GNOSI TEOLOGIA DI sATANA (70): DEMOCRAZIA CRISTIANA = DEMONIOCRAZIA ANTICRISTIANA ? (2)

LA DEMOCRAZIA CRISTIANA = DEMONIOCRAZIA ANTICRISTIANA? (3)

J. DELASSUS

L’ENCICLICA PASCENDI DOMINICI GREGIS e la DEMOCRAZIA

Alla Vergine Immacolata

GAUDE, MARIA VIRGO, CUNCTAS HÆRESES SOLA INTEREMISTI IN UNIVERSO MUNDO.

NIHIL OBSTAT: Insulis, die 26 decembris 1907.
H.QUILLIET, S. Th. Dr. Librorum Censor.
IMPRIMATUR: Cameraci, die 27 decembris 1907.
t FRANCISCUS, Arch.-Coadj. Cameracen

Société St. Augustin. “Desclée, De Brouwer et Cie

LILLE, 41, rue du Metz, 41, LILLE

L’Enciclica Pascendi, lungi dal liberare la democrazia cristiana dall’imputatione di modernismo, mostra l’intima connessione che esista tra questa “eresia dell’eresie” ed il movimento democratico. – Nella parte in cui espone l’idea che i modernisti si fanno della Chiesa e della sua Costituzione, Pio X dice: “Eccoci alla Chiesa, in cui le loro fantasie ci offrono una più ampia materia. La Chiesa è nata da un duplice bisogno: del bisogno avvertito da tutti i fedeli, soprattutto se hanno avuto qualche esperienza originale, di comunicare la loro fede; poi, quando la fede è diventata comunune, o, come si dice, collettiva, dalla necessità di organizzarsi in società, per conservare, accrescere, propagare il tesoro comune. Che cos’è dunque la Chiesa? Il frutto della coscienza collettiva, in altre parole è l’insieme delle coscienze individuali: coscienze che, in virtù della permanenza vitale, derivano da un primo credente – per i Cattolici, da Gesù Cristo -. Ma ogni società ha bisogno di un’autorità dirigente che guidi i suoi membri verso un fine comune, che, allo stesso tempo, attraverso un’azione prudentemente conservatrice, salvaguardi i suoi elementi essenziali, cioè, in una società religiosa, il dogma ed il culto. Da qui, nella Chiesa Cattolica, il triplice potere: disciplinare, dottrinale e liturgico.” Dall’origine di questa autorità deriva la sua natura e, quindi, i suoi diritti ed i suoi doveri. Nei tempi passati era un errore comune che l’autorità venisse alla Chiesa dall’esterno, cioè immediatamente da Dio; a quei tempi poteva essa essere giustamente considerata come autocratica. Ma oggi, a questo punto, si può virare. Così come la Chiesa è un’emanazione vitale della coscienza collettiva, così anche a sua volta, l’autorità è un prodotto vitale della Chiesa. La coscienza religiosa è quindi il principio da cui procede l’autorità proprio come la Chiesa; e se è così, dipende da essa. Dimenticarla o misconoseerla la trasforma in tirannia. Viviamo in un’epoca in cui il sentimento di libertà è in piena fioritura: nell’ordine civile la coscienza pubblica ha creato il regime popolare. Eppure, non ci sono due coscienze nell’uomo né due vite. Se l’autorità ecclesiastica non vuole provocare e fomentare un conflitto nel più intimo delle coscienze, deve rispettare le forme democratiche. D’altronde, se non lo facesse, andrebbe in rovina. Perché sarebbe folle immaginare che il sentimento di libertà al punto in cui è arrivato possa tornare indietro. Costretto e forzato, sarebbe un’esplosione terribile; spazzerebbe via tutto, Chiesa e religione. – Tali sono, in questa materia le idee dei modernisti, la cui grande preoccupazione è trovare un modo per riconciliar l’autorità della Chiesa e la libertà dei credenti.” Più avanti, il Santo Padre ritorna su questa folle pretesa dei modernisti di democratizzare la Chiesa: “Quello che chiedono, dice, è che la Chiesa voglia seguire il loro esempio, senza farsi troppi problemi, seguire le loro direttive ed arrivare finalmente ad armonizzarsi con le forme civili.” Poiché (secondo i modernisti), il Magistero della Chiesa ha la sua prima origine nelle coscienze individuali, e adempie ad un servizio pubblico, è ovvio che essa debba subordinarsi ad esse. Allo stesso modo, deve piegarsi alle forme popolari.” Che il governo ecclesiastico sia riformato, che il suo spirito, che le sue procedure esterne siano messe in armonia con le coscienza che si rivolge alla democrazia. Che una parte dunque sia dato, nel governo della Chiesa, al clero inferiore ed anche ai laici; che l’autorità sia dicentrata.” – Tutti gli uomini che seguono attivamente il movimento delle idee hanno fatto, leggendo l’Enciclica, l’osservazione che tutti gli errori che vi vengono evidenziati siano il più delle volte esposti proprio nei termini che i modernisti hanno usato per propagarli. I voti così formulati dai modernisti-democratici – se mai potessero realizzarsi – sarebbero qui, il completo rovesciamento, fino alle sue stesse fondamenta, della Chiesa come l’ha costituita Nostro Signore Gesù Cristo. Egli ne ha fatto una piramide che scende dal cielo e dalla cima sparge i suoi benefici sui popoli fino alle basi. La democrazia aspira a capovolgere l’edificio e a mettere l’autorità nelle mani della folla. Nei testi sopra citati, il Santo Padre dice come siamo arrivati a questo punto. – I modernisti ragionano come segue: La religione non nasce da una rivelazione esterna proveniente da Dio. Ha il suo principio e la sua fonte nella coscienza di ogni individuo. In altre parole si tratta dell’ “immanenze vitali” Le coscienze individuali hanno comunicato tra loro; da qui l’edistenza di une conscienza collett, ed in quanto conscienza collettiva, essa crea una società, la società religiosa. E come deve essere governata tale società? Da un’autorità che emani da una sorta di suffragio universale, e dipendente dalle coscienze individuali che l’hanno creata. L’autorità religiosa che arriva a dimenticare questa origine e questa origine e questa dipendenza si trasforma in tirannia. Questo è purtroppo ciò che sta accadendo ai giorni nostri. E quindi, se l’autorità ecclesiastica non vuole fomentare questo conflitto, essa deve ricorrere a forme di democrazia”, “essa deve armonizzarsi con le forme civili”, “essa deve piegarsi alle forme popolari”. Bisogna che il suo spirito ed i suoi processi esteriori siano messi in armonia con la coscienza che si muove verso la democrazia”. Bisogna che “una parte sia fatta nrl governo ai chierici inferiori come pure ai laici”. Bisogna che l’ “autorità sia decentralizzata”. Che “se vi si rifiuta è la rovina per essa”; perché sarebbe follia immaginare che il sentimento della libertà al punto inn cui è giunto, possa retrocedere”. – Così parlano i modernisti. Ma i democratici non concludono diversamente, anche se arrivano a questa conclusione per una via diversa. Il loro punto di partenza è l’opposto. Imbevuti dei falsi dogmi di Jean-Jacques Rousseau, essi credono che lo Stato sociale non sia l’opera di Dio, ma dell’uomo, il risultato di un contratto che gli uomini, stanchi di vivere come selvaggi, un bel giorno, conclusero tra loro. Se la società nasce da un contratto tra tutti, se tutti si sono accordati per creare un’autorità per governarli, questa autorità deriva da tutti. Da qui la sovranità del popolo che dà e prende potere, estendendo o restringendo i suoi limiti. In altre parole, di là il suffragio universale, di là il regime democratico, che i nostri democratici, cristiani o i non-cristiani, in accordo con il “falso dogma” che serve loro da principio, dichiarano essere il regime per eccellenza, il solo fondato sulla ragione, il solo legittimo. – Ma se il governo democratico è il governo per eccellenza, deve essere quello della Chiesa oltre che dello Stato. I democratici che vogliono essere Cristiani non ne traggono questa conseguenza apertamente. Non potrebbero farlo senza farsi dichiarare eretici. Ma questa è l’essenza del loro pensiero. Si tirano indietro quando lo si dice. È sufficiente per rispondere, ricordare le loro parole, mettere i loro scritti sotto gli occhi. Non possiamo ovviamente qui farne una dimostrazione completa. Sarà senz’altro sufficiente ricordare le parole di uno dei loro capi, pronunciate in una circostanza molto solenne, e dall’alto di una tribuna più clamoroso di tutte. – Il 15 gennaio 1907, l’Abate Lemire salì sulla tribuna della Camera dei Deputati per far sentire le sue parole: ” Non credo che qualcuno abbia il diritto di fare di noi, cattolici, i servi di un regime centralizzatore, di un regime alla Luigi XIV. La costituzione della Chiesa non è modellata su nessuna delle forme effimere di governo umano. ESSA NON È UNA MONARCHIA. In senso stretto, è. una gerarchia. È molto diverso (!?). La Chiesa è governata da una serie di autorità locali indipendenti lr une dalle altre, e controllate (solo questo?) da un’autorità centrale e superiore.” Queste parole sono così contrarie a ciò che M. Abate Lemire ha imparato dal suo parroco quando si preparava alla prima Comunione, che ci si chiede come tali idee abbiano potuto entrare nella sua testa in età avanzata e occuparlo così completamente da non venirgli più in mente nulla che non corrispondesse ad esse. – La spiegazione di questo fenomeno è facile da dare. Quando i sentimenti democratici si sono impadroniti di un cuore, quando il falso dogma di Jean-Jacques Rousseau ha invaso una mente, questo cuore, questo spirito desiderano vedere, nella società alla quale appartiene l’applicazione delle loro idee, la realizzazione di ciò che i loro sentimenti presentano loro come il migliore, il governo più perfetto, il più desiderabile. È così che i discepoli della scuola democratica cristiana arrivano, senza che lo sospettino, ad uno stato d’animo che rende loro percepibile la situazione della Chiesa e dei suoi fedeli per la costituzione che Nostro Signore Gesù Cristo le ha dato. Per la maggioranza, si tratta solo di una disposizione latente che li rende meno soggetti all’Autorità. Nei “maestri” è un’idea molto chiara, che si manifesta quando se ne presenta l’occasione, come è successo all’Abbate Lemire durante la discussione sulla sulla separazione tra Chiesa e Stato, che la legge, attraverso le sue associazioni culturali, aveva il preciso scopo di DEMOCRATIZZARE la Chiesa. – N. S. il Papa non si è accontentato, nella sua Enciclica, di dire come e perché i modernisti volessero democratizzare la Chiesa, ha anche fatto allusione alle profezie che questi signori formulano e per le quali essi prevedono che se la Chiesa non si conformerà agli inviti che essi le rivolgono di trasformare al più presto la sua costituzione, non potrà più contare che su pochi giorni di vita. “Se l’autorità ecclesiastica non vuole, nel più intimo delle coscienze, provocare e fomentare un conflitto, allora deve piegarsi alle forme democratiche. D’altronde, non farlo significherebbe la rovina, perché sarebbe una follia immaginare che il sentimento della libertà al punto in cui è arrivato, possa fare marcia indietro.” Queste minacce, i democratici cristiani le modulano all’unisono con i modernisti. Inoltre, sono l’antifona intonata tre quarti di secolo fa dal loro padre e maestro Lamennais. Padre e maestro della democrazia chretienne egli lo è sicuramente0. Lo riconoscono come tale e gli offrono il culto della pietà filiale che gli spetta. È stato lui a dire per primo quello che loro non smettono mai di ripetere, cioè di che la Rivoluzione Francese sia uscita è dal Vangelo e che la Chiesa non debba fare altro che da adattarvisi, se vuole proseguire la propria carriera. È lui che, dopo aver esagerato l’ullramontanismo, ha inculcato la sovranità nel popolo, anche da un punto di vista religioso. È stato il primo a formulare le minacce che abbiamo appena sentito contro contro la Chiesa, se non si fosse decisa a prendere l’abito democratico. Egli scriveva a M. de Coux nel 1833, quando, di ritorno da Roma, stava pubblicando le “Parole di un credente”: “La mia intenzione è quella di essere sottomesso nella Chiesa e libero fuori dalla Chiesa” (M. Marc Sangnier, ugualmente di ritorno da Roma, ha tenuto un simile lalingauggio nel Sillon e nel “Risveglio democratico”). Per quanto riguarda quest’ultima, è impossibile non ammettere che subirà importanti riforme, una trasformazione necessaria. L’umanità non ha certamente portato a termine il suo compito, né il Cristianesimo, e il Cristianesimo e l’umanità sono una cosa sola. Il genere umano non può più vivere al di fuori della ragione, della scienza e del diritto sviluppati nel corso dei secoli. … Ho una fede immensa, infinita nella verità e nella giustizia… Poiché credo in una rigenerazione più o meno prossima, mi sento pronto a soffrire qualsiasi cosa, a sacrificare tutto, prr contribuire ad essa…. Ecco la spiegazione del mio libro”. – Sono profondamente convinto che i grandi cambiamenti che si preparano nel mondo, lungi dall’essere operati dalla Chiesa, saranno operati nonostante essa, perché devono realizzare al suo interno la riforma che salverà il Cristianesimo, una riforma che la gerarchia non solo non solo non vuole, ma alla quale resisterà fino allo stremo delle forze. Sempre è certo, per quanto riguarda le questioni pratiche, che chiunque voglia agire, agire in un modo che la ragione e la coscienza ammettono, deve separarsi dal clero. Il minimo contatto con esso intorpidirebbe come un siluro, anche se ti uccide all’improvviso. È nel nostro tempo che dobbiamo ormai cercare le condizioni per ciò che resta da fare. La prima di tutte è l’indipendenza”. Fogazzaro, Riffaux, Naudet, Sangnier ecc. sono in realtà solo delle eco, eco molto fedeli. L’intero libro è stato riassunto così da p. Longhaye: “Io ho mostrato alla Chiesa la sua missione nuova, che è quella di seguire, pur sembrando di guidarla, l’irresistibile della democrazia. Se si rifiuta di farlo, è perduta; ed io segno la sua fine con il genere umano di cui sono l’organo infallibile.” – Quando M. Lemire giunse alla camera dei deputati, un abate suo amico pubblicò una biografia che l’abate-deputato distribuì e fece distribuire dagli organizzatori. distribuì e fece distribuire dagli organizzatori dei suoi congressi e delle sue conferenze. Nella prefazione vi si dice: “Da un secolo la Chiesa di Francia si è tenuta fuori dsi profondi movimenti del pensiero contemporaneo (pensiero modernista). Le voci stesse di Lamennais, Lacordaire e Montalembert dono riusciti appena a farsi sentire, e il più grande di questi riformatori e stato miseramente bruciato per avere voluto troppo presto il movimento che un giorno dovrà salvare il Cristianesimo nel nostro Paese”. Non è forse questo il linguaggio di Lamennais che Pio X rimprovera ai modernisti di usare ancora oggi? – Lamennaisera dunque profeta quando ha scritto a Montalembert alludendo al loro giornale, l’Avvenire: “Noi abbiamo sparso le demenze che un giorno fruttificheranno. Spetta solo al tempo svilupparle e farle maturare.” – Le piante cresciute dai semi di Lamennais sono state coltivate con cura dai modernisti, con qualsiasi nome si siano fatti chiamare: Cattolici liberali, progressisti, democratici cristiani. – Gregorio XVI nella sua Enciclica Mirari vos, Pio IX nell’Enciclica Quanta cura, Leone XII1 nell’Enciclica Testem benevolentiae e Graves de cornmuni, si sono sforzati di sradicarle dal suolo della Chiesa. Dalle radici, che non sono state estirpate sono spuntate altre piante, con un nuovo nome, una fisionomia diversa, ma pur sempre della stessa essenza, e spingono i loro germogli sempre più lontano. L’Enciclica di Pio X abbraccia l’intero campo dell’errore e ne coglie la piantagione. dell’uomo nemico tutta intera, nei suoi germi e nei suoi frutti. Bisogna ch’essa perisca.

GNOSI TEOLOGIA DI sATANA (71): DEMOCRAZIA CRISTIANA = DEMONIOCRAZIA ANTICRISTIANA? (3)