DA SAN PIETRO A PIO XII (15)

Da SAN PIETRO A PIO XII (15)

[G. Sbuttoni: da san Pietro a Pio XII, Ed. A.B.E.S. Bologna, 1953]

APPENDICE I.

L’INQUISIZIONE

PREAMBOLO

Collochiamola nella vera luce

Dal tempo della riforma protestante,  l’Inquisizione è generalmente conosciuta dal volgo — e in questo argomento è volto anche gran parte della cosiddetta cultura — come un capo d’accusa contro la Chiesa. Si ignorano le distinzioni, le forme, i procedimenti, le giustificazioni storiche, giuridiche, teologiche degli istituti designati da quella parola polivalente; eppure mentre negli ambienti in cui sorse e funzionò per lunghi secoli non aveva suscitato serie opposizioni né pratiche né teoriche perché si trovava in armonia con la struttura sociale d’allora, dall’epoca luterana solitamente si considera l’Inquisizione come un’infamia. – Il malvezzo ha già un’imponente storia letteraria e artistica: romanzi, drammi, poemi, storie romanzate, articoli di giornale e di rivista, libelli, pitture, sculture, incisioni, pezzi musicali… pullularono copiosamente dal Rinascimento in poi, alimentati originariamente dalla ribellione antichiesastica. Era facile ai falsari della storia eccitare l’immaginazione del credulo lettore e conquistare il suo commosso consenso, dipingendo, dinanzi ai suoi occhi ingenui, balenìi di roghi, orrori di prigioni, carni straziate da barbare torture, sevizie di inquisitori carnefici, innocenze idilliche dì accusati…; e si sa che il lettore sprovveduto, quando vede scorrere il sangue e lampeggiar la fiamma, senza esame dà torto ai giudice e alla giustizia. Fantasie di cattivo gusto, invenzioni abbondantemente menzognere; sia perché nascondono le fortissime ragioni che dinanzi agli spiriti bennati legittimarono in generale l’istituto dell’Inquisizione, sia perché in particolare ne deformano violentemente la natura, mettendole in conto soltanto i rari abusi e rari errori — del resto inevitabili — in cui cadde nella persona di alcuni suoi rappresentanti e in speciali circostanze storiche, dilatando a dismisura gli aspetti della sua azione che non rispondono più alla coscienza moderna, e minimizzando al contrario gli aspetti che farebbero onore al più perfetto tribunale. Cosi avvenne che gli acattolici trassero motivo dall’Inquisizione per dimostrare che la Chiesa Romana, rea di tanta tirannìa, non poteva essere la vera Chiesa del dolcissimo e giustissimo Gesù. Gli anticlericali trovarono nell’Inquisizione il più caro e comodo idolo polemico per la loro forsennata sassaiola contro la Chiesa. I più moderati preferiscono non parlarne per non sentirsi costretti a intrupparsi nella fauna degli anticlericali. Anche alcuni Cattolici sembrano vergognarsi, dell’Inquisizione, come di un’infausta colpa della madre e, per farsela meglio perdonare dagli avversari, non sono i meno severi nel giudicarla. – Oggi nel popolo la carica passionale dell’argomento è di molto precipitata: non forse per resipiscenza o maggior conoscenza, ma forse per ragione della generale indifferenza per le questioni religiose. – Neppure il comunismo sovietico, nella sua lotta cieca e furiosa contro la Chiesa, non manovra l’arma dell’Inquisizione nella misura che si attendeva; forse perché i suoi tribunali di Russia, di Ungheria, di Bulgaria, di Cecoslovacchia, di Jugoslavia devono ancora farsi perdonare dal mondo civile tali infamie che, a patto di esse, i declamati orrori dell’Inquisizione, compresa quella spagnola, sono trastulli innocenti di bimbi. Invece il mondo della cultura, anche, acattolica, s’è fatto più sereno, più saggio, perché più informato: le nuove scoperte e le pubblicazioni degli atti originali dei processi han fatto cadere come sacchi vuoti quasi tutte le antiche calunnie. Sicché, oggi, maneggiare le vecchie frecce avvelenate contro l’Inquisizione è gioco grottesco che può piacere soltanto a chi non teme di far cattiva figura.

* * *

D. Che cos’è l’Inquisizione?

— È un tribunale straordinario che la Chiesa istituì per individuare le eresie, che i sovversivi, nascondendosi sotto il pretesto religioso, diffondevano sovvertendo l’ordine pubblico e commettendo violenze e rapine.

— La ricerca (Inquisitio) e la repressione degli eretici furono sempre un dovere e un diritto dei Vescovi, esercitati solitamente da essi mediante le officiante diocesane, eccezionalmente, dai Legati Pontifici. La recrudescenza dell’ eresìa, manifestatasi in forme sociali imponenti nei sec. XI-XIII, rendendo quel compito ordinario particolarmente urgente, difficile e gravoso, provocò una nutrita legislazione ecclesiastica. – Quando Gregorio IX s’accorse del tentativo dell’ imperatore Federico II di avocare a sé il giudizio e la repressione dell’eresìa per conquistarsi una posizione di privilegio, e il primato sullo stesso potere pontificale, allora con abile mossa rivendicò alla Chiesa le cause di eresia e all’intemperante interessato zelo imperiale oppose un giudice delegato permanente, creando il tribunale straordinario dell’Inquisizione a salvaguardia delle competenze ecclesiastiche, a miglior tutela della fede e a difesa degli stessi, eretici.

D . Aveva diritto la Chiesa di istituire tale tribunale?

— Sì, perché società perfetta, fondata da Gesù Cristo, con il mandato esplicito di custodire il divino deposito delle verità rivelate.

D. Tale diritto lo ha sempre esercitato?

— Sì; ogni società, del resto, ha il diritto di provvedere alla sua conservazione e alla sua difesa. Gli stessi pagani non permettevano la diffusione di dottrine antireligiose ed antisociali.

D. Come lo ha esercitato?

— Da prima con la scomunica, poi con l’apposito tribunale.

D. Chi diede all’Inquisizione la sua forma giuridica?

— Fu papa Gregorio IX (1227 – 1241), il quale, davanti al momento delicatissimo che la Chiesa e la civiltà stavano attraversando, capì che solo mediante una ferrea repressione si poteva combattere l’eresia.

D. Erano poi tanto pericolosi gli eretici?

— Sì, perché nello Stato cristiano ciò che minacciava 1’ordine religioso era pure una minaccia all’ordine sociale. E appunto per questo, prima dell’inquisizione ecclesiastica, funzionava già un’inquisizione laica, come il tribunale costituito da Federico II, il quale considerava il delitto di eresia superiore allo stesso delitto di lesa maestà. E l’aver sottratto ai giudici secolari la punizione degli eretici segnò un progresso, perché furono mitigate le pene.

D. E l’Inquisizione di Spagna?

— Fu introdotta, con Bolla di Sisto IV del 1 Novembre 1478 dal re Ferdinando il Cattolico, date le condizioni particolari di quella nazione.

D. Quali erano queste condizioni particolari?

— Quelle determinate dalla lotta formidabile che questo re ebbe a sostenere, alla fine del sec. XV, contro i « Maranos » ( — ebrei, finti Cristiani) e i « Moriscos »  — i mori», i quali costituivano un serio pericolo non solo per la fede, ina anche per l’unità nazionale.

D. Non furono commessi abusi!

— Purtroppo si; ina l’Inquisizione spagnola fu manovrala dall’autorità civile, giacché era composta di sei laici e di due soli ecclesiastici eletti anch’essi dal re.

D). Che ne dicono gli storici!

— Tutti gli storici, compresi i protestanti, hanno considerato la Inquisizione di Spagna un’istituzione civile, con la quale i sovrani spagnoli si proposero di raggiungere e mantenere l’unità religiosa e civile del loro paese. Se commise degli eccessi, questi non furono né voluti, né tanto meno approvati dalla Chiesa.

D. Quante furono le vittime dell’Inquisizione Spagnola?

— Il Llorente, unica fonte storica, dice 30.000. Ma non è attendibile, perché distrussi» tutti i documenti originali dai quali aveva attinto le sue notizie. Del resto se tale cifra la si confronta con le stragi di milioni di vittime perpetrate dalle polizie segrete degli Stati totalitari d’oggi giorno diventa irrisoria. – Le stesse pretese torture usate allora, paragonate con quelle messe in atto dal fascismo, dal nazismo, dal comunismo (luoghi di confino, campi e forni e camere di eliminazione, i processi tipici sovietici,, come il Mindszentj, ecc., inoltre i processi in Messico e nella Cina di Mao contro il clero cattolico, le suore, i fedeli in genere…) vedono svanire gran parte del decantato orrore.

D. Quante le vittime dell’Inquisizione a Roma?

— Quelle che salirono il patibolo furono tre: Giordano Bruno, Pietro Carnesecchi e Antonio Paleario; numero ben esiguo in confronto delle stragi di Cattolici consumate dal Protestantesimo fino al Comunismo.