LA DEMOCRAZIA CRISTIANA = DEMONIOCRAZIA ANTICRISTIANA? (5)
J. DELASSUS
L’ENCICLICA PASCENDI DOMINICI GREGIS e la DEMOCRAZIA
Alla Vergine Immacolata
GAUDE, MARIA VIRGO, CUNCTAS HÆRESES SOLA INTEREMISTI IN UNIVERSO MUNDO.
NIHIL OBSTAT: Insulis, die 26 decembris 1907.
H.QUILLIET, S. Th. Dr. Librorum Censor.
IMPRIMATUR: Cameraci, die 27 decembris 1907.
t FRANCISCUS, Arch.-Coadj. Cameracen
Société St. Augustin. “Desclée, De Brouwer et Cie
LILLE, 41, rue du Metz, 41, LILLE
All’indomani della pubblicazione dell’Enciclica, la Revue pratique d’Apologétique ha posto questa domanda: “La Chiesa sta scrivendo ai suoi figli. Qual è il loro atteggiamento nei confronti di questo messaggio?” Essa rispondeva: “I figli sottomessi della Chiesa, che non sono stati toccati dal fermento pernicioso, da cui alcune anime erano visibilmente afflitte, hanno ricevuto con gioia inesprimibile la parola così salda della loro Madre.
(La Revue pratique d’Apologétique avrebbe potuto aggiungere che il testo è stato accolto con ammirazione anche dai liberi pensatori. Ecco, ad esempio, cosa ne pensasse M. Georges Guy-Grand, negli Annales de la Jeunesse LAIQUE (ottobre 1907): “Questa ultima Enciclica è veramente un documento magistrale. Le menti logiche e gli uomini d’ordine devono sentire una vera gratitudine per il suo autore” – “Non si può fare a meno di ammirarla. C’è, in questa attitudine di assoluta intransigenza, un rigore razionale, un istinto di autoconservazione, un gusto per l’eroico che testimoniano una buona santità e soddisfano l’estetica geometrica…”. “Ecco degli insegnamenti che temprano i caratteri … Noi assistiamo in questo momento, in mezzo alla confusione spirituale ed alla dissoluzione morale, in cui stiamo lottando con veri e propri sforzi per ristabilire l’ordine nelle società e la chiarezza nelle menti. menti. Diffidiamo del sentimentalismo in tutte le sue forme: filosofia dell’ “azione”, filantropia, pietismo, carità; si vogliono qui ripristinare le categorie logiche, il sentimento del diritto ed il rispetto dall’autorità legittime. È il prolungamento delle Soyers Durs di Nietzsche. E senza dubbio i promotori di questo rinascimento razionale e sociale sostengono tesi radicalmente opposte, ma in fondo hanno le stesse affinità. M. Maurras, M. Soury, M. Sorel, i redattori dell’Enciclica, hanno uguale avversione per i Loisy, i Sangnier, i Buisson, i Jaurès e gli altri complessi. Loisy, ed altre menti complesse che nuotano nel torbido … Ammiriamo i personaggi, gli spiriti unilaterali, sono il sale di una società.” Non tutto quello che c’è scritto in questo articolo è da prendere sul serio. Ma quello che abbiamo qui è certamente degno di nota. – M. Paul Sabatier (protestante e librale protestante) ha scritto nel Times,un articolo in cui parla di Pio X come segue: “Il San Pietro vive nell’assoluto. Come il celebrante che, il giorno della processione del Corpus Domini, portando il sole dorato, dimentica tutto e vede solo l’ostia, va per la sua strada, ignaro di tutto, attento solo al dialogo che ha intrapreso con il suo Dio glorificato – così Pio X si muove verso il futuro, con una sicurezza forse unica negli annali del Papato”. Già ai tempi di San Paolo, tale condotta era una follia per alcuni, uno scandalo per altri. Noi sappiamo che ess è sapienza di Dio e potenza di Dio. Ce lo dice l’Apostolo, la storia conferma la sua parola. Sono passati diciannove secoli per dimostrare la veridicità di questa parola di San Giovanni: Haec est victoria qui rincit mundum, fides nostra. Ciò che ci fa trionfare sul mondo è la nostra Fede. In essa c’è la vittoria.).
Ma ci sono Cattolici per i quali la sottomissione è dolorosa. In generale, essi non fanno dichiarazioni pubbliche (Quando queste righe sono state scritte è comparso il Italia il Programma dei Modernisti.~. Sappiamo con quanta rapidità e vigore questo tentativo sia stato represso). Tuttavia, non sono completamente in silenzio; li si sente esprimere delle insoddisfazioni contro le quali vogliamo mettere in guardia i nostri lettori. – La Revue pratique d’Apologétique omette una terza categoria, quella dei pubblicisti, ai quali particolarmente incombeva il dovere di mettere l’atto pontificio sotto gli occhi dei loto lettori. Essi avevano professato nelle loro riviste, nei loro giornali, dottrine che il Santo Padre riteneva necessario condannare; la semplice lealtà li obbligava a mettere in guardia da ciò che essi avevano insegnato rispetto agli insegnamenti del Maestro della dottrina. Essi non hanno fatto altro, così facendo, che riprodurre ciò che avevano praticato al tempo di Leone XIII, all’epoca dell’Enciclica sull’America e di quella sulla Democrazia Cristiana. Sua Santità ha osservato che questo è anche il modo in cui essi trattano i seguaci dell’ortodossia in questo modo: Abbiamo a che fare con un avversario la cui erudizione e il cui vigore mentale lo rendono formidabile: essi cercano di di ridurlo all’impotenza, organizzando intorno a lui la congiura del silenzio.” – Altri hanno parlato. Noi ci fermeremo solo su colui la cui voce ha avuto maggiore risonanza su di noi, intendiamo il direttore della defunta La Quinzaine che aveva pubblicato uno dei manifesti più audaci e più clamorosi manifesti dei modernisti: Cos’è un dogma? L’audacia, per usare un eufemismo, della tesi esposta, non aveva potuto staccare i democratici cristiani da colui che considerano uno dei loro primi dottori. C’è motivo di temere che i loro occhi, offuscati dal pregiudizio, non abbiano visto, nell’articolo da lui pubblicato su il Temps, tutto quello che conteneva. Il 28 settembre egli scrisse in una lettera che il principale organo dei protestanti, pubblicò. Questa lettera sollevava osservazioni di diverso genere. Il signor Fonsegrive si è discolpato, dicendo: “Io non avevo da inquietarmi dell’opinione di Croix di ogni tipo e dei Nouvellistes di ogni genere, perché non mi rivolgevo ai loro lettori. Ho mostrato ad un pubblico di liberi pensatori le ragioni profonde dell’atto di Pio X. Ho creduto di fare ed ho fatto, nei confronti di questo pubblico, il lavoro di un apologeta. Rileggete il mio articolo da questo punto di vista. ” Quindi cosa sta dicendo, direttamente ai liberi pensatori, indirettamente ai Cattolici? Era urgente chiarire i contorni della fuggente dottrina i cui aspetti molteplici e vaghi esercitavano sulle menti la loro potente seduzione. Sembrava ovvio, nonostante l’apparente divergenza dei sistemi e delle posizioni anche tra i loro autori, che tutti erano l’espressione della stessa mente; e nel passare dall’uno all’altro, nonostante la diversità dell’opposizione tra le formule, ci si sentiva in una simile atmosfera come in una patria intellettuale comune. Ci deve essere stato, all’insaputa degli stessi autori, un asse comune che racchiudeva i loro diversi pensieri.; una volta scoperto questo asse, sarebbe stato possibile mettere a nudo le relazioni segrete dei vari sistemi e quindi dimostrare che tutti derivavano dagli stessi principi e che tutti conducevano alle stesse conseguenze anticristiane. Ecco ciò che è esatto e perfetto. Questo è ciò che abbiamo cercato, nelle pagine precedenti, di dimostrare, anche per i democratici cristiani. Ecco cosa lo è meno. Se gli autori modernisti sono stati reprensibili, tuttavia non tutto di loro è sembrato riprovevole; se, tra le loro formule, diverse ripugnavano al senso cattolico, diverse altre, ben comprese, non sembravano alterare la sostanza della fede e sembravano, al contrario, aprire prospettive eccitanti e grandiose; e infine, e soprattutto, il problema che si cercava di risolvere RIMANE IRRISOLTO. – E più avanti: Il Modernismo è stato uno sforzo per porre e risolvere prima di tutto il problema religioso. I modernisti sono condannati. Il Papa dichiara così, con la sua indiscutibile e indiscussa autorità che i modernisti non hanno trovato la soluzione al problema, ma IL PROBLEMA SUSSISTE. E l’Enciclica Pascendi non lo risolve, o meglio lo risolve solo in parte, dichiarando false soluzioni alle proposte. No, per il Cattolico sincero il problema non resta posto, il problema non rimane più in quanto problema, è risolto Roma locuta est, causa finita est. Ha ragione ancora il signor Fonsegrive quando dice: Era diventato necessario agire. Nessuno di coloro che conoscono lo stato d’animo dei seminari, degli studenti ecclesiaslici in Italia e in Francia, può negare all’Enciclica e il suo carattere di opportunità. Egli ha compiuto un’opera irreprensibile quando ha suggerito questi studi nei seguenti termini: “Tuttavia, tutto il clero, e attraverso la stessa Enciclica, saranno resi consapevoli delle dottrine moderniste, delle difficoltà che pretendevano di risolvere., le soluzioni che proponevano. I giovani studenti, in particolare, non potranno evitare di riflettere su queste questioni serie e vitali. Non importa quanto spesse siano i divisori che speriamo di stabilire, per quanto rigorose siano le misure di conservazione e per quanto Pio X possa essere obbediente, alcuni sottili soffi dell’atmosfera esterna non possono non penetrare negli istituti, nei seminari. I problemi che hanno dato origine al modernismo, anche nell’età della pace e del raccoglimento in cui stiamo per entrare, continueranno a sorgere, e nel leggere le proposte di condanna contenute nell’Enciclica, probabilmente a più di uno di questi giovani, certamente a più di uno dei loro insegnanti, anche tra I più umili ed i meno curiosi, forse era sufficiente sottoporre le formule ed apportare qualche correzione, o di introdurre qualche chiarimento, per perché diventassero ineccepibili… Gli autori modernisti trovano nelle loro dottrine qualcosa di cui sperare in un cambiamento delle idee sull’autorità in futuro. poiché, secondo loro, tutto è costantemente sulla via della variazione. Pertanto, i loro principi sono così plastici, che essi non li pongono solo per un momento in uno stato di inferiorità per poi far loro riacquistare immediatamente i loro vantaggi”. – Il signor Fonsegrive è in circolazione da molto tempo, insegnante in una scuola secondaria statale, sostiene di dirigere seminaristi e giovani ecclesiastici, cosa dico, curati, Vescovi ed Arcivescovi verso percorsi che condurrebbero l’uno all’altro, la Chiesa e il mondo, e che li porti a dare al volto dei secoli il bacio di Lamourette. Conosciamo i suoi libri: Lettere d’un Curato di campagna, Lettere di un Vescovo, ecc. ecc. Un anno fa, l’Enciclica ai Vescovi italiani lo fece uscire da un sogno: egli vide, con suo grande stupore che non competeva a lui indrottinare la Chiesa. Egli testimonia questo stato d’animo nel Diario dell’Abate Garnier (Peuple français, 6 settembre 1906). – Il Vaticano, sacro deposito dell’autorità, ha ricordato ai Vescovi italiani che ogni organixzaxione, ogni iniziativa che si proponga e che si definisca cattolica, deve essere coordinata, comandata e diretta dalla Gerarchia, dai Vescovi prima, dal Papa in seguito; che è solo a questa condizione che la dottrina sarà preservata da ogni alterazione e la condotta da ogni deviazione. La moltitudine dei fedeli costituisce il gregge cristiano, e sono solo i Vescovi ad avere la missione di condurre il gregge verso pascoli sani ed abbeverarlo alle acque pure della dottrina. – Leggendo questi gravi ammonimenti, molti di noi hanno provato una certa emozione. Sembrava che si disconoscesse la loro buona volontà e tutto ciò che era stato fecondo nei loro sforzi…. Se alcuni si sentono incapaci di ripetere senza mescolarvi qualcosa della propria anima, gli insegnamenti trasmessi, prima di lasciarsi trasportare dallo zelo che li spinge ad andare avanti, dovranno riflettere sulla grave sui gravi pericoli che possano derivare da un’audacia intempestiva, da originalità disordinata, da iniziative senza lo stato di grazia. E se, ricadendo su se stessi le loro ali sembrano loro pesanti, che si sentono di non poterne più, si diranno che l’insieme dell’azione complessiva non richiede che ogni attore abbia il primo ruolo, ma che ognuno svolga bene il suo ruolo; che il ruolo del laico è un ruolo umile, limitato alle proprie funzioni di figlio, padre e cittadino, e che l’apostolato più adatto a questo ruolo è quello di mostrare a tutti che, in silenzio, il ruolo consiste nel mostrare a tutti che il Cristiano è l’uomo che merita il rispetto del mondo per la nobiltà e bellezza della sua vita. – Queste parole non sono senza esagerazioni. L’Enciclica che le ha suscitate è stata datata 28 luglio. Nei primi giorni di giugno, il “Peuple Francais” si era appena riorganizzato ed aveva inserito nella sua lista dei redattori Ives Le Querdec (M. Fonsegrive) in compagnia dei signori Broeglin, Blondel, Bosseboef, Pierre Dabry, Paul Fesch, Felix Klein, Laberthonnière, Lemire, Naudet, Marc Sangnier, Sertillanges, ecc. ecc… Qualche mese prima, cominciava ad apparire il Bulletin de la Semaine, al quale M. Fonsegrive non è estraneo. Egli da anni dirigeva La Quinzaine. I suoi libri, le sue conferenze nei seminari mostrano senza dubbio che M. Fonsegrive desiderava esercitare un apostolato. Ma che tipo di apostolato? Un’eminente religioso, Dom Besse, ha detto di lui: “Egli è mirabilmente dotato per la capacità di esercitare sugli spiriti un’influenza profonda. Un uomo del suo valore avrebbe potuto servire per avvicinare i liberi pensatori alla Chiesa allontanati da essa dal pregiudizio e dall’ignoranza. Egli era, per così dire, ai margini del Cattolicesimo, e si trovava al posto giusto per invitare coloro che venivano dall’esterno ad entrarvi. Non era necessario più alcun apostolato. Per quanto riguarda la leggibilità del Cattolicesimo, M. Fonsegrive ha ben fatto dei segni; alcuni erano rivolti a persone esterne; ma i più numerosi ed i più più energici sono stati rivolti a uomini che, grazie alla loro fede e alla loro l’educazione, sono nel cuore della Chiesa. I giovani Sacerdoti, gli studenti del Seminario ed i Cattolici avevano tutte le sue preferenze.” Egli divenne un dirigente scolastico molto ascoltato. “Gli eccessi a cui molti dei suoi seguaci e dei suoi discepoli e sostenitori hanno dato luogo hanno fatto nascere delle inquietudini. La laicizzazione del clero, ed il suo metodo di insegnamento teologico e di apostolato, a cui hanno lavorato, è di natura tale da preoccupare nonostante lo sfarzo del decoro scientifico e sociale con cui lo si avvolge. Quando sono cominciarono ad emerse queste inquietudini, Fonsegrive si è mostrato indignato. Ecco, ad esempio, il modo in cui ha rimproverato i Sacerdoti che rifiutavano M. Loisy: “Sono sicofanti senza ingegno, senza talento, senza altra autorità se non se non quella che la loro vanità attribuisce a se stessi. Si percepisce, nel leggere certi articoli, la gioia che darebbe a certi uomini la caduta, l’eresia dichiarata di alcuni Cattolici, Sacerdoti, o laici, che a loro non piacciono. Simili a quegli uccelli che volano intorno alle case dove la morte sta per atterrare, urlano di piacere mentre aspettano il cadavere. Uccelli neri, uccelli immondi, non ne avremo abbastanza per la loro ingrata natura, pietà per la loro miseria, tristezza per la loro cecità (Mai si troverà, tra i difensori della verità un linguaggio così oltraggioso. Potremmo fare altre citazioni dallo stesso tipo, molto violente, una delle quali è rivolta al Fautore dell’Americanismo e la congiura anticristiana che mai aveva parlato di lui). Il signor Houtin ha semplicemente preso atto di un fatto che è ben noto a che osservano le idee e gli uomini del giorno, quando ha detto: :”M. Fonsegrive è uno dei leader più prudenti e più influenti del movimento per la riforma del Cattolicesimo. (Questioni bibliche al XXe siècle p. 79.). Inoltre, quale propaganda è stata fatta intorno al suo nome ed alla sua opera! Pio X, nella sua ultima Enciclica, ha sottolineato molto bene come i modernisti eccellano nel fare e disfare le reputazioni. Quando uno di loro apre le labbra, gli altri lo applaudono, invocando il progresso& della scienza.; se qualcuno ha la ventura di gridare… per le loro novità, per quanto mostruose possano essere, essi si abbattono a ranghi serrati su di lui; chi lo nega è chiamato ignorante, chi lo abbraccia e lo difende è invece esaltato. Abusati da essa, molti vanno da loro, che se si rendessero conto di ciò che sta accadendo si ritrarrebbero inorriditi. – Grazie all’audacia di alcuni, alla leggerezza ed all’imprudenza di altri, si è formata un’atmosfera pestilenziale che raggiunge ogni cosa, permea tutto e diffonde il contagio.
GNOSI, TEOLOGIA DI sATANA (74): DEMOCRAZIA CRISTIANA= DEMONIOCRAZIA ANTICRISTIANA? (6)