CRISTO REGNI (13)

CRISTO REGNI (13)

 P. MATHEO CRAWLEY (dei Sacri Cuori)

TRIPLICE ATTENTATO AL RE DIVINO

[II Edizione SOC. EDIT. VITA E PENSIERO – MILANO]

Nihil obstat quominus imprimatur – Mediolani, die 4 febr. 1926, Sac. C. Ricogliosi, Cens. Eccles.

IMPRIMATUR: In Curia Arch. Mediolani die 5 febr. 1926 Can. M. Cavezzali, Provic. Gener.

CONCLUSIONE

In alto i cuori!

Il bene, per natura, è piuttosto intimo e segreto; il male, invece, è fragoroso e facile a constatarsi; spesso, anzi, si rende manifesto. La guerra non fece che del male; ma la Provvidenza se n’è servita misericordiosamente per un bene che non è stato di facile ed immediata constatazione, ma la cui realtà non ammette alcun dubbio. È nello stile di Dio, che è la Sapienza e l’Amore, di trarre dai mali che l’abuso della nostra libertà ha provocato, beni immensi e profondi. Così, nella storia, la vita sembra scaturire ad ogni pagina dalle ceneri della morte. La moltitudine non vede questa azione della Provvidenza: non medita, né comprende questi divini ripieghi, questi magistrali ritocchi del Signore. – Quelli che mi leggeranno, saran capaci di elevare i loro cuori, e di seguire con me i motivi della nostra confidenza. – Abbiamo dichiarato, all’inizio di questo lavoro, che la guerra aveva rivelato molti mali occulti, e ne aveva provocati di nuovi; chiuderemo ora con qualche considerazione complementare, propria a incoraggiar la nostra fede. Il peggiore dei mali, sarebbe peraltro il pessimismo, che prova sempre un’anemia di carattere, una diminuzione di fede. La guerra ha anche rivelato delle bellezze morali che credevamo scomparse. Siamo rimasti talora profondamente sorpresi di trovare, nei centri nei quali non si supponeva più vita, ma soltanto vegetazione, grandi energie, slanci di devozione e di eroismo; gesti di vera nobiltà d’animo. Quali campi di valore e di resistenza morale, intravisti tra i bagliori della guerra, e che oggi rimangono profondamente dissodati e seminati da allora! Quanto risveglio meraviglioso di spirito vibrante, cavalleresco, disinteressato, là dove si sarebbe supposto che la materia avesse soffocato la più nobile razza! Quanti maestri avevano scritto l’epitafio d’una tomba che racchiudeva, secondo loro, le ultime reliquie di una grandezza estinta! Ed ecco che la convulsione dell’ecatombe rianima queste reliquie; e che tra i sinistri bagliori della guerra, apparisce una eletta schiera di viventi, dal sangue generoso e fecondo, dalla vita morale, grande e bella. Anche durante la guerra abbiamo avuto rivelazioni inattese e benefiche. A misura che il tempo passa ed il Cielo si rasserena, noi siamo felici di constatare ancora le divine, misericordiose tracce del Salvatore, che ricostruisce la sua opera redentrice e luminosa sulle rovine fumanti accumulate dagli uomini. Mosè fece scaturire dalla roccia una sorgente, che salvò la vita naturale del suo popolo. I carnefici del Calvario fecero sgorgare una sorgente di vita immortale dalle vene e dal Cuore Santissimo del Salvatore. Che cosa è tutta la Redenzione di Gesù, se non la manifestazione meravigliosa di una bontà che è la Sapienza infinita, e che incessantemente sì riversa per noi? C’è forse nella vita dell’uomo, come nella storia dell’umanità, un solo avvenimento che sfugga a questa azione costante e redentrice? – La sua bontà si serve della follia umana e della morte, per fare opera di sapienza e di vita. È la storia delle anime, della società, dei popoli, dalla colpa dei nostri progenitori, e soprattutto dopo il « fiat » di Maria. E poiché in Dio tutto è ordine ed equilibrio perfetto, la giustizia e la potenza si completano, nell’opera divina, con la sapienza e la bontà. lo credo ancora al bene prodotto dalla guerra, perché credo alla reale fecondità del sacrificio, del sangue cristianamente versato. Dopo il Calvario, ed in virtù di esso, il sangue ha la fecondità dell’apostolato più sublime, della più ardente preghiera! E chi può dubitare dell’infinito valore delle sofferenze, delle torture d’ogni sorta, delle agonie peggiori della morte, offerte con pace, gioia, rassegnazione ed amore al Dio Crocifisso? Questo fiume i sanguee di lacrime che scorre dal campo di battaglia alla famiglia, non ha irrorato invano il popolo nostro; ma vi ha deposto un fertile limo che feconderà la semente di domani. L’albero della morte rifiorisce sotto l’azione benefica del Cuore di Gesù. Quel che ogni soldato cristiano, ogni madre, ogni sposa ed ogni orfano hanno seminato per la Vita Eterna, per la prosperità della Santa Chiesa, la fecondità dell’Apostolato, la conversione dei più grandi peccatori, il Divino Seminatore solo lo sa. Lo sapremo anche noi, ed il torrente di lacrime, convertito in un oceano di eterno giubilo, ci ricorderà perpetuamente il sublime cantico della Chiesa, nel Sabato « O felix culpa!» – Esponendo questi principii di fede, ho sotto gli occhi dei fatti che provano il rinnovamento soprannaturale di grazia, succeduto immediatamente al calvario della guerra.

I° Le conversioni nei centri indifferenti, liberali, ma onesti e degni, nei quali l’assenza della vita religiosa era piuttosto dovuta all’ignoranza, ad un difetto di educazione, che ad avversione formale e volontaria. In questi ambienti, e particolarmente nella classe colta e intelligente, il movimento di conversione è un fatto reale. – Potrebbe farsi una lunga lista di nomi, in cui figurerebbero le migliori personalità della giovane generazione intellettuale. La falange di coloro, che la tempesta della guerra ha sradicato da un suolo ingrato e sterile, per piantarli nel campo della Chiesa, aumenta ogni giorno. Spiriti fini e delicati, cui la ragione non aveva soddisfatto, e. che la luce invase e trasformò in credenti convinti, perché furono docili ed umili. Al contrario, la tribù degli ipocriti e dei superbi, la razza degli Erodi e dei Pilati, non è aumentata nella prova; ma è rimasta chiusa alla verità, lungi dalla sorgente della misericordia. La razza delle vipere non si converte.

2° Le nostre schiere migliori si sono rafforzate. — Questo prova che gli elementi, anteriormente mediocri e comuni, sono stati migliorati dalla Croce, e tendono risolutamente a salire, lavorando per diventare ferventi e generosi. Un indizio importante è il movimento d’apostolato provocato da questa schiera. Non ci si contenta più d’esser buoni e pii; si sente l’imperiosa necessità di esser seminatori e operai della causa divina; cooperatori modesti, ma zelanti, in questa reazione religiosa. Difatti, una schiera di giovani e di vecchi, di grandi e di piccoli, intellettuali e ignoranti, uomini e donne, lavorano oggi alla gloria di Dio, tutti convinti, tutti posseduti dal desiderio e dal dovere più urgente nell’ora che volge, quello dell’apostolato. Si può realmente affermare che noi assistiamo ad una meravigliosa Pentecoste, dinanzi a queste falangi apostoliche, irresistibilmente sospinte alla conquista della società, alla restaurazione del Regno Sociale del Cuore di Gesù. Questo Cuore adorato diviene sempre più il Re e il Centro di ogni azione e di ogni vita. È il labaro che riassume tutti gli entusiasmi, accentra ed unifica tutte le energie, riceve tutte le vittorie, genera e feconda tutti i sacrifizi.

3° Finalmente le creature d’elezione di prima della guerra, si sono ancora perfezionate, santificandosi nel crogiuolo della sofferenza. — Esse hanno intensificato la vita soprannaturale, lasciandosi affascinare dalla bellezza Divina e la fecondità unica dell’immolazione e della Croce. Quelli che son pastori d’anime, direttori, predicatori di ritiri, ecc., potrebbero testimoniare quale spirito veramente eroico, quale sete di sacrificio, quali innumerevoli vocazioni di apostolato, e d’apostolato nel silenzio e nella sofferenza, si incontrino a ogni tratto. Potrebbero attestare tante segrete agonie del Getsemani, tanto profondamente, serenamente vissute per amore. Si direbbe che la guerra abbia provocato una sete insaziabile d’amore crocifisso, che sia una energia di restaurazione morale: una promessa di una più grande sovranità sociale di Nostro Signor Gesù Cristo. Ecco dunque la legione sacerdotale che sì accresce ogni giorno di vocazioni tardive, notevoli e commoventi. Certo, nulla è nuovo nella Chiesa: in ogni tempo, in ogni luogo si son visti grandi guerrieri mutar la loro uniforme con un saio monacale, gentiluomini, lasciare il loro castello per ridursi in un seminario; giovani sposi separarsi, per darsi rispettivamente al Signore. Ma forse mai tanto frequentemente, quanto ai giorni nostri, queste sante follie d’amore divino diventarono quasi grazie ordinarie. Così si fa l’opera misericordiosa del Cuore di Gesù! Egli ci ricolma di grazie, ripara i nostri torti: dalle nostre sofferenze, divinizzate dalle Sue, Egli trae dei torrenti di vita, e trionfa della morte, con la morte stessa. Tutto questo era già scritto, e pronto per essere dato alle stampe, quando ci è arrivata l’Enciclica incomparabile del grande e provvidenziale Pontefice Pio XI: lasciate che io la citi un’ultima volta, alla fine di questo lavoro. – Mi preme di trascrivere un paragrafo, che sembra rivolto agli apostoli della crociata del Regno Sociale del Cuore di Gesù: « A questa pietà, Noi attribuiamo lo spirito d’apostolato, più diffuso di una volta, in tutte le opere di zelo e di carità, perché l’Amore, il Culto e il Comandamento, ai quali Egli ha diritto, siano restituiti al Divin Cuore del Cristo Re, sia nella società domestica, sia nella società civile ». – Ed ora, tutti all’opera di restaurazione sociale cristiana. Stringiamoci attorno ai nostri pastori, secondiamo i nostri sacerdoti. Noi viviamo in un’ora grave, decisiva, un’ora come la Provvidenza non ha forse data dopo la prima Pentecoste, e che i più grandi apostoli e pontefici, i più grandi artefici dell’edificio cristiano non hanno vissuto. Il Cielo si piega verso di noi con infinita condiscendenza. Noi viviamo come il popolo di Israele, quando fu liberato dalle catene e traversò il Mar Rosso seguendo il Liberatore. Noi abbiamo traversato un mare di sangue senza perirvi, dopo aver traversato il mare tormentoso delle odiose persecuzioni dei Faraoni moderni. Non ci spaventiamo dei loro complotti, delle loro armi, del loro numero: crediamo, con fede ardentissima, alla onnipotenza dell’amore di Gesù Cristo. Cooperiamo, dedicandoci con confidenza all’estensione del Suo Regno sociale, e noi vedremo un giorno risplendere la magnificenza del Suo Cuore, nell’onnipotenza vittoriosa dell’amor suo infinito…