TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (19): “da BENEDETTO XII a GREGORIO XI”

TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (19)

HENRICUS DENZINGER

ET QUID FUNDITUS RETRACTAVIT AUXIT ORNAVIT

ADOLFUS SCHÖNMATZER S. J.

ENCHIRIDION SYMBOLORUM DEFINITIONUM ET DECLARATIONUM

De rebus fidei et morum

HERDER – ROMÆ – MCMLXXVI

Imprim.: Barcelona, José M. Guix, obispo auxiliar

(da  Benedetto XII a Gregorio XI)

BENEDETTO XII: 20 dicembre 1334 – 25 aprile 1342

Costituzione “Benedictus Deus” 29 gennaio 1336

Il destino dell’uomo dopo la morte.

1000. (la visione beatifica di Dio). Con questa costituzione, che rimarrà in vigore per sempre, ed in virtù dell’Autorità Apostolica definiamo: Che, secondo la disposizione generale di Dio, le anime di tutti i Santi che hanno lasciato questo mondo prima della Passione di nostro Signore Gesù Cristo, così come quelle dei santi Apostoli, dei Martiri, dei Confessori, delle Vergini e degli altri fedeli che sono morti dopo aver ricevuto il santo Battesimo di Cristo, nei quali non c’era nulla da purificare quando sono morti, e nei quali non ci sarà nulla da purificare quando moriranno in futuro, o se c’è stato o ci sarà qualcosa da purificare, quando, dopo la loro morte, saranno stati purificati, – e che le anime dei bambini rigenerati da questo stesso Battesimo di Cristo o ancora da battezzare, una volta che lo saranno stati, se muoiono prima di aver usato il loro libero arbitrio, subito dopo la loro morte e la purificazione di cui abbiamo parlato per coloro che ne hanno bisogno, prima che riprendano i loro corpi e prima del giudizio, e questo dall’Ascensione del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo in cielo sono stati, sono e saranno in cielo, nel Regno dei cieli e nel Paradiso celeste con Cristo, uniti alla compagnia dei santi Angeli, e che dalla Passione e morte del Signore Gesù Cristo hanno visto e vedono l’Essenza divina con una visione intuitiva e persino faccia a faccia senza la mediazione di alcuna creatura che sarebbe oggetto di visione; al contrario, l’Essenza divina si manifesta loro immediatamente nuda, chiaramente e apertamente, e che attraverso questa visione godono di questa stessa Essenza divina; e che, inoltre, a causa di questa visione e di questo godimento, le anime di coloro che sono già morti sono veramente benedette e possiedono la vita ed il riposo eterno, e che allo stesso modo le anime di coloro che moriranno in seguito vedranno questa stessa Essenza divina e la godranno prima del Giudizio generale.

1001. … e che questa visione dell’Essenza divina e il suo godimento cancellano in loro gli atti di fede e di speranza, in quanto la fede e la speranza sono virtù propriamente teologali; e che, dopo che questa visione e questo godimento intuitivo “faccia a faccia” sono o saranno iniziati, questa stessa visione e questo stesso godimento esistono continuamente, senza interruzione o diminuzione di quella visione e di quella intuizione, e rimangono senza fine fino all’ultimo Giudizio, e dopo di esso per sempre.

1002. (Inferno. – Giudizio generale.) Inoltre definiamo che, secondo la disposizione generale di Dio, le anime di coloro che muoiono in peccato mortale scendono subito dopo la morte nell’inferno, dove sono tormentate con pene eterne, e che tuttavia nel giorno del giudizio tutti gli uomini compariranno con i loro corpi “davanti al seggio del giudizio di Cristo” per rendere conto delle loro azioni personali, “affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto mentre era nel suo corpo, sia nel bene che nel male”.

ScrittoCum dudum” agli Armeni – Agosto 1341

Errori rimproverati agli Armeni

1006. 4. Allo stesso modo gli Armeni affermano e sostengono che il peccato personale dei primi genitori fosse così grave che tutti i loro figli generati dal loro seme, fino alla passione di Cristo, furono dannati a causa del peccato personale di quelli appena menzionati, e che dopo la loro morte furono gettati all’inferno, non perché essi stessi avessero contratto il peccato originale da Adamo – poiché dicono che i bambini non hanno assolutamente alcun peccato originale, né prima né dopo la Passione di Cristo – ma la dannazione di cui si parla li raggiunse prima della Passione di Cristo a causa della gravità del peccato personale commesso da Adamo ed Eva nel trasgredire il precetto divino dato loro; ma dopo la Passione di Cristo, in cui il peccato dei primi genitori è stato distrutto, i figli nati dai figli di Adamo non sono dannati e non devono essere gettati nell’inferno a causa del peccato menzionato, poiché Cristo ha distrutto interamente nella sua Passione il peccato dei primi genitori.

1007. 5. Allo stesso modo un maestro degli armeni di nome Mechitriz, che viene tradotto Paraclito, introdusse e insegnò di nuovo che l’anima umana del bambino si propaga dall’anima del padre, come il corpo dal corpo, e anche un Angelo dall’altro; poiché l’anima umana dotata di ragione e l’Angelo dotato di natura intellettuale sono in un certo senso luci spirituali, e propagano da sé altre luci spirituali.

1008. 6. Allo stesso modo, gli Armeni dicono che i bambini nati da genitori Cristiani dopo la Passione di Cristo, se muoiono prima di essere battezzati, vanno nel paradiso terrestre in cui si trovava Adamo prima del peccato; quanto alle anime dei bambini nati da genitori non Cristiani dopo la Passione di Cristo e che muoiono senza Battesimo, esse vanno nei luoghi in cui si trovano le anime dei loro genitori.

1009. Allo stesso modo gli Armeni affermano che le anime dei bambini battezzati e le anime degli uomini più perfetti entreranno, dopo il Giudizio generale, nel Regno dei Cieli, dove saranno libere da tutti i mali di questa vita che servono come punizione… Tuttavia non vedranno l’Essenza di Dio, perché nessuna creatura può vederla; ma vedranno lo splendore di Dio che emana dalla sua Essenza, come la luce emana dal sole e tuttavia non è il sole.

1010. 17. Allo stesso modo, gli Armeni ritengono comunemente che non ci sia un Purgatorio per le anime nell’aldilà, poiché, dicono, se il Cristiano riconosce i suoi peccati, tutti i peccati e le pene del peccato gli sono perdonati. Non pregano neppure per i defunti, affinché nell’altro mondo siano loro perdonati i peccati, ma pregano in modo generico per tutti i defunti, come ad esempio per la Beata Maria, gli Apostoli…

1011. 18. Anche gli Armeni credono e ritengono che Cristo sia disceso dal cielo e si sia incarnato per la salvezza degli uomini, non perché i figli nati da Adamo ed Eva abbiano contratto da loro, dopo il loro peccato, il peccato originale dal quale sono salvati dall’incarnazione e dalla morte di Cristo; infatti dicono che non c’è questo peccato nei figli di Adamo; ma dicono che Cristo si sia incarnato ed abbia sofferto per la salvezza degli uomini perché con la sua Passione i figli di Adamo che hanno preceduto la suddetta Passione siano stati liberati dall’inferno in cui si trovavano, non per il peccato originale che sarebbe stato in loro, ma per la gravità del peccato personale dei primi genitori. Credono anche che Cristo si sia incarnato e abbia sofferto per la salvezza dei bambini nati dopo la sua Passione, perché con la sua Passione ha distrutto totalmente l’inferno. …

1012. 19…. Affermano a tal punto che… la concupiscenza della carne sia un peccato e un male, che anche i genitori Cristiani, quando si uniscono in matrimonio, commettono un peccato…, poiché dicono che l’atto matrimoniale e persino il matrimonio siano un peccato.

1013. 40…. Altri, invece, affermano che i Vescovi e i Sacerdoti armeni non fanno nulla per la remissione dei peccati, né in modo principale né in modo ministeriale, ma che solo Dio rimette i peccati. I Vescovi ed i Sacerdoti intervengono per l’attuazione di questa remissione dei peccati solo perché hanno ricevuto da Dio il potere di pronunciare queste parole, e quindi dicono, quando danno l’assoluzione, “Che Dio rimetta i tuoi peccati”, oppure “Io rimetto i tuoi peccati sulla terra, e che Dio te li rimetta in cielo”.

1014. 42. Allo stesso modo gli Armeni affermano e ritengono che solo la Passione di Cristo, senza alcun altro dono di Dio che renda anche gratificante a Dio, sia sufficiente per la remissione dei peccati, e non dicono che per operare la remissione dei peccati sia necessaria la grazia che renda gratificante a Dio o che giustifichi, né dicono che nei Sacramenti della nuova Legge sia data la grazia che rende gratificante a Dio.

1015. 49. Allo stesso modo dicono che se uno… prende una terza (moglie), o una quarta e così via, non possa essere assolto dalla loro Chiesa, poiché dicono che tale matrimonio sia fornicazione.

1016. 58. Allo stesso modo gli Armei affermano e ritengono che, affinché un Battesimo sia vero, siano necessarie tre cose: l’acqua, il crisma… e l’eucaristia, cosicché se uno battezza un altro e dice: “Ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, Amen”, e poi non viene unto con il crisma, non sia battezzato… E allo stesso modo, se non gli venisse data l’Eucaristia, non sarebbe battezzato.

1017. 66. Allo stesso modo tutti gli Armeni dicono e ritengono comunemente che con le parole che si trovano nel loro canone della Messa, quando viene detto dal Sacerdote: “Prese il pane e rese grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli scelti seduti a tavola: Prendete e mangiate tutti, questo è il mio Corpo…; allo stesso modo prese il calice… dicendo Prendete e bevetene tutti, questo è il mio Sangue… per la remissione dei peccati“, il Corpo e il Sangue di Cristo non siano realizzati, né intendano realizzarli, e dicono queste parole solo a titolo di recita, cioè recitando ciò che il Signore ha fatto quando ha istituito il Sacramento. E dopo queste parole il Sacerdote dice molte preghiere che si trovano nel loro canone, e dopo queste preghiere arriva al punto in cui nel loro canone si dice questo: “Ti adoriamo, ti supplichiamo e ti chiediamo, buonissimo Dio, di mandare su di noi e su questo dono che viene presentato, lo Spirito che è consustanziale con te, con il quale del pane che è stato benedetto farai veramente il Corpo del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo – e queste parole il Sacerdote le dice tre volte, e poi il Sacerdote dice sul calice e sul vino che è stato benedetto: “Farete veramente il Sangue del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo“, e credono che sia con queste parole (chiamate “epiclesi”) che si fanno il Corpo e il Sangue di Cristo. …

1018. 67. Allo stesso modo gli Armeni non dicono che dopo le suddette parole di consacrazione abbia avuto luogo la transustanziazione del pane e del vino nel vero Corpo e Sangue di Cristo, che nacque da Maria Vergine, patì e risuscitò, ma ritengono che questo Sacramento sia una rappresentazione, o similitudine o figura del vero Corpo e Sangue del Signore… perciò non chiamano il sacramento dell’altare Corpo e Sangue di Cristo, ma ostia, sacrificio o comunione.

1019. 68. Allo stesso modo gli Armeni dicono e ritengono che se un Sacerdote o un Vescovo ordinato si dedichi alla fornicazione, anche in segreto, perde il potere di celebrare tutti i Sacramenti e di amministrarli.

1020. 70. Gli Armeni non dicono né ritengono che il Sacramento dell’Eucaristia, ricevuto degnamente, produca la remissione dei peccati in colui che lo riceve, o la remissione delle pene dovute per il peccato, o che con esso sia data la grazia di Dio o il suo aumento, ma dicono solo che… il Corpo di Cristo entra nel suo corpo ed è cambiato in esso, così come altri cibi sono cambiati in colui che è stato nutrito.

CLEMENTE VI: 7 maggio 1342 – 6 dicembre 1352

Bolla di Giubileo “Unigenitus Dei Filius” 27 gennaio 1343.

Il tesoro dei meriti di Cristo deve essere distribuito dalla Chiesa.

1025. L’unico Figlio di Dio… “che è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione” (1 Cor 1, 30), “non con sangue di capri o di vitelli, ma con il proprio sangue, è entrato una volta per tutte nel santuario e ci ha acquistato una redenzione eterna” (Eb IX,12). Egli infatti non ci ha riscattati con qualcosa di corruttibile, oro o argento, ma con il proprio sangue prezioso, il sangue dell’Agnello puro e immacolato, (1 Pt I,18ss.); E questo sangue, sappiamo, lo ha versato, immolato innocente sull’altare della croce, non in una piccola goccia, che sarebbe stata sufficiente a causa della sua unione con il Verbo per la redenzione di tutto il genere umano, ma in abbondanza, come un fiume, in modo che “dalla pianta dei piedi fino alla corona del capo nulla rimase intatto” (Is I,6). Perciò Egli acquistò un tesoro così grande per la Chiesa militante, affinché la misericordia di tale effusione non fosse inutile, vana o superflua; come un buon Padre volle raccogliere tesori per i suoi figli, affinché con ciò “gli uomini avessero un tesoro inesauribile, dove coloro che vi attingono potessero partecipare all’amicizia di Dio” (Sap VII,14).

1026. Volle che questo tesoro fosse dispensato ai fedeli per la loro salvezza dal beato Pietro, portatore delle chiavi del cielo, e dai suoi successori, suoi Vicari sulla terra, e che, per giusti e ragionevoli motivi, al fine di rimettere a volte parzialmente e a volte completamente la pena temporale dovuta al peccato, fosse applicato misericordiosamente, sia in generale che in particolare (come avrebbero ritenuto utile davanti a Dio) a coloro che, veramente penitenti, si fossero confessati.

1027. All’abbondanza di questo tesoro contribuiscono, come sappiamo, i meriti della beata Madre di Dio e di tutti gli eletti, dal primo giusto all’ultimo, e non c’è da temere che si esaurisca o si riduca, sia per gli infiniti meriti di Cristo (come è stato detto), sia perché quanto più gli uomini sono portati alla giustizia quando questo tesoro viene applicato, tanto maggiore è l’abbondanza dei meriti.

Ritrattazione di Nicolas d’Autrecourt, 25 novembre 1347.

Errori filosofici di Nicolas d’Autrecourt.

1028. 1… Non si può avere certezza, per così dire, delle realtà per mezzo delle apparenze naturali, ma la si può avere rapidamente ed in modo modesto se gli uomini rivolgono il loro intelletto verso le realtà e non verso l’intelletto di Aristotele e dei commentatori.

1029. 2… Non si può, in virtù delle suddette prove, dedurre o concludere con evidenza da una cosa un’altra cosa, o dal non essere dell’una il non essere dell’altra.

1030. 3… Le proposizioni “Dio è” e “Dio non è” significano la stessa cosa, anche se in modo diverso.

1031. 9… La certezza dell’evidenza non ha gradi.

1032. 10… Non abbiamo la certezza dell’evidenza su una sostanza materiale che non sia la nostra anima.

1033. 11… Tranne la certezza della fede, non c’è altra certezza che la certezza del primo principio o di ciò che possa essere ridotto al primo principio.

1034. 14… Non sappiamo in alcun modo che qualcosa di diverso da Dio possa essere causa di un effetto – che qualsiasi causa, che non sia Dio, sia causa effettiva – che esista o possa esistere una causa efficiente naturale.

1035. 15… Non sappiamo con certezza che un effetto sia o possa essere prodotto in modo naturale.

1036. 17… Non sappiamo con certezza che un soggetto sia coinvolto in una qualsiasi produzione.

1037. 21… Se una realtà è dimostrata, nessuno sa con certezza che non superi tutte le altre in eccellenza.

1038. 22… Se una realtà è dimostrata, nessuno sa con evidenza che non è Dio, se per Dio intendiamo l’essere più eccellente.

1039. 25… Nessuno sa in modo evidente che questo non si possa ragionevolmente ammettere: “Se si produce una qualsiasi realtà, si produce Dio”.

1040. 26… Non si può dimostrare con evidenza che una qualsiasi realtà non sia eterna.

1041. 30… Queste deduzioni non sono ovvie: “C’è un atto di intellezione, quindi c’è l’intelligenza. C’è una volontà, quindi c’è una volontà”.

1042. 31… Non si può dimostrare con prove che tutto ciò che appare non è vero.

1043. 32… Dio e la creatura non sono qualcosa.

1044. 39… L’universo è pienamente perfetto in sé e in tutte le sue parti, e non ci può essere imperfezione né nel tutto né nelle parti, e quindi sia il tutto sia le parti devono essere eterni, e non passare dal non-essere all’essere, né viceversa, perché l’imperfezione nell’universo o nelle sue parti segue necessariamente.

1045. 40… Ogni cosa nell’universo è meglio se stessa che non se stessa.

1046. 42… La ricompensa dei buoni e la punizione dei cattivi è data dal fatto che, quando i corpi fatti di atomi si separano, rimane un certo spirito chiamato intelletto e un altro chiamato senso; e come nel bene questi spiriti erano in disposizione migliore, così si troveranno un numero infinito di volte, in accordo con il fatto che questi atomi si incontreranno un numero infinito di volte; e in questo il buono sarà ricompensato; ma il cattivo sarà punito perché un numero infinito di volte, quando l’incontro dei suoi atomi si ripeterà, avrà sempre la disposizione cattiva. Oppure, dice (Nicolas d’Autrecourt), si può ammettere in un altro modo che questi due spiriti del bene, quando il loro deposito è detto distrutto, diventino presenti in un altro deposito composto da atomi più perfetti. E allora, poiché tale deposito ha più flessibilità e perfezione, ciò che è intelligibile arriva a loro più di prima.

1047. 43… Il fatto di essere corruttibile include un antagonismo, una contraddizione.

1048. 53… Questo è il primo principio, e nessun altro: “Se qualcosa è, è qualcosa”. “

1049. 58… Dio può comandare a una creatura razionale di odiarlo e, se obbedisce, ha più merito che se lo amasse a causa di un precetto, perché lo farebbe con maggiore sforzo e più contro la propria inclinazione.

Lettera “Super quibusdam“, a Mekhitar (Consolatore), cattolico degli Armeni, 29 settembre 1351.

La preminenza della Sede romana.

1050. Nel primo capitolo della vostra risposta… chiediamo:

1. Se credete, voi e la Chiesa degli Armeni che vi obbedisce, che coloro che hanno ricevuto nel Battesimo la stessa fede cattolica e che in seguito si sono allontanati o si allontaneranno dalla comunione di fede con questa stessa Chiesa romana, che è la sola e unica cattolica, siano scismatici ed eretici se rimangono ostinatamente separati dalla fede di questa Chiesa romana.

1051. 2. Chiediamo se credete, voi e gli Armeni che vi obbediscono, che nessun uomo nella condizione di pellegrino possa essere salvato alla fine se non da questa Chiesa e dall’obbedienza ai Pontefici Romani.

1052. Nel secondo capitolo… chiediamo: 1. Se avete creduto, credete o siete disposti a credere, voi e la Chiesa degli Armeni che vi obbedisce, che il beato Pietro abbia ricevuto dal Signore Gesù Cristo il più completo potere di giurisdizione su tutti i fedeli cristiani; e che ogni potere di giurisdizione che Giuda Taddeo e altri Apostoli avevano in modo speciale e particolare in certi paesi o province e in varie parti dell’universo, fosse pienamente soggetto all’autorità e al potere che il beato Pietro ha ricevuto dal Signore Gesù Cristo stesso in tutte le parti dell’universo su tutti coloro che credono in Cristo; e che nessun Apostolo o nessun altro oltre a Pietro abbia ricevuto il potere plenario su tutti i Cristiani.

1053. (2) Se credete e avete creduto, o siete disposti a credere, voi e gli Armeni che vi sono soggetti, che tutti i Pontefici Romani che, succedendo al beato Pietro, sono entrati o entreranno nel loro ufficio secondo i canoni, siano succeduti e succederanno al beato Pontefice Romano Pietro nella stessa pienezza e potere di giurisdizione che Pietro stesso ha ricevuto dal Signore Gesù Cristo su tutto il corpo della Chiesa militante.

1054. 3. Se avete creduto e credete, voi e gli Armeni che vi sono soggetti, che coloro che sono stati i Romani Pontefici, e Noi che siamo il Romano Pontefice, e coloro che lo saranno successivamente, come legittimi e plenarissimi Vicari di Cristo con il loro potere, hanno ricevuto direttamente da Cristo, riguardo all’intero e universale corpo della Chiesa militante, tutta la giurisdizione connessa al potere che Cristo, come capo avente la stessa forma, deteneva nella vita umana.

1055. 4. Se avete creduto e credete che tutti coloro che sono stati Romani Pontefici, Noi che siamo e tutti coloro che saranno, hanno potuto e possono, in virtù della pienezza di potere e di Autorità di cui sopra, giudicare immediatamente, da Noi stessi e da loro stessi, riguardo a tutti in quanto sono soggetti alla Nostra e alla loro giurisdizione, e istituire e delegare come giudici ecclesiastici tutti coloro che Noi vorremo, per giudicare.

1056. 5. Se avete creduto e credete che l’autorità e il potere supremo e preminente di giudicare di coloro che furono pontefici romani, di Noi che siamo e di coloro che saranno, era, è e sarà tale che essi e Noi non hanno, non possono e non saranno giudicati da nessuno; ma che essi e Noi siamo stati, siamo e saremo lasciati al solo giudizio di Dio, e che non è stato possibile, non è possibile e non sarà possibile appellarsi alle nostre sentenze e ai nostri giudizi a nessun altro giudice.

1057. 6. Se avete creduto e credete tuttora che la pienezza del potere del Romano Pontefice si estenda a tal punto che egli possa trasferire i Patriarchi, i Catholicon, gli Arcivescovi, i Vescovi, gli Abati e qualsiasi altro prelato da qualunque dignità siano stati istituiti ad altre dignità comprendenti una giurisdizione maggiore o minore, o se le loro colpe lo richiedono, degradarli e deporli, scomunicarli o consegnarli a Satana (1Co V,5).

1058. 7. Se avete creduto e credete tuttora che l’autorità del Romano Pontefice non possa e non debba essere soggetta ad alcun potere imperiale, regio o altro potere secolare per quanto riguarda l’istituzione giudiziaria, la rimostranza o la rimozione.

1059. 8. Se avete creduto e credete che solo il Romano Pontefice possa stabilire i sacri canoni universali, concedete le indulgenze plenarie a coloro che visitano le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo o che vanno in pellegrinaggio in Terra Santa, o a tutti i fedeli che, veramente e pienamente pentiti, si saranno confessati.

1060. 9. Se avete creduto e credete che coloro che si sono opposti alla fede della Chiesa romana e alla fine sono morti senza pentirsi, siano stati dannati e siano scesi ai tormenti eterni dell’inferno.

1061. 10. Se avete creduto e credete ancora adesso che, per quanto riguarda l’amministrazione dei sacramenti della Chiesa, purché sia sempre tralasciato ciò che fa parte dell’integrità e della necessità dei sacramenti, il Romano Pontefice possa tollerare vari riti delle Chiese di Cristo e anche concedere che siano mantenuti.

1062. 11. Se avete creduto e credete che gli Armeni che in varie parti del mondo obbediscano al Pontefice della Chiesa romana e che osservino con zelo e devozione le forme e i riti della Chiesa romana nell’amministrazione dei Sacramenti, nel digiuno e in altre cerimonie, stanno facendo bene, e che così facendo meritino la vita eterna.

1063. 12. Se avete creduto e credete che nessuno può essere trasferito dalla dignità episcopale a quella arcivescovile, patriarcale o di catholicon in virtù della propria autorità o dell’autorità di un principe secolare, sia esso re o imperatore o qualsiasi altro che si basi su qualsiasi potere e dignità terrena.

1064. 13. Se avete creduto e credete tuttora che quando sorgono dubbi sulla fede cattolica, solo il Romano Pontefice possa porvi fine con una decisione autentica alla quale si deve aderire irrevocabilmente, e che ciò che egli stabilisca essere vero e cattolico in virtù dell’autorità delle chiavi trasmessegli da Cristo, sia vero e cattolico, e che ciò che egli stabilisca essere falso ed eretico è da considerarsi tale.

1065. 14. Se avete creduto e credete che il Nuovo e l’Antico Testamento, in tutti i libri che ci sono stati tramandati dall’autorità della Chiesa romana, contengano in tutto la verità inequivocabile…

Purgatorio

1066. Vi chiediamo se avete creduto e credete che esista un purgatorio in cui scendano le anime di coloro che muoiono in stato di grazia e che non hanno ancora soddisfatto i loro peccati con una penitenza completa.

1067. Allo stesso modo, se avete creduto e credete che esse siano tormentate dal fuoco solo per un periodo di tempo, e che non appena sono purificate, anche prima del giorno del giudizio, raggiungano la vera ed eterna beatitudine che consiste nel vedere Dio faccia a faccia e nella dilezione.

Soggetto e ministro della cresima.

1068. Lei ha dato risposte che ci inducono a interrogarla sui seguenti punti: 1. Riguardo alla consacrazione del crisma, se ritiene che il crisma non possa essere consacrato secondo le regole e come dovrebbe da un Sacerdote che non sia Vescovo.

1069. 2. Se si ritiene che il sacramento della Confermazione non possa essere amministrato ordinariamente ex officio da qualcuno che non sia un Vescovo.

1070. 3. se credete che solo il Romano Pontefice, che ha la pienezza del potere, possa concedere il permesso a Sacerdoti che non sono Vescovi di amministrare il sacramento della Confermazione.

1071. 4. Se credete che coloro che hanno ricevuto la crismazione per mano di sacerdoti che non sono Vescovi, e che non hanno ricevuto un mandato o un permesso dal Romano Pontefice per farlo, dovrebbero ricevere nuovamente la crismazione per mano di un Vescovo o di Vescovi.

Dottrine che si oppongono a particolari errori degli Armeni.

1072. Dopo tutto quanto precede siamo portati a meravigliarci molto che in una lettera che inizia con “Honorabilibus in Christo Patribus”, lei passi sotto silenzio quattordici dei primi cinquantatré capitoli: 1. Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio.

1073. 3. I piccoli figli contraggono il peccato originale dai primi genitori.

1074. 6. Le anime completamente purificate, separate dai loro corpi, vedono Dio in modo manifesto.

1075. 9. Le anime di coloro che muoiono in peccato mortale scendono all’inferno.

1076. 12. Il battesimo distrugge il peccato mortale e il peccato attuale.

1077. 13. Cristo, scendendo all’inferno, non ha distrutto l’inferno.

1078. 15. Gli angeli sono stati creati buoni da Dio.

1079. 30. Lo spargimento del sangue degli animali non produce alcuna remissione dei peccati.

1080. 32. Chi mangia pesce e olio nei giorni di digiuno non deve essere giudicato.

1081. 39. Coloro che sono stati battezzati nella Chiesa cattolica, se diventano infedeli e poi si convertono, non devono essere battezzati di nuovo.

1082. 40. I neonati possono essere battezzati prima dell’ottavo giorno e il battesimo non può essere fatto con un liquido diverso dall’acqua vera.

1083. 42. Dopo le parole di consacrazione il corpo di Cristo è numericamente uguale al corpo nato dalla Vergine e sacrificato sulla croce.

1084. 45. Nessuno, nemmeno un santo, può realizzare il Corpo di Cristo se non è sacerdote.

1085. 46. È necessario per la salvezza confessare al proprio sacerdote, o con il suo permesso, tutti i peccati mortali, in forma piena e distinta.

INNOCENZO VI: 18 dicembre 1352 – 12 settembre 1362

URBANO V : 28 settembre 1362 – 19 dicembre 1370

Revoca imposta a Denys Foullechat dalla costituzione Ex supernae clementiae” del 23 dicembre 1368.

Errori relativi allo stato di perfezione e di povertà

1087. (Art. 4, conclusione 3) Che questa benedettissima e dolcissima Legge, cioè la Legge dell’Amore, … toglie ogni proprietà e ogni diritto di disporre … – La ritraggo come falsa, erronea ed eretica, perché Cristo e gli Apostoli hanno osservato questa legge nel modo più perfetto, e molti altri, in vari stati, … l’hanno osservata … che possedevano proprietà e avevano il diritto di disporne. …

1088. (Corollario 1) Che questa legge sposa i due pronomi possessivi, cioè “mio” e “tuo”.

(Corollario 2) Che la carità perfetta non rende tutte le cose meno comuni dell’estrema necessità. Ora dico che questi due corollari, così come derivano dalla conclusione precedente, sono falsi.

1089. (Corollario 4) Che Cristo ha dato questa Legge ai discepoli soprattutto perché la adempissero attualmente e non solo abitualmente … – Questo corollario – se questa Legge dell’amore viene intesa nel senso che toglie ogni proprietà ed ogni diritto di disporre, come dice la conclusione – se viene inteso in questo modo, lo considero falso, erroneo, eretico e contrario a ciò che la Chiesa ha stabilito.

1090. (Conclusione 4) Che la rinuncia effettiva alla volontà del cuore e al potere temporale, al diritto di disporre o all’autorità, manifesta e realizza lo stato più perfetto… Questa conclusione, intesa in senso generale, la considero falsa, erronea ed eretica…

1091. (Corollario 1) Il fatto che Cristo non abbia rinunciato a tale possesso e al diritto sui beni temporali non è sostenuto dalla nuova Legge, ma piuttosto il contrario… Mt VIII,20

(Corollario 2) Che Cristo insegnò questa Legge come regola di perfezione e la confermò con l’esempio. Questi due corollari li ritratto come falsi, erronei ed eretici, e come contrari a quanto stabilito dalla decretale del Signore Papa Giovanni (XXII) che inizia con: “Quia quorumdam“.

1092. (Corollario 4) Che la rinuncia ai beni temporali che si riferisce alla preparazione dello spirito non rappresenta e non raggiunge alcuna perfezione o una perfezione molto imperfetta e fragile… Ritratto questo articolo come falso e scandaloso.

1093. Rispondendo a un celibe [che diceva] … che Cristo non ha rinunciato a queste cose, ho negato questo e ho affermato che Cristo non ha tenuto nulla per sé. Queste due affermazioni le ritraggo come false ed eretiche, perché Cristo aveva risorse per gli ammalati e conservava ciò che gli veniva dato dai fedeli…

1094. (Ultimo corollario) Che Cristo non si preoccupava dei beni temporali più di quanto i ricchi si preoccupino dei poveri… – Ora dico che Cristo si preoccupava dei beni temporali perché non rinunciava a tutto…

Proposte aggiunte per la seconda ritrattazione (12 aprile 1369).

1095. Che Cristo, alla sua morte, ha rinunciato a tutto. – Questa proposizione la ritengo falsa, erronea ed eretica.

1096. Che quando il corpo (di Cristo) fu nel sepolcro, l’amore gli tolse ogni possesso e ogni diritto di disporne. – Questa proposizione la ritraggo come falsa, erronea ed eretica.

1097. Che il seggio universale del Signore sia stato vuoto fino ad oggi… – La ritratto come falsa ed erronea.

GREGORIO XI: 30 dicembre 1370 – 26/27 marzo

Lettera dei Cardinali dell’Inquisizione agli Arcivescovi di Tarragona e Saragozza,

Errori di Pietro di Bonageta e di Giovanni di Latona in merito aLl’eucaristia.

1101. (1). Quando un’ostia consacrata cade o viene gettata in una fogna, in un pantano o in un luogo ignobile, anche se le specie rimangono, il Corpo di Cristo cessa di essere sotto di esse, e la sostanza del pane ritorna.

1102. (2) Se un’ostia consacrata viene mangiata da un topo o divorata da una bestia, anche se le specie rimangono, il Corpo di Cristo cessa di essere sotto di essa e la sostanza del pane ritorna.

Quando un’ostia consacrata viene mangiata da un giusto o da un peccatore, quando le specie vengono schiacciate dai denti, Cristo viene rapito in cielo e non viene portato nel ventre dell’uomo.

Bolla “Salvator humani generis” all’Arcivescovo di Riga e ai suoi suoi suffraganei, 8

Principi di diritto errati contenuti nello “Specula saxonus“.

1110. Con questo scritto apostolico chiediamo a tutti i fedeli cristiani di non utilizzare d’ora in poi questi scritti o leggi riprovevoli… (Art. 1) Qualunque cosa un uomo abbia fatto al di fuori del tribunale, e per quanto nota, può liberarsi con il suo giuramento (di innocenza), e contro di esso nessuna testimonianza ha valore.

1111. (6) Se una persona è stata uccisa in una rapina o in un furto, e un parente della persona uccisa si presenta per duellare per lui, egli respingerà ogni testimonianza di duello, e il morto non potrà essere confuso senza duello.

1112. (7) Se due persone fanno contemporaneamente dichiarazioni contrarie in tribunale, può prevalere la dichiarazione di colui che ha più sostenitori.

1113. (8) Chiunque sia stato sfidato a duello, come stabilito in questo libro, non può rifiutare il duello, a meno che lo sfidante non sia meno ricco di lui.

1114. (9) Chi ha perso il suo diritto per furto o rapina, se viene accusato una seconda volta di furto o rapina non può liberarsi con un giuramento (di innocenza), ma può scegliere tra il ferro rovente, l’acqua bollente o il duello. Tuttavia, l’ultima parte di questo articolo è errata, in quanto consente la scelta tra il ferro rovente, ecc.

1115. (12) Un erede non risponde del furto o della rapina perpetrati da colui che eredita: questo è sbagliato almeno nel foro della coscienza.

1116. (Censura: gli scritti sono condannati come) falsi, temerari, iniqui e ingiusti, e in alcune cose come eretici, scismatici, contrari ai buoni costumi e pericolosi per le anime.

Errori di John Wyclif, condannati nella lettera “Super Periculosis” ai Vescovi di Canterbury e Londra, 22 maggio 1377.

Errori di John Wyclif sulla disposizione dei beni temporali.

1121. 1. l’intero genere umano, con l’eccezione di Cristo, non ha il potere di stabilire a priori che Pietro e tutta la sua discendenza abbiano il dominio politico sul mondo per sempre.

1122. 2. Dio non può dare la sovranità temporale a un solo uomo per sé e per i suoi eredi per sempre.

1123. 3. le carte dell’umanità inventate per l’eredità civile perpetua sono impossibili.

1124. 4. Chi è in grazia seriamente e fedelmente, non solo ha il diritto, ma ha davvero tutti i doni di Dio.

1125. 5. È solo come amministratore che un uomo può dare ad un figlio una sovranità, sia temporalmente, sia naturalmente che per imitazione alla scuola di Cristo.

1126. Se c’è Dio, i signori temporali possono giustamente togliere le ricchezze alla Chiesa se essa commette infrazioni.

1127. 7. Non sta a me discutere se la Chiesa sia o meno in tale stato, ma spetta ai signori temporali esaminarla e, in caso affermativo, agire con coraggio e togliere i beni temporali pena la dannazione eterna.

1128. 8. Sappiamo che non è possibile per il Vicario di Cristo conferire o togliere una capacità a qualcuno solo in virtù delle sue bolle, o in virtù di esse con la sua volontà e il suo assenso e quello del suo collegio.

1129. 9. Non è possibile che un uomo venga scomunicato se non sia stato scomunicato prima di tutto da lui stesso.

1130. 10. Nessuno è scomunicato, sospeso o tormentato da altre censure per metterlo in uno stato peggiore, a meno che non sia una questione di Dio.

1131. 11. Una maledizione o una scomunica non vincola in modo assoluto, ma solo quando è rivolta contro un oppositore della legge di Cristo.

1132. 12. Cristo non ha insegnato ai suoi discepoli, con l’esempio, il potere di scomunicare i subordinati, soprattutto non per aver messo in discussione i beni temporali, ma al contrario.

1133. 13. I discepoli di Cristo non hanno il potere di esigere i beni temporali con la coercizione delle censure.

1134. 14. Non è possibile, per il potere assoluto di Dio, che se il Papa o qualsiasi altra persona afferma di vincolare o liberare in qualche modo, in tal modo vincoli o liberi.

1135. 15. Dobbiamo credere che egli leghi o sciolga solo se si conforma alla legge di Cristo.

1136. 16. Questo è da credere in modo cattolico: qualsiasi Sacerdote regolarmente ordinato ha il potere di conferire qualsiasi sacramento in modo sufficiente, e di conseguenza di assolvere qualsiasi uomo contrito da qualsiasi peccato.

1137. 17. È lecito ai re togliere i beni temporali agli ecclesiastici, se questi ne abusano abitualmente.

1138. 18. Se i signori temporali, i santi Papi o il Capo della Chiesa, che è Cristo, hanno dotato la Chiesa di beni di ricchezza e di grazia, e se hanno scomunicato coloro che le sottraggono beni temporali, non è meno lecito, in virtù di una condizione implicita, spogliarla dei beni temporali se c’è stata un’offesa proporzionata.

1139. Un uomo di Chiesa, e persino il Romano Pontefice, può essere legittimamente rimproverato e persino messo in stato d’accusa da subordinati e laici.

TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (20): “da URBANO IV a MARTINO V”

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.