CRISTO-RE (13)
TOTH TIHAMER:
Gregor. Ed. in Padova, 1954
Imprim. Jannes Jeremich, Ep. Beris
CAPITOLO XVI
CRISTO, RE DEI DOLORI
« All’udire ciò, presero molte pietre per scagliarle contro di Lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio » (Gv VIII, 59). Quale profonda tragedia si cela dietro queste parole! La tragedia degli uomini di allora e degli uomini di oggi: l’abitudine di lapidare chi ci fa del bene. Guardare dall’alto in basso i migliori. È l’incredibile ostinazione con cui gli uomini hanno lanciato in faccia al nostro Salvatore il grido di ribellione: « Non vogliamo che quest’uomo sia il nostro Re! » Il Signore rifiutato deve nascondersi e andarsene. Quanto lontano andrà l’umanità quando si separerà da Cristo! Al punto da raccogliere pietre da scagliare contro il loro Re. Nostro Signore è il Re dei dolori. Non è solo il testardo popolo giudaico che voleva lapidarlo, oggi lo lapidano anche per i molti peccati che vengono commessi. Eppure, questo Re dei dolori è l’unica speranza dell’umanità, che procede a tentoni perché ha perso la bussola. Se guardiamo alla storia dell’umanità, quante volte si è ripetuta la scena: « Non vogliamo che questo sia il nostro Re ». « Non lo vogliamo! », gridano i coniugi; « la Religione non ha il diritto di interferire nel nostro matrimonio; saremo felici a modo nostro ». « Non lo vogliamo! », grida un giovane frivolo e affamato di piacere. « Il sesto comandamento? Non fa per noi! ». « Non lo vogliamo! » gridano i politici; « la Religione non ha nulla a che fare con la politica; lo Stato moderno non può tenere conto della religione ». « Non lo vogliamo! », gridano molti scienziati; « la scienza è al di sopra della morale ». « Non lo vogliamo! », gridano gli artisti, le star del cinema…. « Non lo vogliamo! », gridano gli intellettuali, i finanzieri, gli imprenditori, gli operai. « Non vogliamo seguire i dieci comandamenti ». Povero Cristo, Tu, Re dei dolori, ci guardi dalla croce. Tutti sono contro di Te? Quanti pochi Ti seguono! Cosa rimane per Te? Solo le chiese, i tabernacoli! E se i malvagi ti lapidano anche lì, non c’è più un solo rifugio per te. Ma ecco che Gesù Cristo rimane saldo in quest’ultimo rifugio…. Il tabernacolo è ancora suo; e cosa vediamo? Il Re del dolore parte da lì per il suo cammino di conquista. Quando sembrava che l’intera società avesse bandito Cristo; quando sembrava che non ci fosse più posto per Lui su questa terra; quando pensavamo che la croce di Cristo giaceva a terra ed era sepolta sotto la polvere dell’oblio e la spazzatura della malvagità; quando la società erigeva i suoi nuovi idoli invece di prostrarsi davanti alla croce di Cristo; allora, nei nostri giorni, Cristo inizia a riconquistare il mondo…. I Romani presero la città di Gerusalemme nel 70 d.C. e la distrussero completamente, e con essa i luoghi sacri della cristianità. Distrussero il sepolcro di Nostro Signore e sul Golgota, dove aveva sofferto ed era morto, eressero un tempio a Venere e a Giove e collocarono le loro statue sulla cima del Calvario. Sul luogo stesso della croce di Cristo, le statue degli dei pagani!…. Fino all’arrivo dell’imperatore Costantino il Grande e dell’imperatrice Sant’Elena, che fecero distruggere il tempio pagano e scavare per cercare di ritrovare i luoghi sacri… Dopo un lungo e faticoso lavoro, finalmente apparve la tomba…, e non lontano da essa tre croci…, e i chiodi e l’iscrizione. Tre croci! Ma non sapevano quale fosse la croce di Cristo. Sicuramente è uno delle tre, ma quale? Non sapevano… Infine, hanno toccato un uomo gravemente malato con le tre croci. E al tocco della terza croce il malato guarì. Abbiamo trovato la croce di Cristo, fu il grido trionfale che passò di bocca in bocca in tutta la cristianità. Abbiamo la croce di Cristo! La croce di Cristo ha toccato un malato ed è stato guarito. Ci sono malati oggi? Non c’è solo una persona malata, ma l’intera società. Anche oggi vediamo idoli al posto della croce di Cristo? Vogliamo essere curati? Non c’è altro modo: innalziamo la croce di Cristo in tutti i luoghi dove un tempo si trovava e da dove è stata sostituita dagli idoli del paganesimo.
1° Prima di tutto, dobbiamo innalzare la croce nella nostra anima, nella nostra vita più intima. La conseguenza sarà questa: se la croce di Cristo è saldamente piantata nella mia anima, nulla potrà abbattermi. Cristo Re è stato crocifisso. Sembrava che tutta l’opera della sua vita sarebbe stata distrutta e buttata giù. Ha forse fallito? Niente affatto! Poi prese possesso del Suo trono. Voi soldati senz’anima, che lo avete incoronato di spine, sapevate quello che stavate facendo? No! Voi che avete piegato le ginocchia davanti a Lui in segno di scherno; Pilato, che ha fatto scrivere sulla croce: “Gesù di Nazareth, Re dei Giudei”… sapevate quello che stavate facendo? No. Non sospettavate che in quel momento l’impero di Roma stava vacillando e che il potere sovrano del Cristo crocifisso stava prendendo il suo posto. – Quanti milioni di persone hanno cercato nella Santa Croce il conforto, la pace e la forza di cui avevano bisogno… O Santa Croce! Ci ha sollevato dalle nostre passioni e ci ha liberato dalla nostra schiavitù. San Venceslao, il re santo, in una fredda notte d’inverno camminava a piedi nudi per le strade coperte di neve visitando le chiese. Era accompagnato da un servitore, che si lamentava per il freddo che faceva. « Guarda: cammina sui miei passi e vedrai che non hai freddo », disse Venceslao. Il servo lo fece e da quel momento non ebbe più freddo. – « Figlio, figlia – dice anche a te il nostro Re crocifisso – sei triste? Ti lamenti che il cammino della tua vita è terribilmente difficile? Guarda: segui i miei passi, aggrappati alla mia croce e non cadrai mai ». Prima di tutto, dobbiamo innalzare la croce nella nostra anima!
2° – In secondo luogo, quindi, sollevarla in famiglia! Molte famiglie si vergognano della croce; idolatrano il denaro, l’orgoglio, la vanità, la vita comoda, i piaceri… insomma, i sette peccati capitali…; è logico che poi sorgano gravi litigi e si creino molti problemi. C’è stato un tempo in cui la croce era l’ornamento di ogni casa cristiana; davanti agli occhi del Crocifisso cresceva il bambino; dal crocifisso traeva forza il marito stremato dal lavoro; serviva da incoraggiamento alla madre oberata dalle faccende di casa. Ma oggi la croce non presiede più le nostre case, perché? Perché la croce può rimanere solo dove vive lo spirito del Crocifisso. Ma questo spirito è uno spirito di amore e di sacrificio, mentre in molte famiglie regnano solo il disamore e l’egoismo. Cosa ci dice il crocifisso? « Prima gli altri, poi io! » E cosa ci dice invece l’egoismo? « Prima io, poi… io, e solo dopo gli altri! » Possiamo conciliare questi due spiriti? La famiglia cristiana è molto diversa da quella pagana. La famiglia cristiana si basa sullo spirito di sacrificio. Cosa significa essere un padre cristiano? Lavorare dalla mattina alla sera per la famiglia! Cosa significa essere una madre cristiana? Lavorare dall’alba al tramonto per la famiglia! Cosa significa essere un figlio cristiano? Obbedire ai miei genitori con rispetto e amore, prima ai miei genitori e solo dopo a me. Ma com’è la famiglia dove regna l’egoismo. Non c’è nessun crocifisso sulle pareti, perché? Perché tutta l’atmosfera è tale che il crocifisso, araldo di una vita di sacrifici, non ci starebbe bene. Sacrifici? « Bah! Dobbiamo divertirci il più possibile e sacrificarci il meno possibile ». Questo è il motto. Per questo i genitori evitano di avere figli; per questo non educano i figli ad essere esigenti e ad avere spirito di sacrificio…. Dobbiamo prendere la croce in famiglia!
3° E anche nella scuola! La maggior parte delle scuole e delle università europee sono state fondate dalla Chiesa. Ma l’educatore principale dei bambini e dei giovani è la famiglia, quindi, a chi spetta la responsabilità dell’educazione spirituale dei bambini e dei giovani? Al padre, alla madre e al Sacerdote: dove troviamo la forza di educare all’amore per il lavoro, alla purezza di vita, alla coerenza di vita, alla costanza nel fare il bene…? Dall’esempio di Cristo inchiodato alla croce. – Più di 40.000 studenti maomettani studiano all’Università del Cairo. E qual è la materia più importante che viene insegnata? Il Corano. Per loro questo libro è filologia ed etica, storia e diritto, filosofia e archeologia… E quando una volta uno straniero espresse il suo stupore per questo modo di pensare, la guida gli sussurrò all’orecchio: « La chimica è importante, ma Allah è più importante ». In un certo senso aveva ragione: la chimica è importante, importante, anche la tecnologia, la medicina; tutte le scienze sono importanti…, ma Dio è il più importante! Un tempo anche noi la pensavamo così. Nelle città, nei villaggi, l’edificio più visibile di tutti era la Chiesa, e sopra di essa la croce di Cristo sulla sua torre. Oggi non è più così, i grandi edifici sono le banche, le aziende, le fabbriche… Ma questo non sarebbe importante se la conoscenza scientifica non fosse spesso usata e manipolata per combattere la Religione. – Cosa ci succederà se adoriamo la scienza e la tecnologia, se non riconosciamo che ci può essere qualcosa di più prezioso, se non riconosciamo Dio, il Creatore dell’intero universo? Vedremo come l’uomo, che nega Dio, finirà per distruggere se stesso.
4° Alzare la croce in officina, in fabbrica. – Per le corporazioni del Medioevo la fede religiosa era la cosa più importante, ed è per questo che la croce presiedeva tutti i luoghi in cui si lavorava. L’artigiano doveva solo guardare la croce per trarne forza, incoraggiamento e perseveranza per fare un lavoro ben fatto; e quando la guardava, la persona in autorità imparava da essa ad essere giusta, ad amare i suoi subordinati, a trattarli come meritavano. All’ombra della croce non potevano esserci imbrogli, frodi sul lavoro, odio, lotta di classe, avidità, abbassamento dei salari, trattamenti disumani. – Poi è arrivata la rivoluzione industriale e i padroni assetati di profitto hanno preferito lasciare da parte la Religione, perché serviva solo a frenare la loro avidità. « La Religione non ha nulla a che fare con la finanza e il mondo degli affari… via il crocifisso… » e lo hanno tolt!. Qual è stato il risultato? La lotta di classe, che tante volte ha messo i popoli gli uni contro gli altri e che ha dato origine a tante guerre. Ma la questione sociale non sarà risolta finché non vedremo tutti Cristo inchiodato alla croce come modello da seguire, perché Cristo è il Re del lavoro!
***
Quando lo scrittore svedese Strindberg, dopo aver condotto una vita di totale traviamento e vizio, sentì che la sua fine si avvicinava, chiese che venisse posta una croce sulla sua tomba, con questa iscrizione: Ave Crux spes unica! « Ave, Santa Croce, nostra unica speranza ». Sì, anche oggi la nostra unica speranza è la croce di Cristo Re; è il nostro unico orgoglio, la nostra unica consolazione quando la sofferenza ci attanaglia. « Non mi vanto di conoscere altro… se non Gesù Cristo e lui crocifisso » (I Cor II, 2). Nel crocifisso è contenuta tutta la nostra teologia dogmatica e morale; c’è il nostro Catechismo; da esso scaturisce la nostra forza, la nostra speranza, la nostra felicità. La gentilità moderna ha seppellito la croce di Cristo; le statue pagane del disamore, del dio denaro e dell’immoralità risorgono sulla croce. Siamo Cristiani, ma abbiamo perso la croce.