LA DEMOCRAZIA CRISTIANA = DEMONIOCRAZIA ANTICRISTIANA? (4)
J. DELASSUS
L’ENCICLICA PASCENDI DOMINICI GREGIS e la DEMOCRAZIA
Alla Vergine Immacolata
GAUDE, MARIA VIRGO, CUNCTAS HÆRESES SOLA INTEREMISTI IN UNIVERSO MUNDO.
NIHIL OBSTAT: Insulis, die 26 decembris 1907.
H.QUILLIET, S. Th. Dr. Librorum Censor.
IMPRIMATUR: Cameraci, die 27 decembris 1907.
t FRANCISCUS, Arch.-Coadj. Cameracen
Société St. Augustin. “Desclée, De Brouwer et Cie
LILLE, 41, rue du Metz, 41, LILLE
BOSSUET, nell’orazione funebre della regina d’Inghilterra, trovava già ai suoi tempi che qualcosa di violento si agitasse nelle profondità dei cuori: diceva che “si trattava di un disgustoso disprezzo per ogni autorità ed un prurito di innovare senza fine”. Questo disgusto per tutto ciò che ha autorità è infatti la caratteristica della democrazia; e questo prurito di innovare all’infinito, il segno distintivo del modernismo. del modernismo. Da questa affinità è nata, senza dubbio, la stretta alleanza tra democratici e modernisti. – Su tutti i punti citati da Pio X nella sua Enciclica, li vediamo reclamare le stesse riforme. Senza dubbio, le sfumature sono infinitamente variabili, da chi si accontenta di biasimare particolari devozioni, fino a colui che dice che la Religione, il Cristianesimo stesso sia un prodotto umano spontaneo scaturito dalle coscienze, per soddisfare il loro sentimento religioso. – Modificando una parola che era corrente nel 1848, possiamo dire: è vero che tutti i modernisti si siano dichiarati democratici e che quasi tutti i democratici abbiano tendenze moderniste. Doveva essere stato così, perché tutti gli errori segnalati nell’Enciclica, pur appartenendo a sfere diverse di pensiero, sono solidali l’uno con l’altro, e che chi fa suo uno di esso, è propenso a prestare le sue simpatie a tutti o quasi tutti, come abbiamo visto. Da qui l’esistenza di un blocco modernista, che va dalla democrazia cristiana a quello che, di logica, è, come ha dimostrato Pio X, l’ultima parola del modernismo, … il panteismo. Non ci si può sbagliare. – Per capire come la democrazia possa portare ed anzi conduca effettivamente a volte all’ateismo, bisogna cominciare a vedere cosa essa sia ed esaminarne la parola sganciandola dagli equivoci che l’avvolgono. Leone XII1 non ha mancato di mettere in evidenza l’ambiguità in cui essa fosse coinvolta. Questo era lo scopo primario dell’Enciclica sulla democrazia cristiana, che nasceva dall’abuso che era stato fatto della precedente Enciclica sulla condizione dei lavoratori. La parola democrazia, secondo la sua etimologia, significa sovranità del popolo. È anche il significato che le è stato attribuito da sempre. Questo è ciò che vogliono vedere nell’ordinamento politico e sociale, coloro che hanno l’ambizione di realizzare una vera democrazia. I democratici che aggiungono il titolo di cristiano a quello di democratico hanno lo stesso pensiero e perseguono lo stesso obiettivo; questo è evidente nei loro giornali, riviste, nei libri, riunioni e i congressi, così come nelle loro azioni. Ma poiché la sovranità del popolo si scontra con la sovranità di Dio, Omnis potestas a Deo, quando sono un po’ pressati, dicono: per democrazia noi non intendiamo la sovranità del popolo, ma la devozione alla causa popolare. Qui sta l’equivoco! Che cos’è la causa popolare? Che cosa richiede? Il governo del popolo da sé stesso, dicono di qua, rispondendo a queste domande; il miglioramento del benessere delle classi lavoratrici, dicono di là.
Sono un uccello, vedete le mie ali.
Sono un topo: vivano i topi!
Leone XIII ha detto loro: rinunciate alla prima definizione ed attenetevi al secondo nei vostri discorsi e nelle vostre azioni. Sappiamo cosa hanno fatto di questa raccomandazione. È dunque ai democratici cristiani e ai democratici “tout court” che ora dobbiamo mostrare come la dottrina democratica possa condurre agli ultimi estremi del modernismo, ossia al rovesciamento dell’edificio dottrinale del Cattolicesimo, ed anche all’ateismo o al panteismo. – E, prima di tutto, il rovesciamento dell’edificio dottrinale del Cristianesimo. La sovranità del popolo poggia su un dogma falso, principio generatore della Rivoluzione, che è stato predicato da Jean-Jacques Rousseau, ovvero la bontà del popolo, vale a dire la nativa bontà dell’uomo, in altre parole, la negazione del peccato originale. Ora, l’intero Cristianesimo si basa sull’esistenza del peccato originale, che ha reso necessaria la redenzione. Pio X non ha aspettato di diventare Papa per scoprire questa radice della democrazia. Nel 1896, gli fu offerta a Padova la presidenza d’onore di un congresso democratico-cristiano. Egli l’accettò per farvi intendere queste verità “Sia lodato Gesù Cristo! Questo cancella dal nostro spirito ogni paura delle nostre discussioni. Con questo fondamento, siamo sicuri delle dottrine ortodosse che verranno professate qui. Ammettere Gesù Cristo significa affermare la caduta originale. E, di fatto, Gesù Cristo è venuto in questo mondo per ripararla. Ora, donde vengono tutti gli errori socialisti, tutte le utopie dell’emancipazione della carne, della riabilitazione della natura, dell’uguaglianza delle condizioni, della condivisione dei beni, della sovranità della ragione? Tutte queste mostruosità derivano dal fatto che non si ammetta la caduta dell’uomo e la sua degradazione originaria. È da questa negazione che nascono tutte le applicazioni antisociali che si tentano di fare oggi. È vero che i democratici cristiani non negano l’esistenza del peccato originale, ma quello che dicono può essere compreso solo se non si tenga conto di esso; e quello che vogliono, libertà, uguaglianza, governo popolare, potrebbe essere realizzato solo se l’uomo non fosse decaduto. Da qui, nei loro discorsi e nelle loro azioni, un attacco indiretto ma reale al fondamento stesso del Cristianesimo. La loro dottrina va anche oltre. Il nostro Santo Padre il Papa, nella sua Enciclica, dice dei modernisti: “Essi non rovinano la Religione Cattolica, ma ogni religione”. Ed ecco come. La religione ha Dio come principio e fine. Ora, la dottrina dell’immanenza divina, nel senso modernista, conduce direttamente al panteismo. Pio X stesso ne ha fatto l’osservazione: “Essa professa che tutti i fenomeni della coscienza nascono dall’uomo, in quanto uomo. La conclusione rigorosa, ne è l’identità dell’uomo con Dio, cioè il panteismo”. I democratici non sono, in generale gli estrattori di quintessenze. Tuttavia, l’Associazione Cattolica, che non può essere accusata di alcuna ostilità alla democrazia cristiana, ha ritenuto di dover sottolineare che, anche su questo punto, c’è un’affinità fra affinità tra modernisti e democratici (Ed in effetti, abbiamo notato con difficoltà, in alcuni dei nostri amici, una fiducia illimitata in questo metodo. Spiando quelle che, come i modernisti, essi chiamano le aspirazioni dell’anima moderna, obbedendo a quelle che considerano delle necessità sociali incomprimibili e, sotto l’influenza dei sentimenti generosi sollevati nelle loro anime dalla coscienza di questi bisogni, di affrontare, con la loro sola buona volontà, un compito che si definirà da sé giorno per giorno, questo sembra essere il solido fondamento della scienza sociale. Incessantemente, è la vita che essi esaltano, una vita con una sua verità ed una sua logica, diversa dalla verità e dalla logica razionale, come dicono gli immanentisti. Come per questi la Religione si fonda sul senso del divino, l’azione sociale sarebbe così e il prodotto vitale di un sentimento d’amore, e così come nella Chiesa vediamo solo l’emanazione di una coscienza collettiva dei credenti, è da un sentimentalismo collettivo che si pensa di elevare la città del domani. “Ma l’immanenza religiosa porta inevitabilmente, ci dice l’Enciclica, ad accettare tutte le religioni come vere, così come l’individualismo ha portato il protestantesimo ad accettare tutte le variazioni. E così vediamo quella che potremmo chiamare l’immanenza sociale, porta le sue vittime ad ogni fantasia di pensiero, a tutte le forme di azione successivamente intraprese ed abbandonate, a tutte le stoltezze di un’attività sottratta alla guida della ragione. Ebbene, no. Non c’è bisogno di lasciare che la vita faccia questo. Nella scienza delle relazioni economiche e sociali esistono dei principi primi senza la cui luce erriamo fatalmente. Noi non li troviamo in noi stessi, e non più di quanto l’esperienza religiosa sia in grado di produrre una religione determinata in modo specifico escludendo le altre, l’esperienza sociale stessa e la sola osservazione dei fatti non possono condurci alla determinazione delle forme della vita sociale.”). Questa affinità brilla particolarmente nel Sillon, l’Eveil democratique ecc. Quando parlano di Religione, la rappresentano senza esitazione come una vita immanente che trae da noi stessi il suo principio ed il suo sviluppo. Quando parlano di fede ne pongono il fondamento nell’esperienza personale, dall’efficacia della sua azione. – Apriamo, ad esempio, il Sillon del 10 giugno 1899: “Bisognerebbe soprattutto presentare la Chiesa così com’è ed ancora di più, come essa è in divenire, la sua vita di oggi e la sua vita di domani, l’ora presente in confronto all’ora da venire. E questo studio andrebbe fatto per la vita sociale e per la vita individuale; e soprattutto, infine, per questa vita descritta, i credenti dovrebbero essere in grado di vederlo, di sperimentarlo nelle vite vissute in anime come le loro che si aprissero alle loro indagini benevole o addirittura curiose. Questo esempio dovrebbe incoraggiarli a sperimentare questa crescita, questa divinizzazione dell’uomo. È qui che dovrebbe tendere il “dinamismo” della teologia realista e positiva. Queste righe sono tratte da un articolo in cui Le Sillon si prende la libertà di elaborare un programma di riforma nell’insegnamento dei seminari. A queste parole vanno contrapposte quelle del Sovrano Pontefice: “Ci sia consentito di porre una domanda di sfuggita: se questi esperimenti hanno tanto valore ai loro occhi, perché non riconoscono lo stesso valore a quelle che migliaia e migliaia di Cattolici affermano di aver visto per conto proprio e che li convincono di essere sulla strada sbagliata? Non è che per caso queste ultime esperienze siano le uniche false e fuorvianti? La stragrande maggioranza degli uomini è fermamente convinta e lo sarà sempre che il solo sentimento e l’esperienza sola, senza essere illuminata e guidata dalla ragione, non conducono a Dio. Cosa resta dunque se non l’annientamento di ogni religione e dell’ateismo?” In questo stesso numero il Sillon dice ancora: “Noi parleremo per esortare ancora i nostri fratelli a tranciare queste questioni secondo la luce della propria coscienza, e della loro esperienza e non secondo la parola d’ordine dei chierici, dei Vescovi, ed anche del Santo Padre.” Non è cosa degna di nota ciò che è il cuore della tesi modernista, l’immanenza vitale, passa così dall’ordine religioso nell’ordine sociale tal quale i democratici cristiani lo comprendono e lo vogliono e che in seguito dall’ordine sociale si riporti nell’ordine religioso? Dovendo finire con il panteismo per sé stessa, se avesse perseguito fino in fondo il cammino su cui si era imbarcata, la scuola democratica, in attesa, semina nella massa del popolo idee di ateismo. – Les Etudes (n. del 5 aprile 1907) hanno annunciato la pubblicazione di un libro dal titolo: DIO, L’esperienza in metafisica. Hanno tratto da esso questo capitolo: L’esistenza di un Dio personale. In esso vediamo che alcuni atei sostengono di essere in grado di dimostrare il loro ateismo con il movimento storico, che sposta l’autorità dalle mani dei re a quelle del popolo. Ecco il loro ragionamento: Presto non sarà più il tempo per i re di governare. La Persona divina, concludono, subirà i destini delle persone reali. Dio seguirà i re in esilio. La sovranità6 sarà distribuita alle masse e la divinità tornerà nell’universo. Non ci sarà più un governo personale, né in cielo né in terra. I re perderanno gli ultimi privilegi del loro diritto divino. Dio sarà privato del suo titolo regale. Si comincia a sentire che la devozione allo Stato anonimo superi, in virile dignità, la dedizione alla persona di un capo.; e si ripone più fiducia nella saggezza delle folle che nell’autorità dei conduttori del popolo. È facile capire che l’universo obbedisce ad uno scopo immanente e alle sorde aspirazioni di tutti i suoi elementi, piuttosto che alla volontà di un padrone, e noi rivolgiamo alla divinità diffusa di tutti gli esseri il culto che si rivolgeva ad un singolo Essere. – Dopo l’avvento del suffragio popolare, l’avvento della divinità anonima. Certamente, nel rigore della logica, si ha il diritto di salutare il popolo sovrano e adorando nello stesso tempo il Re dei re. Ma non è forse imprudente da parte di un teista fare il bello e il cattivo tempo con gli avversari e dire loro: la regalità umana è un errore e un male, va bene; ma la regalità divina rimane incrollabile. Questa è imprudenza, non una imprudenza logica ma psicologica. Non si tiene conto della natura delle cose, se pensiamo che lo screditamento dei re terreni non si estenderà al Re del cielo. – Leibnitz esprimeva una legge della nostra intelligenza, forse una legge più generale ancora, quando diceva “che tutto concorre e tutto è solidale”. L’analogia allerta, stimola e dirige il nostro pensiero. Naturalmente noi cerchiamo l’armonia nelle nostre dottrine o opinioni l’armonia tra l’umano e il divino. In effetti, ascoltate il grido d’allarme lanciato oggi da parte di tutti coloro che sono stati indottrinati dalla democrazia:
Né Dio, né padrone!
Se non dobbiamo più soffrire sulla terra un padrone, perché subiremmo ancora il Padrone del Ciel0; e d’altra parte, se non c’è un Padrone in alto con quale diritto i re, i legislatori, i ministri si dichiarano padroni e vogliono agire da padroni quaggiù? La grande ragione invocata dai democratici cristiani per mettere i loro lettori e ascoltatori su un terreno così pericolosamente scivoloso, è che il movimento democratico si è imposto al mondo, che è universale, che è irrazionale. universale, che è irresistibile. Seguire le correnti, invece di sostenere principi, questo non può essere il nostro ruolo. Il ruolo dei Cattolici nel mondo, il ruolo del clero tra i fedeli è quello di creare correnti intorno a idee vere, senza chiedersi se siano seducenti per le masse. Questo è ciò che hanno fatto gli Apostoli. – Come la democrazia oggi, il paganesimo ha invaso tutto nel periodo successivo al diluvio, a tal punto che è stato necessario un intervento diretto e personale di Dio per difendere dal suo contagio il piccolo popolo ebraico. Se i figli di Abramo erano autorizzati a dire: “Andiamo anche noi ad adorare gli idoli come fa il resto del mondo”. C’è, verso il paganesimo, una corrente che sfugge al potere umano e non può essere provvidenziale; il nostro dovere è quello di abbandonarci alle sue onde con fiducia. Prima di abbandonarsi ad un impulso, per quanto universale, per quanto irresistibile possa sembrare, quello che uomo di buon senso, quello che un Cristiano deve soprattutto considerare non è la sua potenza e la sua estensione, ma il suo carattere, il suo punto di partenza e il fine a cui ci spinge. Ora, il carattere che la democrazia porta in fronte è quello di satana: l’orgoglio, l’orgoglio impaziente di qualsiasi giogo. Il suo punto di partenza è la Rivoluzione, il suo fine è la distruzione delle istituzioni più fondamentali dell’ordine sociale; e nell’ordine religioso è l’ateismo. – La democrazia è innaturale. “L’universo stesso – osserva Carlyle – stimato la più grande mente dopo Shakespeare tra gli inglesi, l’universo stesso è una monarchia ed una gerarchia. Inoltre, dal punto di vista storico, non credo che sia mai esistita una nazione che sia sopravvissuta in uno stato democratico. Abbiamo sentito parlare molto delle antiche repubbliche, del Demos e della repubbliche, il Demos e il Populus. Ma è ormai più o meno ammesso che questo non significhi nulla nella fattispecie. Mai, nell’antichità, si fondò o di tentò di fondare una repubblica a suffragio universale, o una repubblica a suffragio molto ristretto”. Quando la massa della popolazione era costituita da schiavi, e i votanti erano una sorta di re, degli uomini nati per governare sugli altri; quando gli elettori erano dei reali aristocratici, o docili clienti di questi, allora, senza dubbio, il voto, il disordine alla rinfusa degli intrighi poteva – senza la distruzione immediata o senza la necessità di un … Cavaignac che intervenisse con i cannoni per liberare le strade, fare il suo corso. “Ma questa non era la democrazia come la vogliamo oggi: il popolo sovrano nel suo insieme. Questo è l’opposto dell’ordine naturale.” Ora, nulla può prevalere contro la natura delle cose. Perciò, lungi dal dover la democrazia conquistare il mondo, è chiaro e certo che essa fallirà e scomparirà in un cataclisma, in un cataclisma che essa avrà preparato con le cupidigie che avrà scatenato, con l’empietà che essa avrà provocato. – Qual mea culpa dovranno allora fare i democratici che, rivestendo la democrazia con un falso Cristianesimo, l’hanno portata nel cuore di persone che volevano solo andare verso il vero ed il bene!
GNOSI, TEOLOGIA DI sATANA (73): DEMOCRAZIA CRISTIANA = DEMONIOCRAZIA ANTICRISTIANA ? (5)