SALMI BIBLICI: “MISERICORDIAS DOMINI, IN ÆTERNUM CANTABO” (LXXXVIII)

SALMO 88: MISERICORDIAS DOMINI in æternum cantabo

CHAINE D’OR SUR LES PSAUMES

ou LES PSAUMES TRADUITS, ANALYSÉS, INTERPRÉTÉS ET MÉDITÉS A L’AIDE D’EXPLICATIONS ET DE CONSIDÉRATIONS SUIVIES, TIRÉES TEXTUELLEMENT DES SAINTS PÈRES, DES ORATEURS ET DES ÉCRIVAINS CATHOLIQUES LES PLUS RENOMMÉS.

[I Salmi tradotti, analizzati, interpretati e meditati con l’aiuto delle spiegazioni e delle considerazioni seguite, tratte testualmente dai santi Padri, dagli oratori e dagli scrittori cattolici più rinomati da …]

Par M. l’Abbé J.-M. PÉRONNE,

CHANOINE TITULAIRE DE L’ÉGLISE DE SOISSONS, Ancien Professeur d’Écriture sainte et d’Éloquence sacrée.

[Canonico titolare della Chiesa di Soissons, Professore emerito di Scrittura santa e sacra Eloquenza]

TOME DEUXIÈME.

PARIS – LOUIS VIVES, LIBRAIRE-ÉDITEUR 13, RUE DELAMMIE, 1878

IMPRIM.

Soissons, le 18 août 1878.

f ODON, Evêque de Soissons et Laon.

Salmo 88

Intellectus Ethan Ezrahitæ.

[1] Misericordias Domini in æternum cantabo;

in generationem et generationem annuntiabo veritatem tuam in ore meo.

[2] Quoniam dixisti: In æternum misericordia ædificabitur in cœlis; praeparabitur veritas tua in eis.

[3] Disposui testamentum electis meis; juravi David, servo meo:

[4] usque in æternum præparabo semen tuum, et ædificabo in generationem et generationem sedem tuam.

[5] Confitebuntur cœli mirabilia tua, Domine; etenim veritatem tuam in ecclesia sanctorum.

[6] Quoniam quis in nubibus aequabitur Domino, similis erit Deo in filiis Dei?

[7] Deus, qui glorificatur in consilio sanctorum, magnus et terribilis super omnes qui in circuitu ejus sunt.

[8] Domine Deus virtutum, quis similis tibi? potens es, Domine, et veritas tua in circuitu tuo.

[9] Tu dominaris potestati maris, motum autem fluctuum ejus tu mitigas.

[10] Tu humiliasti, sicut vulneratum, superbum; in brachio virtutis tuae dispersisti inimicos tuos.

[11] Tui sunt cœli, et tua est terra; orbem terræ, et plenitudinem ejus tu fundasti;

[12] aquilonem et mare tu creasti. Thabor et Hermon in nomine tuo exsultabunt.

[13] Tuum brachium cum potentia; firmetur manus tua, et exaltetur dextera tua.

[14] Justitia et judicium praeparatio sedis tuae; misericordia et veritas praecedent faciem tuam.

[15] Beatus populus qui scit jubilationem: Domine, in lumine vultus tui ambulabunt;

[16] et in nomine tuo exsultabunt tota die; et in justitia tua exaltabuntur.

[17] Quoniam gloria virtutis eorum tu es, et in beneplacito tuo exaltabitur cornu nostrum.

[18] Quia Domini est assumptio nostra, et sancti Israel regis nostri.

[19] Tunc locutus es in visione sanctis tuis, et dixisti: Posui adjutorium in potente; et exaltavi electum de plebe mea.

[20] Inveni David, servum meum, oleo sancto meo unxi eum.

[21] Manus enim mea auxiliabitur ei, et brachium meum confortabit eum.

[22] Nihil proficiet inimicus in eo, et filius iniquitatis non apponet nocere ei.

[23] Et concidam a facie ipsius inimicos ejus, et odientes eum in fugam convertam.

[24] Et veritas mea et misericordia mea cum ipso; et in nomine meo exaltabitur cornu ejus.

[25] Et ponam in mari manum ejus, et in fluminibus dexteram ejus.

[26] Ipse invocabit me: Pater meus es tu, Deus meus, et susceptor salutis meae.

[27] Et ego primogenitum ponam illum, excelsum prae regibus terræ.

[28] In aeternum servabo illi misericordiam meam, et testamentum meum fidele ipsi.

[29] Et ponam in sœculum sœculi semen ejus, et thronum ejus sicut dies cæli.

[30] Si autem dereliquerint filii ejus legem meam, et in judiciis meis non ambulaverint;

[31] si justitias meas profanaverint, et mandata mea non custodierint:

[32] visitabo in virga iniquitates eorum, et in verberibus peccata eorum;

[33] misericordiam autem meam non dispergam ab eo, neque nocebo in veritate mea.

[34] Neque profanabo testamentum meum, et quae procedunt de labiis meis non faciam irrita.

[35] Semel juravi in sancto meo, si David mentiar:

[36] Semen ejus in œternum manebit. Et thronus ejus sicut sol in conspectu meo,

[37] et sicut luna perfecta in aeternum, et testis in caelo fidelis.

[38] Tu vero repulisti et despexisti; distulisti christum tuum.

[39] Evertisti testamentum servi tui; profanasti in terra sanctuarium ejus.

[40] Destruxisti omnes sepes ejus; posuisti firmamentum ejus formidinem.

[41] Diripuerunt eum omnes transeuntes viam; factus est opprobrium vicinis suis.

[42] Exaltasti dexteram deprimentium eum; laetificasti omnes inimicos ejus.

[43] Avertisti adjutorium gladii ejus, et non es auxiliatus ei in bello.

[44] Destruxisti eum ab emundatione, et sedem ejus in terram collisisti.

[45] Minorasti dies temporis ejus; perfudisti eum confusione.

[46] Usquequo, Domine, avertis in finem: exardescet sicut ignis ira tua?

[47] Memorare quae mea substantia; numquid enim vane constituisti omnes filios hominum?

[48] Quis est homo qui vivet et non videbit mortem? eruet animam suam de manu inferi?

[49] Ubi sunt misericordiœ tuœ antiquœ, Domine, sicut jurasti David in veritate tua?

[50] Memor esto, Domine, opprobrii servorum tuorum, quod continui in sinu meo, multarum gentium;

[51] quod exprobraverunt inimici tui, Domine, quod exprobraverunt commutation-nem christi tui.

[52] Benedictus Dominus in œternum. Fiat! fiat!

[Vecchio Testamento Secondo la Volgata Tradotto in lingua italiana da mons. ANTONIO MARTINI Arciv. Di Firenze etc.

Vol. XI

Venezia, Girol. Tasso ed. MDCCCXXXI]

SALMO LXXXVIII

Ethan Ezraita era uomo sapientissimo (lib. 3, c. 4 dei Re): il Salmo è dato alla sua intelligenza; poiché argomento é preghiera a Dio di mandare presto il Cristo promesso in Davide, a liberare il popolo dalla schiavitù dei suoi mali.

Istruzione di Ethan Ezraita.

1. Le misericordie del Signore canterò io eternamente.

2. A tutte le generazioni annunzierò con la mia bocca la tua verità. (1)

3. Imperocché tu dicesti che la misericordia sarebbe stabilita per sempre nei cieli, e che sopra di essi poserebbe la tua verità.

4. Io ho fermata alleanza coi miei eletti, ho giurato a David mio servo: fino all’eternità serberò stabile il seme tuo.

5. Ed io per tutte le generazioni farò stabile il tuo trono.

6. I cieli predicheranno, o Signore, le tue meraviglie: e alla tua verità (darà laude) la chiesa dei Santi;

7. Imperocché, e chi sarà a Dio uguale nell’alto? qual dei figliuoli di Dio sarà simile a Dio?

8. Dio, che èglorificato nel concilio dei santi: grande e terribile a tutti quelli che a lui stanno d’intorno.

9. Signore, Dio degli eserciti, chi è simile a te? possente sei tu, o Signore, e intorno a te la tua verità.

10. Tu comandi all’orgoglio del mare, e il movimento dei flutti di lui tu ammansi.

11. Tu umiliasti il superbo, come un che è ferito a morte: col robusto tuo braccio tu sperdesti i tuoi nemici.

12. Tuoi sono i cieli e tua la terra; tu il mondo formasti e tutto quello ond’egli è ripieno; tu creasti l’aquilone e il mare.

13. Il Thabor e l’Hermon esulteranno nel nome tuo, potente cosa egli è il tuo braccio.

14. Sia robusta la mano tua, e celebrata sia la tua destra; la giustizia e l’equità sono la base del tuo trono.

15. La misericordia e la verità anderanno innanzi a te: beato il popolo, che sa in te rallegrarsi.

16. Signore, alla luce della tua faccia cammineranno, e nel nome tuo esulteranno tutto dì; e mediante la tua giustizia saranno esaltati.

17. Perocché gloria della loro fortezza se’ tu; e per la buona tua volontà il poter nostro sarà esaltato;

18. Imperocché protezione nostra egli è il Signore, e il Santo di Israele, che è nostro Re.

19. Tu parlasti allora in visione a’ tuoi santi, e dicesti: Ho preparato in un uomo potente l’aiuto; e ho esaltato quello che io elessi di mezzo al mio popolo.

20. Ho trovato David, mio servo: l’ho unto coll’olio mio santo.

21. Imperocché la mano mia lo assisterà; e farallo forte il mio braccio.

22. Non guadagnerà nulla sopra di lui. Il nemico, e il figliuolo d’iniquità non saprà fargli danno.

23. E distruggerò dinanzi e lui i suoi nemici; e metterò in fuga coloro che lo odiano.

24. E con lui sarà la mia verità e la mia misericordia: e nel nome mio crescerà egli in potenza.

25. E la mano di lui stenderò sopra il mare, e la sua destra sopra i fiumi. (2)

26. Egli a me griderà: Tu sei il Padre mio, mio Dio e principio di mia salute.

27. E io lo costituirò primogenito più eccelso dei re della terra.

28. A lui conserverò la mia misericordia in eterno, e la mia alleanza con lui sarà stabile.

29. E il seme di lui farò che sussista per tutti i secoli, e il trono di lui quanto i giorni del cielo.

30. Che se i figliuoli di lui abbandoneranno la mia legge, e non cammineranno secondo miei comandamenti,

31. Se violeranno i giusti miei documenti e non osserveranno i miei precetti:

32. Visiterò colla verga le loro iniquità, colla sferza i loro peccati.

33. Ma non torrò a lui la mia misericordia e non farò torto alla mia verità;

34. E non violerò il mio patto, e non tratterò le parole, che vengono dalla mia bocca.

35. Una volta per sempre giurai per la mia santità; non mancherò di parola a David: 36. seme di lui durerà eternamente.

37. E il trono di lui sarà in eterno dinanzi a me, come il sole e come la luna piena, come il testimone fedele nel cielo. (3)

38. Tu però hai rigettato, e messo in non cale, e allontanato da te il tuo Cristo. (4)

39. Hai rotta l’alleanza col tuo servo; hai conculcato per terra il suo sacro diadema.

40. Hai distrutti tutti i suoi ripari; nei luoghi forti di lui hai posto lo sbigottimento.

41. Tutti quei che passavan per via, lo hanno depredato: è divenuto lo scherno dei suoi vicini.

42. Hai dato gagliardia alla mano di coloro che lo insultano; rallegrasti tutti i suoi nemici.

43. Hai renduto ottuso il taglio della sua spada, e nella guerra non gli hai dato soccorso.

44. Hai annichilato il suo splendore; e hai spezzato in terra il suo trono.

45. Hai accorciati i giorni di sua bella età, lo hai ricoperto di ignominia.

46. Fino a quando, o Signore, ti terrai ascoso continuamente? e come fuoco divamperà il tuo sdegno?

47. Ricordati qual sia l’esser mio: perocché non hai tu soggettati alla vanità tutti i figliuoli degli uomini?

48. Qual è quell’uomo che avrà vita, senza veder mai la morte? chi trarrà l’anima sua dalle mani d’inferno?

49. Dove sono, o Signore, le antiche tue misericordie, cui tu giurasti a David per tua verità?

50. Ricordati, o Signore, dei rimproveri (che nel mio seno celati io tengo), che sono fatti ai tuoi servi da molte genti;

51. Dei rimproveri fatti, o Signore, dai tuoi nemici, i quali ci hanno rimproverato la mutazione del tuo Cristo. (5)

52. Benedetto il Signore in eterno: così sia, così sia.

(1) La misericordia di Dio è comparata ad un edificio ben strutturato, al quale si può sempre sopraggiungere.

(2) Vale a dire dal Mediterraneo all’Eufrate, nella persona di Salomone, e da un capo del mondo all’altro, nella persona del Messia.

(3) « E il testimone fedele che è in cielo ». – Il testimone è Dio stesso e manterrà di conseguenza ciò che promette nel giuramento. – Altri traducono: e come il testimone fedele che è in cielo, vale a dire la luna, o come l’arcobaleno, che è segno dell’alleanza di Dio con gli uomini.

(4) Il salmista oppone alle speranze concepite in virtù delle promesse, il triste stato del popolo e del suo re, quando Gerusalemme fu presa da Sesac, re d’Egitto, e Roboamo si assoggettò; o secondo altri, quando Nabuccodonosor venne per impadronirsi di Gerusalemme, e di Sedecia, che condusse in cattività.

(5) Il senso letterale è: « essi vi hanno rimproverato di aver cambiato le vostre promesse relativamente all’avvento del Cristo! »; o anche il cambiamento sopraggiunto nel suo stato, stato di umiliazione in cui si è ridotto.

Sommario analitico

Il Profeta Ethan, in questo salmo, parlando sia a nome suo che a nome del popolo tenuto in cattività, predice la venuta del Messi, sotto la figura di Davide, al quale conviene solo una parte di questo salmo nel senso letterale (V. 28-30, p. 38). Sembra che Ethan abbia composto questo salmo sotto Roboamo, che non solo aveva visto le dieci tribù separarsi da lui, ma sotto il regno ma sotto il regno del quale, una parte della tribù di Giuda fu condotto in cattività da Sosac, re d’Egitto, e fu obbligato a spogliare il tempio per pagare il tributo imposto dal vincitore.

I. – Egli comincia a lodare Dio Padre a causa della promessa fatta di inviare il Messia:

1° Egli è degno di ogni lode a causa della sua misericordia e della sua verità, tutte e due eterne (1, 2);

2° Egli è fedele: a) nei riguardi degli eletti, ai quali ha promesso il Messia; b) nei riguardi del Messia stesso, di cui conserverà eternamente i figli ed il trono reale (3, 4).

II. – Egli presenta il Messia stesso posto sul trono, che riceve adorazioni dagli Angeli e dagli uomini.

1° Si indirizza al Padre eterno che ha rivestito suo Figlio di questa gloria incomparabile e di cui i cieli lodano le meraviglie e la verità (5);

2° Proclama l’eccellenza del Messia: a) Egli brilla di uno splendore incomparabile in mezzo agli angeli e ai santi (6); b) è terribile nei suoi giudizi, al di sopra di tutti coloro che lo circondano (7); c) è il Signore onnipotente e giusto dispensatore dei castighi e delle ricompense (8);

 3° occorre far vedere la potenza data a Gesù-Cristo su tutto l’universo, a) sul mare di cui doma i flutti e calma la collera (9, 10); 6) nei cieli e su ogni parte della terra (11, 13);

4° Egli prega il Cristo seduto sul suo trono: – a) gli domanda di dispiegare la sua potenza per la difesa dei buoni ed il castigo dei malvagi (14); – b) descrive le virtù che sono l’appoggio del suo trono (14); – c) eccita il popolo oggetto della misericordia divina, alla lode di Dio;

5° Egli enumera i vantaggi di cui il Messia è sorgente per gli uomini, sia in questa vita, che nell’altra: – a) la luce nell’intelligenza (15); – b) la gioia nella volontà; – c) la loro elevazione all’ombra della giustizia di Dio (16); – d) egli da la ragione di queste grazie e di questi favori: Dio è l’onore della loro potenza, ed è alla sua bontà che è dovuta questa elevazione (17, 18).

III. – Il profeta introduce Dio stesso, descrivendo la potenza e la felicità di questo grande Re:

1° Considerato in se stesso, – a) egli ricorda la promessa che ha fatto ai patriarchi ed ai profeti di inviare il Messia al mondo (19); – b) la scelta particolare che ha fatto di lui nella persona di Davide, che ne era la figura (20); – c) l’unzione reale che gli ha conferito, ed il soccorso che gli ha prestato contro tutti i suoi nemici (21-23); – d) la sicurezza che la misericordia e la verità di Dio non cesseranno di circondarlo (24); – e) l’estensione del suo impero (25); – f) l’amore mutuo del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre (26); – g) la sua elevazione al di sopra di tutti i re della terra (27); – h) l’eternità del suo regno (28-30);

2° Nella sua posterità e nei suoi discendenti: a) Dio dichiara che li punirà paternamente con la sua giustizia, quando peccheranno contro di Lui (31, 32); b) che non ritirerà la sua misericordia (33); c) che sarà fedele alle promesse che ha fatto, soprattutto sulla durata eterna della razza del Messia (34-36); d) che Egli si stabilirà eternamente sul suo trono con la sua presenza. (37).

IV. – Egli prega Dio di inviare al più presto il Messia che ha promesso, a causa dell’estrema miseria alla quale è ridotto il suo popolo.

1° Enumera queste miserie: a) Dio sembra aver rigettato completamente il suo popolo (38); b) ha ribaltato l’alleanza fatta con Lui; c) la devastazione del tempio e la distruzione delle mura di Gerusalemme (39, 40); d) la spaventosa diffusione in tutte le sue fortezze; e) le sue ricchezze saccheggiate; f) Egli è divenuto l’obbrobrio dei suoi vicini (41); g) i suoi nemici si sono fortificati contro di lui (12); h) Dio gli ha tolto il suo soccorso (43); i) il suo re è spogliato degli attributi di dignità (44); j) il suo regno che doveva essere eterno è distrutto e coperto di confusione (45);

.2° Egli domanda a Dio di accelerare la venuta del Messia: – a) a causa della lunga attesa del suo popolo, – b) a causa della sua miseria e della breve durata della sua vita (47-48); – c) a causa della sua bontà e della sua misericordia divina (49); – d) a causa della malizia dei nemici del popolo di Dio (50, 51); – e) a causa  della gloria di Dio (52).

Spiegazioni e Considerazioni

I. — 1-4.

ff. 1-4. – « Signore, io canterò eternamente le vostre misericordie; di generazione in generazione, la mia bocca proclamerà la vostra verità ». Che le mie membra – egli dice – obbediscano al Signore; io parlerò ma dirò ciò che è in Voi. « La mia bocca proclamerà la vostra verità. » Se non obbedisco, io non sono vostro servo; se parlo da me, io sono un mentitore. Di conseguenza, che io dica ciò che è vostro, o che io parli, sono due cose distinte: l’una viene da Voi, l’altra da me; la vostra verità da una parte, la mia bocca dall’altra. Quale verità proclama, quale misericordia canta? « Io canterò le vostre misericordie. » (S. Agost.). – La misericordia essenziale in Dio è una, come tutti i suoi altri attributi; si può dire tuttavia che ve ne siano diversi, secondo i diversi effetti che produce in noi. Le principali misericordie di Dio riguardo all’uomo sono: la creazione, la redenzione, la giustificazione, la glorificazione. –  Io trovo in me – dice S. Bernardo – sette misericordie di Dio al mio riguardo; la prima è che Egli mi ha preservato da un gran numero di peccati, quando ero ancora nel secolo; la seconda misericordia è stata l’attendermi, il sopportarmi, perché Egli differiva la sua vendetta, perché Egli pensava a perdonarmi; la terza misericordia è stata il richiamarmi a penitenza, lacerando il mio cuore che sentiva il dolore dei suoi peccati; la quarta misericordia è stata l’accogliere con bontà la mia anima pentita; la quinta, di darmi la forza di praticare la continenza e tutte le virtù cristiane; la sesta, di accordarmi la grazia di meritare i beni eterni; la settima, di darmi la speranza di ottenerli (S. Bern. Serm. De sept mis.). – Perché voi avete detto: « La misericordia si eleverà come un edificio eterno nei cieli. » Io costruisco in modo tale da non distruggere; perché distruggete qualche volta per non costruire e talvolta distruggete per costruire (S. Agost.). – La fermezza della parola di Dio è fondata non sulla instabilità delle creature, né sulle volontà mutevoli degli uomini, ma solidamente stabilita come un edificio eterno nei cieli. – La misericordia precede sempre la verità, perché la verità non brillerebbe nel compimento delle promesse, se la misericordia non la precedesse nella remissione dei peccati (S. Agost.). –   « Io ho disposto un testamento per i miei eletti. » Quale testamento, se non quello per il quale siamo rinnovati per ricevere una nuova eredità? Quale testamento se non quello che ci assicura una eredità di cui l’amore ed il desiderio ci fanno cantare un cantico nuovo, … e ho fatto un giuramento. »  Se voi mi ispirate una sì grande sicurezza con la vostra semplice parola, che ne sarà del vostro giuramento? Il giuramento di Dio è vietato all’uomo, perché l’uomo è fallibile. Dio solo giura con sicurezza, perché non può ingannarsi (S. Agost.) – Queste parole. « io stabilirò la vostra discendenza fin nell’eternità, » si riferiscono non solo alla carne del Cristo nato dalla Vergine Maria, ma ancora a tutti coloro che crederanno nel Cristo, perché noi siamo membra di questo Capo. Il corpo non può esserne separato, e se la testa è glorificata eternamente, le membra saranno anch’esse glorificate, perché il Cristo resta eternamente intero. Cosa vuol dire « di generazione in generazione? » : in tutte le generazioni.

II. — 5-8.

ff. 5, 6. – Stimarsi incapace di rendere a Dio delle azioni degne di grazie per i suoi benefici, e di proclamare le sue meraviglie, è dare questa commissione ai cieli, cioè ai Santi abitanti dei cieli (Bellarm.). – Per conoscere quali cieli celebreranno queste meraviglie vedete dove esse sono celebrate: « Nella Chiesa dei Santi. »  È fuor di dubbio che per cieli, non si sbaglia nell’intendere i predicatori della parola di verità. Che la Chiesa dunque raccolga la rugiada dei cieli; che i cieli facciano cadere sulla terra arida, una pioggia benedetta, e che la terra, ricevendo questa pioggia, produca dei germi preziosi di buone opere (S. Agost.). –  Ora, cosa predicano i cieli nella Chiesa dei Santi? Chi sarà tra le nuvole simile al Signore? I predicatori sono nel contempo dei cieli e delle nuvole: dei cieli, a causa del bagliore della verità; delle nuvole a causa delle oscurità della carne; esse vengono e passano. È nella Chiesa ove è l’assemblea dei Santi, che si trova la verità. La verità della fede è esclusivamente nella Chiesa che, secondo l’espressione dell’Apostolo, è la colonna ed il fondamento della verità (1 Tim. III, 15). – Ora, nessuno è simile al Figlio di Dio, anche tra i figli di Dio; Egli è unico, noi siamo numerosi; Egli è uno, noi siamo in Lui; Egli è generato, noi siamo adottati; Egli è per natura il Figlio generato fin dall’eternità, noi siamo stati fatti figli di Dio nel tempo per grazia; Egli è senza peccato, noi siamo stati liberati dal peccato da Lui (S. Agost.).

ff. 7, 8. – Poiché è Dio che deve essere glorificato nell’assemblea dei giusti, perché le nuvole e il figlio di Dio non possono essere suoi eguali, resta loro il prendere la risoluzione che conviene alla fragilità umana: « Chi si glorifica, si glorifichi nel Signore ». (1 Cor. I, 31). – Il pensiero della grandezza, della potenza e della verità di Dio, vivamente impressa in un cuore, è sufficiente per cancellarne tutte le illusioni, tutte le menzogne opposte alla verità di Colui che esiste perché sussiste per Se stesso, senza aver bisogno di alcuna creatura (Dug.). – Ciò che sarà per noi più spaventoso nel giudizio di Dio, non sarà né la maestà del Giudice, né la sua potenza, né la sua grandezza, ma la sua verità, questa verità che si ergerà contro di noi, questa verità che ci accuserà, che ci convincerà, che ci condannerà, che ci confonderà; non questa fragile verità degli uomini, ma questa invincibile Verità di Dio, questa immutabile Verità di Dio, questa inconfutabile Verità di Dio; questa Verità che non può essere né rinnegata, né contestata, né elusa; in una parola, o mio Dio! Questa Verità che circonda il vostro trono e che la Scrittura chiama per questo la vostra Verità (S. Girol.). – « La vostra verità è intorno a Voi » Ma quando essa si è diffusa senza persecuzione? Quando senza contraddizione? Il popolo in mezzo al quale vi è piaciuto nascere e vivere, era come una terra separata dai flutti della gentilità, che appariva arida, per essere irrorata dalla pioggia, mentre le altre nazioni erano come un mare abbandonato all’amarezza che le rendeva sterili. (S. Agost.).

ff. 9-13. – Che faranno dunque i vostri predicatori, allorché i flutti di questo mare ruggiscono contro di essi? È vero, il mare si gonfia, il mare si oppone al loro passaggio, il mare spinge i suoi ruggiti; ma, « Voi comandate alla potenza del mare, e calmate la violenza dei flutti » (S. Agost.). – Gesù-Cristo, durante la sua vita mortale, ha pure dominato sul mare ed ha calmato i flutti. Ma Egli ha fatto di più, portando la pace al mondo, che è un mare più furioso che l’elemento di cui la terra è circondata. Ma – dice Sant’Agostino – come riceveremo questa pace? Come navigheremo su questo mare senza far naufragio? Guardiamoci: il vento è impetuoso, la tempesta è terribile. Ciascuno fa la sua esperienza, perché ognuno è agitato dalle sue passioni. Ora, chi ci preserverà dal pericolo: amate Dio e camminerete sulle acque, sentirete sotto i vostri piedi tutto l’orgoglio del secolo, e non affonderete. Al contrario se amate il secolo, sarete inghiottiti; perché il secolo non fa che assorbire tutti coloro che lo amano, e non sa sostenerli (Berthier). – Non siete Voi che avete colpito il superbo e ferito il dragone? Non siete Voi che avete seccato il mare e la profondità dell’abisso, e che avete aperto al vostro popolo, in mezzo alle acque, la via della salvezza? Voi vi siete umiliato  ed avete umiliato il superbo, siete stato ferito ed avete ferito; perché il demonio non poteva non essere ferito dal vostro sangue sparso per strappare il contratto che aveva condannato i peccatori. Da dove veniva in effetti il suo orgoglio se non da colui che aveva un titolo contro di noi? Questo titolo, questa cambiale, voi l’avete strappato nel vostro sangue (Coloss. II, 14); voi avete dunque colpito colui al quale avete strappato tante vittime (S. Agost.). – L’uomo lascia volentieri i cieli a Dio, ma pretende di essere padrone della terra che gli appartiene. Egli ne possiede più che può, e desidera possederla interamente. Disgraziato e cieco nel non vedere e nel non sentire che questo possesso della terra, anche se si realizzasse, sarebbe di poca durata, mentre il possesso del cielo sarà eterno (Dug.). – Il Tabor e l’Hermon, figurano le montagne più alte, sia per la loro nascita, sia per la loro dignità. Esse trasaliranno di gioia, non per i propri meriti, ma nel vostro nome, e ne faranno risentire le lodi con una sottomissione intera a tutte le vostre volontà. – « La potenza è con il vostro braccio ». Che nessuno si arroghi alcuna potenza, « … la potenza è con il vostro braccio. » Noi siamo stati creati per Voi, noi siamo stati difesi da Voi. (S. Agost.).

ff. 14. – Quattro attributi principali in Dio, sono marcati in quasi tutte le pagine della santa Scrittura: la sua potenza e la sua bontà, la sua giustizia e la sua misericordia, affinché il timore della sua potenza e della sua giustizia porti gli uomini ad implorare la sua misericordia e la sua bontà. Due sono le basi sulle quali il trono di Dio è appoggiato, essendo tutti i giudizi che rende, temperati dalla fusione di questa giustizia e di questa misericordia (Dug.). – « La giustizia ed il giudizio sono le basi del vostro trono. » Alla fine appariranno la vostra giustizia ed il vostro giudizio, attualmente essi sono nascosti. E che ne è ora? « La misericordia e la giustizia camminano davanti al vostro volto. » Io sarò spaventato alla vista delle basi del vostro trono, io sarò atterrito alla vista delle basi del vostro trono, io temerò la vostra giustizia ed il vostro giudizio avvenire, se la vostra misericordia e la vostra verità non cammineranno davanti a Voi. Perché temerò dunque il vostro giudizio dell’ultimo giorno se per la vostra misericordia, che precede questo giudizio, voi cancellate i miei peccati, e voi compite le vostre promesse manifestandomi la verità? (S. Agost.). –  « Felice il popolo che sa lodarvi nella gioia del suo cuore, che comprende l’esultanza. » Che cos’è comprendere l’esultanza? È sapere da dove viene una gioia che mille parole non sanno spiegare, perché la vostra gioia non viene da Voi. L’orgoglio non causa i vostri trasporti, ma soltanto la grazia di Dio (Idem). Colui che non loda Dio che con le labbra, e che, non sentendo quanto tutte le lodi siano al di sotto di ciò che merita il Signore, non raggiunge l’esultanza ed il sentimento del suo cuore al canto delle sue labbra, non è felice. (Bellarm.).

ff. 15-18. Vedete se questa esultanza non viene dalla grazia, non viene da Dio e non da voi: « Signore, essi cammineranno alla luce del vostro volto, al chiarore di questa luce che brilla nell’intelligenza, che illumina la volontà e che infiamma il cuore. » (S. Agost.). – Noi dobbiamo camminare alla luce del volto di Dio, luce che è il Vangelo, la luce dello Spirito Santo (S. Girol.), Gesù-Cristo stesso, Luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (Giov. I, 9). – Non c’è nulla che Davide ripeta più spesso, e niente che gli uomini dimentichino con più facilità, che questa verità così importante di non attribuirsi ciò che essi hanno ricevuto da Dio, e di rinviargli tutta la gloria della loro virtù, della loro forza, perché Egli li ha più che elevati e non perché essi ne siano degni (S. Agost.). – Scelta di Dio è puramente gratuita, e senza meriti precedenti, per i quali Egli sceglie e prende chi Gli piace, non perché è il suo popolo, ma affinché lo sia. Come Santo, bisogna vedere la giustizia in questa scelta, e come Re, la sua autorità (Dug.). 

III. — 19-37.

ff. 19-29. – Vedere l’analisi per la sequela delle idee. 1° la mano di Dio viene in nostro soccorso, « perché la mia mano l’assisterà; » 2° tutta la nostra forza viene da Lui, « e il mio braccio lo fortificherà; » 3° nessuno potrà nuocere a colui di cui Dio si dichiara il protettore, « il nemico non guadagnerà nulla nell’attaccarlo; » 4°  non soltanto i suoi nemici saranno ridotti all’impotenza, ma completamente distrutti, « ed io ridurrò a pezzi sotto i suoi occhi i suoi nemici. » – L’uomo mette volentieri la speranza del suo soccorso in un uomo che è potente, ma è Dio che dà il suo soccorso a quest’uomo non perché egli è, ma affinché egli sia potente. – Ricorrere al principio stesso della potenza, che non è altri che Dio (Dug.). – Essere veramente il servitore di Dio, è una qualità infinitamente preferibile a tutta la grandezza, la potenza e l’indipendenza pretesa dei re della terra. – L’unzione santa e divina di Gesù-Cristo, il vero Davide, non è fatta con un olio esteriore, ma per l’infusione e l’unione sostanziale della divinità stessa alla santa umanità mediante l’Incarnazione del Verbo (Dug.). – Chi può contrastare o resistere contro la mano di Dio, contro il braccio dell’Onnipotente, e temere colui che sostengono? –  Il nemico eserciterà la sua rabbia su di Lui, ma non avrà vantaggi su di Lui; egli è abituato a nuocere, ma non potrà nuocergli; lo impegnerà ma non gli nuocerà. Anche i suoi furori gli saranno utili, perché coloro contro i quali si scatena sono coronati dalla vittoria che riportano su di lui. Come sarà in effetti vinto, se non ci attaccasse mai? Dove Dio sarebbe il nostro soccorso se non avessimo mai da combattere? Il nemico farà dunque il suo mestiere, ma il nemico non avrà vantaggi su di lui.  (S. Agost.). – È sovranamente pericoloso essere nemico degli amici di Dio. Odiare Lui è odiare coloro che Egli ama. Egli li conserva come la pupilla dell’occhio, poiché Egli stermina prima o poi tutti coloro che li odiano (Dug.).- La verità di Dio, vale a dire la fedeltà con la quale Egli compie le sue promesse, è un potente scudo che circonda il giusto da ogni lato. « La misericordia di Dio sempre con lui, » quale soggetto di gioia e di consolazione! La virtù del Nome di Dio, vale a dire Dio stesso, che sarà il principio della sua elevazione, quale motivo di speranza e di riconoscenza! (Id.). Ricordatevi, finché lo potete, quanto spesso queste due cose – la misericordia e la verità – ci sono ricordate perché le ridiciamo a Dio. E mentre Egli fa splendere su di noi la sua misericordia, cancellando i nostri peccati, e la sua verità, nel compiere le sue promesse, allo stesso modo anche noi, camminando nella sua via, dobbiamo rendergli la misericordia e la verità: la misericordia avendo pietà dei miserabili; la verità, astenendoci dal giudicare ingiustamente. Che l’amore della verità non rimuova da noi la misericordia, e la misericordia non faccia ostacolo alla verità (S. Agost.). – Questa potenza spirituale, è l’impero universale di Gesù-Cristo sul cielo, sul mare, sui fiumi, eccetto che sul cuore dell’uomo che Gli è così spesso ribelle (Dug.). – Invocare Dio come nostro Padre, cosa può Egli rifiutare a colui che ha per Lui l’amore di un figlio? – Dio in effetti è nostro Padre, non c’è verità più certa di questa; e tutto ciò che la paternità terrestre offre di più tenero e di più amabile, non è che una pallida immagine della soavità e della dolcezza ineffabile del nostro Padre che è nei cieli. La parola non saprebbe esprimere ciò che questa idea offre di bello e di consolante; noi cessiamo di sentirci isolati in mezzo al mondo, ed i castighi e le afflizioni ci appaiono sotto una luce nuova. La consolazione esce per noi dal sentimento stesso della nostra debolezza, noi riponiamo in Dio i problemi che non possiamo risolvere, questa pia idea entra più avanti nel nostro cuore e diviene il movente di tutti i nostri atti spirituali. Nel peccato  ce ne ricordiamo, nei Sacramenti la gustiamo, nei nostri sforzi verso la perfezione, noi ci appoggiamo su di essa; nelle tentazioni, noi vi poggiamo le forze; nelle sofferenze vi troviamo la gioia. Dio è nostro Padre fin nelle circostanze ordinarie della vita: Egli ci protegge contro i mille pericoli di cui non permette che noi neanche ci accorgiamo; esaudisce le nostre preghiere, benedice coloro che noi amiamo e ci supporta fin in questi brividi e queste ricadute che sembrano incredibili, e di cui siamo noi stupiti per primi (Fab. Progrès de l’âme, p. 72). È a causa di Gesù-Cristo che il testamento di Dio con noi sarà inviolabile, è da Lui che questo testamento è stato reso familiare; Egli è il Mediatore di questo testamento, la firma di questo testamento, la cauzione di questo testamento, il testimone di questo testamento, l’eredità promessa da questo testamento ed il Coerede di questo testamento (S. Agost.). – Non è mai dalla parte di Dio che questa alleanza è primariamente violata, ma è sempre da parte dell’uomo, sul quale ricade tutto il male, tutta la perfidia di questa infedeltà. – La razza dei peccatori ben presto è estinta; non c’è che quella dei giusti, cioè coloro che sono nati alla grazia, sia per i loro discorsi, sia per l’esempio della loro vita, che sussiste in tutti i secoli (Dug.). – « Il suo trono durerà per tutti i giorni del cielo. » I giorni della terra sono spinti dai giorni che succedono; quelli passati non più sussistono, quelli che seguono non durano, essi non vengono che per andarsene, e sono quasi spariti prima di giungere. I giorni del cielo, al contrario, come gli anni che non passano, non hanno avuto un inizio e non avranno un termine; là nessun giorno è racchiuso tra una veglia ed un domani. Nessuno vi attende l’avvenire, nessuno perde il passato; ma i giorni del cielo sono sempre presenti, è là che il trono del Signore starà per l’eternità (S. Agost.).

ff. 31-34. – « Se i miei figli abbandonano la mia legge, io visiterò le loro iniquità, ma non rigetterò la mia misericordia da lui, e non gli nuocerò nella mia verità. » La misericordia di Dio non nuoce nella mia verità. La misericordia di Dio non brillerà solo nel suo richiamo alla grazia, ma anche nei castighi e nei suoi colpi. Che la sua mano paterna sia dunque su di noi, e se sarete buoni figli, badate di non respingere la sua disciplina; perché quale figlio c’è, a cui il padre non imponga una disciplina? Che vi imponga dunque la sua disciplina, dal momento che non vi toglie la sua misericordia; che Egli percuota il figlio ribelle, dal momento che gli conserva la sua eredità. Quanto a voi, se avete ben compreso le promesse di vostro Padre, non temete se Egli vi punisca, ma piuttosto che vi rigetti, perché Dio corregge colui che Egli ama; Egli batte con la verga ogni figlio che accoglie (Ebr. XIII, 5-7). Il figlio coperto di peccato può respingere la verga, quando vede il Figlio unico, esente da peccato, colpito da questa verga? « … io visiterò le loro iniquità con la verga nella mano. » L’Apostolo faceva la stessa minaccia quando diceva: « cosa volete da me, che io venga a voi con la verga in mano? » (1 Cor. IV, 21). A Dio non piace che dei figli pii dicano: può venire anche con la verga, io non verrò mai. È meglio essere istruito dalla verga di un padre, che perire negli inganni di un ladro (S. Agost.). – Dio non ritira dal suo Cristo la sua misericordia, dal momento che non la ritira dalle sue membra, dal suo Corpo, nel quale soffrirebbe sulla terra (S. Agost.). – Non c’è nulla tuttavia che possa farci commettere peccato con sicurezza e convincerci, con sentimento perverso, che commettendo qualche cattiva azione, noi non periremo giammai. Lasciamo da parte certi peccati, certe iniquità che si trovano in tutti gli uomini, e gli attirano certamente i castighi di Dio; perché se quest’uomo è Cristiano, la misericordia divina non si ritira da lui per questo. Al contrario, se giungete fino a commettere tali iniquità rigettando lontano la verga che vi colpisce, e respingete la mano che vi flagella, vi indignate contro la disciplina di Dio, fuggite dal Padre che vi castiga, e non vogliate più Lui per padre, perché vi risparmi quando peccate; in questo caso siete voi a rendervi estraneo all’eredità, non è Dio che vi ha castigato; perché, se foste rimasto sotto il castigo,  avreste conservato i vostri diritti all’eredità: « Io non ritirerò da lui la mia misericordia, e non gli nuocerò nella mia verità; » alfine la verità del vendicatore non gli nuoce, e la misericordia del liberatore non gli è ritirata (S. Agost.) – « Io non violerò affatto la mia alleanza e non revocherò le parole uscite dalle mie labbra ». Se i figli del Cristo sono bugiardi, non è questa per me una ragione per mentire; Io ho promesso, ho realizzato … diversi Cristiani peccano in maniera perdonabile; il più delle volte il castigo corregge il peccato, si emendano e guariscono; ma ci sono alcuni altri che si allontanano assolutamente da Dio, e che lottano, con tutta la durezza della loro testa, contro la disciplina del Padre. Questa paternità di Dio, essi la rigettano interamente, perché portino il sigillo del Cristo, e cadono in tali iniquità che non si possono non ricordare queste parole dell’Apostolo: « coloro che commettono tali crimini non possiederanno il regno di Dio. » (Gal. V, 21). Tuttavia il Cristo non resterà a causa loro senza eredi; i grani non periranno a causa della paglia. Dio conosce i suoi (II Tim. II, 9). Egli ha promesso con assicurazione, perché ci ha predestinato prima che noi non fossimo; « … perché coloro che ha predestinato, li ha chiamati; coloro che ha chiamati, li ha giustificati; coloro che ha giustificato, li ha glorificati. » (Rom. VIII, 30), i colpevoli disperati pecchino finché vogliono, sta ai membri del Cristo rispondere loro: « se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? » (S. Agost.).

ff. 35-37. Il trono eterno di Gesù-Cristo è comparato, nella sua Chiesa, al sole ed alla luna nella sua pienezza, che prende in prestito tutta la sua luce dal sole. – La Chiesa passa, quaggiù, come l’astro delle notti, con fasi diverse, e sarà così finché resterà sulla terra; ma il giorno arriverà quando sarà in cielo, suo glorioso termine. Sant’Agostino applica a questo trionfo finale della Chiesa queste parole del salmista: « Il suo trono sarà come il sole alla mia presenza, e come la luna eternamente nella sua pienezza, per essere in cielo un testimone fedele. »  Se le nostre anime dovessero arrivare sole all’eterna perfezione, Dio – ci dice questo Padre – Dio avrebbe comparato al sole solamente la razza di Davide, che è la Chiesa degli eletti, poiché è scritto che i giusti brilleranno come il sole alla presenza di Dio (Matt. XIII, 43); ma poiché i nostri corpi devono resuscitare, la Chiesa trionfante è ugualmente comparata alla luna, che è l’emblema della nostra umanità carnale, e questo astro, eternamente nella sua pienezza, sarà nello stesso tempo il simbolo ed il testimone fedele della resurrezione per l’intera eternità. (Berthier). 

IV. 38-52.

ff. 38-45. (Vedere l’analisi) – Quadro vivo delle devastazioni che il peccato produce in un’anima. – Lamenti rispettosi di un’anima umile che Dio sembra talvolta rigettare. – Dio differisce spesso il compimento delle sue promesse, alfine di farle desiderare con più ardore, ricevere con più riconoscenza e conservare con più cura. – « Voi avete differito il vostro Cristo. » È così che traduce Sant’Agostino, che continua in questi termini: benché il Profeta ci abbia qui fatto una triste enumerazione, tuttavia, con questa sola parola, egli ci riconforta. Ciò che Voi avete promesso, o Dio, sussiste completamente; perché Voi avete allevato il vostro Cristo, ma l’avete differito: « Voi avete rovesciato l’alleanza del vostro servo. » Dov’è in effetti l’antico Testamento dei Giudei? Dov’è questa terra promessa nella quale essi hanno peccato quando vi abitavano e dalla quale sono stati cacciati dopo che è stata distrutta? Voi cercate il regno dei Giudei, … non esiste più; voi cercate l’altare dei Giudei, … non esiste più; voi cercate il sacerdote dei Giudei … non esiste più: « voi avete profanato la sua santità sulla terra; » voi avete mostrato che tutta la sua santità era terrena. (S. Agost.). – Dio non rompe l’alleanza che ha pattuito con gli uomini, se gli uomini non l’abbiano rotta per primi. – Egli calpesta le dignità più eclatanti quando se ne abusa, le cose più sacre divengono profane al suo sguardo, quando si è cominciato a profanarle da sé (Duguet). L’amore della virtù, l’orrore del vizio, l’onestà, il pudore, la vergogna, il timore di Dio, il rispetto degli uomini, sono tante siepi che circondano un’anima affinché il peccato non le si avvicini. Una volta che esse siano distrutte, tutto è perduto. –  Le diverse passioni passano, per così dire, nel cammino della vita dell’uomo, quando si susseguono e si succedono le une alle altre. Ci si è appena liberato dalla servitù dell’una, che si ricade in quella di un’altra. – Dio si serve spesso della potenza e della malizia dei peccatori per punire altri peccatori o anche i suoi servi. –  Nulla c’è di più bello e più eclatante agli occhi della fede che un’anima nella grazia di Dio; nulla di più orrendo di quest’anima spogliata di tutto il suo splendore. –  In questo salmo, come in molti altri in cui il Profeta tratta lo stesso soggetto, noi vediamo tutt’insieme la causa, la natura, il rimedio delle calamità delle nazioni che Dio punisce nella sua giustizia senza volerle perdere, e che vuole al contrario rigenerare alla dura e severa scuola del dolore. « Io gli conserverò sempre la mia misericordia e la mia alleanza con lui sarà immutabile. » È là il privilegio dei popoli che hanno la loro radice in Gesù-Cristo, che lo scisma o l’eresia non hanno distaccato da questo tronco divino. Finché questo popolo resterà radicato nella fede, non perirà; ma se la sua vita cessa di essere conforme alla sua fede, se profana con costumi anticristiani il carattere augusto del popolo diletto del Cristo, se abbandona Dio, questi giorni di abbandono saranno necessariamente seguiti da dolorosi castighi e da prove crudeli. 

ff. 45-52. – Noi dobbiamo temere infinitamente che Dio si allontani da noi per sempre, e che la sua collera non divampi come un fuoco, per punire eternamente i nostri crimini. – Noi ricorderemo a Dio che la nostra vita è poca cosa: perché non ricordarlo spesso a noi stessi? Pensiamo a cosa siamo e a ciò che è il tempo; pensiamo ai disegni della Provvidenza nel metterci sulla terra. Chi sono io? Cos’è la durata della mia vita? Cosa si è proposto il Creatore nel mettermi in essa? – Ricordatevi qual è la mia sostanza, perché Voi non avete creato invano tutti i figli degli uomini. » Ecco che tutti i figli degli uomini sono andati verso la vanità, e tuttavia Voi non li avete creati invano. Se dunque essi sono andati verso la vanità, essi, che Voi non avete creato invano, non vi siete Voi riservato alcun mezzo per purificarli della vanità? Ciò che vi siete riservato per purificare gli uomini dalla vanità, è il vostro Santo, e la mia sostanza è in Lui. In effetti è da Lui che sono purificati dalla loro vanità personale tutti coloro che non avete creato invano … Cos’è dunque ciò che avete riservato per essi? « Qual è l’uomo che vivrà e non vedrà la morte? » Questo stesso uomo purificherà gli uomini dalla vanità; perché Dio non ha creato invano tutti i figli degli uomini, e non può, Egli – loro Creatore – disprezzarli al punto da rifiutare di convertirli e purificarli. Non c’è dunque alcun uomo assolutamente « che vivrà e non vedrà la morte, » se questi non è Colui che è già morto per i mortali … come dunque vivrà e non vedrà la morte? « Egli strapperà la sua anima alle potenze dell’inferno. » Ecco dunque Colui che veramente solo, assolutamente solo, diverso da tutti gli altri, « … vivrà e non vedrà la morte, e strapperà la sua anima alle potenze dell’inferno; » perché se è vero che gli altri uomini, divenuti fedeli, resusciteranno tra i morti e vivranno eternamente, tuttavia essi non strapperanno da se stessi la loro anima alle potenze dell’inferno. Colui che ha strappato la sua anima alle potenze dell’inferno, ne strapperà anche le anime dei suoi fedeli, che non possono liberarsi da se stessi (S. Agost.). – Se non c’era altra via che questa, invano Dio avrebbe creato tutti i figli degli uomini, perché a considerarla solo, essa non ha rapporto né con la grandezza di Colui che la dona, né con le aspirazioni ed i desideri di colui che la riceve. – Ci sono due verità terribile alle quali tuttavia la maggior parte dei Cristiani non fa alcuna attenzione: – 1° essi sono certi di morire un giorno, e vivono come se dovessero vivere sempre; essi sanno che la morte tutto sottrae, e non cessano di accumulare ricchezze su ricchezze. – 2° Essi non possono ignorare che l’anima, una volta all’inferno, alcuna forza possa ritrarla, e tuttavia non prendono alcuna precauzione per impedire di cadervi. – È una pena molto sensibile per un servo di Dio pieno del suo amore, ascoltare gli empi accusare Dio di infedeltà alle sue promesse. – Dio, al quale tutte le cose sono sempre presenti, non può dimenticare. – Occorre aspettare il suo tempo, e aspettando chiudere nel proprio seno i lamenti che talvolta si presentano, senza farli affiorare all’esterno. – « Ricordatevi, Signore, di ciò che ci hanno rimproverato i vostri nemici. » Quali nemici? I Giudei ed i pagani. Cosa hanno rimproverato? « il cambiamento del vostro Cristo. » Ecco ciò che ci hanno rimproverato e ci rimproverano ancora: « il cambiamento del vostro Cristo. » Essi in effetti ci hanno rimproverato che il Cristo è morto, che il Cristo è stato crocifisso. Quali rimproveri fate, o insensati, se resta ancora qualche uomo che ci rivolge questi rimproveri, cosa obiettate? La morte del Cristo? Egli non era distrutto, ma solo mutato. Si dice che Egli sia morto, a causa dei tre giorni di sepoltura. Ecco ciò che i vostri nemici ci hanno rimproverato; non la perdita, non la distruzione ma « il cambiamento del vostro Cristo. » Egli è stato cambiato in effetti, e trasferito da questa vita temporale alla vita eterna, trasferito dai Giudei ai Gentili, trasferito dalla terra al cielo. Che vengano dunque questi vani nemici, e ci rimproverino ancora il cambiamento del vostro Cristo; tentino essi di cambiare se stessi e non ci rimproverino più il cambiamento del vostro Cristo. Ma il cambiamento del Cristo dispiace a loro perché essi non vogliono cambiar se stessi, « perché non c’è cambiamento per essi: essi non hanno il timore di Dio » (Ps. LIV, 20) – (S Agost.).

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.