SALMI BIBLICI: “DEUS, MISEREATUR NOSTRI, ET BENEDICAT NOS” (LXVI)

SALMO 66: “DEUS, MISEREATUR NOSTRI, et benedicat nos”

CHAINE D’OR SUR LES PSAUMES

ou LES PSAUMES TRADUITS, ANALYSÉS, INTERPRÉTÉS ET MÉDITÉS A L’AIDE D’EXPLICATIONS ET DE CONSIDÉRATIONS SUIVIES, TIRÉES TEXTUELLEMENT DES SAINTS PÈRES, DES ORATEURS ET DES ÉCRIVAINS CATHOLIQUES LES PLUS RENOMMÉS PAR.

[I Salmi tradotti, analizzati, interpretati e meditati con l’aiuto delle spiegazioni e delle considerazioni seguite, tratte testualmente dai santi Padri, dagli oratori e dagli scrittori cattolici più rinomati da …]

Par M. l’Abbé J.-M. PÉRONNE,

CHANOINE TITULAIRE DE L’ÉGLISE DE SOISSONS, Ancien Professeur d’Écriture sainte et d’Éloquence sacrée.

[Canonico titolare della Chiesa di Soissons, Professore emerito di Scrittura santa e sacra Eloquenza]

TOME DEUXIÈME.

PARIS – LOUIS VIVES, LIBRAIRE-ÉDITEUR – 13, RUE DELAMMIE, 1878

IMPRIM.

Soissons, le 18 août 1878.

f ODON, Evêque de Soissons et Laon.

Salmo 66

In finem, in hymnis. Psalmus cantici David.

[1] Deus misereatur nostri, et benedicat nobis;

illuminet vultum suum super nos, et misereatur nostri;

[2] ut cognascamus in terra viam tuam, in omnibus gentibus salutare tuum.

[3] Confiteantur tibi populi, Deus, confiteantur tibi populi omnes.

[4] Lætentur et exsultent gentes, quoniam judicas populos in æquitate, et gentes in terra dirigis.

[5] Confiteantur tibi populi, Deus, confiteantur tibi populi omnes.

[6] Terra dedit fructum suum: benedicat nos Deus, Deus noster!

[7] Benedicat nos Deus, et metuant eum omnes fines terræ.

[Vecchio Testamento Secondo la Volgata Tradotto in lingua italiana da mons. ANTONIO MARTINI Arciv. Di Firenze etc.

Vol. XI

Venezia, Girol. Tasso ed. MDCCCXXXI]

SALMO LXVI

Desiderio veemente che ha Davide di vedere il Messia e la redenzione del genere umano.

Per la fine: sopra gli inni; salmo o cantico di David.

1. Iddio abbia pietà di noi, e ci benedica; faccia splendere la luce della sua faccia sopra di noi, e abbia di noi pietà.

2. Affinché la tua via conosciamo sopra la terra, e la salute tua (che è) per tutte le genti.

3. A te dian laude, o Dio, i popoli; a te dian laude i popoli tutti.

4. Si rallegrino ed esultino le genti, perché tu governi i popoli nell’equità, e se’ duce delle nazioni sulla terra.

5. Te confessino, o Dio, i popoli; te confessino i popoli tutti:

6. la terra ha dato il suo frutto.

7. Ci benedica Dio, il nostro Dio; Dio ci benedica, e lo temano tutte l’estremità della terra.

Sommario analitico

Questo salmo è l’espressione delle voci che il Salmista riporta sull’avvento del Messia, l’Incarnazione del Figlio di Dio e la liberazione che deve portare a tutti i popoli. (1)

(1) Questa salmo è senza il nome dell’autore. Secondo un certo numero di interpreti esso sarebbe stato composto sotto Ezechia, e possiede caratteristiche analoghe a quelle dei salmi dei figli di Core.

I. – Egli prega Dio:

1° di aver pietà dei peccatori;

2° di benedire coloro che sono già giustificati;

3° di illuminare coloro che sono sulla strada della perfezione (1).

4° Di aver pietà di tutti affinché si conoscano le sue vie e la salvezza che apporta agli uomini (2).

II. – Egli invita gli uomini:

1° a lodare Dio Salvatore con la bocca e con il cuore;

2° a rallegrarsi a causa della sua giustizia verso i Giudei e della sua misericordia riguardo ai Gentili (3, 4);

3° a rendere pubbliche le sue lodi a causa dell’incarnazione e della benedizione che diffonde a tutti gli uomini (5-7).

Spiegazioni e Considerazioni

I. — 1, 2.

ff. 2. Gli uomini chiedono a Dio diversi tipi di benedizioni. Uno vuole essere benedetto nel senso di ottenere una casa piena di beni materiali necessari a questa vita; un altro vuole essere benedetto per ottenere una salute corporale che non si alteri mai; questi vuole essere benedetto, se malato, per recuperare la salute; quegli desidera dei figli e, tutto triste per non vederne nascere, vuole essere benedetto per acquistarsi una posterità. E chi potrebbe enumerare le diverse voci che innalzano gli uomini quando desiderano la benedizione di Dio? … ma ben altri sono i doni che Dio accorda anche ai suoi nemici, ed altri ancora quelli che riserva ai suoi amici. Quali sono i doni che Egli accorda ai suoi nemici? Sono questi che sto per enumerare … sebbene i malvagi talvolta ne siano privati, e questi beni facciano difetto più a questi ultimi che ai primi e benché si trovino in più grande abbondanza presso questi che presso quegli altri. Dio ha voluto che questi beni temporali fossero comuni a tutti, perché se ne avesse dato solo ai buoni, i malvagi avrebbero potuto pensare che per averne bisognasse adorare Dio; D’altra parte, se ne avesse dato solo ai malvagi, i buoni, ma deboli, avrebbero avuto timore di convertirsi, per paura di esserne privati (S. Agost.). – Ma se Dio ci benedice ora, in quale maniera ci benedirà poi? Quale benedizione domanda la voce del Salmista, quando dice: « … e che Dio ci benedica »? La benedizione che Dio riserva ai suoi amici, la benedizione che Egli non dà che ai buoni: non desiderate come fosse qualcosa di considerevole quello che i malvagi pure ricevono. Dio dà loro questi beni perché Egli è buono; Egli fa sorgere il suo sole sui buoni e sui malvagi,  e cadere la sua pioggia sui giusti e sugli ingiusti (Matth. V 45).  Cosa riserva dunque di eccellente per i buoni? « Che faccia splendere su di noi la luce del suo volto ». Voi fate splendere sui buoni e sui cattivi la luce di questo sole materiale; ma fate splendere su di noi la luce del vostro volto. I buoni e i cattivi vogliono la luce del sole, così come pure gli animali, ma « … beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio » (Ibid. V, 8). – Fate risplendere – dice il Profeta – la luce del vostro volto su di noi, questo significa: mostrateci il vostro volto. In effetti Dio non rende il suo volto luminoso che in alcune circostanze, come se talvolta esso fosse senza luce; ma il Profeta chiede che lo faccia brillare su di noi, cioè che ciò che era nascosto ci appaia, o che ciò che era nell’ombra per noi, sia rivelato, o in altri termini, ci appaia in piena luce (S. Agost.). – La grande misericordia e la sovrana benedizione di Dio, desiderata con ardore ed attesa con impazienza da tutti i giusti antichi, era la venuta del Messia. – L’Incarnazione è soprattutto un’opera di sovrana misericordia: 1° perché nessuna creatura poteva meritare de “condigno” l’unione ipostatica del Verbo con la natura umana, « … per le viscere della misericordia del nostro Dio, che, levandosi dal cielo, ci ha visitati »; (Luc. I, 78); 2° perché il Verbo si è incarnato per venire in soccorso alla nostra estrema miseria. « Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perso » (Matth. XVIII, 19). La causa della nostra riparazione non è altro che la misericordia di Dio, che noi non potremmo amare se Egli non ci avesse amato per prima e se non avesse dissipato le tenebre della nostra ignoranza con la luce della sua verità (S. Leo.). 

II. — 3, 7.

ff. 3. – Conoscere Dio e Gesù-Cristo, conoscere la sua via e la sua condotta sulla terra, è una grande scienza; ma c’è infine una differenza infinita tra il conoscere semplicemente ciò che ha fatto sulla terra e conoscerlo in maniera salutare (Duguet). – « Per poter conoscere la nostra via sulla terra ». Che vuol dire la « vostra via »? La via che conduce verso di Voi. Riconosciamo dove andiamo, riconosciamo attraverso quale via andiamo, ma noi non possiamo conoscere né l’una né l’altra nelle tenebre. Siete degli uomini in viaggio su questa terra. Voi avete tracciato davanti a noi la via per la quale tornare a Voi. « Fate dunque che noi conosciamo la vostra via su questa terra ». Qual è questa via che desideriamo conoscere? Noi dobbiamo cercarla, ma non sapremo riconoscerla da noi. Apprendiamo quindi a conoscerla dal Vangelo; « Io sono la via », dice il Signore. Il Cristo ha detto: « … Io sono la via ». Temete di sbagliarvi? Egli ha aggiunto: « … Io sono la verità ». Chi può sbagliarsi se è nella verità? Al contrario, si inganna colui che si allontana dalla Verità! « Il Cristo è la verità, il Cristo è la via, camminate! ». Temete pure di morire prima di arrivare? « … Io sono la vita », ha detto Egli ugualmente. « Io sono la via, la verità e la vita » (Giov. XIV, 6). È come se egli dicesse: « … cosa temete? Voi camminate per mezzo mio, camminate verso di me, voi riposate in me ». Cosa vuol dire dunque il Profeta con queste parole: « Fate che noi conosciamo la vostra via sulla terra », se non: « Fate che sulla terra noi conosciamo il vostro Cristo »? Ma lasciamo rispondere il salmo stesso, perché non crediate che si debba cercare in altri passi della Scrittura una testimonianza che qui manca. Il Profeta, riprendendo il suo pensiero sotto un’altra forma, ci mostra ciò che significano queste parole: « fate che noi conosciamo la vostra via sulla terra »; perché egli aggiunge: « Colui mediante il quale date la salvezza a tutte le nazioni ». Domandate su quale terra? Ascoltate: « a tutte le nazioni ». Chiedetevi qual è questa via? Ascoltate. « Colui per mezzo del quale donate la salvezza ». Ma il Cristo non è Colui attraverso il Quale Dio dà la salvezza? (S. Agost.). 

ff. 4, 6. –  Soggetto legittimo delle lodi, delle azioni, delle grazie e della gioia di tutti i popoli, l’ammirazione profonda dei giudizi equi, cioè della perfetta equità del regno che Gesù-Cristo deve stabilire mediante la distruzione dell’impero ingiusto del demonio. –  Il frutto eccellente che la terra ha dato, è Gesù-Cristo stesso che, secondo la sua umanità, è stato un frutto della terra, ma un frutto elevato e glorioso (Isai. IV, 2). – Doppie benedizioni di Dio, le temporali e le spirituali; le benedizioni proprie ai Giudei e le benedizioni particolari dei Cristiani. – Domandiamo soprattutto queste benedizioni spirituali di cui l’Apostolo rendeva grazie a Dio. « Benedetto sia Dio, il Padre del Signore nostro Gesù-Cristo, che ci ha ricolmi in Gesù-Cristo di ogni benedizione spirituale per i beni celesti, come ci ha eletti in Lui prima della creazione del mondo, affinché, mediante la carità, noi fossimo santi e senza macchia alla sua presenza » (Ephes. III, 4).

ff. 7. – Nei numerosi passaggi della santa Scritturaci viene ripetuto tre volte successivamente il nome di Dio, il pronome possessivo è quasi sempre aggiunto al secondo richiamo: « Ci benedica Dio, Dio nostro, ci benedica Dio »: enunciazione implicita del mistero della Trinità, ed anche quello dell’Incarnazione. Si, benché ogni culto, ogni omaggio, ogni adorazione, ogni amore, appartenga ugualmente alle tre divine Persone;  benché Dio sia assolutamente il Dio di tutti gli esseri, ciò nonostante, per noi e per gli altri uomini, Gesù è più particolarmente « il nostro ». Ecco perché tutto ciò che riguarda Dio-Gesù riguarda l’umanità nella sua fibra più sensibile. « O Cristo, Figlio di Maria, Voi siete il nostro Signore ed il nostro Dio. »  –  « Dominus meus est Deus meus. » Gesù per la terra è qualcosa di più che il Dio del cielo; Gesù è Dio venuto nel suo operare, è il Dio con noi, e il Dio dell’umanità, il Dio della nazioni, il Dio del focolare domestico, il Dio della nostra prima Comunione, il Dio del nostro cuore, il nostro Dio.  (Mgr Pie, 3me Inst. Synod., tom. V).

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.