QUARESIMALE (IX)
DI FULVIO FONTANA
Sacerdote e Missionario
DELLA COMPAGNIA DI GESÙ
Venezia, 1711. – Imprim. Michel ANGELUS Præp. Gen. S. J. – Roma 23 Aprile 1709)
IN VENEZIA, MDCCXI (1711)
PREDICA NONA
Nella Feria sesta della Domenica prima.
Si mostra non esser veri devoti di Maria Vergine; nè da Maria meritar protezione, quei che vogliono vivere nemici del Figliuolo Giesù.
Erat autem Jerosolymis Probatica piscina. S. Gio: cap. V.
Quante furono le operazioni, ed i fatti della Sinagoga tante furono le ombre della Chiesa e delle operazioni de’ fedeli. L’odierna Probatica con gli infermi che stanno sotto del portico attendendo la mozione dell’acque per mano angelica, mi fanno ravvisare quei peccatori che vivendo, come essi dicono, sotto la protezione di Maria, tengono per certa la salute eterna; senza accorgersi che siccome per ottenere salute agli infermi non bastava stare sotto il portico, ma bisogna tuffarsi nelle acque al primo muoverle dell’Angelo. Così ai peccatori per salvar le anime loro, non basta fingersi e figurarsi di star sotto la protezione di Maria, invocandola ogni dì, digiunando il sabato, ma è necessario tuffarsi nel bagno salutifero della Confessione mondandoli dalle colpe, abbandonando il peccato. Quando questo non si faccia, io v’assicuro, e saranno i due punti del mio discorso, che né voi siete devoti di Maria, né Maria sarà mai vostra Protettrice. Le monete di maggior prezzo, non v’ha dubbio, che sono le più facili ad essere falsificate; voi ben sapete che non v’è moneta di maggior pregio della Devozione di Maria, è questa una moneta d’oro di tal stima e valore che nel banco della Divina Misericordia trova sempre abbondantissimo lo spaccio. – Or questa moneta appunto, è quella che molti di voi, così non fosse, per istigazione del superbissimo principe de’ falsari, il demonio, falsificate. Non me lo credete? Su dunque alle prove. Come vien definita da’ Teologi la Devozione; Est voluntas quædam prompte tradendi se ad ea, quæ pertinent ad Dei famulatum, è quella prontezza di volontà, che taluno prova in tutto ciò che appartiene al servizio di Dio. Così San Tommaso; ma non così voi, poiché voi chiamate devoto di Maria chi recita devozioni in onor suo, chi ne va a visitare l’immagine, chi digiuna qualche giorno in ossequio di Lei, e cose simili. Sin qui non anderebbe male, ma non basta; voi mi portate la vostra definizione tronca, non me la dite tutta; bisogna che diciate che presso di voi, Devozione di Maria vuol dire Corona e peccati, Offizio e femmine, Salmi e mormorazioni, Salve Regine e vendette, Inni e laide canzoni, roba del prossimo e limosine in onor suo, e per finirla, digiunar dal cibo e non dal vizio. Se così è, voi non potete negare falsificata la Devozione, dunque come falsa non conterà nel banco Divino. Confessatela giusta: voi con questa falsa Devozione non cercate di servire alla Vergine, e però non siete veramente devoti suoi; ma con questa falsa devozione, avete solo la mira a gabbarla per quanto è dal canto vostro, per evitare i castighi di malattie, di penurie, di disonori e di morte che meritate per i peccati. Vorreste che a voi riuscisse, come ai Gabbaoniti; comparvero quelli, come sapete, avanti Giosuè con le vesti tutte lacere, con i viveri scarsi e di mala qualità, con le scarpe totalmente logore, e tutto ciò per dar ad intendere a Giosuè d’aver fatto lunghissimo viaggio per ritrovarlo, quando per verità appena si erano mossi per ricercarlo. Or siccome questa simulazione de’ Gabbaoniti non ebbe altra mira che sottrarsi da’ castighi, così voi, con la vostra fantastica devozione non avete altro scopo che liberarvi da quegli scempi funesti che vi minaccia la Divina Giustizia. Per questo voi di quando in quando vi presentate riverenti davanti la Vergine con certe vostre spoglie di penitenza più apparente che vera, voglio dire con certe esteriorità, benché pie, d’una limosina stentatamente donata in onore di Maria, d’un Salterio recitato, e con ciò vi credete di poterle dare ad intendere d’aver fatta lunga strada per ritrovarla, mentre neppure avete dati pochi passi, anzi neppur questi, giacché non vi siete mossi di casa non avendo lasciata la consuetudine maledetta, e l’abito invecchiato di peccare. Intendetela, queste vostre finte devozioni, non vi esimeranno da castighi; poterono i Gabbaoniti gabbar Giosuè, ma non potrete voi gabbar Maria, la quale adoprerà il braccio onnipotente del Figlio per piovere sopra di voi i suoi giusti sdegni: non sarete esenti da malattie, sarete flagellati da carestie, avrete ogni castigo in questa vita, perché non siete ma vi fingete devoti di Maria. E siccome queste vostre finte Devozioni non vi elimineranno da’ mali di qua, così non vi partoriranno i beni di là. – Lo sò, che sì! Volere andare in Paradiso con una Corona della Madonna accompagnata da una dozzina di peccati mortali; Pietro d’Alcantara, e perché sempre a capo scoperto, e con piede nudo, ne’ maggiori rigori del vero, perché tanto lacerarvi, tanto strapazzarvi? Domenico Loricato, perché ridurvi con tante asprezze a guisa d’un scheletro animato? Fu vostra disgrazia nascere ne’ secoli scorsi, se a voi toccava in sorte di vivere ne’ nostri, avreste imparato, che per entrare in Cielo basta un piccolo ossequio a Maria, ancorché finto, perché mescolato da colpe gravi. Che occorreva a Francesco Saverio che voi assicuraste la vostra salute con tanti sudori, con tanti stenti, con viaggi sì lunghi, con vigilie, con asprezze, con digiuni? Bastava visitare una Immagine di Nostra Signora ed ancorché foste macchiato di peccato mortale. Non risponde così il Saverio, non concludono così i Santi, i quali sanno che Cristo ha asserito che è stretta la porta del Cielo… Arcta est via, quæ ducit ad Cælum! E voi che correte per la via larghissima del peccato, vi date a credere di poter andare in Cielo col passaporto della Devozione finta di Maria, con averle recitato un’Offizio, biescinta una corona, digiunato un sabato? V’ingannate; voi siete come gli struzzi, i quali se hanno le ali come gl’augelli, non per questo hanno forza di volare, perché nel resto del corpo sono bestie quadrupedi; così pur voi, pensate di volare in su con le ali di questa Devozione, ma piomberete all’ingiù per il peso smisurato de’ vostri peccati. Passiamo avanti; voi ben sapete, che non giunge al Cielo chi non osserva la legge. Domine, quis habitabit in Tabernaculo tuo aut quis requiescet in Monte Sancto tuo? Signore, chi sarà degno d’entrare in Cielo … e ci risponde, non già chi recita alla Vergine una Corona con più peccati che Ave Marie, non chi fa per suo amore nel mercoledì e sabato qualche digiuno, e poi ne’ sette dì che conta la settimana, l’offende otto, nò! Ma quello sarà condotto al Cielo … qui ingreditur sine macula, et operatur justitiam, chi vive immacolato e giusto. Dunque, voi che commettete peccati, quasi abbi a dire a numero di respiri, con tutte le vostre Devozioni non ci entrerete, se non desistete dal peccato. Non vi lasciate ingannare dal demonio, il quale ha (quasi dissi) gusto che continuiate in quelle Devozioni, perché così con la speranza di salvarvi per mezzo di queste, continuate nelle amicizie, negl’odii, negl’interessi. Sapete quello che fa il demonio con voi? Quello fece Naasse con i suoi nemici? Udite. Nel primo de’ Regi si legge quella strana richiesta fatta da Naasse Ammonite a’ Popoli Galaditi, allorché furono vinti, disfatti e costretti alla resa; In hoc feriam vobiscum, fœdus, ut eruam omnium vestrum oculos dextros. Se volete pace, e che io cessi dalla strage, e dal far correre sangue per queste vie, io voglio, che a tutti vi si cavi l’occhio destro, vi lascio il sinistro, e tanto vi basti; Confesso il vero, che non può sentirsi condizione più barbara. Questo appunto è l’operar del demonio con non pochi, dice San Pietro Damiano; egli è contento che abbino un occhio aperto alla Pietà in certe Devozioni esterne, verso di Maria, di digiuni, di Limosine, di Rosari, di Visite alle sue capelle, ma vuole altresì che tengano chiuso l’occhio destro a’ comandamenti di Dio; sæpe malignus hostis potiorem partem Sanctitatis adimit minorem vero reliquit, perché così l’inganna, e conduce all’inferno, non vi fidate: resterete ingannati, questo piccolo lume non basterà. – Così avesse intesa questa verità quel misero giovine che con certe sue Devozioni a Maria, pretendeva che Maria fosse, quasi dissi, scorta alle sue scelleraggini. Aveva costui una indegna amicizia e dovendo andare a perdersi con colei, era costretto a trapassare nuotando, una tal parte di mare; prima però che si mettesse al trapasso, aspettava dell’amata il contrassegno d’un lume; andò più volte e tornò, non si può dire felicemente, perché sempre con la disgrazia di Dio. Quando i parenti di quella femmina, accortisi della tresca, esposero fuori una notte un lume ed il giovine infelice si pose subito a nuoto per portarsi senza saperlo, là dove lo portavano i suoi peccati, e quelli in tanto scostavano a poco a poco dalla casa il lume esposto, mentre il robusto giovine nuotava alla dirittura di quello, parendogli ormai quel viaggio più lungo del solito ed alla forza delle sue braccia, ed alla sfrenatezza delle sue voglie. Smorzarono finalmente i domestici la lucerna ed il meschino ormai stanco dal lungo nuoto, fu privo di quella luce che gli mostrava il viaggio, e rimase sommerso e poi morto; un altro intraprese troppo più lungo al tribunale di Cristo e da quello giù nell’inferno; tanto succederà a voi peccatori, i quali affidati dal lume delle vostre piccole Devozioni pensate d’andar sicuri al porto; no, non vi andrete, la candelina si estinguerà, e resterete sommersi in un mar di fuoco. Ma Padre, si dice pure che la Vergine Santissima è Avvocata de’ peccatori! Lo so ancor io, e chi ne può dubitare? E so che da Sant’Efrem è chiamata, Portus naufragantium tutissimus; sicurissimo porto de’ peccatori. Consolatevi pure, perché Maria è Avvocata de’ peccatori, e se io volessi negargli un sì bel titolo, avrei tanto scrupolo, quanto se gli rubasse una di quelle stelle che la incoronano. Ma intendiamoci di grazia, Ella non è Avvocata di quei peccatori che vogliano perseverare ne’ loro peccati, ma solo di quelli che dolenti, la supplicano ad impetrargliene il perdono e son risoluti di non peccar più. Così Ella se ne protestò con Santa Geltrude … Ego sum Mater peccatorum se emendare volentium; Io son Madre di quei peccatori che vogliono emendarsi delle loro colpe. Il che fu veduto dalla Santa in una nobile visione, allorché le comparve la Vergine sopra d’un Trono, bella a tal segno che pareva che il Paradiso mutatosi dal suo luogo, fosse venuto tutto ad abitarle nel volto, e notò che venivano da varie parti a gettarsi a’ suoi piedi, schiere di vari e mostruosi serpenti, e Maria gli prende, va con le sue mani, e li accarezza. – Or questi serpenti significavano i peccatori che dolenti delle loro colpe vanno alla sua clemenza; ma la Santa non vide mai che la Santissima Vergine accarezzasse le vipere che immobili stavano nel loro covile. Così Ella non è Avvocata di quelli che ostinati ne’ loro vizi non vanno a Lei per trovare rimedio, ma se ne stanno in quei covili di disonestà, d’odii, d’interessi maledetti. E Maria Vergine ha da essere protettrice di costoro? Poveri voi, il demonio v’ha attaccati a queste devozioni fortemente, per tenervi più tenacemente avvinti ne’ peccati con la speranza della protezione. Vedete là quel giovinastro? A quello parrebbe che il Cielo gli cascasse addosso, se non recitasse quelle orazioni prima d’andare a dormire, se non visitasse quella Chiesa; e poi non si fa scrupolo di andare a letto con più peccati mortali. Vedete là quella donna? Prima morire, Padre, che non digiunare il sabato, e non guardare il mercoledì; ancorché fossi finita di forze, voglio digiunare; ma poi vedrete che questa donna divorerà lascivie tutta la settimana. – In una città di Toscana, io so d’un muratore il quale aveva fabbricato all’anima sua una sepoltura di fuoco. Questo mentre stava gravemente infermo, fu visitato da un Padre della mia minima Compagnia, e perché era zelantissimo, gli toccò subito quel tasto che più gli premeva, dicendogli: Io so, con mio sommo dispiacere, che voi siete infermo più d’anima che di corpo, mentre avete una pratica che vi fa perdere il corpo e l’anima. Alzossi a queste parole il muratore a sedere sul letto e, messa la mano sotto del capezzale: Padre, disse, per sola grazia di Dio e della Beatissima Vergine Protettrice, e non per i miei meriti, io sono stato in Inghilterra, in Francia, in Polonia, e seguì a dire, mettendo fuori lo Scapolare della Madonna del Carmine e, baciandolo, così conchiuse: mai mi son cavato di dosso questo abito, e spero certamente che Maria Vergine mi sarà buona Avvocata in morte. Non si può credere di quanto zelo s’accendesse quel Religioso, udendo una tal risposta; come! Replicò il Padre, un abito sì santo ed una vita sì lasciva? E pretendete che Maria v’abbia da impetrare una buona morte, mentre fate una vita sì scandalosa? Statevene, che io qui vi lascio con l’abito della Vergine, e con l’indignazione di Cristo, e con l’inferno aperto; lasciate questo santo abito, diceva il Religioso. O questo no, replicava l’infermo; lasciate dunque la mala pratica, licenziatela, mandatela fuori di casa, se volete Maria per Protettrice. – O quanti e quanti si trovano, che sono macchiati della medesima pece, e si pensano d’andar salvi con menare una vita cattiva sulla speranza di qualche ossequio alla Vergine Santissima. Ma, Padre, che rispondete alle rivelazioni tanto famose, che chi è devoto di Maria non può dannarsi. Ci voleva anche questa per inquietarmi! Prima rispondo, che simili rivelazioni, o non si possono, o non si devono intendere, che della devozione, la quale è vera, perocché quella, che è falsa, ed è collegata col peccato, ordinariamente tira seco la dannazione. Dico in secondo luogo, che tali rivelazioni non si devono prendere nel senso loro letterale, ed assoluto, perché altrimenti si prenderebbe uno sbaglio di troppo peso. Sia per cagione d’esempio. In San Matteo al cap. 16. si dice: Qui crediderit, baptizatus fuerit salvus erit. Colui, che crederà ed avrà il Battesimo sarà salvo. Lo vedrebbe chi non ha occhi, che se volessimo intendere queste parole così assolute, ne verrebbe in conseguenza che saria sufficiente a salvarsi con il Battesimo la sola Fede, il che, come vedete, è più che falso, perché è di Fede indubitatissima, che per salvarsi, è necessaria la nostra cooperazione, e però l’Apostolo San Paolo dice: Non coronabitur, ni si qui legitime certaverit, con la Fede e col Battesimo vi vogliono l’opere; dunque tali parole di simili revelazioni si devono prendere non così sole, ma unite ad altre come queste, che dicono che con la Fede e col Battesimo vi vogliono le opere, e così per appunto, mentre in esse si vien dicendo, che i devoti di Maria si salveranno, insieme, sì insieme si deve intendere, se coopereranno alla loro salute, essendo verissimo che una simile Devozione è giovevole, ad un tal fine. Rispondo in terzo luogo, che queste rivelazioni non sono di fede ancorché siano venerabilissime, pregiabilissime, perché quelle solamente sono di fede, … Quæ proponuntur ab Ecclesia, ut credantur, che si propongono dalla Chiesa, acciò si credano. Ma queste, dalla Chiesa non son proposte perché si credano, adunque senza dubbio non sono di fede, ed io, dall’altra parte ho contro di voi più di cento rivelazioni che dalla Chiesa si propongono perché si credano. Nella prima de’ Corinti al cap. 6: Iniqui Regnum Dei non possidebunt, non è il Regno di Dio, per chi offende Dio. Ne’ Romani al cap. 8. Si secundum carnem vixeritis moriemini, se vivrete secondo i vostri sfrenati capricci vi troverete eternamente sepolti nel fuoco. In Giob al 21: Ducunt in bonis dies suos et in puncto ad infernum descendunt, consumano la vita loro in cercare tutti i piaceri, ed in un momento vanno all’inferno a trovar tutti i tormenti. Or che dite? Mentre io contro alle vostre rivelazioni, che non sono di fede, ne porto moltissime che sono di fede; adunque torno a dire, non vi fidate, non peccate sotto la scorta della Devozione, perché vi perderete. Oh Padre, noi abbiamo conosciuto uominacci di tal vita, che peggiori non sappiamo immaginarceli. Morì un certo uomo così disonesto che non aveva riguardo ad imbrattarsi con ogni età, con ogni sesso, con ogni condizione, anche le vergini consacrate a Dio restavano, per quanto era dal canto suo, appannate d’abito impuro; or questo uomo con somma pace e con tutti i Sacramenti, né ad altro può attribuirsi, che a quella Devozione che aveva di visitare Nostra Signora ogni sera. Passò all’altra vita una donna da me conosciuta, così vana, che pareva per lei esser nata ogni usanza, ogni moda, s’adornava per compiacere se stessa, per piacere ad altri, e se nello specchio faceva più ritratti di sé stessa, non lasciava anche di farne copia, e pure una donna di tal sorte, anche essa munita de’ Sacramenti passò con pace all’altro mondo, né può attribuirsi ad altro, una tal fortuna, che a quel benedetto Rosario, che sempre recitò. Chi v’ha detto, che questa gente sia salva? Forse l’arguite dalla quiete con cui sono morti, or vedete come diversamente da voi discorro, poiché dico che, essendo sì malamente vissuti si saranno dannati ed intanto non mostrarono inquietudine nel morire, in quanto, come dice Isidoro: il demonio non inquieta, chi già è certamente suo, prostratos, ac suos factos, contemnit. Ma Padre, sappiamo pur noi tanti e tanti esempj di certi uomini, e di certe donne che avevano mantello da ogni acqua, e stomaco da ogni vivanda, e pure si sono salvati per la protezione della Vergine. Ditemi, come si chiama questo libro, ove sono questi esempi? Il Libro de’ Miracoli; dunque a salvare uno di questi falsi devoti vi vuole un miracolo! Dunque, la loro salute si racconta come miracolo. E non vedete benissimo che lo sperare di salvarsi per miracolo, è lo stesso che darsi per dannato, perché miracoli si fanno sì rari, che è miracolo de’ miracoli, quando sono spessi? Fermatevi, non vedete che il fiume è grosso, non è possibile, che se vi cimentate al passo non ne restiate annegato. Eh Padre chi porta l’Abito di Nostra Signora non teme; vi passò, non è molto, uno, e giunte salvo al lido; ma questo esempio vi farebbe cuore per tragittare; appunto. Chi di voi, quantunque sappia, che uno per mezzo d’una devozione a Maria restò libero dalle archibugiate, si porrebbe a fronte per riceverle? Niuno certo sarebbe ben pazzo che volesse esporsi ad evidente pericolo di morte sulla speranza d’un miracolo, e pur questi sono gli stolti a’ danni dell’anima, che non fidano il corpo ad un miracolo, ma l’anima. – Mi ricordo aver letto, e finisco, come in San Martino, Terra vicina ai confini della Provenza, fu narrato questo caso da’ Padri Missionari Francesi. Si trovava in Firenze un malvivente, di quei che a guisa di animali immondi non si rivolgono che tra sozzure. Era quelli verso la Vergine un falso devoto, perché con i suoi ossequi a Maria voleva unire laidezze. Fra gli altri atti di Devozione fu l’andarsene à Roma, ove fattasi fare una statua d’Alabastro di Nostra Signora, ottennevi dalla Santità d’Urbano Ottavo Indulgenza in articolo di morte, la quale per lui non stette molto a giungere. Si fece portare la statua, e, doppo averla devotamente baciata per guadagnare l’Indulgenza, si munì con gl’altri Sacramenti, e poco dopo spirò. Indi a non molto , volendogli un Sacerdote dir la Messa, gli comparve, e dissegli: non vi straccate a pregar per me; le vostre Orazioni, benché fervorose, nulla mi gioveranno, son dannato. Dannato! E non siete voi quello, che eravate tanto devoto della Madonna, e non siete voi quello che ve la faceste fare in Roma per averla in vostro aiuto? Sì, ma sappiate che quando m’approssimai per dare un bacio alla statua, in cambio di Maria, baciai il demonio ivi comparso in forma di Colei, nella quale erano stati sempre collocati i miei affetti, ed ora per Lei mi trovo dannato. Che dite di questo caso, o falsi Devoti di Maria? Che volete, che diciamo Padre; diremo, che accade esser più nel numero de’ devoti di Maria; lasciamo pure di digiunare il Sabato, di recitare l’Offizio. No, no, tacete bocche indegne non dite così, questo vostro discorso è troppo mal fondato, non me lo credete? Riposiamo prima, e poi discorreremo.
LIMOSINA.
Innocenzo Terzo, al riferire del Surio, che doveva dannarsi, ma per aver fatta una gran limosina, con cui s’era alzato un Monastero in onore della Vergine
Santissima aveva avuto grazia di fare un atto di Contrizione prima di morire.
Fate limosina ad onor di Maria.
SECONDA PARTE
Questa è la spina che mi trafigge il cuore, forte più di quanto finora v’ho detto, perché temo, che dal mio discorso non ne caviate una sciocchissima conseguenza, e perciò non prendiate motivo di lasciare tutte le Devozioni che fate in onore di Maria. Guai a voi se lascerete il Santissimo Rosario, se non porterete l’Abito del Carmine, la Sacra Cintura. Guai a voi, se non digiunerete in onor suo, se in suo ossequio non visiterete le sue Immagini, non mi state à parlare scioccamente, e dire a che servono queste Orazioni, se non servono per moneta da entrare in Paradiso? È vero, che non servono per moneta da entrare in Paradiso, ma servono perché il Signore v’aspetti un poco più, perché non fulmini così presto il castigo. Quanto più siete in disgrazia, tanto più dovete raccomandarvi a’ Santi, alla Vergine, a Dio. Bisogna levarsi questa pazzia di testa, che la Devozione della Madonna non vi ha da servire per scorta a’ peccati; digiuno il sabato, visito la Madonna, recito l’Offizio, dunque posso andare in quella casa, posso covare quell’odio: Oh che stolte conseguenze! La Devozione di Maria v’ha da servire per impetrarvi il perdono de’ peccati; lo non ho mai saputo che niuno si ferisca perché ci fono i balsami da medicarsi: i balsami fon fatti per le ferite; ma non si fanno le ferite per adoperare i balsami. Ditemi, ed a che ferve per vita vostra la patente d’un principe, volete forse che serva per franchigia di laidezze, di furti, d’omicidi, o questo no! Servirà bensì perché se il protetto ha qualche lite, il principe raccomandi la sua causa; servirà perché , se è perseguitato, il principe si frapponga e metta le parti in pace; servirà perché, se si trovasse in povertà, il principe gli assegni qualche stipendio da poter vivere. Tanto appunto dico io della Devozione della Madonna, non v’ha da servire di scala franca per liberamente peccare, perché andiate sfacciatamente in quella casa, perché liberamente facciate vendetta; non serve in questo, ma v’ha da servire, perché possiate avere molti aiuti di grazia che Ella v’impetrerà; molti soccorsi, che vi porgerà nelle vostre tentazioni; molti lumi Divini, che vi rischiareranno la mente; vi sottrarrà da molti castighi, che vi verrebbero addosso, e poi quel che più importa, servirà la Devozione della Vergine, perché abbiate particolare assistenza nel punto della morte. Per tutti questi capi, dico vi servirà la Devozione di Maria, ma non già mai per quello che voi vorreste, che sarebbe di poter vivere sempre a guisa di corvi, e poi morire come colombe. Io non pretendo, torno a dirvi, con questo mio discorso di togliere a’ peccatori quella confidenza che essi ripongono in Maria per le Orazioni, e Devozioni di Cintura, di abito del Carmine, Santissimo Rosario, Offizio, Limosine fatte in onor suo, e molto meno di levare alla Vergine quel culto che pur riceve da’ peccatori. Voglio che confidiate in Maria, voglio che le prestiate gl’ossequi che avete principiato, ma voglio altresì darvi qualche segno che vi possa far sperare salute eterna per mezzo della Devozione di Maria. Attenti. – Due sorti di peccatori si trovano, ed ambedue devoti di Maria. Alcuni sono peccatori, ed è grandissimo male; ma quel che è peggio vogliono seguitarlo ad esserlo, aggiungendo alle piaghe delle colpe mortali l’ostinazione, mentre non curano guarirle; e di questi non se ne può fare se non pessimo pronostico: già stanno con un piede nell’inferno ed è quasi certa la loro dannazione. – Altri sono peccatori, è vero; ma se peccano hanno subito fiero rimorso di coscienza, ed un animo fisso di lasciare il vizio; onde è, che bramano e cercano di trovare qualche pietoso samaritano, il quale versi balsamo sopra le loro ferite che pur troppo le conoscono mortali. Questa seconda sorte di peccatori, miei UU. possono avere qualche speranza di salute, poiché sebbene non abbiano la vera devozione di Maria, perché son privi di quella pronta e risoluta volontà di lasciare il peccato per amor suo, ad ogni modo sono stradati per averla, mentre racchiudono in cuore quella volontà di voltar le spalle a’ vizi, e di liberarsi dalla servitù contratta col demonio per mezzo di replicate scelleratezze. È vero che i primi albori dell’aurora nascente non sono giorno, ma è altresì verissimo che indi a poco il diverrà. È vero che chi pecca non è devoto di Maria, benché a sua riverenza pratichi molte Devozioni; ma è altresì vero che se unitamente a queste devozioni, avrà vera brama di liberarsi da’ vizi potrà sperare di svilupparsene, e di conseguire la vera Devozione, che ottenuta li conduca ad una beata morte, principio d’una eterna vita. Dunque, o peccatori, seguitate à raccomandarvi di cuore alla Vergine, seguitate pure à portare la Cintura, a vestir l’Abito, e recitare il suo Santissimo Rosario; ma sopra tutto vi raccomando che, se volete che la Vergine vi protegga, servate illi Puerum, non gli maltrattate il Figliuolo, non glielo strapazzate. Tanto disse il Re David a quei soldati, che gli professavano devozione, allorché gli altri gli si ribellarono; Servate mihi puerum meum Absalon; Servate mihi Puerum meum Jesum, dice la Vergine a questi che si dichiarano suoi devoti. Deh, se veramente m’amate, dice Maria a’ peccatori, se mi volete vostra Protettrice ne’ bisogni di questo Mondo, in vostro aiuto nel punto di morte, contentatevi di salvarmi il mio caro Figlio Gesù, Servate, non lo strapazzate con la lingua, non l’oltraggiate con i pensieri, non lo conculcate con i fatti peccaminosi, … Servate mihi. Date ricetto nel vostro Cuore a Gesù, Gesù riverite, Gesù amate, Giesù onorate, che così con tutta verità potrete dirvi miei devoti, ed allora non mancherò d’aiutarvi in questa vita, ed assistervi in morte.