[G. Sbuttoni: Da Pietro a Pio XII, Edit. A. B. E. S. Bologna, 1953; nihil ob. et imprim. Dic. 1952]
CAPO VI.
I PADRI DELLA CHIESA
PREAMBOLO
Gli avvocati del Cristianesimo
Dopo Origene si accesero dispute gravissime. A Cesarea sorse una scuola di suoi seguaci. Ad Antiochia invece ne sorse una contraria. Gli Origenisti, che si potrebbero paragonare a certi idealisti di oggi, e gli Antiorigenisti, che si potrebbero paragonare a certi positivisti dei nostri giorni, si combatterono a lungo. La dottrina cattolica, che venne proclamata via via in definizioni dogmatiche, da Concili e da documenti pontifici, corse i suoi più gravi rischi tra codesti due turbini. Ma con l’assistenza dello Spirito Santo e in virtù della forza e della santità di altri potenti pensatori, il Magistero ecclesiastico uscì sempre trionfatore da tutte le eresie.
Quegli scrittori ecclesiastici che portarono nuova luce di dottrina alle verità cristiane e nuovo fervore di carità nella vita della Chiesa, furono poi chiamati Padri. Padri greci e Padri latini secondo che scrivevano in greco o latino. La loro opera d’immensa mole e d’immensa portata sorpassa il quadro della prima Chiesa, e i limiti d’un periodo. Sono gli avvocati del Cristianesimo, i maestri dell’umanità cristiana e la voce della Chiesa. Essi recinsero le nude verità, predicate da Gesù, della gloria del pensiero e della parola e furono tanto più efficaci dei filosofi d’ogni tempo, perché vissero ciò che scrissero. Furono grandi scrittori di Dio, perché grandi cuori, prima che grandi intelletti; santi, prima che dotti, e perciò due volte dottori, anzi «padri».
D. Chi sono i Padri della Chiesa ?
— Sono scrittori ecclesiastici, che si distinguono sopra tutti per quattro motivi:
1) L’ortodossìa, cioè che sia sempre rimasto fedele alla dottrina cattolica;
2) la santità di vita;
3) l’antichità, cioè che appartenga all’età d’ oro della primitiva letteratura ecclesiastica; (per i Greci va fino a S. Giovanni Damasceno (753) e per i Latini fino a S. Gregorio Magno (604).
4) L’ approvazione della Chiesa.
D. Chi sono i Dottori della Chiesa?
— Alcuni Padri che per la loro scienza eminente si sono distinti in modo particolare.
D. Chi sono i Padri greci?
— Sono i dottori della Chiesa Orientale, quali: S. Atanasio, martello degli Ariani; S. Basilio, difensore della divinità dello Spirito Santo contro l’eretico Macedonio; S. Gregorio Nazianzeno, profondo teologo e poeta; S. Giovanni Grisostomo, grande oratore, chiamato perciò « Bocca d’oro ».
D. Chi sono i Padri latini?
— I dottori della Chiesa Occidentale, quali: S. Ilario di Poitiers, grande difensore della Trinità contro gli ariani propagatisi in Occidente; S. Ambrogio di Milano, grande oratore, benemerito della liturgia e del canto sacro, propugnatore della virtù e della vita veramente cristiana. Morì dopo 23 anni di attività intensamente apostolica il 4 aprile 397. S. Girolamo, eccezionale studioso di retorica e di ebraico,: tradusse in latino la S. Scrittura (Volgata). Morì nel 420. S. Agostino di cui s’è detto.
CAPO VII.
IL MONACHISMO
PREAMBOLO
L’ascetismo
La parola ascesi in greco significa esercitazione. Come un atleta, come un soldato, l’asceta si esercita per avere una vittoria. Ma la vittoria dell’asceta cristiano non è sua; è della grazia di Cristo…. Ben presto si formarono, nel seno stesso delle comunità cristiane, nuclei di uomini e di donne, che intendevano dedicarsi alla loro perfezione ascetica. Giovani che si consacravano alla carità; vedove che non passavano a seconde nozze e restavano al servizio della comunità; poveri volontari, che donavano tutto ai poveri involontari; eremiti che si isolavano nella preghiera. – Fu necessario che la Chiesa pensasse anche a loro e ben presto si ebbe una legislazione che li governava, perché nella Chiesa non esistono « irregolari ». Anche le forme più alte dell’ascetismo, anche le manifestazioni, che al mondo potevano apparire più assurde, dell’amor di Dio, erano attività della vita cristiana, e dovevano essere regolate dal magistero e governo della Chiesa. I primi tre secoli conobbero molte forme di vita ascetica. Ma quella più estesa e portentosa prese il nome di «Monachismo»; fiorì dal deserto dell’Egitto, nel IV secolo, con S. Antonio.
La pace, dopo la conversione di Costantino, aveva condotto nella chiesa molti uomini, Cristiani più per convenienza che per convinzione. Alcuni sentirono il bisogno di vita ascetica, non per superbia, ma per risanare con il loro maggior sacrificio il corpo rilasciato della Chiesa. Tra questi fu Antonio. La fama della sua santità andò così alta, che si ebbe un moto incontenibile di Cristiani, i quali, per imitare Antonio, fuggivano dalle città e dai paesi per vivere nei deserti. Parve per un momento che non si potesse essere Cristiani senza essere monaci. E la Chiesa ebbe in questo popolo di monaci la necessaria reazione al popolo d’eretici; come le accadrà quando il Protestantesimo scinderà dal suo seno gli Anglosàssoni e la Chiesa si rifarà con nuove innumerevoli, varie e potenti famiglie religiose.
D. Chi sono i Monaci?
— Validi fattori di civiltà. Se i Padri e Dottori della Chiesa giovarono tanto con il chiarire e difendere le dottrine del Vangelo, i Monaci furono benemeriti nel farle penetrare con il loro esempio e con la loro attività nella vita e nei costumi dei popoli ancora idolatri.
D. Chi fu l’ideatore del Monachismo?
— Si può dire che fu N. S . G . CV, che dettò i tre « consigli evangelici », che contengono in germe tutta l’essenza della vita religiosa, cioè povertà volontaria, castità perfetta e ubbidienza ad un superiore liberamente scelto.
D. Chi furono gli attuatori del Monachismo?
— Coloro che, molestati dai persecutori nell’esercizio dei propri doveri religiosi, abbandonarono le città e l’abitato, per rifugiarsi nella solitudine dei deserti africani.
D. Quali furono i suoi inizi e i suoi sviluppi?
— Cominciò con la « vita eremitica » nel deserto della Tebaide con Cristiani fuggiti alla persecuzione di Decio nel 3° secolo. Tra essi S. Paolo eremita e S. Antonio abate, padre del monachismo orientale, e S. Pacomio, S. Basilio, che con l’invitare i monaci alla vita in comune diedero origine alla vita cenobitica e monastica.
D. Qual era la regola monastica dell’Oriente?
— A capo del cenobio vi era l’ABATE, cui tutti dovevano ubbidire; intorno a lui i religiosi, occupati sempre in preghiera, opere di penitenza, lavori manuali, e nello studio specie della S. Scrittura e della Teologia.
D. Chi dettò la Regola Monastica dell’Occidente?
— San Benedetto di Norcia nell’Umbria, che si ritirò da prima a Subiaco a far vita solitaria, poi passò a « MONTECASSINO », dove fondò la prima grande abbazia dei Benedettini.
D. Che cosa imponeva la sua regola?
— Oltre i precetti evangelici, l’obbligo ai monaci di prendere stabile dimora nell’abbazia, in modo che dove entravano, là morivano. Ogni abbazia formava come una piccola repubblica democratica con capi eletti dal voto dei monaci.
D. Quale ne era il motto?
— « Ora et labora » , cioè preghiera e lavoro.
Il monaco non doveva mai stare in ozio, ma attendere al lavoro dei campi, al lavoro manuale e anche al lavoro intellettuale. I monaci dovevano leggere anche a mensa. In modo particolare poi dovevano attendere a copiare antichi volumi. Dovettero inoltre, in un’epoca in cui gli uomini erano costretti dalle guerre ad abbandonare i campi, farsi maestri d’agricoltura. Così mentre il mondo imbarbariva, i monasteri benedettini erano isole dove si salvava la civiltà.
D. Ebbe sviluppi rilevanti il monachismo? — Con la pace costantiniana (313) prese proporzioni grandiose e divenne la scuola permanente della perfezione e della milizia cristiana. I giovani generosi che abbandonano la patria, la famiglia, la posizione sociale (spesso elevata) si contano a migliaia, sia in Oriente che in Occidente