IL CATECHISMO DI F. SPIRAGO (XV)
CATECHISMO POPOLARE O CATTOLICO SCRITTO SECONDO LE REGOLE DELLA PEDAGOGIA PER LE ESIGENZE DELL’ETÀ MODERNA
DI
FRANCESCO SPIRAGO
Professore presso il Seminario Imperiale e Reale di Praga.
Trad. fatta sulla quinta edizione tedesca da Don. Pio FRANCH Sacerdote trentino.
Trento, Tip. Del Comitato diocesano.
N. H. Trento, 24 ott. 1909, B. Bazzoli, cens. Eccl.
Imprimatur Trento 22 ott. 1909, Fr. Oberauzer Vic. G.le.
PRIMA PARTE DEL CATECHISMO:
FEDE (12).
9. Art. del Simbolo: la Chiesa (1)
I. LA CHIESA CATTOLICA E LA SUA ORGANIZZAZIONE.
1. LA CHIESA CATTOLICA È UN’ISTITUZIONE VISIBILE FONDATA DA GESÙ CRISTO, IN CUI GLI UOMINI SONO PER IL CIELO.
La Chiesa cattolica, cioè la Chiesa universale (mondiale), è stata fondata da Gesù Cristo.
Gesù Cristo continua la sua opera dopo l’ascensione: educare l’umanità per il cielo. La Chiesa è un’istituzione analoga a una scuola. Lo scopo di una scuola è l’educazione dei bambini, in parte per renderli buoni cittadini dello Stato, della Chiesa, della patria celeste. Ogni scuola ha il suo capo, il suo direttore i suoi insegnanti e i suoi alunni (uditori). In ogni scuola c’è un programma di materie da insegnare, i mezzi di istruzione, le tabelle, le carte geografiche, delle regole disciplinari per il mantenimento dell’ordine. – La Chiesa è visibile; ha un capo visibile, un segno visibile di iniziazione, (battesimo) e una professione di fede esterna (visibile). È per questo che Cristo la paragona a oggetti visibili: una città su un monte, una fiaccola sul moggio. La Chiesa è anche chiamata corpo, (Ef. I, 22) casa di Dio (I. Tim. III, 15), città santa. (Apoc. XXI, 10). La Chiesa è quindi ovunque ci siano Cristiani cattolici e Sacerdoti cattolici. Gli eretici esclusi dalla Chiesa, ma che desiderano appartenervi, sostengono che la Chiesa sia invisibile; anche i liberi pensatori preferirebbero che la Chiesa visibile non esistesse, il che li dispenserebbe dall’ascoltarla. – Con il nome di Chiesa non si intende quindi l’edificio materiale che porta anch’esso questo nome, anche se la Chiesa come istituzione ha una certa analogia con l’edificio (Ef. II, 21); essa ha una pietra angolare vivente, Gesù Cristo, che per mezzo dello Spirito Santo, che unisce i fedeli nella grande famiglia di Dio ha diverse pietre di fondazione, gli Apostoli (Apoc, XXI, 14) e pietre da costruzione, i fedeli. Le pietre di un edificio devono essere ben tagliate e ben cementate. Allo stesso modo le pietre vive della Chiesa, i fedeli, sono tagliate per il cielo con le tentazioni e le sofferenze, e saldamente unite dalla vera carità. – Con il nome di Chiesa cattolica non intendiamo nemmeno la religione cattolica. La Chiesa sta alla religione come il corpo sta all’anima indissolubilmente unita. –
La Chiesa cattolica è spesso chiamata il regno di Dio, la società di tutti i fedeli Cristiani.
S. Giovanni Battista e Gesù Cristo stesso annunciarono che il regno dei cieli fosse vicino. (S. Matth. III, 2; IY, 17). La maggior parte delle parabole di Gesù sul regno dei cieli si riferiscono alla Chiesa cattolica; a causa della sua gerarchia (Papa, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, fedeli) è simile ad un regno, e poiché il suo scopo è quello di elevare gli uomini al cielo, essa è giustamente chiamata il regno dei cieli. – La Chiesa è il popolo di Dio sparso su tutta la terra. (La Chiesa è la società dei fedeli (S. Thom. Aq.); potrebbe anche essere chiamata una grande associazione, una grande comunità. Cristo la paragona ad un ovile, dove, come buon Pastore, vuole raccogliere tutte le sue pecore. (S. Giovanni X). –
La Chiesa è giustamente chiamata la Madre dei Cristiani, perché con il Battesimo dona loro la vera vita dell’anima, e perché alleva i suoi figli come una madre.
La madre dà la vita al bambino, e la Chiesa nel Battesimo dà all’umanità la grazia santificante che ci dà diritto al cielo. La Chiesa è quindi la madre dell’uomo, se non la madre del corpo, almeno la madre dell’anima del Cristiano. – La Chiesa è anche nostra madre, perché deve educarci. Quando il padre parte per un viaggio, lascia i figli alla madre e le cede la sua autorità. Gesù Cristo ha fatto lo stesso quando ha lasciato la terra, lasciandoci con la nostra madre la Chiesa e le ha dato piena autorità su di noi (S. Giovanni XX, 21). Dobbiamo quindi onorare Dio come nostro Padre e la Chiesa come nostra madre (S. Aug.). Se amiamo già la nostra patria terrena, perché ivi siamo nati e vi abbiamo ricevuto la nostra prima educazione, e siamo disposti a soffrire la morte per amore di essa, quanto più dobbiamo amare la Chiesa, alla quale dobbiamo la vita eterna. È giusti in effetti dare la preferenza ai beni superiori dell’anima rispetto a quelli del corpo (Leone XIII).
2. LA CHIESA INNALZA L’UOMO CON IL TRIPLICE MINISTERO CONFERITOLE DA CRISTO: QUELLO DOTTRINALE, QUELLO SACERDOTALE, E QUELLO PASTORALE.
La Chiesa insegna la dottrina di Cristo, applica i mezzi di santificazione da Lui istituiti e governa i membri della Chiesa. – L’insegnamento della dottrina di Cristo avviene attraverso la predicazione; l’applicazione dei mezzi di santificazione con l’oblazione del santo sacrificio, l’amministrazione dei Sacramenti, le benedizioni, le consacrazioni, le devozioni pubbliche; il governo, attraverso la promulgazione delle leggi (precetti e divieti; ad esempio, la proibizione di leggere certi libri pericolosi), con l’applicazione di determinate pene ai crimini più gravi (ad esempio, la scomunica, cioè l’esclusione dalla comunione dei fedeli), ecc.
Questo triplice ministero è stato adempiuto da Gesù Cristo stesso, che lo ha trasmesso agli Apostoli e ai loro successori.
Gesù Cristo ha predicato, ad esempio il Discorso della montagna; ha dispensato grazie, perdonando i peccati della Maddalena, donando il suo corpo e il suo sangue agli Apostoli nell’Ultima Cena, celebrando il primo Sacrificio della Messa, benedicendo i bambini. Cristo ha agito come un governo promulgando leggi, inviando i suoi Apostoli, rimproverando e castigando i farisei, ecc. – Ha trasmesso questo triplice ministero ai suoi Apostoli. Il magistero dottrinale: prima della sua ascensione ordinò loro di insegnare a tutte le nazioni. (S. Matth. XXVIII, 19). Il sacerdozio: nell’ultima cena, diede loro il potere di offrire il Sacrificio della Messa (S. Luc. XXII, 20); dopo la sua risurrezione, apparve loro nel cenacolo e diede loro il potere di perdonare i peccati. (S. Giovanni XX, 23); al momento della sua ascensione, comandò loro di battezzare (S. Matth. XXVIII, 19). Il ministero pastorale: diede loro il potere di rimproverare i peccatori (S. Matth. XVIII, 17), di legare e sciogliere, cioè di fare leggi e di abolirle. – Cristo ha parlato ai suoi Apostoli in questo modo per far capire che sta parlando anche ai loro successori: inviandoli a tutte le nazioni prima di salire al cielo, disse loro: “Io sono con voi fino alla fine dei secoli”. (S. Matth. XXVIII, 20). Chiaramente, queste parole non erano solo per gli Apostoli.
3. GESÙ CRISTO È IL CAPO E IL RE DI DELLA CHIESA.
I profeti avevano già annunciato che il Messia sarebbe stato un grande re (Sal. II), il cui regno sarebbe durato per sempre e avrebbe incluso tutte le nazioni della terra. L’Arcangelo Gabriele disse a Maria che il Salvatore sarebbe stato un re il cui regno non avrebbe avuto mai fine. (S. Luc. I, 33). Cristo davanti a Püate è chiamato un Re il cui regno non è di questo mondo (S. Giovanni XVIII, 36). Cristo dirige e governa la Chiesa in modo invisibile per mezzo dello Spirito Santo, come il capo governa le membra del corpo, per cui S. Paolo chiama Cristo il capo della Chiesa e la Chiesa il corpo di Cristo. (Ef. I, 23). Tutti i Cristiani costituiscono il corpo di Cristo, ogni Cristiano è membro di questo corpo (I. Cor. XII, 27), Gesù Cristo è chiamato il Capo invisibile della Chiesa perché non risiede più sulla terra in modo visibile. A causa del suo amore per la Chiesa, Cristo è chiamato suo sposo e la Chiesa sua sposa. (Apoc. XXI, 19). Cristo ha usato spesso questo paragone, tra l’altro nella parabola del banchetto di nozze. (S. Matth. XXII). S. Paolo dice che per amore della Chiesa, Gesù Cristo si è fatto schiavo, come Giacobbe, per ottenere la mano di Rachele (Fil. II), che ha dato la sua vita per la Chiesa (Ef. V, 25). – La parola Chiesa deriva da una parola che significa assemblea, e S. Agostino sottolinea che questa parola greca Ecclesia significa coloro che sono stati chiamati per grazia, mentre la Sinagoga indica coloro che sono stati costretti dalla coercizione della legge.
4. La Chiesa cattolica è composta dalla Chiesa docente e dalla Chiesa discente. La prima è è costituita dal capo della Chiesa, il Papa, dai Vescovi e, in senso più ampio, dai Sacerdoti; la seconda è costituita dai fedeli comuni. La parola Papa deriva dal greco pappas, padre; Vescovo, da episcopos, supervisore; Sacerdote da presbitero, anziano. Tuttavia, i Sacerdoti non hanno di per sé il potere di prendere decisioni. (Il termine pontefice è mutuato dai culti antichi. A Roma si usava per i sacerdoti incaricati del Pons Sublicius). – Sacerdozio deriva dalla parola sacra dare, offrire cose sacre. Essi lo detengono dal Vescovo e lo esercitano solo con il suo consenso. La divisione sopra indicata corrisponde anche a quella di clero e laici.
2. IL CAPO VISIBILE DELLA CHIESA.
Il sostegno più solido della Chiesa è il suo capo; egli è la roccia su cui si fonda (S. Matth. XVI, 18) e serve soprattutto a preservare la sua unità. L’esistenza di un capo impedisce gli scismi (Ger.). Una nave senza capitano, un esercito senza un generale è destinato al naufragio e alla sconfitta, così la Chiesa cadrebbe in rovina senza il suo capo, il centro dell’unità. (S. Giov. Cris.). I nemici della Chiesa attaccano il suo capo con tale violenza, perché con la scomparsa del pilota essi prevedono la rovina del naviglio. (S. Cipr.). Tra i Papi ci sono non meno di 40 martiri.
1. CRISTO HA COSTITUITO SAN PIETRO COME CAPO DEGLI APOSTOLI E DEI FEDELI; ANZI GLI DISSE: PASCI I MIEI AGNELLI, PASCI LE MIE PECORELLE; GLI DIEDE LE CHIAVI DEL REGNO DEI CIELI E LO ONORÒ SPESSO CON SPECIALI DISTINZIONI.
Dopo la sua risurrezione, Gesù Cristo apparve agli Apostoli sulle rive del lago di Gènézareth e per tre volte chiese a San Pietro se lo amasse, e quando questi rispose affermativamente gli affidò la cura (il nutrimento) delle pecore, cioè degli Apostoli, e degli agnelli, cioè i fedeli (S. Giovanni XXI, 15). Gli Apostoli, che sono i pastori delle nazioni, sono qui chiamati pecore, in relazione a San Pietro (Bossuet). – Già prima della risurrezione Gesù Cristo aveva promesso a Pietro il primato nella Chiesa. Sulla strada verso Cesarea di Filippo, aveva lodato Pietro per la sua coraggiosa professione di fede nella sua divinità e gli aveva detto: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’inferno (il potere di tutti i demoni) non prevarranno contro di essa (non potranno abbatterla). Ti darò le chiavi del Regno dei cieli (il potere supremo nella Chiesa) e qualsiasi cosa legherai sulla terra sarà legata in cielo e qualsiasi cosa legherai in terra sarà legata in cielo. Qualsiasi cosa comanderai sarà come se l’avessi comandata Io, e qualsiasi cosa permetterai sarà come se fosse stata permessa da me (S. Matth. XVI, 18). – Le distinzioni conferite a San Pietro. Gesù Cristo cambiò il suo nome da Simone a Pietro; lo coinvolse nelle circostanze più importanti della sua vita: sul Tabor, nell’Orto degli Ulivi; pagò un tributo per lui; quando risuscitò dai morti, gli apparve prima che a tutti gli altri Apostoli (S. Luc. XXIV, 34; I. Cor. XV, 5) ecc.
S. Pietro agì sempre come capo degli Apostoli e fu riconosciuto da loro come tale.
S. Pietro agisce come capo degli Apostoli: a Pentecoste parla in loro nome. Egli ha accolto nella Chiesa i primi Giudei e, a Cesarea, i primi Gentili; compie il primo miracolo; ordina l’elezione di un nuovo Apostolo; difende gli Apostoli davanti al tribunale; difende gli apostoli davanti al tribunale; fece prevalere la sua opinione nel Concilio apostolico di Gerusalemme del 51. Pietro fu riconosciuto come capo dagli Apostoli. Gli Evangelisti quando elencano gli Apostoli, nominano sempre Pietro per primo. (S. Matth. X, 2; S. Marc. I, 26; Act. Ap. II, 14). S. Paolo, dopo la sua conversione, ritenne necessario recarsi a Gerusalemme per presentarsi a San Pietro (Gai. 1, 18; II, 2).
2. SAN PIETRO È MORTO VESCOVO DI ROMA, OL PRIMATO ED. IL POTERE DI PIETRO SONO PASSATI AL VESCOVO DI ROMA.
È storicamente dimostrato che S. Pietro fu Vescovo di Roma per quasi 25 anni. La sua presenza a Roma (44-69) e il suo martirio sono registrati da numerose testimonianze. – Intorno al 65, San Pietro scrisse in una delle sue epistole: “La Chiesa che è in Babilonia… e mio figlio Marco vi salutano” (I. S. Piet. V, 13). I Cristiani diedero questo nome a Roma, che a causa della sua grandezza e corruzione assomigliava all’antica Babilonia. Papa Clemente di Roma scrisse intorno all’anno 100:
“Pietro e Paolo sono stati martirizzati insieme ad innumerevoli eletti e ci hanno lasciato un esempio ammirevole. Tertulliano, sacerdote di Cartagine (200), celebrò la felicità della Chiesa di Roma, perché aveva visto Pietro morire come il Signore, Paolo come Giovanni Battista. Il suo contemporaneo Origene, maestro della famosa scuola alessandrina, ci dice che Pietro fu crocifisso a Roma e, su sua richiesta, a testa in giù. Infine, da tempo immemorabile, Roma è in possesso della tomba di S. Pietro. Le sue ossa riposano in una catacomba sotto il circo di Nerone; il terzo Papa già eresse una cappella sopra questa tomba, e Costantino il Grande una splendida basilica”(324). La basilica era in pericolo di rovina, per cui i Papi costruirono l’immensa basilica di oggi, completata nel 1626 dopo cento anni di lavori. – La sede episcopale di Roma è stata chiamata Sede di Pietro fin dai tempi antichi. –
I Vescovi di Roma hanno sempre esercitato il potere supremo nella Chiesa e sono sempre stati riconosciuti come capi della Chiesa.
Verso la fine del I secolo scoppiarono dei dissensi nella Chiesa di Corinto. La disputa non fu portata davanti all’Apostolo S. Giovanni, che viveva ancora ad Efeso, ma a Clemente, il Vescovo di Roma, la cui epistola ebbe un grande effetto a Corinto. – Intorno al 190, il Vescovo di Roma, Vittore, convocò i Cristiani dell’Asia Minore per celebrare la Pasqua con la Chiesa di Roma e non più con i Giudei; quando i Cristiani si mostrarono riluttanti ad obbedire, Vittore li minacciò di scomunica ed essi si sottomisero a lui immediatamente. – Nel III secolo (250 circa), il Vescovo di Roma, Stefano, proibì ai Vescovi del Nord Africa di ribattezzare gli apostati che tornavano alla Chiesa cattolica, e ordinò loro di imporre le mani solo su di loro. Alcuni Vescovi si rifiutarono. Vittore ottenne la loro sottomissione minacciandoli di scomunica. – I Vescovi di Roma hanno presieduto tutti i Concili generali, dal primo di Nicea al più recente. – Quando sorgeva un’eresia, i Vescovi la riferivano immediatamente a Roma; spesso vi si appellavano quando credevano di essere accusati con ingiustizia, ad esempio Sant’Atanasio, Vescovo di Alessandria, deposto dall’imperatore e reintegrato nel suo ufficio dal Papa (350 circa). Il Vescovo di Roma è spesso chiamato Sommo Pontefice o Vescovo dei Vescovi. Quando la lettera di San Leone Magno fu letta al Concilio di Calcedonia del 451, i Vescovi riuniti gridarono: “Pietro ha parlato per bocca di Leone; chi ha un’altra fede sia anatema! – Cristo vuole che Pietro abbia successori senza interruzione fino alla fine del mondo. (Concilio Vaticano). Quindi non ci sarà mai un momento in cui la Chiesa sarà senza Papa. I troni sono caduti in gran numero nel corso dei secoli, le nazioni e gli imperi sono scomparsi, solo l’odiato e perseguitato Papato è ancora in piedi.
3. Il VESCOVO DI ROMA È QUINDI CHIAMATO PAPA O SANTO PADRE SUA SANTITÀ, IL PADRE DELLA CRISTIANITÀ, IL VICARIO DI CRISTO.
Il Salvatore disse a Pietro: “Benedetto sei tu, Simone, figlio di Jonas”. (S. Matth. XVI, 17); ai Papi era stato dato il titolo di “Sua Beatitudine” (beatissime pater); al suo posto oggi diciamo Sua Santità, titolo che si applica all’alta dignità di questo ministero. – L’ufficio o il potere del Papa è talvolta chiamato Sede di Pietro, Santa Sede o Sede Apostolica. Questo titolo deriva dal pulpito o trono, dove secondo l’usanza ebraica Pietro si sedeva per insegnare o celebrare la liturgia. Questo pulpito è ancora conservato nella Basilica di San Pietro. Essendo la sede del Papa a Roma, il Papa è talvolta chiamato Papa romano e la Chiesa da lui governata, la Chiesa cattolica romana.
Ad oggi si contano circa 260 Papi; quasi 60 dei primi quattro secoli sono onorati come santi. 33 di loro hanno subito il Martirio. Tranne Pietro e Pio IX, nessun Papa ha regnato per più di 25 anni. – L’attuale papa si chiama Leone XIII; è nato il 2 marzo 1810 a Carpineto, in Italia, fu ordinato sacerdote il 31 dicembre 1837, divenne nunzio a Bruxelles, quindi Arcivescovo di Perugia (1846) e Papa il 20 febbraio 1878. Il suo lavoro fu un grande successo: contribuì all’abolizione della schiavitù in Brasile, aiutò nella lotta contro questo flagello in Africa, fece cessare le persecuzioni religiose in Germania, evitò la guerra tra Germania e Spagna, eresse più di cento sedi episcopali nei Paesi di missione, ecc. Egli scrisse notevoli encicliche sulla massoneria, il Terzo Ordine di San Francesco, il Rosario, il miglioramento della sorte dei lavoratori, la riunione delle chiese separate, ecc..
4. IlL PAPA HA NELL’EPISCOPATO UN PRIMATO D’ONORE ED UNA GIURISDIZIONE SUPREMA SU TUTTA LA CHIESA. (Conc. Vat. 4, X, 83).
Il Papa ha il primato d’onore nella Chiesa. “Il Papa è il Pontefice sovrano e il principe dell’episcopat”. (S. Bern.). Il Papa non rappresenta il Salvatore con l’oppressione della croce, ma il Salvatore che regna gloriosamente in cielo, e gode dei seguenti onori: assume un nuovo nome, come Pietro, il cui nome era stato cambiato da Cristo, il che indica che egli deve ora occuparsi del suo ufficio (dal X secolo, i Papi prendono solo i nomi dei precedenti e si distinguono da loro per il numero ordinale aggiunto al loro nome; il solo nome Pietro non è più scelto per rispetto al vicario immediato di Gesù Cristo). Il Papa indossa la tiara, cioè una mitra con tre corone che rappresentano il magistero dottrinale, il sacerdozio e la regalità pontificia. È talvolta rappresentato con un pastorale sormontato da una croce; è vestito con una tonaca di seta bianca. Il Papa viene salutato baciandogli i piedi … la ragione deriva dalle parole della Scrittura: “Come sono belli i piedi di coloro che annunciano la pace, il Vangelo della felicità”. – Ma il Papa non ha solo il primato d’onore, ma ha anche piena giurisdizione nella Chiesa. Come Dottore universale (Con. Vat), come pastore dei pastori e delle pecore (San Bernardo), è investito della suprema autorità nell’insegnamento della fede e della morale (prende decisioni definitive), nella disciplina e nel governo di tutta la Chiesa, ha autorità su ogni chiesa particolare, su ogni Vescovo e su ogni sacerdote: può istituire e deporre i Vescovi, convocare i Concili, fondare e sopprimere gli Ordini religiosi, inviare i sacerdoti, fondare e sopprimere Ordini religiosi, inviare missionari, concedere privilegi e dispense, riservare l’assoluzione per alcuni peccati. Per lo stesso motivo deve essere in grado di comunicare liberamente con i pastori ed i fedeli di tutta la comunità, istruirli e guidarli nelle vie della salvezza; deve anche avere libero accesso (libertà di pellegrinaggio) a Roma (Conc. Vat.). Il Papa possiede quindi anche il diritto supremo di vigilanza su tutta la Chiesa come giudice supremo di tutti i fedeli, spetta a lui prendere decisioni irrevocabili per contenziosi in materia ecclesiastica e tutti hanno il diritto di appellarsi a lui. – Il Papa ha un consiglio di 70 Cardinali che appartengono a diverse nazioni e che hanno (12 giorni dopo la vacanza della sede) il diritto di eleggere il nuovo Papa. I Cardinali hanno il titolo di Eminenza, indossano un cappello rosso ed un mantello viola per ricordare che devono essere pronti a versare il loro sangue per Gesù Cristo. I Cardinali sono a capo della maggior parte delle aree dell’amministrazione papale, per esempio, le Congregazioni dell’Indice, le Indulgenze e le Reliquie, i Riti, la Propaganda, ecc. – Il Papa è indipendente da tutti i sovrani temporali e dalle autorità ecclesiastiche. Per molti secoli, i Papi sono stati essi stessi sovrani temporali dello Stato Pontificio. Ecco come sono stati costituiti questi Stati: Fin dai primi secoli, i Papi acquisirono grandi ricchezze tramite donazioni. Dal tempo di Costantino il Grande, poiché gli imperatori ed i governatori imperiali non risiedevano più a Roma, i Papi esercitarono una sorta di sovranità sulle terre romane e sull’Italia centrale. Poi il re franco Pipino cedette ai Papi il territorio romano conquistato ai Longobardi con alcune città sulla costa orientale dell’Italia (754), dono ratificato nel 774 da suo figlio Carlo Magno. I Papi persero i loro Stati 77 volte, ma tornarono sempre in loro possesso. Napoleone glieli tolse nel 1809 e loro li recuperarono al Congresso di Vienna nel 1815. Dal 1949 al 1870, il Regno d’Italia ha annesso tutti i possedimenti papali ad eccezione di Roma e, nel 1870, anche questa; non gli resta più che il Vaticano. Il potere temporale era di grande utilità per la Chiesa; esso assicurava al suo capo l’indipendenza, aumentava la sua autorità nei confronti dei poteri e forniva parte delle entrate necessarie all’amministrazione della Chiesa; soprattutto, garantiva la libertà del Conclave. Dalla sua espropriazione, il Papa è stato sostenuto dall’imposta volontaria dei Cattolici, l’obolo di San Pietro. – Anche se il papa non ha più il potere temporale, la sua sovranità è ancora riconosciuta dalle potenze, anche dall’Italia (Leggi di garanzia del 1871). Ecco perché l’arbitrato del Papa è già stato invocato in controversie tra nazioni, ad esempio tra Germania e Spagna nell’affare delle Caroline (1885). Il Papa come sovrano ha il diritto di battere moneta, di conferire decorazioni e di avere una bandiera (i cui colori sono il bianco e l’oro) in allusione alle parole di San Pietro al paralitico: “Non ho né oro né argento. (Act. Ap. III, 6); ha degli ambasciatori (legati, nunzi, ecc.) presso le potenze, ecc. – Il Papa non ha alcuna giurisdizione sulla terra al di sopra di lui, nemmeno il Concilio Generale, cioè l’assemblea di tutti i Vescovi dell’universo. (Eugenio IV, 4 settembre 1439; Conc. Vat. 4, 3). L’appellarsi al Papa al Concilio Generale costituisce un atto di per sé punibile con la scomunica. (Pio IX, 12 ottobre 1869).
3. VESCOVI, SACERDOTI, FEDELI.
1. I VESCOVI SONO I SUCCESSORI DEGLI APOSTOLI.
I Vescovi prendono il posto degli Apostoli (Concilio Vaticano). I Vescovi risalgono agli Apostoli con la loro ordinazione, come l’ultimo anello di una catena è unito al primo. – I Vescovi differiscono dagli Apostoli solo per i limiti della loro giurisdizione: gli Apostoli avevano come campo d’azione il mondo intero, i Vescovi hanno solo la loro diocesi. Gli Apostoli erano dotati di un’infallibilità personale che manca ai Vescovi. Ciò si spiega con la missione straordinaria degli Apostoli, che richiedeva poteri e doni straordinari, come il dono dei miracoli, delle lingue e dell’infallibilità.
Il potere dei Vescovi consiste nel governare la parte della Chiesa assegnata loro dal Papa e di partecipare con lui al governo della Chiesa universale.
Già gli Apostoli avevano assegnato ai Vescovi regioni specifiche: Creta, ad esempio, a Tito, come dice San Paolo (Tt 1, 5). La regione assegnata a un Vescovo si chiama diocesi (ce ne sono anche di molto grandi di milioni di anime). – Il Vescovo esercita la sua autorità pastorale e dottrinale approvando e formando i candidati al sacerdozio, costituendo e conferendo le cariche ecclesiastiche, la giurisdizione ai confessori e la missione ai catechisti (ecclesiastici o laici), approvando libri, promulgando decreti quaresimali, e così via. Le funzioni pontificie (potestà d’ordine) sono l’amministrazione della Cresima, il conferimento degli Ordini, l’assoluzione dei peccati a lui riservata, la consacrazione di chiese, altari, vasi sacri, olii santi, ecc. – In quanto partecipano al governo generale della Chiesa, sono chiamati a partecipare ai Concili generali dove, in comunione con il Papa, hanno il potere deliberativo di emanare decreti e fare leggi.
I Vescovi non sono quindi semplici vicari del Papa, hanno un’autorità reale nel governo della Chiesa.
I Vescovi hanno una propria giurisdizione e autorità nella Chiesa; sono i veri pastori del gregge loro affidato (Concilio Vaticano, IV, 3), perché sono “costituiti dallo Spirito Santo per governare la Chiesa di Dio”. (Act. Ap. XX, 28). E come un principe-erede ha, per la sua nascita, un diritto reale sul futuro governo del Paese, così i Vescovi acquisiscono con la loro ordinazione un diritto sul governo della Chiesa affidato loro dal Papa; i Vescovi sono quindi principi della Chiesa, e giustamente. È perché i Vescovi hanno la giurisdizione, l’autorità ordinaria immediata, sono chiamati anche “ordinari“. Il consiglio che assiste il Vescovo si chiama Capitolo; i suoi membri portano il titolo di canonici. In caso di vacanza della sede, uno di loro viene eletto vicario capitolare e governa la diocesi fino alla fine della vacanza. In base al diritto, l’elezione del Vescovo spetta al Capitolo. I concordati possono trasferire questo diritto al Papa, al governo o all’Arcivescovo. I Vescovi hanno dei vicari generali o coadiutori che li assistono nel loro governo; per assisterli nell’esercizio dei poteri dell’ordine hanno Vescovi ausiliari o suffraganei. – L’episcopato è una dignità molto alta, superiore, secondo S. Ambrogio, alla dignità reale. Come segno della sua dignità, il Vescovo porta la mitra, come capo dell’esercito di Gesù Cristo; il pastorale, simbolo dell’autorità pastorale, un pastorale curvo per la limitazione della giurisdizione; un anello, come segno di alleanza con la sua Chiesa; una croce pettorale. – In segno di rispetto, i Sacerdoti e i fedeli baciano il suo anello.
Ha il titolo di Monsignore, di Sua Grandezza. Il Papa rivolgendosi al Vescovo. Lo chiama Venerabile fratello, perché il potere d’Ordine del Vescovo è uguale al potere d’ordine del Papa. I Vescovi sono comunque sotto la giurisdizione del Papa e gli devono obbedienza. Il Papa conferisce ai Vescovi il potere di giurisdizione; è la radice da cui i rami traggono la loro linfa. Nessun Vescovo può quindi esercitare la sua autorità finché non ha ha ricevuto l’istituzione canonica dal Papa. Inoltre, è obbligato a riferire periodicamente al Papa sullo stato della sua Diocesi. (Pellegrinaggio ad limina Apostolorum.) I Vescovi italiani vi si recano ogni due anni; quelli d’Europa ogni quattro anni, quelli d’America, ogni dieci anni). Una sentenza episcopale può essere appellata al Papa. – I vescovi separati dalla Sede di Pietro, che non sono in comunione con lui, come ad esempio i greci, i russi e gli anglicani, non sono più membri della Chiesa e quindi non hanno giurisdizione. Leone XIII ha persino definito solennemente che gli anglicani non hanno nemmeno il potere d’ordine. I Vescovi che hanno altri Vescovi sotto la loro giurisdizione sono chiamati Arcivescovi o Metropoliti.
Questi hanno una preminenza sui Vescovi semplici: in alcuni casi hanno il diritto di indossare il pallio (una fascia di lana d’agnello bianca attorno alle spalle, simbolo di mitezza e umiltà); in alcuni Paesi ricevono onorificenze civili. – Al di sopra degli Arcivescovi si trova il primate o primo Vescovo di una nazione. (L’Arcivescovo di Lione è primate delle Gallie; l’Arcivescovo di Malines è primate dei Paesi Bassi; l’arcivescovo di Salisburgo è primate di Germania, quello di Gian, primate di Ungheria). I primati hanno al di sopra di loro i Patriarchi, in alcuni Paesi gli esarchi, a cui erano originariamente soggetti i metropoliti. (I principali Patriarcati erano quelle di Antiochia, Alessandria, Roma, perché queste sedi erano state fondate da San Pietro). Oggi i titoli di primate e patriarca sono puramente onorifici; non implicano alcuna giurisdizione e sono, inoltre, come l’arcivescovado, di semplice diritto ecclesiastico. – Esistono ancora prelati nella Chiesa che, senza avere l’ordine episcopale, possiedono il rango: sono dignitari ecclesiastici (generalmente capi di ordini religiosi) che, insieme ai loro subordinati, sono esenti dalla giurisdizione episcopale, ma immediatamente soggetti alla Santa Sede. Alcuni prelati governano addirittura una diocesi, senza avere l’ordine episcopale; ce ne sono altri, che governano una regione specifica con i propri sacerdoti e i suoi fedeli e che, con il loro territorio, sono soggetti alla giurisdizione episcopale. Ci sono anche sacerdoti che hanno solo il titolo onorifico di prelato.
2. I SACERDOTI SONO I COLLABORATORI DEI VESCOVI.
Con l’Ordinazione, i Sacerdoti ricevono la vita sacerdotale dal Vescovo, come i figli ricevono la vita naturale dai genitori; sono quindi figli spirituali dei Vescovi. Ma i figli non hanno mai autorità personale nella casa del padre, sono soggetti all’autorità del padre e devono eseguire gli ordini che vengono loro impartiti. Lo stesso vale per i sacerdoti: non hanno l’autorità pastorale della Chiesa. Nei Concili generali essi non hanno diritto di parola, al massimo costituiscono una voce consultiva quando chiamati in causa; né possono scomunicare, sono solo gli aiutanti, i coadiutori dei Vescovi, ai cui ordini devono sottomettersi.
I Sacerdoti hanno solo una parte dei poteri del Vescovo e possono esercitarli solo con l’autorizzazione di quest’ultimo.
Questa autorizzazione si chiama approvazione, missione canonica. – Il paramento del sacerdote Sacerdote è la tonaca nera, un indumento che arriva fino al tallone. La tonaca nera ricorda al sacerdote il pensiero della morte; la chiusura completa dell’abito gli ricorda che deve essere assolutamente inaccessibile alle gioie colpevoli o mondane.
I Sacerdoti a cui il Vescovo affida in modo permanente l’amministrazione di un distretto diocesano sono chiamati parroci (curati).
Questo distretto è chiamato parrocchia (parochia). Nella Chiesa greca, il parroco è chiamato pope. – I parroci di alcune grandi parrocchie sono chiamati decani. In alcuni Paesi, il parroco viene presentato al Vescovo da patroni, individui o corporazioni che hanno acquisito questo privilegio grazie a servizi eccezionali resi alla parrocchia. – Il parroco è il rappresentante del Vescovo nella parrocchia. Nessuno può esercitare una funzione ecclesiastica nella parrocchia senza il suo permesso (o quello del Vescovo), in particolare il solo parroco ha il diritto di predicare, battezzare, dare l’estrema unzione, assistere ai matrimoni e presiedere alle sepolture. – I parroci non esistevano nei primi secoli della Chiesa, in quanto i Vescovi esercitavano da soli la maggior parte delle funzioni sacre e, in seguito, inviavano a distanza i sacerdoti legati alla chiesa cattedrale, con una delegazione temporanea, a celebrare le funzioni e amministrare i Sacramenti. I parroci che il Vescovo pone al di sopra dei parroci di un distretto più ampio sono chiamati Arcipreti, Arcidiaconi.
Su incarico del Vescovo, visitano le chiese e fungono da intermediari tra l’amministrazione episcopale ed i parroci. I parroci delle parrocchie più popolose hanno anche dei sacerdoti di soccorso. Questi Sacerdoti sono chiamati vicari, cappellani, ecc. e sono nominati dal Vescovo. Quando una parrocchia è vacante, viene nominato temporaneamente un amministratore.
3. UN CATTOLICO È COLUI CHE È BSTTEZZATO E CHE PROFESSA ESTERIORMENTE DI ESSERE MEMBRO DELLA CHIESA CATTOLICA.
Un’associazione considera membro solo chi è stato accolto in essa; è membro della Chiesa solo chi è stato accolto in essa. Questa iniziazione avviene attraverso il Battesimo. Il Battesimo è la porta attraverso la quale si entra nella Chiesa, come la finestra che dava accesso all’arca di Noè. La Scrittura annovera tra i membri della Chiesa anche i i 3000 ebrei che furono battezzati il giorno di Pentecoste come membri della Chiesa (Atti II, 41). Inoltre, è necessario fare una professione esterna di questa appartenenza alla Chiesa. Chi se ne separa, ad esempio per eresia, cessa di essere membro della Chiesa, anche se davanti a Dio non è liberato dagli obblighi imposti dal Battesimo; si trova nella situazione di un soldato che ha disertato la sua bandiera ed è passato al nemico. I pagani, gli Ebrei, eretici e scismatici (Conc. di Firenze) non appartengono alla Chiesa cattolica, ma i loro figli battezzati sì. Il Battesimo è un bene dell’unica vera Chiesa, i suoi frutti appartengono quindi solo ad essa. (S. Aug.). Ma questi figli battezzati si separano dalla Chiesa quando raggiungono la maggiore età, fanno professione di eresia, ad esempio ricevendo la Cena del Signore in un tempio eretico. – I cristiani furono chiamati inizialmente con nomi diversi: prima furono chiamati Nazareni, perché Nazareth era la patria di Cristo, poi Galilei (stranieri) , perché i Giudei immaginavano che Gesù Cristo provenisse da lì. Il nome Cristiani (Act. Ap. XI, 26) compare per la prima volta nella grande comunità di Antiochia, dove S. Pietro e, più tardi, S. Ignazio erano Vescovi. Noi portiamo giustamente questo nome di Cristiani (christianus), che significa unto, perché interiormente le nostre anime hanno ricevuto l’unzione dello Spirito Santo, così come i nostri corpi lo hanno ricevuto esternamente; inoltre, la nostra vocazione è quella di diventare come Gesù Cristo. (Rom. VIII, 29). Questo nome non viene dagli uomini, viene da Dio (Greg. Naz.). – Non prendiamo il nome da un re temporale, da un Angelo, da un arcangelo o da un serafino, ma dal loro re. (S. G. Cris.). Il titolo di Cristiano è amato da Dio, ma disprezzato dai viziosi e dai superbi (S. Theoph. d’Ant.).
Ma un verocattolico è l’unico che, dopo essere stato battezzato e membro della Chiesa, si impegna seriamente di raggiungere la vita eterna, che quindi crede nelle dottrine della Chiesa, osserva i Comandamenti di Dio e della Chiesa, riceve i Sacramenti e prega Dio nel modo prescritto da Gesù Cristo.
Non si è veri Cristiani quando non si conosce nemmeno la dottrina cristiana; – allora si è come uno che si definisce pittore o medico e non capisce nulla della sua arte. Non si è veramente Cristiano quando non vive secondo la morale di Cristo (S. Giustino), che disse ai Giudei: “Se voi siete i figli di Abramo, fate le opere di Abramo” (S. Giovanni VIII, 39), che per noi significa: “Se volete essere Cristiani, fate anche voi le opere dei Cristiani”. Una vita malvagia ci fa perdere il titolo di Cristiano (Salviano). Perciò, se vogliamo essere Cristiani, viviamo come Cristo (S. Greg. Naz.).
Cristiano è colui che è mite, gentile, misericordioso con tutti, che divide il suo pane con i poveri (S. Aug.). Cristo stesso dice che i suoi discepoli si riconosceranno dalla loro carità verso il prossimo (S. Giovanni XX, 35), che è quindi come l’uniforme del Cristiano. – Un Cristiano che non riceve i Sacramenti, che non prega, è come un soldato disarmato, un artigiano che non esercita il suo mestiere. – Nel nostro tempo, purtroppo, ci sono troppi Cristiani che non meritano il loro nome. Portano questo titolo perché hanno ricevuto il Battesimo e ne hanno un estratto, ma vivono come pagani. Si potrebbero chiamare Cristiani sulla carta o pagano-cristiani. Che responsabilità per l’eternità! “Da un’aratura migliore, abbiamo il diritto di aspettarci frutti più abbondanti, così come possiamo aspettarci più virtù da un Cristiano che pretenderle da un pagano, perché egli ha più grazie a disposizione. (Louis de Gren.).
Ogni cattolico ha diritti e doveri; ha diritto ai mezzi di santificazione della Chiesa ed è obbligato ad obbedire ai capi della Chiesa in materia di religione, contribuire al loro mantenimento ed alle spese del culto divino.
I Cattolici possono quindi esigere che venga loro rivolta la parola di Dio, che vengano loro amministrati i sacramenti, di poter partecipare ai servizi divini e di avere diritto alla sepoltura ecclesiastica, ecc. – La Chiesa non obbliga nessuno ad aderire, ma chiunque entri o rimanga liberamente in essa è obbligato a sottomettersi alle sue leggi. In alcuni casi la disobbedienza alle leggi della Chiesa può portare alla scomunica, cioè l’esclusione dalla Chiesa. La persona scomunicata perde tutti i diritti ai beni spirituali della Chiesa, la partecipazione alle funzioni della Chiesa, la partecipazione alle funzioni religiose, la ricezione dei sacramenti, le funzioni ecclesiastiche, le cariche ecclesiastiche, la sepoltura cristiana; non partecipa più alle preghiere e alle benedizioni della Chiesa. La scomunica si verifica ipso facto per alcuni crimini, come ad esempio l’apostasia, l’adesione alla massoneria, il duello, ecc. (Pio IX, 12. ott. del1869), altre volte si incorre solo dopo una sentenza emessa dall’autorità ecclesiastica e preceduta da ammonizioni canoniche e da un regolare processo. Pio IX ha scomunicato i vescovi vetero-cattolici Reinkens (f 1896) e Herzog, e il prevosto Doellinger fu scomunicato dall’Arcivescovo di Monaco (1871). S. Ambrogio aveva già escluso dalla Chiesa l’imperatore Teodosio, che aveva fatto massacrare dai suoi soldati 7000 abitanti della Tessaglia che aveva attirato nel circo con il pretesto di giochi pubblici. (390) Quando Teodosio invocò l’esempio di Davide Ambrogio rispose: “Tu hai imitato Davide nel crimine, imitalo anche nella penitenza”, ed egli lo riaccolse nella sua comunione solo dopo una severa penitenza. S. Paolo scomunicò anche un membro vizioso della Chiesa di Corinto. (I. Cor. V, 5). La Chiesa ha gli stessi diritti della società civile che punisce certi crimini con la pena dell’esilio; anche gli alunni incorreggibili si escludono dalla scuola.
4. FONDAZIONE ED ESTENSIONE DELLA CHIESA.
Cristo aveva paragonato la sua Chiesa a un granello di senape, che è il più piccolo di tutti i semi, ma che, una volta germogliato, produce un albero sotto il quale gli uccelli del cielo possono abitare. (S. Matth. XIII, 31). Cristo paragona la sua Chiesa a una pianta, perché la Chiesa, nonostante la sua estensione, rimarrà sempre quaggiù in uno stato di umiliazione.
1. Cristo ha posto le fondamenta della sua Chiesa quando, durante la sua vita pubblica, radunò intorno a sé un certo numero di discepoli, tra i quali ne scelse 12 come Apostoli e uno di loro come capo.
Cristo, i 12 apostoli, i 72 discepoli e gli uomini e le donne che lo seguivano abitualmente formavano una sorta di comunità.
2. La Chiesa non fu fondata definitivamente fino alla Pentecoste, quando furono battezzate 3000 persone.
La Pentecoste fu quindi il giorno in cui nacque la Chiesa. 2000 persone dopo il miracolo nel portico del tempio.
3. Immediatamente dopo la discesa dello Spirito Santo, gli Apostoli andarono in nome di Cristo a predicare il Vangelo in tutto il mondo e fondarono comunità cristiane in molte città.
Il più zelante fu Paolo, il persecutore dei Cristiani che si era miracolosamente convertito nell’anno 34 (I. Cor. XV, 8); viaggiò per tutta l’Asia Minore, l’Europa meridionale e molte isole del Mediterraneo. S. Pietro viaggiò quasi quanto Paolo dopo la sua liberazione miracolosa dalla prigione (44) da parte di un Angelo. La sua sede fu Roma, dove subì il martirio insieme a san Paolo il 29 giugno 69. S. Giovanni, il discepolo amato, si era stabilito a Efeso, dove viveva anche la Beata Vergine, e da lì governava le chiese dell’Asia Minore. Suo fratello, Giacomo il maggiore, si spinse fino in Spagna (dove le sue reliquie si trovano a Compostela) e tornò a Gerusalemme dove fu decapitato. (44), Giacomo il Minore governò la Chiesa di Gerusalemme e fu gettato giù dalla terrazza del tempio (63). Andrea predicò nei Paesi del Basso Danubio e fu crocifisso ad Achaia. – S. Tommaso e S. Bartolomeo evangelizzarono i paesi del Tigri e dell’Eufrate e l’India, San Simone l’Egitto e il Nord Africa, ecc. “O uomini misericordiosi – grida S. Giovanni Crisostomo – quanto vi siamo riconoscenti per la grazia della fede che ci avete dato a costo del vostro sudore e del vostro sangue! Quanto dolore e torture avete sofferto per noi!
Gli Apostoli hanno fondato comunità cristiane convertendo e battezzando un certo numero di abitanti del luogo e scegliendo tra di loro dei collaboratori, ai quali trasmettevano una parte più o meno grande dei loro poteri. Quando si trasferivano, sceglievano un successore e gli conferivano tutti i poteri. (Act. Ap. XIV, 22).
I cooperatori ai quali gli Apostoli hanno trasferito solo una piccola parte dei dei loro compiti erano chiamati diaconi; quelli che avevano più potere, anziani o presbiteri o sacerdoti; i successori degli apostoli, Vescovi (anziani, pontefici). – Il Cristo aveva dato agli Apostoli il potere di scegliere i propri successori, perché aveva dato i poteri che Egli aveva ricevuto dal Padre (S. Giovanni XX, 21); Gesù Cristo li aveva anche ordinati, poiché li aveva incaricati di predicare (S. Matth. XXVIII, 20).
La comunità cristiana di Roma occupava il primo posto tra le altre, perché era governata da San Pietro, il capo degli Apostoli, e perché tutte le prerogative e i diritti passavano al Vescovo della comunità romana.
S. Ignazio, vescovo di Antiochia (+ 107), scrisse ai Cristiani di Roma di di non rilasciarlo; nella sua epistola chiamava la Chiesa di Roma maestra della santa alleanza della comunità dei fedeli, cioè la maestra della cristianità. S. Ireneo, Vescovo di Lione (+ 202), scrisse anche: “Tutti i fedeli dell’universo devono essere con la Chiesa romana a causa del suo eminente primato.
Tutte le comunità cristiane fondate dopo gli Apostoli avevano la stessa fede, gli stessi sacramenti, lo stesso sacrificio e lo stesso capo; insieme, formavano un’unica grande comunità, la Chiesa cattolica.
4. QUANDO COMINCIA COMINCIARONO LE PERSECUZIONI, LA CHIESA SI DIFFUSE ANCORA PIÙ RAPIDAMENTE.
Nei primi tre secoli ci sono state 10 grandi persecuzioni da parte degli imperatori romani; le più terribili furono quelle di Nerone (54-68) e di Diocleziano (284-305); questo tiranno martirizzò quasi due milioni di Cristiani, tanto che in 10 anni quasi 17.000 Cristiani furono martirizzati ogni mese. Molto varie erano le tipologie di martirio: crocifissione (San Pietro), decapitazione (San Paolo), lapidazione (Santo Stefano), esposizione a bestie feroci (Sant’Ign. d’Ant.). Altri venivano arrostiti nel fuoco (San Lorenzo), gettati in acqua (San Floriano), scorticati (S. Bartolomeo), gettati da una roccia o da una torre (S. Giacomo il minore), bruciati sul rogo (San Policarpo a Smirne), sepolti vivi (Santa Crisante), ecc. I Cristiani non temevano il martirio, anzi vi volavano come le api all’alveare (San Giovanni Crisostomo). – Tutto ciò che veniva fatto per distruggere i Cristiani serviva solo a moltiplicarli. Le suppliche dei Cristiani davanti ai tribunali erano una vera e propria predicazione che commuoveva e convertiva un gran numero di persone. Anche la gioia con cui i Cristiani andavano incontro alla morte, la loro pazienza e il loro amore per i nemici facevano una grande impressione sui pagani, non meno dei molti miracoli che avvenivano durante i supplizi. (San Giovanni resta sano e salvo nell’olio bollente, Policarpo nel fuoco). I martiri assomigliano1 al seme che muore nella terra, “ma germoglia e diventa fecondo”. (San Ruperto). La tempesta che scuote il seme dal terreno è utile, perché ne genera altri 50 (San Leone Magno). Il sangue dei martiri, dice Tertulliano, divenne semenza di Cristiani. – Il periodo delle persecuzioni è stato il più florido: i Cristiani vi conducevano una vita pe I Cristiani rischiavano la vita per partecipare alle assemblee liturgiche nelle catacombe. L’iniziazione al cristianesimo attraverso il battesimo era preceduta da due anni di istruzione chiamati catecumenato. Quando l’imperatore Costantino il Grande permise ai suoi sudditi di abbracciare il Cristianesimo (313) e successivamente lo dichiarò (324) come religione di Stato, la Chiesa fiorì all’esterno, ma molti Cristiani divennero tiepidi. Costantino emette il suo Editto di Tolleranza dopo l’impressione di una croce luminosa in cielo (312), e certamente anche sotto l’influenza della sua pia madre, Sant’Elena. – Egli prescrisse l’osservanza delle domeniche e delle feste, consegnò i Vescovi, vietò i combattimenti gladiatori, abolì la crocifissione e costruì un gran numero di chiese (312) (fino a 30 solo in Palestina), ecc. – Durante la pesca miracolosa, la rete si strappò e le due barche piene di pesci stavano quasi per rovesciarsi.; questa era un’immagine degli scismi introdotti nella Chiesa dalle eresie e dalle passioni terrene, in cui sarebbero caduti i Cristiani quando la Chiesa si fosse espansa e avesse goduto della pace.
Già al tempo di Costantino apparve la perniciosa eresia di Arîo (318), che si diffuse in lungo e in largo. Divenne anche più facile essere ammessi alla Chiesa ed il catecumenato scomparve gradualmente a partire da Costantino in poi. Agostino ha giustamente detto: “Quando la Chiesa è in pace con i suoi nemici esterni, ne trova molti in mezzo a sé, che con la loro cattiva condotta lacerano il cuore dei buoni.
5. NEL MEDIO EVO, LA MAGGIOR PARTE DEI POPOLI PAGANI D’EUROPA SI UNI’ ALLA CHIESA.
I Franchi, una tribù germanica che aveva invaso le Gallie, furono i primi a convertirsi al Cattolicesimo come nazione. In Austria, il Vangelo fu predicato intorno al 450 dal monaco orientale S. Sévérin, famoso per le sue austerità, che esercitò il suo apostolato lungo il Danubio per trent’anni (t 482), e successivamente da S. Valentino, Vescovo belga, che evangelizzò la regione di Passau e Tyrolo (+ 470 a Merano). Salisburgo ricevette il Vangelo da San Ruperto, vescovo di Worms (580). Intorno al 600, l’Inghilterra ricevette quarantuno missionari da San Gregorio Magno, tra cui il monaco benedettino Agostino, futuro Arcivescovo di Cantorbéry. In meno di 80 anni, l’Inghilterra fu convertita e divisa in 26 vescovati. L’apostolo della Germani fu S. Bonifacio, allora arcivescovo di Magonza, che lavorò a questa missione per quasi 40 anni (+ 755). Gli Slavi, soprattutto quelli della Boemia e della Moravia furono evangelizzati con grande successo dai monaci greci Cirillo e Metodio (+ 885). Gli ungheresi dovettero la loro conversione agli sforzi del loro re, S. Stefano (+ 1038), la cui mano Dio ha conservato intatta fino ad oggi, senza dubbio come ricompensa per le sue numerose opere buone. Stefano ricevette dal Papa il titolo di Re Apostolico. Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda, Polonia e Russia si convertirono solo dopo l’anno 1000.
Nel Medioevo, la Chiesa soffrì molto a causa dell’islamismo.
L’islamismo è la dottrina di Maometto, che proveniva dall’Arabia e si spacciava per il profeta del vero Dio, prometteva un paradiso dopo la morte, ha permesso la poligamia, ha prescritto il pellegrinaggio alla Mecca in onore di una pietra nera lì conservata, insegnava il fatalismo, cioè la sottomissione al cieco destino, e raccomandava la diffusione della sua dottrina con il ferro e il fuoco. La sua dottrina è riportata nel Corano. Nel 632 fu avvelenato da una donna ebrea. I maomettani osservano il venerdì e pregano cinque volte al giorno, rivolti verso la Mecca. I successori di Maometto, i Califfi (cioè i vicari), intrapresero grandi conquiste che hanno spazzato via la civiltà cristiana; hanno sottomesso gran parte dell’Asia, il nord dell’Yemen e il sud della Cina, gran parte dell’Asia, l’Africa settentrionale, la Spagna e le isole del Mediterraneo; Carlo Martello fermò la loro invasione della Francia con una serie di vittorie (732-38). Le loro invasioni in Occidente furono sventate dall’eroica resistenza di Vienna nel 1683.
Nel Medioevo, la Chiesa perse molti membri a causa dello scisma greco.
Le cause di questo scisma risiedevano nella tendenza degli imperatori dell’Europa orientale a rendere i patriarchi di Costantinopoli sempre più indipendenti da Roma. e molti dei quali erano già stati condannati dai Concili per eresia. Infine, l’ambizioso patriarca Fozio, ferito da una condanna papale convocò un concilio di vescovi orientali e si staccò da Roma (867). Il nuovo imperatore ristabilì le relazioni con il Papa, ma 200 anni dopo il patriarca Michele Cerulario rinnova lo stesso conflitto (1054) e lo scisma da lui provocato si protrae purtroppo, fino ai giorni nostri. I greci scismatici si definiscono ortodossi (veri credenti), noi li chiamiamo greci orientali o non uniti, in contrapposizione ai greci in comunione con Roma, che chiamiamo greci uniti,
5 IN TEMPI MODERNI MOLTI POPOLI DEL NUOVO MONDO SI SONO CONVERTITI.
I navigatori spagnoli e portoghesi scoprirono regioni sconosciute; I missionari li seguirono per predicare il Vangelo. Il più famoso di questi fu S. Francesco Saverio, l’apostolo del Nuovo Mondo. Francesco Saverio, l’apostolo delle Indie, che, con una campana in mano, percorreva le città dell’India, delle Isole Molucche e del Giappone per chiamare a raccolta i suoi ascoltatori. Dotato del dono delle lingue, battezzò quasi due milioni di infedeli (+ 3 dic. 1552). Dopo la sua morte, i gesuiti, tra cui i padri Ricci e Schall, lavorarono con successo in Cina, dove grazie alle loro conoscenze di astronomia, meccanica, ecc. acquisirono il favore dei grandi uomini dell’impero. In Cina il cristianesimo ha fatto progressi da quando la libertà è stata garantita dai trattati del 1845. – S. Pierre Claver (f 1654) fu anch’egli un illustre missionario. tra i negri delle province settentrionali dell’America del Sud (Colombia). Negli ultimi anni l’apostolo dell’Africa è stato il cardinale Lavigerte, arcivescovo di Cartagine; ha girato le grandi città d’Europa per organizzare società antischiaviste e fondato l’Ordine dei Padri Bianchi, dedicato all’evangelizzazione dell’Africa. (+ 1892). – A Roma c’è lo stabilimento di Propaganda, fondato nel 1622, dove vengono formati giovani di tutte le nazioni per le missioni.
1 – Attualmente, i Paesi selvaggi sono evangelizzati da quasi 15.000 sacerdoti, 5.000 fratelli laici e 50.000 suore, la maggior parte dei quali appartengono ai Gesuiti, ai Cappuccini, ai Francescani e Benedettini, Lazzaristi, ecc. La maggior parte di loro proviene dalla Francia e dall’Alsazia. Queste missioni sono mantenute principalmente dall’Opera della Propaganda della fede e della Santa Infanzia. (Si veda la conclusione della Parte III). Il mantenimento delle missioni è per i cattolici è un’opera di primaria necessità; va detto per nostra confusione che gli eretici mostrano la più grande generosità.
Nei tempi moderni, la Chiesa ha perso molti membri a causa dell’eresia luterana e anglicana.
Martin Lutero, inizialmente monaco agostiniano e professore all’Università di Wittenberg, era animato da sentimenti di ripicca nei confronti di Roma, perché in un viaggio che vi aveva compiuto nel 1510 era stato completamente ignorato. Leone X, avendo fatto pubblicare delle indulgenze in favore di collette per la costruzione della basilica di S. Pietro, ed uno di questi predicatori, Tetzel, venne a Wittenberg. Prima del suo arrivo Lutero affisse 95 tesi sulla porta della chiesa del castello, in cui, invece di limitarsi a predicare le indulgenze, combatteva i predicatori di indulgenze, si batteva contro la dottrina cattolica delle indulgenze” (1517). Lutero, avendo resistito all’ordine di ritrattare, il Papa lo scomunicò (1520) e l’imperatore lo bandì dall’impero dopo aver rifiutato di abiurare. alla Dieta di Worms (1521). Ma l’Elettore di Sassonia gli diede asilo nel Wartburg, e l’eresia luterana si diffuse rapidamente in tutta la Germania, portando a lunghe guerre di religione. I suoi aderenti furono chiamati protestanti, perché alla Dieta di Spira, nel 1529, protestarono contro tutte le proposte di conciliazione. La pace di Augusta del 1555 concedeva loro gli stessi diritti dei cattolici, mentre il Concilio di Trento (1543-63) definì chiaramente la dottrina cattolica di fronte agli errori dei protestanti. Lutero morì nel 1546. I suoi errori principali furono:
1. la negazione di un Magistero supremo nella Chiesa;
2. l’attribuzione del potere ecclesiastico a principi laici secolari;
3. la negazione di qualsiasi sacerdozio, essendo l’esercizio del ministero ecclesiastico fatto in nome della comunità dei credenti.
4. l’affermazione che tutte le verità di fede sono contenute nella Bibbia;
5. che chiunque può interpretare la Bibbia secondo le proprie esigenze.
6. che la sola fede salva e che le opere sono inutili;
7. che l’uomo ha perso il suo libero arbitrio;
8. che non c’è nessun sacrificio della nuova alleanza, né sacramento della penitenza, della confessione, del purgatorio e dei veri santi. – Un gran numero di protestanti è ritornato alla fede grazie all’apostolato dei Gesuiti, fondati nel 1540 da Sant’Ignazio di Loyola; da qui l’odio contro di loro. – Nello stesso periodo in cui Lutero, Zwingle e Calvino pervertivano la Svizzera, Enrico VIII pervertì l’Inghilterra. Egi era irato contro il Papa perché non aveva ratificato il suo divorzio. Si mise a capo della Chiesa anglicana e perseguitò i Cattolici. Gli errori anglicani sono stati in seguito raccolti in 40 articoli che contengono la maggior parte degli errori luterani.
7. LA CHIESA CATTOLICA CONTA ATTUALMENTE
260 milioni di fedeli.
Essi sono guidati da circa 1200 vescovi, tra cui 15 patriarchi, 200 arcivescovi e 20 prelati con giurisdizione episcopale, e da circa 350.000 sacerdoti.
– Italia, Spagna, Francia, Austria, Belgio e Irlanda sono quasi esclusivamente cattoliche; in Germania i Cattolici costituiscono un terzo della popolazione della popolazione e sono 18.000.000, e in Russia 11.000.000. In tutta l’Europa nel suo complesso ci sono 170 milioni di Cattolici, quasi tre quarti della popolazione. In America, 80 milioni, di cui 10 milioni negli Stati Uniti (un sesto della popolazione). Il Messico, l’America Centrale e l’America del Sud con le isole adiacenti, sono quasi tutte cattolici; in Asia solo 10 milioni; in Africa, tre, e in Australia, un milioni. – I protestanti sono circa 150 milioni, divisi in più di 150 sette; occupano la Germania centrale e settentrionale, Olanda, Danimarca, Inghilterra, Svezia, Norvegia, parte di Svizzera e dell’Ungheria e degli Stati Uniti d’America. Inoltre, ci sono circa 100 milioni di orientali scismatici che vivono principalmente nella penisola balcanica e in Russia; a questi si aggiungono quasi 10 milioni di cristiani di varie sette. Complessivamente ci sono quindi quasi 520 milioni di cristiani. Poiché il numero di uomini è stimato in un miliardo e mezzo, solo un terzo dell’umanità è cristiana. – I maomettani sono 170 milioni. Vivono in Arabia, Asia occidentale, Africa settentrionale e parte della Turchia. Ci sono anche quasi 8 milioni di israeliti o ebrei, soprattutto in Russia, Austria e Polonia. La religione ebraica è importante per noi perché è la depositaria dei libri dell’Antico Testamento, che contengono alcune delle prove della missione divina del Salvatore. “Essi sono – dice Sant’Agostino – i custodi dei nostri Libri Santi”. Gli ebrei credono ancora nell’esistenza di Dio, nella sua rivelazione, e nelle sanzioni della vita futura, ma la maggior parte ha rinunciato alla speranza del Messia, la salvezza che sperano è poco più che la liberazione dalla loro presunta oppressione politica. – Infine, ci sono ancora quasi 800 milioni di pagani, molti dei quali nell’Africa meridionale, in Africa meridionale, India, Cina e Giappone. – Dobbiamo pregare ogni ogni giorno per l’illuminazione di coloro che siedono nelle tenebre e nelle ombre della morte” (S. Luc. 1, 79), al fine di affrettare il compimento della promessa di Cristo che ci sarebbe stato un solo gregge e un solo pastore. (S. Giovanni X, 16).