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P. F. GHERUBINO DA SERRAVEZZA
Cappuccino Missionario Apostolico
IL PROTESTANTISMO GIUDICATO E CONDANNATO DALLA BIBBIA E DAI PROTESTANTI (11)
FIRENZE – DALLA TIPOGRAFIA CALASANZIANA 1861
DISCUSSIONE XII
La Tradizione divina.
60. Prot. Per verità, Santa Bibbia, la mia causa, fin qui contro il Cattolicismo non poteva andar peggio; poiché egli in tutto ha vinto e splendidamente trionfato!… Adesso però passo, per dover di coscienza, ad accusarlo di tale un delitto, per cui sono ben certo sarà anche da voi condannato e per sempre esecrato. Voi ben sapete che Iddio ha dato alla sua Chiesa per regola della fede e dei costumi la Santa Scrittura, e non altro che la Santa Scrittura, ossia Voi stessa. Ora egli, pel suo tornaconto, insegna e sostiene che oltre la Santa Scrittura vi è e deve seguirsi come norma ugualmente sicura non so quale…. Tradizione divina! Oh iniquità! Questa sua pretesa Tradizione « è propriamente precipua origine e causa di quella mostruosità che è il Papismo nella deteriore sua forma. » (Shutteworth: Not tradition but Scripture. Lond. ediz. 2. 1839). Ma prima di passar oltre debbo spiegarmi anche meglio. « I Romanisti sostenendo la Tradizione, non rigettano perciò la Scrittura, anzi vi sono forse attaccati più di qualunque protestante, ma tengono che non è soltanto essa la parola di Dio. Quindi sostengono che il sistema della loro dottrina tradizionale deriva dagli Apostoli egualmente che la Scrittura; cosicché se questa perisse, non perirebbe perciò la rivelazione. Ora per confutare i Romanisti è necessario intenderli perfettamente. Per Tradizione intendono essi tutto il sistema della fede, e le regole che riceveranno dalla precedente generazione, e questa dall’altra precedente, e cosi di seguito…. Quindi, quando i Romanisti asseriscono di aderire alla Tradizione, altro non significano che di credere e operare nel modo che sempre crederono e operarono i Cristiani.» (Newman: (quando era protestante) Lezioni del Romanismo, e del Protestantesimo: London 1837).
Bibbia. Come mai osi asserire che Dio ha dato alla Chiesa per regola della fede e de’ costumi la sola Divina Scrittura: che deve riprovarsi la Tradizione? A buon conto, dal principio del mondo sino a Mosè, ossia per oltre duemila seicento anni, la Chiesa di Dio non ebbe altra regola, altro appoggio che la Tradizione, perché in tutto quel tempo nulla fu scritto di quanto aveva Iddio rivelato. Mosè fu il primo à scriver la Parola di Dio, e dopo di lui non pochi altri la scrissero. Ma forse scrissero tutto? No certamente ; perché se tutto avessero scritto non avrebbero raccomandato con tanta premura nei loro scritti di ricorrere anche alla Tradizione, e di custodirla e tramandarla gelosamente. Ascolta. « Narrerai al tuo figliuolo, e dirai: Questo e questo fece per me il Signore, quando io uscii dall’ Egitto, e ciò sarà quasi un sigillo nella tua mano, e come un monumento davanti a’ tuoi occhi » (Esod. XIII, 8,9).
« Informati de’ tempi antichi che furon prima di te, dal giorno in cui Dio creò l’uomo sopra la terra,… se mai cosa tale sia avvenuta, o siasi intesa, che un popolo abbia udito la voce di Dio. » (Deut. IV, 32, 33)
« Interroga il padre tuo e te ne darà novella, i tuoi avi e te lo diranno, quando l’Altissimo fece la divisione delle nazioni, etc. » (Ivi, XXXII, 7, 8).
« Dove sono le meraviglie raccontateci da’ padri nostri? (Giud. VI, 13)
« Noi, o Dio, con le nostre orecchie udimmo: i padri nostri annunziarono a noi quello che tu facesti ne’ giorni antichi. » (Psal. XLIII, 1, 2).
« Quante cose furon da noi udite e intese, e a noi le narrarono i padri nostri, e questi non le tennero ascose ai loro figliuoli e alla seguente generazione…. Quante cose comandò egli [il Signore) ai padri nostri che le facessero sapere ai loro figliuoli; affinché la seguente generazione le sappia (e i figliuoli che nasceranno e verranno alla luce le racconteranno ai propri figliuoli » (Psal. LXXVII, 3, segg.).
Anuunzierà il padre ai figliuoli come verace sei tu (o Signore) » (Isa. XXVIII, 19) – « Udite, o vecchi, etc… discorretene co’ vostri figliuoli, e i vostri figliuoli co’ loro figliuoli, e i figliuoli di questi colla generazione che verrà dopo. » (Joel. 1, 2, 3)
« Frequenta le adunanze de’ seniori prudenti, e unisciti di cuore alla loro saviezza, affin di potere ascoltare quello che di Dio si ragiona, e non siano ignote a te le sentenze degne di lode. ». (Eccl. VI, 35)
« Non trascurare il discorrer de’ vecchi, poiché eglino hanno imparato dai padri loro. » (Ivi, VIII, 11)
61. Se poi passiamo al Nuovo Testamento, si vedrà esser tanto falso che Gesù Cristo abbia dato alla sua Chiesa la solaSanta Scrittura per regola della fede e dei costumi, che anzi Egli nulla scrisse di quanto operò ed insegnò, né fece agli Apostoli verun comando di scriverlo. Egli non fece agli Apostoli altro ornando che questo: « Andate adunque, istruite tutte le genti…. insegnando loro di osservare tutto quello che vi ho comandato. » (Matt. XXVIII, 19, 20). Onde ne avvenne che anche la Chiesa Cristiana non solamente fu stabilita, ma si governò per parecchi anni colla Tradizione, senza scrittura di sorta del Nuovo Testamento. – Scrissero dipoi gli Apostoli ed altri ispirati santi la divina parola. ma eglino pure dichiarano di non avere scritto tutto, e quindi altamente raccomandano e inculcano la Tradizione. Ascoltali.
« Or Gesù fece ancora in presenza dei suoi discepoli molti altri miracoli che non sono scritti in questo libro. » (Giov. XX, 30).
« Or vi sono ancora molte altre cose che fece Gesù, le quali se fossero scritte, credo che nemmen tutto il mondo capir potrebbe i libri che se ne scriverebbero. » (Ivi, XXI, 25).
« Io ho parlato in primo luogo, o Teofìlo, di tutto quello che sprincipiò Gesù a fare e ad insegnare sino al giorno in cui, dati per mezzo dello Spirito Santo i suoi ordini agli Apostoli che aveva eletti, fu assunto. A’ quali ancora si diede a veder vivo dopo la passione, con molte riprove, apparendo ad essi per quaranta giorni, e parlando del regno di Dio. » (Att. I, 1, e seg.). – Quanto disse loro Gesù in questi quaranta giorni, che certamente fu molto, ove mai sta scritto? Ascolta ancora.
« E poi ho apparato dal Signore quello che ho anche insegato [non l’ha scritto) A voi…. Le altre cose le disporrò quando sarò venuto. » (I Cor. XI, 23, 24). Anche queste non le scrive.
« Dì e notte lo preghiamo (il Signore) di vedere la vostra faccia, e di supplire a quello che manca alla vostra fede, » (I. Tess. IV, 1, 2) cioè, di supplire a voce alle istruzioni che non mette in iscritto, o riguardanti la fede.
« Nessuno vi seduca in tal modo; imperocché (ciò non sarà) se prima non sia seguita la ribellione, e non sia manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo di perdizione…. Non vi ricordate voi come, quando io era tuttora presso di voi, vi diceva tali cose? » (II. Tess. II, 2 e seg.). Queste accennate istruzioni dove sono scritte?
« Quello che fu da principio, quello che udimmo, quello che vedemmo con gli occhi nostri e contemplammo, e colle nostre mani palpammo di quel Verbo di vita…. lo annunziamo a voi » (II Giov. v. 12).
« Molte cose avendo ancora da scrivervi, non ho voluto (farlo) con carta e inchiostro, ma spero di venire a voi e parlarvi a bocca a bocca! » (III Giov. v. 13).
« Vi do lode, o fratelli, perché in ogni cosa vi rammentiate di me; e quali ve le ho date ritenete le tradizioni (I. Cor. XI, 2).
« O fratelli, vi preghiamo, vi scongiuriamo pel Signore Gesù, che conforme avete apparato da noi, in qual modo camminar dobbiate e piacere a Dio, così pure camminiate, onde siate viepiù doviziosi. Imperocché voi sapete, quali precetti io vi diedi da parte del Signore Gesù. » (I Tess. IV, 1,2).
« State dunque costanti, o fratelli, e ritenete le tradizioni che avete apparate o per le nostre parole, o per la nostra Lettera. » (II Tess. II, 14).
« Abbi dunque in memoria quel che ricevesti e udisti, e osservalo. » (Apoc. II, 14). Che te ne pare? Di più, sta scritto:
62. « Le prime e le ultime gesta di Davidde re sono scritte nel libro di Samuele profeta, e nel libro di Nathan profeta, e in’ quello di Gad profeta.» (I Paral. XXIX, 29) — « Il rimanente poi dei fatti di Salomone primi ed ultimi, sono scritti ne’ libri di Nathan profeta, nei libri di Ahìa Silonite, e anche nella visione di Addo. » (2 Paral. IX, 19).
« Salomone pronunziò tre mila parabole, e le sue canzoni sono mille e cinque. » (III dei Re, IV, 32). – Ora di queste mille e cinque canzoni non resta che la Cantica divisa in otto capitoli, onde al più, può contenere otto canzoni; tutto il resto è perduto. Delle tre mila parabole non ne resta che una piccola parte nel libro de’ Proverbi, cioè dal Capo X, alla fine: il resto è perduto. I libri dei Profeti Nathan, Gad, Ahìa e Addo sono affatto perduti. Sono egualmente perdute due Lettere di S. Paolo, una a’ Corinti, l’altra ai Laodicesi, delle quali fa menzione il medesimo Apostolo. (I Cor. V, 9) Come dunque supplire a tanta perdita senza la Tradizione? È dunque necessario ammettere la Tradizione non solo per conoscere la parola di Dio non scritta; ma anche per non subire l’intera perdita della Scrittura Santa smarrita.
63. Prot. È scritto; « Or io, fratelli, ho rivolte queste cose, per una cotal maniera di parlare, in me ed in Apollo, per amor nostro: acciocché impariate in noi a non esser savi sopra ciò che è scritto; affine di non gloriarvi l’uno per l’altro contro ad altrui.» (I Cor. IV, 6 – Traduzione del prot. Diodati).
Bibbia. L’originale dice così: Acciocché impariate in noi a non sentire (voi) di sé sopra quello che è scritto. La Versione Siriaca così si esprime: « Acciocché impariate per mezzo di noi a non sentire di voi più di quello che è scritto. » Lo stesso è il senso della Volgata, spiegato nei versetti che seguono. Che però questo testo non è a proposito; mentre dal medesimo è chiaro, ed anche più dal contesto, che ivi l’Apostolo non parla affatto di Scrittura per rapporto alla Tradizione; ma unicamente rintuzza l’orgoglio di certi sacerdoti, che si gloriavano l’uno per l’altro contro ad altrui, cioè, si credeva ciascuno ad ogni altro superiore per la diversa qualità del maestro che aveva avuto; onde dicevano: io sono di Paolo: e io di Apollo: e io di Cefa, etc. Quindi l’Apostolo li richiama al dovere, dicendo loro che imparino dall’esempio di lui e di Apollo a non sentire di sé più dì quello che è scritto, cioè a non credersi più di quello che di essi è scritto nel principio dello stesso Capitolo, ove ai medesimi dirette sono le seguenti parole. « Così noi consideri ognuno come ministri di Cristo e dispensatori de’ misteri dì Dio. »
Prot. Sta scritto: « Non aggiugnerete né toglierete alla parola che io vi annunzio. » (Deut. IV, 2) « Fa’ in onor del Signore solamente quello che io ti prescrivo, non aggiungere, e non levare. » (Ivi, XII, 32).
« Protesto a chiunque ascolta le parole dì profezia di questo libro, che se alcuno aggiungerà a queste cose, porrà Dio sopra di lui le piaghe scritte in questo libro. E se alcuno torrà qualche cosa dalle parole di profezia di questo libro, torrà Dio la porzione di lui dal libro della vita. » (Apoc. XXII, 18, 19). Questi passi furon sempre da me riguardati come decisivi in favore della mia causa: ma ora confessar debbo che a nulla mi giovano; imperocché « Questo detto (aggiugnere, ec.) non ripugna né alle tradizioni che interpretano la Scrittura, né ai precetti umani conformi alla legge. Diminuire altro non è che non fare ciò che è comandato: Aggiungere altro non che è fare altrimenti di quello che è comandato. » (Ugone Crozio: Critici sacri, T, 2, Annt. Super hæc Loc.).
Opponevo ancora i seguenti, l.° « Perché trasgredite il comando di Dio per la vostra tradizione? » (Matt. XV, 3)
« 2.° È paruto anche a me, dopo aver diligentemente rinvergato dall’origine il tutto, di scriverlo a te a parte a parte. » (Luc. I, 3).
Ma questi pure a nulla mi giovano; perché nel primo, « Si parla di usi umani, di tradizioni contrarie alla legge divina. » (Kuinoel: Comm. in Matt. In hunc Loc.). – Il secondo, « non deve prendersi in senso stretto, essendo nolo che molte cose sono negli altri Evangelisti, le quali non sono in S. Luca. » (Il medes. Comm. in libros hist.)
64. Bibbia. Cessa dunque di combattere la Tradizione, altrimenti, oltre quanto ti ho detto circa i danni che te ne avverrebbero, perderai affatto tutta la Santa Scrittura; poiché non puoi avere altro mezzo per conoscere che la Scrittura è parola di Dio, se non che la Tradizione.
Prot. Non sono in questo pericolo; perchè la Tradìzione riguardante l’autenticità dei libri Divini, l’ammetto ancor io. (Così i Protestanti detti Credenti.)
Bibbia. Ma o credi tu che la Chiesa nel proporre le divine verità è infallibile, ovvero che essa può ingannare. Nel primo caso obbligato sei ad ammettere tutte le tradizioni che ella propone e tiene per divine. Nel secondo obbligato sei a rigettarle tutte senza eccezione ed insieme con esse tutta la Santa Scrittura: perché non hai più sicurezza veruna che questa sia la parola di Dio.
Prot. Ammetto ancora altre tradizioni, ma non già delle verità primarie, ossia necessarie alla salute; perché queste sono tutte registrate nella S. Scrittura. (Così vari autori dei medesimi).
Bibbia. Di ciò ti smentiscono i testi che ti ho citati: che se non ti bastano, ascolta ancora S. Paolo. « Ed io, o fratelli, non potei parlare a voi come a spirituali, ma come carnali. Come a pargoletti in Cristo, vi nutrii con latte, non con cibo; imperocciocché non ne eravate capaci: ansi nol siete neppure adesso. » (I Cor, III, 1, 2). – Capisci il significato di queste parole? Se nol capisci, lo capirai dalle seguenti.
« Tu dunque, figliuol mio…. le cose che hai udite da me con molti testimoni, confidale ad uomini fedeli, i quali saranno idonei ad insegnarle anche ad altri. » (II Tim. I, 1, 2) Hai capito?
65. Prot. Stringenti sono le vostre ragioni: ma come ha potuto mantenersi nella Chiesa per tanti secoli, ed essere a noi trasmessa illibata, incorrotta una Tradizione tanto estesa, quale è la cristiana? Ciò è cosa impossibile. (Ultimò rifugio a cui si appigliano i protestanti).
Bibbia. Come ciò abbia potuto avvenire, te lo dice S. Paolo. Ascolta.
« Tieni (o Timoteo) la forma delle sane parole che hai udite da me con la fede e la carità in Gesù Cristo. Custodisci il buon deposito PER MEZZO DELLO SPIRITO SANTO CHE È IN TE. » (II Tim. I, 13, 14) Hai capito? Ha potuto mantenersi e si manterrà sempre illibata, incorrotta, per l’assistenza dello Spirito Santo che non abbandona mai la sua Chiesa.
66. Prot. « La Riforma (protestante), considerata nella sua pienezza, riconobbe ed ammesse l’appello alla Tradizione; quantunque non abbia riconosciuto l’infallibilità di singoli i Padri, e dei Concilj. Se si rigetta l’autorità degli antichi si apre la porta al deismo; perché la ragione, emancipata da ogni freno, passa a considerare la Bibbia come un’umana produzione, e a rigettare, o adottare ciò che le piace. Quindi, siccome la facoltà di raziocinare varia nei diversi individui, alcuni aggiungono, altri tolgono al Canone della Scrittura. Si porta fuori il testo come pieno d’interpolazioni, di errori, di assurdità. Si accusano i Sacri Scrittori d’ignoranza, di contraddizione e di fraudolenza: e ne segue la legittima inevitabile conclusione, che la Cristiana Religione non sia rivelazione: che Cristo non sia stato che un filosofo: e che l’uomo abbandonato sia alla sua ragione, ed a’ suoi meriti quanto alle sue speranze, alla salute!… Insomma, se si rigetta in questo fatto la testimonianza dei primitivi Dottori cristiani, si distruggono tutte le prove esteriori della Religione Cristiana. Cercano alcuni confondere la Tradizione col mezzo che a noi la fa pervenire; ma a tutti i loro argomenti noi rispondiamo che non ci appelliamo a’ Padri come a scrittori ispirati, ma come a idonei testimoni della fede che professavano i Cristiani di quell’età. » (Palmer. Tratt. della Chiesa, vol. 2, part. 3 Pref. p. 20). – La storia di Gesù Cristo non solo era conosciuta prima che scritta fosse nel Vangelo, ma tutta la Cristiana Religione era già creduta e praticata, quando ancora scritto non era alcun Vangelo. Si recitava il – Pater – prima che si leggesse nel Vangelo di S. Matteo; si usavano nel Battesimo le parole prescritte da Gesù Cristo, prima che gli Apostoli l’avessero scritte. » (Lessing, op. postuma teologica).
« I maestri dei primitivi Cristiani erano gli Apostoli, e uomini apostolici, e dalla loro bocca ammaestrati, si avevano essi assai presto procacciata la scienza de’ precetti della dottrina cristiana, e mentre non avevan forse neppure incominciato a leggere i libri divini. » (Griesbach, Curæ in historicam testus græci N. Test. P. 42)
« Il pensiero degli Apostoli, scrivendo e indirizzando le Epistole, non fu quello di manifestare a parte a parte tutti i dogmi necessari. Scrivendone, non facevan per altro modo che per via d’incidenza presentandosene loro il destro favorevole. E sebbene parlassero, come di passaggio, qualche poco dei dogmi fondamentali della fede; nientedimeno essi sapevano bene che il rimanente dei dogmi sarebbe stato di leggieri appreso per l’usanza delle Chiese da esso loro fondate. » (Grozio, Epist. 582, edict. 1763). Gli Apostoli, dunque, non insegnarono soltanto in iscritto, ma anche a voce, e prima a voce che in iscritto, siccome la religione ne’ primi secoli fu propagata colla sola Tradizione: e Gesù Cristo medesimo né scrisse, né comandò di scrivere, ma di predicare. E narrano gli antichi presso gli Indiani, che le Chiese del1’Asia furono senza Scrittura per anni cento. » (Il medes.. Ad Consult. Cassandri. Opp. T 3, p. 688)
« Vivente Ignazio, il discepolo degli apostoli, con si buone salde credenze si vivevano i Cristiani, che orano già troppo per loro le semplici parole dei Vescovi; né mi penso che fosse mai lecito di prendere in mano la Scrittura, e ricercarvi delle prove sopra quello che avevano udito. Tanto si stimavano i Vescovi, che ognuno gli avrebbe presi in iscambio degli Apostoli. » (Lessing, Opera postuma cit. p. 55).
« Falsa cosa ella è, e a torto intesa, il ricevere i libri biblici e la Sacra Scrittura, quasi contenessero e gli uni e l’altra completamente la Religione Cristiana. Frammenti venerandi essi sono e degni di ogni stima, i quali ci presentano alcune maniere d’insegnare adattate a quei tempi, non che parecchi punti della medesima Religione, ma nulla più. » (Tiestrunk, Critica del dogma cristiano protestante. 1799. T. I . Pref.). La Bibbia non è sufficiente a comporre e ordinare un sistema di religione, e chi ciò volesse tentare farebbe opera vana, o per lo meno di effetto dubbioso. E che ciò sia vero l’han ben dimostrato da ogni lato i Biblici [protestanti), i quali han cavato dalla Bibbia i loro dogmi pressoché sempre contraddittorii; perseguitandosi poi tra loro di continuo, e dandosi scambievolmente la taccia di eretici, e l’un l’altro offendendosi colle armi dell’autorità della Bibbia. (La Gazzetta Letteraria (protestante) di Iena, 1821, N. 48). Si aggiunga che i primi i quali statuirono un tal principio furono i nemici detta divinità di Cristo, ovvero, che è il medesimo, gli Ariani » (Il Foglio periodico –protestante- La Concordia, 1828, N. 48.)
« Non posso non udir di buon grado le voci concordi dell’intera antichità, le quali mi ripetono all’orecchio, come già i novatori giovandosi del nome di tradizione caduto in tanto odio tra loro, abbian voluto troppo assai cose gettare a terra. A questa tolsero eziandio quella divina autorità che pure si gode, secondo estima Ireneo, quella divinità, dico, che essi attribuiscono alla sola Scrittura. » (Lessing, Risposta agli errori del tempo).
« I principii d’Ireneo senza più stabiliscono si avesse la Tradizione vocale dogmatica per fonte autorevole ed autentica del conoscimento della verità; questo e non altro ne fosse il senso, come tale i fedeli ne usassero, e stessero pure agli scritti degli Apostoli. Conciossaché Ireneo, confutando la dottrina degli eretici, la dimostra contraria alla tradizione dogmatica vocale, che nata a’ tempi degli Apostoli, da quel tempo in poi nelle Chiese Apostoliche si era purissimamente conservata. » (Feder Muenter, Vescovo Luterano di Selanda in Danimarca: Compendio istorico de’ più antichi dogmi della Chiesa, 1802.). – « È fuor di dubbio che aver debbono eguale autorità tanto quelle cose che gli Apostoli scrissero, quanto quelle che dissero. Agostino ed altri credono istituite, o approvate dagli Apostoli quelle cose che in tutta la Chiesa furon sempre ricevute senza l’autorità de’ Concilj Generali…. Del resto anche quelle cose che credono i protestanti non sono tutte letteralmente nella Scrittura. Dicono che non debbono ammettersi le conseguenze, ma essi spesso le ammettono secondo il privato sentimento di ciascuno; onde le tante e tanto grandi discordie tra essi, e le quotidiane separazioni…. I Cattolici poi ammettono quelle conseguenze che ammesse furono dall’antica Chiesa con antico universale consenso, e cosi ogni parola è confermata da due testimoni – dalla Bibbia e dalla Tradizione – che con mutua face s’illuminano. Imperocché alle Scritture crediamo per testimonianza della Chiesa, come rettamente disse Agostino, cioè in forza delle tradizioni: e la Scrittura comanda le apostoliche tradizioni,… e la Tradizione interpreta la Scrittura. » (Ugone Grozio, Ad consultationem Cassandri, I . 3, p. 688.)
« Arbitrando e giudicando a sua posta Lutero, si affaticò dattorno al Cristianesimo, e malamente ne conobbe lo spirito. Gittò in mezzo un’altra religione, un’altra lettera, che vuol dire, la sacra autorità, o meglio, l’autorità universale della Bibbia, per le quali s’intramise nelle faccende, e negli officii di religione un’altra scienza, avvegnaché sommamente estranea e terrena, cioè la filosofia, la quale, come ben si pare, ha una potenza di distruzione maravigliosa. I Riformatori han messo del tutto in non cale le difficoltà che sono state loro fatte, e ne han dimenticato le necessarie conseguenze. » (Novalis, Opere varie, 1826).
« Ricercando ora questa ora quell’altra cosa, come insino adesso si è fatto, ne segue che i protestanti, perché contrari alla Tradizione, hanno una mentita dalla storia pura e libera da falsità. Mal non si appone la Chiesa Cattolica dicendo essere stata la Tradizione in grande onoranza presso i primitivi Cristiani » (Muescher, Compendio istorico della. Religione, T. I , p. 344)
« Ricever la testimonianza della Tradizione in un caso, secondo che piaccia, e rigettarla in un’altra congiuntura, come che ugualmente chiara e universale, egli è questo un rinnegare tutti i principii, e dare altresì un segno d’incostanza e malizia senza pari. » (Reeve, Les Apologies: T. I. Sul vero uso de’ Padri della Chiesa, p. 48.).
« Se insistiamo noi sulla incertezza della Tradizione in generale, ciò può produrre conseguenze assai serie, perché, l’autorità e genuinità dei libri della Scrittura riposano in grado non poco considerabile sulla testimonianza della Tradizione primitiva. » (Palmer Op. cit.p. 20).
« Quegli, il quale per niuna guisa vuol ricevere la conforme testimonianza delle antiche Liturgie, né de’ Padri della Chiesa, né dei Concilj, può egualmente rigettare l’autorità degli Scritti rivelati, il battesimo dei bambini, ed altrettanti cose, non che la natura divina di quel Signore e Redentore Nostro, che è Gesù Cristo, e gittare siffattamente di un colpo la fede e la Chiesa. » (Hibes il Sacerdote Cristiano, T 1)
« Negata la Tradizione, non vi ha più strada, per difficile che sì voglia, a dichiarare parola di Dio il Vecchio ed il Nuovo Testamento. » (Collier, Giustificazione de’ motivi, e difesa delta rivelazione, T. 1)
Bibbia. Perché mai, con tali persuasioni, osi combatter si alacremente la Tradizione divina?
Prot. « Perché, se si fa valere la Tradizione, non vi ha dubbio che la Chiesa Cattolica, la quale a lei si appella, abbia vinto la causa. » (Tzschirner, Lettere teologiche: 1820, p. 29).