TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S PIO XII (34): “PIO IX 1854-1864”.

TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (34)

HENRICUS DENZINGER

ET QUID FUNDITUS RETRACTAVIT AUXIT ORNAVIT

ADOLFUS SCHÖNMATZER S. J.

ENCHIRIDION SYMBOLORUM DEFINITIONUM ET DECLARATIONUM

De rebus fidei et morum

HERDER – ROMÆ – MCMLXXVI

Imprim.: Barcelona, José M. Guix, obispo auxiliar.

(PIO IX, 1854-1864)

BOLLA “Ineffabilis Deus” 8 Dic. 1854.

L’eccellenza della B. Maria Vergine in generale.

2800. Dio ineffabile, … fin da principio e prima dei secoli, scelse e preordinò al suo Figlio una madre, nella quale si sarebbe incarnato e dalla quale poi, nella felice pienezza dei tempi, sarebbe nato; e, a preferenza di ogni altra creatura, la fece segno a tanto amore da compiacersi in lei sola con una singolarissima benevolenza. Per questo mirabilmente la ricolmò, più di tutti gli Angeli e di tutti i Santi, dell’abbondanza di tutti i doni celesti, presi dal tesoro della sua divinità. Così ella, sempre assolutamente libera da ogni macchia di peccato, tutta bella e perfetta, possiede una tale pienezza di innocenza e di santità, di cui, dopo Dio, non se ne può concepire una maggiore, e di cui, all’infuori di Dio, nessuna mente può riuscire a comprendere la profondità.

2801. E certo era del tutto conveniente che una Madre così venerabile risplendesse sempre adorna dei fulgori della santità più perfetta, e, immune interamente dalla macchia del peccato originale, riportasse il più completo trionfo sull’antico serpente; poiché a essa Dio Padre aveva disposto di dare l’unigenito suo Figlio — generato dal suo seno, uguale a se stesso e amato come se stesso — in modo tale che egli fosse, per natura, Figlio unico e comune di Dio Padre e della Vergine; poiché lo stesso Figlio aveva stabilito di renderla sua madre in modo sostanziale; poiché lo Spirito Santo aveva voluto e fatto sì che da lei fosse concepito e nascesse colui, dal quale egli stesso procede.

2802. Infatti la Chiesa di Cristo, custode e vindice delle dottrine a lei affidate, non le ha mai alterate, né con aggiunte né con diminuzioni; ma tratta con tutti gli accorgimenti e la sapienza quelle che l’antichità ha delineato e i padri hanno seminato; e cerca di limare e affinare quelle antiche dottrine della divina rivelazione, in modo che ricevano chiarezza, luce e precisione. Così, mentre conservano la loro pienezza, la loro integrità e il loro carattere, si sviluppano soltanto secondo la loro propria natura, ossia nello stesso pensiero, nello stesso senso.

2803. a onore della Santa e indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, a esaltazione della fede cattolica, e a incremento della religione cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei beati apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, pronunziamo e definiamo: La dottrina, che sostiene che la Beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò si deve credere fermamente e inviolabilmente da tutti i fedeli.

2804. Quindi, se qualcuno (che Dio non voglia!) deliberatamente presumerà di pensare diversamente da quanto è stato da Noi definito, conosca e sappia di essere condannato dal suo proprio giudizio, di aver fatto naufragio nella fede, di essersi separato dall’unità della Chiesa, e di essere inoltre incorso da sé, «per il fatto stesso», nelle pene stabilite dalle leggi contro colui che osa manifestare oralmente o per iscritto, o in qualsiasi altro modo esterno, gli errori che pensa nel suo cuore.

Decr. S. Cgr. Indicis, 11 (15) iun. 1855.

Tesi contro il tradizionalismo di Bonnetty.

2811. 1 “Anche se la fede è al di sopra della ragione, non ci può mai essere un vero dissenso o discordia tra loro, poiché entrambe derivano da una stessa fonte di verità immutabile ed eterna, Dio buonissimo e grandssimo, e si aiutano a vicenda” (cf..2776; cfr. 3019).

2812. 2 Il ragionamento può dimostrare con certezza l’esistenza di Dio, la spiritualità dell’anima e la libertà umana. La fede viene dopo la Rivelazione, quindi non può essere usata per dimostrare l’esistenza di Dio ad un ateo, né per dimostrare la spiritualità dell’anima ragionevole e la sua libertà ai sostenitori del naturalismo e del fatalismo (cfr. 2751, 2754).

2813. 3 L’uso della ragione precede la fede e conduce l’uomo ad essa con l’aiuto della Rivelazione e della grazia (cf. 2755).

2814. 4 Il metodo usato da San Tommaso, da San Bonaventura e da altri scolastici dopo di loro, non porta al razionalismo, né è stato la causa dell’inclinazione della filosofia nelle scuole di oggi verso il naturalismo ed il panteismo. Per questo motivo non si può rimproverare a questi Dottori e maestri di utilizzare questo metodo, soprattutto con l’approvazione, almeno, dei loro maestri della Chiesa.

Istruzione del Sant’Uffizio al Vicario Apostolico del Siam, 4 luglio 1855.

Privilegio paolino.

2817. È assolutamente proibito che una donna cristiana sposi un pagano; ma se, dopo che la dispensa dalla disparità di culto sia stata ottenuta dalla Santa Sede, dovesse accadere che tale matrimonio abbia luogo, si sa che sarà indissolubile per quanto riguarda il vincolo, e che solo talvolta potrà essere sciolto per quanto riguarda il letto… Per questo motivo una donna cristiana non potrà mai contrarre un secondo matrimonio durante la vita di quest’uomo non credente, anche se è concubino.

2818. Ma se è la moglie pagana di un concubino pagano, e si converte, in questo caso, una volta fatta l’interpellanza (come sopra), se lui rifiuta di convertirsi o di convivere senza insultare il Creatore, e quindi di rinunciare al concubinato (nel quale non è certo possibile vivere senza insultare il Creatore), potrà avvalersi del privilegio concesso a favore della fede.

2819. In generale, se la conversione del coniuge ha preceduto il matrimonio con un infedele, contratto dopo la dispensa apostolica, non è assolutamente possibile usufruire del privilegio concesso a favore della fede; ma se il matrimonio ha preceduto la conversione, allora la parte che si sia convertita può usufruire di questo privilegio, a scanso di equivoci, come si è detto.

2820. Per quanto riguarda gli impedimenti dirimenti, bisogna anche considerare che l’ignoranza invincibile o la buona fede non sono sufficienti per contrarre validamente il matrimonio. Anche se a volte (ma questo deve essere considerato raramente nella pratica) questa ignoranza e questa buona fede possano scusare il peccato, mai però possono rendere valido un matrimonio che sia stato concluso nonostante un impedimento dirimente.

Enciclica del Sant’Uffizio ai Vescovi, 4 agosto 1856.

Abuso del magnetismo.

2823. Su questo tema la Santa Sede ha già dato alcune risposte in relazione a casi particolari, in cui sono stati condannati come illeciti gli esperimenti finalizzati ad uno scopo che non è quello del magnetismo. Per questo motivo è stato decretato in casi simili mercoledì 21 aprile 1841: “L’uso del magnetismo, così come viene presentato, non è lecito”. Allo stesso modo la Sacra Congregazione ha deciso di proibire alcuni libri che si ostinano a diffondere errori di questo tipo.

2824. Ma poiché era necessario andare oltre i casi particolari e trattare l’uso del magnetismo in generale, mercoledì 28 luglio 1847 fu stabilito quanto segue come regola: “Escluso ogni errore, ogni incantesimo, ogni invocazione del demonio, sia esplicita che implicita, non è moralmente proibito l’uso del magnetismo, cioè il semplice atto di usare mezzi fisici altrimenti leciti, purché non tenda ad un fine illecito o non sia deviato in alcun modo. Ma l’applicazione di principi e mezzi puramente fisici a cose ed effetti realmente soprannaturali, in modo che possano essere spiegati fisicamente, non è altro che un inganno assolutamente illecito ed eretico”.

2825. Sebbene con questo decreto generale sia stato sufficientemente spiegato il carattere lecito o illecito dell’uso o dell’abuso del magnetismo, la malizia degli uomini è aumentata a tal punto che, trascurando la lecita ricerca della conoscenza, preferiscono attaccarsi a cose strane con grande danno della loro anima ed a scapito della società civile, e che si vantano di aver acquisito un principio di magia o di divinazione. È così che donne di pochi mezzi, trascinate da gesti non sempre decorosi, si diffondono affermando che, grazie ai privilegi del sonnambulismo e di quella che chiamano chiaroveggenza, vedono ciò che è invisibile, e in questa loro temeraria impresa hanno l’ardire di lanciarsi in osservazioni sulla Religione stessa, di evocare le anime dei morti, di ricevere risposte, di rivelare cose sconosciute o remote e di indulgere in altre pratiche superstiziose di questo tipo, in modo da assicurare a se stessi e ai loro padroni un grande profitto grazie a sicure divinazioni. Ma qualunque sia l’arte o l’illusione usata in tutto questo: non appena si usano mezzi fisici per ottenere effetti che non sono naturali, siamo in presenza di un inganno assolutamente illecito ed eretico, e di uno scandalo che offende i buoni costumi.

BreveEximiam tuamall’Arcivescovo di Colonia, 15 giugno 1857.

Errori di Anton Günther.

2828. Soprattutto infatti notiamo non senza dispiacere che in queste opere predomina l’erroneo e perniciosissimo sistema del razionalismo, spesso condannato dalla Sede Apostolica; e allo stesso modo notiamo che in questi stessi libri e tra l’altro se ne possono leggere parecchi che non si discostano di poco dalla fede cattolica e da una corretta spiegazione della sostanza divina in tre Persone distinte ed eterne. Allo stesso modo abbiamo imparato che ciò che viene detto sul mistero del Verbo incarnato non sia migliore o più esatto, come dell’unità della Persona divina del Verbo in due nature, divina ed umana. Notiamo che in questi stessi libri si attacca la concezione e la dottrina cattolica sull’uomo, che è costituito da un corpo e da un’anima in modo tale che l’anima, cioè l’anima razionale, è in sé la forma vera ed immediata del corpo. E sappiamo che in questi libri ci sono insegnamenti e affermazioni che contraddicono totalmente la dottrina cattolica sulla sovrana libertà di Dio, al di là di ogni necessità, nella creazione delle cose.

2829. Dobbiamo anche condannare fermamente il fatto che nei libri di Günther la ragione umana e la filosofia, che in materia di Religione non devono dominare ma rimanere totalmente sottomesse, vengano incautamente insignite del diritto di magistero, e che per questo motivo ciò che deve rimanere ben saldo venga disturbato, sia per quanto riguarda la distinzione tra scienza e fede, sia per quanto riguarda il carattere costantemente immutabile della fede, che è sempre una e rimane la stessa, mentre la filosofia e le discipline umane non rimangono sempre identiche a se stesse, né sono esenti da una grande varietà di errori.

2830. A ciò si deve aggiungere che i Santi Padri non sono considerati con la riverenza che i Canoni dei Concili prescrivono e che queste luci più brillanti della Chiesa meritano, né ci si astiene da quei sarcasmi contro le scuole cattoliche che il nostro predecessore Pio VI, di venerata memoria, ha solennemente condannato (cf.2679).

2831. Né passeremo sotto silenzio il fatto che nei libri di Günther il sano modo di parlare è ferito al massimo, come se fosse lecito dimenticare le parole dell’Apostolo Paolo (2Tm 1,13) o quelle con cui Agostino ci ammonisce con grande fermezza: “Ma a noi conviene parlare secondo una regola precisa, per evitare che una libertà troppo grande nelle parole generi un’opinione empia sulle cose che esse designino”.

Lettera apostolicaDolore haud mediocri” al Vescovo di Breslau, 30 aprile 1860.

L’anima razionale come principio di vita dell’uomo.

2833. È stato incriminato… il fatto che Baltzer…, dopo aver ridotto l’intera controversia alla questione se il corpo possieda un principio di vita proprio, distinto in sé dall’anima razionale, sia arrivato a una tale imprudenza da definire eretica la posizione opposta, e abbia spiegato con numerose affermazioni che essa debba essere considerata tale. Questo non può che essere fortemente disapprovato, se si considera che la concezione secondo cui nell’uomo esista un unico principio di vita, cioè l’anima razionale, attraverso la quale anche il corpo riceve il suo movimento e tutta la sua vita e le sue sensazioni, è molto comune nella Chiesa di Dio, e che la maggior parte dei Dottori – e soprattutto i più approvati – la considerino talmente legata al dogma della Chiesa, che è l’interpretazione legittima e l’unica vera, e che di conseguenza non può essere negata senza errore nella fede.

Istruzione del Sant’Uffizio al Vicario Apostolico di Tche-Kiang, 1° (3°) agosto

Ricezione regolare del Battesimo

2835. Spiegazione: (Un missionario, che voglia tener conto sia del rispetto dovuto al Sacramento sia della salvezza eterna di un malato già prossimo alla morte, conferisce il Battesimo con questa condizione: “Se sei veramente disposto”, intendendo così non battezzare se non esistono le giuste disposizioni.

Domanda: questo modo di conferire il Battesimo è lecito o no?

2836. Risposta: È assodato che per ricevere regolarmente il Battesimo siano necessarie tre disposizioni in un adulto: la fede, il pentimento e l’intenzione di riceverlo. È certamente necessaria la fede, con la quale l’adulto debba essere sufficientemente istruito, nella misura della sua comprensione, sui misteri della Religione cristiana, e con la quale deɓa credere fermamente ad essi; è necessario anche il pentimento, con il quale debba provare dolore per i suoi peccati ed anche realizzare la contrizione e l’abbandono; e in terzo luogo, è necessariamente richiesta l’intenzione o la volontà di ricevere questo Sacramento, e se manca, il carattere battesimale non è impresso nell’adulto.

2837. Ora, la fede ed il pentimento sono richiesti in un adulto per ricevere il Sacramento in modo lecito e per ottenere il frutto del Sacramento; l’intenzione, invece, è richiesta per ottenerlo in modo valido, cosicché chi viene battezzato da adulto senza fede e pentimento è sì illecito, ma in modo valido, e d’altra parte chi viene battezzato senza la volontà di ricevere il Sacramento non è battezzato né lecitamente né validamente.

2838. Ciò presupposto, sarà facile riconoscere che nel caso in questione il missionario non abbia agito giustamente quando, amministrando il Battesimo ad un adulto moribondo, ha dato lo stesso valore alle disposizioni richieste per amministrare il Battesimo lecitamente e a quelle necessarie per riceverlo validamente. Infatti, se c’è qualche dubbio sul fatto che l’adulto prossimo alla morte sia sufficientemente istruito sui misteri della fede e creda sufficientemente in essi, e sul fatto che egli stesso desideri veramente ricevere il battesimo, e se dopo un esame diligente rimane ancora qualche dubbio su questa intenzione, il Battesimo deve essere conferito con questa condizione: nella misura in cui sia in grado di essere battezzato.

2839. D’altra parte, il missionario non ha agito giustamente quando, battezzando condizionatamente, ha inteso non battezzare se non ci sono le giuste disposizioni nella persona che riceve il Battesimo, perché in questo caso il missionario deve intendere battezzare solo nella misura in cui la persona che riceve il Battesimo sia capace di essere battezzata, cioè vuole riceverlo sinceramente.

Decreto del Sant’Uffizio, 18 settembre 1861.

Errori degli ontologisti.

Domanda: Si possono insegnare con certezza le seguenti proposizioni?

2841. 1. La conoscenza immediata di Dio, almeno abituale, è essenziale all’intelletto umano, tanto che non può conoscere nulla senza di essa: è infatti la luce dell’intelletto stesso.

2842. 2 Questo essere che conosciamo in tutte le cose, e senza il quale non conosciamo nulla, è l’Essere divino.

2843. 3. gli universali, considerati nella loro realtà oggettiva, non si distinguono realmente da Dio.

2844. 4. la conoscenza innata di Dio come Essere puro e semplice include in modo eminente tutte le altre conoscenze; così che, per mezzo di essa, conosciamo implicitamente tutto l’Essere sotto qualsiasi aspetto sia conoscibile.

2845. 5 Tutte le altre idee non sono altro che modificazioni dell’idea con cui Dio è conosciuto come Essere puro e semplice.

2846. 6 Le cose create sono in Dio come la parte nel tutto, non naturalmente nel tutto formale, ma nel tutto infinito, perfettamente semplice, che pone le sue parti al di fuori di sé senza divisione o diminuzione di sé.

2847. 7 La creazione può essere spiegata come segue: Dio produce la creatura con quell’atto speciale con cui comprende e vuole essere distinto da una creatura determinata, per esempio l’uomo. Censura del Sant’Uffizio: negativo.

Lettera “Gravissimas inter” all’Arcivescovo di Monaco-Frisinga. 11 dicembre 1862.

Errori di Jakob Frohschammer sulla libertà della scienza.

2850. (La Sacra Congregazione dell’Indice ha giudicato che l’autore) si allontani dalla verità cattolica. E questo soprattutto in un duplice modo, in primo luogo perché l’autore attribuisce alla ragione umana forze che non le appartengono affatto; in secondo luogo perché concede a questa stessa ragione una libertà di giudicare tutto, e sempre di osare tutto, tale da far scomparire completamente i diritti, i doveri e l’autorità della Chiesa stessa.

2851. L’autore infatti insegna in primo luogo che la filosofia, se si ha una nozione esatta di essa, possa non solo conoscere e comprendere i dogmi cristiani che la ragione naturale ha in comune con la fede (cioè come oggetto comune di conoscenza), ma anche quelli che siano principalmente e propriamente costitutivi della Religione e della fede cristiana, cioè il fine soprannaturale dell’uomo stesso e tutto ciò che lo riguardi, nonché il santissimo mistero dell’Incarnazione del Signore, siano nel dominio della ragione e della filosofia, e che la ragione, una volta dato l’oggetto, possa raggiungerli con piena cognizione di causa attraverso i suoi stessi principi. Anche se l’autore introduce una distinzione tra questi dogmi ed i primi, e se è con minor diritto che questi ultimi vengano attribuiti alla ragione, egli insegna tuttavia molto chiaramente ed apertamente che anch’essi facciano parte dei dati che costituiscono l’oggetto proprio della scienza e della filosofia.

2852. Possiamo e dobbiamo quindi concludere con l’opinione dell’autore che, anche nei misteri più nascosti della sapienza e della bontà di Dio, anche in quelli della sua libera volontà – purché sia dato l’oggetto della Rivelazione – la ragione possa da sola arrivare alla conoscenza ed alla certezza, e questo non dal principio dell’Autorità divina, ma dai suoi principi e capacità naturali. Quanto sia falsa ed erronea la dottrina di questo autore, chiunque può vedere subito…

2853. Se questi sostenitori della filosofia difendessero i veri principi e diritti della ragione e della filosofia da soli, dovrebbero ricevere un meritato elogio. Infatti, la vera e sana filosofia occupa un posto di tutto rispetto, poiché il suo compito è quello di ricercare accuratamente la verità, di addestrare con giustizia e serietà la ragione umana, oscurata senza dubbio, ma non per questo spenta per colpa del primo uomo, e di illuminarla; cogliere il suo oggetto di conoscenza ed un gran numero di verità, comprenderle bene, approfondirle e dimostrarne molte, come l’esistenza, la natura e gli attributi di Dio, che anche la fede propone di credere, con argomenti tratti da principi, giustificarli, difenderli e, in questo modo, aprire la strada affinché questi dogmi siano sostenuti più esattamente dalla fede e persino i dogmi più nascosti, che solo la fede può conoscere, possano essere compresi in un certo modo dalla ragione. Di questo deve occuparsi l’austera ma bellissima scienza della vera filosofia…

2854. Ma in questa materia importantissima non possiamo mai tollerare che tutto si confonda indistintamente, né che la ragione invada e turbi le realtà che sono nel dominio della fede, mentre ci sono confini ben precisi e perfettamente noti a tutti, oltre i quali la ragione non ha mai potuto avanzare, né può avanzare, di per sé. In particolare, questi dogmi includono chiaramente ciò che riguardi l’elevazione soprannaturale dell’uomo e la sua relazione soprannaturale con Dio, nonché ciò che venga rivelato a questo scopo. E poiché questi dogmi trascendono la natura, ne consegue che non possano essere raggiunti né dalla ragione naturale né dai principi naturali. La ragione non potrà mai essere resa capace di affrontare questi dogmi con piena cognizione di causa. Ma se alcuni osano affermare ciò in modo avventato, sappiano che non si separano dall’opinione di qualche Dottore, ma dalla dottrina comune della Chiesa, che non è mai cambiata.

2855. È infatti stabilito dalle divine Scritture e dalla tradizione dei santi Padri che l’esistenza di Dio e molte altre verità possano certamente essere conosciute alla luce della ragione naturale (Rm 1), anche da coloro che non abbiano ancora ricevuto la fede, ma che Dio solo ha rivelato i dogmi più nascosti, poiché ha voluto far conoscere il mistero che era rimasto nascosto per secoli e generazioni (Col 1,26)…

2856. … Nel trasmettere la dottrina della Chiesa, i santi Padri si sono costantemente preoccupati di distinguere la conoscenza delle realtà divine, che è comune a tutti in virtù dell’intelligenza naturale, dalla conoscenza di queste cose che si riceva per fede attraverso lo Spirito Santo, ed hanno costantemente insegnato che attraverso la fede ci vengano rivelati in Cristo quei misteri che superano non solo la filosofia umana ma anche la conoscenza naturale degli Angeli, e che, anche se sono conosciuti attraverso la Rivelazione divina e ricevuti per fede in essa, rimangono tuttavia coperti dal sacro velo della fede e da un’oscurità tenebrosa finché in questa vita mortale camminiamo lontani dal Signore.

2857. Tutto ciò dimostra che l’opinione in cui lo stesso Frohschammer non esita ad affermare che tutti i dogmi della Religione cristiana siano immediatamente oggetto della conoscenza naturale o della filosofia, e che, non appena questi dogmi siano proposti alla ragione come suo oggetto, la ragione umana, che è solo esperta di storia, sia in grado, in virtù delle sue capacità naturali e del suo principio, di arrivare ad una vera conoscenza di tutti i dogmi, compresi quelli più nascosti, è totalmente estranea alla dottrina della Chiesa cattolica (cf. 2909).

2858. Ma negli scritti di questo autore che sono stati citati prevale un’altra concezione, che è del tutto contraria alla dottrina ed al senso della Chiesa cattolica. Infatti, egli attribuisce alla filosofia una libertà che non debba essere considerata come una libertà della scienza, ma come una licenza che debba essere interamente riprovata e che non possa essere tollerata. Distinguendo tra filosofo e filosofia, egli dà al filosofo il diritto ed il dovere di sottomettersi ad un’autorità che egli stesso ha riconosciuto come vera, ma nega entrambe le cose alla filosofia in quanto afferma, senza tener conto della dottrina rivelata, che quest’ultima non possa e non debba mai sottomettersi ad un’autorità.

2859. Questo sarebbe tollerabile e forse ammissibile se si parlasse solo del diritto che la filosofia ha di fare uso dei suoi principi e metodi e delle sue conclusioni, come fanno anche le altre scienze, e se la sua libertà consistesse nell’usare questo diritto nel senso che non ammetterebbe in sé nulla che non sia stato acquisito da essa stessa secondo le proprie condizioni o che le sia estraneo. Ma questa giusta libertà della filosofia deve riconoscere e verificare i suoi limiti. Infatti, non solo al filosofo, ma anche alla filosofia, non sarà mai permesso né di dire qualcosa che sia contrario a ciò che insegnino la Rivelazione divina e la Chiesa, né di mettere in dubbio qualcosa perché non la comprenda, né di rifiutare un giudizio che l’autorità della Chiesa abbia deciso di dare su una conclusione della filosofia.

2860. A ciò si aggiunga che lo stesso autore difende la libertà della filosofia, o meglio la sua libertà senza limiti, in modo così vivace e spregiudicato che non teme di affermare che la Chiesa non solo non debba mai biasimare la filosofia, ma che debba addirittura tollerare gli errori della filosofia e lasciarla libera di correggersi da sola (cf. 2911), da cui consegue che i filosofi partecipano necessariamente a questa libertà, e che per questo siano essi stessi liberati da ogni legge…

2861. Ecco perché, in virtù del potere conferitole dal suo divino fondatore, la Chiesa ha non solo il diritto, ma soprattutto il dovere non di tollerare, ma di proibire gli errori, quando lo richiedano l’integrità della fede e la salvezza delle anime, ed è dovere di ogni filosofo che voglia essere figlio della Chiesa, e anche della filosofia, non dire mai nulla contro ciò che la Chiesa insegni, e ritrattare tutto ciò su cui abbia ricevuto una monizione. D’altra parte, affermiamo e dichiariamo che la concezione che insegna il contrario sia totalmente errata, e che fa il massimo torto alla fede stessa, alla Chiesa ed alla sua autorità.

Enciclica “Quanto conficiamur mœrore” ai Vescovi d’Italia, 10 agosto 1863

Indifferentismo.

2865. Ancora una volta dobbiamo menzionare e biasimare il gravissimo errore in cui, purtroppo, si trovano alcuni cattolici, che pensano che uomini che vivono nell’errore e lontani dalla vera fede e dall’unità cattolica possano ottenere la vita eterna (cf. 2917). Questo è contrario in sommo grado alla dottrina cattolica.

2866. Sappiamo, come voi, che coloro che soffrono di un’ignoranza invincibile riguardo alla nostra santissima Religione, osservando attentamente la legge naturale e i suoi precetti, incisi da Dio nei cuori di tutti, e che siano disposti a obbedire a Dio ed a condurre così una vita onesta e retta, possono, con l’aiuto della luce e della grazia divine, acquisire la vita eterna. Infatti Dio, che vede, scruta e conosce perfettamente gli spiriti, le anime, i pensieri e le qualità di tutti, nella sua grandissima bontà e pazienza, non permette che qualcuno sia punito con i tormenti eterni senza che sia colpevole di qualche colpa intenzionale.

2867. Ma conosciamo perfettamente anche il dogma cattolico, e cioè che al di fuori della Chiesa cattolica nessuno possa salvarsi, e che non possano ottenere la salvezza eterna coloro che siano ribelli all’Autorità di questa stessa Chiesa ed alle sue definizioni, e che sono ostinatamente separati dall’unità di questa Chiesa e dal Romano Pontefice, successore di Pietro, al quale è stato affidato il governo e la cura della vigna.

Lettera “Tuas libenter” all’Arcivescovo di Monaco-Freising, 21 dicembre 1863

Sottomissione al Magistero della Chiesa.

2875. Abbiamo appreso… che alcuni dei Cattolici che si dedicano allo studio delle scienze più elevate, troppo fiduciosi nei poteri della mente umana, non anniano temuto che, affermando una libertà della scienza spuria e per nulla autentica, i pericoli dell’errore li avrebbero portati oltre i limiti che l’obbedienza dovuta al Magistero della Chiesa, istituito per custodire l’interezza di tutta la verità rivelata, non consenta. Il risultato è che i Cattolici, purtroppo così ingannati, si trovino spesso d’accordo con coloro che inveiscono contro i decreti di questa Sede Apostolica e delle nostre Congregazioni, affermando che essi ostacolano il libero progresso della scienza (cf. 2912), e si espongono al pericolo di rompere quei vincoli di obbedienza con i quali, per volontà di Dio, sono legati a questa stessa Sede Apostolica che è stata istituita da Dio stesso come maestro e protettore della verità.

2876. Non ignoriamo neppure che in Germania si è sviluppata una falsa opinione contro l’antica scuola e contro la dottrina di quegli eminenti dottori (cf. 2912) che la Chiesa universale venera per la loro mirabile sapienza e la santità della loro vita. Con questa falsa opinione si mette in dubbio l’autorità della Chiesa stessa, che non solo ha permesso per secoli che la scienza teologica fosse coltivata secondo il metodo di questi Dottori e secondo i principi sanciti dal consenso riconosciuto di tutte le scuole cattoliche, ma ha anche molto spesso elogiato la loro dottrina teologica e l’ha raccomandata con forza come il più forte baluardo della fede ed un’arma formidabile contro i suoi nemici. …

2877. Poiché, tuttavia, tutti gli uomini di questo Congresso… hanno affermato che il progresso della scienza ed il buon successo nello sforzo di evitare e confutare gli errori del nostro triste tempo dipendano interamente dall’adesione interiore alle verità rivelate insegnate dalla Chiesa Cattolica, essi stessi hanno riconosciuto e professato questa verità che i veri Cattolici, che si sono dedicati all’elaborazione ed allo sviluppo della scienza, hanno sempre sostenuto e tramandato. Ed è sulla base di questa verità che questi uomini colti e veramente cattolici hanno potuto sviluppare queste scienze in modo sicuro, spiegarle e renderle utili e certe. Ma questo non si può ottenere se la luce della ragione umana, circoscritta da limiti, anche quando esplora le verità che possa raggiungere con le proprie forze e facoltà, non veneri al massimo grado, come dovrebbe, la luce infallibile ed increata dell’Jntelligenza divina che risplende così mirabilmente ovunque nella Rivelazione divina. Infatti, sebbene queste discipline naturali si basino su principi propri riconosciuti dalla ragione, i Cattolici che le coltivano devono comunque avere davanti agli occhi la Rivelazione divina come stella polare, affinché, illuminati da essa, si guardino dalle insidie e dagli errori quando, nelle loro ricerche e riflessioni, si accorgano di essere portati, come molto spesso accade, ad affermare ciò che contraddica più o meno la verità infallibile delle cose rivelate da Dio.

2878. Per questo non vogliamo dubitare che gli uomini di questo Congresso, poiché riconoscano e professino questa verità, abbiano voluto, proprio in questo momento, respingere e riprovare questo recente e distorto modo di fare filosofia che, pur ammettendo la Rivelazione divina come fatto storico, tuttavia subordina le verità ineffabili proposte dalla stessa Rivelazione divina ad una verità più o meno infallibile, alle indagini della ragione umana, come se queste verità fossero soggette alla ragione, o se la ragione, con i suoi poteri ed i suoi principi, potesse arrivare a conoscere e a comprendere tutte le verità della nostra santissima fede, che sono così al di sopra della ragione che la ragione non potrà mai essere resa capace di comprenderle o di dimostrarle con i suoi principi naturali (cf. 2909).

2879. Vogliamo persuaderci che essi non abbiano voluto che l’obbligo a cui sono totalmente soggetti i maestri e gli scrittori cattolici, si limitasse unicamente a quegli argomenti che il giudizio infallibile della Chiesa propone a tutti di credere come dogmi di fede (cf. 2922). È anche nostra convinzione che essi non abbiano voluto dichiarare che questa perfetta adesione alle verità rivelate, che hanno riconosciuto come assolutamente necessaria per il vero progresso della scienza e per la confutazione degli errori, possa essere ottenuta accontentandosi di concedere fede e rispetto a tutti i dogmi espressamente definiti dalla Chiesa. Infatti, anche se questa fosse la missione che deve essere manifestata dall’atto di fede divina, essa non può limitarsi a ciò che sia stato definito dalla Chiesa. Essa non può limitarsi a ciò che sia stato definito dai decreti espliciti dei Concili Ecumenici o dei Romani Pontefici di questa Sede Apostolica, ma debba estendersi anche a ciò che il Magistero ordinario di tutta la Chiesa diffusa nell’universo trasmette come divinamente rivelato e, di conseguenza, che sia ritenuto da un consenso unanime e universale dei teologi cattolici, come appartenente alla fede.

2880. Ma quando si tratta di questa sottomissione che obbliga in coscienza tutti i Cattolici che si dedicano alle scienze della mente, a rendere nuovi servizi alla Chiesa con i loro scritti, i membri di questo congresso devono riconoscere che non sia assolutamente sufficiente che gli studiosi cattolici ricevano e riveriscano i dogmi della Chiesa di cui abbiamo parlato, ma che sia anche necessario sottomettersi alle decisioni di dottrina decretate dalle Congregazioni pontificie, così come ai punti di dottrina che il consenso comune e costante dei Cattolici considera verità teologiche e conclusioni così certe che le opinioni contrarie ad esse, anche se non possano essere chiamate eretiche, meritano comunque qualche censura teologica.

Lettera del Sant’Uffizio ai Vescovi d’Inghilterra, 16 settembre 1864.

L’unità della Chiesa.

2885. (L’Associazione per la Promozione della Riunificazione del Cristianesimo eretta a Londra nel 1857) professa espressamente che tre comunità cristiane, la Cattolica Romana, la greco-sciamatica e l’anglicana, sebbene separate e divise tra loro, rivendichino con lo stesso diritto per sé il nome di Cattolica. L’accesso ad esso è quindi aperto a tutti, ovunque vivano, siano essi Cattolici, greco-scismatici o anglicani, a questa condizione però che a nessuno sia permesso di discutere sui vari capitoli di dottrina che li dividono, e che ognuno sia libero di conformarsi in tutta tranquillità ai principi della propria confessione religiosa. Tuttavia, chiede a tutti i suoi membri di recitare preghiere e ai Sacerdoti di celebrare sacrifici secondo la sua intenzione: cioè che le tre comunioni cristiane, che, come si suggerisce, costituiscono tutte insieme la Chiesa cattolica, possano finalmente riunirsi per formare un unico corpo. …

2886. Il fondamento su cui si basa questa associazione è tale da rovesciare completamente la costituzione divina della Chiesa. Essa presuppone essenzialmente che la vera Chiesa di Gesù Cristo sia composta in parte dalla Chiesa romana, diffusa ed estesa in tutto il mondo, e in parte dallo scisma di Fozio e dall’eresia anglicana, per la quale, proprio come per la Chiesa romana, c’è “un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Ef IV,5).

2887. Sicuramente nulla dovrebbe stare più a cuore ad un Cattolico che vedere la radicale soppressione degli scismi e delle discordie tra i Cristiani, e in tutti i Cristiani la “preoccupazione di conservare l’unità dello Spirito nel vincolo della pace” (Ef IV, 3)… Ma che i fedeli e gli ecclesiastici preghino per l’unità dei Cristiani sotto la guida di eretici e, quel che è peggio, con un’intenzione profondamente contaminata e infettata dall’eresia, non può essere in alcun modo tollerato.

2888. La vera Chiesa di Cristo è costituita dall’Autorità divina e riconosciuta da quattro note che, nel Credo, affermiamo essere credute. Ognuna di queste note è così intimamente unita alle altre che non può essere separata da esse. Da ciò consegue che la Chiesa veramente cattolica e chiamata tale deve manifestare allo stesso tempo le prerogative di unità, santità e successione apostolica. La Chiesa Cattolica è dunque una, con una notevole e perfetta unità in tutto il mondo e tra tutte le nazioni, un’unità il cui principio, la cui radice e la cui origine indefettibile sono Pietro, la casa degli Apostoli, l’autorità sovrana dei suoi successori sulla cattedra di Roma e la sua “origine superiore”. Non c’è altra Chiesa Cattolica se non quella costruita su Pietro, in un corpo unito e riunito, (Ef IV,16) che sta nell’unità della fede e della carità.

TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (35): “PIO IX, 1864-1868”

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.