MEDITAZIONE PER L’ULTIMO GIORNO DELL’ANNO
MEDITAZIONE PER IL 31 DICEMBRE
[Sac. Albino Carmagnola, Sac. Salesiano: MEDITAZIONI vol. I; Torino, S. E. I. 1942)
Sopra l’ultimo giorno dell’anno.
Mediteremo sopra i pensieri che ci ispira l’ultimo giorno dell’anno: il pensiero della fugacità del tempo, il pensiero della morte e quello del ringraziamento a Dio. C’immagineremo di trovarci al divin tribunale davanti a Gesù Cristo giudice, che ci domanda conto del modo, con cui abbiamo passato questo altro anno di vita. E conoscendo di non potergli rispondere d’averlo passato tutto bene, imploreremo la sua infinita misericordia e ci prometteremo di fare in avvenire miglior uso del tempo. Lo ringrazieremo inoltre di tutti i benefizi, che in questo passato anno ci ha fatto.
PUNTO 1°
Della fugacità del tempo.
Quanto velocemente è trascorso questo anno che sta per finire! Sembra ieri che ebbe principio e fra poche ore sarà già annoverato fra gli anni che furono e non torneranno mai più. Oh come è fugace il tempo! quanto presto ci avviciniamo all’eternità! Epperò quanto ancora è prezioso il tempo! Esso vale quanto il paradiso, perché il tempo ben impiegato ce lo fa acquistare; vale quanto il sangue del Divin Redentore, perché impiegando bene il tempo mettiamo convenientemente a profitto quel sangue; vale quanto Dio medesimo, perché con esso possiamo farci dei meriti per posseder Dio eternamente. Quanto gran bene potevamo noi fare in questo passato anno sia a pro nostro, sia a vantaggio delle anime dei nostri fratelli! L’abbiamo noi fatto? Ahimè! quante ore e forse quanti giorni trascorsero per noi nella neghittosità, nell’inoperosità, nell’ozio! Quante ore furono da noi passate in pensieri vani e frivoli, in desideri e disegni strani e chimerici! Quante ore impiegate in ciance inutili, in giuochi e divertimenti non necessari al sollievo del nostro spirito e fuori del tempo ad essi determinato! Quante ore sprecate in letture pericolose, in conversazioni poco degne, in critiche e mormorazioni contro il prossimo! Quante ore infine gittate per non aver fatto in esse i nostri doveri, per non averli compiuti con l’ordine prescritto, per aver lavorato a vanagloria nostra e non a gloria di Dio, e forse anche per avere commessi peccati, o fatto del bene non in stato di grazia! Oh Signore, datemi grazia per riparare a tanto tempo sì malamente speso.
PUNTO 2°.
Pensiero della morte.
In questo passato anno la morte ha continuato il suo cammino sulla faccia della terra, mietendo le sue innumerevoli vittime. Quante migliaia d’uomini anche in questo anno sono passati all’eternità! Grandi e piccoli, giovani e vecchi, ricchi e poveri, dotti e ignoranti, deboli e robusti, anche quest’anno, in numero di circa quaranta milioni, divisi per oltre a centomila ogni giorno e per più di quattromila e cinquecento ogni ora, sono scomparsi dalla scena del mondo: gli uni morendo di morte preceduta da una malattia, gli altri morendo repentinamente o di morte violenta. Sono pure passati all’altra vita non pochi dei nostri conoscenti, amici, fratelli. Che sarebbe stato di noi, se anche della nostra vita Dio avesse reciso il filo? Quale misericordia forse ci ha usato Iddio nello scamparci! Misericordia Domini, quia non sumus consumpti: proprio per la misericordia del Signore non siamo morti (Thren., III, 22). Nel riconoscere la bontà di Dio a nostro riguardo, domandiamogli sinceramente perdono della nostra poca corrispondenza e ben anche della nostra ingratitudine.
PUNTO 3°.
Pensiero di ringraziamento a Dio.
Durante quest’ultimo anno aggiuntosi alla nostra vita Dio ciha beneficati in molte guise. Da quanti pericoli siamo stati da Dio salvati, di quanti beni favoriti, di quante grazie ricolmi! Oltre all’averci scampati da morte Dio ci ha sostenuti, ci ha dato ogni giorno il pane necessario per la vita, ci ha liberati da tante infermità, ci ha guariti da qualche grave malattia, ci ha concesse soddisfazioni e consolazioni inattese, ci ha dato giorni lieti e sereni. Ma più ancora che nelle cose materiali Dio ci ha beneficati nell’ordine spirituale, preservandoci, se giusti, dal precipitare nelle più gravi colpe, scampandoci, se peccatori, dai gravi castighi meritati, animandoci con le sue sante ispirazioni a liberarci dal peccato, eccitandoci a pentircene e a farne penitenza. Oh quanti benefizi il Signore ci ha elargiti nella sua generosa bontà! Rendiamo dunque a lui le debite lodi, innalziamogli i più umili e fervidi ringraziamenti. Ma nel tempo stesso avvedendoci di non avere debitamente corrisposto ai tanti benefici suoi, promettiamogli di volere d’ora innanzi, nella vita che ancorasi compiacerà di concederci, adoperare tutte le nostre forze per tenerci lontani dal male, per praticare la virtù e farci santi.
Te Deum
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem * omnis terra venerátur.
Tibi omnes Ángeli, * tibi Cæli, et univérsæ Potestátes:
Tibi Chérubim et Séraphim * incessábili voce proclámant:
(Fit reverentia) Sanctus, Sanctus, Sanctus * Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
Te Prophetárum * laudábilis númerus,
Te Mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum * sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
Venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.
Tu Rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Fílius.
(Fit reverentia)
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem: * non horruísti Vírginis uterum.
Tu, devícto mortis acúleo, * aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
(Sequens versus dicitur flexis genibus)
Te ergo quǽsumus, tuis fámulis súbveni, * quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum Sanctis tuis * in glória numerári.
Salvum fac pópulum tuum, Dómine, * et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per síngulos dies * benedícimus te.
Fit reverentia, secundum consuetudinem
Et laudámus nomen tuum in sǽculum, * et in sǽculum sǽculi.
Dignáre, Dómine, die isto * sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, * quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: * non confúndar in ætérnum.
Himnus Ambrosianus
a) Fidelibus, qui, ad grates prò acceptis beneficiis Deo agendas, hymnum Ambrosianum Te Deum laudamus devote recitaverint, conceditur:
Indulgentia quinque annorum.
b) Iis vero, qui ultima anni die eiusdem hymni cantui interfuerint in ecclesiis vel publicis aut (prò legitime utentibus) semipublicis oratoriis, ad gratias Deo referendas prò beneficiis totius anni decursu acceptis, conceditur:
Indulgentia decem annorum;
Indulgentia plenaria, si peccatorum veniam obtinuerint, eucharisticam Mensam participaverint et ad Summi Pontificis mentem preces fuderint (S. Pæn. Ap., 10 aug. 1936).