UB’ENCICLICA AL GIORNO, TOGLIE GLI USURPANTI APOSTATI DI TORNO: S.S. LEONE XIII – ” QUÆ AD NOS”

Si tratta ancora una volta di una breve Lettera Enciclica indirizzata ai Vescovi della Boemia e della Moravia, per incitarli ad un’azione comune nella difesa del gregge cattolico attaccato da infedeli, increduli ed adepti di conventicole demoniache. È quanto oggi vediamo in modo amplificato nelle nostre Nazioni ormai divorate dal tarlo del modernismo e dal verme del paganesimo operante in ogni ambito e prossimo all’epilogo descritto da San Giovanni nell’Apocalisse. Il Sommo Pontefice sapeva molto bene a cosa andasse incontro la Chiesa Cattolica e cercava con ogni mezzo di allontanarne i lupi ed i falsi profeti che la dilaniavano, difesa efficace per poco tempo, fino al “colpo si stato” del Conclave del 26 ottobre 1958, quando una falsa chiesa, o meglio la sinagoga demoniaca, cacciando il Santo Padre e relegandolo inoperante ad un ruolo di secondo piano, insediava un agente infernale sul trono di S. Pietro, cosa che proprio Leone XIII aveva visto profeticamente in visione negli ultimi anni del diciannovesimo secolo. Ma non è il caso di avvilirsi, piccolo gregge, sono tempi di pazienza e persecuzione ai quali simo stati chiamati dalla Sapienza eterna ad operare sostenuti dalla nuda fede e dall’operosità “sotterranea”, in ambiente eclissato o catacombale. Così ha disposto la Volontà suprema per darci occasione di redimerci con la penitenza ed acquisire meriti onde aspirare alla salvezza ed alla eterna beatitudine. Profittiamone con gioia per essere stati scelti a sopportare e soffrire ogni sofferenza in nome di Cristo e della sua Chiesa Cattolica, e sostenendo con la preghiera la vita e l’opera del Santo Pontefice impedito… abbiate fede, Io ho vinto il mondo! Parola di Dio.

QUÆ AD NOS
ENCICLICA DI PAPA LEONE XIII 
ALLA CHIESA IN BOHEMIA E MORAVI
A

Al cardinale Skrbensky, arcivescovo di Praga, e agli altri arcivescovi e vescovi di Boemia e Moravia.

Le notizie che quotidianamente ci giungono sullo stato delle vostre diocesi e sull’allontanamento di un gran numero di persone dai riti e dalle pratiche del Cattolicesimo sono per noi motivo di grande tristezza e dolore. Certamente non dubitiamo che voi applichiate strenuamente ogni argomento per riparare le disgrazie del gregge a voi affidato e per evitare che le perdite si aggravino di giorno in giorno. Se i nemici della fede non risparmiano né lavoro né denaro e si sforzano con tutte le loro forze di distruggere il vostro gregge, voi, che Cristo ha voluto come Pastori, non dovete stare con le mani in mano; dovete usare ogni mezzo disponibile per difendere il vostro gregge. Tuttavia, l’entità del pericolo ci spinge a sollecitare i volenterosi. Sappiamo, certo, che non tutte le vostre diocesi si trovano nelle stesse condizioni per quanto riguarda la sicurezza della fede; pertanto, gli stessi mezzi di assistenza per preservare la fede non possono essere applicati ovunque. Tuttavia, poiché il pericolo è comune ed è una patria comune che chiede di essere difesa, pensiamo che la soluzione migliore sia che voi comunichiate tra di voi e con un parere unito per stabilire ciò che deve essere realizzato e ciò che deve essere evitato. Perciò è nostro desiderio che tutti voi Vescovi di Boemia e Moravia vi riuniate al più presto per deliberare sulla difesa della fede tra i vostri connazionali. Naturalmente farete in modo che la natura delle deliberazioni e delle decisioni che avranno luogo sia riferita a Noi, affinché siano sancite dall’approvazione apostolica. Inoltre, non vogliamo lasciar passare questa opportunità senza raccomandarvi ancora una volta con forza che abbiate cura di estirpare totalmente lo zelo di parte che provoca la divisione del clero santo tra di voi; questo divide e snatura le forze di coloro la cui unione è molto necessaria, ora soprattutto, per la difesa della fede. Che l’aiuto della grazia divina sia con voi in questi compiti. In segno del Nostro amore ricevi la Benedizione Apostolica che con grande amore nel Signore impartiamo a te e al tuo gregge.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 22 novembre 1902, nel 25° anno del Nostro Pontificato.

LEO XIII