(GIOACCHINO VENTURA: LA MADRE DI DIO, ovvero SPIEGAZIONEDEL MISTERO DELLA SS. VERGINE A PIE’ DELLA CROCE; GENOVA, Presso D. G. ROSSI 1852)
PARTE PRIMA, CAPO X.
Passo importante di Origene sulle parole –
DONNA, ECCO IL TUO FIGLIO –
I veri fedeli formano un solo corpo con Gesù Cristo; e questa unione è cominciata sul Calvario. Come Gesù Cristo è Figlio di Maria, cosi i fedeli a lui uniti sono divenuti sul Calvario in Lui e con Lui anche di Maria Figliuoli. I Giudei e gli eretici non intendono questo mistero, e quanto sono perciò infelici. Vantaggio di noi cattolici, che, essendo nella vera Chiesa, soli abbiamo Maria per nostra vera Madre.
È verità fondamentale della cattolica fede che il Figliuolo di Dio per tutti si è incarnato, per tutti ha patito e data la vita, per tutti ha sodisfatto, ha meritato a tutti la riconciliazione e il perdono, a tutti ha acquistalo il diritto ai suoi beni, ai suoi privilegi, alla sua amicizia, alla sua fratellanza, come di tutti avea preso ed espiato i peccati; e che nessuno è stato escluso dalla generosità della sua offerta, né dal merito del suo sacrificio: Pro omnibus mortuus est Christus (II Cor. V.). Ciò nulla ostante però, in fatto, siccome non tutti sono Cristiani, così non tutti sono figliuoli di Dio, né per conseguenza sono tutti veri discepoli, veri amici, veri fratelli di Gesù Cristo: ma quelli solamente son tali che, incorporati con Lui pel Battesimo, rimangono a Luì uniti pei legami della fede, nelle sue dottrine e della fedeltà ai suoi comandamenti. – Al medesimo modo, sebbene Maria per la sua cooperazione alla redenzione, alla nascita spirituale di tutti, come vedremo, sia divenuta di tutti la madre, come Gesù Cristo è il redentore di tutti: pure in fatto essa non è realmente madre se non di coloro di cui Iddio è il vero padre, e Gesù Cristo il vero maestro e fratello; cioè a dire dei veri Cattolici, di quelli che con Gesù Cristo compongono il corpo di cui Egli è il capo, cioè la Chiesa. – Questa verità appunto, tanto preziosa quanto consolante per noi che abbiamo la sorte di appartenere a questa Chiesa, Gesù Cristo ha voluto rammentarci coll’avere detto a Maria, additando Giovanni: Ecco IL VOSTRO FIGLIO, Ecce filius tuus, perché, come abbiamo di sopra osservato, è stato come se avesse dichiarato che in fatto solo coloro, sarebbero i veri figli di Maria ai quali converrebbero i caratteri distintivi di S. Giovanni, che sono quelli dì essere il discepolo fedele di Gesù e l’oggetto del suo tenero amore: Discipulus quem, diligebat Jesus. In diversi luoghi del capo precedente e del presente ancora si è di già accennata questa dottrina, che non si può partecipare a questa porzione dell’eredità di Gesù Cristo, di avere cioè, Maria per Madre, se non entrando ad abitare nei tabernacoli di Sem, ossia nella vera Chiesa: ma qui è il luogo di trattarla con una certa estensione, procurando di penetrare, per quanto ci è possibile, ancora più innanzi nello spirito delle parole di Gesù Cristo. Origene, commentando queste stesse parole del Salvatore crocifisso: Donna, ecco il tuo figlio, fa una osservazione assai bella, che sparge grandissimo lume sulla verità che andiamo spiegando. Nessuno, dice egli, può avere la piena intelligenza del Vangelo di S. Giovanni, né entrare nel suo senso verace, se non ha avuto, come quest’Apostolo, il privilegio di riposare sul petto stesso di Gesù Cristo, e se da Gesù Cristo medesimo non ha ricevuto Maria per madre. – Tutti coloro che hanno sentimenti degni di lei sono pienamente persuasi ch’essa non ha avuto altro figlio fuori di Gesù Cristo, e per conseguenza che, quando Gesù Cristo disse alla sua Madre, in parlando di S. Giovanni: Ecco il vostro figlio; e non già: Eccovi in Giovanni un altro figlio, fu lo stesso che dire: Questi è Gesù, di cui voi siete la Madre: imperciocché chiunque è perfetto non vive altrimenti esso più in sé stesso, ma è Gesù Cristo che vive in lui: Evangelii a Joanne traditi sensum percipere nemo potest, itisi qui supra pectus Jesu recubuerit, vel acceperit a Jesu Mariam, quæ ipsius etiam mater fiat. … Si nullus est Mariæ filius, judicio eorum qui de ipsa bene senserunt. præterquam Jesum, dixitque Jesus Matri: Ecce Filius tuus; et non: Ecce etiam hic est filius tuus; perinde est ac si dixisset: Ecce hic est Jesus quem genuisti; etenim quisque perfectus est, non amplius vivit ipse, sed in ipso vivit Christus (Orig. in Joan.). – Queste parole sono profonde: ma esse sono di una ammirabile esattezza teologica: giacché sono appoggiate ad una verità che è il fondamento della vera fede, e che S. Paolo non ha cessato di spiegare, d’inculcare, di ripetere nelle sublimi sue lettere, cioè a dire che tutti i veri fedeli, tutte le membra della vera Chiesa, non formano con Gesù Cristo che una medesima cosa, un medesimo tutto, un medesimo corpo, un solo e medesimo figliuolo. Gesù Cristo stesso aveva di già manifestata questa grande e gioconda dottrina allora quando nella tenera preghiera diresse al suo Padre per la sua Chiesa pochi momenti prima di andare a morire per essa, gli disse: lo ho comunicato a questi miei discepoli la mia chiarezza, affinché non siano, non compongano che una stessa e medesima cosa con me, come Io e Voi, mio Padre, non siamo che una cosa medesima: Ego claritatem quam dedisti mihi dedit eis, ut sint unum, sicut ego et tu unum sumus (Joan. XVII). S. Paolo, per ispiegare questa misteriosa unità, ricorre alla similitudine del corpo umano. E siccome, dice egli, in un corpo vi sono membra fra loro diverse, come diversi sono gli usi e i fini cui sono destinati; e, ciò non ostante, membra unite al capo non formano che un sol corpo: così tutti noi con Gesù Cristo non formiamo che un corpo solo: Sicut in uno corpore multa membra habemus, omnia autem membra non eundem actum habent: illa unum corpus sumus in Christo (Rm. XII). Altrove poi, ritornando l’Apostolo sulla stessa similitudine, spiega ancora il modo in cui si opera questa misteriosa unione, cioè pel Battesimo, pel quale entriamo nella Chiesa, siamo incorporati in Gesù Cristo e diveniamo una stessa cosa con Lui, poiché dice: Uno è il corpo, sebbene sia di molte membra composto: giacché queste membra insieme riunite non formano che uno stesso e medesimo corpo. Or così appunto accade di Gesù Cristo. Imperciocché, essendo stati noi battezzati pel medesimo spirito, formiamo con Gesù Cristo un corpo solo, cioè la Chiesa. Voi dunque, o Cristiani, siete le vere membra e il corpo di cui Gesù Cristo è il capo: Sicut corpus unum est et membra habet multa, omnia autem membra corporis, cum sint multa, unum tamen corpus sunt, ita et Christus. Etenim in uno spiritu omnes nos in unum corpus baptizati sumus…. Vos autem eslis corpus Christi et membra de membro (I Cor. XII). Or siccome il capo e le membra in un medesimo corpo, sebbene abbiano forma, uso e destini diversi, pure sono della sostanza medesima: così noi Cristiani, subito che pel Battesimo siamo incorporati a Cristo. diventiamo partecipi della stessa natura di Lui, divinæ consortes naturæ, come afferma S. Pietro: ed è in tal modo che tutti i suoi titoli, le sue ragioni, i suoi privilegi, le sue grazie ci divengon comuni: giacché nel corpo umano al buono stato, alla condizione de! capo partecipano ancora tutte le membra. Perciò come Gesù Cristo è Figlio di Dio, oggetto della sua tenerezza, ed erede della sua gloria: noi ancora, subito che siamo a Gesù Cristo incorporati e formiamo una cosa istessa con Lui, diventiamo per questo, solo, in Gesù Cristo e con Gesù Cristo, figli di Dio. oggetti delle tenerezze di Dio, eredi della gloria di Dio. Sicché come separati da Gesù Cristo non abbiamo nulla, non meritiamo nulla, non siamo nulla: così, uniti a Lui, in Lui e con Lui abbiamo tutto, meritiamo tutto e siamo tutto quello che è esso stesso: In quo omnia. – Or siccome Gesù Cristo è ancora vero figlio di Maria; così, nell’incorporarci a Lui per mezzo dei sacramenti, nel divenire una stessa cosa con Lui, come appunto l’innesto, secondo S. Paolo, diviene una cosa medesima coll’albero in cui è messo: diveniamo altresì figli di Maria a quel medesimo modo e per quella ragione medesima onde dopo questa unione diveniamo figli di Dio, perché Gesù Cristo di Dio è Figliuolo: Ma questa nostra figliolanza da Dio e da Maria siccome è l’effetto della nostra unione con Gesù Cristo, e non l’otteniamo che in Lui e con Lui: così non formiamo con Lui ed in Lui che un figlio solo di Dio, un figlio solo di Maria, perché in Lui e con Lui formiamo un solo tutto, un solo composto mistico, un solo corpo. Questa unione nostra poi con Gesù Cristo come a nostro capo è vero che si verifica per mezzo dei sacramenti, nei quali cisi applica il merito del suo sangue e il frutto del suo sacrificio: ma siccome questo sangue, dal quale noi rinasciamo ad una novella vita e diventiamo membri di un corpo novello, si sparge sul Calvario, e questo sacrificio si compie sulla croce; così sulla croce e sul Calvario si piantano le basi, si fissano i titoli, si aprono le vie e si apprestano i mezzi di questa nostra misteriosa unione. Anzi essa in Giovanni, che tutti ci rappresenta, in Giovanni che è veramente bagnato dal sangue che piove a rivi da tutto, il corpo di Gesù Cristo, ed è il primo con Maria a sperimentare gli effetti del sacrificio di cui era testimonio, in Giovanni, dico, questa nostra unione comincia effettivamente a compiersi sul Calvario. – Con queste spiegazioni s’intende bene il bel passo di Origene ne testé riportato. In qualità di uomini siamo tutti figli di Maria perché, come vedremo a suo luogo, essa ha cooperato col suo amore e col suo dolore alla nostra nascita spirituale, a quel modo onde Gesù è padre e redentore di tutti perché tutti ci ha redenti e rigenerati col suo sangue. Ma siamo figli di dolore, figli di adozione, figli di grazia, figli diversi, figli distinti da Gesù Cristo. Ma in qualità di Cristiani, di veri discepoli di Gesù Cristo, a Lui uniti, incorporati con Lui e divenuti una stessa cosa con Lui, siamo figli di Maria, come lo è Gesù Cristo: non siamo più da esso distinti; formiamo con Lui come uno stesso corpo, così uno stesso figliuolo. Perciò sebbene Maria abbia a questo titolo tanti figliuoli quanti sono i veri fedeli, pure è vero il dire che Ella non ha che un figlio solo che è Gesù Cristo; poiché Gesù che vive in noi quando gli siamo veramente uniti: e tutti i fedeli non formano con Lui che un solo e medesimo Gesù Cristo, di cui Maria è vera Madre, e perciò è ancora vera Madre nostra. – Ecco dunque, secondo Origene, perché Gesù Cristo nell’additare Giovanni a Maria non le dice: Eccovi in Giovanni un altro figliuolo, un figliuolo diverso, che Io vi lascio in mia vece per supplire alla mia mancanza; ma le dice semplicemente: Ecco, o donna, il vostro figlio, Mulier, ecce filius tuus, poiché fu lo stesso che dirle, Donna Voinon avete che un solo figliuolo, e questi son Io. Ma siccome, pel mistero che al presente Io vado operando, Giovanni a me s’incorpora, a me si unisce e forma una stessa cosa con me, ed è in me, come Io viverò in lui; così, eccovi, o donna, in Giovanni, che sta a piedi della croce il vostro figlio stesso che sta in croce, il vostro Gesù Cristo che avete generato e che si trova tutto nel discepolo, come il capo nelle membra cui è unito. Mirate in lui gli effetti della mia redenzione, le tracce del mio sangue, la comunicazione ineffabile delle mie grazie, la partecipazione persino della stessa natura divina. Nulla gli manca per essere un altro me, una stessa cosa con me; e come Io vi sono Figliuolo, così esso ancora e tutti coloro che avranno i medesimi titoli e si troveranno nelle stesse condizioni di Giovanni, con me ed in me sin da questo momento divengono l’unico vostro figliuolo: Dixit Matri: Ecce filius tuus et non: Ecce etiam hic est filius, perinde ac si dixisset: Ecce hic est Jesus quem genuìsti; etenim quìsque perfectus est, non amplius vivìt ipse, sed in ipso vivit Christus. – Per intendere anche meglio questa sublime dottrina, si osservi che il Padre eterno genera il suo Verbo dalla sua sola sostanza. Questo Verbo di Dio adunque, in quanto generato Verbo nell’eternità è solo Figlio di Dio; ed a questa generazione eterna Maria non ha alcuna parte. Ma questo Verbo medesimo, questa Persona divina, generato di già ab eterno e nato da Dio solo e Dio esso stesso, ha preso e si è formato un corpo umano dal sangue purissimo di Maria; ed a questo corpo si è unito con una unione ipostatica o personale, intima, sostanziale, indissolubile, che, senza confondere le due sostanze, forma di Dio e dell’uomo in Gesù Cristo una sola persona, Non confusione substuntiæ, sed unitate personæ di modo che in Gesù Cristo Iddio è uomo, e l’uomo è veramente Dio. Ora poiché Maria ha generato, ha partorito questo misterioso composto indissolubile, nel quale tutto ciò che si afferma dell’uomo si può in tutto il rigore teologico affermare ancora di Dio; così si dice e si dee dire che Maria ha generato il Verbo di Dio, ha partorito Iddio, ha allevato Iddio, ed è vera genitrice e vera Madre di Dio. Come dunque Maria, sebbene non abbia fatto che somministrare del proprio sangue l’umanità che questo Dio ha assunta ed ha unita in modo sì intimo a se stesso; pure, perché a questa umanità si è unito sostanzialmente Dio, Maria si chiama ed è vera madre di Dio: allo stesso modo nel caso nostro (sempre colla proporzione e coi riserbi dovuti) sebbene Maria non abbia generato naturalmente se non Gesù Cristo, pure, perché questo Gesù Cristo ha unito intimamente a se stesso anche noi, sino a formare di tutti noi con Lui un solo e medesimo corpo di cui è capo, cosi Maria, per questa unione sì intima dell’unico suo Figlio naturale con noi, diviene in Gesù Cristo ancora nostra Madre e noi suoi figliuoli. Ma come il Dio e l’uomo, perché uniti in Gesù Cristo inuna sola Persona per mezzo all’unione ipostatica, non sono due Gesù Cristi e due figli di Maria, ma un solo Gesù Cristo ed un solo Figliuolo; così Gesù Cristo e i veri Cristiani, perché uniti da Lui in un medesimo corpo, non sono che un solo e medesimo figliuolo di Maria;e siccome questa unione nostra con Gesù Cristo si ferma sul Calvario; così sul Calvario siamo divenuti anche noi in Gesù Cristo non già i figli, ma il figlio di Maria; e Gesù Cristo proclama, manifesta questo ineffabile mistero sul Calvario, allorché dice a Maria: Eccovi, o donna, il vostro figlio.– S. Paolo insisteva su questa verità allora quando diceva: ricordatevi che le promesse sse sono state fatte ad Abramo ed al suo figlio; e che non disse già Iddio ai tuoi figli come se si fosse trattato di molti, ma, come se si trattasse di un solo, al tuo figlio, il quale non è che Gesù Cristo: Abrahæ factas sunt promissiones et semini ejus. Et non dicit: Et seminibus, quasi in multis; sed, quasi in uno: Et semini tuo quod est Christus (Galat. V). – Sul Calvario adunque Dio si mostra il tenero padre di tutti gli uomini, giacché sacrifica ed abbandona alla morte naturale il suo Figlio, per far nascere e crearsi gli .uomini in figli adottivi. Gesù Cristo è ancora ivi di tutti gli uomini il fratello, il redentore, la vittima, perché non solo ha comune con tutti gli uomini l’umana natura ed è come essi vero figlio di Adamo: ma perché per tutti soddisfa, per tutti prega, a tutti stende le sue braccia e tutti chiama a partecipare, del frutto del sangue e dell’eredità del suo amore. Ma questa paternità di Dio, questa fratellanza di Gesù Cristo rispetto a tutti gli uomini è una paternità ed una fratellanza in senso larghissimo, una paternità una fratellanza di compassione, di misericordia e che direbbesi quasi di potenza o di disposizione. In atto poi, in realtà i veri figli di Dio, i veri fratelli di Gesù Cristo, coloro che in fatti costituiscono la sua vera famiglia, la sua casa, il suo corpo, sono solamente i veri Cristiani che sono incorporati a Lui, e che, fin tanto che durano in questo stato, partecipano a tutto quello che Gesù Cristo ha e che Gesù Cristo è in se stesso. – Ora al medesimo modo. Maria per la sua cooperazione all’opera della nostra salute, alla nostra nascita novella, è madre di tutti gli uomini, giacché per tutti gli uomini offri sul Calvario alla morte quel figlio che per tutti avea partorito. Ma questa sua maternità rispetto a tutti gli uomini è pure di disposizione, di potenza, di compassione e di amore. In atto però i suoi veri figli sono quelli soli che in atto sono i veri figli di Dio e fratelli di Gesù Cristo, e formano una cosa sola con Lui. – Non già che questa tenera Madre non s’interessi alla sorte di quegli uomini che sono fuori del corpo della Chiesa, come sono gli infedeli, gli eretici, o di quelli che sono fuori dello spirito della medesima Chiesa, come sono i peccatori: giacché, come Gesù Cristo estende anche a costoro la sua misericordia, chiamandoli al lume della fede o alla vita della grazia, e intercedendo di continuo pei peccatori presso del Padre, come lo affermano S. Giovanni e S. Paolo, e così si mostra di tutti il fratello; così Maria coopera colla sua intercessione, colla sua preghiera alla propagazione della fede, alla conversione dei peccatori; e di essi essendo oltremodo sollecita, mostra per questi infelici ancora viscere e tenerezza di madre, ed è loro madre altresì per compatirli, per aiutarli, per attirarli al bene, per consolarli; anzi di ciò ancora ha ricevuto da Gesù Cristo un incarico particolare. Ciò nulla ostante però, i suoi figli di giustizia, i suoi figli veraci, che hanno al suo amore un diritto eguale al dritto che vi ha Gesù Cristo, sono coloro in cui, secondo l’espressione di S. Paolo, vive Gesù Cristo medesimo, Vivit vero in me Christus (Galat. II); sono quelli in cui e con cui Gesù Cristo è una stessa e medesima cosa, e perciò in Lui e con Lui, e rispetto a Dio e rispetto a Maria uno stesso e medesimo figliuolo; siamo noi veri Cattolici e veri figli della Chiesa; è la Chiesa stessa che forma un corpo con Gesù Cristo e cogli uomini, di cui Maria è Madre; e questi sono, questo è il figlio vero, il figlio reale, effettivo che in particolar modo le addita Gesù Cristo e le lascia nel suo Giovanni: Ecce filius tuus.