QUARE ERGO RUBRUM EST INDUMENTUM TUUM, ET VESTIMENTA TUA SICUT CALCANTIUM IN TORCULARI? … ET ASPERSUS EST SANGUIS EORUM SUPER VESTIMENTA MEA, ET OMNIA VESTIMENTA MEA INQUINAVI . – Gestito dall'Associazione Cristo Re Rex Regum"Questo blog è un'iniziativa privata di un’associazione di Cattolici laici: per il momento purtroppo non è stato possibile reperire un esperto teologo cattolico che conosca bene l'italiano, in grado di fare da censore per questo blog. Secondo il credo e la comprensione del redattore, tutti gli articoli e gli scritti sono conformi all'insegnamento della Chiesa Cattolica, ma se tu (membro della Chiesa Cattolica) dovessi trovare un errore, ti prego di segnalarlo tramite il contatto (cristore.rexregum@libero.it – exsurgat.deus@libero.it), onde verificare l’errore presunto. Dopo aver verificato l’errore supposto e riconosciuto come tale, esso verrà eliminato o corretto. Nota: i membri della setta apostata del Novus Ordo o gli scismatici ed eretici sedevacantisti o fallibilisti, o i "cani sciolti" autoreferenti falsi profeti,non hanno alcun diritto nè titolo per giudicare i contenuti di questo blog. "
Quando Gesù mostrava alla beata Margherita Maria il suo cuore infiammato d’amore per gli uomini e, incapace di contenere più a lungo quelle fiamme che lo consumavano, e desideroso di far parte a tutti delle ricchezze del suo . cuore, che cosa voleva? Attirare l’attenzione degli uomini su questo amore, indurli a rendergli omaggio, invitarli ad attingere in questo cuore infinitamente ricco. Se, al dire della santa, egli si compiace grandemente di essere onorato sotto la figura del suo Cuore di carne, che scopo vuole che ci proponiamo nel rendergli questo onore? Si tratta del fine preciso e prossimo della divozione, non già del fine ultimo e generale che è, evidentemente, la gloria di Dio e la santificazione delle anime. – Egli vuole che ci proponiamo di onorare il suo amore e di corrispondergli, rendendo amore per amore. La manifestazione del sacro Cuore alla beata Margherita Maria è la manifestazione dell’amore. Si può dunque collegare tutta la divozione a questo. Da una parte, un amore che reclama corrispondenza d’amore, un amore tenero, esuberante, che vuole ricambio proporzionato d’amore; dall’altra parte l’amore che risponde all’invito dell’amore, l’amore desideroso di non essere troppo al disotto dell’amore immenso che l’ha prevenuto e lo provoca. Se la devozione al sacro Cuore, secondo la parola di Pio VI, ci conduce a venerare l’immensa vita e il prodigo (effusum) amore di nostro Signore per noi, è evidente che ciò serve ad accendere il nostro amore a questo focolare dell’amore. Il che è evidente. Ricorderò qualche testo soltanto per mostrare che è proprio così.
La beata scriveva al P. Croiset : « Mi
si mostrava di continuo un cuore che gettava fiamme da ogni parte, con queste
parole: Se tu sapessi quanto io abbia sete d’essere amato dagli uomini tu non
risparmieresti nulla per questo…. Io ho sete, io ardo dal desiderio d’essere
amato ». E precedentemente aveva scritto alla madre de Saumaise: « Egli vivrà
malgrado i suoi nemici, e si farà padrone e possessore dei nostri cuori e ne
prenderà possesso; perché il fine principale di questa divozione è di
convertire le anime all’amor suo ».
[J. V. Bainvel: La devozione al S. CUORE DI GESÙ. Soc. Ed. Vita e
Pensiero, Milano, 1919]
Indulgenze per il mese di Giugno:
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Mensis
sacratissimo Cordi Iesu dicatus
Fidelibus, qui mense iunio (vel
alio, iuxta Rev.mi Ordinari prudens iudicium), pio exercitio in
honorem Ssmi Cordis Iesu publice peracto devote interfuerint, conceditur:
Indulgentia decem annorumquolibet mensis die;
Indulgentia plenaria, si diebus saltem
decem huiusmodi exercitio vacaverint et præterea peccatorum veniam obtinuerint,
eucharisticam Mensam participaverint et ad Summi Pontificis mentem preces
fuderint. Iis vero, qui præfato mense preces vel alia pietatis obsequia divino
Cordi Iesu privatim præstiterint, conceditur:
Indulgentia septem annorum semel
quolibet mensis die;
Indulgentia plenaria suetis
conditionibus, dummodo quotidie per integrum mensem idem obsequium peregerint;
at ubi pium exercitium publice habetur, huiusmodi indulgentia ab iis tantum
acquiri potest, qui legitimo detineantur impedimento quominus exercitio publico
intersint (S. C. Indulg., 8 maii 1873 et 30 maii 1902; S. Pæn. Ap., 1 mart. 1933).
(A coloro che nel mese di giugno praticano un pio esercizio in onore del Sacro Cuore di Gesù in pubblico, si concedono 10 anni, ed in privato 7 anni, e Indulgen. Plenaria se esso verrà praticato almeno per 10 giorni con le s. c.).
Altre indulgenze ove viene celebrato
solennemente il Cuore Sacratissimo di Gesù con corso di predicazione.
Queste sono le
feste del mese di
GIUGNO 2020
1 Giugno Die II infra octavam
Pentecostes Duplex I. classis
2 Giugno Die III infra octavam
Pentecostes Duplex I. classis
3 Giugno Feria Quarta Quattuor
Temporum Pentecostes
Semiduplex
4 Giugno Die Quinta infra octavam Pentecostes Semiduplex
5 Giugno Feria Sexta Quattuor Temporum Pentecostes Semiduplex
PRIMO VENERDI
6 GiugnoSabbato Quattuor
Temporum Pentecostes
Semiduplex
PRIMO SABATO
7 Giugno Dominica Sanctissimæ Trinitatis Duplex I. classis
9 Giugno Ss. Primi et Feliciani
Martyrum Feria
10 Giugno S. Margaritæ Reginæ
Viduæ Semiduplex
11 Giugno Festum Sanctissimi Corporis Christi Duplex I. classis
12 Giugno S. Joannis a S. Facundo
Confessoris Duplex
13 GiugnoS. Antonii de Padua
Confessoris et Ecclesiæ Doctoris Duplex
14 Giugno Dominica II Post Pentecosten Semiduplex Dominica minor
S. Basilii Magni Confessoris et Ecclesiæ Doctoris Duplex
15 Giugno Ss. Viti, Modesti atque
Crescentiæ Martyrum Feria
18 Giugno S. Ephræm Syri Confessoris et Ecclesiæ Doctoris Duplex
19 Giugno Sanctissimi Cordis Domini Nostri Jesu Christi Duplex I. classis
20 Giugno S. Silverii Papæ et
Martyris Feria
21 Giugno Dominica III Post Pentecosten Semiduplex Dominica minor
S. Aloisii Gonzagæ
Confessoris Duplex
22 Giugno S. Paulini Episcopi et
Confessoris Duplex
23 Giugno In Vigilia S. Joannis
Baptistæ Duplex II. classis *L1*
24 Giugno In Nativitate S. Joannis Baptistæ Duplex I. classis *L1*
25 Giugno S. Gulielmi Abbatis Duplex
26 Giugno Ss. Joannis et Pauli Martyrum Duplex
27 Giugno Sanctæ Mariæ Sabbato Simplex
28 Giugno Dominica IV Post Pentecosten Semiduplex Dominica minor
S. Irenæi Episcopi et Martyris Duplex
29 Giugno SS. Apostolorum Petri et Pauli Duplex I. classis *L1*
30 Giugno In Commemoratione S.
Pauli Apostoli Duplex
*L1*
« Siamo angosciati dalla visione di tanti gravi mali, specialmente di quelli che mettono in pericolo la salvezza eterna del Nostro popolo: in questa amarezza la cosa per Noi più dolorosa è il non potere, a causa della Nostra libertà conculcata, adoperare i rimedi necessari contro tanti mali … » Questa era le preoccupazione principale del Sommo Pontefice, il grande paladino e custode della fede cristiana Pio IX: la salvezza delle anime dei fedeli, come è giusto che sia, per un Pontefice al quale il Capo della Chiesa ha affidato la cura dei suoi agnelli e delle sue pecore. Questa breve lettera fu scritta dal Santo Padre con inchiostro amaro dopo gli avvenimenti funesti che ne determinarono la perdita della libertà territoriale confinandola tra le strette mura del colle Vaticano « … l’avidità di un Potente vicino desiderò ardentemente le regioni del Nostro potere temporale, antepose ostinatamente i consigli delle sette della perdizione alle Nostre paterne e ripetute ammonizioni e ai Nostri richiami; ultimamente… espugnò con la forza delle armi anche questa Nostra città, che voleva per sé, e la tiene adesso in suo potere, contro ogni diritto, come cosa che gli appartenga »; si, è la nostra Italia ad essere accusata – perché soggiogata dalle sette della perdizione, cioè le logge massoniche che già tenevano saldamente in pugno i regnanti e gli amministratori del Regno dell’epoca – di un misfatto così grave e deleterio per la sua vita sociale, materiale ed infine spirituale. Tutto questo la nostra patria lo ha pagato con guerre, carestie, rivolte sociali, dittatura, stragi e con la perdita di una reale libertà giunta fine all’attuale quadro politico in cui si è instaurata una feroce dittatura mediatica che contraddice a tutte le regole ancorché naturali e biologiche, oltre che costituzionali, e che tutto lascia presumere essere solo l’inizio di ulteriori e più atroci sofferenze fisiche, morali e soprattutto spirituali perché orchestrate da servi più o meno occulti di lucifero, capo del corpo mistico massonico. Questi castighi che i nostri antenati ci hanno procurato e che i loro discendenti hanno pagato e stanno ancor più pagando oggi e pagheranno domani, oltre ad essere accompagnati da costumi abominevoli, quali l’irreligiosità, la sodomia spudorata, gli adulteri e gli aborti che gridano vendetta agli occhi di Dio, hanno il loro apice nell’abbandono della fede cristiana e nella totale scristianizzazione di una società sprofondata in un paganesimo pratico ed una idolatria senza precedenti, nella sovversione totale nel corpo ecclesiastico costituito oggi da invalidi e sacrileghi chierici “muti”, canonicamente senza alcun titolo valido – senza cioè giurisdizione né missione canonica – e che stanno trascinando nella voragine infernale un numero incalcolabile di anime. Aveva ragione allora il Sommo Pontefice Mastai-Ferretti ad essere angosciato, non per la situazione dovuta alle restrizioni della sua libertà personale e di quella di tutta la Chiesa Cattolica ma – facile profeta – per la perdita irreparabile di anime che ne sarebbe seguita per lungo tempo, anime che si sarebbero dannate e si danneranno in eterno.
S. S. Pio IX
Beneficia Dei
I benefici di Dio Ci chiamano a
celebrare la sua benignità, mentre manifestano una nuova grazia della sua
protezione verso di Noi e la gloria della sua maestà. Infatti già volge al
termine il venticinquesimo anno da quando, per disposizione divina, assumemmo
l’incarico di questo Nostro Apostolato, le cui travagliate circostanze sono
talmente conosciute da Voi da non aver bisogno di un più lungo ricordo da parte
Nostra. È evidentissimo, Venerabili Fratelli, per una serie di tanti
avvenimenti, che la Chiesa
militante seguita il suo cammino fra frequenti lotte e vittorie; davvero Dio
guida lo svolgimento delle cose e domina sul mondo, che è lo sgabello dei suoi
piedi; davvero si serve spesso di strumenti deboli e spregevoli per compiere
con essi i disegni della sua sapienza. – Nostro Signore Gesù Cristo,
fondatore e supremo reggitore della Chiesa, che acquistò col suo sangue, con
l’ausilio dei meriti del Beatissimo Pietro, Principe degli Apostoli, che sempre
vive e presiede in questa Sede Romana, si è degnato di sorreggere e di
sostenere, in questo lungo periodo del Nostro Apostolico servizio, la Nostra
debolezza e pochezza, con la sua grazia e la sua forza, a maggior gloria del
suo nome e per l’utilità del suo popolo. Così Noi, sostenuti dal suo divino
aiuto e servendoci costantemente dei consigli dei Nostri Venerabili Fratelli
Cardinali di Santa Romana Chiesa, e più volte anche dei vostri, Venerabili
Fratelli, che insieme foste presenti con Noi qui a Roma in gran numero,
adornando questa Cattedra della verità con lo splendore della vostra virtù e
dell’unanime pietà, abbiamo potuto nel corso di questo Pontificato, seguendo i
desideri Nostri e di tutto il mondo cattolico, proclamare con definizione
dogmatica l’Immacolata Concezione della Vergine Genitrice di Dio e decretare
gli onori celesti a molti eroi della nostra Religione, l’aiuto dei quali, e
soprattutto della divina Madre, non dubitiamo che sarà pronto per la Chiesa Cattolica
in tempi tanto avversi. Fu anche in virtù della forza e della gloria divina che
potemmo portare la luce della vera fede in regioni lontane e inospitali,
mandandovi gli operai evangelici; potemmo costituire l’ordine della Gerarchia
ecclesiastica in molti luoghi e bollare con solenne condanna gli errori (forti specialmente in questo
tempo), contrari all’umana ragione, ai buoni costumi e alla società tanto
cristiana che civile. Sempre con l’aiuto di Dio, procurammo, per quanto
potevamo, che la potestà ecclesiastica e la civile, sia in Europa, sia in
America, fossero congiunte con un fermo e solido vincolo di concordia; cercammo
di provvedere alle molteplici necessità della Chiesa Orientale, che sempre
guardammo con paterno affetto fin dall’inizio del Nostro Apostolico ministero;
recentemente Ci fu concesso di promuovere ed iniziare il Concilio Ecumenico
Vaticano, di cui tuttavia, per le notissime vicende, dovemmo decretare la
sospensione, quando i frutti maggiori in parte erano stati raccolti e in parte erano
attesi dalla Chiesa. – E neppure, Venerabili Fratelli, mai tralasciammo di
eseguire, con l’aiuto di Dio, ciò che richiedevano il diritto e il dovere della
Nostra potestà civile. Le congratulazioni e gli applausi, come ricordate, che
accolsero gli inizi del Nostro Pontificato, si trasformarono in breve tempo in
ingiurie e assalti, così da costringerci a fuggire da questa Nostra
dilettissima Città. Ma quando, ad opera degli sforzi comuni dei popoli
cattolici e dei Principi, fummo restituiti a questa Sede Pontificia, mettemmo
continuamente tutte le Nostre forze e il Nostro impegno per promuovere e
assicurare ai Nostri fedeli sudditi quella prosperità solida e non fallace che
sempre riconoscemmo come fondamentale compito del Nostro Principato civile. Ma poi, l’avidità di un Potente
vicino desiderò ardentemente le regioni del Nostro potere temporale, antepose
ostinatamente i consigli delle sette
della perdizione alle Nostre paterne e ripetute ammonizioni e ai Nostri
richiami; ultimamente, come vi è noto, superata di gran lunga l’impudenza di
quel Figliol Prodigo di cui leggiamo nel Vangelo, espugnò con la forza delle
armi anche questa Nostra città, che voleva per sé, e la tiene adesso in suo
potere, contro ogni diritto, come cosa che gli appartenga. Non può accadere,
Venerabili Fratelli, che non siamo molto scossi per questa usurpazione tanto
empia che subiamo. Siamo completamente angosciati per l’enorme iniquità di un
disegno che mira, distrutto il Nostro potere temporale, a che siano distrutti,
con la medesima operazione, la Nostra potestà spirituale e il Regno di Cristo
in terra, se ciò potesse avvenire. Siamo angosciati dalla visione di tanti
gravi mali, specialmente di quelli che mettono in pericolo la salvezza eterna
del Nostro popolo: in questa amarezza la cosa per Noi più dolorosa è il non potere, a causa
della Nostra libertà conculcata, adoperare i rimedi necessari contro tanti mali.
A queste cause della Nostra afflizione, Venerabili Fratelli, si aggiunge anche
quella lunga e miserevole serie di calamità e di mali che per tanto tempo
percossero e afflissero la nobilissima Nazione Francese; serie di mali
aumentata smisuratamente in questi giorni per i tanti inauditi eccessi commessi
da una efferata e sfrenata moltitudine, come l’atroce delitto dell’empio parricidio
consumato con l’esecuzione del Venerabile Fratello Vescovo di Parigi; ben
capite quali sentimenti devono suscitare in Noi tali delitti, che hanno
riempito il mondo intero di paura e di orrore. Infine, Venerabili Fratelli,
abbiamo anche un’altra amarezza, perfino superiore alle altre, nel vedere tanti
figli ribelli, sottoposti a tante e tanto gravi censure, che, non
preoccupandosi affatto della Nostra voce paterna, né della loro salvezza,
continuano tuttora a disprezzare il tempo della penitenza offerto da Dio, e
preferiscono superbamente sperimentare l’ira della divina vendetta piuttosto
che il frutto della misericordia, fin che sono in tempo. – Ma ormai, attraverso
tante vicissitudini, con la protezione di Dio clementissimo, vediamo giunto il
giorno anniversario della Nostra esaltazione al Soglio pontificio nel quale –
come succedemmo nella Sede di San Pietro, benché infinitamente inferiori ai
suoi meriti – risultiamo essergli uguali nella durata del servizio Apostolico.
Questo è davvero un nuovo, singolare e grande dono della divina bontà, concesso
dalla volontà di Dio solo a Noi, in un così lungo elenco di santissimi Nostri
Predecessori per il lungo periodo di diciannove secoli. Anche in questo
riconosciamo una più ammirabile benevolenza divina verso di Noi, quando vediamo
che in questo tempo Noi siamo stati considerati degni di patire persecuzione
per la giustizia, e quando osserviamo quel meraviglioso affetto di devozione e
di amore che anima potentemente il popolo cristiano su tutta la terra, e lo spinge
con unanime sentimento a questa Santa Sede. Poiché questi doni furono conferiti
a Noi così immeritevoli, impegniamo tutte le Nostre deboli forze per esprimere
il Nostro ringraziamento nel debito modo. Perciò, mentre chiediamo
all’Immacolata Vergine Madre di Dio che ci insegni, con il suo medesimo
spirito, a rendere gloria all’Altissimo con quelle sublimi parole “Grandi
cose fece in me l’Onnipotente“, preghiamo istantemente anche Voi,
Venerabili Fratelli, ad elevare con Noi a Dio, insieme alle greggi a Voi
affidate, cantici ed inni di lode e di ringraziamento. “Magnificate il
Signore con me“, diciamo con le parole di Leone Magno, ed esaltiamo il
suo nome a vicenda, affinché tutte le grazie e le misericordie che ricevemmo,
tornino a lode del loro Autore. Comunicate poi ai vostri popoli il Nostro
ardente amore e i gratissimi sentimenti del Nostro animo per le loro bellissime
testimonianze di pietà filiale verso di Noi e per i doveri compiuti così a
lungo e con tanta perseveranza. Noi infatti, per quanto Ci riguarda, potendo
usurpare a buon diritto le parole del Vate del Re “Il mio abitare è
stato prolungato“, con l’aiuto delle vostre preghiere ormai
desideriamo questo, cioè conseguire la forza e la fiducia di rendere la Nostra
anima al Principe dei Pastori, nel cui seno sono il refrigerio ai mali di
questa vita turbolenta e travagliata e il beato porto dell’eterna tranquillità
e della pace. – Perché poi torni a maggior gloria di Dio quanto per sua
benevolenza si aggiunse ai benefici del Nostro Pontificato, aprendo in questa
occasione il tesoro delle grazie spirituali, diamo a Voi, Venerabili Fratelli,
la potestà, ciascuno nella propria Diocesi, d’impartire la Benedizione Papale
con annessa indulgenza plenaria, come usa fare la Chiesa, con la consueta
Nostra autorità Apostolica, il sedici o il ventuno di questo mese o in altro
giorno a vostra scelta. Desiderando poi provvedere al bene spirituale dei
fedeli, con la presente lettera concediamo nel Signore che tutti i Cristiani,
tanto secolari che regolari di entrambi i sessi, in qualunque luogo della
vostra Diocesi si trovino, i quali, purificati dalla confessione sacramentale e
nutriti della santa comunione, eleveranno a Dio devote preghiere per la
concordia dei Principi cristiani, l’estirpazione delle eresie e l’esaltazione
della Santa Madre Chiesa nel giorno che voi avrete designato o scelto per
impartire la predetta Benedizione per Nostra autorità (oppure, nelle Diocesi in
cui sia vacante la Sede Episcopale, i Vicari Capitolari del tempo avranno
scelto o designato) possano ottenere l’indulgenza plenaria di tutti i loro
peccati. Non dubitiamo affatto che in questa occasione il popolo cristiano sia
stimolato con maggiore efficacia a pregare, e così per le preghiere
moltiplicate meritiamo di ottenere quella misericordia che la visione di tanti
mali presenti non Ci permette d’invocare celermente. – Per Voi nel frattempo, Venerabili Fratelli,
chiediamo a Dio Onnipotente costanza, speranza celeste e ogni consolazione, e
di queste cose vogliamo che sia auspicio e testimonianza della Nostra
particolare benevolenza la Benedizione Apostolica, che impartiamo con tutto il
Nostro cuore a Voi, al Clero e al popolo affidato a ciascuno di Voi.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 4 giugno, giorno sacro alla Santissima Trinità, dell’anno 1871, venticinquesimo del Nostro Pontificato.