I TRE PRINCIPII DELLA VITA SPIRITUALE (I)

I TRE PRINCIPII DELLA VITA SPIRITUALE (I)

LA VITA SPIRITUALE RIDOTTA A TRE PRINCIPII FONDAMENTALI

dal Padre MAURIZIO MESCHLER S., J.

TRADUZIONE ITALIANA PEL SACERDOTE GUGLIELMO DEL TURCO SALESIANO DEL VEN. DON GIOVANNI BOSCO

VICENZA

Società Anonima Tipografica

1922

Nihil obstat quominus imprimatur.

Vicetiæ, 24 Martii 1922.

Franciscus Snichelotto

IMPRIMATUR

Vicetiæ, 25 Martii 1922.

I. M, Viviani, Vic. Gen

A DON FILIPPO RINALDI

TERZO SUCCESSORE DEGNISSIMO DEL VEN. GIOVANNI BOSCO DI CUI È IL MOTTO

«DA MIHI ANIMAS CÆTERA TOLLE»

L’UMILE TRADUTTORE OFFRE QUESTO LIBRO TRIPLICE FUNICELLA CHE AVVINCE LE ANIME A DIO

INDICE

PRIMO PRINCIPIO FONDAMENTALE

 La Preghiera

I. Che cosa è pregare

II. Quanto grande ed eccellente è la preghiera

III. Il precetto della preghiera

IV. Il gran mezzo per conseguire la grazia

V. Efficacia illimitata della preghiera

VI. Come deve farsi la preghiera

VII. La preghiera vocale

VIII, Modelli di preghiera

TX. L’orazione mentale

X. Le divozioni della Chiesa

XI. Lo spirito di preghiera

SECONDO PRINCIPIO FONDAMENTALE

La vittoria di se stesso

I. Retta idea dell’uomo

II. Che cosa sia il rinnegare se stessi

III. Perché dobbiamo mortificarci

IV. Proprietà dell’abnegazione propria

V. Alcune obiezioni

VI. Mortificazione esterna

VII. Mortificazione interna

VIII. La mortificazione dell’intelletto

IX. La: mortificazione della volontà

X. Delle passioni

XI. La pigrizia

XII. La paura

XIII. L’ira e l’impazienza

XIV. La superbia

XV. Antipatia e simpatia

XVI. La passione dominante »

XVII. Ricapitolazione e fine »

TERZO PRINCIPIO FONDAMENTALE

L’amore a nostro Signor Gesù Cristo

I. L’amore.

II. Cristo-Dio.

III. Dio-Uomo.

IV. Dio-Bambino.

V. Il migliore Maestro e Direttore delle anime

VI. Il Figliuolo dell’Uomo.

VII. L’Operatore di meraviglie.

VIII. Il libro della vita.

IX. Era buono.

X. Passione e morte.

XI. Vita gloriosa.

XII. Il Santissimo Sacramento.

XIII. L’ultimo mandato.

PREFAZIONE

Un libro del P. Meschler non ha certamente bisogno di raccomandazione, mentre a tutti è nota la competenza di questo illustre Padre, in tutto ciò che risguarda l’ascetica cristiana, che per lui è stata arricchita di molti pregevolissimi libri. Ma poiché il valente traduttore dell’operetta presente ci ha gentilmente pregato di scrivere una parola in proposito, non possiamo fare a meno di encomiare altamente questo libro, ché si può ben definire un sugoso compendio di tutta l’ascetica cristiana. (Meschler: «Drei Grundlehren» – Herder, Freiburg.). Come dice molto sapientemente l’A. nel Prologo quanto più l’anima si accosta a Dio, suo Fine Supremo, tanto più sente il bisogno di ridurre tutto ad unità e semplicità, cioè a quella beata unità e semplicità che trovasi in Dio stesso e che, pregustata quaggiù dischiude, al dire del Kempis, il segreto della pace tranquillità perfetta. Perciò l’A. si è prefisso, in quest’Opera. di ridurre tutta l’ascetica cristiana a pochi e semplici principi che sono le basi fondamentali di ogni vera santità e perfezione. E la sapienza dell’A. illustre vegliardo ormai consumato nello studio e nella pratica della vera ascetica cristiana, si rivela appunto nella elezione, che Egli ha saputo fare, di questi principi fondamentali. Essi sono: La Preghiera, La vittoria di se stesso e L’Amore di N. S. Gesù Cristo. Che a questi principî veramente si riduca tutta l’ascetica cristiana, appare manifestamente dal S. Vangelo stesso, dagli insegnamenti dei Padri e dei Dottori della Chiesa, e finalmente dalla dottrina e dalla pratica di tutti i Santi. Chiunque, nella via della perfezione, si scostò anche solo menomamente da questi principi, incorse fatalmente nei più gravi errori e nelle depravazioni più funeste. Chi al contrario si attenne fedelmente a questi tre principi, raggiunse in breve la più alta santità, La Preghiera senza la vittoria di se stesso dà luogo alle fatue aberrazioni del sentimentalismo; la Vittoria di se stesso senza la preghiera è per sé stessa impossibile e può degenerare in quelle ipocrite e false austerità, che satana ha saputo e sa suggerire agli stessi pagani per meglio avvincerti nelle sue ignominiose catene. Finalmente tanto la Preghiera come la Mortificazione non è possibile senza un amore vero, sodo, generoso, costante a N. S. Gesù Cristo, il quale dalla Croce ha compendiato tutte le sublimi sue lezioni che risguardano il culto che l’uomo deve al suo Dio. – Mirabile è poi lo svolgimento delle singole parti. Là dove parla della Preghiera, l’A. ne mostra in brevissimi tratti l’eccellenza, l’efficacia, la pratica; con tocchi rapidi e magistrali insegna il modo di pregare così vocalmente come mentalmente. Nessuno che legga queste pagine potrà giustificare la propria ripugnanza alla preghiera, mentre l’A. ne mostra tutta la facilità e la soave bellezza. Là dove parla della mortificazione, ossia della vittoria di se stesso, l’A., senza perdersi nel campo delle astrazioni e della teoria, dopo di averne dimostrata la necessità, scende a mostrare praticamente il modo col quale si devono mortificare le varie potenze dell’anima e del corpo e le principali passioni che sono la ragione di ogni disordine nell’uomo. – Finalmente la parte più bella del libro, a nostro modesto giudizio, è quella in cui l’A. parla dell’amore di N.S. Gesù Cristo. La pittura che egli fa del nostro adorato Maestro, nei Misteri principali della sua vita, nei punti culminanti dei suoi insegnamenti e dei suoi atti è così bella nella sua semplicità, che non può non attrarre ogni anima ben fatta, ogni cuore che sente sete ardente di un ideale di purezza, di bellezza, di santità e di grazia infinita. Leggendo queste semplici pagine, non sì può fare a meno di conchiudere con quelle sublimi parole dell’Apostolo: « Chi non ama N. S. Gesù Cristo sia maledetto! » – Tale il disegno e l’orditura del libro. È un’ascetica da borsellino, come modestamente dice l’A. Ma felici le anime le quali sapranno fare acquisti di questa ascetica e sapranno tradurla nella vita pratica! Essi avranno trovato il segreto delle gioie più pure in questa vita, il pegno più bello della felicità e gioia eterna. Nel desiderio, dunque, della gloria di Dio e della salvezza di un gran numero di anime, noi auguriamo questo libro la più larga diffusione, mentre non possiamo trattenerci dal ringraziare il valente Traduttore, il quale con tanta maestria ha saputo renderlo nella nostra lingua, sì che non sembra traduzione, ma piuttosto un libro dettato da esperta penna italiana.

GIUSEPPE M. PETAZZI, S. J.

PROLOGO

Visse in Persia un Principe amantissimo delle scienze, il quale raccoglieva per la sua biblioteca ogni genere di scritti, e se li portava dietro ovunque andasse. Non andò guari che questo prese a riuscirgli grave incomodo; per cui diede l’incarico ad alcuni sapienti di compendiargli la scienza di tutti quei libri in un dato numero di volumi, da poterli comodamente trasportare ne’ suoi viaggi sopra un cammello. Ma, vedendo col tempo che nemmeno ciò era possibile, li fece riassumere in uno solo, e finì più innanzi di ridurre anche quest’unico in una massima fondamentale e pratica per la vita, conseguendo così di aver seco tutta la sua scienza senza nessuna fatica e disturbo, anzi con molta facilità e vantaggio. Ora, questa è altresì l’idea su cui si basa quest’operetta. Libri che trattano della vita spirituale ce n’è a josa e voluminosi. Chi potrebbe numerarli e trascriverne solo il titolo? Ma benedetto sia Dio per quest’abbondanza, poiché mai si potrà scrivere e leggere bastantemente intorno alla vita spirituale, essendo essa come lo è in realtà, ciò che v’ha di meglio e di più eccellente per l’uomo su questa terra. Però chi è che si metta a leggere tanti libri e tenerli a mente? Non v’è dubbio; è un guadagno e vantaggio grande conoscere e possedere la scienza dello spirito e dei santi in modo ristretto e breve, e ciò senza pregiudicare al tempo stesso la materia. – D’altra parte, questo è altresì lo spirito dell’epoca nostra: riunire e disporre in maniera semplice, ristretta e pratica tutto ciò che è necessario alla vita. È ciò si verifica pure in noi stessi, poiché coll’andar del tempo tendiamo ad unificare tutto straordinariamente, tanto che il nostro sapere si riduce ad un principio unico che domina nell’anima nostra e dirige tutte le nostre azioni. Quanto più andiamo avvicinandoci a Dio, nostro ultimo fine e mèta, vieppiù partecipiamo della sua divina semplicità, finché Egli sarà per noi l’unico e solo bene. Ora, lo stesso avviene della verità divina che è unica ed abbraccia tutto; e questa sola, compresa seriamente e messa in pratica, basta a farci santi. È così che si presenta in questa operetta la vita spirituale, semplificata e ridotta a tre punti principali, senza i quali non gioverebbe a nulla la più elevata e vasta ascetica, poiché le mancherebbe ciò che è più necessario e sostanziale, e non potrebbe conseguire il suo fine. Regolandoci invece secondo questi principî, e conformandovi la nostra condotta, coll’aiuto di Dio, arriveremo alla vera perfezione. E se nel corso della nostra vita spirituale dovessimo constatare che le cose non camminano bene, esaminiamoci alla luce di questi tre principî e vediamo se praticamente ci siamo attenuti alle loro conseguenze, certi che con questo mezzo troveremo dove siamo deficienti e non ci resterà, per giungere alla perfezione, che di rimetterci con costanza a subordinarvi la nostra condotta. – Scienza di borsellino chiamò i suoi insegnamenti circa la vita comune uno scrittore di spirito. Ascetica di borsellino potremmo chiamare noi questo libro, poiché in esso si contiene la quintessenza della vita spirituale ed è, come dire, l’ascetica in miniatura, compendiata in tre soli principî. Una cordicella a tre fila difficilmente si rompe, dice la Scrittura (Eccle. IV, 12): per questo si dànno qui tre massime fondamentali che, intrecciandosi, unificandosi e sostenendosi a vicenda. formano l’anello della sapienza, nel quale è incastonata la perla della perfezione cristiana, pel cui possesso il saggio mercatante, avido d’una merce così preziosa qual è la perla, reputa bene impiegati tutti i travagli e fatiche, e giunge persino a vendere quanto ha. (Matt. XIII, 46).

Lussemburgo, 8 Agosto 1919.

L’AUTORE

I TRE PRINCIPII DELLA VITA SPIRITUALE (II)