LA VITA INTERIORE (10)

LA VITA INTERIORE E LE SUE SORGENTI (10)

Sac. Dott. GIOVANNI NATTISTA CALVI

con prefazione di Mons. Alfredo Cavagna Assistente Ecclesiastico Centr. G. F. di A. C.

Ristampa della 4° edizione. – Riveduta.

LUCI DI STELLE

L’AZIONE CATTOLICA (1)

(Da: La parola del Papa su l’Azione Cattolica – III ediz. Milano – G. F. di A. C., 1937).

Con riverenza, con rispetto, con umile devozione, con affettuosa riconoscenza, riteniamo dover giustamente riferire, in questo capitolo, solo la parola del Santo Padre Pio XI, il Papa dell’Azione Cattolica.

LA NATURA. – APOSTOLATO MOLTEPLICE SUSCITATO DAI PONTEFICI.

..«Il sempre più diffuso ed operoso spirito di apostolato che con la preghiera, con la parola, con la buona stampa, con l’esempio di tutta la vita, con tutte le industrie della carità, cerca con ogni via di condurre anime al Cuore Divino e di ridare al Cuore stesso il trono e lo scettro nella famiglia e nella società; la santa battaglia, su tanti fronti ingaggiata, per rivendicare alla famiglia ed alla Chiesa i diritti, che da natura e da Dio loro competono nell’insegnamento e nella scuola, intendiamo dire quel complesso di organizzazione, di istituti, di opere che vengono sotto la denominazione di Azione Cattolica dai Nostri prossimi Antecessori con tante cure e così provvidamente suscitata, con tanti e così luminosi documenti nutrita, diretta e disciplinata, secondo il rapido svolgersi e succedersi delle diverse situazioni sociali, allo scopo di preparare sempre più perfetti Cristiani, e, con ciò, sempre più perfetti cittadini, e di formare coscienze così squisitamente cristiane, da sapere, in ogni momento, in ogni situazione della vita, privata o pubblica, trovare, od almeno bene intendere ed applicare, la soluzione cristiana dei molteplici problemi che nell’una o nell’altra condizione di vita si presentano (Dalla prima Enciclica del S. Padre Pio XI, Ubi Arcano, del 23 dicembre 1922).

LA DEFINIZIONE. – LA VERA DEFINIZIONE.

La vera Azione Cattolica, quale Noi la vogliamo e quale l’abbiamo definita a più riprese è la partecipazione dei laici cattolici all’apostolato gerarchico per la difesa dei principi religiosi e morali, per lo sviluppo di una sana e benefica azione sociale sotto la guida della Gerarchia ecclesiastica, al di fuori e al di sopra dei partiti politici, nell’intento di restaurare la vita cattolica nella famiglia e nella società (Dalla lettera del S. Padre del 30 luglio 1928 alla Presidente gen. dell’Un. Int. delle Leghe Femm. Cattoliche.).

NON SENZA DIVINA ISPIRAZIONE. È un’alta e sublime missione quella di cooperare alla Azione Cattolica, poiché deve sempre ricordarsi che il Santo Padre, pensatamente, deliberatamente — anzi può dirsi non senza divina ispirazione — nella Sua prima Enciclica, definì l’Azione Cattolica La partecipazione del laicato cattolico all’apostolato vero e proprio della Chiesa, e l’ha chiamata a cooperare all’apostolato dei veri e propri apostoli, dei sacerdoti, dei Vescovi. Questa è tutta la sostanza grande e divina dell’ Azione Cattolica, punto da cui tutto deriva: cura delle anime proprie e altrui, apostolato, propagazione del bene in tutte le direzioni e misure possibili. Questa la sostanza e la veneranda bellezza storica dell’Azione Cattolica (Dal discorso del S. Padre del 19 marzo 1927 alle lavoratrici della G. F. di A. C. Italiana.).

FONDAMENTI DOGMATICI – DERIVA DAL BATTESIMO E DALLA CRESIMA.

Sarà utile far bene comprendere — poiché molti fedeli ancora l’ignorano — che l’apostolato è uno dei doveri inerenti alla vita cristiana; mentre l’Azione Cattolica è, tra le varie forme di apostolato, tutte benemerite della Chiesa, quella che più si confà ai nuovi bisogni dell’età presente, tuttora sotto le conseguenze deleterie di una lunga e vasta opera laicizzatrice. E realmente, se ben si considera, sono gli stessi Sacramenti del Battesimo e della Cresima che impongono, tra le altre obbligazioni, anche questa dell’apostolato, cioè dell’aiuto spirituale al prossimo nostro. Per la Cresima, infatti, si diviene soldati di Cristo. Or chi non vede che il soldato deve faticare e combattere non tanto per sé quanto per gli altri? Ma anche il Battesimo — sebbene in modo meno evidente ad occhio profano — impone il dovere dell’apostolato; poiché per esso noi diveniamo membri della Chiesa, ossia del Corpo mistico di Cristo; e tra i membri di questo corpo — come di qualsiasi organismo — ci deve essere solidarietà di interessi e comunicazione reciproca di vita: Multi unum corpus sumus in Christo, singuli autem alter alterius membra (Rom., XII, 5). Un membro deve, dunque, giovare all’altro; nessuno può rimanereinattivo, ma ciascuno, mentre riceve,deve anche dare.Ora, siccome ogni Cristiano riceve la vitasoprannaturale, che circola nelle vene delCorpo mistico di Cristo — quella vita abbondanteche Cristo medesimo disse diesser venuto a portare in terra: veni ut vitam habeant, et abundantium habeant (Io., X, 10) — così egli la deve trasfondere inaltri che non la possiedono, o troppo scarsamentee solo in apparenza (Dalla lettera del S. Padre del 10 novembre 1933 al Cardinale di Lisbona.).

ORIGINI. – ORIGINI NEL VANGELO.

La Chiesa ha sempre amato, apprezzato, voluto l’aiuto dell’Azione. Cattolica. Questa può sembrare ad alcuni una novità: appartiene invece alla più veneranda antichità. La azione cattolica è proprio una di quelle antichità che ci portano ai tempi degli Apostoli e di Nostro Signore. Perché anche Egli si valeva dell’aiuto e del contributo di buone pie donne che lo seguivano: e si legge attraverso le righe del Vangelo che esse provvedevano ai bisogni del Collegio apostolico. È Gesù che chiama in aiuto della sua predicazione e della predicazione degli apostoli l’Azione Cattolica (Dal discorso del S. Padre del 5 marzo 1933 alla G. F. di A. C. di Roma.).

L’APOSTOLATO. – DILATARE IL REGNO DI CRISTO.

L’azione della Chiesa e la cooperazione dell’Azione Cattolica non si limitano soltanto a portare un minimo necessario di elementi religiosi che impediscano la paganizzazione della società nelle sue diverse congiunture: l’azione dell’apostolato, 1’Apostolato Gerarchico e la cooperazione dell’Azione Cattolica mirano all’intero programma del cuore di Dio, alla fondazione, alla dilatazione e stabilizzazione del Regno di Cristo nelle anime, nelle famiglie, nella società, in tutte le sue possibili espansioni, in tutte le sue estrinsecazioni, in tutte le profondità raggiungibili da attività umane, aiutate dalla grazia di Dio. È chiaro e genuino che da questa posizione dell’Azione Cattolica, nelle linee supreme di questo quadro, scaturiscano i vincoli che essa ha con la Gerarchia Apostolica e i doveri che ha verso se stessa: doveri di preparazione, di formazione, di attività benefica. Ed essa, nei termini del suo mandato, ha un campo che non ha limiti, sebbene in quel campo abbia sempre un modo proprio di esplicarsi, dove la sua azione santificatrice è altrettanto necessaria e legittima che insurrogabile (Dal discorso del S. Padre del 19 aprile 1931 alle Associazioni Cattoliche di Roma.).

IL DOVERE. – DEV’ESSERE PROMOSSA DA TUTTI I CATTOLICI.

E tale azione deve essere promossa da tutti i Cattolici di una stessa Nazione, per il bene

comune e per il progresso della Patria, senza però entrare negli angusti limiti di un partito, immischiandosi alla politica (Dalla lettera del S. Padre del 4 giugno 1928 all’Episcopato lituano). Ad essa sono chiamati tutti i fedeli, a qualsiasi età o classe sociale appartengano, poiché tutti possono lavorare nella mistica vigna del Signore; perciò, essa deve raccogliere nelle sue file e vantaggiosamente organizzare la gioventù e gli adulti d’ambo i sessi e svolgere programmi anche specializzati nei diversi reparti sociali di operai, di studenti, di laureati, di professionisti e di insegnanti (Dalla lettera del S. Padre del 14 febbraio 1934 all’Episcopato della Colombia.).

LA NECESSITÀ. – NECESSITÀ, LEGITTIMITÀ, INSURROGABILITÀ.

La Chiesa ha sempre detto — e con le parole e coi fatti — che l’Azione Cattolica appartiene alla vita soprannaturale, in collaborazione e quindi in dipendenza lella Gerarchia, alla vita soprannaturale, prima in opera di sempre più perfetta formazione individuale, e poi in opera di sempre più efficace ed ampio apostolato. Questo la Chiesa ha detto e praticato già dai primi giorni del Cristianesimo, anzi di Gesù Cristo stesso: questo ha sempre praticato in venti secoli di vita, variandone le forme secondo le esigenze e le possibilità dei diversi tempi e dei diversi luoghi; questo abbiamo detto e praticato Noi stessi fino dall’inizio del nostro Pontificato e fino a ieri, sempre insegnando ed inculcando la necessità, la legittimità, l’insurrogabilità della Azione Cattolica, mentre partecipa della necessità legittimità e insurrogabilità della Chiesa e della sua Gerarchia per la formazione e la espansione della vita soprannaturale (Dalla lettera del S. Padre del 26 aprile 1931 al Card. Schuster, Arciv. di Milano.).

LE CARATTERISTICHE. – LA FORMAZIONE: DAL CATECHISMO ALLA VITA INTERIORE…

Bisogna intendere bene questa Azione Cattolica. Essa mira innanzi tutto alla formazione dell’individuo. Si tratta prima di formare dei buoni Cristiani, illuminati, che conoscano bene il loro catechismo. Ecco l’essenziale! Fatto questo però, non bisogna rimanere lì. Quando noi prepariamo un Missionario, noi pensiamo principalmente alla sua formazione interiore. Ma se il Missionario tenesse per sé questa vita interiore, il mondo non si convertirebbe. Bisogna che egli predichi, che compia delle opere, che agisca esteriormente. Così deve essere dell’Azione Cattolica. Sua prima cura deve essere quella di formare dei veri Cristiani. Ma il cristiano, una volta formato, deve spandere al di fuori la vitalità che egli ha ricevuto. Deve portare ovunque questo tesoro del Cristianesimo e valorizzarlo in tutti i campi, nella famiglia e nella vita pubblica, senza escludere la politica. Perché quello che noi vogliamo è che Cristo regni in terra come in Cielo e che la sua regalità sul mondo ridiventi effettiva (Dall’udienza del S. Padre il 23 agosto 1924 al Can. Brohée, Assistente gen. della Giov. Catt. Belga).

Noi possiamo considerare la Chiesa in due modi: come società visibile, gerarchica, fondata da Cristo per continuare quaggiù la sua missione santificatrice; essa ci apparisce così come un organismo vivente. Per avere un’idea completa della Chiesa, dobbiamo riguardarla come la società santa ed invisibile delle anime, che partecipano, per mezzo della grazia, alla filiazione divina di Cristo e formano il regno che si è acquistato per mezzo del suo sangue. S. Paolo chiama ciò il Corpo di Cristo, non certo il corpo fisico, ma il suo Corpo mistico.

C. MARMION.

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