TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (51b.)
HENRICUS DENZINGER
ET QUID FUNDITUS RETRACTAVIT AUXIT ORNAVIT
ADOLFUS SCHÖNMATZER S. J.
ENCHIRIDION SYMBOLORUM DEFINITIONUM ET DECLARATIONUM
De rebus fidei et morum
HERDER – ROMÆ – MCMLXXVI
Imprim.: Barcelona, José M. Guix, obispo auxiliar
INDICE DEGLI ARGOMENTI -IX a-
5. Sacramento dell’Eucaristia.
J 5a. a. – INSTITUZIONE DA CRISTO.
Cristo istituì: a.il Sacramento o b.Sacrificio eucar. c.nell’ultima Cena ac846 ac1637 ac1727 bc1740-1742 b1752; si riprova l’asserzione dei Modernisti 3445.
J 5b. b. – L’ESSENZA DEL SACRAMENTO DELL’EUCARISTIA.
5ba. Indole sacramentale. L’Eucar. è un Sacramento 718 761 846 860 1310 1320 1601 1635-1637 1727 1864 2536.
Nell’Eucaristia il pane e il vino è “Sacramento e non cosa”, carne e sangue di Cri. “sacram. e cosa”, effetto sacramentale “cosa e non sacramento” 783.
Materia è il pane di frumento (783) 860 1320 CdIC 814, § 1; e il vino di vite (783) 1320 CdIC 815, § 2; il pane presso i latini è azimo, preso i Greci fermentato 860 1303 CdIC 816; precauzioni ctr. corruzione del vino della Messa 3198 3264 3312s.
La Forma sono le parole consacratorie di Cristo 1321 1352; l’epiclesi non ha alcuna capacità consecratoria 1017 2718 3556; nella concelebrazione di più Sacerdoti si richiede la comune pronuncia delle parole della consacr. 3928.
5bb. Presenza eucaristica di Cristo. Le parole di Cristo Sono consecratorie non in senso tropico, ma sono presentate in senso proprio 1637.
Per la consacrazione si opera la conversione di a.tutta la sostanza in corpo di Cristo e di a.tutta la sostanza del vino in sangue di Cristo. 1321 1352 a1642 a1652 a1866 a2535 a2629 a2718; questa conversione si chiama transustanziazione 782 802 860 1352 1642 1652 1866 2535 2629; post dopo la consacrazione si separano le specie (forma) del pane e del et vino, è creduta la verità della carne e del sangue di Cristo 782s, ovvero: nel sacram. dell’altare è contenuto il corpo e il sangue di Cristo a.veramente, b.realmente, c.sostanzialmente, d.essenzialmente sotto le specie del pane e del vino 690 700 794 a802 (846) abd849 abc1636 1640 abc1641 a1651 abc1866 abc2535 abc2629.
Tutto il Cristo è contenuto sotto qualunque specie (b.sia per la virtù delle parole sia per la naturale connessione e concomitanza) e c. sotto qualunque parte della specie dopo la separazione a1199 a1257 ac1321 ab1640 ac1641 a.1651 ac1653 (a1729 a1733) a1866 ac2535.
Cristo eucaristicamente presente è lo stesso Cristo nato e crocifisso 1083 1256; nell’Eucar. è contenuto il corpo e sangue di Cristo insieme all’anima e divinità di Cristo (a.in virtù dell’unione ipost.) a1640 1651 1866 2535; Cristo è eucaristicamente presente sotto le specie, localmente (a.sec. modo di esistere naturale) è in cielo 849 a1636.
Riprov. l’asserzione negante la transustanziazione 849 1018 1151-1153 1256 (1652) 1654 3891; si riprovano le sinistre spiegazioni 3121-3124 3229-3231 3891; si disputa per come l’acqua mista al vino della Messa si trasformi in sangue 784 798.
La presenza eucaristica di Cristo non si limita al tempo di volubilità 834; remane per i giorni che restano le specie 1101-1103.
Al Sacramento dell’Eucaristia si deve il culto di latria 1643s 1656 CdIC 1255, § 1.
La presenza di Cristo in tal senso è dirsi come mistero liturgico della Chiesa 3855.
J 5c. c. — DIGNITÀ DELL’EUCARISTIA.
L’Eucaristia è come il capo e centro della religione cristiana 3847; è come l’anima della Chiesa (per questo i vari gradi del sacerdozio, sono diretti all’Euch.) 3364; pertanto la Chiesa ha tanti beni, virtù, gloria 3364.
J 5d d. — EUCARISTIA COME SACRIFICIO.
5da. Sacrificio della Messa come tale. Cristo nell’Eucaristia è sacerdote et sacrificio 802.
Nella Messa si offre il a.vero, b.proprio, c.visibile sacrificio a1740-1742 a1741 c1764 ba1866 ab2535 b3847.
Il Sacrificio eucar. è l’incruenta rappresentazione del sacrificio cruento in Croce e sua memoria 1740s 1743 3847s (S3339); le specie eucar. figurano la cruenta separazione del corpo e del sangue 3848; ita Cristo è significato nello stato di vittima 3848 3852; ill sacrificio della Messa non si discosta dal sacrificio della croce 1743 1754 7S3339.
La Messa è offerta al solo Dio (benché in onore e per l’intercessione dei Santi) 1744 1755.
Si Riprovano le asserzioni: [la Messa non è stabilita nel Vangelo] 1155; [la Messa è la nuda commemorazione del sacrificio della Croce] 1753 3316 3847 S3339; [la Messa non è sacrificio se non generale in cui di sacrifica ogni opera che si debba compiere per unirsi a Dio nella santa società 1945.
5db. Ministro. Per consacrare è richiesta la persona (ministro), la forma (le parole) e l’intenzione nel proferirle 794.
Ministro del sacrificio è solo a.il presbitero ordinato dal Vescovo (b.non il diacono c.non il laico) d.avente la debita intenzione 794 ab802 c1084 d1352 CdIC bd802; il sacerdote consacrante parla in persona Christi 1321; quando sia lecita la concelebrazione di più sacerdoti (3928) CdIC 803.
La Messa in cui si comunica il solo sacerdote non è illecita 1747 1758 3854.
La Consacrazione della materia fuori dalla Messa è illecita anche in estrema necessità.. CdIC 817. Per la lecita celebrazione della Messa è richiesto lo stato di grazia, mancando il quale il sacerdote ha urgente necessità di confessarsi quanto prima 1647 2058s CdIC 807.
5dc. Partecipazione dei fedeli alla Messa e loro sacerdozio. 3849-3853; si riprova l’asserzione -circa la partecipazione alla vittima 2628; -: circa la concelebrazione dei fedeli 3850; circa la Messa privata senza popolo 3853.
5dd. Rito dell’offerta. Sii rivendica la legittimità delle cerimonie della Messa 1746 1757 5dd 1759; si rivendica la libertà da errori (dogmatici) del canone della Messa 1745 1756.
Il vino della Messa va mescolato a un poco d’acqua 822 834 (784 798) 1320 1748 1759 CdIC 814.
Uso della lingua latina, restrizione della lingua volgare 1749 1759 CdIC 819.
5de. Effetto del sacrificio della Messa. La sua efficacia è – : ex opere operato 3844;
– la stessa del sacrificio della Croce S3339; -: non dipende dalla probità del Sacerdote 794.
La Messa è sacrificio propiziatorio per i vivi ed i defunti 1743 1753. 1866 2535 CdIC 809; si riflettono i peccati quotidiani 1740; vale per impetrare ed espiare S3339; si riprova l’asserzione circa l’applicazione del frutto speciale della Messa. 2630; applicazione per coloro il cui cadavere sia stato cremato. 3277.
J 5c. c. – EUCARISTIA COME COMUNIONE.
5ea. Modo e rito ministrante.
a.ai laici la comunione è somministrata dal Sacerdote, b.il Sacerdote comunica se stesso ab1648 b1660 CdIC a845, § 1; il diacono è ministro straordinario CdIC 845, § 2.
La Comunione sotto una sola specie del pane (non solo sotto entrambe a. Riprovata dai riformatori, b.deliberata nel Cc. Trid.) è legittima 1198–1200 1258 1466 a1731s 1726-1734 ‘1760 CdIC 852; questa non è non defraudata per qualche grazia necessaria 1729 1733; i laici e i chierici che non celebrano non sono obbligati alla comunione con entrambe le specie 1726s 1731s.
Si legittima la conservazione dell’Eucaristia (riprovato tuttavia l’a.abuso presso i Greci) a834 1645 1657 CdIC 1265.
5eb. Fine. Nell’Eucar. si fa grata memoria del Salvatore 846 1322 (1637) 1638; il fine non è precipuamente, procurare l’onore del Signore o per prendere quasi un premio delle virtù (ma è da cogliersi dagli effetti) 3375-3378.
5ec. Effetto. Va distinta tanto l’assunzione sacramentale, tanto spirituale sacramentale simultaneamente et spirituale 1648 (1658); si riprova: [Cristo nell’Eucaristia, è mangiato non realmente ma spiritualmente] 1658.
Il Cristo eucar. è vita dei fedeli 3360; è cibo dell’anima 847 1311 1638 3360; pertanto l’Eucaristia ha per la vita spirituale lo stesso analogo effetto del cibo materiale 1322.
Effetto singolo — remissione dei peccati 1020; (più accuratamente:) liberazione dalle lievi colpe quotidiane 1638 3375; —: attenuazione delle pene 1020; —: preservazione dai peccati mortali (846 1322) 1638 3375; —: soppressione della libidine 3375; —: 846 1020 1322; —: incremento della grazia, incremento delle virtù 846; —: unione e conformazione con Cristo 802 847 1320 1322; —: unità e carità 783 1635 (1638 1649) 3362; —: pegno della futura gloria 1638; si riprova l’asserzione che restringe l’effetto solo alla remissione dei peccati 1655.
5ed. Necessità della comunione eucaristica. Si raccomanda la comunione frequente (a.anche ai piccoli) 1649 1747 2090 (2093s) 3361 3375s 3379 3383 a3534 3854 CdIC 863; reprobatur vero: [la Com. eucar. quotidiana è di diritto divino] 2095 3377.
È comandata la comunione annuale da fare a pasqua (a.anche i bambini adulti giunti all’età della siscrezione) 812 1659 a3533 Cd1C a859; questo precetto non viene soddisfatto da una comunione sacrilega 2155 CdIC 861.
I piccoli non sono obbligati alla comunione 1730 1734 CdIC 854, § 1; il viatico deve essere preso in pericolo di morte (a.anche i piccoli dopo aver raggiunto l’uso della ragione) 121 212 1645 1657 a3536 CdIC a854, § 2 864, § I.
5ee.Soggetto della comunione eucaristica. Gli atti alla prima comm. dei piccoli 3530 (3533) 3535; dopo aver raggiunto l’uso della ragione anche ai piccoli è da dare il viatico 3536 CdIC 854, § 2; riprov. l’asserzione circa la comunione eucar. dei defunti 3232.
Disposizione e preparazione alla com. in genere: sono, riprovate simultaneamente le affermazioni a.rigoristiche e b.piu blande b1661 2090-2092 b2156 a2322s a3376-3378 3382; in specie la lecita ricezione suppone lo stato di grazia
(a.confessione, non solo acquistata con la contrizione) e b.proposito di non peccare successivamente mortalmente a1647 a1661 3379 b3381 CdIC 856; si richiede anche la retta intenzione 3379s.
Cognizione religiosa richiesta nei piccoli e nel neofito è quella di saper discernere il corpo di Cristo dal cibo comune e di adorarlo 2382 353 l s CdIC 854, § 2.
6. Sacramento della penitenza.
J 6a. a. — ESSENZA DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA.
6aa. Indole sacramentale. La confessione dei peccati ossia penitenza è un sacramento
761 (794) 860 1310 1323 1601 1667 (-1693) 1701 18642536; riprov.:
[Il potete di rimettere i peccati è rimessa solo dalla potestà di dichiarare i peccati ossia di predicare la parola di Dio] 1670 1685 1709; [la penitenza, onde ricevere grazia, è Sacramento di natura, non legge V. N.T.1 1418.
6ab. Parti della penitenza in genere. Mediante la penitenza, la confessione e le opere soddisfattorie sono rimessi i peccati 794; quasi-materia sono gli stessi atti di penitenza, cioè la contrizione, la confessione, la soddisfazione (riprovata l’asserzione negante il fondamento biblico) 1323 1455 1673 1704; riprov.: [le Parti della penit. sono terrori o una fede in una coscienza mortificata] 1675 1704.
6ac. La contrizione è il dolore del peccato commesso con il proposito di non peccare ancora a.contenente anche l’odio della vita precedente) 1323 a1676.
La contrizione è necessaria per la remissione dei peccati 1676s 3334; riprovate le asserzioni deroganti dalla contrizione. [tra le altre: la contrizione rende ancor più peccatori. 1455-1457 1461s I464s 1678 (1685) 1705.
La contrizione perfetta riconcilia l’uomo già prima di ricevere il Sacramento della penitenza, includendone tuttavia il voto (1260) 1677 1971;
riprov.: [la contrizione rende superflua la confessione esteriore] 1157 1412.
È da distinguere la contrizione in carità perfetta è la contrizione imperfetta o attrizione 1677s; la attrizione, se esclude la volontà di peccare, con la speranza di perdono, è dono di Dio a.disponendo al Sacramento della penit. 1678 a1705; infatti questa richiede l’atto di amore di Dio liberamente esposto 2070; riprov.l’asserzione a.più lassa e b.rigorista circa l’attrizione a2157 b2314s (b2462-2467 a2625 ) b2636.
6ad. Confessione dei peccati. Oggetto: si richiede la confessione integrale dei peccati (a.secondo l’istituzione di Cristo) 1323 1679-1681 1706; cioè di tutti i peccati mortali dei quali il penitente è conscio 1085 1680 1682 1707; sono da accusare anche i peccati occulti 1680 1707; -: peccati mortali commessi anche di pensiero (a.non è sufficiente il solo dispiacere). a1413 1680 1707.
I peccati sono da dichiararsi- : distintamente, nella specie, singolarmente, spiegando le circostanze (mutanti la specie) 813 1085 1411 1679 a1681 a1707 2158 CdIC .a901; : sec. il numero 1707.
I peccati omessi per dimenticanza si intendono inclusi nella confessione 1682; sono tuttavia da accusare nella prossima confessione 2031 3835.
Si enumerano le cause scusanti dall’integrità 3834; si riprova l’asserzionecontro l’integrità 1458s 1682 2192 2247s 2259s.
La confessione dei peccati veniali in confessione è: a.lecita, (recando sufficiente materia), b.utile ma c.non necessaria ab14585 bc1680 a1707 b2639 b3818 CdIC ac902.
La reiterata confessione dei peccati già debitamente rimessi è directe remissorum è lecita, raccomandata, ma non necessaria 880 CdIC 902.
Modo di confessarsi: la confessione segreta è legittima, la pubblica anche, quando non vietata, ma non è raccomandata 323 1414 1683s 1710.
Nel Sigillo sacramentale al confessore è proibito l’uso della scienza con il rivelare il penitente 814 1989 2195 CdIC 889s; al sigillo sono tenuti anche tutti colore ai quali siano pervenuti in qualunque modo notizie della confessione CdIC 889, § 2: ugualmente è proibita anche la rivelazione del nome del complice 2543s CdIC 888, § 2.
La Confessione può essere fatta anche con un interprete CdIC (889, § 2) 903; in caso di necessità, sono sufficienti i segni del penitente è degli astanti testimoni 310; non è lecita la confessione di un sacerdote assente né l’assoluzione a distanza 1994s.
6ac. La soddisfazione è imposta ai penitenti perché a.da sè sia adempiuta 308 1689–1692 1714s a2035 CdIC a887; si spiega la sua ragione 1543 1692.
La Soddisfazione deve corrispondere alla qualità e al numero dei peccati
(riprovato l’uso più blando e l’uso della falsa penitenza, o parziale) 717 1692 CdIC 887: si propongono come soddisfazione (sec. l’arbitrio del sacerdote) preghiere, digiuni, elemosine, altri esercizi di pietà 1323 1543;
modo di soddisfare: è mitigato dalla Chiesa dai modi antichi e non è da ripristinarsi 129 212 231602322: come soddisfazione valgono anche (oltre alle sacramentali) le pene temporali inflitte da Dio 1693; l’abuso dell’unzione del penitente in soddisfazione 832.
Riprov. asserzione dell’efficacia della soddisfazione umana adeguata 1959 1977; riprov. (Come insufficiente): [Nuova vita è ottima penitenza] 1457 1692 1713.
6af. Assoluzione. La forma del Sacramento della penit. sono le parole dell’assoluzione 1323 1673;
Le altre preghiere non sono di necessità del Sacramento CdIC 885.
L’assoluzione è un atto giuridico 1671 1679 1685 1709 CdIC 870 888, § I; riprov. l’uso della formula deprecatoria 1013; riprovato: [l’Ass. non è se non una dichiarazione che i peccati sono rimessi] 1685 1703 1709; si riprovano le asserzioni circa l’efficacia dell’assoluzione rispetto alla sola fede del penitente 1460-1465.
Quando è lecita l’assoluzione plurima simultanea 3832-3837; formula da impiegare in tal caso 3837; riprovata l’assoluzione dimezzata in occasione di grande concorso 2159.
Al disposto non va differita l’assoluzione CdIC 886; non è da negare la riconciliazione in pericolo di morte 129 136 212 309s (325); si riprovano le asserzioni più blande ed in parte più rigide 2160s 2164 2638.
J 6b. b. — ORIGINE DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA.
6ba. Origine remota. Prima di Cristo non vi fu il Sacramento della penitenza 1670.
Il Sacramento della penit. è istituito a.dopo la resurrezione 308 348s a1542 a1670 1679 (1706); è un altro sacramento, distinto dal battesimo 1668 1702.
Il potere di rimettere i peccati a fu conferita agli Apostoli e ai loro successori nel sacerdozio 308 348 1670 1679 1764 1771; questo potete si estende ad ogni peccato: vd. D 2eb.
Si riprovano le affermazioni dei modernisti circa l’origine della penitenza 3443 3446s.
6bb. Ministro è solo il Vescovo o il Sacerdote 1260 1323 1684 1706 1710 CdIC 871; non il laico 866 1260 1463 1684 1710; mancando il Sacerdote la remissione è procurata dalla contrizione 1260; add. J 6ac.
Il Ministro deve possedere (oltre il potere dell’Ordine) giurisdizione 1323 1686 2637 CdIC 872; il potere di giurisdizione di vari ambiti ha diverso grado 1261 1265.
Il potere del ministro non dipende dalla sua probità 912 914 (1019 1262) 1684 1710.
Non è più necessario fare la Confessione, come a.un tempo dal proprio sacerdote o da altro solo su suo permesso a812 921–923 1085 CdIC 905; riprov. l’asserzione negante agli Ordini mendicanti la facoltà di udire Confessioni 921-924; riprov. l’ass. lassa circa la giurisdizione dei confessori 2032s 2036 (2056 2064).
È diritto del Vescovo riservarsi dei casi 1687 1711 CdIC 893-900; in pericolo di morte la riserva è nulla 1688 CdIC 882; riprov. l’asserzione ctr. la riserva dei casi 1136 2023s 2032 2064 (2594) 2597 2644s.
6bc. Ordine della penitenza.
La maggior rigidità della Chiesa non è più ripristinabile (soprattutto il negare l’assoluzione prima della completa soddisfazione) : cf. 129 212 1415 2316//2322 2487-2489 2634s.
J 6c. c — FINE, EFFETTO, VALORE DELLA PENITENZA.
6ca. Fine è la guarigione spirituale 1311; il sacram. della penit. è più laborioso rispetto al Battesimo 1672.
6cb. Effetto. “Fatto ed effetto” è la riconciliazione con Dio 1674; il sacram. della penit. è il rimedio dei peccati commessi dopo il Battesimo 308 348s 802 855 1323 1542 1579 1668 1680 1701 CdIC 870; la remissione non avviene con la sola fede 1685 1709.
Insieme alla colpa, viene rimessa anche la pena eterna 1543; non sempre è rimessa anche tutta la pena temporale 838 1010 1543 1580 1689 1712 1715; si riprova: [Elimina solo la pena] 1957s.
La legittima assoluzione libera dalle censurr CdIC (2247) 2248 (2249).
6cc. Necessità di mezzo. Il Sacramento della penitenza ai peccatori dopo il Battesimo è necessario di a.diritto divino 1542s 1668s 1670 1672 a1679 a1706 679 CdIC 901;
è la seconda tavola dopo il naufragio della perdita della grazia 1542; in caso di necessità è sufficiente il voto della penitenza (121) 1543 3869; add. J 6ac (circa la contrizione perfetta).
N. di precetto, sci. la confessione almeno annuale 812 1683 1708 CdIC 906;
a questo precetto non soddisfa la confessione sacrilega o volontariamente nulla (2033) 2034 CdIC 907.
J 6d d. – SOGGETTO DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA.
Il potere della Chiesa di rimettere i peccati si restringe agli uomini viventi, non ai morti 348.
Già i bambini sono obblianti alla confessione 3533; una volta che con l’età abbiano acquisito una conoscenza religiosa 3530s 3533.
Quando l’assoluzione sia lecita allo scismatico moribondo 3635s.
7. Sacramento dell’unzione degli infermi.
J7a. a. – ESSENZA DELL’UNZIONE DEGLI INFERMI.
L’U. degli infermi o Estrema u. è un Sacramento 794 (833) 860 1310 1324 1601 1694 1716 1864 2536; si riprova l’asserzione ctr. l’indole sacramentale 1699 1716s 3448.
La materia è l’unzione con l’olio di ulivo benedetto dal Vescovo (a.non dal semplice Sacerdote, b.se non ne ha facoltà dalla Sede Ap.) 216 1324 1695 a2762s CdIC 734, § 1 937 ab1945.
La forma sono le parole della formula 1324 1695.
In caso urgente è lecita l’unica unzione con una formula speciale brevissima 3391 CdIC 947, § I.
J 7b. b. – ORIGINE DELL’UNZIONE DEGLI INFERMI.
L’U. degli infermi è instituita da Cristo 1694 1695 (1699) 1716.
Il Ministro è (a.solo ed ogni) Sacerdote 216 1325 1695 1697 1719 CdIC a938, § I.
L’unzione può essere fatta da uno o più ministri, purché ognuno simultaneamente usi la materia e pronunzi la forma 2524.
J7c C. c. – FINE, EFFETTO E VALORE DELL’UNZIONE DEGLI INFERMI.
Fine . l’U. degli inferm. è ordinata -: alla guarigione spirituale e, se riesce, alla corporale 7ca 620 1311 1325 1696; -: a fortificare l’uscita dalla vita 1694.
7cb. Effetto. Conferisce la grazia che è a.la remissione dei peccati, b.la pulizia dei peccati residui, c.conforto all’anima del malato a620 abc1696 ab1717.
7cc. Necessità. Per sé l’u. degli infermi non è necessità di mezzo CdIC 944; peccato è in vero disprezzarla 1259 1718.
7dd. d. – SOGGETTO DELL’UNZIONE DEGLI INFERMI.
Sogge è l’uomo infermo a.dopo aver raggiunto l’uso della ragione in pericolo do morte.
1324 1698 a3536 CdIC 940.
L’Unzione può essere ripetuta ogni volta che l’uomo dopo la guarigione, ricada in pericolo di vita 1698 CdIC 940, § 2.
È richiesta nel soggetto la conoscenza religiosa e l’intenzione 2382; per se suppone lo stato di grazia: infatti un tempo era negata al non riconciliato nella Chiesa antica l’unzione degli infermi 620.
Quando sia lecito somministrare agli inf. scismatici moribondi l’unzione degli infermi 3635s.