TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA (14) “da NICCOLÓ I a LEONE IX”

TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA DAGLI APOSTOLI A S.S. PIO XII (14)

HENRICUS DENZINGER

ET QUID FUNDITUS RETRACTAVIT AUXIT ORNAVIT

ADOLFUS SCHÖNMATZER S. J.

ENCHIRIDION SYMBOLORUM DEFINITIONUM ET DECLARATIONUM

De rebus fidei et morum

HERDER – ROMÆ – MCMLXXVI

Imprim.: Barcelona, José M. Guix, obispo auxiliar

(Da Niccolò I a Leone IX)

NICCOLÓ I: 24 aprile 858-13 novembre 867

Concilio di Roma, 862.

L’eresia dei Teopaschiti

635. Cap. 1 (7). Si deve certamente credere e professare veramente, sotto ogni aspetto, che il Signore nostro Gesù Cristo, Dio e Figlio di Dio, abbia sopportato la Passione della croce solo secondo la carne, ma che nella sua divinità sia rimasto impassibile, come insegnano l’Autorità Apostolica e la splendida dottrina dei santissimi Padri.

636. Cap. 2. (8) Quanto a coloro che affermano che il nostro Redentore e Signore Gesù Cristo e Figlio di Dio abbia sopportato la passione della croce secondo la divinità, cosa empia ed esecrabile per le menti cattoliche, siano anatema.

L’effetto del Battesimo

637. Cap. 9 (4) Tutti coloro che affermano che coloro che sono rinati dalla sorgente del santissimo Battesimo credendo al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, non siano ugualmente lavati dal peccato originale, siano anatema.

Lettera “Proposueramus quidem” all’imperatore Michele, 28 settembre 865

638. Il giudice non sarà giudicato dall’Imperatore, né da tutto il clero, né dai re, né dal popolo… La Prima Sede non sarà giudicata da nessuno…”.

639. Dove avete letto che gli Imperatori, vostri predecessori, avrebbero partecipato alle assemblee sinodali, ad eccezione forse di quelle in cui si discuteva della fede, che è universale, che è comune a tutti, e che riguarda non solo il clero ma anche i laici e tutti i Cristiani? Quanto più un reclamo è rivolto al giudizio di un’autorità superiore, tanto più si deve ricorrere ad un’istanza superiore, finché, passo dopo passo, si giunga a quella Sede il cui giudizio o è modificato in meglio da essa stessa, se l’importanza della questione lo richieda, o è riservato, senza dubbio, al solo giudizio di Dio.

640. Inoltre, se non Ci ascoltate, ne consegue necessariamente che sarete per Noi come Nostro Signore prescrive di considerare coloro che disdegnano di ascoltare la Chiesa di Dio; soprattutto perché i privilegi della Chiesa romana, confermati dalla bocca di Cristo nel beato Pietro, stabiliti nella Chiesa stessa, riconosciuti fin dai tempi antichi, celebrati da santi Sinodi universali e costantemente venerati da tutta la Chiesa, non possono in alcun modo essere diminuiti, limitati e modificati, perché il fondamento che Dio ha posto non può essere cancellato da nessuna impresa umana, e ciò che Dio ha stabilito rimane fermo e solido. .. Quei privilegi, dunque, conferiti a questa santa Chiesa da Cristo, che non siano stati conferiti dai Sinodi, ma solo celebrati e venerati da essi… ci obbligano e ci spingono ad “avere sollecitudine per tutte le chiese” di Dio (2Co XI: 28) .

641. Poiché, secondo i Canoni, il giudizio delle autorità inferiori deve essere deferito all’autorità superiore per essere annullato o confermato, è evidente che il giudizio della Sede Apostolica, per il quale non esiste un’autorità superiore, non debba essere rivisto da nessuno (232), e che a nessuno è permesso di giudicare il suo giudizio. Infatti, i Canoni hanno voluto che si facesse appello ad essa da tutte le parti del mondo; ma a nessuno è permesso di appellarsi al suo giudizio… Se, dunque, si ammette che ciò che riguarda il giudizio del Vescovo di Roma non debba più essere esaminato – perché questa è anche la consuetudine – non neghiamo che il giudizio di questa Sede possa essere modificato in meglio quando qualcosa le sia sfuggito, o da se stessa. Anche l’eccellente Apostolo Paolo, come leggiamo, ha fatto alcune cose in modo eccezionale, che sappiamo che poi le abbia riprovate; ma solo nei casi in cui la Chiesa di Roma, dopo un attento esame, abbia ordinato di farlo, e non quando essa stessa ha rifiutato di permettere che ciò che è stato ben definito fosse esaminato di nuovo…

642. Per quanto riguarda voi, vi chiediamo di non danneggiare la Chiesa di Dio, perché essa non danneggia il vostro Impero, poiché al contrario implora l’eterna Divinità per la sua stabilità e prega con incessante devozione per la vostra conservazione e salvezza. Non arrogatevi ciò che le appartiene, non cercate di sottrarle ciò che è stato affidato ad essa sola: sapete infatti che, come non è opportuno che un chierico, un uomo al servizio di Dio, si immischi negli affari del mondo, così un uomo incaricato degli affari di questo mondo deve rimanere lontano dalle cose sacre. Infine, non sappiamo come coloro che sono autorizzati a presiedere solo alle cose umane e non a quelle divine, osino giudicare coloro che si occupano di cose divine. Questo esisteva prima della venuta di Cristo, quando alcuni erano in modo esemplare sia re che sacerdoti; la storia sacra registra che San Melchisedek lo fosse (Gn XIV,18) e questo il diavolo lo imitava nei suoi membri, colui che cerca sempre di rivendicare per sé, in modo tirannico, ciò che equivale al culto divino, tanto che gli Imperatori pagani erano chiamati allo stesso tempo “Pontefici”. Ma non appena siamo giunti a Colui che è allo stesso tempo vero Re e Pontefice, l’Imperatore non si è più arrogato i diritti del pontificato, né il Pontefice il nome imperiale. Infatti, lo stesso “mediatore di Dio e degli uomini, l’uomo Cristo Gesù” (1 Tm II, 5) ha separato le funzioni dei due poteri secondo le loro attività e le loro distinte dignità – volendo che fossero innalzati dalla loro stessa umiltà e non abbattuti dall’orgoglio umano – in modo che gli Imperatori abbiano bisogno dei Pontefici per la vita eterna e i Pontefici si servano delle leggi dellIimperatore per il corso degli affari puramente temporali: affinché l’attività spirituale sia lontana dalle incursioni carnali, e quindi chi è al servizio di Dio non si immischi in alcun modo negli affari secolari (2Tm III, 4) e che, d’altra parte, chi si immischia negli affari secolari non sia visto presiedere agli affari divini; in modo che allo stesso tempo si provveda alla modestia di entrambi gli ordini, in modo che non si innalzino appoggiandosi l’uno all’altro, e che la funzione sia adattata in ogni caso a ciò che sono le azioni.

Risposte “Ad consulta vestra” ai Bulgari, 13 novembre 866.

La forma essenziale del matrimonio.

643. Cap. 3… Basterà, secondo le leggi, il consenso di coloro di cui si considera l’unione; se questo solo consenso dovesse mancare al momento del matrimonio, tutto il resto, anche se si realizza con la stessa unione carnale, sarà vano, come attesta il grande dottore Giovanni Crisostomo, che dice: “Ciò che fa il matrimonio non è l’unione carnale, ma il consenso”.

Forma e ministro del battesimo.

644. Cap. 15. Voi chiedete se gli uomini che hanno ricevuto il Battesimo da questo (pseudo-sacerdote) siano Cristiani o se debbano essere battezzati di nuovo. Ma se sono stati battezzati nel nome dell’altissima ed indivisibile Trinità, sono veramente Cristiani, e chiunque fosse il Cristiano da cui sono stati battezzati, non è opportuno che siano battezzati di nuovo; perché… “Il Battesimo… anche se conferito da un adultero o da un ladro, giunge come un dono intatto a colui che lo riceve” (356). Ed è per questo che il malvagio, quando fa del bene, non fa più male agli altri ma a se stesso; ed è per questo che è certo che coloro che questo greco battezzava, nessuna parte del danno li raggiungeva, per questo: “È lui che battezza” (Gv 1,33), cioè Cristo, e ancora: “È Dio che dà la crescita” (1Cor III,7(, sottinteso: e non l’uomo.

645. Cap. 71. Nessuno, per quanto impuro possa essere, può rendere impuri i Sacramenti divini, che sono il rimedio che purifica da ogni contaminazione. Allo stesso modo, un raggio di sole che passa attraverso i pozzi neri e le latrine non può ricevere alcuna contaminazione da essi; inoltre, per quanto possa essere il Sacerdote, non può inquinare ciò che è santo; perciò, fino a quando non sarà respinto da un giudizio dei Vescovi, si deve ricevere la Comunione da lui, perché quando i malvagi fanno del bene, fanno del male solo a se stessi, e una fiaccola accesa causa perdita a se stessa, ma agli altri dà luce nelle tenebre. .. Ricevete dunque senza timore il mistero di Cristo da ogni Sacerdote, perché tutto è purificato nella fede.

646. Cap. 104. Voi dite che nel vostro Paese molti siano stati battezzati da un ebreo – non sapete se sia un Cristiano o un gentile – e chiedete quale condotta tenere nei loro confronti. Se sono stati veramente battezzati nel nome della Santa Trinità o solo nel nome di Cristo, come si legge negli Atti degli Apostoli (II, 38 – XIX, 5  – perché è la stessa cosa, come afferma Ambrogio), è stabilito che non debbano essere battezzati di nuovo. Ma prima bisogna accertare se questo ebreo fosse Cristiano o gentile, o se è diventato Cristiano in seguito, anche se crediamo che non si debba trascurare quanto dice il beato Agostino sul Battesimo: “Abbiamo già sufficientemente dimostrato”, dice, “che il Battesimo consacrato dalle parole del Vangelo non sia messo in gioco dall’errore del ministro che ha un’opinione del Padre, del Figlio o dello Spirito Santo diversa da quella che insegna la dottrina celeste”; ed ancora: “In questo numero ci sono anche alcuni che conducono una vita scandalosa o addirittura si dilettano nell’eresia o nelle superstizioni dei gentili; eppure anche lì “il Signore conosce i suoi”” (2Tim II, 19). Perché in questa ineffabile prescienza di Dio, molti di coloro che appaiono all’esterno sono all’interno. E in un altro passo: “Anche le menti lente capiscono, come penso, che nessuna perversione umana, sia del ministro che del soggetto, possa fare violenza al Battesimo di Cristo”; e ancora: “Uno che è separato può passare, così come uno che è separato può possedere, ma passare in modo pernicioso; quanto a colui al quale trasmette, egli può ricevere per la sua salvezza, se non riceve lui stesso essendo separato.

Nessun uso della forza nell’accettazione della fede.

647. Cap.41 Riguardo a coloro che rifiutano di ricevere il bene del Cristianesimo, non possiamo scrivervi altro, se non che dovete persuaderli alla vera fede con monizioni, esortazioni ed istruzioni, piuttosto che convincerli con la forza che il loro pensiero è vanità. Inoltre, non bisogna in alcun modo far loro violenza per farli credere. Infatti, tutto ciò che non proviene da un desiderio non può essere buono (Sal LIII, 8; Sal CXVIII,108;  Sal XXVII,7); infatti, Dio esige una sottomissione volontaria, che si manifestaisolo con atti volontari, perché se avesse voluto usare la forza, nessuno avrebbe potuto resistere alla sua onnipotenza.

La confessione di un crimine non deve essere estorta con la tortura.

648. Cap. 86. Voi dite che nel vostro Paese, quando un ladro o un rapinatore è stato catturato e ha negato l’accusa contro di lui, il giudice gli colpisca la testa con delle verghe e gli punga i fianchi con punte di ferro finché non dica la verità; questo non è assolutamente ammesso né dalla legge divina né da quella umana, perché la confessione non deve essere involontaria ma spontanea, e non deve essere provocata dalla violenza ma pronunciata volontariamente. Se alla fine accade che, dopo aver inflitto questi tormenti, non si scopre assolutamente nulla di ciò che viene imputato a colui che li ha subiti, non arrossite almeno allora e riconoscete in che modo empio giudicate? E allo stesso modo, se un accusato che ha sofferto questo e non può sopportarlo, dice di aver commesso ciò che non ha commesso: a chi, chiedo, si rivolge tutta la portata di tale empietà, se non a colui che lo ha costretto a confessare questo in modo falso? Eppure sappiamo che non confessa, ma parla, colui che dice con la bocca ciò che non ha nel cuore! D’altra parte, quando un uomo libero è stato fermato per un crimine e – a meno che non sia già stato giudicato colpevole di un crimine in precedenza, o che, confessato da tre testimoni, subisca la pena, o che non possa essere confessato – giura sul santo Vangelo che gli è stato presentato di non averlo commesso, sarà assolto, e allora la questione sarà conclusa, come testimonia l’Apostolo delle genti più volte citato quando dice: “per confermare la fine di ogni controversia tra loro, c’è il giuramento”.

ADRIANO II: 14 dicembre 867-14 Dicembre 872

4° Concilio di Costantinopoli IV (VIII ecumenico) 5 ottobre 869-28 febbraio 870

X sessione, 28 febbraio 870: canoni.

La tradizione come regola per la fede.

650. (traduzione del bibliotecario Anastasio)

Can. 1. Volendo camminare con sicurezza nella via diritta e regale della giustizia divina, dobbiamo tenere come torce sempre accese, che illuminino i nostri passi nella sequela di Dio, le disposizioni e i pensieri dei santi Padri. (Versione greca abbreviata: “VGA” – 1. Desiderosi di camminare senza ostacoli nella via diritta e regale della giustizia divina, dobbiamo tenere come torce sempre accese le ordinanze ed il pensiero dei santi Padri).

651. Perciò, come il grande e sapientissimo Dionigi, le guardiamo e le consideriamo come una seconda Parola divina; e allo stesso modo, a proposito di esse, cantiamo con la massima ansia, con il divino Davide: “Il luminoso comandamento di Dio, luce per gli occhi”. Sal XVIII, 9 Sal CXVIII, 105 Prov VI, 23 Is XXVI, 9 . È infatti alla luce che si paragonano giustamente le raccomandazioni e i divieti dei Canoni divini; è per mezzo di essi che distinguiamo il meglio dal peggio, e discerniamo ciò che è utile e redditizio da ciò che non è utile ma dannoso.

652. Pertanto, le regole che sono state trasmesse alla santa Chiesa cattolica e apostolica sia dai santi ed illustrissimi Apostoli che dai Concili ecumenici e locali degli ortodossi, o anche da uno qualsiasi dei Padri che sono portavoce di Dio e dottori della Chiesa, dichiariamo di osservarle e custodirle. Regolando su di esse la nostra morale e la nostra vita, decretiamo che tutti i Sacerdoti, così come coloro che sono annoverati sotto il nome di Cristiani, siano canonicamente soggetti alle punizioni e alle condanne e, d’altra parte, alle reintegrazioni ed alle giustificazioni che sono state definite da queste regole; infatti, per conservare le tradizioni che abbiamo ricevuto oralmente o per iscritto dai Santi che un tempo hanno brillato, il grande Apostolo ci esorta apertamente. ( VGA – Pertanto, le regole che sono state trasmesse alla santa Chiesa cattolica e apostolica sia dai santi e illustrissimi Apostoli che dai Concili ecumenici ortodossi o locali, o anche da un Padre portavoce di Dio e dottore della Chiesa, dichiariamo di osservarle e custodirle. Infatti, il grande Apostolo Paolo ci esorta apertamente a conservare le tradizioni che abbiamo ricevuto oralmente o per iscritto dai santi che un tempo hanno brillato (2Ts II,15).

La venerazione delle immagini sacre.

653. Can. 3. Decretiamo che la sacra immagine di nostro Signore Gesù Cristo, liberatore e salvatore di tutti gli uomini, sia venerata con gli stessi onori del libro dei Santi Vangeli (VGA – 3. Decretiamo che l’immagine di nostro Signore Gesù Cristo sia venerata con gli stessi onori del libro dei Santi Vangeli).

654. Infatti, come tutti raggiungiamo la salvezza attraverso le parole che sono composte dalle sillabe contenute nel libro, così tutti, sia i dotti che i non dotti, beneficiano di ciò che è davanti ai loro occhi attraverso l’azione che queste immagini esercitano con i loro colori. Infatti, ciò che è detto nelle sillabe, l’espressione che impiega i colori lo proclama e lo esalta; ed è giusto, secondo la ragione e la tradizione più antica, per l’onore – perché si riferisce ai modelli stessi – che indirettamente le immagini siano onorate, e venerate come il libro sacro dei santi Vangeli e la figura della preziosa croce. (VGA – Infatti, come tutti ottengono la salvezza attraverso le parole contenute nel libro, così tutti, sia i dotti che gli ignoranti, beneficiano di ciò che è davanti ai loro occhi attraverso l’azione di queste immagini con i loro colori. Infatti, ciò che è detto nelle sillabe, anche la scrittura colorata lo proclama e lo rappresenta con i colori).

655. Se dunque qualcuno non venera l’immagine di Cristo Salvatore e non ne vede la forma, quando egli verrà nella gloria del Padre suo per essere glorificato e per glorificare i suoi santi (2Ts I,10), sia tenuto lontano dalla sua comunione e dalla sua gloria. (VGA – Se dunque qualcuno non rispetta l’immagine di Cristo Salvatore, non vedrà la sua forma alla seconda venuta).

656. Lo stesso vale per chi non venera l’immagine di Maria, sua Madre immacolata e Madre di Dio. Dipingiamo anche le immagini dei santi Angeli, come le divine Scritture li rappresentano a parole; onoriamo e veneriamo anche le immagini degli Apostoli, che sono degni di tante lodi, dei Profeti, dei Martiri, dei Consacrati e di tutti i Santi. Chi non si comporta in questo modo sia anatematizzato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (VGA – Allo stesso modo onoriamo e veneriamo l’immagine di sua Madre immacolata e le immagini dei santi Angeli, come la divina Scrittura le rappresenta a parole, e anche quelle di tutti i Santi; e chi non si comporta in questo modo sia anatematizzato).

L’unicità dell’anima umana.

657. Can. 11. Mentre l’Antico e il Nuovo Testamento insegnano che l’uomo abbia un’unica anima ragionevole e intellettuale, e tutti i Padri e i Dottori che sono i portavoce di Dio nella Chiesa affermano la stessa dottrina, alcuni individui, dedicando i loro sforzi a inventare mali, sono arrivati ad un tale grado di empietà da insegnare impudentemente che l’uomo abbia due anime, e da tentare… di rafforzare la loro eresia con sforzi irrazionali. (VGA- (10). Mentre l’Antico e il Nuovo Testamento insegnano che l’uomo ha una sola anima ragionevole e intellettuale, e tutti i Padri e i Dottori che sono portavoce di Dio nella Chiesa affermano la stessa dottrina, ci sono individui che insegnano che l’uomo abbia due anime, e che rafforzano la loro eresia con dimostrazioni irrazionali).

658. Perciò questo santo Concilio ecumenico […] anatemizza a gran voce gli inventori ed i falsificatori di tale empietà, come pure coloro che condividono le loro opinioni; il Concilio definisce e promulga che nessuno debba assolutamente possedere o conservare in alcun modo i testi degli autori di questa empietà. Se qualcuno avrà l’ardire di agire in contrasto con questo grande e santo Concilio, sia anatematizzato ed escluso dalla fede e dalla Religione cristiana (VGA – Pertanto questo santo Concilio ecumenico anatematizza con voce potente gli autori di tale empietà, così come coloro che condividono le loro opinioni. Se qualcuno in futuro avrà l’audacia di dire il contrario, sarà anatematizzato.

Libertà nella guida della Chiesa.

659. Can. 12. (non esiste più in greco) Poiché i Canoni apostolici e conciliari proibiscono formalmente le promozioni e le consacrazioni di Vescovi effettuate sotto l’influenza e la raccomandazione di arconti, dichiariamo e decidiamo anche, in conformità a questi Canoni, che se un Vescovo, con l’inganno o la tirannia dei potenti, riceve in questo modo la consacrazione della sua dignità, sarà in ogni caso deposto, come un uomo che, non secondo la volontà di Dio, ma secondo la volontà del sentimento carnale, ha voluto possedere o ha accettato la casa di Dio da uomini e attraverso uomini.

660. Can. 17. (lat.) Inoltre, abbiamo respinto a priori come un’affermazione odiosa quella fatta da persone ignoranti: un Sinodo non può essere tenuto senza la presenza di un arconte. Infatti, i sacri Canoni non hanno mai prescritto la presenza di principi secolari ai sinodi, ma solo di Vescovi. E così troviamo che gli arconti non hanno mai partecipato ai Concili, ad eccezione di quelli ecumenici: perché gli arconti secolari non devono essere testimoni di ciò che talvolta accade ai Sacerdoti di Dio. (VGA – 12 Ci è giunta voce che non si possa tenere un sinodo senza la presenza dell’arconte. Ma i sacri Canoni non prescrivono mai che gli arconti secolari siano presenti ai sinodi, ma solo i vescovi. Né troviamo che essi siano stati presenti, ad eccezione dei Concili ecumenici: perché gli arconti secolari non devono essere testimoni di ciò che accade ai Sacerdoti di Dio).

Preminenza romana tra le sedi patriarcali.

661. Can. 21 (non esiste in greco – VGA). La parola di Dio, che Cristo disse ai santi Apostoli e ai suoi discepoli: “Chi accoglie voi accoglie me” Mt X,40 “e chi disprezza voi disprezza me” Lc X,16, crediamo sia stata rivolta anche a tutti coloro che, dopo di loro e sul loro esempio, siano diventati sovrani Pontefici e capi dei pastori nella Chiesa cattolica. Ordiniamo quindi che assolutamente nessuno dei potenti di questo mondo offenda o tenti di cacciare dal suo trono qualcuno di coloro che occupano le Sedi patriarcali, ma che al contrario ognuno li giudichi degni di ogni onore e rispetto, primo fra tutti il santissimo Papa dell’antica Roma, poi il Patriarca di Costantinopoli, quindi quelli di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Inoltre, nessuno scriva o componga scritti e discorsi contro il santissimo Papa di Roma antica, con il pretesto di presunte colpe da lui commesse; cosa che ha fatto recentemente Fozio e molto prima Dioscoro.

662. Chiunque, dunque, mostri presunzione e audacia tali da rivolgere insulti alla Sede di Pietro, il primo degli apostoli, per iscritto o senza scrivere, come hanno fatto Fozio e Dioscoro, subirà una condanna simile ed identica alla loro (VGA – 13) Chiunque mostri audacia tale da rivolgere insulti alla sede di Pietro, il primo degli apostoli, per iscritto o senza scrivere, come hanno fatto Fozio e Dioscoro, subirà una condanna identica alla loro).

663. Se qualcuno con qualche potere secolare, o qualsiasi persona potente, tenterà di allontanare dalla Sede Apostolica il suddetto Papa o uno qualsiasi degli altri Patriarchi, sia anatema.

664. Inoltre, se viene convocato un Concilio ecumenico e sorge qualche disputa sulla santa Chiesa dei Romani, o qualche controversia, è necessario indagare con rispetto e con la dovuta riverenza sul punto della contesa, e poi adottare una soluzione di cui uno si avvantaggia o di cui altri si avvantaggiano, ma mai avere l’audacia di pronunciare una sentenza contro i Sovrani Pontefici dell’antica Roma. (VGA – Ma se viene convocato un Concilio ecumenico e sorge una controversia sulla Chiesa dei Romani, si può, con prudenza e con la dovuta riverenza, indagare sul punto controverso e trovare aiuto o assistenza, ma non si abbia mai l’ardire di pronunciare un’accusa contro i Vescovi dell’antica Roma).

GIOVANNI VIII: 14 dicembre 872-16 dicembre 882

Lettera “Unum est” ai principi di Sardegna, intorno al settembre 873.

La schiavitù degli esseri umani deve essere abolita.

668. C’è una cosa per la quale dobbiamo paternamente ammonirvi; se non la correggerete, incorrerete in un grande peccato, e con esso non aumenterete i guadagni, come sperate, ma piuttosto i danni. Come abbiamo appreso, su istigazione dei Greci, molti di coloro che sono stati fatti prigionieri dai pagani vengono venduti nelle vostre regioni e, dopo essere stati comprati dai vostri connazionali, sono tenuti sotto il giogo della schiavitù; mentre è dimostrato che è pio e santo, come si addice ai Cristiani, che i vostri connazionali, dopo averli comprati dai Greci, li rimandino liberi per amore di Cristo e che ricevano la loro ricompensa non dagli uomini, ma dallo stesso nostro Signore Gesù Cristo. Perciò vi esortiamo e vi ordiniamo con amore paterno, se avete comprato dei prigionieri da loro, di lasciarli liberi per la salvezza delle vostre anime.

MARINO I: 16 dicembre 882-15 maggio 884

ADRIANO III: 17 maggio 884-settembre 885

STEFANO V (VI): settembre 885-14 settembre 891

Lettera “Consuluisti de infantibus“, all’arcivescovo Ludberto di Magonza

Magonza, tra l’887-888.

Condanna delle ordalie.

670. Ci hai consultato a proposito dei bambini che, dormendo nello stesso letto con i genitori, vengono trovati morti, per sapere se i genitori debbano purificarsi con il ferro rovente o con l’acqua bollente, o con qualche altra prova per dimostrare che non li abbino soffocati. I genitori, infatti, devono essere avvertiti ed ammoniti di non mettere questi bambini così teneri nel loro stesso letto, per evitare che, in caso di negligenza, vengano soffocati o schiacciati, e che quindi vengano riconosciuti colpevoli di omicidio. Infatti, sia che la confessione venga estorta con il ferro rovente o con l’acqua bollente, i santi Canoni non l’approvano; e ciò che non è stato stabilito dai santi Padri non deve essere presunto per invenzione superstiziosa. I reati resi pubblici dalla confessione spontanea o dalla deposizione di testimoni sono stati affidati al nostro governo per il giudizio, da quando il timore di Dio ci ha preceduto; ma ciò che è nascosto e sconosciuto deve essere lasciato al giudizio di Colui “che solo conosce il cuore dei figli degli uomini”. (3 Re VIII,39). Ma coloro che si dimostrano colpevoli di un tale crimine o che lo confessano, la vostra carità deve punirli; infatti, se chi ha distrutto con l’aborto ciò che è stato concepito nel grembo materno sia un assassino, quanto più non può scusarsi di essere un assassino chi abbia ucciso un bambino di almeno un giorno.

FORMOSO: 6 ottobre 891-4 Aprile 896

BONIFACIO VI: aprile 896

STEFANO VI (VII): maggio 896-agosto 897

ROMANO: agosto-novembre 897

TEODORO II: dicembre 897

GIOVANNI IX: gennaio 898-gennaio 900

BENEDETTO IV: gennaio (febbraio ?) 900-luglio 903

LEONE V: luglio – settembre 903

SERGIO III : 29 gennaio 904-14 Aprile 911

ANASTASO III: aprile 911-giugno 913

LANDO : luglio 913-febbraio 914

GIOVANNI X: marzo 914-maggio 928

LEONE VI: maggio-dicembre 928

STEFANO VII (VIII): dicembre 928-febbraio 931

GIOVANNI XI: febbraio/marzo 931-dicembre 935

LEONE VII: 3 gennaio 936-13 luglio 939

STEFANO VIII (IX): 14 luglio 939-ottobre 942

MARINO II: 30 ottobre 942-maggio 946

AGAPETO II: 10 maggio 946-dicembre 955

GIOVANNI XII: 16 dicembre 955-14 maggio 964

(A causa della deposizione di Giovanni XII (4/12/963) e di Benedetto V (23/6/964) l’elenco dei papi è diviso. Poiché vi è controversia su quale sia il Papa legittimo, in ciascun caso, sono indicati entrambi)

LEONE VIII: 6 (4 ?) dicembre 963-1 marzo 965

BENEDETTO V: 22 maggio 964 – 4 luglio 966

GIOVANNI XIII: 1° ottobre 965-6 settembre 972

BENEDETTO VI: 19 gennaio 973-giugno 974

BENEDETTO VII: ottobre 974-10 luglio 983

GIOVANNI XIV: dicembre 983-20 agosto 984

GIOVANNI XV: agosto 985-marzo 996

Enciclica “Cum conventus esset” ai Vescovi e agli Abati di Francia e Germania, 3 febbraio 993.

La venerazione dei santi

675. (2).. Di comune accordo abbiamo stabilito che la sua memoria – quella del santo Vescovo Ulrico – sia venerata con pio affetto e fedele devozione: infatti, quando veneriamo e veneriamo le reliquie dei martiri e dei confessori, è Colui di cui sono martiri e confessori che veneriamo; onoriamo i servi, affinché l’onore trabocchi sul Signore, che ha detto: Onoriamo i servi perché l’onore trabocchi verso il Signore che ha detto: “Chi accoglie voi accoglie me” (Mt X, 40), e perché noi, che non confidiamo nella nostra giustizia, possiamo sempre avere l’aiuto di Dio misericordiosissimo attraverso le loro preghiere e i loro meriti. Poiché i salutarissimi precetti divini e gli insegnamenti dei Santi canonici e dei venerabili Padri – con la pia considerazione dell’opinione di tutte le Chiese, ma anche con l’appoggio del Governo Apostolico – hanno sollecitato il raggiungimento di una soluzione utile e sicura, affinché la memoria del suddetto venerabile vescovo Ulrico sia dedicata al culto divino e sia sempre proficua nella più devota esecuzione della lode di Dio.

GREGORIO V: 3 maggio 996 – 18 febbraio 999 Febbraio 999

SILVESTRO II : 2 aprile 999 – 12 maggio 1003

GIOVANNI XVII : giugno – dicembre 1003

GIOVANNI XVIII: gennaio l004 – luglio 1009

SERGIO IV: 31 luglio 1009 – 12 maggio 1012

BENEDETTO VIII: 18 maggio 1012 – 9 aprile 1024

GIOVANNI XIX aprile – maggio 1024 – 1032

BENEDETTO IX: 1032 – 1044 (deposto per la prima volta nel 1044 dopo aver riconquistato il suo seggio per due volte, nel 1045 e nel 1047 fu deposto di nuovo)

SILVESTRO III: 20 gennaio – 10 febbraio 1045

BENEDETTO IX: 10 aprile – 1° maggio 1045

GREGORIO VI: 5 maggio 1045 – 20 dicembre 1046

CLEMENTE II: 25 dicembre 1046 – 9 ottobre 1047

BENEDETTO IX: 8 novembre 1047 – 17 luglio 1048

DAMASO II: 17 luglio – 9 agosto 1048

LEONE IX: 12 febbraio 1049 – 19 aprile 1054

Lettera “Congratulamur vehementer” a Pietro Patriarca di Antiochia, 13 aprile 1053

Professione di fede.

680. Credo fermamente… che la Santa Trinità, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sia un solo Dio onnipotente, e che tutta la divinità nella Trinità sia coessenziale e consustanziale, della stessa eternità e onnipotenza, di una sola volontà, potenza e maestà: Creatore di tutte le creature, dal quale, per mezzo del quale, nel quale sono tutte le cose (Rm XI, 36), quelle in cielo e quelle in terra, le cose visibili e invisibili. Credo anche che tutte le Persone che compongono la Santa Trinità siano un unico Dio vero, pieno e perfetto.

681. Credo anche che il Figlio di Dio Padre, il Verbo di Dio, che è nato dal Padre da tutta l’eternità prima di tutti i tempi, consustanziale al Padre in tutte le cose, ugualmente onnipotente e co-uguale nella divinità, sia nato nel tempo dallo Spirito Santo, da Maria sempre Vergine, con un’anima razionale; abbia due nature, una eterna dal Padre, l’altra temporale dalla madre; abbia due volontà e due operazioni; è vero Dio e vero uomo, proprio in ciascuna delle nature e perfetto, non avendo subìto né mescolanze né divisione; né figlio adottivo, né essere immaginario; Dio unico e solo, Figlio di Dio in due nature, ma nella singolarità di una sola Persona; impassibile e immortale nella divinità, ma ha sofferto in umanità per noi e per la nostra salvezza con una vera passione della carne ed è stato sepolto; ed è risorto dai morti il terzo giorno con una vera risurrezione della carne; il quarantesimo giorno dopo la risurrezione salì al cielo con la carne con cui era risorto e con l’anima, e siede alla destra del Padre; da lì, il decimo giorno, inviò lo Spirito Santo, e da lì verrà, così come è salito, per giudicare i vivi e i morti, e ricompenserà ciascuno secondo le sue opere.

682. Credo anche nello Spirito Santo, pienamente, perfettamente e realmente Dio, che procede dal Padre e dal Figlio, uguale e co-essenziale in tutto al Padre e al Figlio, di uguale onnipotenza ed eternità in tutto, che ha parlato per mezzo dei Profeti.

683. Questa santa e indivisa Trinità, non in tre dèi, ma in tre Persone ed in una sola natura o essenza, un solo Dio onnipotente, eterno, invisibile e immutabile, io credo e confesso, professando veramente che il Padre è ingenerato, il Figlio unigenito generato, lo Spirito Santo né generato né ingenerato, ma procedente dal Padre e dal Figlio.

684. (Varie🙂 Credo che la santa Chiesa cattolica e apostolica sia l’unica vera Chiesa, nella quale è dato l’unico Battesimo e la vera remissione di tutti i peccati. Credo anche nella vera risurrezione di questa carne che ora porto, e nella vita eterna.

685. Credo anche che l’Onnipotente Dio e Signore sia l’unico autore dell’Antico e del Nuovo Testamento, della Legge, dei Profeti e degli Apostoli; che Dio abbia predestinato solo le cose buone, ma che conosceva in anticipo i buoni ed i cattivi. Credo e professo che la grazia di Dio conosce e segue l’uomo, per cui non nego il libero arbitrio alla creatura ragionevole. Credo e proclamo che l’anima non è una parte di Dio, ma è creata dal nulla e che senza il Battesimo sia soggetta al peccato originale.

686. Inoltre, anatematizzo ogni eresia che si erga contro la santa Chiesa Cattolica, e allo stesso modo chiunque creda che altre scritture, diverse da quelle ricevute dalla Chiesa cattolica, siano da considerarsi autorevoli, o le veneri. Ricevo in tutto e per tutto i quattro Concili e li venero come i quattro Vangeli; perché la Chiesa universale sta nelle quattro parti del mondo saldamente fondata su di essi, come su una pietra quadrangolare (cf. 472). Allo stesso modo ricevo e venero gli altri tre Concili… Tutto ciò che i sette Concili suddetti, santi e universali, hanno ritenuto e approvato, io lo ritengo e lo approvo, e tutti coloro che essi hanno anatemizzato, io li anatemizzo.

Lettera “Ad splendidum nitentis“, a Pietro Damiano, 1054.

La malizia del traviamento sessuale

687. … È opportuno che, come tu desideri, ci avvaliamo della nostra autorità apostolica in modo da togliere ai lettori ogni dubbio angoscioso, e in modo che sia stabilito per tutti che tutto ciò che è contenuto in questo scritto (il Liber Gomorrhianus), che si oppone al fuoco diabolico come all’acqua, è piaciuto al nostro giudizio. Affinché la licenziosità di un desiderio immorale non rimanga impunita, è necessario che venga respinta con l’adeguata severità apostolica e che si cerchi di affrontarla con rigore. Ecco, tutti coloro che si contaminano con uno qualsiasi dei quattro tipi di abominio menzionati, sono allontanati da tutti i gradi della Chiesa immacolata con la giusta censura prevista, e questo secondo il giudizio dei santi Canoni e il nostro. Ma poiché agiamo con grande umanità, vogliamo e ordiniamo, confidando nella divina misericordia, che coloro che, o con le loro mani o tra di loro, abbiano fatto germogliare il loro seme o lo abbiano sparso tra le loro cosce, e che non l’abbiano fatto per lunga abitudine o con molti, se hanno frenato la loro sensualità ed espiato i loro atti infami con una giusta penitenza, siano ammessi in quegli stessi gradi in cui non sarebbero rimasti per sempre se fossero rimasti nella loro decadenza; Agli altri deve essere tolta la speranza di riacquistare il loro grado: Coloro che, o per lungo tempo con se stessi o con altri, o con molti, anche per poco tempo, si siano contaminati con uno dei due abomini che descrivete, o che – cosa abominevole a dirsi e a sentirsi – si siano messi alle spalle degli altri. Se qualcuno osasse giudicare il nostro decreto di sanzione apostolica o inveire contro di esso, sappia che così facendo mette in pericolo il suo stesso rango.

TUTTO IL DENZINGER SENTENZA PER SENTENZA (15) “da VITTORE II ad URBANO III”