IL CATECHISMO DI F. SPIRAGO (I)

IL CATECHISMO DI F. SPIRAGO (1)

CATECHISMO POPOLARE O CATTOLICO SCRITTO SECONDO LE REGOLE DELLA PEDAGOGIA PER LE ESIGENZE DELL’ETÀ MODERNA

DI FRANCESCO SPIRAGO

Professore presso il Seminario Imperiale e Reale di Praga.

Trad. fatta sulla quinta edizione tedesca da Don. Pio FRANCH Sacerdote trentino.

Trento, Tip. Del Comitato diocesano. 1909.

N. H. Trento, 24 ott. 1909, B. Bazzoli, cens. Eccl.

Imprimatur Trento 22 ott. 1909, Fr. Oberauzer Vic. G.le.

ALLA GLORIOSA REGINA DEL CIELO.

L’autore ha ricevuto la seguente lettera dal Cardinale Rampolla:

N° 63522

Onoratissimo Signore,

le sono molto grato per avermi gentilmente inviato una copia del suo Catechismo cattolico per i giovani. La velocità con cui sono apparse le nuove edizioni, gli elogi ricevuti dai Vescovi, l’introduzione del suo libro in un grande numero di scuole mi fanno riconoscere il suo merito. Desidero congratularmi cordialmente con lei. Posso assicurarle che Dio benedirà grandemente il suo lavoro, e sono lieto di esprimerle i miei sinceri sentimenti di alta stima.

Roma, 29 maggio 1901.

M. Card. Rampolla.

Al signor François Spirago, Trautenau.

PREFAZIONE.

Questo catechismo, nella sua forma attuale, è un libro di istruzioni popolari, adattato alle esigenze del nostro tempo ed un manuale per catechisti e predicatori.

Sono soprattutto le parti stampate in piccolo a dargli questo carattere. L’autore ritiene utile fornire le seguenti spiegazioni:

1. Questo catechismo è composto da tre parti: la prima tratta dei dogmi, la seconda della morale e la terza della grazia. Nella prima parte, Cristo appare come maestro; nella seconda, come re; nella terza, come pontefice. – Poiché questo catechismo risponde soprattutto alla domanda: “perché siamo su questa terra?” e che mette in particolare evidenza il sublime destino dell’uomo, è particolarmente adatto alla nostra epoca materialista, sensuale ed alla ricerca del piacere. Quasi tutti i discorsi del Salvatore riguardano anche il necessario. Il catechismo non è altro che un breve riassunto della dottrina di Cristo. Per questo il catechismo è come una guida, come una tabella di marcia del Cristiano verso il cielo. Prima tratta la meta del viaggio e poi del viaggio e poi i sentieri che portano ad essa. La prima parte comprende gli atti richiesti alla nostra intelligenza (dobbiamo cercare di conoscere Dio per fede nelle verità da Lui rivelate); la seconda, ciò che la nostra volontà debba fare (dobbiamo sottomettere la nostra volontà alla volontà di Dio, cioè osservare i suoi comandamenti); la terza parte si occuperà di ciò che dobbiamo fare per ottenere l’illuminazione della nostra intelligenza oscurata dal peccato originale e la forza della volontà indebolita da questo stesso peccato (dobbiamo acquisire la grazia dello Spirito Santo attraverso l’uso dei mezzi di santificazione; è infatti con la grazia  dello Spirito Santo che la mente viene illuminata e la volontà rafforzata). – Le parti principali di questo catechismo sono quindi ben coordinate, e le loro suddivisioni sono a loro volta così ben concepite e sistemate tra loro, che il collegamento logico delle verità della Eeligione è chiaramente evidente al lettore. Questo è molto importante, perché quanto più conosciamo l’intima connessione di tutte le verità religiose nel loro insieme, più saremo in grado di penetrare ciascuna di esse isolatamente. Infatti Ketteler dice giustamente: “L’intero catechismo è un sistema di verità fondamentali della Religione.. Se i bambini sono in grado di riconoscere questa grande, mirabile e celestiale struttura di insegnamenti divini in tutta la sua armonia, i colpi dell’inferno cadranno impotenti ai loro piedi.

2. Questo catechismo è stampato in caratteri di tre dimensioni. I caratteri GRANDI, formano come l’ossatura, quelli medi, come la muscolatura, quelli piccoli, come il sangue del catechismo. Quest’ultima parte avrebbe potuto essere omessa, senza che il catechismo cessasse di contenere le verità della Religione Cattolica; ma somiglierebbe come ad un uomo completamente anemico. Ora, di questi catechismi e manuali di istruzione religiosa, ce ne sono fin troppi, anemici e rivolti solo all’intelletto. E come un uomo privo di sangue non è in grado di lavorare, così la maggior parte di questi libri è rimasta incapace di smuovere il cuore dei Cristiani, e di accendere in loro il fuoco dell’amore per Dio e per il prossimo, un effetto che dovrebbe produrre ogni libro religioso, sermone o catechismo degno di questo nome.. Soprattutto, a questi libri mancava il calore dell’espressione che convince e va al cuore, quella forza giovanile e vivificante che è propria della parola dello Spirito Santo..

3. Lo scopo di questo catechismo è quello di formare in modo uguale e simultaneo le tre facoltà dell’anima, l’intelligenza, il cuore e la volontà; non ruota quindi intorno a semplici definizioni. Lo scopo principale di questo libro non è quello di trasformare l’uomo in una sorta di filosofo religioso, ma di farne un buon Cristiano, che pratichi la sua Religione con gioia. Per questo motivo ho semplicemente lasciato da parte, o perlomeno non ho trattato in modo approfondito le questioni di pura speculazione, né soprattutto le questioni controverse, che non servono alla vita pratica. In generale, mi sono sforzato di togliere alle verità religiose ogni parvenza di alta scienza e di presentarle in forma popolare e facilmente comprensibile. I termini di sapienza e tecnici che sono così spesso usati nei catechismi, anche da bambini (ricordate, ad esempio, la miriade di termini di cui sono pieni i nostri manuali nel capitolo sulla grazia) si troveranno invano in questo libro. Questi termini tecnici sono adatti alle scuole di teologia o, come dice padre Cl. Fleury, ai teologi di professione, ma devono essere evitati a tutti i costi in un catechismo o in un libro per il popolo. Tutto ciò che è scritto per i bambini o per la gente comune deve essere scritto in un linguaggio semplice e senza artefatti, come quello che hanno usato il Salvatore e gli Apostoli: questi scritti sono pensati per essere compresi, per muovere i cuori e le volontà, non per formare studiosi e tanto meno per torturare la mente con termini sfuggenti e rendere noiosa la Religione – . Il presente catechismo costituirà quindi un netto contrasto con la maggior parte dei libri simili apparsi finora: non si tratta di una rielaborazione di uno o più catechismi e manuali, è un’opera originale, basata sui principi della pastorale e della pedagogia. – Allo stesso tempo, vorrei sottolineare che la dottrina della Chiesa non è presentata in maniera arida, ma è stata resa interessante – per così dire, trasformata in lezioni di cose – attraverso figure, esempi, massime, citazioni di uomini illustri, il che dà a tutti questi insegnamenti piacere e fascino. Non c’è quindi da temere che un Cristiano si stanchi rapidamente di questo libro. Tuttavia, le citazioni dei Padri e di altri autori non sono sempre letterali; spesso ho preso in prestito solo i loro pensieri. I Padri in particolare (per poter agire più efficacemente sulle volontà) hanno prestato attenzione alla bellezza dell’espressione, ai periodi simmetrici ecc. che sono più dannosi che utili per i bambini o per il popolo. Per essi bisogna avere espressioni chiare e facili da afferrare. Gli stessi Apostoli non citano sempre l’Antico Testamento alla lettera, ma quanto al senso. Non c’è alcun inconveniente a riassumere i passi di un Padre: basta rendere esattamente il suo pensiero. Del resto io cito i Padri, non per dimostrare una verità, ma per rendere l’espressione più concreta e chiara.

4. Questo catechismo popolare è stato scritto secondo i principi della pedagogia. Ho quindi cercato di suddividere gli argomenti in modo pratico e con tabelle, di ordinare i pensieri in modo logico, di scegliere espressioni semplici, di usare proposizioni brevi, ecc.; in questo ho seguito il consiglio di Hirscher e i consigli dei più illustri Vescovi e catechisti contemporanei. – Allo stesso modo ho unito in un unico sistema – senza farne parti separate – tutti i rami dell’insegnamento religioso: catechismo, storia sacra, liturgia, apologetica, storia ecclesiastica; questa disposizione evita ovviamente la noia ed interessa anche la mente., il cuore e la volontà. Se in questo catechismo ho lasciato da parte la forma interrogativa che ci è stata tramandata dal Medioevo, credo di aver avuto ragioni molto serie per farlo. In primo luogo queste continue interrogazioni non corrispondono al principio della fede cattolica, perché la fede nasce dall’affermazione e non dalla domanda. Le verità della nostra santa Religione non sono così conosciute da poterle far approfondire al pubblico, devono essere comunicate prima con il metodo esplicativo. Non dobbiamo interrogarci su ciò che sia già noto. Inoltre, il metodo interrogativo, ostacola la brevità dell’insegnamento e, in parte, la sua chiarezza; infatti queste numerose domande impediscono una visione d’insieme, così come nell’esaminare gli alberi, non è più visibile la foresta. Non è bene ridurre in farina il seme della parola di Dio, essa non crescerebbe più nel cuore degli uomini. Una proposizione diversa da quella interrogativa è intelligibile almeno quanto una domanda e una risposta. Se un libro fosse destinato principalmente a sostenere un esame, il metodo interrogativo sarebbe ammissibile, ma quando le verità devono essere comprese a fondo il metodo espositivo è più conveniente.

5. Ho tenuto conto anche delle esigenze del mondo contemporaneo. Ho cercato di combattere il più possibile il materialismo egoista e sensuale. Questo è dimostrato dall’inizio del libro e dalla cura con cui ho trattato la morale. Non mi sono accontentato di aride definizioni e nomenclature di peccati e virtù, ma ho mostrato le virtù in tutta la loro bellezza, con tutte le loro felici conseguenze, i vizi in tutta la loro bruttezza e malizia, con tutte le loro disastrose conseguenze, ed ho sempre indicato i loro rimedi. I punti che sono di particolare importanza per il nostro tempo, lungi dall’essere tralasciati, sono stati trattati in dettaglio. Troveremo quindi qui parti che spesso mancano in altri catechismi.; al 3° comandamento di Dio, in accordo con le indicazioni del Concilio di Trento, si troverà il dovere di lavorare e la nozione di “lavoro”; nel 4° comandamento, i doveri verso il Papa ed il Capo dello Stato e i doveri elettorali dei Cattolici; 5° il prezzo enorme della salute e della vita, degli avvisi circa i danni alla salute causati da mode dannose, dall’abuso di alimenti contrari alle norme igieniche (alcol, caffè), l’abuso dei piaceri, l’adulterazione degli alimenti. Nel 10°, i principi socialisti sono trattati in modo molto popolare e immediatamente dopo c’è l’impiego della fortuna, del rigoroso dovere della elemosina. (Le opere di misericordia, da cui il Salvatore fa dipendere in particolare la mostra salvezza eterna, non sono relegate a caso in un angolo, ma occupano un posto di rilievo, in quanto scaturiscono direttamente dal decalogo). Quando si parla di occasioni di peccato, io parlo della frequentazione di cabaret, del ballare, andare a teatro, e così via, all’abbonamento a giornali cattivi; quando parlo di orgoglio, metto nella sua vera luce l’abuso delle toilettes e la follia delle mode del nostro tempo. Sul tema del matrimonio si affronta la questione del matrimonio civile, e subito dopo le confraternite religiose, le associazioni cristiane (laiche). Ho trattato ampiamente l’amore per Dio e per il prossimo che manca a tanti uomini di oggi, e approfitto della dottrina della Provvidenza per mostrare come dobbiamo sopportare i mali di questo mondo. Il modo di sopportare la povertà ed il dovere della gratitudine sono spiegati con non minori dettagli. In diversi passaggi, faccio presenti le apparenze ingannevoli dei beni terreni, e raccomando la pratica della rinunzia a se stessi. Parlo anche della cremazione dei cadaveri, dei congressi cattolici, delle rappresentazioni drammatiche della Passione e di altre pratiche contemporanee. Quindi nessuno può affermare che, in termini di contenuto e forma, questo catechismo sia un ritorno al Medioevo.

6. Questo catechismo, nella sua forma attuale, è indubbiamente soprattutto un libro di volgarizzazione ed un manuale per i catechisti e per i pastori d’anime; questi ultimi risparmieranno molto tempo, perché fornisce loro una miriade di paragoni e di esempi e suggerisce molte spiegazioni. Tuttavia, è scritto in modo tale che, abbreviando le parti in caratteri piccoli e, naturalmente, cambiando il formato, potrebbe essere facilmente trasformato in un catechismo scolastico, in linea con la pedagogia, che potrebbe essere utilizzato in tutte le classi. Le parti in caratteri grandi sarebbero sufficienti per i principianti (non mi riferisco ai bambini del primo e del secondo anno che conoscono solo la Storia Sacra); basterebbero anche per bambini di livello più avanzato, ma non molto dotati. Le parti in carattere medio sono destinate ai bambini più avanzati. Come nell’istruzione religiosa cattolica, è la parola viva del catechista che rimarrà sempre l’elemento capitale, poiché la fede viene dall’ascolto e non dalla lettura o dalla recitazione, sarà certamente sufficiente anche perché gli adulti conoscano bene queste due parti. Esse sono il fondamento su cui si costruirà l’edificio dell’istruzione religiosa attraverso la parola viva del catechista. In seguito si tratterà di estendere questa conoscenza attraverso una sorta di educazione teologica, ma di spiegarle in modo più tangibile, utilizzando nuove figure e nuovi paragoni e di motivarli più profondamente, in altre parole, di radicare maggiormente la convinzione religiosa. – La sezione in caratteri piccoli dovrebbe senza dubbio essere notevolmente accorciata, se questo libro dovesse essere utilizzato nella scuola; tuttavia, non dovrebbe essere eliminata del tutto. Infatti, questa parte offre ai bambini la possibilità di rinfrescare la memoria su ciò che hanno ascoltato nel catechismo. Il catechista, inoltre, è costretto ad introdurre nel suo insegnamento cose importanti, senza contare che questa parte facilita considerevolmente la preparazione ed il lavoro a scuola. Inoltre, rende possibile mantenere il libro per le scuole secondarie e sarà utile anche ai genitori degli alunni. Infatti, i genitori che si occupano dell’educazione religiosa dei propri figli a casa, dovranno necessariamente gettare lo sguardo sui passaggi in caratteri piccoli e saranno introdotti, quasi giocando, alla comprensione della dottrina cristiana. Mediteranno sulle verità religiose, senza rendersene conto, e possiamo vedere dalle vite dei Santi e dei personaggi illustri quanto sia potente la leva di questa meditazione per perfezionare la vita e rafforzare le convinzioni cristiane. – I nostri tempi burrascosi in particolare hanno bisogno di portare lo spirito cristiano nelle famiglie attraverso la scuola. – Hirscher, quel famoso catechista, diceva: “Il catechismo non ha forse lo scopo di suggerire al catechista i punti principali mezzi di edificazione? O dovremmo lasciare a ciascuno il compito di scoprire cosa possa contribuire all’edificazione? Ed ancora, ciò che è stato detto per l’edificazione, non dovrebbe essere messo stampato nei punti essenziali davanti agli occhi dei catecumeni, affinché si ricordino delle impressioni ricevute e che la lettura rinnovi in loro i sentimenti che erano stati risvegliati in precedenza? Ahimè! tutto ciò che non viene messo davanti agli occhi dei catecumeni viene di solito dimenticato in fretta! Quindi, se vogliamo che le emozioni, i primi propositi, ecc. persistano, dobbiamo conservare l’espressione nel testo del catechismo ed i punti di dottrina. Il catechismo sarà allora un libro di istruzione, ma altrettanto essenzialmente un libro di edificazione. E se il catechismo non è attraente a causa della parte riservata all’edificazione, sarà un libro che verrà rifiutato al più presto e non sarà certo toccato in seguito. (Le mie preoccupazioni sull’utilità del nostro insegnamento religioso sono sopra esposte). – Si consideri, inoltre, il notevole sviluppo degli attuali libri scolastici. E sarebbe il libro destinato all’insegnamento più importante a ridursi ad un formato più ristretto!!? Il catechismo, al contrario, dovrebbe essere il libro di divulgazione per eccellenza, da cui il popolo attinga la propria fede! Le verità religiose non dovrebbero essere presentate sotto forma di uno scheletro con i contorni più elementari, esse non devono essere insegnate con un tono arido e uniforme. Vorrei aggiungere che ho cercato di dare al mio catechismo popolare lo sviluppo di un essere organizzato: un tale catechismo estende la conoscenza religiosa nei bambini, come per cerchi concentrici, ed è così che vedo un buon catechismo. Così come un albero nella sua crescita non cambia continuamente il suo tronco e i suoi rami, così il Cristiano, crescendo nella conoscenza della verità religiosa (II. S. Pietro III, 12) non deve modificare continuamente la base su cui poggia questa conoscenza. Un architetto non strapperà mai le fondamenta per alzare un po’ l’edificio! Ecco perché è bene utilizzare un solo manuale di istruzione religiosa. Chiunque lo abbia studiato a fondo, nella sua vita non sarà un Cristiano solo di nome; di lui si dirà: “Temo l’uomo di un solo libro”. E se sono assolutamente necessari diversi manuali, che almeno siano scritti secondo un unico e medesimo sistema. Il grande catechismo deve contenere completamente il piccolo. In altre parole, il catechismo grande deve nascere dal piccolo. Ora, se il catechismo grande si è distinto per la differenza dei caratteri, la materia per i piccoli e per i grandi, i catechismi piccolo e medio non sono più indispensabili accanto a quello grande. Se i bambini hanno sempre lo stesso libro, la memoria locale sarà molto più facile per loro. – Che questo piccolo libro cristiano inizi il suo viaggio nel mondo! Che possa contribuire molto alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime: possa soprattutto alleggerire il carico di lavoro dei catechisti! Per assicurargli la benedizione di Dio, l’ho dedicato alla Madre di Dio, all’Immacolata Concezione.

Francesco Spirago.

IL CATECHISMO DI F. SPIRAGO (II)