TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (43): INNDICE DEGLI ARGOMENTI-II
HENRICUS DENZINGER
ET QUID FUNDITUS RETRACTAVIT AUXIT ORNAVIT
ADOLFUS SCHÖNMATZER S. J.
ENCHIRIDION SYMBOLORUM DEFINITIONUM ET DECLARATIONUM
De rebus fidei et morum
HERDER – ROMÆ – MCMLXXVI
Imprim.: Barcelona, José M. Guix, obispo auxiliar
A. — DIO CHE SI RIVELA
1. Attitudine del naturale intelletto umano.
A 1a a. — ATTITUDINE ALLA CONOSCENZA IN GENERE
L’ordine della conoscenza umana è duplice: cognizione della ragione naturale e dalla fede 2856 3015.
Scienza naturale: sua libertà di conoscere 3019 (3457); ma non è da escludere la ragione della rivelazione. 2859 2914 (3405).
La sola ragione — : può acquisire ogni scienza distinta dalla scienza suprannaturale rivelata, e la verità puramente naturale, razionale, morale. 2766; modo in cui essa si acquisisce (sec. Tomismo) 3618-3620.
— si può difendere il valore della cognizione naturale umana in genere e dei principii metafisici 2767 3892; in specie dei principii della ragione sufficiente, della causalità, finalità 3892; peccano per difetto le asserzioni 1028-1042 1048.
— si può dimostrare la aspiritualità dell’anima umana, l’immortalità, la libertà a-b 2766 a-e. 2812.
Nella scienza dei libri dell’occulto e del futuro nulla è da sperare dall’astrologia, dagli auguri, dai sortilegi e simili: cf. K 2de; libri vietati delle cose proibite 1859; sono riprovati il magnetismo e lo spiritismo in qualunque senso applicati. 2825 3642.
A lb. b. — ATTITUDINE ALLA CONOSCENZA DELLE VERITA’ RELIGIOSE.
1ba. L’Esistenza di Dio si può conoscere con certezza in modo naturale, perfino dimostrarla astraendo dalla rivelazione e pure dall’ausilio della grazia 2441 .2751 2756 ab 2765 ab2812 a2853 2855 3004 3538 3875 abc. 3890 3892; si riprova l’ateismo, l’agnosticismo, gli avversari della teologia naturale.3021s b3026 a3475.
Via di dimostrazione: non a priori 3622; non si può attaccare la fede ctr. atei (2754) 2812; è da arguire a posteriori: dagli effetti alla causa 3538 3622 (qui i vari modi)
Non si può provocare la cognizione immediata o l’intuizione di Dio col lume intellettuale del viatore 2841s 3201 3205.
1bb. L’Essenza di Dio può essere conosciuta secondo alcuni attributi già dalla sola ragione umana (2441) 2853 3875; tra questi la personalità di Dio 3890 3892;
L’infinita perfezione di Dio 2751; Dio principio e fine di ogni cosa 3004.
lbc si può conoscere con certezza l’Efficienza di Dio dalla ragione naturale, per quanto possibile —: creazione come tale 3004 3875; —: legge naturale morale 2866 3875 3892; —: divinità della rivelazione mosaica e cristiana 2752 2756; —: esistenza di Gesù Cristo ctr. asserzione [Chr. è una finzione mitica] 2907 (3540); —: miracoli e profezie a2753 ab2768 ab2907 ab3009 a 3034 a3428 a3436s; a favore del miracolo della Resurrezione di Cristo, si può arguire dalla tradizione 2754 (2768).
A 2 2. Nozione della rivelazi0ne.
Rivelazione (in senso stretto): è la locuzione di Dio agli uomini 2778 3004; determina il corpo della dottrina applicato alla salute per tutti gli uomini di ogni tempo. (800) 3459.
Si riprova: [Riv. Che sia opera meramente umana, invenzione filosofica] 2777 2781 2904 2907 3541; [riv. è se non in relazione con la coscienza dell’uomo rivolta a Dio] 3420 3464 3541.
3. Possibilità e fatto della rivelazione.
Possibilità della rivelatzone in senso stretto. 3027s.
Fatto storico di tale rivelazione (asserto implicito in tutta la dottrina) edtto più solenne solenne 800 3004s; in questo senso si negano: a .Rationalisti e b. Modernisti (2904) b3475 b3477s.
Questa rivelazione fu finita e completata con gli Apostoli (1501 3070) 3421.
4. Fine ed utilità della rivelazione.
L’intenzione di Dio rivelante è, che l’uomo finalizzi la sua elevazione al commercio soprannaturale con Dio. 2854s.
Necessità della rivelazione: è per intuito il fine assoluto soprannaturale dell’uomo (378) 3005; è per intuito morale della presente condizione dell’uomo la via più spedita per conoscere le verità religiose, che di per sé non sono impervie alla ragion 3005 3876.
Utilità: la fede libera la ragione dagli errori ed istruisce in molteplici cognizioni 2776 3019; rev. è stella direttrice per la scienza naturale. Reprob.: [riv. è inutile, di ostacolo alla r agione, nociva] 2903 2906. 3028.
5. Proprietà delle rivelazioni.
a. — SUPRANNATURALITA’
La rivelazione (in senso stretto d.) è suprannaturale (2854) 3004ss (3547); e non può essere desiderata da meri uomini naturali 2618; fede nella rivelazione, è distinta dalla mera fede naturale 3032; la fede è sopra la ragione
b. — IMMUTABILITÀ
La. Rivelazione (e la fede in essa) è immutabile 2802 2829 3020 3043 . (3626 3893); alla comparsa di nuove dottrine, non è assucurata l’assistenza dello Spirito Santo 3070; reprob. le accommodazioni dei dogmi con odiose mutazioni 3340-3342,• 3458-3465; si riprova: [rivelazione di pari passo con la ragione umana deve progredire da uno stato imperfetto 2905. L’immutabilità della dottrina rivelata non esclude l’evoluzione omogenea dei dogmi: vd. A 9bb.
6. Ambito della rivelazione.
a. — MISTERI IN SENSO LATO
Lee rivelazioni sono dovute anche a delle cognizioni delle cose divine che di per sé non sono impervieall’umana ragione 3005 3876, sunt dogmi che la ragione naturale ha in comune con.la fede. 2851 2853 3136.
b. — MISTERI IN SENSO STRETTO
Sono misteri in senso stretto quelli che si possono percepire dalla sola rivelazione (oppure dalla fede) 2853s 3015 3041.
Transcendono l’intelletto umano 824 2851s 2856 3016 3041; restano oscuri e caliginosi anche dopo la rivelazionem 2856 3016; trascendono anche l’intelligenza naturale degli Angeli. 2856.
Non tuttavia ripugnano alla ragione: numquam per quanto potrebbe esservi vero dissenso tra -:fede e ragione 2776 2811 3017-3019 (3287); —: fede e storia 3544s; —: teologo e fisico, rimanendo nel proprio ambito 3287; pertanto ogni asserzione contraria alla fede è falsa 1441 3017 (3895); causa di apparente contraddizione 3017 (3287).
7. Tradizione della revelatione.
A7a. a.— TRADIZIONE DELLA RIVELAZIONE IN GENERE.
7aa Origine. La tradizione delle rivelazioni si deve a:— Cristo revelante agli Apostoli 1501 3006; Spirito Santo veramente inabitante nella Chiesa e dettante agli Apostolis a600 b1501 b3006; reprob.: [la tradizione non contiene nulla di divino] 3548.
7ab. Il modo di comunicare la rivelazione. La Rivelazione è contenuta in libri scritti ed in tradizioni senza scritti 609 1501 3006 CdIC 1323, § 1.
7ac Riconoscimento della tradizione — : richiesta dalla Chiesa 1100 110 186° 1501 1504 1863 2537 2738s 2771 2784 2879 (3012 3540) 3626.
—: conservatata 542 548 600 602s 609 650-652 654 657 705 1510 1600 1637 1648 1750 1764 1766 1800 1820s 3069.
Criteri della tradizione: Consenso universale della Chiesa 1637: Consenso dei Padri: tradizione dei Padri invocata ed introdotta 271 370 396 399 485 501//520 548 550 575 635 710 824 850 1510 1542 1600 1692 1750 1766 1800 1820s 2090 2830 2855s 3284 3541; in particolar come regola per interpretare la S. Scrittura 1507 1863 2771 2784.
Consenso dei teologi: rappresenta la tradizione 824; pertanto si deve guardare indietro 1407 2879.
A 7b b. TRADIZIONE DELLA RIVELAZIONE MEDIANTE LA S. SCRITTURA.
Esistenza dei libri inspiratori. Esiste il canone dei libri sacri dallo statuto della Chiesa 179s 186 213 (350°) 1335 1502s; si deve accettare quel canone esclusivo e con ogni parte (come contenuto nella Vulgata) a202 a213 a354 b1504 1863 2538 b3006 b3029.
Ragione della interna canonicità non consiste nell’approvazione di un’opera meramente umana né nella inerranza, ma nell’indole ispirata. 3006 3409 3412s 3415 3490.
Fatto dell’inspirazione. I libri canonici hanno Dio come autore. (800) 3006 3293; in particolare inculcato contro i Manichei che l’Autore del Vecchio e del Nuovo Testamento è il medesimo Dio 198 325 685 790 854 1334 1336 1501.
L’inspirazione è appropriazione dello Spirito Santo dettante 1334 1501 3292 3593; Lo Spirito S. parla nella Legge Mosaica, per mezzo dei Profeti (o nei Profeti), mediante gli Apostoli, o gli Evangelisti (s. nei Vangeli) b41s be 46 abed 48 c60 b150 b682.
Modo descritto per l’inspirazione 3293 3650s; riprov. delle spiegazioni dei Modernismi 3409-3411 3413 3491.
Estensione della inspirazione: da tutti i libri recepiti dalla Chiesa con ogni parte. (1504 3006 3029) 3291s.
Questioni circa la canonicità, l’autore, composizione dei vari libri de delle parti: Citazioni implicite 3372 3654; Pentateuco 3394-3397 3862-3864; Genesi 3512-3519; Psalmi 3521-3528; Isaia 3505-3509; Questione sinottica 3577s: Ev. Mt. 3561-3567; Ev. Mc. Et Lc. 3568-3576; Ev. Jo. 3398-3400; Atti degli Apost. 3581-3586; Lettere Pastorali 3587-3590; Lett. agli Ebr. 3591-3593; Lett. di Giov. 180 1811; Comma Giovanneo 3681s; Apocal. 486 1501°; altri libri 1501°.
7bb Inerranza della S. Scritture. Tutti i libri contengono indubbia 1065: l’inerranza proviene da questo: dall’inspirazione a3292s 3652-3654; non è lecito concedere che l’autore abbia errato 3291.
Riprov. asserto che detrae l’inerranza e professa il mitologismo a2907 a3034 3414 3887.
La S. Scrittura non vuole insegnare la costituzione delle cose naturali. Che descrivono solo sec. La sensibile apparenza 3288; da ciò nessun vero dissenso tra teologo e fisico 3287.
Interpretazione delle S. Scritture deve seguire la regola — : giudizio del Magistero della Chiesa 1507 1863 2538 3007 3281 3401-3408;
— tradizione unanime dei Padri e dei teologi 1507 1863 2771 2784 3007 3284 3546 3887; non è una vera opera se scaturisce da tutte le opinioni dei singoli 3289;
— analogia della fede 3283 3515 3546 3887.
Scienze ausiliari dell’esegeta sperimentato sono cose elevate di critica letteraria e cognizione di cose naturali 3286s.
La libera investigazione ed interpretazione di dottori privati rimane un campo ampio nonostante le regole suddette 3282 3289 3831; così che possa farsi (eccetto le cose che riguardino la fede ed i costumi) un miglioramento ed un’emendazione dell’interpretazione 3294.
Questioni circa l’interpretazione: Generi letterari nella S. Scr. 3829s; Fonti mitologiche 3899; Applicazione del metodo storico alla S. Scrittura 3290; Parti specialmente storiche 3373; Senso letterale e spirituale 325 3792s 3826-3828 3888s; Genesi cap. 1-11: 3898; Ps. 15,10s: 3750; Vangeli: Mt. 16,26 et Lc. 9,25: 3751; Ev. Io. 3416-3418; Altro avvento di Cristo nelle Lett. Paoline 3628-3630; indole della vera profezia (2907) 3505s 3528 3563 3573; rigettata la discrepanza tra Vecchio e Nuovo Testamento pretesa dai Manichei 198 790 854 1334 1336. Si riprova il metodo di interpretare (in genere) dei Razionalisti, Modernisti e delle Società bibliche acattol.. 2784 3546s; pericolo di errare soprattutto dei laici 770s.
Testi originali e versioni della S. Scrittura. Gli esegeti usino massimamente i codici originali 3280.
Traduzioni in altre lingue comportano il pericolo di errori ed abusi 770s 1853s 2710s; per questo motivo la versione della Vulgata è dichiarata autentica 1506 1853 2710 3280; questa autenticità è solo giuridica, in quanto non esclude difetti di versione b3280 3794s 3825; l’esegeta usi altre versioni 3280; ai fedeli tuttavia non sono permesse versioni senza note ed approvazione eccl. 1508 1863 2772 CdIC 1391; si proibiscono le versioni delle Società bibliche acattoliche. 2771 2784.
Lettura della S. Scrittura raccomandata in genere 770s; non invero è utile a tutti 1853s 2712 2771s; infatti non è per tutti obbligatoria 2479-2485. 2667; la lettura presuppone l’uso di edizioni approvate: vd. A 7bd
8. Accettazione della rivelazione per mezzo della fede
a. — NATURA DELLA FEDE
la fede è la virtù soprannaturale per cui si credono le cose da Deo rivelate sull’autorità di Dio rivelante 3008 3542; l’assenso è libero (obediente per grazia, non è necessaria la forza prodotta dalle argomentazioni) 3010 3035; né tuttavia l’assenso è cieco 3010 3542.
Riprov. del concetto di fede dei Modernisti 3484-3486 3542.
Fede in quanto dono di grazia: vd. F 4; come disposizione alla giustificazione: F 3c
b. — PREREQUISITI PER LA FEDE.
Da parte di Dio si richiede l’ausilio della grazia (illuminazione dello Sp. Sancto) 378 396-400 1553 2813 3010 3014 3035.
Da parte dell’intelletto umano si richiede il giudizio di possibilità e l’obbligo di credere: (che è da chiedere) perché si possa acquisire vera certa nozione dei fondamenti della fede (come del fatto della rivelazione) 2121 2752-2754 2756 2768 a2778 2853 3009 3019 3539 3892; fede (Supposto l’ossequio della ragione consentaneo) deve precedere la ragione (che argomenta di essa) 2751 (2754) 2755 2765s 2812s .3009 (3019).
Si deve conoscere la credibilità dell’esistenza dei segni esterni 3033s 3475 3477 3539; quali motivi di credibilità valgono: vaticini, miracoli (tra i quali la resurrezione di Cristo), l’eroismo dei martiri, la mirabile propagazione della religione crist. La Chiesa in sé stimata (segno elevato) 4772 b2753 be2754 abc2768 . abcde 2779 (°2907) ab3009 et3012-3014 b3034 b3539; non vale la sola ispirazione privata o l’interna esperienza 3033.
Si può infirmare il giudizio di credibilità per gli influssi provenienti dall’esterno 3876; l’uomo può faticare anche per l’errore invincibile della vera religione. 2865° 2866. Da parte della volontà si richiede la libertà della coazione nell’accettare la fede: vd. K 4cc. Obbligo di credere: vd. K 2a.
9. Applicazione della ragione umana alle cose rivelate.
A 9a a. – UTILITÀ DELLA RAGIONE E SUOI LIMITI.
La ragione dimostra e difende la fede 2776 3019 3135-3138; prepara in parte all’intelligenza dei misteri 2853 3016 3137 3892.
I limiti della ragione nascono dall’indole sovrannaturali e dalla misteriosa rivelazione degli oggetti: cf. A 6b; infatti non si possono trattare i misteri allo stesso modo degli oggetti della scienza naturale 2854 2856s; né la filosofia è immune da errore 2829; esistono anche questioni più profonde della ragioni quasi insolubili 249.
Ragione umana (filosofia) quindi non deve dominare nelle verità rivelate (o in teologia) 824 2829.
Si riprende l’eccessiva stima della ragione umana (razionalismo) 2732 2775-2777 2828s 2850s 2858-2861 2878 2901-2914; riprov. dei principii dell’autonomia della ragione e della piena indipendenza dalla religione 2860 2903s 2911 2914 3031s; riprov. della tendenza a risolvere (ex toto) gli oggetti della fede ad opera della ragione 824 2732 (2738) 2851s 2908s; con tale pretesa si perde il merito della fede 824.
A 8b b. – TRATTAZIONE SCIENTIFICA DELLE COSE RIVELATE.
9ba Dono della teologia. La ragione considera la teologia come la trattazione scientifica degli oggetti rivelati. 3135-3138.
L’indole del progresso scientifico è l’evoluzione delle dottrine nel medesimo senso (s. evolutio homogenea) 2802 3020 3043 3541 (3626) 3886; si riprova la concezione (massimamemte del modernismo) circa il progresso teologico e dei dogmi 2905 3020 3043 3422-3424 3426 3458-3465 3483 3488 3541; si respinge l’accusa, che il Magistero ecclesiastici impedisca il progresso della scienza teol. 2912 3457; si nega l’oscurazione delle verità nella Chiesa 2495 2601.
9bb Metodo della teologia. La norma principale per conoscere le verità soprannaturali non è la ragione umana 2738; al teologo non è lecito astrarre dall’indole soprannaturale delle cose rivelate (2854 2856s) 3547. Metodo scolastico (s. “vecchia scuola”) si raccomanda (ma con restrizione). E si difende ctr. il fideismo ed il modernismo 2814 2876 2913 3139 3140 3894. Si difende il metodo apologetico 3499s 3879s. Si rigetta il dubbio positivo come principio di inchiesta teologíca 2738. Si comanda di conservare la terminologia coltivata nella tradizione 824 2831 3881-3883.
Preminenza della teologia sulle altre scienze 824 (2829); ordine dei dottori nella Chiesa è del tutto particolare 771.
Dipendenza della teologia dal Magistero eccl. Subordinazione al Magistero in genere; vd. H 1; conformazione alla tradizione: vd. A 7a; La libertà di insegnare al teologo è legata al Magistero: vd. H lbb.
Si spinge al riconoscimento della singolare autorità dei teologi in genere 1328 2871 Gli autori moderni per quanto preferiscano al Magistero le cose più antiche, 904; non tuttavia sono indipendenti dalla Sede Apostolica e devono essere approvati. 2047 3154s.
TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA (44): “INDICE DEGLI ARGOMENTI -III-“