FESTA DI MARIA REGINA (2020)
Rerum suprémo in
vértice
Regína, Virgo, sísteris,
Exuberánter ómnium
Ditáta pulchritúdine.
Princeps opus formósior
Verbo creánti prǽnites,
Prædestináta Fílium,
Qui prótulit te, gígnere.
Ut Christus alta ab árbore
Rex purpurátus sánguine,
Sic passiónis párticeps,
Tu Mater es vivéntium.
Tantis decóra láudibus,
Ad nos ovántes réspice,
Tibíque sume grátulans
Quod fúndimus præcónium.
Jesu,
tibi sit glória,
Qui natus es de Vírgine,
Cum Patre et almo Spíritu
In sempitérna sǽcula.
Amen.
[Vergine Regina:
sei collocata
al vertice della creazione
e dotata d’una bellezza che supera
la bellezza di tutte le creature.
Opera somma, sei la più bella
ed amabile al Verbo creatore,
predestinata ad esser madre
di quel Figlio che ti creò.
Come Cristo, dall’alto della Croce,
fu vero re nella sua porpora insanguinata,
così tu, partecipe della passione di lui,
sei madre di tutti i viventi.
Splendida per così grandi titoli di onore,
guarda a noi che ti esaltiamo:
accetta l’inno di lode
che t’innalziamo per lodarti.
Sia gloria a te, o Gesù,
che sei nato dalla Vergine;
con il Padre e lo Spirito Santo
per tutti i secoli.
Amen.]
De libro Ecclesiástici
Sir XXIV: 5-11; 14-16; 24-30
5
Ego ex ore Altíssimi prodívi, primogénita ante omnem creatúram:
6 Ego feci in cælis ut orirétur lumen indefíciens, et sicut nébula texi omnem terram:
7 Ego in altíssimis habitávi et thronus meus in colúmna nubis.
8 Gyrum cæli circuívi sola, et profúndum abýssi penetrávi, in flúctibus maris ambulávi,
9 Et in omni terra steti: et in omni pópulo,
10 Et in omni gente primátum hábui:
11 Et ómnium excelléntium et humílium corda virtúte calcávi: et in his ómnibus
réquiem quæsívi, et in hereditáte Dómini morábor.
14 Ab inítio, et ante sǽcula creáta sum, et usque ad
futúrum sǽculum non désinam, et in habitatióne sancta coram ipso ministrávi.
15 Et sic in Sion firmáta sum, et in civitáte sanctificáta simíliter requiévi,
et in Jerúsalem potéstas mea.
16 Et radicávi in pópulo honorificáto, et in parte Dei mei heréditas illíus, et
in plenitúdine sanctórum deténtio mea.
24 Ego mater pulchræ dilectiónis, et timóris,
et agnitiónis, et sanctæ spei.
25 In me grátia omnis viæ et veritátis: in me omnis spes vitæ et virtútis.
26 Transíte ad me, omnes qui concupíscitis me, et a generatiónibus meis
implémini;
27 Spíritus enim meus super mel dulcis, et heréditas mea super mel et favum.
28 Memória mea in generatiónes sæculórum.
29 Qui edunt me, adhuc esúrient, et qui bibunt me, adhuc sítient.
30 Qui audit me non confundétur, et qui operántur in me non peccábunt: qui
elúcidant me, vitam ætérnam habébunt.
[5
Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo, primogenita di tutta la creazione.
6 Io ho fatto sorgere nel cielo una luce indefettibile e come vapore ho coperto
tutta la terra.
7 Ho posto la mia tenda in alto: il mio trono è sopra una colonna di nube.
8 Io sola ho percorso la volta del cielo, sono penetrata nelle profondità
dell’abisso, ho camminato sui flutti del mare
9 E su tutta la terra: ho preso dominio su ogni popolo
10 E gente:
11 Ho soggiogato, con la mia forza, il capo dei potenti e degli umili; e in
tutti questi ho cercato riposo, e mi fermerò nei domini del Signore.
14
Mi creò prima del tempo, dal principio; né tramonterò mai più. Davanti a lui
servivo nella sua tenda.
15 E perciò ho preso dimora stabile in Sion, e mi fermai nella città amata; io
comando su Gerusalemme.
16 Affondai le radici presso un popolo glorioso, nella porzione del Signore,
nella sua eredità.]
24
Io sono la madre del vero amore, del timore e della scienza e della santa
speranza.
25 In me è ogni grazia di via e di verità, in me ogni speranza di vita e di
virtù.
26 Venite a me, o voi tutti che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti.
27 Perché il pensare a me è dolce più del miele, e il possedermi più del miele
e del favo:
28 La mia memoria si perpetuerà nelle successioni dei secoli.
29 Quelli che mi mangiano avranno ancora fame e quelli che mi bevono avranno
ancora sete.
30 Chi mi ascolta non avrà da arrossire, e quelli che operano per me non
peccheranno. Quelli che mi esaltano, avranno la vita eterna.]
Sermone di s. Pier Canisio presbitero
Su Maria Madre di Dio Vergine incomparabile, lib. 15, c. 13
Seguendo san Giovanni Damasceno, sant’Atanasio e altri, perché non dobbiamo chiamare regina la vergine Maria, quando nelle Scritture sono esaltati il suo antenato David come famoso re e il Figlio suo come re dei re e signore dei dominanti, per l’eternità? Inoltre Maria è regina se la si unisce con coloro che, quasi come re, posseggono il regno dei cieli, assieme con Cristo, il re eterno: infatti essi sono eredi assieme a Gesù e siedono sul suo stesso trono, per usare una frase della Scrittura. Maria è regina non inferiore a nessun altro; anzi, è levata talmente al di sopra degli angeli e degli uomini, che nessuno può essere più alto e più santo di lei: infatti solo lei ha un figlio comune con il Padre. Al di sopra di sé vede solo il Padre e il Figlio, e al di sotto di sé ogni altra creatura.
Il grande sant’Atanasio disse con acutezza: «Maria deve esser ritenuta realmente non solo Madre di Dio, ma anche regina e signora, poiché quel Cristo che nacque da questa vergine Madre, è lui stesso Dio, signore e re». Si può attribuire a questa regina quello che si legge nei salmi: «Alla tua destra si è assisa la regina, vestita in laminato d’oro». Inoltre Maria è regina non soltanto del cielo, ma pure dei cieli, essendo la madre del re degli angeli, e l’amica e la sposa del re dei cieli. O Maria, nobile regina e madre fedele, nessuno ti implora senza essere aiutato e tutti ti siamo riconoscenti per le tue grazie: ti prego e ti supplico con insistenza e con rispetto, di accettare e di approvare questa manifestazione della mia devozione, di tener conto della mia offerta, non badando alla sua consistenza, ma alla mia buona volontà, e di raccomandarmi al tuo Figlio onnipotente.
Dalla Lettera enciclica del papa Pio XII
Enciclica Ad caeli Reginam, 11 Ottobre 1954
Dai monumenti dell’antichità cristiana, dalle preghiere liturgiche, dall’innata devozione del popolo cristiano, dalle opere d’arte, da ogni parte abbiamo potuto raccogliere espressioni ed accenti, secondo i quali la vergine Madre di Dio consta primeggiare per la sua dignità regale; ed abbiamo anche provato come le ragioni che la sacra teologia ha dedotto dal tesoro della fede, confermino pienamente questa verità. Di tali testimonianze riportate si forma un concerto, la cui eco risuona larghissimamente per celebrare il sommo fastigio della regale dignità della Madre di Dio e degli uomini, che è al di sopra di ogni cosa creata, e che è stata «innalzata sopra i cori degli angeli, ai regni celesti». Essendoci poi fatta la convinzione, dopo mature e ponderate riflessioni, che verranno grandi vantaggi alla Chiesa, se questa verità, solidamente dimostrata, risplenderà più evidente davanti a tutti – quasi lucerna più luminosa posta sul suo candelabro – con la nostra autorità apostolica, decretiamo e istituiamo la festa di Maria Regina, da celebrarsi in tutto il mondo il giorno 31 maggio di ogni anno.
Omelia di s. Bonaventura vescovo
Sermone sulla regia dignità della Beata Maria Vergine
La beata vergine Maria è diventata madre del sommo Re mediante una maternità del tutto singolare, secondo quanto si sentì dire dall’angelo: «Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio»; e inoltre: «Il Signore gli darà il trono di David suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno non avrà fine». È come se dicesse apertamente: Concepirai e darai alla luce un figlio che è re, che eternamente abita sul suo trono regale, e per questo tu regnerai come madre del Re, e come Regina siederai tu pure sul trono regale. Se infatti è giusto che il figlio onori la madre, è altrettanto giusto che partecipi ad essa il trono regale; per questo, per il fatto cioè che la vergine Maria ha concepito colui che porta scritto sul suo femore «Re dei re e Signore dei dominanti», nell’istante stesso in cui concepì il Figlio di Dio, divenne Regina non soltanto della terra, ma anche del cielo. E questo era stato preannunciato nell’Apocalisse dove si dice : «Un grande prodigio apparve nel cielo: una donna vestita di sole, e la luna sotto i suoi piedi, e sul suo capo una corona di dodici stelle».
Anche riguardo alla sua gloria, Maria è regina illustre. Il Profeta esprime ciò in modo adeguato in quel salmo, che si riferisce in modo particolare a Cristo e alla vergine Maria. In esso si afferma in un primo luogo di Cristo: «Il tuo trono, o Dio, è eterno». Poco dopo si dice della Vergine: «Alla tua destra è assisa la regina». Ciò si riferisce alle qualità più elevate, e perciò viene attribuito alla gloria del cuore. Poi il testo prosegue: «Vestita in laminato d’oro»: qui si intende il vestito di quella gloriosa immortalità che Maria acquistò con l’assunzione. Non si può credere che il vestito che aveva circondato il Cristo e che sulla terra era stato santificato totalmente dal Verbo incarnato, fosse distrutto dalla corruzione. Come fu opportuno che Cristo donasse a sua Madre la grazia totale quando ella fu concepita, così fu pure opportuno che donasse la gloria completa con l’assunzione di sua Madre. Ne consegue che è da ritenere vero il fatto che la Vergine, entrata nella gloria con l’anima e con il corpo, sia assisa accanto al Figlio.
Maria è regina e distributrice di grazie: ciò fu. intuito nel libro di Ester, dove è scritto: «La fonte crebbe diventando fiume, e poi si trasformò in luce e in sole». La vergine Maria, raffigurata nella persona di Ester, è paragonata al dilatarsi dell’acqua e della luce, proprio perché diffonde la grazia che aiuta l’azione e la contemplazione. La stessa grazia di Dio che curò l’umanità, fu comunicata a noi attraverso Maria, come attraverso un acquedotto: è un compito della Vergine distribuire la grazia, non perché sia creatrice di grazia, ma perché ce la guadagna con i suoi meriti. Giustamente, quindi, la vergine Maria è regina nobile di fronte al suo popolo, proprio perché ci ottiene il perdono, vince le difficoltà, distribuisce la grazia e finalmente, introduce nella gloria.
REGINA Christianorum … ora pro nobis