[G. Sbuttoni: Da Pietro a Pio XII, Edit. A. B. E. S. Bologna, 1953; nihil ob. et imprim. Dic. 1952]
CAP. IX
CRISTIANIZZAZIONE DEI POPOLI BARBARI
PREAMBOLO
Opera materna
Crollato l’Impero, non rimaneva, erede di esso, se non la Chiesa. Come la madre, alla morte del padre, governa la casa, difende e nutre i figli, conserva come può il patrimonio dilapidato, così la Chiesa, disarmata e indifesa, assunse, come poté con i suoi mezzi e con la sua autorità, il governo dell’Europa Occidentale. I Vescovi, prima di tutto si opposero alle nefandezze dei barbari; difesero i popoli inermi, mantennero le leggi civili. Poi presero l’amministrazione di terre, il governo di città, qualche volta anche il comando d’eserciti.
« Episodi del genere si ripeterono, e in proporzioni ampie — giacché si prestarono non solo i Vescovi, ma anche presso che tutti i Parroci — negli infausti anni della guerra 1940-1945 particolarmente in Italia ». E i barbari, dinanzi all’ augusta autorità del Papa, dinanzi alla paterna fermezza dei Vescovi, dinanzi alla severa autorità dei Monaci, spesso piegarono la fronte e le ginocchia.
D. Vinto il politeismo greco-romano, a che si trovò di fronte la Chiesa?
— All’invasione dei barbari, che a guisa di incontenibili valanghe s’abbatterono su tutta l’Europalatina e l’Africa settentrionale.
D. Quale fu la sorte dell’Italia?
— … di vedersi invasa prima dagli Eruli guidati da Odoacre, poi dagli Ostrogoti di Teodorico, infine dai Longobardi.
D. E la sorte della Chiesa?
— Se non fosse istituzione divina, avrebbe fatto la fine dell’Impero; invece fu la Chiesa a vincere i barbari, guadagnandoli a Cristo e al Vangelo.
D . Come si regolò la Chiesa con i barbari?
— Essa accettò da loro tutto ciò che poteva essere accettato e condannò in loro tutto ciò che era contrario alla legge di Dio.
D. Quale potrebbe essere un esempio?
— Questo: secondo il costume barbarico, i giovani venivano iniziati all’arte delle armi con riti e prove solenni. La Chiesa cristianizzò queste iniziazioni e cercò di elevare il valore militare a legge più alta.
D . Che cosa ne nacque?
— La Cavalleria Cristiana, che dal secolo VII al XIV forma il ceto più caratteristico della società feudale e che ha dato contributi sì alti alla civiltà, alle arti, al costume.
D. Chi è il Cavaliere?
— Non è più il milite che va a cavallo o, come a Roma, una classe di appaltatori; è il tipo dell’uomo, educato dalla fanciullezza alle armi, scelto tra i cadetti ( = figli non primogeniti) delle famiglie nobili, libero combattente del diritto e del capriccio.
D. Quali difficoltà incontrò la Chiesa per conseguire la sua vittoria sui barbari?
—- La più grave fu quella di trovare una parte di barbari infetti di arianesimo, propagato da Costantinopoli, nemica di Roma. Tuttavia con lavoro paziente e costante vinse anche i più gravi ostacoli.
D. Quali furono i popoli guadagnati?
— I Franchi, il cui re Clodoveo ricevette il battesimo a Reims nel 496 dalle mani di S. Remigio;
la Scozia e l’Irlanda per opera di S. Patrizio;
l’Inghilterra per opera di S. Gregorio Magno, che v’inviò S . Agostino di Canterbury con 40 monaci;
i Longobardi, attratti al Cattolicesimo dall’esempio e dall’opera della loro regina Teodolinda;
la Germania, guadagnata nel 700 da S. Bonifacio;
gli Slavi, convertiti dai fratelli S. Cirillo e S. Metodio;
i Magiari, conquistati alla Chiesa dal re S. Stefano.
LETTURA
IL CAVALIERE IDEALE
Nel grande poema « La canzone dì Rolando » e raffigurata mirabilmente
in questo eroe il tipo del cavaliere ideale del secolo XI. La formazione di lui è attribuita a Carlo Magno (Rolando, infatti, è nipote di lui) che così parla al figlio Luigi:
— Tu che finora non hai conosciuto altra legge che il tuo arbitrio, ti sottometterai ai comandi della Chiesa e proteggerai i templi e i monasteri. Tu che hai disprezzato i deboli e i poveri diventerai il protettore dì essi, il difensore dei fanciulli, delle vedove, dei malati.
« Verso i poveri ti dovrai umiliare ». Tu che finora sei stato mancatore di parola e sprezzatore di ogni diritto, sarai invece fedele alla parola, leale, generoso: « Senza macchia e senza paura ».
Quattro secoli dopo — quando il compito storico della Cavalleria sta per tramontare — la madre dì Pietro du Terrail, signore di Baiar do (e perciò detto « Boiardo ») benedice suo figlio che va in guerra. Pietro le dice:
— Madre, benedite vostro figlio affinché, lontano da voi, non commetta errori.
E la madre dice:
— Pietro mio caro, tu stai per allontanarti da me! Quanto posso io ti raccomando tre cose: « La prima è che sopra tutto ami e serva Dio senza offenderlo mai, perché Lui ti fa vivere e ti salverà. Tutte le mattine e tutte le sere, raccomandati a Lui. Egli ti aiuterà. La seconda è che tu sii dolce e cortese con i tuoi compagni d’armi. Non sii orgoglioso con quelli che sono da meno di te: non disubbidire ai tuoi superiori. La terza è che tu sii generoso e puro e che dei tuoi doni faccia profittare quelli che ne sono sprovvisti. Dare in nome di Dio non impoverisce ».
Il buon cavaliere rispose commosso, ma risolutamente :
— Madre mia, dei vostri insegnamenti vi ringrazio! E spero che, grazie a Dio, sarete contenta di me. Baiardo combatté da eroe (morì in Italia nella battaglia di Romagnano nel 1524) e la storia lo chiamò « cavaliere senza macchia e senza paura ».
La Chiesa, facendo cristiana la Cavallerìa, dava alla giovinezza una scuola di energia e di ideale; fondendo l’antico e il nuovo, la Chiesa dava modo ai giovani dì realizzare le virtù dell’atleta e del soldato in perfetta combinazione con le virtù più alte, con la lealtà e la generosità, il rispetto alla donna e la protezione dei deboli, il sentimento dell’onore e del sacrificio, la difesa del diritto e della Fede. L’educazione del cavaliere s’iniziava a sette anni, con l’esercizio di giuochi e di prove, che oggi diremmo ginniche e sportive; dopo qualche anno, veniva ammesso in qualità di paggio in un castello baronale e qui, insieme con le abitudini di corte (la « cortesia ») sì dava ai cimenti della caccia, dell’ippica, della scherma; divenuto poi scudiero, serviva alla tavola i signori del castello, e seguiva quale aiutante il suo cavaliere ai giuochi d’ arme e alla guerra; finalmente, alla maggiore età, era fatto cavaliere. – La Chiesa mentre cristianizzava la istituzione, interveniva alla cerimonia del conferimento della spada, che in origine era laica e militare; a poco a poco, la Chiesa benedice la spada, fa precedere il conferimento con una veglia di anni nella quale si celebra la Messa, e finalmente fa consegnare la spada da un sacerdote.
IL FENOMENO ISLAMICO
ISLAMISMO – Da Islam, abbandono fatalistico a un Dio rivelante la sua volontà in Maometto suo profeta. – Dal giorno in cui Maometto, unificate le genti dell’Arabia, le catapulta contro il mondo degl’infedeli con la guerra santa, fin verso il sec. IX, l’Islam realizza un’immensa unità territoriale, dall’India e dal centro dell’Asia a tutta l’Africa del Nord e alla Spagna. Sarà disgregata dall’interno e colpita dall’esterno; l’impero ottomano ricostruirà, fino a un certo punto, l’unità antica, per cadere poi fradicio sotto i colpi dell’Europa e dar luogo alle autonome sistemazioni moderne. Entro questa sua storia l’Islam fu ed è una delle massime civiltà mondiali. Qui interessa sopra tutto il suo contenuto religioso ed umano.
Il suo dogma dominante ne fa un rigoroso monoteismo, strumento definitivo ed esclusivo del quale è la rivelazione personale di Maometto e la sua legge coranica, sanzionata per i fedeli dal dogma di una vita futura, con pene e premi adeguati ad una mentalità spiritualmente non depurata dal senso e dalla fantasia. La sua morale riprende motivi naturaliter christiani [– ereditati dagli ebioniti – ndr.], sostanzialmente presenti anche nei quattro precetti delle cinque preghiere quotidiane, del digiuno del Ramadan, della elemosina (imposta) e del pellegrinaggio alla Mecca. La sua legge, che dal Corano scende sempre più concreta e particolareggiata alla Sunna (tradizione), poi all’igmà (fissazione canonica di leggi) e, infine, al gijas (interpretazione giuridica degli ulema), colloca tutto lo sviluppo del diritto sotto il segno della religione; solo che l’umanità infedele che ne viene esclusa non ha altra scelta che l’accettazione integrale dell’ Islam o la guerra di sterminio, o — se si tratta di Ebrei o Cristiani — il tributo del sottomesso. [Oggi sappiamo da ricerche storiche approfondite, che in realtà il Corano – non essendo stata mai dimostrata la presenza di comunità giudaiche a La Mecca con presenza di rabbini, né la storica esistenza di Maometto – è l’opera di monaci ebioniti, ebrei cristianizzati a metà, legati al vecchio Testamento e feroci nemici di san Paolo e della sua teologia – ndr. -].
La sua gerarchia di Muftì non ha carattere di sacerdozio organico, ma di magistratura religiosa; il che esclude senz’altro il concetto di Chiesa. Nel complesso abbiamo, dunque, non uno strumento di salvezza spirituale e universale visibilmente concretato in una Chiesa, ma una concezione religiosa, organica, sì, e nobile in se, ma di cui l’esclusivismo particolaristico connaturato, non solo, ma potenziato dalla proclamata religiosità dell’odio verso gl’infedeli e sanzionato dalla morte comminata agli apostati, fa uno strumento squisitamente politico; e ciò prova tutta la storia dell’Islam, anche se i punti spirituali di contatto con il Cristianesimo siano evidenti, e facciano dell’Islam la religione più vicina — dopo l’ebraica — a quella di quel Gesù che i musulmani venerano insieme con Mosè come profeta precursore.
D . Mentre in Occidente si affermavano le conquiste della Chiesa, che avveniva in Oriente?
— In Oriente si addensava la nube minacciosa dell’Islam.
D. Che cos’è l’Islam?
— È la dottrina di Maometto e significa « abbandono i n Dio ».
D. Chi è Maometto?
— Un solitario e contemplativo, nato in Arabia nel 570, [in realtà non esiste nessun documento storico e nessuna testimonianza valida in tal senso… -ndr.-] che prese a fondere insieme tutte le disunite tribù arabe,dando loro una religione comune, che gli aveva suggerito, così dava ad intendere, l’Arcangelo Gabriele.
D. Qual è la sua dottrina?
— Questa: esiste un solo Dio e Maometto è il suo profeta. Abramo e Cristo furono profeti veri e quindi da venerarsi, ma Maometto è a loro superiore.
D. Quali sono i precetti dell’Islam?
— Preghiera 5 volte al giorno;
— digiuno nel mese di Ramadan;
— elemosina;
— pellegrinaggio alla Mecca da farsi almeno una volta in vita;
— guerra santa.
D . La morale dell’Islam s’accorda con il Cristianesimo?
— Affatto. Per trovare aderenti, Maometto permette pieno sfogo alle passioni umane, approvando la poligamia, insinuando l’odio contro i Cristiani, insegnando il fatalismo, affermando che chi muore in battaglia contro i nemici dell’Islam ha il massimo grado di gloria in paradiso e un paradiso sensuale.
D. Che fecero questi brutali insegnamenti?
—- Fecero degli Arabi un vero serio pericolo per la cristianità e la civiltà.
— Contro di esso si eressero i Papi, specialmente con le Crociate,
e combatterono fin che fu abbattuto.