Questa brevissima lettera Enciclica di Papa Leone XIII, sollecita la convocazione di un Concilio continentale per l’America meridionale, così che i Vescovi locali possano coordinarsi per evangelizzare al meglio i popoli giunti da poco alla fede cattolica, e «…. affinché presso quei popoli, legati da una stessa stirpe o da una affine, si mantenga salda l’unità della disciplina ecclesiastica, si rinvigoriscano i costumi degni della fede cattolica, e la Chiesa si segnali pubblicamente per il comune impegno dei buoni…». Un Concilio quindi, ove si riaffermassero con decisione e fermezza dogmi e disciplina, senza aperture a culti locali di radice demoniaca, come la recente divinità pagana “Pachamama” adorata con blasfema sfacciataggine addirittura in Vaticano, terra un tempo “casa” di Pietro, il Vicario di Cristo, e della sua Chiesa. Ma è chiaro che parliamo di due realtà opposte tra loro, come quando ad Ezechiele furono dell’Angelo mostrati gli abomini ed i riti di adorazione dei demoni che si compivano nel Tempio santo di Dio. Si vede, come diceva il Qoelet, che nulla di nuovo c’è sotto il sole e nell’ombra degli inferi aperti. Ci sarà molto da soffrire, ma dopo la breve sofferenza arriverà il premio eterno per chi avrà perseverato fino alla fine (Rom. VIII).
Leone XIII
Quum diuturnum
Lettera Enciclica
Indizione del concilio plenario dell’America Latina
25 dicembre 1898
Quando ripercorriamo il lungo corso del nostro pontificato, vediamo che non abbiamo mai tralasciato nulla che riguardasse il rafforzamento e la promozione del regno di Dio presso codeste genti. Certamente è tuttora presente in voi, venerabili fratelli, il ricordo delle azioni da noi compiute, con l’aiuto di Dio, a vostro favore. Non abbiamo affidato invano quei servizi della nostra prudenza al vostro zelo e alla vostra diligenza. Ora vogliamo che sia manifesta una nuova prova del nostro affetto verso di voi; cosa che già da tempo era nei nostri desideri. Infatti, fin dal tempo della celebrazione del IV centenario della scoperta dell’America, abbiamo cominciato a pensare con insistenza al modo in cui avremmo potuto mettere in rilievo le comuni origini latine, che il nuovo mondo detiene per più della metà. Arrivammo alla conclusione che a tale scopo la cosa migliore sarebbe stata che voi tutti, Vescovi di queste contrade, vi foste riuniti, su nostro invito e con la nostra autorità, per deliberare. Eravamo infatti convinti che, mettendo insieme la vostra sapienza e i frutti della prudenza che ciascuno di voi ha tratto dalla propria esperienza, avreste provveduto convenientemente affinché presso quei popoli, legati da una stessa stirpe o da una affine, si mantenesse salda l’unità della disciplina ecclesiastica, si rinvigorissero i costumi degni della fede cattolica, e la Chiesa si segnalasse pubblicamente per il comune impegno dei buoni. Mi persuadeva poi grandemente a tradurre in atto questo intendimento, il fatto che voi, interpellati al riguardo, aveste accolto con forte assenso una tale proposta. – Quando poi giunse il momento di attuare l’iniziativa, lasciammo a voi, venerabili fratelli, il compito di scegliere il luogo in cui vi sembrava opportuno tenere questo Concilio. Dichiaraste allora, in massima parte, che sareste venuti assai volentieri a Roma, anche perché per molti di voi sarebbe stato molto più semplice raggiungere questa sede che non qualche altra lontana città americana, per la grande difficoltà di viaggiare in cedesti posti. All’annuncio di questa vostra scelta, non potemmo che dare il nostro più pieno assenso, perché essa conteneva un segno non piccolo del vostro amore verso questa Sede Apostolica. Anche se Ci dispiace, per le condizioni in cui ora ci troviamo, che Ci sia tolta la possibilità di trattarvi, mentre sarete a Roma, tanto dignitosamente e liberalmente quanto vorremmo. Perciò la Sacra Congregazione [per interpretare gli Atti] del Concilio [di Trento] ha il mandato da Noi conferitole di convocare per il prossimo anno a Roma il Concilio di tutti i Vescovi delle nazioni dell’America Latina, e di emanare le norme adeguate che esso dovrà seguire. Intanto, come auspicio dei celesti favori e come testimonianza della nostra benevolenza verso di voi, venerabili fratelli, e verso il clero e il popolo a ciascuno affidato, impartiamo di tutto cuore l’apostolica benedizione.
Roma, presso S. Pietro, proprio il giorno della nascita di nostro Signore Gesù dell’anno 1898, XXI del Nostro pontificato.