Il Vescovo Tihámer Toth
LA VERGINE MARIA (2)
Nihil Obstat: Dr. Andrés de Lucas, Canonico. Censore.
IMPRIMATUR: José María, Vescovo Ausiliare e Vicario Generale. Madrid, 27 giugno 1951.
CAPITOLO II.
SCRUPOLI RELATIVI AL CULTO DI MARIA
Un giorno una signora venne da me dicendo che voleva parlarmi. Io non sono cattolica – mi disse, – ma da dieci anni vengo nella chiesa dell’Università ed ascolto le sue conferenze. Ora non posso più aspettare: voglio essere cattolica. A casa si scatenerà un putiferio, i miei genitori vorranno impedirmi di fare questo passo, tutti saranno contro di me, potrei anche perdere il lavoro che ho; ma non posso più rimandare, devo farlo! – Ho chiesto: E mi dica, cos’è che l’ha attratta di noi? La verità che più ha catturato la sua anima dal Cattolicesimo? – Diverse cose, rispose. Prima di tutto, il Santissimo Sacramento. A chi legge con attenzione le chiare parole di Gesù Cristo nella Sacra Scrittura: “Questo è il mio corpo”, non gli basta credere che Cristo sia in quel pane. Non è possibile riposo finché non possiamo essere nella Chiesa, che ci dà il corpo di Cristo. Voglio il Cristo che vive intero e completo nel Santissimo Sacramento. Inoltre, sono attratta dalla Confessione, perché sento che la mia anima ha bisogno di di poter parlare in tutta sincerità e ricevere l’assoluzione nel Nome di Dio. – E c’è qualcos’altro che la attrae? – Continuai a interrogarla. – Sì: il culto di Maria. Vedo che Gesù Cristo, quando ha detto a San Giovanni sulla croce: “Ecco tua madre”, ha anche dato una madre a tutti noi, una Madre che dobbiamo onorare ed amare!
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Quelli di noi che per grazia speciale di Dio sono già nati nella Religione cattolica, quelli di noi che hanno, per così dire, respirato aria cattolica fin dal primo respiro, forse non hanno mai realizzato la verità espressa da quest’anima che era alla ricerca di Cristo. Quanta bellezza, quanti e quanto inesauribili tesori sono nascosti nella Chiesa cattolica! Non parlo ora del Santissimo Sacramento, né della Confessione…; essi non entrano nel nostro argomento. Ma mi occupo del culto di Maria, il tesoro nascosto, del cui valore non tutti i Cattolici sono consapevoli, il tesoro che con la sua luminosità e la sua luce ci guida con sicurezza sul cammino che porta a Cristo. Da sempre un segno caratteristico della Chiesa cattolica è stata la fervente adorazione della Madre di Dio. Con gioia, santo orgoglio e cuore riconoscente, abbiamo sempre reso omaggio alla Beata Vergine; eppure alcuni hanno frainteso e interpretato in modo sbagliato il nostro culto, lo hanno frainteso ed hanno sollevato scrupoli contro di esso. Se nell’ultimo capitolo scorso ho mostrato i fondamenti dogmatici su cui si basa il nostro culto, nel presente capitolo, voglio esaminare gli scrupoli che vengono sollevati e propagandati contro di essa. Sappiamo che la nostra fede cattolica non abbia nulla da nascondere; affrontiamo, quindi, apertamente le obiezioni e le difficoltà che possano essere sollevate contro il culto.
I. “CHE FU CONCEPITA DALLO DELLO SPIRITO SANTO”.
La prima difficoltà sorge già intorno alle parole del Credo: “… fu concepita dallo Spirito Santo e nata dalla Vergine Maria”… Vergine Maria! Vergine benedetta! Vergine e, soprattutto, Madre! Questo è il titolo che di solito diamo a Maria, ma abbiamo già incontrato la prima obiezione, la prima difficoltà: la verginità intatta della Madre di Dio!
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A) Non c’è dubbio, affermare questo, riguardo alla nascita di Gesù Cristo, può lasciare perplessi anche gli uomini di buona volontà. Perché secondo la nostra fede, Cristo non è nato come gli altri uomini. Non aveva un padre terreno, è stato concepito dallo Spirito Santo, cioè San Giuseppe e la Vergine Maria – pur essendo uniti in un vero matrimonio – non ebbero vita matrimoniale. Ebbero un solo figlio, Gesù, che era figlio dello Spirito Santo, Egli non era figlio di San Giuseppe, ma solo di Maria. Questo è un fatto eccezionale. La storia dell’umanità non ci offre, né può offrirci, un caso del genere. Non è accaduto secondo le leggi umane… Ma la Sacra Scrittura lo afferma in un modo che non lascia spazio a dubbi, lo afferma in maniera così chiara e decisa che non è possibile sopprimerlo dai nostri dogmi, e chi non lo crede non può essere Cristiano. Quando, dalle labbra dell’Angelo apprese che le sarebbe nato un figlio, Ella chiese ansiosamente: “Come può essere, dal momento che non conosco, né mai conoscerò alcun uomo? (Lc. 1: 34). E l’Angelo risponde molto chiaramente: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà, e per questo motivo il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc. 1, 35). Questo è ciò che scrive SAN LUCA Evangelista. E in SAN MATTEO leggiamo: “Quando sua madre Maria fu promessa sposa a Giuseppe, si scoprì che aveva concepito nel suo grembo per opera dello Spirito Santo” (Mt 1, 18). E quando San Giuseppe è turbato da questo, l’Angelo lo rassicura con queste parole: “Giuseppe, figlio di Davide, non essere turbato nel ricevere Maria, tua sposa, perché ciò che è stato generato nel suo grembo è opera dello Spirito Santo” (Mt 1, 20). È possibile parlare più chiaramente? Quando preghiamo il Credo alludiamo a questi passi della Sacra Scrittura: “Egli è stato concepito dallo Spirito Santo, nato dalla Vergine Maria”. Con questo confessiamo che Cristo è nato in modo molto diverso dagli altri uomini. Non aveva un padre mortale sulla terra; non è stato sottoposto alla legge generale della nascita; sebbene abbia ricevuto il suo corpo da una madre, non lo ricevette come gli altri uomini, perché sua Madre, Maria, era vergine ed immacolata prima della sua nascita, e lo fu anche dopo…. È vero che la nostra povera ragione umana abbia difficoltà a comprendere, ma dobbiamo crederci… è necessario crederci. E colui che non ci crede non può essere Cristiano.
B) In relazione a questo dogma vorrei anche sottolineare una circostanza che avvalora questa nostra convinzione, la corrobora e la rende accessibile al punto che, anche se non siamo in grado di comprendere la maternità verginale di Maria, – perché non saremo mai in grado di capirla – noi siamo forzati ad esclamare: realmente, così doveva venire a noi il Figlio di Dio. Naturalmente…, per ammettere che Cristo è nato come insegna la nostra fede cattolica, cioè: senza padre, da una Madre che ha concepito per opera dello Spirito Santo…, abbiamo bisogno di una fede profonda. Ma, allo stesso tempo, sembra più facile accettare questa nascita insolita che attribuire al Figlio di Dio fatto uomo una nascita comune, ed a farlo venire per la via consueta per la quale i figli degli uomini vengono al mondo. E se comprendiamo questo sublime insegnamento della Chiesa, allora possiamo parlare a buon diritto della Vergine Madre, la Beata Vergine, e possiamo onorare in Lei con profonda umiltà la Vergine Madre. Voi certo conoscete che genitori buoni e retti, hanno a volte un figlio che non assomigli affatto alla famiglia: genitori ferventi, pii, onorevoli, che hanno figli frivoli, prodighi, indegni. Chi può capire un tale segreto? Le ultime conclusioni biologiche affermano che quando i genitori danno vita a un nuovo bambino, questo nuovo figlio, questo nuovo essere umano è innestato fin dal primo momento nel tronco millenario dell’albero dell’umanità, e riceve come triste e misteriosa eredità le tendenze, le disposizioni, buone o cattive, dei genitori, dei nonni e persino di antenati lontani. Chi nasce oggi non può più essere l’uomo primitivo, puro, ideale, come il primo uomo uscito dalle mani del Creatore, ma siamo tutti noi un miscuglio incomprensibile e doloroso delle vite, delle inclinazioni, dei desideri, cadute e peccati dei nostri antenati vicini e remoti. È una triste realtà. E chiedo ora – facendo astrazione dai fondamenti dogmatici- : non era forse necessario che il nostro Redentore, scendendo sulla terra, scegliesse, alla sua nascita, un percorso completamente diverso alla sua nascita? Un percorso che, in un certo senso, lo avrebbe isolato dal tronco marcio e malato dell’umanità. Un percorso che avrebbe presentato un’origine diversa dalle altre, percorso attraverso il quale il “nuovo Adamo”, completamente puro, ideale, che viene immediatamente dalle mani di Dio, proprio come in un giorno lontano venne anche il primo Adamo immediatamente dalle mani del Creatore. Certo…, per ammettere che Cristo è nato come insegna la nostra fede cattolica, vale a dire: senza padre, da una Madre che ha concepito per opera dello Spirito Santo …, abbiamo bisogno di una fede profonda. Ma, allo stesso tempo, sembra più facile accettare questa nascita insolita che attribuire al Figlio di Dio fatto uomo una nascita ordinaria, e farlo venire per la via consueta, per la quale i figli degli uomini vengono al mondo. E se comprendiamo questo sublime insegnamento della Chiesa, allora possiamo parlare giustamente della Vergine Madre, della Beata Vergine, e possiamo in lei con profonda umiltà la Vergine Madre.
II. I “FRATELLI” DI CRISTO
Se è così, allora dobbiamo tutti deplorare nel profondo dei nostri cuori gli indegni attacchi che, nel corso del tempo sono stati diretti contro la Vergine Maria proprio in questo punto, e che volevano mettere in discussione la sua verginità.
A) Ho affermato all’inizio di questo capitolo che la nostra fede cattolica non ha nulla da nascondere, che non abbiamo motivo di essere disturbati da qualsiasi tipo di accusa; Voglio affrontare ora la mormorazione spudorata, con la terribile calunnia che i i nemici ostinati della Beata Vergine Maria vogliono diffondere ovunque ed inculcare nelle anime degli uomini, calunnie che forse non hanno raggiunto molti dei miei lettori, ma che non possiamo omettere, perché devono essere pronti a confutarle se un giorno dovessero sentirle. A chi mi riferisco ora? Agli uomini ostinati che, contro Maria, sussurrano con maligno compiacimento alle nostre orecchie: “Perché parlate continuamente della Vergine Maria quando, oltre a Gesù, ha avuto diversi figli? La chiamate Vergine senza diritto”. Fa venire i brividi l’anima nel vedere con quale gioia, con quale trionfante superiorità siano soliti scagliare questa accusa in faccia ai fedeli, e con citazioni dalle Sacre Scritture, e vedere che i nostri, turbati, non sanno cosa rispondere e tacciono…, coperti di rossore.
B) Ma la Sacra Scrittura parla davvero dei “fratelli di Gesù”? Sì, lo fa. E per meglio mostrare quanto poco Motivo abbiamo di nascondere qualcosa, ho raccolto i passi in cui si parla di loro. In una certa occasione, il Signore era circondato da una grande moltitudine, mentre insegnava. San Marco scrive come segue: “Nel frattempo giunsero sua madre e i suoi fratelli (e stando fuori, lo mandarono a chiamare” (Mc. III, 31). Dunque la madre e i fratelli di Cristo! Leggiamo in un altro passo di San Matteo: “Non è forse il figlio dell’artigiano – domandano in una certa occasione dopo aver ascoltato i suoi saggi insegnamenti. Sua madre non si chiama forse Maria? I suoi fratelli non sono forse Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non vivono forse tutti tra noi?” (Mt XIII, 55,56). Quindi, ancora una volta, i fratelli e persino le sorelle di Cristo! Secondo San Giovanni, Gesù si recò a Cafarnao, e con lui andarono “sua madre, i suoi fratelli e i suoi discepoli” (Gv II, 2). Inoltre, secondo San Giovanni, “anche molti dei suoi fratelli non credettero in lui” (Gv VII, 5). Negli Atti degli Apostoli si parla di Maria, madre di Gesù, e dei suoi fratelli e sorelle (At I,14). Ho elencato i principali passi della Sacra Scrittura in cui si parla dei fratelli e delle sorelle di Gesù. Ma il problema è questo: questi passi vanno compresi? Questi passaggi possono essere intesi nel senso che alludono ai figli di Giuseppe e Maria, fratelli e sorelle di Gesù Cristo, altri figli della Vergine? No, affatto! Chi cita la Sacra Scrittura deve conoscerla. Bene, allora: leggete il passo di San Luca (XXIV, 19) in cui le donne raccontano la la resurrezione di Cristo agli Apostoli, e confrontatelo con un altro brano di SAN GIOVANNI (XIX, 25). SAN LUCA dice: “Maria, madre di Giacomo”. SAN GIOVANNI dice: “Si trovavano nello stesso tempo presso la croce di Gesù, sua Madre e la sorella di sua Madre Maria, moglie di Clopa”. Così la Vergine Maria aveva una parente, il cui nome era anche Maria, moglie di Clopa, ed ebbe un figlio, Giacomo il minore. Anche San Marco (VI, 3) lo chiama anche “fratello” di Cristo, quando è chiaro che era suo cugino. Ed è che nella lingua orientale venivano chiamati e vengono chiamati “fratelli” ancora oggi, anche i parenti lontani, quelli che appartengono alla stessa famiglia. Tra il popolo è comune il dire, e ricopio alcune righe della lettera di uno studente di medicina: “Da buon Cattolico e da ungherese, è anche molto comune che un giovane parli con un altro, che non è nemmeno suo parente, e gli dica: “Dove vai, fratello?”. E quante volte sentiamo dire dalla bocca degli ungheresi: “Dove vai, fratellino?” Conosco bene le Sacre Scritture. In Terra Santa, ho visitato i luoghi santi con la Bibbia in mano. Conosco la mentalità orientale. Vorrei offrire un’eccellente prova riguardo alla parola “fratello”. Nella lingua arabo-turca questa parola “Kardhasim” significa “mio fratello”. Ebbene: il turco intelligente, ed anche il semplice turco che conosce la parentela del suo popolo con gli ungheresi, ci hanno salutato come ungheresi che sapevano che eravamo tali e quindi che eravamo loro “parenti” – in modo molto amichevole, dicendo “kardhasim, kardhasim” e stringendoci la mano. Lì in Terra Santa ed in Arabia “mio fratello” (kardhasim) significa un parente o una persona molto cara. Probabilmente anche noi ungheresi abbiamo preso da lì – dal Turan – l’espressione: “Come stai, dove vai? fratello?”. Cosa? Quel bambino di dieci anni è il tuo fratellino? Ma tu hai già quaranta anni! – Oh sì, è mio nipote. Forse mi si dirà che siamo noi che diamo questa svolta alle Sacre Scritture. No! Le Sacre Scritture una volta chiamano Lot “fratello” di Abramo, e altrove riporta fedelmente che Lot era figlio del fratello di Abramo, cioè suo nipote. Inoltre, di Giacobbe leggiamo anche che era “fratello” di Labano, eppure sappiamo che egli fosse il figlio di suo fratello. Il Cantico dei Cantici (IV, 9) chiama la stessa moglie o sposa “sorella”. – Ma – continuiamo ancora con le obiezioni – la Sacra Scrittura chiama Cristo, in diversi passaggi, come il primogenito di Maria (Mt 1, XXV; Lc. 2II 7). Quindi, in breve, Maria ebbe diversi figli? Per niente. Infatti, chiunque conosca il linguaggio delle Sacre Scritture, sa che è consuetudine chiamare il primogenito il primo figlio, anche se non ne sono venuti altri dopo di lui. Inoltre, San Paolo chiama Gesù Cristo il Primogenito del Padre (Ebr I, 6). Inoltre, se Gesù Cristo avesse avuto fratelli e sorelle, figli di Maria, chi avrebbe potuto comprendere la delicata scena in cui il Crocifisso lascia la sua sua Madre alle cure di San Giovanni? Se Maria avesse avuto altri figli, perché lasciarla nelle mani di un estraneo? No. La Vergine Maria aveva un unico figlio: nostro Signore Gesù Cristo. E con questo unico Figlio onoriamo Maria. Tutti gli omaggi, tutta la gioia purissima, tutto il culto, tutta l’adorazione con cui i popoli cattolici onorano Maria da migliaia di anni derivano da questo fatto: lei ci ha dato Cristo. E non temiamo ciò che farisaicamente alcuni sembrano temere, cioè che il culto di Maria possa distogliere le nostre anime da Gesù Cristo ed essere un muro, un ostacolo tra noi e Dio, ma.., al contrario, è il nostro stimolo: “Per Mariam ad Jesum” è ciò che confessiamo sempre: “A Gesù attraverso Maria”.
III. CRISTO E MARIA
Esaminiamo più da vicino quest’altra obiezione, che viene spesso sollevata: il culto di Maria è un ostacolo sulla via di Cristo?
A) Sarebbe davvero un ostacolo se fosse vera la calunnia tanto sbandierata, la falsità che non riusciamo mai a confutare: che noi adoriamo la Vergine Maria. A volte tutta la nostra forza di convinzione di fronte ad un’affermazione così errata e ostinata, è inutile, e vano addurre prove. Il fine è sempre lo stesso: venerare Maria. Eppure, con quanta chiarezza il Catechismo ci insegna che noi solo onoriamo, non adoriamo Maria. “Ma tu le dici tante preghiere! – Quanti santuari, quante litanie, quante immagini, quante immagini!” Ma è sufficiente leggere il testo delle preghiere e delle litanie, e andare nei luoghi di pellegrinaggio, per vedere che in nessun luogo noi adoriamo Maria, e che non facciamo altro che rivolgere a Lei le nostre suppliche. C’è il testo tanto amato, l’”Ave Maria”. Chiunque può sentirlo: “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi…”. Perciò non ti adoriamo, ma ti preghiamo di pregare per noi. Ed ancora: “Prega per noi, o Santa Madre di Dio, affinché possiamo essere resi degni di raggiungere le promesse di nostro Signore Gesù Cristo.”. Quindi: prega per noi! Prega per noi! E nelle litanie diciamo sempre: Pregate per noi, pregate per noi. – Osserviamo la marcata differenza che la Chiesa cattolica fa tra il culto di Dio e il culto di Maria. – Come inizia la litania lauretana: “Dio, Padre celeste, abbiate pietà di noi”. Sì, questa è adorazione. “Dio Figlio Redentore – abbiate pietà di noi”. Sì, anche questa è adorazione. Dio Spirito Santo – abbiate pietà di noi.”. Questa è una voce che adora. Ma poi continua: “Santa Maria…”. E noi cosa diciamo? “Abbi pietà di noi?” No, ma: “Prega per noi”. E così fino alla fine: “Prega per noi”! Alla fine della litania ci rivolgiamo a Dio, e il “Prega per noi” cambia di nuovo: “Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo – abbi pietà di noi”. Ecco come la Chiesa distingue chiaramente tra il culto di Dio e il culto di Maria.
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B) Detto questo, è superfluo sollevare l’altra questione, cioè se il nostro culto mattutino sia prudente, se sia o meno un ostacolo, se chiuda o meno la strada al culto di Gesù Cristo. Non è possibile dare una risposta migliore a questa obiezione delle parole dell’Arcangelo Arcangelo nel salutare Maria. “Come osi pregare l’Ave Maria”, ci viene detto. Rispondiamo: se Dio invia un Angelo per salutare una persona, allora non possiamo essere censurati se anche noi la salutiamo con le stesse parole. E se nelle Sacre Scritture, scritte per ispirazione dello Spirito Santo, c’è una profezia che Maria “sarà chiamata benedetta per tutte le generazioni” (Lc. 1,48), allora coloro che si adoperano per l’adempimento di questa profezia e chiamano beata la Vergine Maria, è possibile che il culto di Maria sia anteposto il culto di Dio e lo ponga al secondo posto? C’è un capolavoro nel mondo la cui magnifica bellezza diminuisce l’ammirazione che proviamo per l’artista? Il maestro è sempre più grande della sua opera, e sappiamo che ciò che c’è di bello, affascinante e virtuoso in Maria è dovuto al suo Maestro, l’infinito Dio. Gesù e la sua santa Madre hanno vissuto insieme con una parentela di sangue ed una parentela di anima. E ora è lecito, per la Religione di Cristo, sciogliere e rompere questi intimi legami? Noi cerchiamo solo Cristo”, dicono gli altri. Anche noi lo cerchiamo. Ma è colpa nostra se, in Cristo, troviamo sempre Maria al suo fianco? Lei è al presepe, davanti ai Magi d’Oriente, nella fuga in Egitto, nella casetta di Nazareth, ai piedi della Croce, alla sepoltura di Gesù. Gesù e Maria si appartengono a vicenda: chi trova Cristo trova anche Maria, e chi smette di onorare Maria smette anche di onorare Gesù e – come dimostra la testimonianza della storia – cessa anche di piegare le ginocchia davanti a Cristo. Secondo l’insegnamento della storia, le madri di uomini eccelsi sono sempre state ricordate con rispetto… Vogliamo ulteriormente spiegare con quali titoli onoriamo la Madre dell’Uomo-Dio, Maria? – Chi non ha mai sentito parlare della madre dei Gracchi? E di Santa Monica, l’eroica madre di S. Agostino? E di Sant’Elena, la madre dell’imperatore Costantino il Grande? Abbiamo bisogno di altri esempi?…. Possiamo pronunciare con rispetto il nome di esse e dobbiamo negare questo onore solo alla Madre di Gesù? Il culto di Maria si oppone al culto di Gesù Cristo? Ah, ma dov’è un figlio che non voglia che sua madre sia onorata? Dov’è un figlio che considera un’offesa che sua madre venga rispettata? Al contrario: io non entrerei volentieri in una casa in cui non fosse permesso a mia madre di entrare. – Tra le cerimonie di incoronazione in Ungheria, ce n’è una di significato molto interessante e profondo. Quando il Principe Primate incorona il re, nell’antichissima chiesa di Mattia, e pone sulle sue tempie il diadema di Santo Stefano, poggia per un momento con la sacra corona sulla spalla della regina. E nessuno si sorprende di questo, nessuno pensa che sia una negazione dell’autorità del re, ma al contrario. Quanto grande, pensiamo, debba essere l’autorità reale, che può illuminare con il suo splendore coloro che, senza essere il re, sono solo vicini al re! Non è forse naturale che Maria abbia il suo posto accanto a Gesù? Maria non è Dio, non è Cristo, ma è vicina a Lui, perché è sua Madre, e questa vicinanza ci ispira. E se qualcuno sostiene, anche dopo quello che abbiamo detto, che il culto ci distragga dall’adorazione di Cristo, lo imploro di fermarsi per una volta anche con spirito di osservazione, a Firenze, davanti a una delle più belle immagini di Maria, davanti all’impareggiabile dipinto di Raffaello, la Madonna della Sedia. Esaminiamo il volto trasfigurato della Vergine, mentre guarda in basso. Si vede che Ella non guarda l’esterno del Bambino, ma è completamente assorta nella contemplazione del suo volto divino. Il volto di Maria, in questo dipinto, è una delle più sublimi bellezze che l’arte umana abbia mai prodotto. Eppure …, mentre guardiamo Maria, notiamo improvvisamente che il suo sguardo, impregnato di una visione ammirevole, conduce impercettibilmente le nostre anime all’oggetto della visione, il misterioso Bambino divino. Perciò, alla domanda proposta se il culto di di Maria serva da ostacolo al culto di Cristo, la risposta non può che essere opposta. Quante volte onoriamo Maria, onoriamo Cristo; infatti, ci inchiniamo a Maria perché Cristo, il Figlio di Dio, era anche suo Figlio. Amiamo e onoriamo la Vergine Maria, le presentiamo il nostro omaggio e la nostra lode. Ma chi non sa che la pietra angolare, il centro ed il fine ultimo, l’alfa e l’omega di tutta la nostra religiosità è il suo santo Figlio, Gesù Cristo? Chi guarda Maria sente che il suo sguardo si posa su Cristo: chi guarda Maria sale a Cristo. Noi non adoriamo Maria, noi adoriamo solo Dio: a Lei preghiamo, sì, e la supplichiamo, e continueremo a supplicarla in futuro, con amore caldo e filiale, di pregare per noi. “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi ora e nell’ora della nostra morte”.