LO SCUDO DELLA FEDE (82)

LO SCUDO DELLA FEDE (82)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE TERZA.

CONSEGUENZE DEL PERDERE LA S. FEDE E MODI DI PREVENIRLE

CAPITOLO V.

COME SI DEBBANO DIPORTARE QUELLI CHE SONO TENTATI DAI PROTESTANTI CON BEI DISCORSI.

Abbiamo detto il gran male che sarebbe dove un Cattolico, fatto gettito del dono preziosissimo della S. Fede, si recasse ad abbracciare il Protestantismo. Resta ora a dire una parola ai Cattolici, i quali possono trovarsi tra pericoli di seduzione, oppure che fossero sventuratamente già stati sedotti. Il primo pericolo è quello che si corre dal vivo discorso dei ministri d’errore. Imperocché l’Apostolato diabolico che pur si fa per mezzo dei libri o del denaro non si può praticar tanto alla scoperta, né si può egualmente con tutti, ma ben si può con tutti impiegare il discorso e la persuasione: ed ecco in qual modo si procede da questi seduttori. Sulle prime testano il terreno solamente per vedere come risponde e si guardano bene dal manomettere le verità più riverite della Religione e dal profferir con che possa dannarsi come manifesta empietà. Fanno come il falco che vuol rapire i pulcini, prendono le volte larghe prima di avventarsi sopra la preda. Si contentano, per esempio, di intaccare la vita dei sacri ministri, di mettere in vista i falli, di cui come uomini non vanno esenti, di esagerarli, affermando che sono comuni a tutti egualmente e Sacerdoti e Religiosi. Poi passano a criticare le cerimonie del culto esterno, la sontuosità delle Chiese, la ricchezza degli apparati e degli ornamenti, a deridere le pratiche di pietà onde si nutrela divozione, burlando e beffeggiando come pinzochere e bacchettoni quelli che si esercitano in esse. Trovano sempre che dire sulla S. Chiesa. sui suoi diritti, sulle pretensioni come essi parlano della Corte Romana. e la mirano e ne parlano come di una tigre che sia sempre in atto di avventarsi sopra il Principato per usurparsene l’autorità. Di tutto che è religioso prendono noia o scandalo, e non possono patire che altri lodi ed esalti con fervore di devozione le cristiane osservanze, la gloria ed i trionfi di S. Chiesa. – Ora quando voi udite alcuno che parla a questo modo, e non una qualche volta di rado e per passione, ma parla così frequentemente ed a sangue freddo, e voi abbiatelo per un indizio sicuro che costui, sel sappia o no, è infetto di Protestantismo e maestro d’errore: epperò fuggitelo e non vogliate con lui mai trattenervi in conversazione, né averlo per amico, poiché a lungo andare vi contaminerebbe. Che se poi fosse di quelli che non solo tagliano i rami dell’albero della Fede, ma danno risolutamente al tronco mettendo in dubbio o condannando i dommi più sacrosanti della Fede, come la verità del Sacrifizio, la Confessione, la Comunione, il valore delle Indulgenze, l’autorità del Sommo Pontefice e simili, come allora non vi sarebbe più nessun dubbio che questi è un eretico Protestante, così allora non vi sarebbe abominio che fosse tanto al bisogno. – Nella Chiesa di Dio i Santi Apostoli ci ammaestrarono a fuggire come dal serpente ogni eretico. Tu fuggi, dice S. Paolo, dopo una o due riprensioni lo eretico (Tit. III, 10). – S. Giovanni Apostolo della carità non volle entrare in un bagno dove vi era un eretico per tema di contaminarsi. Il S. Vescovo Policarpo imbattutosi un giorno nell’eretico Marcione su una pubblica piazza, ed interrogato da lui se lo conoscesse: sì – rispose il Santo con ferma voce – sì io conosco il primogenito del diavolo: tanto era l’orrore che quel gran Santo aveva dicoloro che guastano la Fede. – Né i primi Fedeli ammaestrati da loro pensavano od operavano altrimenti. Nelle storie ecclesiastiche si legge di Sante Matrone, che non vollero più riconoscere i loro sposi, poiché questi avevano rinnegato la Fede, di mariti che non vollero riconoscere le spose per la stessa cagione, di sorelle che rinnegarono i fratelli i quali avevano disconosciuto Gesù. Come al contrario S. Cecilia riconobbe solo allora Tiburzio per suo cognato, quando questi ebbe abbracciata la Fede di Gesù Cristo: tanto era l’amore che queste grandi anime portavano alla S. Fede, che non sapevano e non potevano amare chi non la conoscesse e chi non l’amasse. Né questo amore era poi così raro e proprio solo di alcune anime più generose: i popoli interi Cattolici non volevano aver che fare per nulla con gli Eretici. Teodoreto narra che i Samosateni avendo risaputo che l’eretico Eunomio si era lavato nel pubblico bagno della loro città, non vollero più accostarsi a quello, finché levata tutta quell’acqua e condotta a perdersi in una fogna, non ne fu ivi rimessa dell’altra pura. Perfino i fanciulli Cattolici avevano orrore degli eretici, e negli Annali Ecclesiastici si legge che in Samosata, giocando a palla certi fanciulli sulla pubblica piazza e sfuggita loro di mano ed intrigatasi tra pie del giumento sopra cui cavalcava l’Eretico Lucio, quei fanciulletti Cattolici ne ebbero tanto orrore che non ardirono più toccarla se non dopo di averla purificata col fuoco. E di S. Francesca di Chantal è noto che ancor fanciulletta di poca età gettò prontamente sul fuoco un dono offertole da un signore eretico che frequentava la casa sua, dicendo con gran sentimento, che così brucerebbero nell’Inferno quei che non avessero la vera fede di Gesù Cristo. – Non mancherà alcuno a cui parrà soverchio quest’orrore e che crederà di esser tanto saldo nella sua fede da poter entrare in discorso con chicchessia senza pericolo. Se vi fosse alcuno che pensasse così, mostrerebbe di conoscer poco qual sia l’umana debolezza e quanto sia vero che chi si mette nel pericolo, rovina poi nel pericolo. Io vi darò solo un esempio di quel che può la seduzione, perché vi valga di ammaestramento. Margherita di Valois sorella di Francesco I, Re di Francia era donna, come scrive il Raimbourg, di eccelsi spiriti, di animo grande, di mente retta e salda, di ottimo cuore e di straordinaria accortezza negli affari. I Protestanti avendo fermo di trarla al loro empio partito, s’insinuarono cautamente nella sua corte, celati sotto l’apparenza di filologhi, letterati e filosofi, e col pretesto di zelare la purità della Religione, vennero a poco a poco scemando nel cuore di lei con critiche intemperanti il rispetto dovuto ai ministri e riti della Chiesa. Indi aggiungendo alle artificiose parole libricini non meno velenosi che leggiadri, e adoperandole intorno le già sedotte sue damigelle, fecero sull’animo dell’incauta principessa sì gagliarda impressione, che in breve l’ebbero non solo tutta loro, ma zelantissima a propagare le ree dottrine ed a proteggerne gli autori. E ben lo seppe il Bearn per lei ribellato alla Chiesa, anzi tutta la Francia col favore suo infettata sì largamente dall’eresia. Vero è che dopo più anni di errori accortasi dell’inganno in che era precipitata, se ne ritrasse ed amaramente lo pianse. Ma le sue lacrime, se valsero ad ottenerle pietà da Dio, non valsero certo ad estinguere il funesto incendio per lei massimamente acceso in Francia, né a cessarne le ree conseguenze, le quali furono trent’anni di guerra feroce, quattro grandi battaglie campali, da trecento sanguinose fazioni, il saccheggio o la distruzione delle migliori città, la ruina d’innumerabili Chiese, la violazione dei sepolcri dei re e dei Santi, e più di un milione di Francesi sgozzati senza processo (Pellicani I Compagni). – Andate adesso a fidarvi anime care, se potete, di voi medesime, mentre rovinano tanti grandi uomini. No no, chi ama il pericolo perirà in esso, dice lo Spirito Santo, e l’esperienza ogni dì lo conferma. Fate che non debba aggiungervi il tristo esempio della vostra persona.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.