[Prov 8:34-36; 9:1-5]
Beatus homo qui audit me, et qui vigilat ad fores meas quotidie, et observat ad postes ostii mei. Qui me invenerit, inveniet vitam, et hauriet salutem a Domino. Qui autem in me peccaverit, laedet animam suam; omnes qui me oderunt diligunt mortem. – Sapientia aedificavit sibi domum: excidit columnas septem. Immolavit victimas suas, miscuit vinum, et proposuit mensam suam. Misit ancillas suas ut vocarent ad arcem et ad moenia civitatis. Si quis est parvulus, veniat ad me. Et insipientibus locuta est: Venite, comedite panem meum, et bibite vinum quod miscui vobis.
[Beato l’uomo che mi porge ascolto e che veglia ogni giorno alla mia porta ed aspetta all’ingresso della mia casa. Chi troverà me, troverà la vita, e riceverà dal Signore la salvezza; Ma chi peccherà contro di me, nuocerà all’anima sua. Tutti coloro che mi odiano amano la morte. – La Sapienza si è fabbricata una casa, ha tagliato sette colonne. Immolò le sue vittime, versò il vino e imbandì la sua mensa. Mandò le sue ancelle, perché chiamassero, ai bastioni e alle mura della città: “Chi è fanciullo, venga da me”. Ed agli stolti disse: “Venite, mangiate del mio pane e bevete il vino che io vi versai”].
Hymnus
O gloriosa virginum,
Sublimis inter sidera,
Qui te creavit, parvulum
Lactente nutris ubere.
Quod Heva tristis abstulit,
Tu reddis almo germine:
Intrent ut astra flebiles,
Caeli recludis cardines.
Tu regis alti janua,
Et aula lucis fulgida:
Vitam datam per Virginem
Gentes redemptae plaudite.
* Jesu, tibi sit gloria,
Qui natus es de Virgine,
Cum Patre, et almo Spiritu
In sempiterna saecula. Amen.
[O gloriosa tra le Vergini, assisa al di sopra degli astri, Colui che t’ha creata tu nutrì col latte del tuo seno. Ciò che a noi tolse la triste Eva, tu rendi colla tua augusta prole; ainché i miseri trovino adito nell’empireo, tu del cielo schiudi le porte. Tu del gran Re sei la porta, Tu sei la corte fulgente di luce. O genti redente, applaudite alla vita dataci dalla Vergine. Sia gloria a te, o Gesù, che sei nato dalla Vergine, insieme col Padre e con lo Spirito Santo, per tutti i secoli. Amen.]
21 NOVEMBRE
PRESENTAZIONE DI MARIA SS. AL TEMPIO
[Dom P. Guèranger. L’anno liturgico, vol. II]
Origine e carattere della festa.
La Presentazione di Maria, ultima festa mariana dell’anno liturgico, inferiore alle altre per solennità e iscritta molto tardi nel calendario, è tuttavia fra le più care al clero e alle persone consacrate a Dio. – Come è nato in Oriente il culto della Madonna, così in Oriente è sorta questa festa e vi era celebrata già nel secolo VII. – In Occidente, la Francia fu la prima ad accoglierla, alla corte romana di Avignone, nel 1372 e, un anno dopo, nella cappella del palazzo reale di Carlo V, il quale, anzi, con lettera del 10 novembre 1374 ai Maestri ed alunni del collegio di Navarra, espresse il desiderio che fosse celebrata in tutto il regno. – « Carlo, per grazia di Dio re dei Francesi, ai nostri amati sudditi: salute in Colui, che non cessa di onorare la Madre sua sulla terra. Fra gli altri oggetti della nostra sollecitudine, preoccupazione e riflessione di ogni giorno, occupa a buon diritto il primo posto nei nostri pensieri il desiderio che la Beata Vergine e Santissima Imperatrice sia da noi onorata con amore grandissimo e lodata come merita la venerazione che le è dovuta. È infatti nostro dovere renderle onore e, volgendo in alto gli occhi dell’anima nostra, sappiamo quale incomparabile protettrice sia per noi, quale potente mediatrice sia presso il suo benedetto Figlio per tutti coloro che la onorano con cuore puro… Volendo perciò esortare il nostro fedele popolo a celebrare la festa, come proponiamo Noi stessi di fare, a Dio piacendo, in tutti gli anni della nostra vita, ne inviamo l’Ufficio, affinché con la devozione aumentiamo le vostre gioie » (Launoy, Historia Navarrae gymnasii, Pars I, L. I, c. 10). – A quel tempo i principi parlavano così. E si sa come in quegli anni il saggio e pio re, proseguendo l’opera iniziata a Brétigny per mezzo della Vergine di Chartres, salvasse una prima volta dagli Inglesi la Francia sconfitta e smembrata. In quell’ora, critica per lo Stato come per la Chiesa, il sorriso di Maria Bambina portava all’uno e all’altra il grande beneficio della pace. – La festa odierna ricorda l’avvenimento più notevole e unico senza dubbio dell’infanzia della Santissima Vergine Maria: la sua Presentazione al Tempio da parte di Gioacchino e Anna e la sua consacrazione a Dio. Il fatto ci è riportato dagli apocrifi e particolarmente dal Protoevangelo di Giacomo, che nella prima parte risale al il secolo. Scritti posteriori ingraziosirono il racconto con mille dettagli, belli ma fantastici, dei quali si impadronirono tosto poeti, pittori e agiografi. La Chiesa accolse soltanto il fatto della Presentazione al Tempio.
La consacrazione di Maria.
Quando lo ritennero opportuno, san Gioacchino e sant’Anna condussero la loro piccola Bambina al Tempio e là, come ritengono parecchi santi, La consacrarono al Signore, che l’aveva loro concessa nella vecchiaia. – Da parte sua, Maria ratificò la consacrazione fatta dai genitori, la consacrazione già fatta nel momento della sua Concezione Immacolata e si donò senza riserve, volendo per tutta la vita essere la Serva del Signore. « La Madonna, diceva san Francesco di Sales, fa oggi un’offerta quale il Signore la vuole, perché, oltre la sua persona, che sorpassa tutte le altre, fatta eccezione del Figlio suo, offre tutto ciò che è, tutto ciò che ha e questo è quanto Dio chiede » (Opere, t. IX, p. 236).
I sentimenti di Maria.
L’Olier fa notare che « l’offerta, che Maria aveva fatta di se stessa fin dalla concezione immacolata, era segreta, ma che, come la religione comprende doveri interni e nascosti e doveri esterni e pubblici, Dio volle che rinnovasse l’offerta nel Tempio di Gerusalemme, unico santuario della vera religione allora esistente nel mondo intero, ed Egli stesso Le ispirò di andare ad offrirsi a Lui in quel luogo. La Bambina benedetta, santificata nella carne, l’anima penetrata e piena della divinità, mentre le sue facoltà naturali sembravano morte, era in tutto diretta dallo Spirito Santo. Con la sola attività del proprio spirito, chiudendo ogni porta alla saggezza umana, viveva soltanto secondo Dio, in Dio, per Dio e sotto la direzione stessa di Dio… » Posseduta dallo Spirito di Dio, tutta ardore e amore, era condotta al Tempio dallo Spirito divino, che la elevava oltre le possibilità dell’età e della natura. Bambina di tre anni appena, sale da sé i gradini del Tempio… per far vedere che soltanto lo Spirito divino La dirige e per insegnare a noi che, operando con la sua potenza nelle anime nostre. Egli è il vero sostegno delle nostre infermità… » Maria rinnova allora il voto di vittima e di ancella con amore ancora più puro, più grande, più nobile e più ammirabile di quando Io aveva emesso nel tempio sacro del seno di sant’Anna e tale amore, crescendo continuamente, sviluppandosi momento per momento, senza interruzioni e senza posa, la rende immensa. Tutta consumata da questo amore, non vuole avere di vita, movimento, libertà, spirito, corpo, niente altro che in Dio. Il dono fatto di sé è così vivo, ardente e stimolante che l’anima è, in ogni momento e in modo perpetuo, disposta ad abbandonarsi in Dio, ad appartenergli sempre di più, convinta di non esserlo mai abbastanza e desiderosa di esserlo maggiormente, se le è possibile… » Infine, offrendosi a Dio, come ostia viva a Lui consacrata in tutto quello che è e in tutto quello che sarà un giorno, rinnova la consacrazione a Dio di tutta la Chiesa, che già aveva fatta nel momento della sua Concezione e specialmente la consacrazione delle anime, che, seguendo il suo esempio, si sarebbero consacrate al divino servizio in tante sante comunità. In quel giorno la legge antica vede realizzarsi qualcosa di quello che essa significava: il Tempio di Gerusalemme vede compiuta una delle sue speranze e accoglie fra le sue mura uno dei templi dei quali è immagine la Santissima Vergine Maria, tempio vivo di Cristo, come Gesù sarà tempio vivo e perfetto della divinità » (Vie intérieure de la Sainte Vierge, pp. 127-133).
Dopo la Presentazione.
Maria non resta al tempio, perché nessuno meglio di Gioacchino e Anna sono preparati ad educare la Madre di Dio; ma vi ritorna spesso per essere iniziata alla legge mosaica, per unirsi ai sacrifici offerti a Dio ogni giorno e pregarLo di inviare presto il Messia promesso e tanto atteso. – « Conoscendo pienamente i misteri del Figlio di Dio… Maria contempla e adora Gesù Cristo in tutte le figure della liturgia mosaica. Al tempio è come circondata da Cristo, Lo vede dappertutto e, in certo senso, Ella è la pienezza della Legge, poiché compie al momento del declino della Legge, ciò che questa non aveva ancora potuto consumare dalla sua istituzione. Vedendo le vittime del tempio. Maria sospira per la morte della vittima annunziata dai profeti, per la morte di Colui che salverà il mondo e che sarà ad un tempo Sacerdote, Vittima e Tempio del suo sacrificio. Maria adempie senza saperlo in quel tempo le funzioni sante del sacerdozio che avrebbe esercitato sul Calvario… è il Sacerdote universale, il sommo Sacerdote della Legge, il Pontefice magnifico, che immola in anticipo, spiritualmente. Gesù Cristo alla gloria del Padre… E, come offre a Dio Se stessa, in tutto quello che è e in tutto quello che sarà, offre, nello stesso tempo, tutta la Chiesa. » La Legge richiamava il Messia… La Santissima Vergine lo chiama con maggiore potenza ed efficacia, più dei Patriarchi e dei Profeti, per la sua inimitabile santità, per le sue qualità auguste, per l’ardore della carità verso gli uomini e per l’amore ardentissimo e veemente per il Verbo incarnato, del quale già contempla la bellezza affascinante, nelle comunicazioni del Verbo stesso, delle quali il Padre si compiace favorirla… » (Olier, ibid. pp. 137-144). La festa della Presentazione è così per noi provvidenziale preparazione al periodo liturgico dell’Avvento, ormai vicino, durante il quale, insieme con tutti i santi del Vecchio Testamento e soprattutto uniti alla preghiera di Maria, chiederemo per le anime nostre e per il mondo intero il grande beneficio della nuova nascita del Salvatore.
Preghiera.
« Rallegratevi con me voi tutti che amate il Signore, perché, ancora piccolina, piacqui all’Altissimo » (Secondo respons. del primo Notturno dell’Uff. della Madonna). Nell’Ufficio cantato in tuo onore ci rivolgi, o Maria, questo invito e quale festa meglio di questa lo giustificherebbe? Quando, piccola più per l’umiltà che per l’età, candida e pura salivi i gradini del tempio, il cielo dovette riconoscere che ormai le compiacenze dell’Altissimo erano per la terra. Gli Angeli, in una pienezza di luce mai vista, compresero le tue grandezze incomparabili, e la maestà di un Tempio in cui Dio raccoglieva un omaggio superiore a quello dei nove Cori angelici, la prerogativa augusta del Vecchio Testamento di cui eri Figlia e i cui insegnamenti perfezionavano in Te la formazione della Madre di Dio. – Tuttavia la santa Chiesa Ti dichiara imitabile per noi in questo mistero della Presentazione, come in tutti gli altri, o Maria (Lezione seconda del secondo Notturno). Degnati particolarmente benedire i privilegiati che la grazia della vocazione fa abitare qui in terra nella casa del Signore e siano essi pure il fertile ulivo (Eccli. 24, 19) nutrito dello Spirito Santo col quale oggi ti paragona san Giovanni Damasceno (Lezione prima del secondo Notturno). Ma non è forse ogni cristiano, per il suo Battesimo, cittadino e membro della Chiesa, vero santuario di Dio del quale il tempio di Gerusalemme è soltanto figura? Per tua intercessione ci sia possibile seguirTi da vicino nella tua felice Presentazione, per meritare di essere noi pure presentati, al tuo seguito, all’Altissimo nel tempio della sua gloria.
Dal libro di san Giovanni Damasceno sulla fede ortodossa.
Libro 4, cap. 15.
Gioacchino si scelse per sposa Anna, donna piena di meriti e degna dei più grandi elogi. Ma come la primiera Anna, provata dall’afflizione della sterilità, ottenne con la preghiera e con un voto la nascita di Samuele; così pure costei ottenne con suppliche e con una promessa la Madre di Dio, onde neppur qui la cede a nessuna delle donne più illustri. Così la grazia (che questo vuol dire il nome di Anna) dà alla luce la Sovrana (questo significa il nome di Maria). La quale infatti è veramente stata costituita la Sovrana di tutte le creature, divenendo la Madre del Salvatore. Ella vede la luce nella casa di Gioacchino, detta la piscina probatica, e più tardi è condotta nel empio. Piantata così nella casa di Dio e nutrita dallo Spirito Santo, ella, simile a fertile olivo, diviene il santuario d’ogni virtù, distaccando il suo cuore da tutte e cupidigie di questa vita e della carne, e conservando la sua anima vergine unitamente al suo corpo, come conveniva a colei che doveva ricevere Dio nel suo seno.
Hymnus
Quem terra, pontus, sídera
Colunt, adórant, prædicant,
Trinam regéntem máchinam,
Claustrum Maríæ bájulat.
Cui luna, sol, et ómnia
Desérviunt per témpora,
Perfúsa cæli grátia,
Gestant puéllæ víscera.
Beáta Mater múnere,
Cujus supérnus ártifex
Mundum pugíllo cóntinens,
Ventris sub arca clausus est.
Beáta cæli núntio,
Foecúnda sancto Spíritu,
Desiderátus géntibus,
Cujus per alvum fusus est.
* Jesu, tibi sit glória,
Qui natus es de Vírgine,
Cum Patre, et almo Spíritu
In sempitérna sæcula. Amen.
[Colui che la terra, il mare, il cielo, venerano, adorano ed esaltano, colui che governa questo triplice mondo Maria portò nel suo seno. Colui al quale la luna, il sole, e tutte le cose obbediscono da tutti i tempi, portò il grembo della Vergine, penetrato dalla grazia celeste. Madre beata per sì grande dono: l’Artefice sommo, che nel pugno contiene il mondo, si raccolse nell’arca del tuo seno. Beata all’annuncio del cielo, feconda di Spirito Santo, il desiderato delle genti venne alla luce nel tuo seno. O Gesù, sia gloria a te che sei nato dalla Vergine, con il Padre e lo Spirito Santo, per tutti i secoli.].