FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE (2022)

FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE (2022)

(Messale Romano di S. Bertola e G. Destefani, comm. di D. G. LEFEBVRE O. S. B; L. I. C. E. – R. Berruti & C. Torino 1950)

Doppio di 1a classe. – Paramenti bianchi.

Festa di precetto.

Avendo da tutta l’eternità deciso di fare di Maria la Madre del Verbo Incarnato (Ep.), Dio volle che dal primo istante del suo concepimento Ella schiacciasse la testa del serpente, e la circondò di un ornamento di santità (Intr.) e fece della sua anima, che preservò da ogni macchia, un’abitazione degna del suo figliuolo (Oraz.). La festa dell’Immacolata Concezione si celebrava nel sec. VIII in Oriente il 9 dicembre; nel sec. IX in Irlanda il 3 maggio e nell’XI sec. in Inghilterra l’8 dicembre. I benedettini con S. Anselmo, e i francescani con Duns Scoto (+ 1308) si dimostrarono favorevoli alla festa dell’Immacolata Concezione, celebrata dal 1128 nei monasteri anglo sassoni. Nel sec. XV papa Sisto IV, fece costruire nel Vaticano la cappella Sistina in onore della Concezione della Vergine. E l’8 dic. 1854 Pio IX proclamò ufficialmente questo grande dogma; interpretando la tradizione cristiana, sintetizzata dalle parole dell’Angelo: « Ave Maria, piena di grazia, il Signore è teco ». ( Vang.) « Sei tutta bella, o Maria, e macchia originale non è in te » dice con grande verità il verso alleluiatico. Come l’aurora, messaggera dei giorno, Maria precede l’astro che ben presto illuminerà il mondo delle anime. (Com.). Ella introduce nel mondo suo Figlio e per la prima volta si presenta nel ciclo liturgico. Domandiamo a Dio di « guarirci e di purificarci da tutti i nostri peccati » (Secr.. e Post.), affinché siamo resi più degni di accogliere Gesù nei nostri cuori.

Incipit

In nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti. Amen.

Adjutórium nostrum in nómine Dómini.
R. Qui fecit cælum et terram.
Confíteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michaéli Archángelo, beáto Joánni Baptístæ, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sanctis, et vobis, fratres: quia peccávi nimis cogitatióne, verbo et ópere: mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaélem Archángelum, beátum Joánnem Baptístam, sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, omnes Sanctos, et vos, fratres, oráre pro me ad Dóminum, Deum nostrum.
S. Misereátur nostri omnípotens Deus, et, dimíssis peccátis nostris, perdúcat nos ad vitam ætérnam.
R. Amen.
S. Indulgéntiam, absolutiónem et remissiónem peccatórum nostrórum tríbuat nobis omnípotens et miséricors Dóminus.
R. Amen.

V. Deus, tu convérsus vivificábis nos.
R. Et plebs tua lætábitur in te.
V. Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.
R. Et salutáre tuum da nobis.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.

Introitus

Is LXI: 10

Gaudens gaudébo in Dómino, et exsultábit ánima mea in Deo meo: quia índuit me vestiméntis salútis: et induménto justítiæ circúmdedit me, quasi sponsam ornátam monílibus suis.

[Mi rallegrerò nel Signore, e l’ànima mia esulterà nel mio Dio: perché mi ha rivestita di una veste di salvezza e mi ornata del manto della giustizia, come sposa adorna dei suoi gioielli.


Ps XXIX: 2

Exaltábo te, Dómine, quóniam suscepísti me: nec delectásti inimícos meos super me.

[Ti esalterò, o Signore, perché mi hai rialzato: e non hai permesso ai miei nemici di rallegrarsi del mio danno.]


Gaudens gaudébo in Dómino, et exsultábit ánima mea in Deo meo: quia índuit me vestiméntis salútis: et induménto justítiæ circúmdedit me, quasi sponsam ornátam monílibus suis.

[Mi rallegrerò nel Signore, e l’ànima mia esulterà nel mio Dio: perché mi ha rivestita di una veste di salvezza e mi ornata del manto della giustizia, come sposa adorna dei suoi gioielli.]

Kyrie

S. Kýrie, eléison.
M. Kýrie, eléison.
S. Kýrie, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Christe, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Kýrie, eléison.
M. Kýrie, eléison.
S. Kýrie, eléison.

Gloria

Glória in excélsis Deo. Et in terra pax homínibus bonæ voluntátis. Laudámus te. Benedícimus te. Adorámus te. Glorificámus te. Grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam. Dómine Deus, Rex cæléstis, Deus Pater omnípotens. Dómine Fili unigénite, Jesu Christe. Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris. Qui tollis peccáta mundi, miserére nobis. Qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram. Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis. Quóniam tu solus Sanctus. Tu solus Dóminus. Tu solus Altíssimus, Jesu Christe. Cum Sancto Spíritu ✠ in glória Dei Patris. Amen.

Oratio

Orémus.
Deus, qui per immaculátam Vírginis Conceptiónem dignum Fílio tuo habitáculum præparásti: quǽsumus; ut, qui ex morte ejúsdem Filii tui prævísa eam ab omni labe præservásti, nos quoque mundos ejus intercessióne ad te perveníre concédas.

[O Dio, che mediante l’Immacolata Concezione della Vergine preparasti al Figlio tuo una degna dimora: Ti preghiamo: come, in previsione della morte del tuo stesso Figlio, preservasti lei da ogni macchia, cosí concedi anche a noi, per sua intercessione, di giungere a Te purificati.]

Lectio

Léctio libri Sapiéntiæ
Prov VIII: 22-35

Dóminus possedit me in inítio viárum suárum, ántequam quidquam fáceret a princípio. Ab ætérno ordináta sum, et ex antíquis, ántequam terra fíeret. Nondum erant abýssi, et ego jam concépta eram: necdum fontes aquárum erúperant: necdum montes gravi mole constíterant: ante colles ego parturiébar: adhuc terram non fécerat et flúmina et cárdines orbis terræ. Quando præparábat coelos, áderam: quando certa lege et gyro vallábat abýssos: quando æthera firmábat sursum et librábat fontes aquárum: quando circúmdabat mari términum suum et legem ponébat aquis, ne transírent fines suos: quando appendébat fundaménta terræ. Cum eo eram cuncta compónens: et delectábar per síngulos dies, ludens coram eo omni témpore: ludens in orbe terrárum: et delíciæ meæ esse cum filiis hóminum. Nunc ergo, filii, audíte me: Beáti, qui custódiunt vias meas. Audíte disciplínam, et estóte sapiéntes, et nolíte abjícere eam. Beátus homo, qui audit me et qui vígilat ad fores meas quotídie, et obsérvat ad postes óstii mei. Qui me invénerit, invéniet vitam et háuriet salútem a Dómino.

[Il Signore mi possedette dal principio delle sue azioni, prima delle sue opere, fin d’allora. Fui stabilita dall’eternità e fin dalle origini, prima che fosse fatta la terra. Non erano ancora gli abissi e io ero già concepita: non scaturivano ancora le fonti delle acque: i monti non posavano ancora nella loro grave mole; io ero generata prima che le colline: non era ancora fatta la terra, né i fiumi, né i càrdini del mondo. Quando preparava i cieli, io ero presente: quando cingeva con la volta gli abissi: quando in alto dava consistenza alle nubi e in basso dava forza alle sorgenti delle acque: quando fissava i confini dei mari e stabiliva che le acque non superassero i loro limiti: quando gettava le fondamenta della terra. Ero con Lui e mi dilettava ogni giorno e mi ricreavo in sua presenza e mi ricreavo nell’universo: e le mie delizie sono lo stare con i figli degli uomini. Dunque, o figli, ascoltatemi: Beati quelli che battono le mie vie. Udite l’insegnamento, siate saggi e non rigettatelo: Beato l’uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno all’ingresso della mia casa, e sta attento sul limitare della mia porta. Chi troverà me, troverà la vita e riceverà la salvezza dal Signore.]

Graduale

Judith XIII: 23

Benedícta es tu, Virgo María, a Dómino, Deo excélso, præ ómnibus muliéribus super terram,
[Benedetta sei tu, o Vergine Maria, dal Signore Iddio Altissimo, piú che tutte le donne della terra].

Judith XV: 10

Tu glória Jerúsalem, tu lætítia Israël, tu honorificéntia pópuli nostri. Allelúja, allelúja
[Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu l’allegrezza di Israele, tu l’onore del nostro popolo. Allelúia, allelúia]

Cant. IV: 7

Tota pulchra es, María: et mácula originális non est in te. Allelúja.
[Sei tutta bella, o Maria: e in te non v’è macchia originale. Allelúia].

Evangelium

Sequéntia +︎ sancti Evangélii secúndum Lucam
Luc I: 26-28
In illo témpore: Missus est Angelus Gábriël a Deo in civitátem Galilææ, cui nomen Názareth, ad Vírginem desponsátam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David, et nomen Vírginis María. Et ingréssus Angelus ad eam, dixit: Ave, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus.[In quel tempo: Fu mandato da Dio l’Àngelo Gabriele in una città della Galilea chiamata Nàzaret, ad una Vergine sposata ad un uomo della casa di David, di nome Giuseppe, e la Vergine si chiamava Maria. Ed entrato da lei, l’Àngelo disse: Ave, piena di grazia: il Signore è con te: Benedetta tu fra le donne.]

OMELIA

[J. B.- Bossuet: La Madonna, discorsi nelle sue feste – trad. F. Bosio; 1944 – V. Gatti ed. Brescia, 1934].

IMMACOLATA CONCEZIONE – II DISCORSO

Tota pulchra es.

Se ci è caro il dolce nome di Maria, e godiamo nel celebrare le sue lodi e bramiamo la sua gloria, io e voi, o Cristiani, figli della Vergine, che qual madre oggi qui ci riunisce, dobbiamo godere ed esultare nel Signor nostro Iddio. Oggi è tornato luminoso il giorno di festa che ricorda il grande istante in cui l’anima di Maria, anima predestinata al più alto grado di grazia e di gloria, s’unì al corpo: un corpo la cui purezza non ha confronto e neppur l’uguaglia il candore degli spiriti celesti; corpo che un giorno attirerà sulla terra lo Sposo vergine delle anime caste! È doverosa, nevvero, o fratelli, una grande gioia?… una grande gioia spirituale inondi dunque l’anima nostra in questa festa! Via, via da questa concezione le lacrime ed i pianti che accompagnarono il nostro primo essere… questa fu tutta purezza e candore. Oh no, non dobbiamo credere, o Cristiani, che la corruzione che intacca all’inizio la vita di ogni essere nato da donna, abbia anche solo sfiorato la immacolatezza dell’anima di Colei che Dio destinava a Madre dell’Unigenito! È questo che voglio pensiate con me, che vi parlo, ma, non ve lo nascondo, con una grande trepidazione. Tra tutti gli argomenti, che si trattano nelle scuole e nelle adunanze dei dotti ecclesiastici, nessuno è delicato quanto questo, perché oltre la difficoltà del Soggetto, che mette in imbarazzo anche i più dotti oratori, la S. Chiesa impone la più grande cautela ed un grande riserbo nelle affermazioni! [Notiamo che Bossuet parlava quando il dogma non era definito.] … Diciamo subito, o Cristiani, e diciamolo a gloria del nostro Padre celeste, che la Vergine Santa, non provò affatto gli attacchi del peccato, comune alla nostra misera natura… diciamolo con quanta forza e gioia possiamo… che non si stacchi però da una prudente riservatezza: sarà soddisfatto il bisogno del nostro cuore… ma insieme sarà obbedita, e quindi contenta, la nostra Madre la Chiesa, senza che nulla vi perda la nostra tenerezza figliale verso la gran Madre del Cielo. Vi sono certe teorie oscure e difficili, che per persuaderle a noi ed agli altri occorre accanto ad uno sforzo di ragionamento, tutto il fascino dell’arte del dire. Altre, invece, hanno in se stesse una tale luminosità, che subito gettano sprazzi di luce nell’anima che le studia; anzi ci si sente portati ad amarle prima ancora d’averle conosciute attraverso il lavoro della intelligenza. Sono verità che non hanno bisogno di dimostrazione: si tolgan gli ostacoli, si chiariscan le obbiezioni e subito l’intelligenza, per un moto spontaneo dell’anima, vi aderisce. – Per me la verità che la concezione della Madre di Dio godette d’uno specialissimo privilegio, cioè che il suo Figlio, suo Dio onnipotente, l’abbia voluta preservata dalla comune infezione che intacca tutte le nostre facoltà, giù, giù fino in fondo all’anima ed avvelena le sorgenti della nostra vita, per me vi dico è una di queste verità che s’intuiscono e si amano per un bisogno prepotente del cuore! …. Crederete con tranquillità, vi dissi, ma lo dissi così per dire, poiché voi ne siete più che convinti, e le mie parole non potranno che confermare la vostra pia credenza, in attesa della parola definitrice della Chiesa nostra Madre e Maestra infallibile. – Mi pare proprio inutile esporre qui una verità che non può essere sconosciuta ad alcuno. La sappiamo tutti: Adamo nostro primo padre, s’alzò contro Dio, e perdette all’istante il dominio che naturalmente aveva sulle sue passioni: la ribellione vendicò terribilmente la prima grande disobbedienza umana. Egli sentì subito una rivolta paurosa, dentro di sé, alla quale non trovava forza per opporsi: la materia di cui era composto s’era alzata prepotente contro la ragione spaventata di non poterla domare. Ma, ed è ancor più deplorevole, avvenne che le brame brute e cieche dei nostri sensi, abbuiando la mente, ebbero gran parte nella nostra nascita. Viene da questo che un non so che di vergognoso circonda il fatto della generazione d’un uomo, perché noi tutti veniamo da un appetito fuorviato che fece arrossire il nostro primo padre. – (….)  Che diremo allora della Santa Vergine? È verità: concepì essendo Vergine; ma non fu concepita da una vergine! Tale onore non può attribuirsi che al Figlio suo: per Lei, la concezione dovette compiersi nel modo comune; come sarà preservata dalla corruzione inseparabilmente congiunta all’atto della generazione umana? Ricordiamo che l’Apostolo Paolo, parla di questa infezione con frase così universale, che pare impossibile poter ammettere una deroga a questa legge, una eccezione. Dice infatti, nella sua lettera ai Romani (V, 12) « tutti hanno peccato: tutti morirono in Adamo, ché tutti in Adamo hanno peccato ». Vi sono anche altre frasi simili e non meno forti né meno universali!… Dove troveremo noi un rifugio in cui porre la cara nostra Madre perché sfugga alla condanna universale? Oh certamente tra le braccia del suo Figlio divino… nell’onnipotenza divina. Sarà questa sorgente di misericordia divinamente inesauribile, il suo rifugio. Mi pare abbiate ben compresa l’obbiezione: io cercai, come meglio potevo, presentarvela in tutta la sua forza. Seguitemi con attenzione, mentre rispondo: vi dirò tutto in poche parole, poiché parlo a persone intelligenti. Non possiamo negare, o Cristiani, che Maria sarebbe come noi stata perduta, se il Medico pietoso che sa trovar rimedi a tutti i nostri mali, non avesse divisato di prevenirne la morte con la sua grazia. Il peccato che, come torrente impetuoso, travolge ogni nato da donna avrebbe travolto nei suoi gorghi avvelenati Maria. Ma, non v’è ondata, così travolgente ed impetuosa, che non possa essere arrestata dalla divina onnipotenza quando e come le piaccia. Mirate con quale rapida costanza il sole compie il cammino tracciatogli dalla provvidenza: eppure noi sappiamo che, nella piena corsa, con la parola di un uomo, Dio lo fermò. – Gli abitanti le rive del Giordano, il fiume sacro della Palestina, vedevano con quanta rapidità le sue acque correvano al Mar Morto… eppure l’Armata d’Israele le vide rimontare alla sorgente per lasciar libero il passo all’Arca dell’Alleanza del Dio Onnipotente. – Qual cosa più naturale che le fiamme d’una fornace ardente brucino… eppure l’empio Nabucodonosor non ammirò tre giovani lieti tra le fiamme, che il suo comando ed i suoi carnefici avevano invano aizzato? – Non di meno davanti a questi fatti miracolosi, nessuno di noi vorrà dire che vi sia fuoco che non bruci, né che il sole non corra eterno per la sua via, né che qualche fiume torna le acque alla sorgente da cui nascono: tutti siamo di questo persuasissimi senza che i fatti prodigiosi, che non neghiamo, ci tolgano la nostra convinzione che è certezza. Ma perché questo? Oh bella!… perché noi, cari fratelli, siamo troppo avvezzi a parlare guardando al corso ordinario degli avvenimenti e delle cose… mentre al Signore piace alle volte operare secondo le leggi della sua onnipotenza che è al di sopra di tutto il nostro parlare e pensare. Ed allora non meraviglia affatto, che il grande Apostolo abbia così parlato e scritto, sulla universalità del peccato originale, che dà la morte ad ognuno dei discendenti d’Adamo: era l’ordine naturale delle cose che qui considerava l’Apostolo: ogni nato da donna viene infallantemente e per necessità di natura ucciso dalla colpa nella sua anima: come è naturale al fuoco di bruciare, all’acqua di scorrere dalla montagna alla pianura, così il nascere porta con sé la corruzione e la morte. Ma io posso anche dire che questa maledizione universale, e tutto quanto l’uomo davanti al fatto può dire, non può impedire al Re onnipotente, che con leggi governa gli spiriti e la materia, di spezzarle queste leggi… sospendere le condanne uscite le une e le altre, dalla sua bocca! E quando, o Dio, e con chi, domando al mio Signore, userete voi di questa vostra potenza senza limiti, che è legge a se stessa, se non per far grazie a Maria? Non vi nego, o fratelli, che alcuni dottori, sostengono che questo voler mettere restrizioni a queste parole così chiare e generali è grande imprudenza…. e porta a terribili conseguenze! Ma, io vi chiedo o Cristo Salvatore nostro, quale conseguenza?… Pesate, vi prego, le mie parole: Queste conseguenze minacciate, mi pare non si debbano affatto temere… forse qualcuno potrà vantare uguale diritto? Scusate, se voi ad esempio, pensate di fare un dono od un favore ad una persona di condizione poco elevata: state ben attenti vi dico, potrebbe venirne per conseguenza che molti altri, davanti al fatto, pretendano eguali favori? Ma, fratelli, cerchiamo pure nei cori degli Spiriti belli del cielo e tra i Beati, credete voi si possa trovare una creatura che non solo possa eguagliare, ma anche solo confrontarsi con la Vergine Santa? Ah no… né l’obbedienza dei Patriarchi, né la fedeltà dei Profeti né lo zelo instancabile degli Apostoli, né il coraggio dei Martiri, né la diuturna penitenza dei Confessori, né la purezza intemerata dei Vergini, né tutta la grande virtù che in modo così mirabile e vario Dio ha sparso nei gradi dei Santi, può dare nulla che possa solo avvicinare la Vergine Maria. La sua maternità gloriosa, l’alleanza stretta tra Lei e Dio la sollevano ad un ordine di grandezza che rifiuta ogni confronto. Ed allora?… quando abbiamo tanto dislivello e disuguaglianza, quali conseguenze si potrebbero temere da un intervento dell’Onnipotente? Trovatemi prima un’altra madre di Dio, un’altra vergine feconda… un’altra che possa esser salutata piena di grazia, che riunisca in sé una umiltà sì profonda ed una dignità così eccelsa ed ogni altra meraviglia che si contempla ed ammira nella Vergine, e poi diremo che un’eccezione alla legge generale in suo favore, può suscitare… pretese… preparare tristi conseguenze!! Vi sono leggi universali da cui Maria fu esente? non è triste necessità ad ogni donna di diventar madre nel pianto e con pericolo della vita? Maria ne fu esente. E non diciamo di tutti gli uomini che « peccano molte volte ed in molte cose » « in multis offendimus omnes » e non c’è anima giusta che non cada in quelle debolezze che noi diciamo colpe veniali? È verissima e universale tale asserzione, ma pure l’ammirabile S. Agostino non esita a sottrarne l’innocentissima Maria. Certamente accettando ed ammettendo che Ella segua, nella sua vita l’ordine comune potremmo anche credere, come conseguenza, che sia stata concepita in colpa, come ogni uomo? Ma se, al contrario, noi accettiamo una esenzione speciale da tutte le leggi; se consideriamo secondo il dettame della fede, od almeno secondo il pensiero dei più grandi Dottori; se, dico, noi vediamo una maternità ed un parto senza dolore, una carne senza corruzione, sensi senza ribellione, una vita senz’ombra di macchia, una morte senza strazio né pena: se il suo sposo non ne fu che il custode, le nozze null’altro che un velo candido che protesse e coprì la sua verginità, il nato da Lei un fiore staccato dalla sua integrità: se, quando concepì, la natura attonita e confusa credette fossero abolite le sue leggi, e lo stesso Santo Divino Spirito sostituì la natura e protesse le delizie di quella purezza che è insidiata dalle brame cupide della carne… chi vorrà sostenere che qualche cosa di soprannaturale non sia intervenuto nel concepimento di questa Principessa, e che questo momento solo della sua vita non sia stato suggellato da prodigi? Potreste dirmi che questa purissima innocenza è la prerogativa del Figlio di Dio e volerla concedere alla sua Madre, è un diminuirla al Cristo o, almeno, togliere a Lui, quanto è esclusivamente suo? È l’ultima lancia spezzata dai dottori di cui confutiamo le obbiezioni. Ma io vi prego e scongiuro, o Dio mio, o Cristo mio Maestro, che mai un tal pensiero offuschi un istante la mia intelligenza! S’oscuri la mia mente, cessi la mia parola, si cancellino i miei scritti se essi posson togliere un ette alla vostra grandezza! Voi siete l’Innocente per natura, Maria per grazia… Voi per eccellenza, Maria per un divinissimo privilegio. Voi siete Innocenza infinita perché Redentore, Lei innocentissima come la prima che il vostro sangue purificatore ha purificato. – Eccovi soddisfatti quelli che trepidano si tolga qualcosa a Nostro Signore… così io penso. E poi se noi ci proclamiamo tutti colpevoli per natura, non è un modo questo per proclamare l’innocenza del Salvatore? Che se pensate aver fatto già molto col metterLo al disopra d’una massa infinita di colpevoli, non vogliate far cattivo viso a me se tento trovare almeno una creatura innocente sopra la quale innalzare ancora il Salvatore, per dimostrare che non è solo della nostra colpa ch’Egli ha una esenzione, ma da ogni colpa! È necessarissimo ch’Egli s’alzi ad altezza infinita al disopra della santità della sua Madre; lo ammetto, ma dovrete anche concedermi che è più che ragionevole il bisogno di innalzare questa Madre al di sopra, e quasi senza misura, delle altre creature serve del Signore. Cosa rispondereste ad una domanda tanto ovvia e legittima? Badate però, che io non mi accontento, dico a costoro; se mi affermano che fu santificata nel nascere, anzi prima della nascita; perché se è già un grande privilegio, li prego di ricordare che di tale privilegio ne godette anche Giovanni Battista, e forse qualche altro profeta. – Quello che oggi io domando e voglio, e mi si possa dare, è mi si conceda qualcosa di singolare, anzi unico, per Maria, salvi solo i diritti del suo Gesù! Io per mio conto, mi sento appagato nei bisogni della mia mente e della mia pietà stabilendo come tre gradi, molto facili a comprendersi. Vi dico subito: il Salvatore s’alza infinitamente alto sopra la corruzione comune… Maria vi sarebbe stata soggetta: ma ne fu, pesate bene la parola, preservata. Per gli altri Santi… essi contrassero il contagio, ma ne furono liberati. Mi pare che in tal modo si conceda un privilegio alla Madre senza toccare l’infinita grandezza del Figlio; soluzione giusta ed equa questa e per nulla sconveniente alla Divina Provvidenza: anzi, il Cristo Salvatore, che, come insegna la teologia, venne a purificare gli uomini tutti dal peccato originale, che era la grande opera del diavolo, in Maria riporta su di lui una gloriosa e completa vittoria… lo domina, lo vince, lo scaccia dovunque possa nascondersi. Come? mi domandate voi névvero fratelli? È chiarissimo il ragionamento. Questo vizio originale regna in ogni nato nuovo: Gesù ne lo scaccia col Battesimo. Non basta: il demonio per questo peccato penetra fino nel seno delle madri nostre, dove, incapaci di sfuggirgli, ci rende nemici di Dio; Gesù scelse qualche anima grande che purificò ancora nel seno che materno: anche là Egli sconfisse il peccato. Sono coloro dei quali diciamo che furono santificati avanti la nascita come S. Giovanni, di cui ci assicura il Vangelo, Geremia e S. Giuseppe come pensano alcuni Dottori. – Rimane però ancora un rifugio, o Salvatore caro, che il demonio ritiene inespugnabile… dal quale crede ed afferma che nessuno lo potrà cacciare. È nel momento della concezione, che sfida la vostra onnipotenza. Voi gli strappate, dice, il corso della vita nostra, ma egli s’aggrappa, senza nulla temere, alla radice, alla sorgente che infetta col suo dominio. « Sorga il Signore e siano sgominati i suoi nemici, fuggan dal suo cospetto quelli che lo odiarono, prega il vostro santo Re. – Scegliete una creatura, almeno una sola, che voi santificherete nell’istante stesso in cui avrà la vita!… mostrate al vostro nemico giurato, che la vostra potenza previene il suo soffio pestifero… costringetelo a confessare che non v’è oscurità profonda in cui non penetri la vostra luce scacciando con sprazzi luminosissimi le sue tenebre infernali. Eccovi Maria… degno della vostra infinita bontà, e dello splendore d’una tal Madre, che si senta si veda in Lei un prodigio di onnipotenza, della vostra protezione speciale! Fratelli miei, che ve ne pare?… cosa pensate di questa dottrina? non vi si presenta ben accettabile?… Per conto mio, quando considero Gesù Salvatore, amore, gioia speranza nostra, tra le braccia della Vergine, o quando si nutre del suo latte virgineo, o dolcemente addormentato sul suo petto, o ancora nascosto nel suo seno (ma io qui mi arresto, mi fermo davanti a questo pensiero che sarà più adatto quando fra pochi giorni celebreremo il Natale del Salvatore e l’adoreremo nell’attesa dentro le viscere materne…). Quando, vi dico, io contemplo l’Incomprensibile fatto piccolo, l’Immenso quasi limitato a confini, quando o dolce Redentore, vi penso ed adoro dentro a questa angusta prigione, dico a me stesso: Sarà mai possibile pensare che Dio abbia voluto cedere, diciamo pure per un solo istante, questo tempio santo che destinava al suo figlio, questo tabernacolo in cui avrebbe dimorato riposando per lunghi mesi, questo letto verginale su cui avrebbe celebrate mistiche nozze con la natura umana? Parlo e penso così da me stesso… poi rivolgendomi di nuovo al Salvatore « O Benedetto Bambino, gli grido, deh non sopportate, deh non permettete che la vostra Mamma sia toccata da quella mano putrida!… Che se satana l’osasse mentre voi dimorando in Lei ne fate un paradiso… quali fulmini non dovreste scagliare su quella testa superba!… Con quanto ardore geloso difendere l’innocenza di vostra Madre!… Ma, fanciullo benedetto per cui sono i secoli ed i tempi… Voi eravate avanti i tempi ed i secoli tutti! quando la Mamma vostra fu concepita, la rimiravate dall’alto dei cieli… anzi Voi ne formavate le membra, soffiaste dal vostro labbro il soffio di vita che animò la carne che divenne carne vostra… State attenta divina Sapienza, vigilate che proprio in questo momento, Ella la vostra Mamma verrà contaminata da un peccato schifoso… in questo istante sarà la schiava di satana, il vostro nemico… deh scongiurate tanta sventura, ve ne prego per la vostra bontà infinita! Cominciate Voi ad onorare la Madre vostra, fate godere a Lei il beneficio di aver un Figlio che era prima che Lei fosse… alla fin fine Ella è già vostra Madre, e Voi le siete Figliolo, fin da quell’istante! » Fedeli miei cari, sarà un momento di entusiasmo pio che mi farà dire questa preghiera?… non sarebbe invece una verità? e perché non potrebbe essere realtà dolce, consolante realtà, quella che domando io al Signore a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo?… Sì, l’Unigenito dell’Eterno Padre, già da quell’istante è Figlio di Maria: non nella successione dei secoli che si svolgeranno, ma nel consiglio di Dio cui tutto è presente. – Ascoltatemi ancora: quando Dio nell’eterno segreto dei suoi disegni ha deciso un avvenimento, osservate che la Scrittura santa ne parla come d’un fatto compiuto. Isaia ad esempio dice: « Ci è nato un bimbo, ci fu dato un Figlio » (IX-6) parlando di nostro Signore: che vuol dire ciò, o fratelli miei? Gesù Cristo non era ancor nato, ma il santo Profeta pensava che Iddio non pensasse come gli uomini che fanno progetti che sfumano: pensiero e volontà in Dio hanno un effetto infallibile! Fu così che penetrando Egli, illuminato dall’alto, nel grande disegno dell’Eterno Padre d’inviare il suo Unigenito nel mondo, trasalisce di gioia, e come se la visione fosse già compiuta l’annuncia, perché Egli la vede decretata da un decreto immutabile. È ben degno dei Profeti tal modo di parlare che tanto rispecchia la Maestà di Colui che li inspira; perché, come osserva il severo Tertulliano, « è ben conveniente alla Natura divina che non conosce in se stessa alcuna successione né mutazione di tempo, d’aver come già fatto tutto quanto ella comanda, poiché davanti a Lei l’Eternità tiene fisso un eterno presente ». Allora è vero, ed io non mi posso ingannare affermando che la Vergine Santa, fin dal primo istante della sua concezione era già Madre del Cristo Salvatore, non umanamente parlando, ma secondo la parola di Dio, cioè, come abbiamo visto, è modo di parlare della Santa Scrittura. Voglio rafforzare la mia affermazione, con un’altra dottrina meravigliosamente spiegata dallo stesso Tertulliano. Racconta questo grande uomo, che avendo deciso il Figlio di Dio di prender umana carne (quando sarebbe giunta l’ora segnata) fin dal principio si compiacque conversare cogli uomini: per questo spesso discese dal Cielo: era Lui che parlava in forme umane ai Patriarchi, ai Profeti. Tertulliano considera queste varie apparizioni della divinità, come altrettanti preludi della Incarnazione, come preparativi del grande prodigio che già cominciava fino d’allora: « così, continua Tertulliano, Egli si avvezzava a parlare agli uomini, imparando, per così dire, ad esser uomo compiacendosi essere dapprincipio, quel che sarebbe diventato nella pienezza dei tempi ». « Ediscens jam inde a primordio, jam inde hominem quod erat futurus in fine ». (Libro I contro Marcione, n. 27). – Ovvero per parlare in un modo più degno del grande mistero, non avvezzava sé, ma avvezzava noi a non scandalizzarci, quando avremmo sentito parlare d’un Dio uomo, e d’un Uomo-Dio: non si addestrava, ma abituava noi a trattare più famigliarmente con Lui, che velava, quasi, la sua maestà per adattarsi alla puerile nostra debolezza. Tale il piano del Salvatore! Su questa magnifica dottrina di Tertulliano io appoggio questo mio ragionamento che vi pregherei di ben seguire: non dubito vi farà bene. Maria era Madre di Dio nel primo istante in cui fu concepita: (ricordate che ve lo dissi appena ora?) Lo era secondo le leggi della Divina Provvidenza, e secondo le leggi d’un’immutata ed immutabile eternità che in sé esclude ogni successione di tempo. Certamente non avete già scordato il passo mirabile di Tertulliano che tanto bene chiarisce questa verità. E proprio secondo queste norme il Figlio di Dio dovrà operare e non secondo le norme umane: non secondo le leggi del tempo ma quelle dell’eternità. Quando trattasi dell’Eterno Figlio dell’Eterno Padre, non parliamo di regole umane, ma parliamo di regole di Dio: per esse Maria era Madre di Dio secondo l’ordine delle cose divine, ed il Verbo eterno tale la considerò fin dall’istante della concezione, e già lo era al suo sguardo che vede un eterno presente. Tenete sott’occhio queste affermazioni, vi saranno di grande aiuto a ben comprendere quanto vi dirò in seguito. Continuiamo dunque: Noi impariamo da Tertulliano che il Verbo divino, molto tempo prima di prender umana carne, si compiaceva adattarsi alle sembianze ed al modo di sentire di noi uomini, tanto s’era, lasciatemi dir così, appassionato per la nostra miserabile natura! Ed allora, o cari, qual sentimento più naturale in noi che l’amore ai genitori?… Il Verbo di Dio quindi, molto tempo prima d’esser uomo amò Maria come Madre, e gioiva di questo suo amore: e non togliendo l’occhio da Lei, stornava dal tempio in cui già abitava ogni maledizione di profani: anzi già l’abbelliva dei suoi doni, la riempiva delle sue grazie continuamente: dal primo istante in cui Ella cominciava la sua vita fino all’ultimo sospiro con cui l’avrebbe chiusa. È questa la conseguenza che io voglio tirare dai saggi principi di Tertulliano: conseguenza molto veritiera, almeno pare a me, anzi mi sembra una base solida alla verità dell’Immacolata Concezione. Questa opinione ha una segreta forza, che persuade immediatamente le anime pie… dopo le verità definite io non troverei verità più assodata. È per questo che non meraviglia affatto, che la celebre scuola dei teologi di Parigi, imponga a tutti i suoi allievi la difesa di questa verità! Oh dotta assemblea, questa pietà per la Vergine forse è la più bella eredità trasmessavi dai vostri primi padri. Possiate crescere e sempre più fiorente! La devozione che avete verso la Madre come riflesso del suo divin Figlio, possa far suonare nei secoli avvenire la grande stima che le gloriose vostre fatiche vi hanno acquistato per tutta la terra! … La Chiesa, nostra madre e maestra, ha in grande onore l’immacolato concepimento della Vergine: è vero non ce la impone come verità di fede l’Immacolata, ma fa ben comprendere che un tale sentire le è di gran gioia. Vi sono cose ch’Ella comanda e che accettate fanno conoscere la nostra obbedienza; ve ne sono altre che ella dolcemente insinua: accettandole, noi le testimoniamo il nostro amore. Veri figli della Chiesa dev’essere un bisogno della nostra pietà, non solo obbedire ai comandi ma ancora piegarci immediatamente ad ogni più piccolo desiderio d’una madre sì buona sì Santa. Mi pare che voi tutti condividiate il mio sentire. Sarebbe però un’offesa la nostra cura in difender la purezza della Madre nostra, se altrettanta cura e premura non usassimo nel conservare in noi la purezza….

IL CREDO

Offertorium

Orémus
Luc 1: 28

Ave, María, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus, allelúja.

[Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne. Allelúia].

Secreta

Salutárem hóstiam, quam in sollemnitáte immaculátæ Conceptiónis beátæ Vírginis Maríæ tibi, Dómine, offérimus, súscipe et præsta: ut, sicut illam tua grátia præveniénte ab omni labe immúnem profitémur; ita ejus intercessióne a culpis ómnibus liberémur.

[Accetta, o Signore, quest’ostia di salvezza che Ti offriamo nella solennità dell’Immacolata Concezione della beata Vergine Maria: e fa che, come la crediamo immune da ogni colpa perché prevenuta dalla tua grazia, cosí, per sua intercessione, siamo liberati da ogni peccato].

Praefatio

de Beata Maria Virgine

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Et te in Conceptióne immaculáta beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:

[È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nella Concezione immacolata della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesù Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: ]

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt cæli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

Preparatio Communionis

Orémus: Præcéptis salutáribus móniti, et divína institutióne formáti audémus dícere:

Pater noster,

qui es in cælis. Sanctificétur nomen tuum. Advéniat regnum tuum. Fiat volúntas tua, sicut in cælo et in terra. Panem nostrum quotidiánum da nobis hódie. Et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris. Et ne nos indúcas in tentatiónem:
R. Sed líbera nos a malo.
S. Amen.

Agnus Dei

Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: dona nobis pacem.

Panem cæléstem accípiam, et nomen Dómini invocábo.
V. Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.
V. Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.
V. Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.

COMUNIONE SPIRITUALE

Communio

Ps LXXXVI: 3, Luc I: 49

Gloriósa dicta sunt de te, María: quia fecit tibi magna qui potens est.

[Cose gloriose sono dette di te, o Maria: perché grandi cose ti ha fatte Colui che è potente].

Postcommunio

Orémus.
Sacraménta quæ súmpsimus, Dómine, Deus noster: illíus in nobis culpæ vúlnera réparent; a qua immaculátam beátæ Maríæ Conceptiónem singuláriter præservásti.

[I sacramenti ricevuti, o Signore Dio nostro, ripàrino in noi le ferite di quella colpa dalla quale preservasti in modo singolare l’Immacolata Concezione della beata Maria].

PREGHIERE LEONINE (dopo la Messa)

RINGRAZIAMENTO DOPO LA COMUNIONE (2)

ORDINARIO DELLA MESSA

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.