[Il trionfo della quinta colonna]
[Il trionfo del sommo marrano]
ORIGINI DELLA « QUINTA COLONNA »
[M. Pinay: “Complotto contro la Chiesa”- Roma, 1962]
Allo scopo di fornire esauriente dimostrazione sulla fondatezza dei fatti da noi narrati nel precedente capitolo, chiameremo in causa un testimonio illustre ed importante le cui prove, soprattutto per gli ebrei, sono esaurienti ed indiscutibili. Ci riferiamo all’insigne storico ebreo contemporaneo Cecil Roth, giustamente stimato, nel mondo giudaico come il più illustre. Soprattutto in materia di criptogiudaismo. Nella sua celebre opera Historia de los Marranos (con l’appellativo di marrani l’autore ebreodefinisce dispregiativamente coloro tra gli ebrei che per paura o per tornaconto personale hanno nascosto e nascondono la loro origine e la loro fede religiosa, n.d’A.). Cecil Roth ci rivela molti interessanti dettagli su come gli ebrei, grazie alla loro apparente conversione, riuscirono ad introdursinella Cristianità, comportandosi in pubblico come cristiani, però conservando in segreto la religione ebrea. Egli ci dimostra anche come questa fede clandestina possa trasmettersi da padre in figlio, coperta dall’apparente attivismo cristiano. – Nella sua opera suddetta — Editoriale d’Israele, Buenos-Ayres, anno 1946 (anno ebreo 5706) — Cecil Roth scrive testualmente :
« Introduzione- Precedenti del cripto-giudaismo
« Il cripto-giudaismo, nelle sue diverse forme, è antico come lo stesso giudaismo. Nei tempi della dominazione ellenica in Palestina, i deboli di carattere cercavano di nascondere la loro origine, allo scopo di sottrarsi al ridicolo negli esercizi atletici. Sotto la ferula romana essi continuarono egualmente nei loro sotterfugi onde evitare il pagamento dell’imposta speciale ebrea: il Fisco giudaico, istituito dopo la caduta di Gerusalemme. Lo storico Svetonio ci fornisce una viva relazione delle angherie patite da un nonagenario, sul conto del quale si intendeva scoprire se fosse o no ebreo. « L’attitudine ebrea ufficiale, così come viene espressa nelle sentenze dei rabbini, non può essere maggiormente chiara. Un uomo può e deve salvare la sua vita in pericolo, con qualsiasi mezzo, eccezion fatta per l’assassinio, l’incesto, e l’idolatria. Questa massima si applicava nei casi in cui veniva imposto un pubblico gesto di rinuncia alla fede. Il semplice occultamento del Giudaismo era, in cambio, una cosa del tutto diversa. Gli intransigenti esigevano, è vero, che non si rinunziasse agli abiti tradizionali, anche se ciò veniva imposto come mezzo di oppressione religiosa. Ma una così ferma fedeltà ai principi non poteva essere richiesta a tutti. La legge ebraica tradizionale stabilisce, e consente; eccezione nei casi in cui, per forza maggiore, sia impossibile osservare i precetti e quando tutto il Giudaismo vive giorni difficili. « Il problema divenne attuale negli ultimi anni dei tempi talmudici, nel secolo quinto, durante le persecuzioni di Zoroastro in Persia, ma fu però risolto, più che con il conformismo attivo alla religione dominante, grazie ad una forzata negligenza delle tradizionali osservanze. Il Giudaismo divenne, in un certo modo sotterraneo e solo dopo alcuni anni recuperò la sua intera libertà. « Con l’avvento delle dottrine cristiane, impostesi definitivamente in Europa nel secolo quarto, ebbe inizio una fase particolare della vita ebrea. La nuova fede reclamava per se il possesso della verità e considerava, inevitabilmente, il proselitismo come uno dei suoi maggiori obblighi morali. La Chiesa riprovava, questo è certo, la conversione forzosa. I battesimi impartiti in condizioni siffatte eranoconsiderati nulli. Papa Gregorio il Grande (590-604) li condannò ripetutamente, pur accogliendovolentieri quei proseliti che erano stati attratti con altri mezzi. La maggior parte dei suoi successori seguirono il suo esempio. Malgrado ciò non sempre la proibizione pontificia veniva rispettata, pur riconoscendo, naturalmente, che la conversione forzosa, non era ortodossa. Per evitarla gli ebrei venivano larvatamente minacciati di espulsione e anche di morte; mentre veniva loro detto, che qualora si fossero fatti battezzare sarebbero stati salvi. – « Capitava quindi, a volte, che gli ebrei dovessero sottomettersi a questa dura necessità. E in questo caso la loro conversione al Cristianesimo si considerava spontanea. Si ebbe, in questo modo, una conversione forzosa in massa a Mahon (Minorca), nell’anno 418, sotto gli auspici del vescovo Severo. Un episodio simile capitò a Clermont, in Francia, la mattina del giorno dell’Assunzione dell’anno 576; e nonostante la disapprovazione di Gregorio il Grande, tale esempio venne seguito in diversi altri luoghi della Francia stessa. Nell’anno 629 il re Dagoberto ordinò che tutti gli ebrei accettassero il battesimo pena l’esilio. Il sistema fu imitato dopo poco tempo anche in Lombardia. « Evidentemente le conversioni ottenute con questo mezzo non potevano esser sincere. E nei limiti del possibile le vittime continuavano a praticare occultamente la loro religione e approfittavano della prima occasione per ritornare alla fede dei loro antenati. Un clamoroso caso del genere ebbe a verificarsi in Bisanzio, sotto Leone, nell’anno 723. La Chiesa lo sapeva e faceva quanto era in suo potere per evitare che gli ebrei continuassero a intrattenere relazioni con i loro fratelli rinnegati, qualunque fosse stato il mezzo con il quale era stata ottenuta la conversione. « I rabbini chiamavano questi apostati riluttanti « anusim » (forzati), trattandoli diversamente da coloro che rinnegavano la fede di propria volontà. Una delle prime manifestazioni della sapienza rabbinica in Europa fu il libro di Gerschom, di Magonza, Luce dell’esilio, scritto all’incirca nell’anno 1000, nel quale veniva vietato di trattare duramente i « forzati » che ritornavano al Giudaismo. Proprio il figlio dello scrittore era stato vittima delle persecuzioni; e pur essendo morto come cristiano Gerschom lo piangeva come se fosse morto nella sua vera fede. « Nel servizio di sinagoga c’è una orazione che implora la protezione divina per tutta la Casa d’Israele, anche per i ” forzati ” che fossero in pericolo, in terra a in mare senza fare distinzione alcuna. Quando ebbe inizio il martirologio del giudaismo medioevale, con la strage sul Reno, verificatasi durante la prima crociata (1096) numerose persone accettarono il battesimo per aver salvala vita. Più tardi, incoraggiati e protetti da Salomon Ben Isaac de Troyes (Rachi), il grande saggio ebreo francese, molti di loro ritornarono alla fede dei padri, malgrado che le autorità ecclesiastiche guardassero di malocchio la perdita di queste preziose anime, guadagnate da loro alla Chiesa. « Il fenomeno del marranismo senza dubbio, va altre la conversione forzosa e la conseguente pratica segreta del giudaismo. La sua caratteristica principale è questa : la fede clandestina si trasmette egualmente da padre in figlio. « Una delle ragioni addotte per giustificare l’espulsione degli ebrei dall’Inghilterra, nel 1290, fu che essi seducevano i recenti convertiti, e li facevano ritornare nel « vomito del giudaismo ». Cronisti ebrei aggiungono che molti ragazzi vennero sequestrati e inviati nel nord del paese, dove continuarono per lungo tempo a praticare la loro antica religione. Anche a questo fatto si deve, informa uno di essi, la prona accettazione della Riforma, così come la predilezione per i nomi biblici e certe peculiarità dietetiche scozzesi. La versione è meno improbabile di quanto a prima vista potrebbe sembrare e costituisce un interessante esempio di come il fenomeno del cripto-giudaismo possa rivelarsi nei luoghi apparentemente meno indicati. “Duecento anni dopo che gli ebrei furono espulsi dal sud della Francia, taluni maliziosi esperti in genealogia scopriranno tracce di sangue ebreo — di quegli ebrei! — in talune altolocate famiglie, le quali stando alle dicerie continuarono a praticare il giudaismo nella intimità dei loro focolari. Si tratta, è chiaro, di ebrei, che preferirono restare nel Paese quali cattolici dichiarati e confessi, anziché affrontare le asprezze e le incognite dell’esilio. « Esempi simili esistono anche nei tempi molto più prossimi a noi. Il più notevole di tutti è l’episodio dei neofiti di Puglia (Italia) venuto recentemente alla luce dopo molti secoli di oblio. Verso la fine del secolo XIII gli Angioini, che regnavano su Napoli, provocarono una conversione generale degli ebrei dei loro domini, la cui comunità risiedeva nelle vicinanze di Trani. Sotto il nome di « neofiti » i convertiti continuarono a vivere come cripto-giudei durante più di tre secoli e la loro segreta fedeltà all’ebraismo fu uno dei motivi per i quali l’Inquisizione fu tanto attiva a Napoli nel secolo XVI. Molti di essi morirono sul rogo, a Roma nel febbraio del 1572; tra essi tale Teofilo Panarelli, un saggio di illustre reputazione. Alcuni riuscirono a fuggire nei Balcani e s’incorporarono nelle locali comunità. I loro discendenti conservano ancora oggi, nel sud dell’Italia, taluni vaghi ricordi dell’ebraismo. « Né il fenomeno può dirsi ristretto unicamente al mondo cristiano, perché si è infatti verificato sovente anche in diversi luoghi di quello musulmano, dove è ancora facile imbattersi in antiche comunità di criptogiudei. I daggatun del Sahara, per esempio, continuarono a praticare i loro precetti ebrei molto dopo la loro formale conversione all’Islam, ed i loro eredi odierni non li hanno ancora del tutto dimenticati. I donmeh di Salonicco, altro esempio, discendono da coloro che seguirono lo pseudomessia Sabbetai Zevi nella sua apostasia, e, anche se ostentatamente appaiono quali perfetti mussulmani, praticano in segreto un giudaismo messianico. « Oltre a questi, si hanno numerosi altri esempi. Le persecuzioni religiose in Persia, iniziatesi nel secolo XVII, hanno lasciato nel Paese, particolarmente a Meshed, numerose famiglie che osservano privatamente il Giudaismo con puntigliosa scrupolosità, mentre esteriormente appaiono come devotissime adepte della fede dominante. « Il Paese tipico del cripto-giudaismo è, però, la Spagna. La tradizione è divenuta colà talmente generale e lunga, che è da sospettarsi l’esistenza di una predisposizione marranica nell’atmosfera stessa del paese. Già nel periodo romano gli ebrei erano numerosi e influenti. Molti di essi pretendevano discendere addirittura dalla aristocrazia di Gerusalemme, condotta in esilio da Tito e dai precedenti conquistatori. Nel secolo V, dopo le invasioni barbariche, la loro situazione migliorò assai, in quanto i Visigoti, voltisi alla forma ariana del cristianesimo, erano favorevoli agli ebrei perché strettamente monoteisti, e anche perche essi formavano una influente minoranza il cui appoggio valeva la pena di assicurarsi. « Convertitisi però alla fede cattolica, i Visigoti dimostrarono subito il tradizionale zelo di tutti i neofiti e gli ebrei furono immediatamente le vittime di questo zelo. Salito al trono Recaredo nell’anno 589, la legislazione ecclesiastica cominciò ad essere applicata sin nei minimi dettagli. I suoi successori non furono invece così severi. Asceso alla regalità Sisebuto (612-620) prevalse però il suo acceso fanatismo. Questi infatti, forse istigato dall’imperatore bizantino Eraclio, promulgò nel 616 un editto col quale ordinò il battesimo di tutti gli ebrei del suo regno, pena l’esilio e la confisca dei beni. Stando ai resoconti dei cronisti del tempo novantamila ebrei abbracciarono la fede cristiana. Fu questa il primo dei grandi disastri che la storia degli ebrei spagnoli dovette registrare. « Fino al regno di Rodrigo, l’ultimo dei Visigoti, la tradizione persecutoria fu seguita fedelmente, salvo brevi interruzioni. Durante gran parte di questo tempo infatti, la pratica del giudaismo era completamente proibita, ma allorquando la vigilanza del governo divenne meno rigida, i più recenti convertiti approfittarono della situazione per tornare alla loro fede d’origine. I successivi Concili di Toledo, dal quarto sino al decimo ottavo, consacrarono le loro energie nel prescrivere sempre nuove norme che impedissero il ritorno alla sinagoga. I figli dei sospetti vennero separati dai loro padri, ed educati in una atmosfera cristiana incontaminata. Venne fatta obbligo ai conversi di firmare una dichiarazione con la quale essi si impegnavano a non praticare in futuro nessun rito ebreo, eccezion fatta per l’interdizione della carne di maiale per la quale essi affermavano di sentir ripugnanza fisica. « Malgrado. questa però, la infedeltà dei recenti convertiti e dei loro discendenti continuò notoriamente e costituì sempre uno dei più gravi problemi della politica visigota, sino all’invasione araba del 711. – « Il gran numero di ebrei trovati nel Paese dagli arabi dimostra il completo fallimento di tutti i ripetuti tentativi di convertirli. Così ha avuta inizio nella Penisola Iberica la tradizione marranica. « Con la venuta degli arabi ebbe inizio per gli ebrei di Spagna un’età d’oro; prima con il califfato di Cordova, e, dopo la sua caduta, (1012) nei regni minori che si costituirono sulle rovine, del califfato, il giudaismo peninsulare si rafforzò notevolmente e le sue comunità superarono in numero, cultura e ricchezza tutte le altre dell’Occidente. « La lunga tradizione di tolleranza s’interruppe con l’invasione degli Almoravidi, all’inizio del secolo XII. Quando i puritani Almohades — una setta nord-africana — vennero chiamati nella penisola, nel 1148, per contenere la minacciosa avanzata delle forze cristiane, la reazione esplose violenta. I nuovi governanti introdussero in Spagna l’intolleranza di cui avevano data prova in Africa e la pratica religiosa, vuoi dell’Ebraismo che del Cristianesimo, venne proibita nelle provincie ancora soggette al dominio musulmano. La maggior parte degli ebrei si rifugiarono allora nei regni cristiani del nord, e da questo periodo data l’inizio dell’egemonia delle comunità israelitiche della Spagna cristiana. « La minoranza di coloro che non potettero fuggire, e che non riuscirono a salvarsi dall’essere sgozzati a venduti schiavi, segui invece l’esempio dato anni prima dai fratelli del Nord-Africa: abbracciò la religione dell’lslam. Nel sua intima però, continuò a professare la fede dei suai avi. Così ebbe vita, ancora una volta nella Penisola Iberica il fenomeno dei proseliti insinceri che pagavano, unicamente con le labbra, il loro tributo alla religione dominante, mentre nel segreto dei focolari coltivavano la tradizione ebrea. La loro infedeltà era notoria ». [Cecil Roth, Historia de los Marranos, Ediz. cit., da p. 11 a 18]. – Sin qui la trascrizione integrale del testo del suddetto storico ebreo, Cecil Roth, che dimostra: – I. Che il cripto-giudaismo o giudaismo clandestino, nelle sue diverse forme, è antico come gli stessi ebrei e che gli stessi ebrei — anche nei tempi dell’antichità pagana — ricorrevano già all’artificio di nascondere la loro qualità e quindi apparire come membri ordinari del popolo Gentile nel cui territorio vivevano. – II. Che nel secolo V dell’era cristiana, durante la persecuzioni Zoroastrica in Persia, il Giudaismo si trasformò sicuramente in occulto. – III. Che con l’affermarsi, nel IV secolo, della dottrina cristiana, ebbe inizia una nuova fase della vita ebrea, in quanto la Chiesa reclamava il possesso esclusivo della Verità, considerando, così, inevitabilmente, il proselitismo come uno dei suoi maggiori obblighi morali. – Anche se la Chiesa cristiana condannò le conversioni forzose e si adoperò per proteggere gli ebrei, tollerò, pur tuttavia, che gli stessi venissero fatti oggetto di pressioni o posti dinanzi a dilemmi che inducessero a convertirsi; e in questo caso le conversioni vennero giudicate spontanee. L’autore suddetto cita in proposito le conversioni di questo genere avvenute a Minorca, in Francia e in Italia durante i secoli V e VI dell’era cristiana, per dopo concludere che queste conversioni di ebrei al Cristianesimo non poterono esser sincere e che i convertiti continuarono quindi a praticare occultamente il Giudaismo. – L’autore stesso segnala inoltre che qualcosa del genere si verificò anche a Bisanzio, ai tempi di Leone, nell’anno 723, dimostrando così che già nel secolo ottavo dell’era cristiana, ossia altre milleduecento anni orsono, dalla Francia a Costantinopoli, cioè da un estrema all’altro dell’Europa Cristiana, l’infiltrazione degli ebrei nella Santa Chiesa era divenuta un fenomeno generale, mediante, appunto, le false conversioni. – Tutto ciò ha condotto alla formazione di un giudaismo sotterranea che vive al fianco di quello palese i cui membri apparentemente sembrano cristiani. In quella parte del libro in cui l’autore parla della leggenda di Elcanan, il Papa ebreo, si rileva ancora una volta quale è l’ideale supremo che questi falsi cristiani hanno coltivato e accarezzato in tutti i tempi : impadronirsi delle Alte Dignità della Chiesa, sino a poter collocare un Papa ebreo clandestino sul Trono di San Pietro. In questo modo essi s’impadronirebbero della Santa Chiesa per tentare — naturalmente invano — di distruggerla. – IV. Che nel marranismo, altre alla finta conversione e alla segreta pratica della religione anteriore, deve riscontrarsi una radicata tradizione che obbliga gli ebrei a trasmettere questa loro tendenza di padre in figlio. L’autore, infatti, ricordo quanto accadde in Inghilterra e nella Scozia, a partire dall’anno 1290, dove una delle ragioni addotte per espellere gli ebrei, fu che essi inducevano i convertiti a praticare il Giudaismo e un’altra che molti bambini venivano raccolti e inviati nel nord del Paese, dove potevano continuare nella loro antica religione. Occorre rilevare, a questo punto, che dopo il 1290, l’Ebraismo restò proscritto in tutta la Gran Bretagna, dove nessuno poté eleggere dimora senza essere cristiano. La menzione fatta dall’illustre storico ebreo — il quale ha tratta le notizie da un cronista dell’epoca — relativa alla supina acquiescenza degli inglesi alla Riforma e alla loro predilezione per i nomi biblici, dovute ancora una volta, fu la « quinta colonna » ebrea, costituita da questi falsi convertiti al cristianesimo, quella che, operando nella Gran Bretagna, facilitò la sua separazione dalla Chiesa di Roma. Apparve evidente anche in Gran Bretagna che attraverso queste false conversioni la Santa Chiesa, lungi dall’ottenere la sperata salvazione di alcune anime, ne perdette milioni di altre, in quanto i discendenti dei falsi convertiti hanno fomentato lo scisma protestante. Anche il caso dei neofiti del Sud dell’Italia, riferita da Cecil Roth, i quali operarono lo loro falsa conversione al cristianesimo, spicca per la sua evidenza. Dovette trattarsi, non c’è dubbio, di un fatto molto importante, se di questo fu obbligata ad occuparsi la Santa Inquisizione, per cui molti dei perseguiti finirono i loro giorni a Roma, sul rogo. E’ anche importantissimo sottolineare che la Santa Inquisizione che funzionò a Roma fu, naturalmente la Santa Inquisizione Pontificia, la cui benemerita istituzione, avvenuta nel Medio Evo — e ciò non sarà mai ripetuta abbastanza! — riuscì a bloccare per tre secoli i progressi della bestia apocalittica dell’Anticristo. – V. Che il fenomeno del cripto-giudaismo non fu affatto limitato al mondo cristiano. Si verificò, infatti, anche in diversi luoghi del mondo mussulmano, dove non è difficile incontrare, come l’autore segnala, antiche comunità ebree le quali, al pari di quelle operanti nella Cristianità, pur apparendo devote alla religione del Paese, coltivavano in segreto i loro antichi riti di origine. Ciò rivela che la « quinta colonna » ebrea è operante anche in seno alla religione islamica e che quindi non si è davvero lontani dalla verità affermando che le divisioni e le continue rivolte tra i seguaci di Maometto sono dovute a questa specie di giudaismo. – VI. Che il Paese tipico del cripto-giudaismo è la Spagna, dove la tradizione è stata tanto lunga e diffusa che si può persino sospettare l’esistenza di una predisposizione marranica, nell’atmosferastessa del Paese. – Crediamo che altrettanto possa dirsi del Portogallo e dell’America Latina, dove le organizzazioni segrete dei marrani, ovviamente coperte con la maschera del falso cattolicesimo, hanno creato, come in Spagna, tanti scompigli e si sono infiltrate nel Clero e nelle organizzazioni cattoliche. – Sono in maggioranza marrani anche coloro che controllano le organizzazioni della massoneria e del comunismo e che formano il potere occulto che le dirige. Come in altre parti del mondo, inoltre, anche nei suddetti Paesi, il movimenta antipatria è diretto da ebrei. Ebrei la cui religione è, in gran parte, occulta e sotterranea, celata sotto le apparenze dell’ortodosso eppur falso cristianesimo e sotto i cristianissimi nomi spagnoli e portoghesi che quattro a cinque secoli fa, vennero presi ai padrini di battesimo che testimoniarono sulla conversione e adottati dai loro antenati. – Un conversione opportunistica e di tutto comodo, come abbiamo visto, quindi ostentata e falsa al cento per cento.