11 OTTOBRE: FESTA DELLA MATERNITA’ DELLA B.V. MARIA

11 OTTOBRE FESTA DELLA MATERNITA’ DELLA B. V. MARIA (2023)

(doppio di II classe)

In ricordo del Concilio di Efeso

Questa nuova festa è stata estesa a tutta la Chiesa per ordine del S. Padre Pio XI, di v. m.

I. IL MOTIVO DELILA FESTA. – Il divino Ufficio così ne parla (sesta Lezione del Mattutino): « Con grande giubilo del mondo cattolico fu celebrato nell’anno 1931 il centenario del Concilio di Efeso. In questo Concilio tenuto sotto la presidenza del Papa S. Celestino, i Padri del Concilio affermarono, contro la eresia di Nestorio, la verità di fede che la beatissima Vergine Maria dalla quale nacque Gesù Cristo, è veramente Madre di Dio ». Il Papa Pio XI, nella sua pietà e nel suo zelo, volle che si perpetuasse nella Chiesa la memoria del grande avvenimento. Perciò fece rinnovare a proprie spese il celebre monumento del Concilio di Efeso che si conserva in Roma, il grande arco trionfale di santa Maria Maggiore sull’Esquilino e il transetto della basilica. Il suo predecessore Sisto III (431-440) aveva adornato quest’arco con un magnifico mosaico che però era stato assai danneggiato dalle intemperie. – Il S. Padre volle poi esporre in un’Enciclica le idee, fondamentali del Concilio generale di Efeso e animato da grande amore volle mettere in piena luce il privilegio unico della Maternità divina della beatissima Vergine Maria, affinché la dottrina di questo altissimo mistero si imprima sempre più profondamente nel cuore dei fedeli. Nello stesso tempo il Papa propose « la Benedetta fra tutte le donne » e la santa Famiglia di Nazareth a modello perfetto della dignità e della santità di un casto connubio, come pure dell’educazione religiosa della gioventù. E infine, perché non mancasse un ricordo liturgico del grande avvenimento, il S. Padre dispose che la festa della divina Maternità della Beatissima Vergine Maria si celebrasse dalla Chiesa universale ogni anno l’11 ottobre con Messa e Ufficio propri e di rito doppio di II classe.

2. DALLA MESSA (Ecce Virgo). – Nelle sue parti proprie la Messa parla della divina Maternità di Maria. I due primi canti (Introito e Graduale) sono tolti dall’Antico Testamento, mentre del Nuovo sono gli altri due canti del Sacrificio. Nell’Introito ascoltiamo la voce del profeta Isaia: « Ecco la Vergine concepirà a darà alla luce un Figlio ». Tosto intoniamo il salmo XCVII, salmo del Natale: « Cantate al Signore un cantico nuovo perché Egli ha fatto cosa meravigliosa ». Questa cosa meravigliosa è la nascita verginale di Cristo. La Colletta è tolta dalla Messa Rorate; essa afferma la nostra fede nella divina Maternità di Maria: « Noi crediamo che Ella sia veramente Madre di Dio ». L’Epistola è uno dei passi più belli applicati dalla liturgia a Maria santissima: « Come vigna io porto frutti dolci e profumati e i miei fiori danno frutti nobili e magnifici ». Quale sia questo Frutto, ce lo dice il Graduale con la profezia messianica: « Un germoglio spunterà dalla radice di Jesse ». Il Frutto è il Figlio di Dio. Perciò Maria si presenta come « la Madre del bell’Amore » e ci invita: « Venite a me voi tutti che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti ». Il canto dell’Alleluia esalta « la Madre di Dio ». Quale passo del Vangelo ci saremmo aspettati il racconto dell’Annunciazione di Maria; invece sentiamo parlare di Gesù perduto e ritrovato nel tempio, ma è in questa circostanza che Maria ci appare in tutta la sua tenerezza e nell’angoscia del suo cuore materno. In questo Vangelo sentiamo pure la prima affermazione che Gesù fa della sua Divinità, nominando Dio come Padre suo. Nell’Offertorio ci arriva l’eco di uno dei più gravi dolori di Maria in un’ora specialmente angosciosa per la sua maternità divina (il dubbio di S. Giuseppe). Ma nella Comunione proviamo con Maria la felicità di questa maternità divina e cantiamo il dolcissimo canto: « Beato il seno della Vergine Maria che ha portato il Figlio dell’eterno Padre ». La Messa non è nuova; essa si trovava già in appendice al Messale.

[Pio Parsch O.S.A.: L’ANNO LITURGICO, vol. V, V.a ediz. Soc. ed. Vita e pensiero, Milano, 1950]

Incipit

In nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti. Amen.

V. Adjutórium nostrum in nómine Dómini.
R. Qui fecit cælum et terram.

Confíteor

Confiteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michaéli Archángelo, beáto Joánni Baptístæ, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sanctis, et vobis, fratres: quia peccávi nimis cogitatióne, verbo et ópere: mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaélem Archángelum, beátum Joánnem Baptístam, sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, omnes Sanctos, et vos, fratres, oráre pro me ad Dóminum, Deum nostrum.
M. Misereátur nostri omnípotens Deus, et, dimíssis peccátis nostris, perdúcat nos ad vitam ætérnam.
S. Amen.
S. Indulgéntiam,
absolutiónem et remissiónem peccatórum nostrórum tríbuat nobis omnípotens et miséricors Dóminus.
R. Amen.

V. Deus, tu convérsus vivificábis nos.
R. Et plebs tua lætábitur in te.
V. Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.
R. Et salutáre tuum da nobis.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.

Introitus

Isa 7:14.
Ecce Virgo concípiet, et páriet fílium, et vocábitur nomen ejus Emmánuel.
Ps 97:1.
Cantáte Dómino cánticum novum: quia mirabília fecit.
V. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto…
Ecce Virgo concípiet, et páriet fílium, et vocábitur nomen ejus Emmanue
le.

[Ecco, una Vergine concepirà e darà alla luce un Figlio: che sarà chiamato Emanuele.
Ps 97:1.
Canto nuovo cantate al Signore poiché fatti mirabili Egli ha operato.
V. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo…
Ecco, una Vergine concepirà e darà alla luce un Figlio: che sarà chiamato Emanuele.]

Gaudeámus omnes in Dómino, diem festum celebrántes sub honóre beátæ Maríæ Vírginis: de cujus sollemnitáte gaudent Angeli et colláudant Fílium Dei.

[Rallegriamoci tutti nel Signore celebrando questo giorno di festa in onore della beata Vergine Maria! Della sua festa gioiscono gli angeli, e insieme lodano il Figlio di Dio]

Kyrie

S. Kýrie, eléison.
M. Kýrie, eléison.
S. Kýrie, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Christe, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Kýrie, eléison.
M. Kýrie, eléison.
S. Kýrie, eléison.

Gloria

Glória in excélsis Deo. Et in terra pax homínibus bonæ voluntátis. Laudámus te. Benedícimus te. Adorámus te. Glorificámus te. Grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam. Dómine Deus, Rex cæléstis, Deus Pater omnípotens. Dómine Fili unigénite, Jesu Christe. Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris. Qui tollis peccáta mundi, miserére nobis. Qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram. Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis. Quóniam tu solus Sanctus. Tu solus Dóminus. Tu solus Altíssimus, Jesu Christe. Cum Sancto Spíritu in glória Dei Patris. Amen.

Oratio

Orémus.
Deus, qui de beátæ Maríæ Vírginis útero Verbum tuum, Angelo nuntiánte, carnem suscípere voluísti: præsta supplícibus tuis; ut, qui vere eam Genitrícem Dei crédimus, ejus apud te intercessiónibus adjuvémur.

Per eúndem Dóminum nostrum …

[O Dio, che hai voluto che all’annuncio dell’angelo il tuo Verbo s’incarnasse nel seno della beata Vergine Maria: concedi a noi di essere aiutati presso di te dall’intercessione di Colei che crediamo vera madre di Dio.]

Lectio

Léctio libri Sapiéntiæ.
Eccli 24:23-31
Ego quasi vitis fructificávi suavitátem odóris: et flores mei, fructus honóris et honestátis. Ego mater pulchræ dilectiónis, et timóris, et agnitiónis, et sanctæ spei. In me grátia omnis viæ et veritátis: in me omnis spes vitæ et virtútis. Transíte ad me omnes qui concupíscitis me, et a generatiónibus meis implémini. Spíritus enim meus super mel dulcis, et heréditas mea super mel et favum. Memória mea in generatiónes sæculórum. Qui edunt me, adhuc esúrient: et qui bibunt me, adhuc sítient. Qui audit me, non confundétur: et qui operántur in me, non peccábunt. Qui elúcidant me, vitam ætérnam habébunt.
R. Deo grátias

[Come una vite, io produssi pàmpini di odore soave, e i miei fiori diedero frutti di gloria e di ricchezza. Io sono la madre del bell’amore, del timore, della conoscenza e della santa speranza. In me si trova ogni grazia di dottrina e di verità, in me ogni speranza di vita e di virtù. Venite a me, voi tutti che mi desiderate, e dei miei frutti saziatevi. Poiché il mio spirito è più dolce del miele, e la mia eredità più dolce di un favo di miele. Il mio ricordo rimarrà per volger di secoli. Chi mangia di me, avrà ancor fame; chi beve di me, avrà ancor sete. Chi mi ascolta, non patirà vergogna; chi agisce con me, non peccherà; chi mi fa conoscere, avrà la vita eterna.]

Graduale


Isa 11:1-2.
Egrediétur virga de rádice Jesse, et flos de rádice ejus ascéndet.
V. Et requiéscet super eum Spíritus Dómini. Allelúja, allelúja.
V. Virgo Dei Génitrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit víscera factus homo. Allelúja.

[Un germoglio spunterà dalla radice di Iesse, un fiore crescerà dalla radice di lui.
V. E su di esso si poserà lo Spirito del Signore. Alleluia, alleluia.
V. O Vergine, Madre di Dio, nel tuo seno, fattosi uomo, si rinchiuse Colui che l’universo non può contenere. Alleluia.]

Evangelium

Sequéntia +︎ sancti Evangélii secúndum Lucam.
R. Glória tibi, Dómine.
Luc II:43-51
In illo témpore: Cum redírent, remánsit puer Jesus in Jerúsalem, et non cognovérunt paréntes ejus. Existimántes autem illum esse in comitátu, venérunt iter diei, et requirébant eum inter cognátos, et notos. Et non inveniéntes, regréssi sunt in Jerúsalem, requiréntes eum. Et factum est, post tríduum invenérunt illum in templo sedéntem in médio doctórum, audiéntem illos, et interrogántem eos. Stupébant autem omnes, qui eum audiébant, super prudéntia et respónsis ejus. Et vidéntes admiráti sunt. Et dixit mater ejus ad illum: Fili, quid fecísti nobis sic? ecce pater tuus, et ego doléntes quærebámus te. Et ait ad illos: Quid est quod me quærebátis? nesciebátis quia in his, quæ Patris mei sunt, opórtet me esse. Et ipsi non intellexérunt verbum, quod locútus est ad eos. Et descéndit cum eis, et venit Názareth: et erat súbditus illis.

[In quel tempo, mentre essi se ne tornavano, il fanciullo Gesù rimase in Gerusalemme, senza che i suoi genitori se ne accorgessero. Credendo che egli si trovasse nella comitiva, fecero una giornata di cammino, e lo cercavano fra parenti e conoscenti. Ma, non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme per farne ricerca. E avvenne che lo trovarono tre giorni dopo, nel tempio, seduto in mezzo ai dottori e intento ad ascoltarli e a interrogarli. E tutti quelli che lo udivano restavano meravigliati della sua intelligenza e delle sue risposte. Nel vederlo, essi furono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché facesti a noi così? Ecco, tuo padre ed io addolorati ti cercavamo». Ma egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che è necessario che io sia nelle cose del Padre mio?». Essi però non compresero ciò che aveva detto loro. Ed egli scese con essi e tornò a Nazareth; ed era loro sottomesso.]

OMELIA

LA MADRE DEL SIGNORE

(O. Hopfan: Maria – Marietti ed. 1953)

Nessun essere in tutto il Cielo può dire al Re della gloria: « Tu sei mio Figlio! », nessuno all’infuori del Padre celeste e di… Maria. Quando Maria sta accanto al trono della maestà di Cristo, può ricordarGli: «Io Ti ho partorito, Tu lo sai bene, nell’antro di Betlem; Io sono fuggita con Te; Io Ti ho educato; Io Ti ho seguito col cuore nella tua attività; Io sono stata accanto a Te anche nell’ora più dura ». Questa strettissima comunanza fra Madre e Figlio, questi episodi tanto intimi, propri a Loro solamente, sono il sigillo, che resta impresso indelebilmente nell’anima di tutti e due. Maria nei riguardi di Cristo e Cristo nei riguardi di Maria stanno in un rapporto così intimo, quale non spetta ad alcun altro Beato del Cielo. Per questo il Beato Pio X nella sua Enciclica già ricordata insegna: « Grazie alla comunanza d’amore e di dolore fra Maria e Cristo, grazie a questa comunanza di dolori fra Madre e Figlio, fu conferito all’augustissima Vergine il privilegio d’essere la potentissima mediatrice e conciliatrice dell’universo intero ». Già S. Tommaso d’Aquino aveva riconosciuto che Maria distribuisce in un certo senso — « quodammodo » — tutte le grazie, perché Ella è la più vicina a Cristo, che è la fonte di tutte le grazie. Quando, dunque, Maria si piega dinanzi al Figlio suo per intercedere, Egli ripeterà regalmente il suo comando di Cana: « Riempite le idrie! Attingete dalle idrie! Attingete una misura buona, pigiata, traboccante! ». Quando nessun Beato del Cielo osa più accostarsi al trono della grazia, quando nessuno può più pregare, può sempre farsi ancor innanzi Maria; Ella, come la regina Ester, ha accesso agli appartamenti del Re in tutte le ore; Ella passa attraverso tutte le sale sino alle camere più riposte del Cuore del Figlio suo. Gli Spiriti di guardia secondo il loro turno abbassano sorridenti le spade fiammeggianti; Maria non deve loro far vedere alcun passaporto né alcun documento. E si presenta al trono della grazia; vi ritorna sempre di nuovo; in umile naturalezza; nessuno vi accede così spesso come Lei. Dagli abissi della divina misericordia la sua mano prende grazie così profonde e così pesanti, quali tutto il restante Cielo non potrebbe sollevare; quello che a tutti gli altri è impossibile è riservato a Maria e solo a Lei: Ella è la Madre del Signore. È anche Madre nostra! Sin da quando viveva in questa terrena vita gli uomini Le stavano così a cuore, che per essi immolò persino il Figlio suo; in Cielo Ella continua a lavorare per la nostra salvezza. La sua preghiera trasfigurata mira anzitutto alle cose grandi ed essenziali, che scorge nei piani di Dio. Non ci allontana con la sua preghiera ogni croce, neanche la più piccola, Lei che non volle toglier la croce neppure al Figlio suo. La sua preghiera è la sollecitudine della Madre per i Figli, che ancora s’attardano lungo la via, affinché essi non soccombano ai pericoli del viaggio, affinché raggiungano la maturità in Cristo, affinché ottengano la salvezza eterna. Una madre non finisce mai di pregare per i figli suoi; un amico può elevare una preghiera per noi una volta, dieci volte, forse anche cento volte, ma una madre prega sempre; il suo amore non cessa mai: crede tutto, spera tutto, sopporta tutto, supera tutto. Maria prega per noi con amorosa tenacità anche quando tutto sembra inutile e perduto per colpa della nostra corruzione o caparbietà. Ella è il rifugio dei peccatori. Quali miracoli di grazia non poté Ella ottenere! La parola che il Signore disse alla donna cananea vale in verità ancor più per Maria: « O donna, la tua fede — e il tuo amore — è grande! Ti sia fatto secondo il tuo desiderio » L’intercessione quindi di Maria è più potente d’ogni altra. In veste di broccato d’oro Ella sta qual grande protettrice, quale « avvocata » dell’umanità, come la « Salve Regina » la chiama così bellamente e semplicemente, accanto al trono del Re, raccomandando ai suoi occhi e al suo Cuore le nostre necessità. Quivi pregano per noi anche Pietro e Paolo, Antonio e la piccola grande Teresa del Bambino Gesù; quivi pregano la nostra mamma amata e il nostro caro papà e tutta intera la lunga litania di tutti i Santi. Il segreto di questa intercessione dei Beati del Cielo è il loro amore, l’amore per Iddio e l’amore per noi; quanto più essi furono intimamente uniti per amore con Dio sin dalla terra, tanto più anche il loro amore per noi può dal Cielo riflettersi quaggiù luminoso e possente. L’intercessione di Maria però trascende quella di tutti gli altri, può più che non quella di tutti gli altri nobili spiriti: è l’intercessione della Madre di Dio, non degli amici di Dio solamente. Una sentenza ben fondata ritiene anzi che la preghiera di tutti gli altri dev’essere appoggiata dall’intercessione di Maria, se pur vuol trovare esaudimento: « Qualunque cosa gli altri domandino, essi la domandano in qualche modo per mezzo della Vergine ». Maria, come La esalta il Santo Pio X, è « la prima mediatrice di tutte le grazie e di tutte le grazie la distributrice ». (Ad diem illum). Ci troviamo qui dinanzi alla « mediazione universale di grazia » di Maria. Il compito di tutti gli altri Santi sulla terra fu limitato, ristretto a un tempo, a una regione, a una condizione; la potenza quindi della loro intercessione è anche nel Cielo per così dire circoscritta e particolare, poiché l’esistenza celeste ha la sua corrispondenza in quella terrena. Maria è la Madre di tutti i redenti; la sua premurosa preghiera quindi si estende alla loro nascita, al loro sviluppo e al loro perfezionamento nella grazia. Ella disse Sì all’Incarnazione per noi tutti, per tutti Ella pianse e soffrì sul Calvario, per noi tutti implorò il Santo Divino Spirito. Il Pontefice Leone XIII conchiude quindi: « Com’Ella un dì fu un aiuto per l’attuazione del Mistero della redenzione, così anche al presente è l’aiuto per la partecipazione di questo Mistero in tutti i secoli avvenire ». « Tu, Madre, copri col tuo largo manto i Cristiani tutti in gioia e in pianto », si canta con fiducia e con letizia nelle chiese della Svizzera. Nel 1921 Benedetto XV, esaudendo una preghiera del Cardinale Mercier, permise ai Vescovi del Belgio di celebrare una festa in onore di Maria « mediatrice di tutte le grazie »; il Pontefice Pio XI nel 1931 ha esteso questo permesso a tutte le diocesi. Questo titolo lascia aperti ancora molti problemi. Preferiremmo in questa materia essere piuttosto cauti che precipitosi, poiché il Magistero della Chiesa non ha ancora stabilito il contenuto di questo termine con precisione e definitivamente.

IL CREDO

Offertorium

Orémus.
Eccli XXIV:25; Eccli XXXIX:17

Súscipe, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus, hanc immaculátam hóstiam, quam ego indígnus fámulus tuus óffero tibi Deo meo vivo et vero, pro innumerabílibus peccátis, et offensiónibus, et neglegéntiis meis, et pro ómnibus circumstántibus, sed et pro ómnibus fidélibus christiánis vivis atque defúnctis: ut mihi, et illis profíciat ad salútem in vitam ætérnam. Amen.

[Accetta, Padre santo, onnipotente eterno Iddio, questa ostia immacolata, che io, indegno servo tuo, offro a Te Dio mio vivo e vero, per gli innumerevoli peccati, offese e negligenze mie, e per tutti i circostanti, come pure per tutti i fedeli cristiani vivi e defunti, affinché a me ed a loro torni di salvezza per la vita eterna. Amen.]

In me grátia omnis viæ et veritátis, in me omnis spes vitæ et virtútis: ego quasi rosa plantáta super rivos aquárum fructificávi

[In me ogni grazia di verità e dottrina in me ogni speranza di vita e di forza. Sono fiorita come una rosa, piantata lungo i corsi delle acque].

Secreta

Tua, Dómine, propitiatióne, et beátæ Maríæ semper Vírginis, Unigéniti tui matris intercessióne, ad perpétuam atque præséntem hæc oblátio nobis profíciat prosperitátem, et pacem.

[Per la tua clemenza, Signore, e per l’intercessione della beata Vergine Maria, madre del tuo unico Figlio, l’offerta di questo sacrificio giovi alla nostra prosperità e pace nella vita presente e nella futura.]

Per eúndem Dóminum nostrum Jesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.

Præfatio

V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
V. Sursum corda.
R. Habémus ad Dóminum.
V. Grátias agámus Dómino, Deo nostro.
R. Dignum et justum est.

de Beata Maria Virgine


Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Et te in Festivitate beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:

[È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nella Festività della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesù Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo:]

Sanctus

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt cæli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

Preparatio Communionis

Orémus: Præcéptis salutáribus móniti, et divína institutióne formáti audémus dícere:


Pater noster

Pater noster, qui es in cælis. Sanctificétur nomen tuum. Advéniat regnum tuum. Fiat volúntas tua, sicut in cælo et in terra. Panem nostrum quotidiánum da nobis hódie. Et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris. Et ne nos indúcas in tentatiónem:
R. Sed líbera nos a malo.
S. Amen.

Agnus Dei

Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: dona nobis pacem.

Panem cæléstem accípiam, et nomen Dómini invocábo.
V. Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.
V. Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.
V. Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.

COMUNIONE SPIRITUALE

Communio

Beáta víscera Maríæ Vírginis, quæ portavérunt ætérni Patris Fílium.

[Beato il seno della Vergine Maria che portò il Figlio dell’eterno Padre.]

Postcommunio

Orémus.

Hæc nos commúnio, Dómine, purget a crímine: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genitríce María, cœléstis remédii fáciat esse consórtes.

[Questa comunione ci mondi dalla colpa, o Signore, e per l’intercessione della beata sempre Vergine Maria, Madre di Dio, ci faccia perennemente partecipi del rimedio celeste.]

PREGHIERE LEONINE (dopo la Messa)