LA FESTA DELL’ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE (2022)

14 Settembre.

La festa dell’Esaltazione della S. Croce.

— Corre oggi l’anniversario delle consacrazioni delle Basiliche Costantiniane — erette al Calvario e sul S. Sepolcro: — insieme si commemora il recupero della S. Croce — rapita quattordici anni innanzi da Cosroe redi Persia — e riconquistata dall’imperatore Eraclio.

Il castigo. — Non tutte le cristianità dell’Impero Bizantino erano esemplari nella pratica delle virtù evangeliche: — perciò non fa meraviglia che Iddio — sotto gli Imperatori Foca ed Eraclio — le abbia severamente flagellate colla guerra « È fu una guerra segnata da sconfitte sopra sconfitte — nella quale il pagano Cosroe potè rapire da Gerusalemme la vera Croce di Gesù Cristo. I peccati si pagano — e dai privati — e dalle Nazioni: quindi i peccatori dovrebbero reputarsi tra i più pericolosi nemici della patria – provocatori come sono dei  castighi divini sopra di essa!

Il perdono. — Ma la Chiesa — sempre buona madre dei popoli – levò supplici a Dio le sue mani, perché gli eserciti imperiali ritrovassero le vie della vittoria: ,e Dio si lasciò placare. — Improvvisamente la fortuna dell’armi si capovolse – ed Eraclio dettò la pace ai Persiani — rivendicando subito la restituzione della S. Croce.  Potenza della preghiera! – e specialmente della preghiera pubblica – collettiva — umile — assidua! — E la S. Croce tornò a Gerusalemme — venerata più che mai dai rinsaviti Cristiani. — Fu ricollocata al Calvario con solennissima pompa — intervenendovi lo stesso vincitore Eraclio. in tutta la sua pompa imperiale.

L’ammonimento significativo. — L’Imperatore — a significare — oltre la sua viva fede — e la sua fervida pietà – anche la sua riconoscenza a Dio per la riportata vittoria — volle egli stesso recare sulle sue spalle la Croce riconquistata — a ricollocarla nel suo Santuario. — Ma, giunto alla porta che mette al Golgotha, ecco che non può più dare neanche un passo avanti, con meraviglia di tutti: — né poté proseguire, sinché — secondo il monito del Patriarca Zaccaria non depose scettro e gemme e corona e manto imperiale – rivestendo il sacco dei penitenti — e ricaricandosi così la Croce. — Badiamo anche noi ad essere coerenti seguaci del Crocifisso: — cioè Cristiani mortificati!

Hymnus

Vexílla Regis

pródeunt;
Fulget Crucis mystérium,
Qua Vita mortem pértulit,
Et morte vitam prótulit.

Quæ, vulneráta lánceæ
Mucróne diro, críminum
Ut nos laváret sórdibus,
Manávit unda et sánguine.

Impléta sunt quæ cóncinit
David fidéli cármine,
Dicéndo natiónibus:
Regnávit a ligno Deus.

Arbor decóra et fúlgida,
Ornáta Régis púrpura,
Elécta digno stípite
Tam sancta membra tángere.

Beáta, cujus brácchiis
Prétium pepéndit sǽculi,
Statéra facta córporis,
Tulítque prædam tártari.

Sequens stropha dicitur flexis genibus.

O Crux, ave, spes única,
In hac triúmphi glória
Piis adáuge grátiam,
Reísque dele crímina.

Te, fons salútis, Trínitas,
Colláudet omnis spíritus:
Quibus Crucis victóriam
Largíris, adde prǽmium.
Amen.

V. Hoc signum Crucis erit in cælo.
R. Cum Dóminus ad judicándum vénerit.

Pange, lingua, gloriósi

Láuream certáminis,
Et super Crucis trophǽo
Dic triúmphum nóbilem,
Quáliter Redémptor orbis
Immolátus vícerit.

De paréntis protoplásti
Fraude Factor cóndolens,
Quando pomi noxiális
In necem morsu ruit,
Ipse lignum tunc notávit,
Damna ligni ut sólveret.

Hoc opus nostræ salútis
Ordo depopóscerat,
Multifórmis proditóris
Ars ut artem fálleret,
Et medélam ferret inde,
Hostis unde lǽserat.

Quando venit ergo sacri
Plenitúdo témporis,
Missus est ab arce Patris
Natus, orbis Cónditor,
Atque ventre virgináli
Carne amíctus pródiit.

Vagit infans inter arcta
Cónditus præsépia:
Membra pannis involúta
Virgo Mater álligat:
Et Dei manus pedésque
Stricta cingit fáscia.

Sempitérna sit beátæ
Trinitáti glória,
Æqua Patri, Filióque;
Par decus Paráclito:
Uníus Triníque nomen
Laudet univérsitas.
Amen.

S. Leone Papa:

Sermone 8 sulla Passione del Signore, dopo la metà

Dopo l’esaltazione di Cristo sulla Croce, o dilettissimi, il vostro spirito non si rappresenti soltanto l’immagine che colpì la vista degli empi, ai quali dice Mosè: «La tua vita sarà sospesa dinanzi ai tuoi occhi, e sarai in timore notte e giorno, e non crederai alla tua vita » (Deut. XXVIII, 66). Infatti essi davanti al Signore crocifisso non potevano scorgere in lui che il loro delitto, ed avevano non il timore che giustifica mediante la vera fede, ma quello che tortura una coscienza colpevole. Ma la nostra intelligenza, illuminata dallo spirito di verità, abbracci con cuore puro e libero la Croce, la cui gloria risplende in cielo e in terra; e coll’acume interno penetri il mistero che il Signore, parlando della sua prossima passione, annunziò così: «Adesso si fa il giudizio di questo mondo, adesso il principe di questo mondo sarà cacciato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutto a me » (Joann. XII,21). – O virtù ammirabile della Croce! o gloria ineffabile della Passione, in cui è e il tribunale del Signore, e il giudizio del mondo, e la potenza del Crocifisso! Sì, o Signore, attirasti tutto a te, allorché, «dopo aver steso tutto il giorno le tue mani a un popolo incredulo e ribelle » (Is. LXV,2), l’universo intero comprese che doveva rendere omaggio alla tua maestà. Attirasti, Signore. tutto a te, allorché tutti gli elementi non ebbero che una voce sola per esecrare il misfatto dei Giudei; allorché oscuratisi gli astri del cielo e il giorno cangiatosi in notte, anche la terra fu scossa da scosse insolite, e la creazione intera si rifiutò di servire agli empi. Attirasti, Signore, tutto a te, perché squarciatosi il velo del tempio, il Santo dei santi rigettò gl’indegni pontefici, per mostrare che la figura si trasformava in realtà, la profezia in dichiarazioni manifeste, la legge nel Vangelo. – Attirasti, Signore, tutto a te, affinché la pietà di tutte le nazioni che sono sulla terra celebrasse, come un mistero pieno di realtà e senza alcun velo, quanto era nascosto nel solo tempio della Giudea, sotto l’ombre delle figure. Difatti ora e l’ordine dei leviti è più splendido, e la dignità dei sacerdoti è più grande, e l’unzione che consacra i pontefici contiene maggior santità: perché la tua Croce è la sorgente d’ogni benedizione, il principio d’ogni grazia; essa fa passare i credenti dalla debolezza alla forza, dall’obbrobrio alla gloria, dalla morte alla vita. E adesso che i diversi sacrifici d’animali carnali sono cessati, la sola oblazione del corpo e sangue tuo rimpiazza tutte le diverse vittime che la rappresentavano: ché tu sei il vero «Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo » (Joann. 1,29); e così tutti i misteri si compiono talmente in te, che, come tutte le ostie che ti sono offerte non fanno che un solo sacrificio, così tutte le nazioni della terra non fanno che un solo regno.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.