TUTTA LA MESSA MOMENTO PER MOMENTO (3)
[Aldéric BEAÜLAÇ, p. S. S.
Vicario & subdiacono (Montréal)
“TOUTE LA MESSE
Par questions et réponses”
TUTTA LA MESSA in Domande e risposte
(Nouvelle édition revue et corrigée)
3425, RUE ST-DENIS MONTREAL
Cum permissu Superioris,
EUGENE MOREAU, p.s.s.
Nihil obstat’.
AUGUSTE FERLAND, p.s.s.
censor deputatus
Marianopoli, die 28a martii 1943
Imprimi potest’.
ALBERT VALOIS, V. G.
Marianopoli, die 28a martii 1943
7 — L’Introito
63 — Cosa fa il Sacerdote dopo aver baciato l’altare nella direzione ove si trovano le reliquie?
Il Sacerdote, dopo aver baciato l’altare in direzione delle reliquie, va al lato dell’Epistola per leggere l’introito.
64 — Cosa significa la parola Introito?
La parola introito significa entrata; l’introito era un tempo un canto processionale che veniva eseguito mentre il Sacerdote si avvicinava all’altare.
65— Di quanti parti si compone l’introito?
L’Introito è composto da quattro parti: l’antifona, il versetto, la dossologia o Gloria Patri, l’antifona.
Nella formula normale e probabilmente la più antica, l’antifona è presa in prestito da un salmo, e il versetto che segue è il primo del salmo stesso. Spesso il testo dell’antifona è fornito da un passo biblico adattato, e talvolta da altre composizioni. Così, nella domenica di Quasimodo, l’antifona è tratta dalla prima epistola di San Pietro e dal versetto del Salmo LXXX.
66 — Qual è lo scopo dell’Introito?
L’Introito annuncia e commenta brevemente il mistero o la festa che il Santo Sacrificio solennizza. A volte esprime gioia o dolore, altre volte speranza o gratitudine, oppure è un pianto dolorosa o una preghiera, – I nostri antenati vivevano nella fede così uniti alla Chiesa nella celebrazione del suo culto, che chiamavano le domeniche come l’antifona degli Introiti. Si dice infatti: la domenica “Gaudete”, le domeniche “Lætare”, “Quasimodo”; si dice anche la Messa votiva “Rorate” della Beata Vergine, la Messa di Requiem”.
Notiamo qui l’espressione: “Noi ti rendiamo grazie per la tua grande gloria”, La Chiesa non dice: ti ringraziamo per le tue benedizioni e le tue misericordie. Essa usa un modo di dire molto più bello e profondo, dicendo: “Vi ringraziamo per la vostra grande gloria”. Questo modo di parlare esprime l’amore più puro dell’autoindulgenza, un amore che dimentica se stesso, non pensa al proprio vantaggio, ma solo alla gloria del suo amato Signore.
67 — Perché il Sacerdote fa il segno della croce cominciando la lettura dell’introito?
L’Introito costituisce veramente l’inizio del fatto liturgico per eccellenza: la Santa Messa. È abitudine dei Cristiani segnarsi prima degli atti importanti.
68 — Perché il Sacerote fa il segno della croce sul Messale alla Messa da requiem?
Alla Messa dei morti, le prime parole dell’Introito si applicano in modo molto speciale ai morti. È per loro che il Sacerdote, attraverso il frutto del suo Sacrificio, chiede il riposo eterno e la luce infinita. Invece di segnare se stesso per attribuirsi questa benedizione, segna il Messale e attribuisce la benedizione al defunto.
8 — Le Kyrie
69 — Che significa l’invocazione Kyrie eleison?
Questa invocazione, Kyrie eleison, composta da due parole greche, significa: Signore, abbiate pietà di noi.
70 — Quali suppliche richiama il Kyrie eleison?
Il Kyrie eleison ricorda le suppliche del cieco di Gerico, della donna Cananea, dei dieci lebbrosi.
71 — Perché si dice il Kyrie eleison in greco?
In passato, in Oriente, all’inizio della Messa, il diacono raccomandava ai fedeli i bisogni della Chiesa, dei Vescovi, dei Sacerdoti, dei Cristiani, dei catecumeni, dei malati, ecc… Ad ognuna di queste richieste, i fedeli rispondevano nella loro lingua: Kyrie eleison, Signore, abbi pietà di noi. Queste parole, che si ripetono frequentemente, sono diventate popolari e sono state accettate così com’erano dalla Chiesa latina senza preoccuparsi di tradurle.
La liturgia ha anche le espressioni ebraiche Amen, Alleluta, Sabaoth, Osanna: così troviamo nella Messa le tre lingue che, già sulla croce, proclamavano al mondo la regalità di Gesù Cristo (Giovanni, XIX, 20).
72 — A chi viene indirizzata l’invocazione Kyrie eleison?
I primi tre Kyrie sono rivolti a Dio Padre, i tre Christe a Dio Figlio, gli ultimi tre Kyrie a Dio Spirito Santo.
9 — Il Gloria
Gloria
Glória in excélsis Deo. Et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.
Laudámus te. Benedícimus te. Adorámus te. Glorificámus te. Grátias ágimus tibi
propter magnam glóriam tuam. Dómine Deus, Rex coeléstis, Deus Pater omnípotens.
Dómine Fili unigénite, Jesu Christe. Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris. Qui tollis peccáta mundi, miserére nobis. Qui tollis peccáta mundi,
súscipe deprecatiónem nostram. Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis.
Quóniam tu solus Sanctus. Tu solus Dóminus. Tu
solus Altíssimus, Jesu Christe. Cum Sancto Spíritu ✠ in glória Dei Patris. Amen.
[Gloria a Dio nell’alto dei cieli. E pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi Ti lodiamo. Ti benediciamo. Ti adoriamo. Ti glorifichiamo. Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa. Signore Iddio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo. Signore Iddio, Agnello di Dio, Figlio del Padre. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica. Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Poiché Tu solo il Santo. Tu solo il Signore. Tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo. Con lo Spirito Santo ✠ nella gloria di Dio Padre. Amen.]
73 — Quando sono state pronunciate per la prima volta le parole “Gloria in excelsis”?
Queste parole: « Gloria in excelsis » sono state pronunciate per la prima volta dagli Angeli che annunciano ai pastori la nascita di Gesù a Betlemme. Per questo motivo si chiama Inno degli Angeli.
74 — Quante parti si distinguono nel Gloria?
Nel Gloria si possono distinguere tre parti: la prima è a gloria del Padre, la seconda è una supplica al Figlio, la terza è rivolta allo Spirito Santo.
75 — Mostrate come il Gloria esprima i quattro fini del santo Sacrificio della Messa.
Il Santo Sacrificio della Messa è offerto per:
1° glorificare Dio (adorazione) – « Noi vi lodiamo, vi benediciamo, vi adoriamo »;
2° ringraziarlo (ringraziamento) – « Noi vi rendiamo grazie »;
3° espiare i peccati degli uomini (propiziazione) – « Voi che cancellate il peccato del mondo, abbiate pietà di noi »;
4° ottenere grazie (impetrazione) – « Accettate la nostra preghiera ».
[Notiamo qui l’espressione: « Noi ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa » – La Chiesa non dice: ti ringraziamo per le tue benedizioni e le tue misericordie. Essa usa un modo di dire molto più bello e profondo, dicendo: “Vi ringraziamo per la vostra gloria immensa”. Questo modo di parlare esprime l’amore più puro dell’indulgenza, un amore che dimentica se stesso, non pensa al proprio vantaggio, ma solo alla gloria del suo amato Signore.]
76 — In quali Messe è omesso il Gloria e perché?
Il Gloria è un inno di gioia. Viene quindi soppresso nei giorni di lutto e di digiuno: nelle Messe per i defunti, nei giorni di Avvento e di Quaresima, e nella veglia di alcune feste.
Ecco la regola da seguire: ogni volta che il Te Deum viene recitato la mattina dell’ufficio quotidiano, il Gloria viene detto alla Messa in accordo con quell’ufficio; quando il Te Deum viene omesso dall’ufficio, viene omesso anche il Gloria. Ci sono due eccezioni: il Giovedì Santo e il Sabato Santo, dove si dice il Gloria nella Messa, anche se il Te Deum viene omesso dall’Ufficio, perché la Messa di questi due giorni ha un carattere gioioso che contrasta con la tristezza che regna nell’Ufficio.
Il Gloria non si dice nelle Messe votive, se non in quella della Beata Vergine, il sabato, in quella degli Angeli, e nella solenne Messa votiva per un serio interesse.
CAPITOLO III – ISTRUZIONI
77 — Qual è lo scopo dell’Instruzione?
Le preghiere, gli inni e le lezioni di cui si compone l’Istruzione hanno come scopo principale l’illuminazione dello spirito: servono a risvegliare la fede e ad accendere la devozione, affinché il sacerdote e i presenti siano preparati per il grande atto che deve essere compiuto sull’altare.
1 — Colletta e orazione
78 — Perché il Sacerdote dice il Dominus vobiscum dopo il Gloria?
Finito il Gloria, il Sacerdote dice il Dominus vobiscum per invitare al raccoglimento il popolo in nome del quale va a pregare.
79 — Qual è il senso della parola colletta?
La parola “colletta” un tempo si usava per designare gli incontri dei fedeli per la preghiera, e soprattutto per la celebrazione della Santa Eucaristia. L’invito a pregare “Oremus”, [preghiamo], era immediatamente seguito dall’enumerazione di varie intenzioni. Il diacono diceva dopo ognuna di esse: “inginocchiamoci”, e l’assemblea pregava in ginocchio con queste intenzioni fino al momento in cui si diceva “levate”, cioè alzatevi in piedi. Il Sacerdote cantava poi una preghiera che riassumeva le preghiere dette in silenzio dai presenti. Il nome di “colletta”, che dapprima designava gli assistenti, ha ben presto designato la preghiera fatta a nome degli assistenti.
80 — Il Sacerdote può recitare più di una colletta?
Nelle grandi feste, il Sacerdote dice una sola colletta. Nelle feste minori, il sacerdote può dirne diverse. Queste orazioni aggiunte alla prima, sono o memoriali di Santi la cui festa coincide con quella del giorno, o delle preghiere devozionali che il Sacerdote può aggiungere quando le rubriche glielo permettono, o un’orazione speciale ordinata dal Vescovo della diocesi per una particolare necessità.
81 — Da quante parti è composta la colletta?
La colletta è composta da quattro parti: l’elevazione dell’anima a Dio, il ringraziamento o la glorificazione, la petizione e la conclusione.
a) La preghiera è un’elevazione dell’anima a Dio.
b) Glorifichiamo Dio: o per i suoi attributi, o per i privilegi che ha concesso ai Santi, o per il mistero che celebriamo.
c) Dopo aver spiegato le ragioni della nostra fiducia e il motivo per cui ci rivolgiamo a Dio in un determinato giorno, chiediamo un favore che corrisponda alle qualità così sottolineate.
Questa parte centrale della colletta è di solito introdotta dalle parole: “concedete, accordate, proteggete, noi vi domandiamo”, etc…
d) Infine, poiché è Gesù Cristo il grande intermediario tra Dio e gli uomini, il Sacerdote termina la sua preghiera affidandosi ai meriti di Gesù Cristo per ottenere la grazia richiesta.
Tutte le collette contengono queste quattro parti. Per esempio, la preghiera della Domenica delle Palme:
a) Dio onnipotente ed eterno,
b) che, per dare al genere umano un modello di umiltà, avete voluto che il nostro Salvatore si rivestisse della nostra carne e si sottomettesse al tormento della croce;
c) concedeteci, nella vostra bontà, di meritare che riteniamo la lezione della sua pazienza e di partecipare alla sua risurrezione.
d) dallo stesso Nostro Signore Gesù Cristo. Così sia.
82 — Perché il Sacerdote stende le mani durante la colletta?
Questo rito risale a tempi antichi. Anche prima del Cristianesimo, gli Ebrei e i gentili alzavano le mani al cielo per pregare. Sant’Agostino esorta i fedeli a riprodurre, pregando, il segno di Cristo sulla croce.
83— Quale rubrica osserva il Sacerdote nel terminanre la colletta?
Al termine della colletta, il Sacerdote unisce le mani e si inchina al crocifisso dell’altare.
84 — Perché i fedeli rispondono “amen” alla fine della colletta?
I fedeli rispondono “amen” alla fine della colletta per unirsi alla preghiera che il Sacerdote ha fatto per loro.
2 — Epistola
85 — Quale preghiera fa il Sacerdote dopo aver letto o cantato le orazioni?
Dopo aver letto o cantato le orazioni, il Sacerdote, ponendo le mani sulla base del messale, legge l’epistola. E il servente risponde Deo gratias.
In passato, il chierico incaricato di questo ufficio leggeva gli scritti degli Apostoli e dei Profeti fino a quando la cerimonia lo consentiva, riprendendo da dove si era interrotto la domenica precedente. Per fermare la lettura, chi presiedeva diceva Deo Gratias.
86 — Perché il Sacerdote mette le mani sul messale leggendo l’Epistola?
Il sacerdote pone le mani sul messale mentre legge l’Epistola, per imitare il suddiacono che, durante le Messe solenni, tiene il libro tra le sue mani durante questa lettura.
87 — Donde viene questo nome di Epistola?
I primi Cristiani, riuniti per l’offerta del Sacrificio, leggevano i Libri Sacri. Questa lettura era presa dall’Antico Testamento, secondo l’usanza delle sinagoghe ebraiche, e anche dal Nuovo Testamento, di solito dalle Epistole degli Apostoli, specialmente da quelle di San Paolo. Da qui l’abitudine di chiamare questa lettura Epistola, anche quando è presa dagli Atti degli Apostoli o dall’Antico Testamento.
88— Perchè questi Cristiani leggevano di preferenza le Epistole degli Apostoli?
I primi Cristiani furono Ebrei o Gentili recentemente convertiti dagli Apostoli. Le Epistole loro rivolte dagli Apostoli continuavano l’insegnamento già ricevuto e correggevano gli errori di interpretazione delle loro parole. Così San Paolo raccomanda ai Tessalonicesi, « a tutti i santi fratelli », di leggere la sua lettera.
89— Quali sono gli Apostoli che hanno scritto delle Epistole?
San Pietro, San Giovanni, San Paolo, San Giuda e San Giacomo.
90— Quali parole introducono la lettura dell’Epistola?
L’epistola si intitola lectio, cioè lettura. Le parole Fratres, fratelli miei, e Carissimi, miei cari, ricordano in quali termini San Paolo e gli altri Apostoli si rivolgevano ai loro fedeli.
L’attuale Messale contiene 135 diverse letture dell’Antico Testamento di cui 25 tratte da Isaia; 106 letture dalle Epistole di San Paolo; 22 dal Libro degli Atti; 12 dalle due epistole di San Pietro; 12 dall’Apocalisse.
91 — L’epistola comprende diverse letture?
L’epistola di solito ha una sola lettura. In alcune Messe, come nei quatuor Tempora, ci sono diverse letture.
92 — Che significa la formula Deo gratias?
La formula Deo gratias significa: rendere grazie a Dio; è un’espressione di gratitudine al Signore, Autore di ogni bene. Gesù, fonte di grazia e di santità, è anche la fonte di luce e di verità. È doveroso ringraziarlo per gli insegnamenti che elargisce mediante la bocca dei suoi inviati.
3 — Graduale, Alleluia, Tratto, Sequenza
93 — Quali preghiere dice il Sacerdote dopo l’epistola?
Dopo l’Epistola. Il Sacerdote dice il Graduale e l’Alleluia.
94 — Di quante parti si compone il Graduale?
Il Graduale è composto da due parti, un responsoriale e un versetto preso dai salmi. In passato, dopo la lettura dell’epistola, un cantore cantava un salmo e il coro rispondeva: la parte del cantore era chiamata responsorio, la parte del coro versetto.
Il cantore che intonava il salmo stava su un grado dell’ambone, cioè il pulpito, dove si leggeva l’epistola. Dalla parola latina gradus, che significa gradino, è nata la parola Graduale per designare il canto un tempo eseguito sul gradino dell’ambone.
95 — Che significa la parola Alléluia?
La parola Alleluia significa: lodate il Signore.
96 — L’Alleluia si dice in tutte le Messe?
L’Alléluia è un canto gioioso: lo si sopprime in Quaresima, nelle Messe dei morti, e nei giorni di penitenza.
97 — Cosa si chiama Tratto?
Il Tratto era un salmo eseguito un tempo tutto d’un tratto da un solo cantore nell’ambone, senza essere interrotto da un responsoriale o da un’antifona; il nome Tratto indica quindi il modo in cui questo salmo viene cantato. In seguito, il Tratto, come il Graduale, è stato ridotto al canto di alcuni versetti.
98 — Quando si dice il Tratto alla Messa?
Si dice il Tratto nella Messa al posto dell’Alleuja, durante la Settuagesima fino al termine della Quaresima.
99 — Cosa si chiama Sequenza?
Si chiama Sequenza dei canti, in prosa o in versi, delle aggiunte all’Alleluia o al Tratto.
100 — Qual è l’origine delle Sequenze?
Era consuetudine in passato prolungarere il canto sull’ultima lettera dell’Alleluia senza aggiungervi nuove parole. Ben presto cominciarono a essere poste delle parole sotto queste note: a questi canti fu dato il nome di Sequenze, cioè canti che seguono l’Alleluia o il tratto.
101 — Perché si dà il nome di Prosa alle Sequenze?
Le Sequenze sono chiamate Prosa perché originariamente erano composte in prosa.
102— Quali sono attualmente le Prose o Sequenze accettate alla Messa?
Quattro antiche Sequenze sono state accettate alla Messa da Papa San Pio V: la Victimæ paschali, a Pasqua; il Veni Sancte Spiritus, a Pentecoste; il Lauda Sion, al Corpus Domini; e il Dies iræ, alle Messe dei Morti. Più tardi è stato aggiunto lo Stabat Mater, per la festa della Madonna dei Sette Dolori.
4 — Evangelio
103— Che significa la parola Evangelio?
La parola Evangelo significa “buona notizia”. La predicazione del Salvatore e le sue opere costituiscono questa buona notizia.
104— Cosa fa il Sacerdote prima della lettura dell’Evangelio?
In piedi al centro dell’altare, il sacerdote alza gli occhi alla croce, poi li abbassa immediatamente e, con il corpo profondamente chinato e le mani unite, chiede a Dio di purificarlo e di benedirlo per la lettura che sta per fare.
Munda cor meum, ac labia mea, omnípotens Deus, qui labia Isaíæ Prophétæ cálculo mundásti igníto: ita me tua grata miseratióne dignáre mundáre, ut sanctum Evangélium tuum digne váleam nuntiáre. Per Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Jube, Dómine, benedícere.
Dóminus sit in corde meo et in lábiis meis: ut digne et competénter annúntiem Evangélium suum. Amen.
[Preghiera:
Purificate il mio cuore e le mie labbra, Dio onnipotente, che avete “purificato le labbra del profeta Jsaia, con un carbone ardente; degnatevi, con la vostra benevola misericordia, di purificarmi affinché io possa annunciare dignamente il vostro santo Vangelo. Per mezzo di Gesù Cristo Nostro Signore. E così sia.
Degnatevi, Signore, di benedirmi.
Che il Signore sia nel mio cuore e sulle mie labbra, affinché io possa annunciare degnamente e convenientemente il Suo santo Vangelo. Così sia.]
105 — Raccontate la visione di Isaia.
In una visione, il profeta Isaia vide il Signore seduto su un alto trono e udì gli Angeli dire più e più volte: « Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti, tutta la terra è piena della sua gloria ». Isaia, ricordando le sue colpe e pieno di sacro timore, gridò: « Guai a me! Mi sono perso! Io, uomo dalle labbra impure, ho visto il Signore delle schiere celesti! » Poi un Serafino prese un carbone ardente dall’altare e volò verso Isaia e gli toccò le labbra, dicendo: « Il fuoco ha toccato le tue labbra; la tua iniquità è stata tolta, il tuo peccato è stato espiato ». E Isaia proclamò al suo popolo gli oracoli divini. (Isaia, VI, 1 ss.)
106 — Perché il Sacerdote demanda a Dio di purificarlo?
Secondo un pensiero frequente negli scritti dei Santi Padri, l’anima deve ricevere la parola di Dio con una purezza pari a quella richiesta per la ricezione della Santa Eucaristia.
107 — Come si posiziona il Messa sull’Altare per la lettura dell’Evangelio?
Per la lettura del Vangelo, il Messale è posto di sbieco, in modo che il retro del libro guardi l’angolo dell’altare. Questo orientamento del Messale permette al celebrante di volgersi leggermente verso il popolo.
108 — Cosa simbolizza l’orientamento del Sacerdote durante la lettura dell’Evangilio?
Ogni altare dovrebbe essere rivolto ad est. Nel Vangelo, il celebrante, volgendosi alla sua sinistra, guarda a nord, la regione del freddo e delle tenebre, che simboleggia la dimora del principe delle tenebre, la cui venuta oscura le menti e raffredda i cuori. Rivolto a nord, il sacerdote legge il Vangelo, la parola stessa di Dio, che illumina gli spiriti e riscalda i cuori.
Inoltre, volgendosi alla sua sinistra, il sacerdote un tempo si faceva sentire meglio dagli uomini che occupavano questa parte della chiesa. Essi dovevano ascoltare bene le parole del Santo Vangelo per poterle poi spiegare con cura alle loro mogli e ai loro figli quando tornavano a casa.
109 — Perchè i fedeli restano in piedi durante la lettura dell’Evangelio?
Questo è l’atteggiamento di un servo alla presenza del suo padrone: designa il rispetto e l’attenzione dovuti alla parola del Salvatore, e la docilità nell’eseguire i suoi ordini.
110— Nominate i quattro Evangelisti.
San Matteo, san Luca, san Marco et san Giovanni.
111— Perché il Sacerdote dice “Dominus vobiscum” prima di cominciare la lettura dell’Evangelio?
Nelle Messe cantate, la lettura del Vangelo è fatta dal Diacono che si rivolge all’assemblea per la prima volta e lo fa con questo saluto.
112 — Come indica il Sacerdote il passaggio dell’Evangelio che sta per leggere?
Le parole: “inizio del Santo Vangelo…” e “sequenza del Vangelo “… indicano da quale evangelista e da quale parte del libro è tratto il brano da leggere. E a queste parole segue l’espressione: “In quel tempo” … , a meno che il Vangelo non inizi con la designazione del tempo in cui si sia verificato l’evento di cui si parla.
113 — Come il Sacerdote segna il Messale e si segna egli stesso all’inizio dell’Evangelio?
Il sacerdote pone la mano sinistra sul libro e, con il pollice della mano destra, fa il segno della croce all’inizio del testo che sta per leggere; e poi, mettendo la mano sinistra sotto il petto, fa il segno della croce sulla fronte, sulla bocca e sul petto con il pollice della mano destra.
114 — Perchè il celebrante traccia tutte queste croci?
Il Vangelo è la parola di Cristo, la bocca di Cristo, secondo l’espressione di sant’Agostino. Il libro dei Vangeli o Testo, come lo chiamavano semplicemente gli antichi, rappresenta la Persona stessa del Salvatore, che con la sua croce ha meritato per noi ogni grazia di illuminazione e di santificazione. Segnando il Libro dei Vangeli, il celebrante prende in prestito da Cristo stesso le grazie d’illuminazione e di santificazione che applica a se stesso segnandosi successivamente:
a) sulla fronte, per illuminare e affinare la sua fede e non arrossire mai nell’apparire Cristiano, cioè come discepolo di Cristo:
b) sulle labbra, per professare coraggiosamente la dottrina del Maestro;
c) sul petto, per conservare gli insegnamenti di Cristo come un tesoro nel proprio cuore e per meditarli con amore.
Tutti i fedeli devono imitare, in comunione di pensiero con il Sacerdote, questi stessi segni della croce sulla fronte, sulle labbra e sul cuore.
115 — Quali passaggi dei santi Evangeli si leggono alla Messa?
Durante l’anno, durante la Messa, leggiamo i passi dei Santi Vangeli che ci manifestano i grandi eventi della vita di Cristo, dalla sua nascita all’Ascensione, e ripetiamo i punti principali della sua dottrina.
Il nostro Messale contiene 198 diversi Vangeli, tra cui 65 da San Matteo, 12 da San Marco, 58 da San Luca, 63 da San Giovanni.
116 — Cosa risponde il servente dopo la lettura dell’Evangelio?
Il servente risponde a nome dell’assemblea: Lode a te, o Cristo! Egli testimonia così la profonda gratitudine dei fedeli che stanno per ricevere la verità e le sue grazie.
117 — Perché il Sacerdote bacia all’inizio l’Evangelio che sta per leggere?
Questo bacio non è solo un segno di venerazione per la parola di Cristo e di comunione con la dottrina evangelica, ma anche un segno di adorazione. Nel baciare il libro dei Vangeli, noi adoriamo Cristo stesso.
L’adorazione con cui onoriamo l’immagine di Cristo, la croce e i santi Vangeli non è rivolta al legno, all’oro, alla pergamena, ecc… ma alla Persona di Cristo, rappresentata da queste immagini o simboli materiali.
118 — Quale preghiera fa il Sacerdote baciando il santo Evangelio?
Nel baciare il Santo Vangelo, il sacerdote dice: « Per Evangélica dicta, deleántur nostra delícta »[Per queste parole evangeliche siano cancellati i nostri peccati]
Il Vangelo – le opere e le parole di Gesù – è stato ispirato dallo Spirito Santo agli evangelisti; la sua lettura, ascoltata con pietà, ha la virtù di produrre le disposizioni che ci ottengono la remissione dei peccati veniali, se abbiamo il fermo desiderio di vivere secondo questa dottrina insegnata.