AI SANTI MAGI
(Per la Festa e l’Ottava dell’Epifania, dal 6 al 13 gennaio)
(G. Riva: Manuale di Filotea, XXX Ed., 1888 – Milano)
I. O santi Magi, che viveste in continua aspettazione della stella di Giacobbe, la quale doveva annunziare la nascita del vero Sole di Giustizia, otteneteci la grazia di vivere sempre nella speranza di vedere spuntato sopra di noi il giorno della verità, la beatitudine del Paradiso. Gloria.
II. O Santi Magi, che al primo brillar della stella miracolosa abbandonaste i patri paesi, per andar tosto in cerca del neonato re de’ Giudei, otteneteci la grazia di corrispondere, come voi, prontamente a tutte le divine aspirazioni. Gloria.
III. O Santi Magi, che non temeste i rigori delle stagioni e gli incomodi dei viaggi per giungere a ritrovare il nato Messia, otteneteci la grazia di non sgomentarci giammai per le difficoltà che si incontrano nella via della salute. Gloria.
IV. O Santi Magi, che abbandonati dalla stella nella città di Gerusalemme, ricorreste umilmente e senza umano rispetto a chi poteva darvi certa notizia del luogo ove si trovava l’oggetto delle vostre ricerche, otteneteci la grazia che in tutti i dubbi, in tutte le perplessità noi ricorriamo umilmente, e fedelmente ci atteniamo al consiglio dei nostri superiori, che rappresentano sulla terra la stessa persona di Dio. Gloria.
V. O Santi Magi, che, contro ogni vostra aspettazione, foste di nuovo consolati dalla stella ricomparsa a servirvi di guida, otteneteci dal Signore la grazia che, rimanendo a Lui fedeli in tutte le afflizioni, meritiamo di essere consolati dalla sua grazia, nel tempo, e dalla sua gloria nell’eternità. Gloria.
VI. O Santi Magi, che, entrati pieni di fede nella stalla di Betlemme, prostesi a terra, adoraste il nato Re dei Giudei, quantunque non fosse circondato che da indizi di povertà e di debolezza, otteneteci dal Signore la grazia di ravvivar sempre la nostra fede quando entriamo nella sua casa, affine di dimorarvi con quel rispetto, che è dovuto alla grandezza della sua maestà. Gloria.
VII. O Santi Magi, che offrendo a Gesù Cristo, Oro, Incenso e Mirra, lo riconosceste concordemente come Re, come Dio e come Uomo, otteneteci dal Signore la grazia che non ci presentiamo mai colle mani vuote davanti a Lui, ma Gli offriamo anzi continuamente l’Oro della carità, l’Incenso dell’adorazione, la Mirra della penitenza, giacché senza questa virtù è impossibile incontrare il suo aggradimento. Gloria.
VIII. O Santi Magi; che avvisati da un Angelo di non ritornare da Erode, vi avviaste subito per altra strada alla vostra patria, otteneteci dal Signore la grazia che, dopo esserci con Lui riconciliati nei santi Sacramenti, viviamo lontani da tutto quello che potrebbe esserci occasione di nuovi peccati. Gloria.
IX. O Santi Magi, che, chiamati per i primi fra i Gentili alla cognizione di Gesù Cristo, perseveraste fino alla morte nella profession di sua fede, otteneteci dal Signore la grazia di viver sempre in conformità alle promesse da Lui fatte nel santo Battesimo di rinunziare cioè costantemente al mondo ed alle sue pompe, alla carne ed alle sue lusinghe, al demonio ed alle sue suggestioni, affine di meritarci come voi la visione beatifica di quel Dio che forma qui in terra l’oggetto di nostra fede. Gloria.
ORAZIONE.
Deus, qui hodierna die Unigenitum tuum, Gentibus stella duce, revelasti, concede propitius; ut qui jam te ex fide cognovimus, usque ad contemplandam speciem tuæ celsitudinis perducamur. Per eumdem Dominum, etc.
A GESÙ ADORATO DAI MAGI.
I Magi prostrati ai vostri piedi, o mio Salvatore, sono le primizie della Gentilità. Vi ringrazio mille volte della loro vocazione; essa fu pegno della mia; ma sono io poi altrettanto fedele a corrispondervi, quanto lo furono questi primi apostoli della Religione, miei veri modelli, miei colleghi nella fede? – Ah! Signore, risuscitate in me lo spirito di quella preziosissima grazia la cui memoria mi viene richiamata nell’adorazione dei Magi, di quella grazia inestimabile di cui già mi favoriste con una predilezione speciale, e che troppo sovente ho meritato di perdere dopo di averla ricevuta. La memoria della mia vocazione al Cristianesimo sia per l’avvenire, o mio Dio, il motivo della mia più viva riconoscenza. Le sue massime e le obbligazioni che ella mi impone facciano tutta la regola di mia condotta per meritarmi così il diritto all’eredità dei veri credenti.
Tre Gloria.