SALMO 92: “Dominus regnavit, decorem indutus est”
CHAINE D’OR SUR LES PSAUMES
ou LES PSAUMES TRADUITS, ANALYSÉS, INTERPRÉTÉS ET MÉDITÉS A L’AIDE D’EXPLICATIONS ET DE CONSIDÉRATIONS SUIVIES, TIRÉES TEXTUELLEMENT DES SAINTS PÈRES, DES ORATEURS ET DES ÉCRIVAINS CATHOLIQUES LES PLUS RENOMMÉS.
[I Salmi tradotti, analizzati, interpretati e meditati con l’aiuto delle spiegazioni e delle considerazioni seguite, tratte testualmente dai santi Padri, dagli oratori e dagli scrittori cattolici più rinomati da …]
Par M. l’Abbé J.-M. PÉRONNE,
CHANOINE TITULAIRE DE L’ÉGLISE DE SOISSONS, Ancien Professeur d’Écriture sainte et d’Éloquence sacrée.
[Canonico titolare della Chiesa di Soissons, Professore emerito di Scrittura santa e sacra Eloquenza]
TOME DEUXIÈME.
PARIS -LOUIS VIVES, LIBRAIRE-ÉDITEUR 13, RUE DELAMMIE, 1878
IMPRIM.
Soissons, le 18 août 1878.
f ODON, Evêque de Soissons et Laon.
Salmo 92
Laus cantici ipsi David, in die ante sabbatum, quando fundata est terra.
[1] Dominus regnavit, decorem indutus est:
indutus est Dominus fortitudinem, et præcinxit se. Etenim firmavit orbem terrae, qui non commovebitur.
[2] Parata sedes tua ex tunc; a sæculo tu es.
[3] Elevaverunt flumina, Domine, elevaverunt flumina vocem suam, elevaverunt flumina fluctus suos,
[4] a vocibus aquarum multarum. Mirabiles elationes maris; mirabilis in altis Dominus.
[5] Testimonia tua credibilia facta sunt nimis; domum tuam decet sanctitudo, Domine, in longitudinem dierum.
[Vecchio Testamento Secondo la Volgata Tradotto in lingua italiana da mons. ANTONIO MARTINI Arciv. Di Firenze etc.
Vol. XI
Venezia, Girol. Tasso ed. MDCCCXXXI]
SALMO XCII
Il titolo non si legge nei codici ebraici. Fu aggiunto dai LXX, forse per dire che il Salmo aveasi a cantare nella feria sesta, il giorno avanti il sabbato, perché in quel di fu abitata la terra dall’uomo, che Dio in quel dì creò; e in quel dì fu riparata e stabilita la terra per la morte di Cristo. Argomento è il regno di Cristo per creazione e redenzione.
Lauda, ovver cantico dello stesso David pel giorno che precede il sabbato, quando la terra fu fondata.
1. Il Signore ha preso possesso del regno, si è ammantato di splendore, si è ammantato di fortezza, e ne ha cinti i suoi fianchi. Perocché egli diede fermo stato alla terra, la quale non sarà smossa.
2. Fin d’allora fu preparato, o Dio, il tuo trono; tu sei ab eterno.
3. I fiumi hanno alzata, o Signore, hanno alzata i fiumi la loro voce. I fiumi hanno alzati i loro flutti sopra lo strepito delle molte acque.
4. Mirabil cosa l’elevazione del mare: più mirabile il Signore nell’alto.
5. Le tue parole sono oltremodo degne di fede; alla casa tua si conviene, o Signore, la santità per la lunghezza dei secoli
1° Sommario analitico
Davide, contemplando l’ammirevole spettacolo della creazione, considera ed ammira Dio:
I – Come il Re del cielo rivestito di gloria e di forza (1);
II – Come il Creatore della terra: 1° che Egli ha rafforzato fin dall’inizio; 2° e costituito come base del suo trono (2).
III. – Come il Sovrano Padrone delle acque:
1° dei fiumi che elevano le loro onde rumorose (3);
2° del mare le cui sollevazioni dimostrano la mirabile potenza di Dio (4).
IV. – Come Legislatore degli uomini,
1° dei quali inclina l’intelligenza nel credere ai misteri;
2° dei quali orna il cuore di giustizia e santità (5).
2° Sommario analitico
Il Re-Profeta considera Gesù-Cristo nella sua resurrezione e lo proclama:
I. – Mirabile in se stesso:
1° a causa della gloria del suo corpo resuscitato;
2° della sua immortalità, della sua agilità, della sua sottigliezza (1).
II. – Potente nella sua Chiesa:
1° che Egli fonda in modo incrollabile;
2° di cui fa la sede del suo impero per l’eternità (2).
III. – Ammirabile nei suoi Apostoli:
1° come i fiumi, essi elevano la voce e le loro onde rumorose (3);
2° essi riempiono il popolo come il mare con l’abbondanza delle acque celesti (4).
IV. – Amabile ed attraente per i fedeli:
1° Egli rivela loro dei misteri degnissimi di credenza;
2° comanda loro una santità ragionevole e di tutta giustizia (5).
Spiegazioni e Considerazioni
I. — 1, 2.
ff. 1, 2. – « Il Signore ha regnato, si è rivestito di gloria; il Signore si è rivestito di forza, si è cinto i fianchi. » Noi vediamo che Egli si è rivestito di due cose, di gloria e di forza. Ma a quale scopo? Per fondare la terra. Ecco in effetti ciò che segue: « perché Egli ha stabilito il pianeta terra, che non sarà distrutto. » Come lo ha stabilito? Rivestendosi di gloria. E non essendo sufficiente il rivestirsi di gloria si riveste anche di forza. Perché dunque la gloria, e perché la forza? Quando nostro Signore è venuto nella carne tra coloro ai quali predicava il Vangelo del regno, piaceva agli uni e dispiaceva agli altri. Gli uni dicevano: è un uomo dabbene; gli altri dicevano: no, ma seduce la folla (Giov. VII, 12). Gli uni dicevano bene di Lui; gli atri lo calunniavano, lo deridevano, erano mordaci, gli profondevano oltraggi; dunque per coloro ai quali piaceva, « … Egli si è rivestito di gloria », per coloro ai quali dispiaceva, « … Egli si è rivestito di forza. » Imitate così Nostro Signore, alfine di diventare come il suo vestito; siate la sua gloria nei riguardi di coloro ai quali piacciono le vostre buone opere; siate forti contro coloro che vi calunniano … « mostriamoci ministri di Dio – dice l’Apostolo – con le armi della giustizia, a destra ed a sinistra. » Vedete dove si trova la gloria e dove si trova la forza: « nella gloria e nell’ignominia. Brillante nella gloria, forte nell’ignominia. Presso gli uni, Egli predicava con gloria; presso gli altri, trovava disprezzo ed ignominia. Egli portava la gloria a coloro ai quali piaceva, e la forza contro coloro ai quali dispiaceva. (S. Agost.). – « Egli ha stabilito il vasto pianeta terra, di modo che non sarà mai distrutto. » Per questo pianeta terra si può intendere, in un diverso senso, molto legittimo, questa terra che noi calpestiamo con i piedi, oppure la Chiesa di Gesù-Cristo o l’uomo giusto. – Il grande Apostolo parlando di Gesù-Cristo, dice: « … è per Lui che tutto è stato creato nel cielo e sulla terra, le cose visibili e le invisibili, i Troni, le Dominazioni, i Principati, le Potenze, tutto è stato creato per mezzo di Lui e per Lui. Egli è prima di tutto, e tutte le cose sussistono in Lui. » (Coloss. I, 16, 17). – La Chiesa è una terra immutabile, raffermata per sempre con le mani del Signore: è questo regno che non è soggetto a cambiamenti (Hebr. XII, 28); è questa città costruita come un quadrato, allo stesso modo lunga e larga, come quella che ha visto l’Apostolo san Giovanni (Apoc. XXI, 10); è la casa costruita sulla pietra contro la quale le porte dell’inferno non prevarranno mai; è la colonna ed il sostegno della verità (I Tim. II, 15); è questo solido fondamento di Dio che sussiste e resta indistruttibile (II Tim. II, 19). La Chiesa di Gesù Cristo è rafforzata dalla grazia, dalla fede, dai miracoli, i Sacramenti e tutti gli altri doni che le prodiga il Salvatore. Questo pianeta terra, rafforzata dalla mano di Dio, è anche l’uomo giusto. – C’è un pianeta terra che non sarà distrutto. C’è un pianeta terra che sarà distrutto; perché i buoni che sono chiusi nella fede sono il pianeta terra, perché non si dice che essi siano a parte; ed i malvagi che non restano chiusi nella fede quando soffrono qualche tribolazione, sono anch’essi il pianeta terra. C’è dunque un corpo terrestre mobile, ed un corpo terrestre immobile. (S. Agost.). – Il regno di Dio, è regno di tutti i secoli, come dice il Salmista; tuttavia, secondo la nostra maniera di concepire, questo regno non è cominciato per noi se non alla creazione. – Regno di Gesù Cristo dopo la sua resurrezione, quando il suo corpo fu rivestito di gloria, di maestà, di forza, e ricevette ogni potere nel cielo e sulla terra. – Non c’è parola in questo versetto che un’anima fedele non debba meditare con attenzione. Dio è il re di questo universo; è a Lui che tutte le creature devono l’onore, l’obbedienza e l’omaggio per ciò che esse sono e posseggono. Dio è rivestito di gloria e di forza. « Dio si è preparato (con la creazione): la parola del testo e delle versioni danno l’idea di qualcuno che si è cinto le reni, come per essere pronto ad agire con prontezza ed efficacia. » È una figura che rappresenta il decreto di Dio, la volontà che ha avuto di creare questo universo. Quando ha formato questo decreto? Quando ha avuto questa volontà? Fin dall’eternità, senza dubbio, perché tutto è eterno in Dio. Ma l’esecuzione non ha luogo che nei tempi, vale a dire quando Dio ha creato il mondo, il tempo è cominciato, ed col tempo tutto l’universo, « Dio ha stabilito la terra, essa non sarà distrutta. » Queste parole indicano la conservazione che è tanto l’opera del Signore così come la creazione. Il mondo creato non ha forza in sé per perseverare nello stato in cui Dio lo ha messo dall’inizio. Perché se esiste in un istante, non ne consegue che debba esistere nell’istante seguente. Così è Dio che crea questo universo in tutti gli istanti: Creazione differente da quella che ha estratto l’universo dal nulla, ma che ne ha la medesima forza; è per questo che la conservazione è chiamata a giusto titolo, una creazione continua. Cosa c’è dunque di vero in questa parola dell’Apostolo: « Noi viviamo in Lui, noi abbiamo i nostri movimenti in Lui, noi siamo in Lui! » (Berthier). – Trono di Dio, indipendente dai luoghi e dai tempi, trono stabilito fin dall’eternità, senza alcun rapporto con le sue creature; trono stabilito in fondo ai nostri cuori, per regnarvi sovranamente. (Dug.). – Qual è il trono di Dio? Dove è il trono di Dio? Nei suoi Santi. Volete essere il trono di Dio? Preparate nei vostri cuori un luogo ove prenderà posto. Cos’è il trono di Dio se non il luogo ove Egli abita? Ove abita Dio se non nel suo tempio? Qual è il suo tempio? È compreso tra mura? No! Questo mondo sarebbe per caso il tempio di Dio, perché è così vasto, e sembrerebbe degno di contenere Dio? Il mondo non saprebbe contenere Colui dal quale è stato fatto. Ma dove è contenuto Dio? In un’anima in pace, in un’anima giusta; è essa che porta Dio. Che cosa ammirevole! Certo Dio è grande; per i forti è pesante; per i deboli è leggero. Chi sono coloro che ho chiamato forti? I superbi che non sanno se non presumere delle loro forze; perché la debolezza che nasce dall’umiltà è la più grande delle forze. Ascoltate l’Apostolo: « … è quando sono debole che io sono forte. » (I Cor. XII, 10). Èlà che io vi ho segnalato che non c’è un istante che il Signore fosse cinto di forza, quando ha insegnato l’umiltà ai suoi discepoli. Ecco dunque qual è il trono di Dio del quale parla chiaramente un Profeta in altro luogo: « Su chi riposerà il mio spirito? », cioè dove riposerà lo Spirito di Dio se non sul trono di Dio? Ascoltate la descrizione che fa di questo trono: forse vi aspettate di sentir parlare di un palazzo di marmo, con corti spaziose, con tetti elevati e brillanti; ascoltate qual è il trono che Dio si prepara: « su chi riposerà il mio spirito? Sull’uomo umile e che trama ascoltando la mia parola. » Se siete umile e tranquillo, Dio abiterà in voi. Dio è elevato; Egli non abiterà in voi se pretendete di essere elevato. Forse pensate che bisogna essere elevato perché Dio abiti in voi? No: siate umile e tranquillo, tremate ascoltando le sue parole ed Egli abiterà in voi. Egli non teme di abitare una casa che trema, perché Egli la rafferma (S. Agost.).
II. – 3, 4.
ff. 3, 4. – La creazione e l’ordine della natura danno almeno a tutti la sensazione dell’infinito, se non lo rivelano. La ragione e la coscienza non hanno che da fecondare e sviluppare come un germe questa prima impressione, per arrivare alla conoscenza di Dio. Ciascuno ha il suo posto speciale in questo e sempre splendido spettacolo della natura, e ciascuno ha la sua scena prediletta. Per gli uni sono le fresche armonie del mattino ed i raggi nascenti dell’aurora; per gli altri i bagliori del sole che tramonta e l’incendio delle nuvole infiammate di riflessi all’orizzonte; a questi altri le varietà affascinanti delle stagioni, i paesaggi, le montagne, i frutti, i fiori; per quelli la contemplazione dei mondi stellati, l’accordo delle sfere luminose pressate come grani di sabbia nel deserto, negli innumerevoli spazi del firmamento; per altri infine, il mare con i suo vaghi muggii, con le mille voci sublimi dei suoi venti e delle vaste masse d’acqua di cui sono ricolmi, di cui parla il Profeta. Che il mare sia bello, o mio Dio! Ma il Signore è ancora più mirabile nei cieli (Claude, Psaumes.). – Tutti gli uomini apostolici, da quando hanno ricevuto la pienezza dello Spirito, sono diventati dei fiumi dai quali è scaturita l’acqua della parola, ed è ad essi che si applica questo passaggio del Salmista. « … I fiumi, Signore, hanno levato la voce. » Come dunque hanno parlato e perché è detto che abbiano alzato la voce? È che dapprima, prima che lo Spirito fosse in loro, essi tacevano. Pietro non era ancora un fiume quando, interrogato da una serva, negava il suo divino Maestro e diceva: « … io non lo conosco. » Egli taceva, egli mentiva, non alzava la sua voce, non era un fiume. Ma ecco che lo Spirito Santo è disceso sugli Apostoli. I Giudei intimano loro l’ordine di presentarsi al tribunale, e li diffidano dall’insegnare nel nome di Gesù-Cristo, e Pietro e Giovanni rispondono: « … se è giusto davanti a Dio obbedire a voi piuttosto che a Dio, giudicatelo da voi stessi: non ci è possibile non dire ciò che abbiamo ascoltato e visto. » (Act. IV, 20). « I fiumi hanno alzato la loro voce. » (S. Agost.). – Sollevazione generale dei popoli che si opposero in un primo tempo allo stabilirsi del regno di Gesù-Cristo. – Potenza di Gesù-Cristo, che impedisce che le onde furiose si elevino al di sopra della sua Chiesa: Egli ha imbrigliato il furore del mare e calmato con una sola parola i suoi flutti agitati. (Ps. LXXXVIII, 10).
III. – 5.
ff. 5. – Il Profeta risponde all’obiezione che gli si sarebbe potuto fare nel primo senso che applica questo Salmo alla creazione del mondo, cioè come abbia potuto conoscere la maniera in cui questa creazione abbia avuto luogo. Egli ci da come motivo di credibilità la rivelazione fatta a Mosè, e confermata da una serie di miracoli che provano la veridicità della testimonianza di Mosè. Queste parole sono ancora più vere, se possibili, quando le si applicano alla Redenzione; perché le verità rivelate da Gesù-Cristo agli Apostoli sono state confermate da una moltitudine di altre testimonianze che rendono la fede cristiana incontestabile, al punto che possiamo dire a Dio: Signore, se noi siamo ingannati, l’errore viene da Voi, perché le verità che ci avete proposte a credere sono state confermate da tanti e sì grandi prodigi che solo Voi potete esserne l’Autore (Ricc. De San Vittore). – Senza dubbio le fede non basa unicamente la sua certezza suprema sulla solidità dei motivi che l’appoggiano. Non è invano che la grazia che l’ispira è una luce che illumina la comprensione, una forza soprannaturale che inclina la volontà sotto la parola di Gesù-Cristo; ma né questa luce, né questa forza agiscono sul nostro spirito senza essere aiutati dai suoi lumi naturali, e senza appoggiarsi sui principi primari che sono come il fondo della nostra ragione e la costituiscono. Dio, per onorare questa natura, ha voluto che la fede fosse una credenza sovranamente ragionevole nei suoi motivi, e persuasiva naturalmente nel suo principio; e per questo Egli l’ha fondata, come parla San Paolo, sugli sforzi sensibili e dimostrativi del suo spirito e della sua potenza. Così, quando vi si guarda con attenzione e sincerità, l’anima, sotto l’impressione di questa evidenza e dell’impressione nella quale si trova alla vista del gran rispetto con cui è piaciuto a Dio di governare la sua natura, esclama come il profeta: « … Le vostre testimonianze, Signore, sono diventate troppo evidentemente credibili, cioè che Dio ha dato alle testimonianze ed ai fatti sui quali riposa la sua Religione una così eccessiva evidenza di credibilità, che bisognerebbe rinunciare alla ragione stessa per misconoscerla, e che il più semplice impiego del buon senso è sufficiente d’ordinario come condizione per una fede ragionevole. È questa doppia azione della grazia e dei motivi di credibilità che comunica alla vita cristiana il carattere di tutta una fermezza alla fede, indistruttibile e pratica, che gli è propria. » (Mgr GINOUILHAC, Sur l’affaiblissement de la foi.) – Santità che deve essere l’ornamento della casa di Dio, che è la Chiesa. Noi entriamo nella Chiesa con il Battesimo, che ci rende santi e irreprensibili agli occhi di Dio; ma si tratta poi di conservare questa grazia per tutta la durata dei nostri giorni, cioè fino al momento della nostra unione con Dio, o di recuperarla con la Penitenza, se dovessimo avere avuto la sventura di perderla (Berthier).