CALENDARIO LITURGICO CATTOLICO DEL MESE DI DICEMBRE 2021
Dicembre è il mese che la Chiesa Cattolica dedica all’Avvento del Salvatore, e alla Vergine Immacolata.
PRATICA DELL’AVVENTO
Vigilanza.
Se la santa Chiesa, madre nostra, passa il tempo dell’Avvento in questa solenne preparazione alla triplice Venuta di Gesù Cristo; se, sull’esempio delle vergini savie, tiene la lampada accesa per l’arrivo dello Sposo, noi che siamo le sue membra e i suoi figli, dobbiamo partecipare ai sentimenti che la animano, e prendere per noi quell’avvertimento del Salvatore: « Siano i vostri lombi precinti corre quelli dei viandanti; nelle vostre mani brillino fiaccole accese; e siate simili a servi che aspettano il loro padrone» (Lc. XII, 35). Infatti, i destini della Chiesa sono anche i nostri; ciascuna delle anime è, da parte di Dio, l’oggetto d’una misericordia e d’un’attenzione simili a quelle che egli usa nei riguardi della Chiesa stessa. Essa è il tempio di Dio perché composta di pietre vive; è la Sposa perché è formata da tutte le anime che sono chiamate all’eterna unione. Se è scritto che il Salvatore ha acquistato la Chiesa con il suo sangue (Atti XX, 28), ognuno di noi può dire parlando di se stesso, come san Paolo: Cristo mi ha amato e si è sacrificato per me (Gal. II, 20). Essendo dunque uguali i destini, dobbiamo sforzarci, durante l’Avvento, di entrare nei sentimenti di preparazione di cui abbiamo visto ripiena la Chiesa.
Preghiera.
E innanzitutto, è per noi un dovere di unirci ai Santi dell’Antica Legge per implorare il Messia, e soddisfare così quel debito di tutto il genere umano verso la divina misericordia. Onde animarci a compiere questo dovere, trasportiamoci con il pensiero nel corso di quelle migliaia di anni rappresentate dalle quattro settimane dell’Avvento, e pensiamo a quelle tenebre, a quei delitti di ogni genere in mezzo ai quali si agitava il vecchio mondo. Che il nostro cuore senta viva la riconoscenza che deve a Colui che ha salvato la sua creatura dalla morte, e che è disceso per vedere più da vicino e condividere tutte le nostre miserie, fuorché il peccato! Che esso gridi, con l’accento dell’angoscia e della fiducia, verso Colui che volle salvare l’opera delle sue mani, ma che vuole pure che l’uomo chieda ed implori la propria salvezza! Che i nostri desideri e la nostra speranza si effondano dunque in quelle ardenti suppliche degli antichi Profeti che la Chiesa ci mette sulle labbra in questi giorni di attesa. Disponiamo i nostri cuori, nella più larga misura possibile, ai sentimenti che essi esprimono.
Conversione.
Compiuto questo primo dovere, penseremo alla Venuta che il Salvatore vuol fare nel nostro cuore: Venuta, come abbiamo visto, piena di dolcezza e di mistero, e che è la conseguenza della prima, poiché il buon Pastore non viene soltanto a visitare il suo gregge in generale, ma estende la sua sollecitudine a ciascuna delle pecore, anche alla centesima che si era smarrita. Ora, per ben comprendere tutto questo ineffabile mistero, bisogna ricordare che, siccome non possiamo essere accetti al nostro Padre celeste se non in quanto egli vede in noi Gesù Cristo, suo Figlio, questo Salvatore pieno di bontà si degna di venire in ciascuno di noi, e, se noi lo vogliamo, di trasformarci in lui, di modo che non viviamo più della vita nostra, ma della sua. Il fine di tutto il Cristianesimo è appunto di divinizzare l’uomo attraverso Gesù Cristo: questo è il compito sublime imposto alla Chiesa. Essa dice ai Fedeli con san Paolo: « Voi siete i miei figlioletti; poiché io vi dò una seconda nascita, affinché si formi in voi Gesù Cristo » (Gal. IV, 19). – Ma, come nella sua apparizione in questo mondo il divino Salvatore si è dapprincipio mostrato sotto le sembianze d’un bambino, prima di giungere alla pienezza dell’età perfetta che era necessaria perché nulla mancasse al suo sacrificio, egli intende prendere in noi gli stessi sviluppi. Ora è nella festa di Natale che si compiace di nascere nelle anime, e diffonde per tutta la sua Chiesa una grazia di Nascita alla quale, purtroppo, non tutti sono fedeli. Ecco, infatti la situazione delle anime all’avvicinarsi di quella ineffabile solennità. Alcune, ed è il numero minore, vivono pienamente della vita del Signore Gesù che è in esse, ed aspirano in ogni istante all’aumento di tale vita. Altre, in numero maggiore, sono vive, sì, per la presenza del Cristo, ma sono malate e languenti, non desiderando il progresso della vita divina, perché la loro carità si è raffreddata (Apoc. II, 4). Il resto degli uomini non gode di questa vita, e si trova nella morte; poiché Cristo ha detto: Io sono la Vita (Gv. XIV, 6). – Nei giorni dell’Avvento, il Salvatore va a bussare alla porta di tutte le anime, in una maniera ora sensibile, ora nascosta. Viene a chiedere se hanno posto per Lui, affinché possa nascere in loro. Ma, benché la casa che egli chiede sia sua, poiché lui l’ha costruita e la conserva, si è lamentato che i suoi non l’hanno voluto ricevere (Gv. 1, 11), almeno il numero maggiore tra essi. «Quanto a quelli che l’hanno ricevuto, ha concesso loro di diventare figli di Dio, e non più figli della carne e del sangue » (ibid. 12, 13). Preparatevi dunque a vederlo nascere in voi più bello, più radioso, più forte di come l’avete conosciuto, o anime fedeli che lo custodite in voi stesse come un prezioso deposito, e che da lungo tempo, non avete altra vita che la sua, altro cuore che il suo, altre opere che le sue. Sappiate cogliere, nelle parole della Liturgia, quelle che fanno per il vostro amore, e che commuoveranno il cuore dello Sposo. Aprite le porte per riceverlo nella sua nuova venuta, voi che già l’avevate in voi, ma senza conoscerlo; che lo possedevate, ma senza gustarlo. Egli torna con una nuova tenerezza; ha dimenticato il vostro rifiuto; vuole rinnovare tutte le cose (Apoc. XXI, 5). Fate posto al celeste Bambino, che vuol crescere in voi. Il momento è vicino: che il vostro cuore, dunque si desti; e perché non vi abbia sorpreso il sonno quando Egli passerà, vegliate e pregate. – Le parole della Liturgia sono anche per voi; perché esse parlano di tenebre che Dio solo può dissipare, di piaghe che solo la sua bontà può risanare, di languori che cesseranno solo per sua virtù. – E voi, Cristiani, per cui la buona novella è come se non ci fosse perché i vostri cuori sono morti per il peccato, sia che questa morte vi tenga stretti nei suoi lacci da lunghi anni, sia che la ferita che l’ha causata sia stata inferta più di recente alla vostra anima, ecco venire colui che è la vita. « Perché dunque vorreste morire? Egli non vuole la morte del peccatore, ma vuole che si converta e viva » (Ez. XVIII, 31). – La grande Festa della sua Nascita sarà un giorno di misericordia universale per tutti quelli che vorranno lasciarlo entrare. Questi ricominceranno a vivere con Lui; ogni altra vita precedente sarà abolita, e sovrabbonderà la grazia là dove prima aveva abbondato l’iniquità (Rom. V, 29). – E se la tenerezza e la dolcezza di questa misteriosa Venuta non vi attraggono, perché il vostro cuore non potrebbe ancora comprendere la fiducia o perché, avendo per lungo tempo ingoiato l’iniquità come l’acqua, non sapete che cosa significhi aspirare mediante l’amore alle carezze d’un padre di cui avevate disprezzato gli inviti, pensate alla Venuta piena di terrore che seguirà quella che si compie silenziosamente nelle anime. Sentite lo scricchiolio dell’universo all’avvicinarsi del terribile Giudice; osservate i cieli che fuggono davanti a Lui, e si aprono come un libro alla sua vista (Apoc. VI, 41); sostenete, se ne siete capaci, il suo aspetto, i suoi sguardi fiammeggianti; guardate senza fremere la spada a doppio taglio che esce dalla sua bocca (ibid. 1, 16); ascoltate infine quelle grida di lamento: 0 monti cadete su di noi; rocce, copriteci, toglieteci alla sua vista terrificante (Lc. XXIII, 30)! Sono le grida che faranno risuonare invano le anime sventurate che non hanno saputo conoscere il tempo della visita (ibid. 23, 19, 44). Per aver chiuso il loro cuore a quell’Uomo-Dio che pianse su di esse – tanto le amava! – scenderanno vive nel fuoco eterno la cui fiamma è così bruciante che divora il germe della terra e le fondamenta più nascoste dei monti (Deut. XXXII, 22). Ivi si sente il verme eterno d’un rimorso che non muore mai (Mc. IX, 43). – Coloro, dunque, i quali non si sentono commossi dalla dolce notizia dell’avvicinarsi del celeste Medico, del generoso Pastore che dà la vita per le sue pecorelle, meditino durante l’Avvento sul terribile, eppure incontestabile mistero della Redenzione, resa inutile dal rifiuto che l’uomo oppone troppo spesso di associarsi alla propria salvezza. Misurino le loro forze, e se disprezzano il bambino che sta per nascere (Is. IX, 6), pensino se saranno in grado di lottare con il Dio forte, il giorno in cui verrà non più a salvare, ma a giudicare. Per conoscerlo più da vicino, questo Giudice davanti al quale tutto deve tremare, interroghino la sacra Liturgia: qui impareranno a temerlo. – Del resto, questo timore non è soltanto proprio dei peccatori; è un sentimento che ogni Cristiano deve provare. Il timore, se è da solo, rende schiavi; se compensa l’amore, conviene al figlio colpevole, che cerca il perdono del padre adirato; anche quandol’amore lo spinge fuori (Gv. IV, 18), esso ritorna talora come un subitaneo lampo, e il cuore fedele ne è felicemente scosso fin nelle fondamenta. Sente allora ridestarsi il ricordo della sua miseria e della misericordia gratuita dello Sposo. Nessuno deve dunque disperarsi, in questo sacro tempo dell’Avvento, dall’associarsi ai pii timori della Chiesa che, per quanto amata, dice spesso nei suoi Uffici: Trafiggi la mia carne, 0 Signore, con il pungolo del tuo timore! Ma questa parte della Liturgia sarà utile soprattutto a coloro che cominciano a consacrarsi al servizio di Dio. – Da tutto ciò, si deve concludere che l’Avvento è un tempo consacrato soprattutto agli esercizi della Vita Purgativa; come indicano quelle parole di san Giovanni Battista, che la Chiesa ci ripete così spesso in questo sacro periodo: Preparate le vie del Signore! Ciascuno, dunque, operi seriamente a spianare il sentiero attraverso il quale Gesù entrerà nella sua anima. I giusti, secondo la dottrina dell’Apostolo, dimentichino ciò che hanno fatto nel passato (Filip. III, 13), e attendano a nuovi impegni. I peccatori cerchino di rompere subito i legami che li tengono stretti, di lasciare le abitudini che li fanno prigionieri; castighino la carne, e diano inizio al duro lavoro di sottometterla allo spirito; preghino soprattutto con la Chiesa; e quando il Signore verrà, potranno sperare che non rimarrà sulla soglia della porta, ma entrerà, perchè egli ha detto: « Ecco che io sono alla porta e busso; se qualcuno sente la mia voce e mi apre, entrerò da lui » (Apoc. III, 20).
(Dom Guéranger: l’Anno Liturgico)
Queste sono le feste del mese di Dicembre:
2 Dicembre S. Bibianæ Virginis et Martyris Semiduplex
3 Dicembre S. Francisci Xaverii Confessoris Duplex majus
PRIMO VENERDI
4 Dicembre S. Petri Chrysologi Episcopi Confessoris et Ecclesiæ Doctoris Duplex
PRIMO SABATO
5 Dicembre Dominica II Adventus – Semiduplex II. Classis
S. Sabbæ Abbatis
6 Dicembre S. Nicolai Episcopi et Confessoris – Duplex
7 Dicembre S. Ambrosii Episcopi Confessoris et Ecclesiæ Doctoris Duplex
8 Dicembre In Conceptione Immaculata Beatæ Mariæ Virginis Duplex I. classis
10 Dicembre S. Melchiadis Papæ et Martyris Feria
11 Dicembre S. Damasi Papæ et Confessoris Duplex
12 Dicembre Dominica III Adventus – Semiduplex II. classis
13 Dicembre S. Luciæ Virginis et Martyris Duplex
15 Dicembre Feria IV Quattuor Temporum Adventus Feria privilegiata
16 Dicembre S. Eusebii Episcopi et Martyris Semiduplex
17 Dicembre Feria VI Quattuor Temporum Adventus Feria privilegiata
18 Dicembre Sabbato Quattuor Temporum Adventus Feria privilegiata
19 Dicembre Dominica IV Adventus Semiduplex II. classis
21 Dicembre S. Thomæ Apostoli – Duplex II. classis
24 Dicembre In Vigilia Nativitatis Domini – Duplex I. classis
25 Dicembre In Nativitate Domini – Duplex I. classis
26 Dicembre Dominica Infra Octavam Nativitatis – Semiduplex Dominica minor
S. Stephani Protomartyris Duplex II. classis
27 Dicembre S. Joannis Apostoli et Evangelistæ – Duplex II. classis
28 Dicembre Ss. Innocentium – Duplex II. classis
29 Dicembre S. Thomæ Episcopi et Martyris – Duplex
31 Dicembre S. Silvestri Papæ et Confessoris Duplex
Die septima post Nativitatem Feria privilegiata