TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (18) “da URBANO IV a GIOVANNI XXII”

TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (18)

HENRICUS DENZINGER

ET QUID FUNDITUS RETRACTAVIT AUXIT ORNAVIT

ADOLFUS SCHÖNMATZER S. J.

ENCHIRIDION SYMBOLORUM DEFINITIONUM ET DECLARATIONUM

De rebus fidei et morum

HERDER – ROMÆ – MCMLXXVI

Imprim.: Barcelona, José M. Guix, obispo auxiliar

(da  Urbano IV a Giovanni XXII )

URBANO IV: 29 agosto 1261 – 2 ottobre 12

Bolla “Transiturus de hoc mundo“, 11 agosto 1264.

L’Eucaristia come memoriale di Cristo.

846. Ora, all’atto dell’istituzione di questo Sacramento, Egli stesso disse agli Apostoli: “Fate questo in memoria di me” (Lc XXII, 19), affinché questo sublime e venerabile Sacramento fosse per noi un memoriale eminente e significativo dello straordinario amore con cui ci ha amato. Un memoriale mirabile, dico… in cui sicuramente otteniamo aiuto in vita e in morte. Questo è il memoriale… salvifico in cui ricordiamo con gratitudine la nostra Redenzione, in cui siamo preservati dal male e rafforzati nel bene, e avanziamo nella crescita delle virtù e delle grazie, in cui anzi avanziamo grazie alla presenza corporea del Salvatore stesso. Altre realtà che ricordiamo, le abbracciamo nello spirito e nella mente, ma non ne possediamo la presenza reale. Ma in questa commemorazione sacramentale di Cristo, Gesù Cristo è presente a noi, anche se in un’altra forma, ma nella sua stessa sostanza. Prima di ascendere al cielo, disse agli Apostoli e ai loro successori: “Ecco, Io sono con voi fino alla fine dei tempi” (Mt XXVIII, 20), e li confortò con la benefica promessa che sarebbe rimasto e sarebbe stato con loro in una presenza corporea.

L’Eucaristia, cibo per l’anima.

847. Superando ogni pienezza di generosità, andando oltre ogni misura di amore, ha distribuito Se stesso come cibo. O generosità unica e ammirevole, in cui chi dà diventa il dono, e in cui ciò che viene dato è pienamente identico a chi lo dà! Così ha dato se stesso come cibo, affinché l’uomo, che era stato abbattuto dalla morte, fosse risuscitato dal cibo alla vita… Mangiare ferito e mangiare guarito. Ecco, da dove è nata la ferita è venuto anche il rimedio, e da dove è entrata la morte è venuta anche la vita. Di questo mangiare è detto: “Nel giorno in cui ne mangerai, morirai di morte” (Gen II, 17), ma di questo mangiare è detto: “Chi mangia di questo pane vivrà in eterno” (Gv VI, 52) … È stata anche una liberalità ed un atto appropriato che il Verbo eterno di Dio, che è il cibo ed il conforto della creatura ragionevole, essendo diventato carne, abbia dato se stesso come cibo alla carne ed al corpo della creatura ragionevole, cioè all’uomo… Questo pane si assume, ma non si consuma; si mangia, ma non si cambia, perché non si trasforma in alcun modo in colui che lo mangia, ma se è ricevuto degnamente, colui che lo riceve si conforma ad esso.

CLEMENTE IV: 5 febbraio 1265-29 Novembre 1268.

Lettera “Quanto sincerius” all’Arcivescovo Maurin di Narbonne, 28 ottobre 1267.

La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.

849. (Abbiamo sentito che voi…) avete detto che il santissimo Corpo di nostro Signore Gesù Cristo non sia sostanzialmente sull’altare, ma solo come ciò che è significato è sotto il segno, e che avete aggiunto che questa sia un’opinione che si sente spesso a Parigi. Ma questa affermazione si è diffusa… e quando infine Ci è giunta, Ci ha scandalizzato al massimo; e non ci è stato facile credere che voi abbiate detto cose che contengano un’eresia manifesta e deroghino alla verità di quel Sacramento in cui la fede si realizza più utilmente in quanto vince i sensi, tiene prigioniero l’intelletto e sottomette la ragione alle sue leggi… Tenete fermo ciò che la Chiesa ha in comune… che sotto le specie del pane e del vino, dopo che le sacre parole sono state pronunciate dalla bocca del Sacerdote, secondo il rito della Chiesa, il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo siano realmente e sostanzialmente presenti, anche se secondo il luogo in cui si trova, è in cielo.

GREGORIO X: 1

Settembre 1271 – 10 gennaio

2° Concilio di Lione (14° ecumenico) 7 maggio – 17 luglio 1274.

2a sessione, 18 maggio 1274: costituzione sulla Somma Trinità e la fede cattolica.

La processione dello Spirito Santo.

850. Professiamo con fedeltà e devozione che lo Spirito Santo procede eternamente dal Padre e dal Figlio, non come due principi, ma come un unico principio, non da due spiriti, ma da un unico e medesimo spirito. Questo è ciò che la santa Chiesa romana, madre e maestra di tutti i fedeli, ha finora professato, predicato e insegnato; questo è ciò che essa fermamente sostiene, predica, professa e insegna; questa è la dottrina immutabile e vera dei Padri e dei Dottori ortodossi, sia latini che greci. Ma poiché alcuni, per ignoranza della verità inconfutabile sopra enunciata, sono caduti in vari errori, Noi stessi, volendo chiudere la strada a tali errori, con l’approvazione del santo Concilio, condanniamo e riproviamo tutti coloro che osino negare che lo Spirito Santo proceda eternamente dal Padre e dal Figlio, o che addirittura, con temeraria audacia, si spingano ad affermare che lo Spirito Santo proceda dal Padre e dal Figlio come da due principi e non da uno.

4a sessione, 6 luglio 1274, lettera dell’imperatore Michele a Papa Gregorio X.

Professione di fede dell’imperatore Michele Paleologo.

851. (Professione di fede). Crediamo che la Santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, sia un unico Dio onnipotente, e che nella Trinità tutta la Divinità sia ugualmente essenziale, ugualmente consustanziale, ugualmente eterna, ugualmente onnipotente, che in essa vi sia un’unica volontà, un’unica potenza, un’unica maestà, che Essa sia la creatrice di tutte le creature, dalla quale, nella quale e per mezzo della quale sono tutte le cose che sono in cielo ed in terra, visibili ed invisibili, corporee e spirituali. Crediamo che ciascuna delle Persone della Trinità sia veramente, pienamente e perfettamente Dio.

852. Crediamo che il Figlio di Dio, il Verbo di Dio, sia nato eternamente dal Padre, consustanziale, ugualmente onnipotente ed uguale in tutto al Padre in divinità: nato nel tempo, dallo Spirito Santo e da Maria sempre Vergine, con un’anima ragionevole. Ha due nascite, una eterna, dal Padre, una temporale, da sua Madre. Vero Dio e vero uomo, propriamente e perfettamente in entrambe le nature; né figlio adottivo né figlio in apparenza, ma unico e solo Figlio di Dio, in due nature, la divina e l’umana, nell’unità di una sola Persona, incapace di soffrire ed immortale per la sua divinità, ma che nella sua umanità ha sofferto una vera e propria Passione corporea, per noi e per la nostra salvezza; è morto, è stato sepolto, è sceso negli inferi, ed il terzo giorno risuscitò dai morti, essendo veramente risorto, quaranta giorni dopo la sua risurrezione, con la sua carne risuscitata e la sua anima. È salito al cielo e siede alla destra di Dio Padre, da dove verrà a giudicare i vivi ed i morti e renderà a ciascuno secondo le sue opere buone o cattive.

853. Crediamo anche che lo Spirito Santo sia pienamente, perfettamente e realmente Dio, procedendo dal Padre e dal Figlio, uguale in tutto e consustanziale, ugualmente onnipotente, ugualmente eterno, in tutto come il Padre ed il Figlio. Crediamo che questa santa Trinità non sia tre dèi, ma un solo Dio onnipotente, eterno, invisibile ed immutabile.

854. Crediamo anche che la Chiesa santa, cattolica e apostolica sia l’unica vera Chiesa, nella quale è dato il santo Battesimo e la vera remissione di tutti i peccati. Crediamo anche nella vera resurrezione di questa carne che è ora nostra e nella vita eterna. Crediamo anche che ci sia un solo autore del Nuovo e dell’Antico Testamento, della Legge, dei Profeti e degli Apostoli, il Dio onnipotente e Signore.

(Aggiunte speciali contro gli errori degli orientali).

855. Questa è la vera fede cattolica che, negli articoli precedenti, è sostenuta e predicata dalla Santa Chiesa Romana. Ma a causa di vari errori che alcuni hanno introdotto per ignoranza ed altri per malizia, essa dice e predica: coloro che, dopo il Battesimo, cadono in peccato, non devono essere ribattezzati, ma ottenere il perdono dei loro peccati con una vera penitenza.

856. (La sorte dei morti) Che se, veramente penitenti, sono morti nella carità, prima di aver soddisfatto, con degni frutti di penitenza, per ciò che avevano commesso o omesso, le loro anime sono purificate dopo la morte da pene purgatoriali e purificatrici, come ha spiegato il nostro fratello Giovanni (Parastron, o.f.m.). Per attenuare queste pene, sono utili le intercessioni dei fedeli viventi, cioè il Sacrificio della Messa, le preghiere, le elemosine e le altre opere di pietà che i fedeli sono soliti fare per gli altri fedeli secondo le istituzioni della Chiesa.

857. Per le anime di coloro che, dopo aver ricevuto il Santo Battesimo, non abbiano assolutamente contratto alcuna macchia di peccato, e per quelle che, dopo aver contratto la macchia del peccato, siano state purificate, sia quando sono ancora nel corpo, sia dopo esserne state spogliate, come si è detto sopra, esse sono immediatamente accolte in cielo.

858. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale o con il solo peccato originale, scendono immediatamente all’inferno, dove ricevono una pena ineguale.

859. La stessa santa Chiesa romana crede e afferma fermamente che tuttavia, nel giorno del Giudizio, tutti gli uomini compariranno con i loro corpi davanti al tribunale di Cristo per rendere conto delle loro azioni (Rm XIV, 10 ss.)

860. La stessa santa Chiesa romana ritiene ed insegna che i Sacramenti della Chiesa siano sette: il Battesimo, di cui si è parlato sopra; un altro è il sacramento della Cresima, che i Vescovi conferiscono con l’imposizione delle mani nell’unzione dei battezzati; un altro è la Penitenza; un altro è l’Eucaristia, un altro il sacramento dell’Ordine sacro, un altro il Matrimonio, un altro l’Estrema unzione, che, secondo la dottrina del beato Giacomo, viene amministrata agli infermi. La stessa Chiesa romana fa il Sacramento dell’Eucaristia con il pane azzimo; ritiene ed insegna che in questo Sacramento il pane sia veramente transustanziato nel Corpo e il vino nel Sangue di nostro Signore Gesù Cristo. Sul matrimonio, sostiene che un uomo non abbia il diritto di avere più mogli contemporaneamente, né una donna più mariti. Quando un matrimonio legittimo viene spezzato dalla morte di uno dei coniugi, dichiara che il secondo e poi il terzo matrimonio siano successivamente leciti, se non ci siano altri impedimenti canonici per qualsiasi motivo.

861. Questa stessa santa Chiesa romana possiede anche il sovrano e completo primato e autorità su tutta la Chiesa cattolica. Essa riconosce sinceramente e umilmente di averlo ricevuto, con la pienezza dei poteri, dal Signore stesso, nella persona del beato Pietro, il capo degli Apostoli, il cui successore è il Romano Pontefice. E come essa deve, prima di ogni altro, difendere la verità della fede, così le questioni che possano sorgere riguardo alla fede devono essere definite dal suo giudizio. Ogni accusato può appellarsi ad essa nelle questioni che rientrano nella giurisdizione dei tribunali ecclesiastici; e in tutte le cause che riguardano la giurisdizione ecclesiastica, si può ricorrere al suo giudizio. Ad essa sono sottoposte tutte le Chiese, i cui prelati le prestano obbedienza e riverenza. La sua pienezza di potere è così consolidata che ammette le altre Chiese a condividere la sua sollecitudine. Questa stessa Chiesa romana ha onorato molte Chiese, soprattutto quelle patriarcali, con vari privilegi, la cui prerogativa è però sempre salvaguardata sia nei Concili generali che in altre occasioni.

INNOCENZO V: 21 gennaio -22 giugno 1276

ADRIANO V: 11 luglio-18 agosto 1276

GIOVANNI XXI: 8 settembre1276-20 maggio 1277

NICOLÒ III: 25 novembre 1277-22 agosto 1280

MARTINO IV: 22 febbraio 1281-28 marzo 1285

ONORIO IV: 2 aprile 1285-3 aprile 1287

NICOLÒ IV: 22 febbraio 1288-4 aprile 1292

CELESTINO V: 5 luglio-13 dicembre 1294

BONIFACIO VIII: 24 dicembre 1294-11 ottobre 1303

Bolla “Sæpe sanctam ecclesiam“, 1 agosto 1296.

Errori della setta secolare del Nuovo Spirito

866. Abbiamo infatti appreso che alcune persone, anche di sesso femminile, che si oppongono alla santa Chiesa cattolica, insegnano che hanno le chiavi per legare e sciogliere, che ascoltano le confessioni ed assolvono i peccati, che tengono assemblee, non solo di giorno ma anche di notte, in cui discutono delle loro assurdità … e che hanno l’ardire di predicare; abusando della tonsura clericale, contrariamente al rito della Chiesa, pretendono di dare lo Spirito Santo con l’imposizione delle mani e che esso debba essere manifestato (completo: “di riverenza”? “di obbedienza”?) solo a Dio e non a chiunque altro, qualunque sia la sua condizione, dignità e stato. Affermano inoltre che le preghiere offerte da persone con il corpo completamente nudo siano più efficaci;… e negano che nella suddetta Chiesa vi sia il potere di legare e sciogliere… Pertanto dichiariamo questa setta… condannata ed eretica”.

Bolla “Antiquorum habet“, 22 febbraio 1300.

Indulgenze.

868. Un racconto attendibile degli antichi riferisce che a coloro che si recavano nella venerabile basilica del principe degli Apostoli in città venivano concesse grandi remissioni ed indulgenze per i peccati. Noi, dunque, che consideriamo legittimi e graditi ciascuno di questi condoni ed indulgenze, li confermiamo e li approviamo in virtù dell’Autorità Apostolica… Confidando nella misericordia di Dio onnipotente e nei meriti e nell’autorità di questi stessi Apostoli, su consiglio dei nostri fratelli ed in virtù della pienezza del potere apostolico, a tutti coloro che… visitano con riverenza queste basiliche, che abbiano veramente fatto penitenza e si siano confessati,… in questo e in ogni centesimo anno successivo, concediamo e accordiamo un perdono non solo ampio, ma il più pieno, di tutti i loro peccati.

Bolla “Unam sanctam“, 18 novembre 1302.

L’unità della Chiesa

870. La fede ci obbliga a credere e a ritenere una sola Chiesa santa, cattolica ed insieme apostolica, e noi la crediamo fermamente e la confessiamo semplicemente, al di fuori della quale non c’è salvezza né remissione dei peccati…; essa rappresenta l’unico Corpo mistico di cui Cristo è il capo, ma Dio è il capo di Cristo. In esso c’è “un solo Signore, una sola fede e un solo Battesimo” (Ef. IV, 5). Infatti, l’unica arca di Noè al tempo del diluvio fu il precursore dell’unica Chiesa; era completata ad un cubito e aveva un solo pilota e capo, cioè Noè, e fuori da essa, come abbiamo letto, fu distrutto tutto ciò che rimaneva sulla terra.

871. La veneriamo anche come l’unica, perché il Signore dice nel Profeta: “Dio, libera la mia anima dalla spada e dalla bocca del leone la mia unica” (Sal. XXI, 22). Egli infatti pregava sia per l’anima, cioè per se stesso, il Capo, sia per il corpo, poiché chiamava il corpo uno, cioè la Chiesa, a causa dell’unità dello sposo, della fede, dei sacramenti e della carità della Chiesa. Essa è la “tunica senza cuciture” del Signore (Gv XIX, 23), che non è stata tagliata, ma tirata a sorte.

872. Ecco perché questa unica e sola Chiesa ha un solo corpo, una sola testa, non due teste come per un mostro, cioè Cristo e il Vicario di Cristo, Pietro, e il successore di Pietro, perché il Signore stesso dice a Pietro: “Pasci le mie pecorelle” (Gv XXI,17). Dice “mie” in generale, e non questa o quella in particolare, quindi si capisce che tutte siano state affidate a lui. Se i greci o altri dicono che non sono stati affidati a Pietro ed ai suoi successori, devono riconoscere che non fanno parte delle pecore di Cristo, perché il Signore stesso dice in Giovanni: “C’è un solo ovile, un solo pastore” (Gv X,16).

Il potere spirituale della Chiesa.

873. Le parole del Vangelo ci insegnano che in essa e nel suo potere ci sono due spade, quella spirituale e quella temporale (Lc XXII, 38 Mt XXVI, 52). Entrambe sono quindi nel potere della Chiesa, la spada spirituale e quella materiale. Tuttavia, l’una deve essere brandita per la Chiesa, l’altra dalla Chiesa. L’una per mano del Sacerdote, l’altra per mano del re e del soldato, ma con il consenso e la volontà del Sacerdote. Ora è giusto che la spada sia sotto la spada, e che l’autorità temporale sia soggetta al potere spirituale… Poiché il potere spirituale prevale in dignità e nobiltà su ogni tipo di potere terreno, dobbiamo riconoscere ancora più chiaramente che le realtà spirituali abbiano la precedenza su quelle temporali… Come attesta la Verità: spetta al potere spirituale stabilire il potere terreno, e giudicarlo se non sia stato buono… Se dunque la potenza terrena devia, sarà giudicata dalla potenza spirituale; e se una potenza spirituale inferiore devia, sarà giudicata da quella superiore; ma se la potenza suprema devia, è solo da Dio e non dagli uomini che possa essere giudicata, come attesta l’Apostolo: “L’uomo spirituale giudica tutte le cose e non è giudicato da nessuno” (1 Cor II,15).

874. Questa autorità, tuttavia, benché data ad un uomo ed esercitata da un uomo, non è un potere umano, ma piuttosto divino. Data a Pietro per bocca di Dio, confermata per lui e per i suoi successori in Cristo stesso, che egli ha confessato, lui, la roccia, quando il Signore ha detto a Pietro stesso: “Tutto quello che leghi”, ecc. (Mt XVI, 19). Chi dunque resiste a questo potere ordinato da Dio, “resiste a ciò che Dio ha ordinato” (Rm XIII, 2), a meno che non immagini, come Manes, due principii, che giudichiamo falsi ed eretici, perché secondo la testimonianza di Mosè non è nei principii, ma “nel principio (che) Dio creò il cielo e la terra” (Gn I,1).

875. Pertanto dichiariamo, diciamo e definiamo che è assolutamente necessario per la salvezza di ogni creatura umana essere soggetti al Romano Pontefice.

BENEDETTO XI: 22 ottobre

1303-7 luglio 13

Costituzione “Inter cunctas sollicitudines” 17 febbraio 1304.

La reiterazione della confessione.

880. Anche se non è non è necessario confessare di nuovo i peccati, tuttavia chiediamo fermamente – poiché, a causa della vergogna che rappresenta una grande parte della penitenza, riteniamo salutare che la confessione degli stessi peccati sia ripetuta – che i frati (predicatori e minori) ammoniscano essi stessi i penitenti e li esortino nella loro predicazione a confessarsi almeno una volta all’anno ai loro Sacerdoti, spiegando che ciò faccia indubbiamente parte del progresso delle anime.

CLEMENTE V: 5 giugno 1305-20 Aprile 1314

Concilio di VIENNE (15° ecumenico) 16 ottobre 1311-6 maggio 1312

3a sessione, 6 maggio 1312.

a) Costituzione “Ad nostrum qui“.

Errori dei Mendicanti e delle Beghine sullo stato di perfezione:

891. (1) Nella vita presente l’uomo potrebbe raggiungere un grado di perfezione così elevato da essere reso incapace di peccare e da non poter progredire ulteriormente nella grazia. Infatti, dicono, se uno potesse sempre progredire, potrebbe diventare più perfetto di Cristo.

892. (2) Un uomo non deve né digiunare né pregare dopo aver raggiunto questo grado di perfezione, perché la sensualità è allora così perfettamente sottomessa alla mente e allo spirito che un uomo può liberamente acconsentire al corpo ciò che gli piace.

893. (3) Coloro che hanno raggiunto il suddetto grado di perfezione e di libertà dello spirito non sono soggetti all’obbedienza umana e non sono obbligati ad obbedire ai precetti della Chiesa, perché, dicono, “dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà”.

894. (4) Nella vita presente l’uomo può raggiungere la beatitudine finale in tutta la sua perfezione, così come la otterrà nella vita beata.

895. (5) Ogni anima intellettuale è di per sé naturalmente beata e non ha bisogno della luce della gloria che la eleva per vedere Dio e goderlo nella beatitudine.

896. (6) La pratica degli atti di virtù è opera dell’uomo imperfetto e l’anima perfetta licenzia da sé le virtù.

897. (7) Baciare una donna quando la natura non vi è incline è peccato mortale, ma l’atto carnale quando la natura vi è incline non è peccato, soprattutto se chi lo compie sia tentato.

898. (8) Non devono alzarsi durante l’elevazione del corpo di Cristo Gesù, né mostrare riverenza verso di Lui, perché dicono che sarebbe un’imperfezione per loro scendere dalla purezza e l’elevazione della loro contemplazione per riflettere sul ministero o sul Sacramento dell’Eucaristia o sulla Passione dell’umanità di Cristo.

899. (Censura) Condanniamo questa setta con i suoi errori, la riproviamo completamente e proibiamo con il massimo rigore che qualcuno in futuro la sostenga, la approvi o la difenda.

b) Costituzione “Fidei catholica“.

Errori attribuiti a Pietro Olivi.

900. (Le due nature di Cristo.) Aderendo fermamente al fondamento della fede cattolica, al quale nessuno può sostituirne un altro, secondo la testimonianza dell’Apostolo (1Cor III, 11), confessiamo apertamente con la Santa Madre Chiesa che l’unigenito Figlio di Dio, che sussiste eternamente con il Padre in tutto ciò che il Padre esiste come Dio, assunto nel tempo e nel grembo verginale, sia stato unito a Cristo in una sola natura. nell’unità della sua ipostasi e della sua Persona, le parti della nostra natura che sono allo stesso tempo unite a Lui, per mezzo delle quali Egli, che esiste in se stesso come vero Dio, divenne vero uomo, cioè un corpo umano passibile ed un’anima intellettiva o razionale, che informa veramente da sé ed in modo essenziale il corpo stesso.

901. (Il costato trafitto di Cristo). Confessiamo anche che non solo il Verbo di Dio stesso volle essere inchiodato ad una croce nella natura così assunta e morirvi per compiere la salvezza di tutti, ma anche che, dopo aver consegnato il suo spirito, sopportò di essere trafitto al costato da una lancia, in modo che da essa sgorgassero acqua e sangue (Gv XIX, 34). La Chiesa, unica madre immacolata e vergine, sposa di Cristo, è stata formata ad immagine di Eva, che è stata formata dal costato del primo uomo addormentato per diventare la sua sposa (Gen. II, 21ss.), quindi ad immagine del primo ed antico Adamo, che, secondo l’Apostolo, “è l’immagine di Colui che verrà” (Rm. V, 14), cioè in Cristo. Questa, dico, è la verità sostenuta dalla testimonianza di quella grandissima aquila che il profeta Ezechiele (Ez 1,4-28), vide volare al di sopra degli altri animali evangelici, cioè il beato Giovanni, Apostolo ed Evangelista, che, nel descrivere la realtà e l’ordine di questo mistero, dice nel suo Vangelo: “Quando giunsero da Gesù, avendo constatato che era morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli aprì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. E colui che ha visto lo ha testimoniato, e la sua testimonianza è vera, e sa di aver detto la verità perché crediate” (Gv XIX, 33-35). Alla luce di questa autorevole testimonianza e della spiegazione che i Padri ed i Dottori hanno dato dell’osservazione apostolica, con l’approvazione del Santo Concilio, dichiariamo che l’Apostolo ed Evangelista Giovanni, già menzionato, abbia rispettato l’ordine esatto dei fatti di cui sopra, nel riferire che uno dei soldati aprì il costato di Cristo con la sua lancia, quando questi era già morto.

902. (L’anima come forma del corpo). Inoltre, con l’approvazione del Santo Concilio, respingiamo come erronea e nemica della fede ogni dottrina o posizione che incautamente affermi o metta in dubbio il fatto che la sostanza dell’anima razionale o intellettiva non sia veramente e di per sé una forma del corpo umano. Affinché la verità dell’autentica fede cattolica sia conosciuta da tutti, e affinché la strada che conduce a tutti gli errori sia sbarrata e nessuno possa entrarvi, definiamo che chiunque osi affermare, mantenere o ostinarsi a sostenere che l’anima razionale o intellettiva non sia di per sé e per essenza una forma del corpo umano sia da considerarsi un eretico.

903. (Effetto del Battesimo). Per questo tutti devono confessare fedelmente che un solo Battesimo rigenera tutti coloro che sono battezzati in Cristo, poiché c’è un solo Dio e una sola fede (Ef IV,5), e che, celebrato nell’acqua nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, crediamo sia un rimedio perfetto per la salvezza sia degli adulti che dei bambini.

904. In effetti, per quanto riguarda l’effetto del Battesimo sui bambini, ci sono teologi che hanno avuto opinioni contrarie, alcuni affermando che con l’efficacia del Battesimo la colpa sia stata rimessa ai bambini, ma che la grazia non sia stata loro conferita; altri, al contrario, che con il Battesimo la colpa sia stata loro rimessa, e che le virtù e la grazia informante siano state infuse in loro nello stato di habitus.(780). Considerando l’efficacia generale della morte di Cristo, che si applica ugualmente a tutti i battezzati, abbiamo deciso che la seconda opinione, che afferma che la grazia informante e le virtù siano conferite ai bambini come agli adulti con il Battesimo, è da mantenere come più probabile e conforme alle affermazioni dei Santi e dei moderni dottori di teologia.

c) Costituzione “Ex gravi ad Nos“.

L’usura

906 … Se qualcuno cade in questo errore al punto da presumere di affermare ostinatamente che non sia peccato praticare l’usura, Noi decidiamo che debba essere punito come eretico.

d) Costituzione “Exivi de paradiso“.

Errore sull’obbligo del voto di povertà (francescano).

908. È sorta una questione tra i frati, non priva di scrupoli, se essi siano tenuti, in virtù del voto di povertà, a fare voto di povertà. della regola che professano, a un uso povero, limitato e parsimonioso dei beni: – Alcuni di loro credono e dicono che, avendo abbandonato completamente con il voto il diritto di proprietà sulle cose, sia loro richiesta la massima restrizione e parsimonia nell’uso delle stesse; – al contrario, altri affermano di non essere vincolati dalla loro professione ad alcun uso non espresso nella regola, sebbene siano tenuti ad un uso moderato secondo la temperanza, che è ancora più adatto a loro che agli altri Cristiani. Desiderosi quindi di dare pace alle coscienze di detti frati e di porre fine alle loro controversie, dichiariamo che i frati minori siano tenuti, in virtù della loro professione, a quell’uso limitato e povero che è contenuto nella loro regola, e secondo il modo di obbligazione contenuto o specificato nella regola per tale uso. Riteniamo presuntuoso e avventato affermare, come alcuni sembrano affermare, che sia eretico ritenere che l’uso povero sia incluso o meno nel voto di povertà evangelica.

GIOVANNI XXII: 7 agosto 1316-4 dicembre 1334

Costituzione “Gloriosam Ecclesiam“, 23 gennaio 1318.

La Chiesa e i Sacramenti, contro i Fraticelli.

910. I predetti figli della temerarietà e dell’empietà sono caduti, come riferiscono attendibili indizi, ad un punto tale di povertà di mente da pensare empiamente contro la più eminente e salutare verità della fede cristiana, che disprezzano i venerabili Sacramenti della Chiesa e, mossi dal desiderio di vederla rapidamente rovinata, cercano con cieco furore di minare il glorioso primato della Chiesa romana tra tutte le nazioni.

911. (1) § 14. Il primo errore, dunque, che scaturisce dal loro oscuro ufficio, inventa due Chiese, una carnale, schiacciata dal benessere, traboccante di ricchezze e macchiata di misfatti, e sulla quale, a loro dire, regnano il Pontefice romano e altri prelati inferiori; l’altro spirituale, puro nella sua frugalità, ornato di virtù, cinto dalla povertà, in cui sono soli con i loro compagni, e su cui essi stessi presiedono per il merito di una vita spirituale, se le loro menzogne possono essere accreditate.

912 (2) § 16. Il secondo errore che infanga la coscienza di questi arroganti afferma a gran voce che i venerabili Sacerdoti e gli altri servitori della Chiesa siano così privi del potere di giurisdizione e di ordine, da non poter emettere sentenze, né celebrare i Sacramenti, né istruire e insegnare al popolo che è loro sottoposto, e pretendono di essere privati di ogni potere ecclesiastico quando vedono che sono estranei al loro tradimento, poiché è solo presso di loro (secondo le loro farneticazioni) che risiede la santità della vita spirituale, e quindi l’autorità; e in questo seguono l’errore dei donatisti.

913. (3) § 18. Il loro terzo errore si combina con quello dei Valdesi, poiché entrambi affermano che non si debba giurare in nessun caso ed insegnano che coloro che sono vincolati dagli obblighi di un giuramento siano macchiati da un peccato mortale e destinati alla punizione.

914. (4) § Paragrafo 20. La quarta bestemmia di questi empi, che scaturisce dalla fonte velenosa dei già citati Valdesi, inventa che i Sacerdoti che siano stati regolarmente e legittimamente ordinati secondo il rito della Chiesa, ma che siano accusati di qualche misfatto, non possano compiere o conferire i Sacramenti della Chiesa.

915. (5) § 22. Il quinto errore acceca a tal punto le menti di questi uomini, che essi affermano che il Vangelo si sia compiuto solo in loro nel tempo presente, e che finora (secondo i loro vaneggiamenti) fosse velato, se non del tutto spento.

916. (6) §24. Ci sono molte altre cose; si dice, che questi uomini presuntuosi inveiscano contro il venerabile Sacramento del Matrimonio, molte altre cose che affermano riguardo al corso dei tempi e alla fine del mondo, molte cose che nelle loro deplorevoli menzogne diffondono tra il popolo riguardo alla venuta dell’Anticristo, che affermano essere imminente. Tutto questo, che consideriamo in parte eretico, in parte malsano, in parte inventato, riteniamo necessario condannarlo con coloro che ne sono gli autori, piuttosto che citarlo o confutarlo per iscritto.

Costituzione “Vas electionis” 24 luglio 1321.

Errori di Giovanni di Polliaco riguardo alla giurisdizione in materia di

giurisdizione confessionale.

921. (1) – Chi si è confessato a confratelli che hanno la facoltà generale di ascoltare le confessioni è tenuto a confessare di nuovo al proprio Sacerdote gli stessi peccati che ha confessato.

922. (2) – Finché vale la prescrizione Omnis utriusque sexus del Concilio generale dell’812, il Romano Pontefice non può far sì che i parrocchiani non siano tenuti a confessare tutti i loro peccati almeno una volta all’anno al proprio Sacerdote, che si dice parroco; neppure Dio potrebbe farlo, poiché, come ha detto, implica una contraddizione.

923. (3) – Il Papa non può dare un potere generale di ascoltare le confessioni, nemmeno a Dio, senza che chi si è confessato da qualcuno con una facoltà generale sia tenuto a confessarsi di nuovo dal proprio Sacerdote che egli dice (come si presuppone) essere il parroco.

924. (Censura): … Abbiamo riconosciuto che i suddetti articoli contengono una dottrina non sana, ma molto pericolosa e contraria alla verità. Questi articoli, lo stesso Maestro Giovanni… li ha ritrattati tutti, senza eccezione. Tutti questi articoli e ciascuno di essi Noi condanniamo e rigettiamo, su consiglio dei nostri fratelli, in virtù della nostra Autorità Apostolica, in quanto falsi, erronei e lontani dalla sana dottrina, e assicuriamo che la dottrina contraria ad essi è vera e cattolica…

Lettera “Nequaquam sine dolore” agli Armeni 21 novembre 1321

Il destino dei morti

925. (La Chiesa romana insegna) … Le anime di coloro che, dopo aver ricevuto il Sacramento del Battesimo, non hanno assolutamente contratto alcuna macchia di peccato, come pure quelle che, dopo aver contratto la macchia del peccato, sono state purificate, sia quando sono ancora nel corpo, sia dopo esserne state spogliate, sono immediatamente accolte in cielo.

926. Le anime, invece, di coloro che muoiono in stato di peccato mortale o con il solo peccato originale, scendono immediatamente all’inferno, dove ricevono pene diverse in luoghi diversi.

Costituzione “Cum inter nonnullos” 12 novembre 1323.

Errori degli spirituali sulla povertà di Cristo.

930. Poiché accade spesso tra alcuni scolastici che si dubiti se sia da considerarsi eretico affermare ostinatamente che il nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo e i suoi Apostoli non possedessero nulla, né personalmente né in comune, e che su questo argomento hanno opinioni diverse e persino contraddittorie. Essendo ansiosi di porre fine a questa controversia, dichiariamo, in accordo con il consiglio dei nostri fratelli, con questo editto perpetuo che questa ostinata affermazione, – poiché contraddice espressamente le Sacre Scritture, che affermano in molti punti che essi possedevano certe cose, e implica apertamente che la stessa Sacra Scrittura, che in verità autentica gli articoli della fede ortodossa, contenga il fermento della falsità per quanto appena detto, e quindi, distruggendo completamente la credibilità che le è propria, rende dubbia e incerta la fede cattolica togliendole ciò che l’accredita, deve d’ora in poi essere considerata erronea ed eretica.

931. E ancora (se si vuole essere considerati eretici) affermare in futuro con ostinazione che non si debba riconoscere che il nostro suddetto Salvatore ed i suoi Apostoli avessero il diritto di usare ciò che la Scrittura testimonia che possedevano, e che non avessero il diritto di venderlo o di darlo via, o di usarlo per qualsiasi altro scopo, quando la Scrittura testimonia che lo fecero di ciò che è stato menzionato, o che avrebbero potuto fare, come espressamente implica, poiché tale affermazione, che non è corretta nelle sue premesse, include evidentemente ciò che essi usarono e fecero, e che in ogni caso pensare questo dell’uso e delle azioni del nostro Salvatore, il Figlio di Dio, è empio, contrario alla Sacra Scrittura e nemico della dottrina cattolica, dichiariamo, in accordo con il consiglio dei nostri fratelli, che questa ostinata affermazione è d’ora in poi giustamente da considerarsi erronea ed eretica.

Costituzione “Licet iuxta Doctrinam” al Vescovo di Worcester 23/10/1327

Errori di Marsilio di Padova riguardo alla costituzione della Chiesa

941. (1) – Ciò che leggiamo di Cristo nel Vangelo del beato Matteo (Mt XVII, 27), e cioè che egli pagò un tributo a Cesare quando ordinò che uno statere preso dalla bocca di un pesce fosse dato a coloro che chiedevano un didramma, non lo fece per condiscendenza, per la liberalità della sua pietà, ma costretto dalla necessità.

942. (2) – Il beato Apostolo Pietro non era capo della Chiesa più di qualsiasi altro Apostolo, né aveva più autorità degli altri Apostoli; e Cristo non ha lasciato alcun capo alla Chiesa e non ha fatto di nessuno il suo Vicario.

943. (3) – Spetta all’imperatore correggere e punire il Papa, istituirlo e deporlo.

944. (4) – Tutti i Sacerdoti, siano essi Papa, Arcivescovo o semplice Sacerdote, hanno, per istituzione di Cristo, uguale autorità e giurisdizione; ma ciò che l’uno ha più dell’altro corrisponde a ciò che l’Imperatore abbia concesso in più o in meno, e, avendolo concesso, può revocarlo.

945. (5) – Il Papa o tutta la Chiesa riunita non possono punire un uomo, per quanto scellerato possa essere, con alcuna pena vincolante, a meno che l’Imperatore non abbia dato loro il potere di farlo.

946. (Censura: i suddetti articoli) … Dichiariamo con sentenza che sono contrari alla Sacra Scrittura e nemici della fede cattolica, eretici o analoghi alle eresie ed erronei, e che i suddetti Marsilio e Giovanni siano eretici e addirittura eresiarchi manifesti e noti.

Costituzione “In agro dominico” 27 marzo 1329.

Errori di Eckhart sulla relazione di Dio con il mondo e con l’uomo.

950. Dall’indagine … dell’Arcivescovo di Colonia, e infine ripresa per nostro comando nella Curia Romana, abbiamo appreso, dalle confessioni dello stesso Eckhart, come risulti che egli predicasse, insegnasse e scrivesse ventisei proposizioni, il cui contenuto è il seguente:

951. (1) – Poiché una volta gli fu chiesto perché Dio non avesse prodotto il mondo prima, egli rispose allora, come fa ancora adesso, che Dio non avrebbe potuto produrre il mondo prima, perché una cosa non può agire prima di essere, quindi, non appena Dio fu, creò il mondo.

952. (2) – Inoltre, si può ammettere che il mondo esistesse da tutta l’eternità.

953. (3) – Inoltre, nello stesso momento e nello stesso tempo, dal momento in cui Dio era, generò il Figlio, Dio co-eterno e co-uguale in tutte le cose, e creò anche il mondo.

954. (4) – Inoltre, in ogni opera, anche in quella cattiva, dico cattiva sia per il male del dolore che per il male della colpa, si manifesta e risplende anche la gloria di Dio.

955. (5) – Inoltre, chi insulta un altro loda Dio proprio per il peccato che commette con questi insulti, e loda Dio tanto più quanto più insulta e pecca più gravemente.

956. (6) – Inoltre, chi bestemmia Dio stesso loda Dio.

957. (7) – Inoltre, chi chiede questo o quello chiede il male, perché chiede la negazione del bene e la negazione di Dio, e prega Dio di negare se stesso.

958. (8) – Coloro che non cercano né i beni, né gli onori, né il piacere, né l’utilità, né la devozione interiore, né la santità, né la ricompensa, né il Regno dei Cieli, ma che al contrario hanno rinunciato a tutto questo e a tutto ciò che sia loro proprio, in tali uomini Dio è onorato.

959. (9) – Ultimamente mi sto chiedendo se mi piacerebbe ricevere o desiderare qualcosa da Dio. Voglio pensarci molto seriamente, perché se accettassi qualcosa da Dio, sarei sotto di Lui o inferiore a Lui, come un servo o uno schiavo, mentre Lui stesso, nel dare, sarebbe come un padrone, e non è così che dovremmo essere nella vita eterna.

960. (10) – Siamo totalmente trasformati in Dio e cambiati in Lui; come nel Sacramento il pane è cambiato nel corpo di Cristo, così io sono cambiato in Lui, perché Egli mi fa suo e non solo simile. Per il Dio vivente è vero che non ci sia più alcuna distinzione.

961. (11) – Tutto ciò che Dio Padre ha dato al suo unico Figlio nella natura umana, lo ha dato a me. Qui non escludo nulla: né l’unione né la santità. Me l’ha dato nella sua interezza come l’ha dato a Lui.

962. (12) – Tutto ciò che la Sacra Scrittura dice di Cristo è pienamente vero per ogni uomo buono e divino.

963. (13) – Tutto ciò che è proprio della natura divina è anche nella sua interezza proprio dell’uomo giusto e divino; perciò quest’uomo opera tutto ciò che Dio opera ed egli, insieme a Dio, ha creato il cielo e la terra ed è il generatore del Verbo eterno e Dio non potrebbe fare nulla senza tale uomo.

964. (14) – L’uomo buono deve conformare la sua volontà alla volontà di Dio in modo tale da volere tutto ciò che Dio vuole: e poiché Dio vuole, per così dire, che io abbia peccato, non vorrei non aver commesso peccati, e questa è la vera penitenza.

965. (15) – Se un uomo avesse commesso mille peccati mortali, e fosse disposto bene, non vorrebbe non averli commessi.

966. (16) – Dio non comanda, a rigore, alcun atto esterno.

967. (17) – L’atto esterno non è propriamente buono o divino, e non è propriamente Dio che lo compie o lo produce.

968. (18) – Portiamo il frutto non di atti esterni che non ci rendono buoni, ma di atti interni che il Padre che abita in noi compie e produce.

969. (19) – Dio ama le anime, non le opere esterne.

970. (20) – L’uomo buono è l’unico Figlio di Dio.

971. (21) – L’uomo nobile è l’unico Figlio di Dio, che il Padre ha generato da tutta l’eternità.

972. (22) – Il Padre mi genera come suo figlio e come lo stesso figlio. Tutto ciò che Dio fa è uno; perciò mi genera come suo figlio, senza alcuna distinzione.

973. (23) – Dio è Uno in ogni forma e sotto ogni aspetto, cosicché in Lui non si può trovare alcuna molteplicità, né reale né di ragione. Chi vede la dualità o la distinzione non vede Dio, perché Dio è uno, fuori dal numero e al di sopra del numero, e non fa numero con nulla. Da ciò consegue (e cioè in un passo successivo) che in Dio stesso non ci possa essere e non si possa concepire alcuna distinzione.

974. (24) – Ogni distinzione è estranea a Dio nella natura e nelle persone. La prova di ciò è che la natura è una e Una, e anche ogni persona è una e la stessa “Uno” come la natura.

975. (25) – Quando si dice: “Simone, mi ami tu più di tutti costoro?”, (Gv XXI.,15), il significato di “più di tutti costoro” è buono, ma non perfetto. Perché nel primo e nel secondo, nel più e nel meno, c’è una gradazione e un ordine, ma nell’unità non c’è né gradazione né ordine. Perciò chi ama Dio più del suo prossimo ama bene, ma non ancora perfettamente.

976. (26) – Tutte le creature sono puro nulla; non dico che sono poco o qualcosa, ma che sono puro nulla. Il suddetto Eckhart è stato inoltre rimproverato per aver predicato altri due articoli in questi termini:

977. (1) – C’è qualcosa nell’anima che è increato ed increabile; se tutta l’anima fosse tale, sarebbe increata e increabile; e questo è l’intelletto.

978. (2) – Dio non è né buono, né migliore, né il migliore; quando chiamo Dio buono, parlo male come se chiamassi nero ciò che è bianco.

979. (Censura)… Perché Noi… abbiamo constatato che i primi quindici articoli citati e anche gli ultimi due, sia per i termini usati che per la sequenza delle idee, contengano errori o siano contaminati dall’eresia, ma gli altri undici, il primo dei quali comincia con le parole “Dio non comanda, ecc. [966] li abbiamo trovati del tutto sconvenienti, molto avventati e sospetti di eresia, anche se con molte spiegazioni e integrazioni possono assumere o avere un senso cattolico: affinché articoli di questo tipo, o il loro contenuto, non continuino a corrompere i cuori dei semplici che li hanno ascoltati, … Noi… condanniamo e riproviamo espressamente come eretici i primi quindici articoli e gli ultimi due, e come malsani, avventati e sospetti di eresia gli altri undici articoli sopra menzionati, e allo stesso modo tutti i libri o gli opuscoli che contengano i suddetti articoli o uno qualsiasi di essi…

980. Inoltre… Desideriamo rendere noto, come risulta dal protocollo redatto successivamente, che il suddetto Eckhart, confessando alla fine della sua vita la fede cattolica, ha revocato il significato e persino sconfessato i ventisei articoli suddetti che riconosceva di aver predicato, così come tutte le altre cose scritte o insegnate da lui … che potrebbero indurre le menti dei fedeli ad adottare un significato eretico o erroneo, contrario alla vera fede…, sottoponendo sia la sua persona che tutti i suoi scritti e le sue parole alla decisione della Sede Apostolica, la nostra Sede.

Bolla “Ne super bis” del 3 dicembre 1334.

Ritrattazione di Giovanni XXII – La Beatitudine dei Santi.

990. Perciò ciò che è stato spesso detto sulle anime purificate separate dal corpo (se prima di riprendere i corpi vedono l’essenza divina di quella visione che l’Apostolo chiama faccia a faccia), sia da Noi che da alcuni altri in nostra presenza, con la citazione della Sacra Scrittura e dei detti autentici dei Santi o con altri ragionamenti, che sono stati detti e compresi, e che sono detti e compresi da Noi, dichiariamo come segue il pensiero che è ed era nostro, con la santa Chiesa cattolica, su questo argomento.

991. Professiamo e crediamo, dunque, che le anime purificate separate dai corpi siano riunite in cielo, nel regno dei cieli e in paradiso, con Cristo in compagnia degli Angeli, e che, secondo il diritto comune, vedono Dio e l’essenza divina faccia a faccia e chiaramente, per quanto lo stato e la condizione dell’anima separata lo permettano. Ma se in qualche modo su questo argomento qualcosa di diverso fosse stato detto da Noi, o detto diversamente, lo abbiamo detto nella disposizione della fede cattolica, e affermiamo di averlo detto così trattandolo ed esponendolo, e vogliamo che sia stato detto così. Inoltre, se rispetto a ciò che riguarda la fede cattolica, la Sacra Scrittura o i buoni costumi, abbiamo detto altre cose nella predicazione, nella spiegazione, nella dottrina, nell’insegnamento o in qualsiasi altro modo, le approviamo nella misura in cui concordano con la fede cattolica, la determinazione della Chiesa, la Sacra Scrittura e i buoni costumi. – In caso contrario, vogliamo che sia considerato come non detto e non lo approviamo in alcun modo, anzi, se non è conforme a ciò che abbiamo menzionato – la fede cattolica, la determinazione della Chiesa, la Sacra Scrittura, i buoni costumi o una qualsiasi di queste cose – lo rimproveriamo; e allo stesso modo tutto ciò che abbiamo detto e scritto su qualsiasi argomento, ovunque sia, in qualsiasi luogo sia, e qualunque sia il nostro stato o sia stato fino a quel momento, lo sottoponiamo alla determinazione della Chiesa e dei nostri successori.

TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (19): “da BENEDETTO XII a GREGORIO XI”