Caro direttore, oramai è divenuta una consuetudine vitale scambiare un po’ di chiacchiere con lei, se le fa piacere ovviamente, in modo che mi possa aiutare, con i suoi pregiatissimi lettori, nell’affrontare i problemi morali, religiosi soprattutto, che mi si presentano da quando sono in conversazione con i miei nipoti, Caterina e Mimmo, che mi aggiornano sulle per me strane, inverosimili novità sbandierate allegramente dalla nostra, a dir poco, società corrotta senza freni dallo gnosticismo massonico e modernista, approfittando anche della lassità morale e dottrinale (mi viene spesso da sospettare in “malafede”) di chi era stato preposto a “custodire il gregge”, trasformatosi in mercenario, o peggio, in lupo travestito (sempre più malamente, per fortuna … almeno per chi ha occhi per vedere!) da agnello innocuo e sorridente bonaccione. Un bel giorno, un lunedì per la precisione, giorno particolarmente dedicato al culto cristiano dei morti, stavamo, con i miei nipoti appunto, recitando i Salmi penitenziali, in particolare, i celebri “Miserere” – salmo L (mio nipote Mimmo pensava in un primo momento si trattasse del titolo di una canzonetta di musica leggera lanciata da uno … zotico (musicalmente parlando) con cappellaccio e chitarra … non saprei dirle per la verità come si chiami … boh … mi perdoni! (… ma a questi giovani nessuno insegna più nulla?!?), il “De profundis”, salmo CXXIX -. A questi poi mi è sempre piaciuto personalmente aggiungere lo stupendo Salmo LXIV, mio cavallo di battaglia nelle gare che organizzava mio zio Tommaso (come le ho già detto in precedenza.. o no !?): “Te decet hymnus, Deus in Sion”, con i meravigliosi versetti “ad te omnis caro veniet… “A te, che ascolti la preghiera, viene ogni mortale. Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri peccati. Beato chi hai scelto e chiamato vicino, abiterà nei tuoi atri. Ci sazieremo dei beni della tua casa, della santità del tuo tempio …” (mi piacerebbe citarli in latino, che musica soave … ma quel testone di Mimmo farebbe storie … !). Spiegavo all’attenta Caterina le composte e profonde cerimonie funebri alle quali assistevo da ragazzo, officiate dal rigoroso ed efficace zio Tommaso, santo sacerdote … buon’anima! (come lui oramai se ne trovano ben pochi mi dicono, … peccato!). Ma ecco che il dispettoso Mimmo, con fare distaccato, rompe l’incanto esclamando all’improvviso: “ … nonno, ma queste sono situazioni da museo antico … oramai i corpi dei deceduti si bruciano e le cerimonie in chiesa vengono celebrate alla presenza dell’urna con le ceneri dell’estinto che poi vengono poste in bell’evidenza sul mobile d’epoca nel salotto di casa! Aggiornati, risveglia la tua mente!!” Le confesso, caro direttore, che se non fossi stato seduto saldamente in poltrona, sarei stramazzato a terra, e certamente sarei stato più contento se mi avessero inferto una coltellata alla schiena con una lama ondulata, tale l’orrore provato, un vero cadere “in profundis”! Mi ci è voluto un bel po’ per riavermi dal colpo, e solo dopo aver consultato il cardiologo, misurata la pressione e trangugiata una quantità imprecisata di medicine varie che la mia cara Genoveffa (mia moglie, per chi avesse perso le missive precedenti) mi ha porto con preoccupazione e santa pazienza. A stento riesco a dire a Caterina che la disciplina della Chiesa Cattolica, che io ricordi, codificata nel codice di diritto canonico promulgato da Benedetto XV nel 1917, vieta espressamente le seguenti azioni: a) Cremare una salma. b) Formalmente cooperare alla cremazione. c) Dare ordine che il proprio corpo o quello di un altro sia cremato. d) Far parte di una società, i membri della quale si impegnano a far cremare il corpo proprio e quello delle persone di cui possono disporre. e) Dare l’assoluzione sacramentale ad una persona che ha ordinato che il suo corpo sia cremato e che non vuole revocare tale ordine; dare a questa stessa persona, dopo la morte, la sepoltura ecclesiastica. (canoni 1203; 1240 §1 n. 5; 2339). In breve, come posso, anche per le mie condizioni fisiche, cerco di far capire ai miei nipoti i motivi per opporsi alla cremazione sotto pena di peccato mortale! : la Chiesa considera la pratica della cremazione dei cadaveri “una pratica barbara, che ripugna non solo alla pietà cristiana, ma anche alla pietà naturale verso i corpi dei defunti e che la Chiesa, fin dai suoi primordi, ha costantemente proscritto” (Istruzione della Sacra Congregazione del Sant’Uffizio, 19 giugno 1926). Cerco di elencare poi, con sforzo mnemonico, per me titanico, alcuni motivi per i quali non sia opportuno procedere alla cremazione dei cadaveri.
1) Perché Nostro Signore Gesù Cristo stesso ha voluto essere sepolto (Gv XIX,40), secondo tutta la tradizione dell’antico testamento. 2) Perché l’incenerimento sembra voler significare che i corpi sono per sempre risoluti e dispersi (ritorno al “pleroma” gnostico!), mentre il rito contrario dell’inumazione accompagna l’idea della morte equiparata al sonno (Gv XI, 11-39) ed esprime con più aderenza la fede cristiana nella finale risurrezione. 3) Perché l’inumazione esprime il simbolo cristiano e biblico del corpo considerato come una semente che dà luogo ad una nuova vita:“se il grano di frumento, caduto in terra, non muore, resta solo; ma se muore, produce molto frutto” (Gv XII, 24; vedi anche 1 Cor XV, 36-44). 4). Perché tutta la liturgia della Chiesa onora il corpo del defunto, che è stato tempio dello Spirito Santo, ed è destinato a risorgere dalla morte, mentre la cremazione lo distrugge violentemente nel fuoco, simbolo del fuoco eterno … il fuoco di lucifero! 5) Perché la Chiesa ha sempre praticato il culto delle reliquie dei Santi, mentre ha riservato la pena del fuoco ai corpi degli eretici impenitenti. 6) Perché già i primi cristiani l’avevano in orrore come lo testimonia il pagano Minucio Felice: i cristiani, scrive, “execrantur rogos, et damnunt ignium sepulturas”.(“esecrano i roghi, e condannano le sepolture col fuoco” … mi perdoni la traduzione approssimativa!). 7) Perché ovunque si sia diffuso il Vangelo, è scomparsa la cremazione. 8) Perché la cremazione è stata reintrodotta dai nemici della Chiesa (marrani e massoni in primis), prima con la rivoluzione francese e poi nel XIX secolo, per negare la resurrezione dei corpi e per combattere la Chiesa stessa. 9) Perché è la setta massonica che ha promosso e promuove le società per la cremazione. “Infatti, interviene Caterina, è la medesima setta che ha chiesto ed ottenuto (sotto l’antipapa Montini, il marrano sedicente Paolo VI, noto massone illuminato di Baviera, figlio di massoni, omosessuale ebreo che andava in giro ornato, in luogo della croce pettorale, di “efod”, lo scapolare del gran sacerdote del sinedrio, utilizzato anche da Caifa quando condannò il divino Maestro, nemico giurato della Chiesa cattolica), la modifica della legge ecclesiastica contro la cremazione, ennesimo cedimento dei neo-modernisti ai nemici della Chiesa, o consegna guidata alla sinagoga di satana?”. Direttore ma cosa vorrà dire mai Caterina, non la capisco proprio … sono cose assurde che le mie orecchie mai hanno udito … e poi parlare così di un Papa! … ma lei mi rassicura dicendo che era un antipapa, perché il Papa, quello vero, designato dallo Spirito Santo, era stato cacciato via e relegato in esilio … ma che storia è mai questa? Direttore, mi aiuti per favore, la prego! Caterina incalza aggiungendo: “oggi, per rassicurare i Cattolici, le società per la cremazione (tutte nelle mani dei frammassoni … ma guarda un po’!?) citano Paolo VI , ma in realtà l’atmosfera è ancora quella dei tempi che furono, quando con i riti cremazionisti (e ora le “sale del commiato” nel “tempio crematorio”) si volle creare una “morte laica” da sostituire alle cerimonie del cattolicesimo. I cremazionisti (che brutto neologismo … orrore!) citano (per convincere i Cattolici sprovveduti ed ignoranti) le parole con le quali vien detto che la cremazione non è cattiva in sé e non è più proibita in ogni caso. Omettono invece le altre parole del testo dell’istruzione “Piam et constantem” della Suprema Congregazione del Sant’Uffizio, dove viene ancora ricordato che “la Chiesa si è sempre studiata di inculcare la inumazione dei cadaveri, sia circondando tale atto con riti destinati a metterne in risalto il significato simbolico e religioso, sia comminando pene canoniche contro coloro che agissero contro una sì salutare prassi (…). Deve essere usata ogni cura perché sia fedelmente mantenuta la consuetudine di seppellire i cadaveri dei fedeli; perciò gli ordinari con opportune istruzioni ed ammonimenti cureranno che il popolo cristiano rifugga dalla cremazione dei cadaveri (…)”. Parole al vento, e lo si poteva e doveva prevedere! Tutto quello che è rimasto del decreto del 1963, è, come si dice, che ‘la Chiesa non proibisce più la cremazione’! Balle … ovvio!..”. “Cara Caterina, riprendo io, la Chiesa (quella Cattolica vera, fondata sulla Pietra angolare che, spiace per i modernisti – si fa per dire eh! -, non cambierà mai parere perché infallibile, e non comprende la necessità di aggiornamenti capricciosi … o luciferini che dir si voglia – fatti per piacere al mondo e al “signore di questo mondo” (… ma hanno mai letto questi signori, la lettera dell’Apostolo S. Giacomo che dice : “Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio?” – Giac. IV,4 – ?) – non cambierà la sua posizione riguardo alla cremazione. E’ però chiaro che non è proibito bruciare i corpi umani quando, in circostanze straordinarie (p. es. nel corso di epidemie), questo sia il mezzo necessario per evitare pericoli alla salute o per combattere l’epidemia stessa. Rivolgendomi a Mimmo, che cerca di controbattere arrampicandosi su specchi coperti da sapone, continuo: torniamo un po’ alla Sacra Scrittura, vediamo cosa ci dice al proposito. Nell’Antico Testamento si nota l’assenza totale del rito funebre della cremazione, e nel Nuovo Testamento troviamo ripetuti riti di seppellimento che, anche questi, non hanno nulla a che fare con la cremazione. Possiamo riscontrare anche la presenza di un divieto specifico della cremazione, ritenuta un rito abominevole, che si riferisce al crudele culto pagano in onore di Moloc, una deità pagana degli Ammoniti, al quale si immolavano dei fanciulli che venivano arsi vivi. Per questa ragione è scritto: “Non darai i tuoi figli per essere offerti a Moloc, e non profanerai il nome del tuo Dio. Io sono il Signore” (Levitico XVIII,21). “Non imparerai ad imitare le pratiche abominevoli di quelle nazioni. Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco” (Deuteronomio XVIII,9-10). ” … Achaz non fece ciò che è giusto agli occhi del Signore, suo Dio, ma seguì l’esempio d’Israele e fece passare per il fuoco persino suo figlio, seguendo le pratiche abominevoli delle genti che il Signore aveva cacciate davanti ai figli d’Israele” (II Re XVI,2-3). Prima ancora della sua morte, difendendo l’atto di amore di Maria di Betania, Gesù aveva fatto un riferimento specifico all’inumazione dicendo: “… l’ha fatto in vista della mia sepoltura” (S. Matteo XXVI:12). In seguito è specificato che Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in fasce con gli aromi, seguendo il modo di seppellire presso i Giudei (S. Giovanni XIX,40). I cristiani, seguendo l’esempio di Gesù e secondo l’uso invalso tra gli Ebrei (si veda pure il libro di Tobia, ove c’è un riferimento esplicito e ripetuto a Tobi che seppelliva i morti [I, 17-19; II, 7-9; XII, 12-13; XIV, 2], cosa che gli veniva accreditato a merito), non accettarono mai la cremazione proprio per non uniformarsi alle consuetudini pagane. Nel Nuovo Testamento abbiamo diversi riferimenti al seppellimento, ma mai alla cremazione. I cristiani antichi, allo scopo di manifestare la propria fede nella resurrezione dei morti, attuarono costantemente l’inumazione dei defunti, condannando in diverse occasioni la cremazione in polemica con autori pagani. Questa loro consuetudine permise la costruzione di quei grandi cimiteri cristiani che sono le catacombe, le quali soltanto nel sottosuolo di Roma, con i loro stretti corridoi sotterranei, si diramano per oltre quaranta chilometri e rappresentano una testimonianza sempre attuale della fede in Cristo che vince la morte. Occorre anche sottolineare che i cristiani non accettano la cremazione non perché, come qualche dissennato ha affermato, hanno timore che non possano poi risorgere dalle ceneri, ma piuttosto i credenti non inceneriscono i loro corpi per un atto di rispetto verso il Creatore e perché esso è il tempio dello Spirito Santo. Caterina riprende a parlare, anche per darmi tempo di riprendere fiato, e dice : “La dispersione delle ceneri non ha di per sé nulla di anticristiano, ma sorge il dubbio che oggi tale prassi, nel nostro particolare contesto culturale laicista, (un eufemismo che sta per “ateo” … o peggio ancora: massonico), esprima una vaga religiosità new age, naturalistica, panteistica, kabbalistica, riferita ad un dio cosmico e impersonale, signore dell’universo, il “nulla” primordiale, il pleroma, l’ensof cabalistico con tutte le idiozie ed i deliri paranoici gnostici. La Chiesa non ha mai ignorato che anche quella riduzione in polvere che risulta dalla cremazione non pregiudichi alla ricostituzione dei corpi risorgenti; ma una Religione in cui tutta la realtà è segno, non poteva disconoscere che la combustione del cadavere è un antisegno della Risurrezione. L’incinerazione elimina tutto il simbolismo dell’inumazione e priva di significato i mirabili vocaboli stessi trovati dai primi cristiani: cimitero, cioè dormitorio; camposanto, cioè luogo di consacrati a Dio; deposizione, non nel senso fisico di porre già entro la terra, ma nel senso legale, onde le salme sono date in deposito da restituire il giorno della Risurrezione. Questi valori simbolici parvero così potenti che la Chiesa li fece trapassare in valori teologici: il far cremare la propria salma fu tenuto per professione di incredulità. Ecco, dunque, ribatte Caterina, che le nuove norme (ammesso che siano state emanate da autorità legittime … ma con tanti dubbi …) non sono davvero “variazione” da poco e sembrano inquadrarsi in un progetto per rendere in tutto il cattolico “uno come gli altri”. “Ma consentimi, nonno, un’ultima considerazione: ma lo sai che cosa aveva giurato, colui che ha permesso questo scempio, nel giorno della sua intronizzazione, per altro invalida, perché il vero Papa c’era già … anche se esiliato? –(Direttore, ma questa Caterina a volte non la capisco proprio, ma cosa voleva dire? Mah, questi giovani!)? Ascolta bene: «Io prometto: – di non diminuire o cambiare niente di quanto trovai conservato dai miei probatissimi antecessori, e di non ammettere qualsiasi novità, ma di conservare e di venerare con fervore, come vero loro discepolo e successore, con tutte le mie forze e con ogni impegno, (… ma mi faccia il piacere, n.d. Bas..!) ciò che fu tramandato; – di emendare tutto quanto emerga in contraddizione alla disciplina canonica, e di custodire i sacri Canoni e le Costituzioni Apostoliche dei nostri Pontefici, quali comandamenti divini e celesti, (essendo Io) consapevole che dovrò rendere stretta ragione davanti al (tuo) giudizio divino di tutto quello che professo; Io che occupo il tuo posto per divina degnazione e fungo come il tuo Vicario, assistito dalla tua intercessione. Se pretendessi di agire diversamente, o di permettere che altri lo faccia, Tu non mi sarai propizio in quel giorno tremendo del divino giudizio… (pp. 43 o 31). Perciò, sottoponiamo al più severo anatema dell’interdizione – (si tratti di) noi o di un altro! – chiunque abbia la presunzione di introdurre qualsiasi novità in opposizione a quella Tradizione evangelica o alla integrità della Fede e Religione cristiana, oppure tenti di cambiare qualsiasi cosa, accogliendo il contrario, o di consentire con i presuntuosi che osassero farlo con ardire sacrilego»! (dal: “Liber Diurnus Romanorum Pontificum”, pp. 54 o 44, P.L. 1 o 5). Direttore, ma cosa dice Caterina? Questo individuo non può essere il Papa, il Signore non poteva metterci nelle mani di uno sciacallo … peccheremo gravemente contro i dogmi del concilio Vaticano contenuti nei documenti “Dei filius” e “Pastor Aeternus” firmati da Pio IX nel 1871, e contro lo Spirito Santo, nell’impugnare la verità conosciuta, peccato -lei certamente lo sa- che non sarà perdonato né in cielo né in terra, come da parola evangelica del divino Maestro! Direttore qui c’è qualcosa che puzza e che non torna, perché Gesù Cristo non può essere assolutamente un bugiardo dopo averci affidati a Pietro, a cui ha assicurato assistenza divina, né il Magistero della Chiesa, per dogma di fede, può essere falso e fallibile … direttore, a questo punto mi sono sentito male, mi sono assopito ed ho avuto quel malore del quale le ho già parlato in passato, per cui sogno un fumo bianco da un comignolo, con grida di gioia, … ma poi il fumo diventa grigio, sempre più grigio, poi nero, nerissimo, e attossica l’aria, brucia gli occhi, irrita il naso, la gola, i bronchi, mi assalgono violenti colpi di tosse ed alla fine stravolto mi rianimo … ma che malattia è? Possibile che non ci sia uno specialista che comprenda questo sintomo? Direttore, mi aiuti, è terribile! … “Misere mei Deus, secundum magnam misericordiam tuam, et …”. Alla prossima!!