. II. Io rispetto ogni religione. III. Volete voi che vadano all’Inferno tutti quelli che non pensano come noi?
Che ci voglia una religione qualunque, sono pochi al mondo che osino negarlo: poiché solo che si riconosca un Dio, ognun vede che non può rifiutarglisi un qualche culto; ma pur troppo non songo pochi quelli che gli ricusano il culto, che Egli avrebbe diritto di riportare. E per potere disobbedire a Dio a man salva hanno dato credito a certi assiomi, i quali, ammessi per veri una volta, mettono in piedi mille disordini. Cominciamo dal principale. Ogni religione è buona, dicono, a che dunque affannarsi in tante ricerche ed in tante dispute di religione? Solo gl’intolleranti disconoscono questa gran verità, e pretendono che tutti pensino secondo il loro modo di vedere. – Questi bei principii li sentirete ripetere così spesso in mezzo al mondo, e talvolta perfino da persone di tal reputazione, che sarà un miracolo se li apprenderete per quelle gravissime iniquità che pare sono. Esaminiamoli un poco.
I. Ogni religione è buona. Questa proposizione racchiude la licenza di commettere il maggior delitto che si possa effettuare sulla terra. Perocché, che cosa vuol essa significare? Che qualunque atto d’idolatria, qualunque errore, in cui possa cadere un uomo rispetto alla divinità, è tanto buono quanto il possa essere l’atto più puro d’ossequio che si faccia alla medesima. Sono religioni quelle dei Giudei, dei Musulmani, dei Bramani, degl’irochesi, dei popoli di Sandwich, i quali rinnegano Gesù Cristo e si prostrano davanti a Maometto, a Buda, a Sciacca o ad un altro idolo qualunque. Se è buono ogni culto, bisogna dire che l’errore è la verità, l’onore di Dio ed il suo biasimo, il conoscerlo o l’ignorarlo, l’adorare Lui o l’onorare il demonio negl’idoli, è la stessa cosa. Quale mostruosità più portentosa di questa? Perché adunque nell’antica legge Iddio vietò con tanti comandi l’idolatria? Perché minacciò tante pene a chi v’incorresse? Perché punì con tanti castighi gl’idolatri, perché sterminò tante nazioni che la praticavano? Perché munì con tante cautele il suo popolo, acciocché non cadesse in quell’eccesso? Si è scoperto ora che è buona ogni religione, e che tutto è istessa cosa! Il popolo giudaico aveva pure una religione, prima che Gesù Cristo venisse sopra la terra; e religione vera, poiché riconosceva l’unico vero Iddio; e religione buona, perché l’onorava con pratiche sante e manifestate e volute dallo stesso Dio. Se ogni religione è buona, perché è venuto Egli a cambiarla e ad abrogarla? Se a Dio fa lo stesso qualunque culto, non vi era ragione di questo cambiamento. – Ma forse vorranno dire che ogni religione, almeno di quelle che in qualche modo riconoscono Gesù Cristo, è buona: se anche limitassero così la loro proposizione, non sarebbe essa meno empia, meno assurda. Contiossiaché chi non sa che le sètte protestanti sono divise in mille differenti partiti? Quelle dottrine, che hanno difeso con tanto ardore da principio, quasi universalmente le rigettano al presente. Quello che tengono i luterani, lo negano i calvinisti: quello che ammettono i calvinisti, lo ricusano gli scozzesi: quello che ammettono gli scozzesi, lo impugnano gli anglicani: quello che difendono gli anglicani, lo rigettano i dissidenti, e così via via. Ogni setta ha quest’oggi il suo simbolo, che invecchiando domani, domani sarà cambiato. Di che avviene, che mentre gli uni stimano rivelata una verità, gli altri non la credono rivelata né punto né poco. Tutto ciò è indubitato. Ora che cosa è il dire che tutte queste religioni sono buone ugualmente? È lo stesso che dire che è buono e vero ugualmente il sì ed il no: che è buono, a cagion d’esempio, adorare il SS. Sacramento nell’altare coi Cattolici, ed è buono, adorandolo, commettere un atto d’idolatria, come pensano i calvinisti: che è buono ricevere l’assoluzione dei peccati nel Sacramento di Penitenza, come vogliono i Cattolici ed è buono il farsene beffe, come usano gli anglicani: che è buono adorare Gesù qual vivo e vero Figliuolo di Dio, come colla Chiesa Cattolica fanno molte sètte, ed è buono lo stimarlo una semplice creatura, come fanno i sociniani e gli unitari. Ma che cosa è mai tutto ciò? È un chiaro beffarsi di Gesù Cristo, perché si viene a dire col fatto o che Gesù Cristo non ha manifestato colla sua rivelazione quello che voleva che si credesse e si praticasse, o che manifestandolo non ha saputo farsi intendere dagli uomini, o che finalmente non gl’importa punto né poco di quel che facciano o credano i suoi seguaci. Il che quanto sia ingiurioso a Gesù Cristo, quanto in sé stesso empio, si può intendere dall’importanza estrema che Gesù Cristo pose nell’istruirci della verità. – L’unigenito Figliuolo di Dio, travalicando una distanza infinita che da noi lo separava, si fa uomo: nella nostra umanità fattosi visibile, predica, insegna, inculca la verità, stabilisce una Chiesa, la fa depositaria della sua dottrina, le dona il suo Spirito, le promette la sua assistenza fino alla consumazione dei secoli, perché mai non cada in errore. Il Figliuolo di Dio manda a tutta la terra i suoi Apostoli, perché annunzino le verità che Egli ha predicate, le stabilisce con ogni maniera di prodigi, miracoli, grazie e virtù: le conferma col sangue più puro dei suoi fedeli: e dopo tanto aver fatto perché tutti gli uomini arrivino al possesso della sua dottrina, traggono avanti questi nuovi maestri e ci fanno sapere, come ci svelassero un gran segreto di perfezione, che a Gesù Cristo non importa nulla quello che altri creda o pratichi di religione: ma se questo non è un farsi gabbo degli insegnamenti divini, che sarà mai? E dopo di essersi beffati di Gesù Cristo, passano a beffarsi eziandio di tutta la Chiesa. Imperocché ergono cattedra contro la Cattedra che Egli ha eretto, insegnano direttamente il contrario di quello che essa insegna. E come no? se è buona ogni religione, non vi ha più eresia di alcuna sorta: eppure l’Apostolo colloca l’eresia insieme all’omicidio ed all’adulterio, vuole ehe l’eretico sia rigettato dai fedeli, afferma che gli eretici non saranno eredi del regno di Dio. Se è buona ogni religione, ebbe torto l’Apostolo san Giovanni, sia nell’ aver prescritto che non si ricevesse in casa l’eretico, sia nel non aver voluto porre il piede in un pubblico bagno, dove trovavasi l’eresiarca Cerinto, come testifica S. Ireneo. – Se è buona ogni religione, son ridicole tutte le raccomandazioni dell’Apostolo di conservare intatto il deposito della fede, e l’esattezza nel modo di favellarne, e son vane tutte le sollecitudini della Chiesa nel premunire i fedeli contro ogni novità nelle credenze. Se è buona ogni religione, furono inutili tanti Concilii e tante lotte sostenute contro gli eretici dai primi secoli della Chiesa infino a noi. Se è buona ogni religione, furono stolidi tanti Vescovi, tanti Sacerdoti e tanti fedeli, i quali sopportarono carceri e spietatissime morti per sostenere o contro gli ariani, o contro i nestoriani, o contro gli scismatici, o contro altri eretici la cattolica verità. Credereste? Se è buona ogni religione, non solo è inutile la vigilanza dei Sacerdoti nell’ammaestrare, nell’istruire; ma è inutile la fondazione della Chiesa, l’assistenza dello Spirito Santo e tutta l’opera di Gesù; poiché, anche prima della sua venuta in terra, vi erano delle religioni. Finalmente se è buona ogni religione, è inutile la predicazione dei ministri protestanti; sono inutili le declamazioni degl’increduli. Imperocché che accade che essi tanto brighino o per far diventar protestanti i Cattolici, o per farli deisti, atei, naturalisti e che so io? Se ogni religione è buona, essi nulla guadagnano ad averli dalla loro, e questi nulla perdono ad essere Cattolici; poiché anche il Cattolicismo è una religione, ed ogni religione è buona. – Di che vede ognuno come quella massima sì assurda è poi finalmente un insulto gravissimo anche alla ragione ed al buon senso degli uomini; poiché è cosa da frenetico e da dissennato l’immaginare che siansi ingannate tutte quante le generazioni degli uomini, perché tutte col loro zelo, col loro operare e perfino colle guerre di religione, mostrarono la persuasione in che erano, del non poter esser buona ogni religione. E per fermo, se altro che una non può essere in sè stessa la verità, se Gesù Cristo non ha fatto altro che una rivelazione, se solo quello, che Egli ha rivelato è vero, bisognerà pur dire che una sola sia la verità, una sola la Religione buona.
II. Che cosa vorrà dire adunque quella parola: io rispetto ogni religione? Vuol dire praticamente io non ne credo nessuna vera, o le stimo tutte dubbiose, o penso che sia questione cui non importi gran fatto il risolvere. Il primo è la negazione di tutta la rivelazione, è un dichiarare sofismi tutte quelle prove che hanno mosse sin qui i popoli ed i principi, i semplici ed i sapienti ad abbracciare il Cristianesimo; il secondo è un atto formale di apostasia, poiché chi dubita della sua fede è già infedele, siccome è noto; il terzo finalmente equivale a dire che è di poco rilievo che l’uomo colga la verità rispetto a Dio, che non importa quello che un Dio ha creduto importante a segno di venire dal cielo per insegnarlo, e finalmente che non monta nulla che l’uomo raggiunga il suo ultimo fine, al quale è rivolta tutta la religione.. Quello che a taluni fa gabbo in quel modo di dire, è una certa apparenza di filosofica sublimità e di tolleranza umanitaria, che i libertini amano grandemente sfoggiare: ma gli è appunto un’apparenza e nulla più, poiché non v’ha cosa più contraria ad ogni buona filosofia e ad ogni vera umanità, che un rispetto sì sciocco a qualunque culto. La filosofia è la prima che se ne risente, poiché chi ha mai udito un vero filosofo insegnare che egli rispetta ugualmente le sentenze contraddittorie? Se la filosofia è l’indagine della verità, l’acquetarsi nell’errore, e peggio giungere sino a rispettarlo, è l’atto meno filosofico che si possa concepire. Ma molto più è contrario ad ogni umanità vera. lmperocché, se l’umanità vera insegna a non disprezzare gli erranti, a compatirli, ad amarli, mai non ha insegnato a sopportare tranquillamente l’errore. Eppure, questo è che importa quel famoso detto. Io rispetto ogni religione: vuol dire io rispetto anche quello che so certamente non poter esser vero, poiché la verità non può trovarsi nelle proposizioni contraddittorie. Se voi diceste: invece io compatisco tutti gli erranti, io li amo, nè, perché sono nelle tenebre, voglio lor male, voi parlereste non solo da uomo ma ancor da Cattolico, di cui è proprietà, come dice S. Agostino, detestare i traviarnenti e compatire i traviati; ma il dire io riguardo i loro errori, le loro follie, le toro aberrazionine le rispetto, è tutt’insieme una balordaggine ed un’empietà. Una balordaggine, perchè è un dire che voi rispettate quello che al mondo merita meno rispetto, cioè la falsità: è un’empietà, perché venite a dichiarare di portare rispetto a quello cui Dio odia infinitamente, e che vorrebbe vedere sterminato dal mondo. Laonde quando d’ora innanzi vi si presenti il caso di udire alcuno di quelli, che affermano con gran presunzione che è buona ogni religione, che egli rispetta ogni religione, e voi osservatelo da capo a piè. Se vi avvedete che sia uno di quei fanciulloni, che, per darsi aria d’uomo spregiudicato, si lascia uscir dalla chiostra dei denti quella sentenza che neppure comprende, e voi, dopo d’averlo compatito sino nel fondo del cuore, se potete, fategli un poco di correzione; se vi avvedete invece che sia uno di quelli più profondamente iniqui, che mettono in campo quella proposizione conoscendone tutto il veleno, allora voltatevegli contro come una vipera, e smascheratelo e svergognatelo per guisa, che non osi più alla vostra presenza fare il filosofo, con disonore di Gesù Cristo ed a spese delle anime da Lui redente.
III. Volete voi che vadano all’inferno, soggiungono poi, tutti quelli che non pensano come noi? Lettore mio, io ho già risposto sopra a questa difficoltà, facendo vedere che non va all’inferno se non chi il vuole, poiché Iddio non manca di provvidenza né coi gentili né cogli eretici. Qui mi contenterò di opporre alla vostra interrogazione un’altra interrogazione. Voi mi domandate, volete voi che vadano all’inferno tutti quelli che non pensano come noi; ed io vi domando a rincontro, volete voi che entrino in paradiso gli uomini qualunque sia il modo in cui pensano? Ma allora perché il Figliuolo di Dio è venuto sulla terra a stabilite una Religione, perché ha abrogate le altre, perché ha dichiarato con solennità che chi non avesse creduto a Lui sarebbe stato condannato? Oh, che? Avrebbe mai Egli fatto tante leggi, minacciate tante pene, e, che più è, incontrate e sopportate tante umiliazioni nel farsi nosiro maestro, per lasciare poi ad ognuno il diritto di fare quel che gli piace? Che cosa ne dite? La fede cattolica insegna ad ognuno che Dio vuole la salute di tutti sinceramente, ma vuole che l’acquistino per quella via che Egli ha tracciata, e dove noi facciano quando il possono, infallibilmente li condannerà. Il solo caso, che, può sottrarli ai fulmini della divina giustizia, è quell’ignoranza che non si può vincere perché non sospettata; ma in questo caso (secondoché abbiamo detto) essi saranno aiutati da Dio, prima perché comincino a fare quello che possono nello stato in cui sono, e poi perché abbiano il potere di fare quello che non possono ora: ma Iddio non salverà il Turco lasciandolo Turco, né l’idolatra lasciandolo idolatra; sebbene colla sua grazia il trarrà fino alla verità che è necessaria alla salute, e chi si arrenderà alla grazia divina, giungerà a salvamento, chi resisterà e si rimarrà infedele, perirà miseramente. – Quindi è che quei che si perdono, non vanno all’inferno perché non pensano come noi, ma perché sono infedeli alle grazie che ricevono, perché per loro colpa non pervengono a pensare rettamente siccome debbono. Né si vuole recare in dubbio questa dottrina per una compassione sciocca, né per un sentimentalismo romantico, né per un umor fantastico di filantropia. Il Signore che ha creato gli uomini e che li ha redenti li ama alcun poco più di noi; e se Egli ha così determinato, non tocca a noi a rifargli i disegni, ed a sostituire le nostre corte vedute alla sua provvidenza. Del resto volete voi vedere dove andrebbe a parare in ultimo questa teoria sentimentale? A distruggere tutta l’opera di Gesù Cristo sopra la terra, ed a fare il passaporto a tutti gli errori. Infatti voi affermate che Dio non può condannare quelli che non pensano come noi, ed applicate questo detto ai protestanti, agli eretici, a quelli che hanno almeno qualche conoscenza di Gesù Cristo: ma chi impedisce ad un altro più compassionevole di applicare quel detto medesimo ai musulmani, agli idolatri? Oh perché non dovranno andar salvi anche loro? Ma stabilito questo principio ed allargato il cuore alla compassione, non si vede perché non si debba stendere la salute anche al razionalista, al panteista, al deista, i quali finalmente non hanno altro torto che di onorare Dio a loro modo. I libertini certo non dovrebbero essere condannati, poiché ancor essi non sono rei di altro che di non pensar come noi. Dirò di più. Nerone, Giuda, gli stessi demonii dell’inferno che cosa hanno fatto? Hanno pensato a loro modo e nulla più. Se la compassione ha da far la legge, è evidente che il Cristianesimo si rende inutile, poiché ognuno che pensi a suo modo ha ugual salute. Lettor mio caro, questo è il colmo dell’assurdità. Iddio è verità, è giustizia, è santità, non è solo misericordia. Gesù Cristo ha pronunziato che chi crederà in lui e sarà battezzalo sarà salvo, e che chi non crederà, sarà condannato, e bisogna che sia così. L’Apostolo ha detto che senza fede è impossibile piacere a Dio: dunque ci vuole la fede. Conformemente a questa dottrina, lo stesso Apostolo collocò l’eresia tra gli omicidii e gli adulterii, ed affermò che chi si nude colpevole di essa non erediterà il regno dei cieli; dunque è chiaro che ne rimarrà escluso. Queste ed altre infinite sentenze delle Scritture, l’autorità della santa Chiesa, la tradizione di tutti i Padri ci assicurano che non vi è salvezza fuori della vera fede di Gesù Cristo: non basta adunque pensare di essere nel vero, quando vi è obbligo e mezzo di non pensare in tal guisa. Che se questo ha luogo per tutti gli uomini, e se anche gl’infedeli, anche gli eretici hanno d’uopo di fare quello che possono per giungere a mano a mano fino alla verità, come saranno scusabili i volteriani, i libertini, i quali vivono in mezzo a noi? Questi rigettano il Cristianesimo dopo d’averlo conosciuto; il rigettano per seguire la corruzione del loro cuore, il rigettano malgrado i rimorsi che provano nella coscienza, e con un affronto indicibile a quel Signore che, per sua pura misericordia, avevali illuminati, e poi pretendono che ad ogni modo li abbia a salvare la divina bontà. – Affè sì che Dio muterà i suoi disegni, renderà fallaci le sue parole, ritirerà le sue minacce, e spalancherà loro le porte del cielo per non privarsi della loro compagnia! Ah presunzione impudentissima di vermi schifosi, i quali poco meno che non credono di essere necessarii alla divinità! Ah si persuada bene ognuno, che non gioverà ad un reo la compassione di un altro reo, dove il giudice protesti di non usar compassione.