SALMO 63: EXAUDI, DEUS, ORATIONEM MEAM cum deprecor”
CHAINE D’OR SUR LES PSAUMES
ou LES PSAUMES TRADUITS, ANALYSÉS, INTERPRÉTÉS ET MÉDITÉS A L’AIDE D’EXPLICATIONS ET DE CONSIDÉRATIONS SUIVIES, TIRÉES TEXTUELLEMENT DES SAINTS PÈRES, DES ORATEURS ET DES ÉCRIVAINS CATHOLIQUES LES PLUS RENOMMÉS.
[I Salmi tradotti, analizzati, interpretati e meditati con l’aiuto delle spiegazioni e delle considerazioni seguite, tratte testualmente dai santi Padri, dagli oratori e dagli scrittori cattolici più rinomati da …]
Par M. l’Abbé J.-M. PÉRONNE,
CHANOINE TITULAIRE DE L’ÉGLISE DE SOISSONS, Ancien Professeur d’Écriture sainte et d’Éloquence sacrée.
[Canonico titolare della Chiesa di Soissons, Professore emerito di Scrittura santa e sacra Eloquenza]
TOME DEUXIÈME.
PARIS – LOUIS VIVES, LIBRAIRE-ÉDITEUR 13, RUE DELAMMIE, 1878
IMPRIM.
Soissons, le 18 août 1878.
f ODON, Evêque de Soissons et Laon.
Salmo 63
In finem. Psalmus David.
[1] Exaudi, Deus, orationem meam cum deprecor;
a timore inimici eripe animam meam.
[2] Protexisti me a conventu malignantium, a multitudine operantium iniquitatem. [3] Quia exacuerunt ut gladium linguas suas; intenderunt arcum rem amaram,
[4] ut sagittent in occultis immaculatum.
[5] Subito sagittabunt eum, et non timebunt; firmaverunt sibi sermonem nequam. Narraverunt ut absconderent laqueos; dixerunt: Quis videbit eos?
[6] Scrutati sunt iniquitates; defecerunt scrutantes scrutinio. Accedet homo ad cor altum;
[7] et exaltabitur Deus. Sagittae parvulorum factæ sunt plagae eorum;
[8] et infirmatæ sunt contra eos linguae eorum. Conturbati sunt omnes qui videbant eos;
[9] et timuit omnis homo. Et annuntiaverunt opera Dei; et facta ejus intellexerunt.
[10] Lætabitur justus in Domino, et sperabit in eo; et laudabuntur omnes recti corde.
[Vecchio Testamento Secondo la Volgata Tradotto in lingua italiana da mons. ANTONIO MARTINI Arciv. Di Firenze etc.
Vol. XI
Venezia, Girol. Tasso ed. MDCCCXXXI]
SALMO LXIII
Questo Salmo è specialmente in persona di Cristo, sebbene possa in parte intendersi anche di Davide e dei martiri.
Per la fine: salmo di David.
1. Esaudisci, o Dio, l’orazione mia, mentre t’invoco; dal timore dell’inimico custodisci l’anima mia.
2. Tu m’hai difeso dalla cospirazione dei maligni, dalla turba di gente data al mal fare.
3. Perocché affilarono come spade le loro lingue, tesero il loro arco (1) (amara cosa) per saettare al buio l’innocente.
4. Lo saetteranno all’improvviso, e non temeranno; si sono ostinati nello scellerato disegno.
5. Preser consiglio di nascondere i loro lacci, e dissero: Chi gli scoprirà?
6. Studiarono invenzioni per far del male; gl’indagatori venner meno nell’indagare. (2)
7. Si alzerà l’uomo a grandi disegni; ma Dio sarà esaltato.
8. Le ferite, ch’essi fanno, son ferite di frecce lanciate da fanciullini; e senza forza son rimaste le loro lingue per loro danno.
9. Si sbigottirono tutti quei che gli videro, e ogni uomo si intimorì. E annunziarono le opere di Dio, e meditarono sopra le cose fatte da lui.
10. Il giusto si allegrerà nel Signore, e in lui spererà, e lode avranno tutti gli uomini di cuore retto.
(1) Il verbo ebraico significa letteralmente: essi hanno schiacciato l’arco per preparalo, tenderlo, perché per questo, vi si pone sopra il piede.
(2) Letteralmente: Essi hanno tramato iniquità contro di
me, cioè macchinano le cose più oscure, e giungono fino ad ordire le trame
meglio combinate, fino a fiaccare la malizia dello spirito dell’uomo e l’abisso
della malvagità del suo cuore.
Sommario analitico
Davide, circondato da trappole e da calunnie nella ribellione di suo figlio Assalonne, è figura di Gesù-Cristo nella sua passione.
I – Chiede a Dio di essere liberato dal timore dei suoi nemici dei quali descrive:
– 1° la malizia e la moltitudine (2); – 2° le calunnie aperte, che compara ad una spada; – 3° le calunnie segrete, che paragona a frecce acute (3, 4); – 4° la loro impudenza: essi non temono nulla; – 5° la loro ostinazione, perché i raffermano nei loro disegni perversi – (5); 6° la loro ipocrisia, poiché essi si uniscono insieme per nascondere le oro insidie; – 7° le loro empie blasfemie: « essi hanno detto, chi potrà scoprirle » (5); – 8° la loro curiosità maligna: « essi hanno cercato con cura delle iniquità contro di me » (6).
II – Egli prevede e predice il loro castigo:
– 1° Dio annienterà i loro disegni orgogliosi (7); – 2° essi stessi si trafiggeranno con le proprie frecce, e rivolteranno le loro lance contro se stessi (8); – 3° tutti coloro che li vedranno saranno pieni di turbamento, ammireranno e loderanno le opere di giustizia di Dio (9); – 4° i giusti si gioiranno e metteranno la loro speranza in Dio, che sarà lodato da coloro che hanno il cuore retto (10).
Spiegazioni e Considerazioni
I. – 1-6.
ff. 1, 2. – Chi teme Dio come si conviene, non teme null’altra cosa. « Non temete coloro uccidono il corpo e non possono uccidere l’anima, ma piuttosto temete colui che può precipitare l’anima ed il corpo nell’inferno » (Matth. X, 28). – La sola paura legittima, è non tenere Dio che con timore filiale che è sempre un misto di amore e fiducia. – Un solo nemico, benché sia debole, è da temere, quando non si è soccorsi da Dio; un’assemblea, una moltitudine di malvagi nulla può contro colui che Dio protegge. – Dio protegge qui il giusto in due maniere: coprendolo con la sua potente protezione, anche in mezzo ai pericoli, e dal contatto con i malvagi, allontanandolo completamente dai loro attacchi, facendo ciò che ci comanda per mezzo della bocca del saggio: « Figlio mio – dice il saggio – se i peccatori cercano di sedurti, fuggi dalle loro carezze. Se essi dicono: vieni con noi, scaviamo delle fosse di morte, tendiamo delle trappole all’innocente perché vi cada … non camminare con loro, allontana i passi dai loro sentieri » (Prov. I, 40 etc.). « È così che Egli ha liberato il giusto Lot dall’oltraggio delle infamie e della loro vita vergognosa » (II Piet. II, 7).
ff. 3, 5. – Il profeta non teme né la spada né le frecce che trafiggono. La lingua solo è oggetto del suo timore. Egli teme le sue spade, i suoi giavellotti, ma la fiducia che ripone in Dio solo, lo mette al riparo dai loro colpi. « Voi mi avete protetto contro l’assemblea dei malvagi ». Ma l’arco di una lingua omicida è sempre brandito, e la punta della sua spada è sempre aguzza. Le sue frecce mortifere non cessano di colpire, ed i loro colpi sono certi: essi trafiggono nell’oscurità colui che è innocente. Comprendiamo qui il senso di questa parola; non è colui che è santo, fedele, giusto, ad essere colpito, ma colui che è innocente, colui che il Sacramento del Battesimo ha lavato recentemente dalle macchie del peccato, ma che ancora non è ferrato nella fede, né profondamente istruito dalla dottrina di salvezza, né esercitato contro gli attacchi di una lingua di cui tutti i colpi sono mortali (S. Ilar.). – Questa doppia comparazione di una spada e di un arco, fa risaltare vivamente la malizia dei nemici, sia di Davide, sia di Gesù-Cristo, sia della Chiesa, sia di ogni fedele. Le loro parole sono taglienti come una spada, sono scoccate come delle frecce; la spada colpisce da vicino, la freccia da lontano, e gli attacchi, da lungo tempo preparati in segreto, sono improvvisi ed impietosi (Rendu.). – Quando voi colpite in segreto coloro che carezzate in pubblico, quando lo trafiggete di cento ferite mortali con colpi incessantemente raddoppiati con la vostra lingua pericolosa, quando artificiosamente mescolate il vero ed il falso, per dare verosimiglianza alla vostra storia maliziosa, quando violate il sacro deposito del segreto che un amico troppo semplice ha travasato per intero nel vostro cuore, e vi servite per i vostri interessi della sua fiducia che vi obbligava a pensare ai suoi, quando prendete delle precauzione per non comparire, quando guardate a destra ed a sinistra e se non scorgete un testimone che possa rimproverare la vostra lassità nel mondo, se avete teso le vostre trame così sottilmente da essere impercettibili agli sguardi umani, allora voi dite: « … chi ci ha visto? » e dice il Salmista: « Colui che ha formato l’orecchio, non ascolta? E Colui che ha fatto l’occhio, è forse cieco? » perché non pensate che Egli tutto vede, tutto ascolta, tutto comprende? … che i vostri pensieri Gli parlano, che il vostro cuore Gli scopre tutto, che la vostra coscienza è la sua sorvegliante e sua testimone contro voi stessi? (BOSSUET, Nécessité de travailler à son salut.).
ff. 6. – Più essi credevano di mettere abilità nei loro complotti, più grande era la loro impotenza, perché, allontanandosi dalla luce della verità e della giustizia, cadevano negli abissi dei loro disegni criminali. La giustizia ha una luce a sé propria; essa penetra fino al fondo dell’anima che si attacca ad essa, e la inonda di chiarore; ma quanto all’anima che si allontana dalla luce della giustizia, più essa cerca espedienti contro la giustizia, più essa è spinta lontana dalla luce e piombata in spesse tenebre (S. Agost.). – L’occupazione quasi unica dei malvagi è quella di cercare dei mezzi ingiusti per perdere le persone per bene, la cui vita gli è d’incomodo. Essi si affaticano per questo, ma spesso inutilmente, e si affannano per non giungere che alla loro medesima perdita.
II. 7-10.
ff. 7, 8. – Dio fa apparire quanto sia elevato al di sopra di tutti gli uomini, la profondità della malizia del cuore umano servendo così in qualche modo a misurare l’altezza della saggezza e dei consigli del Signore; così, più il cuore dell’uomo scende profondamente nell’abisso della sua corruzione, più Dio fa brillare la sua grandezza, dissipando tutti i loro disegni con una onnipotente facilità (Dug.). – Voi sapete come i bambini fabbricano frecce con delle canne. Quali sono i colpi che essi lanciano e da dove partono questi colpi? Quale mano e qual caratteristica! Quali armi e quali membra! Sono piccoli bambini che scoccano delle frecce, e le loro lingue non hanno forza se non verso se stessi (S. Agost.).
ff. 9, 10. – Chi non può essere turbato e colpito da tremore alla vista dei grandi castighi che Dio infligge talvolta nel mondo? Possa Dio annoverarci tra coloro che hanno timore e che hanno manifestato le sue opere. È perché noi temiamo, che vi annunciamo le opere di Dio. Noi vediamo qual sia la vostra alacrità nell’intendere la parola divina, vediamo con quale ardore di desiderio voi la reclamate da noi, vediamo quali siano i sentimenti del vostro cuore. La pioggia ha penetrato la terra, possa essa produrre del grano e non delle spine; il granaio è per il grano ed il fuoco per le spine. Voi sapete cosa fare del vostro campo, e Dio non saprebbe cosa fare dei suoi servi? La pioggia che cade nel campo fertile è dolce, e quella che cade nel campo coperto di rovi è dolce ugualmente. Il campo che produce rovi, può mai accusare la pioggia? E la pioggia non renderà testimonianza contro di esso al tribunale di Dio e non dirà: non sono io caduta su tutti con eguale dolcezza? Vedete dunque cosa producete, alfine di sapere ciò che vi è preparato. Producete del grano, sperate nel granaio; producete delle spine, aspettatevi del fuoco: preparatevi dunque per tempo, e non avrete nulla da temere (S. Agost.). Chi sono gli uomini dal cuore retto? Coloro che non attribuiscono al caso tutti i mali di cui soffrono in questa vita, ma che li considerano come effetto della volontà di Dio per la loro guarigione; … coloro che non presumono della propria giustizia pensando di soffrire ingiustamente quando soffrono, o tacciare Dio di ingiustizia, perché colui che pecca di più non è sempre colui che soffre di più … se, al contrario scontenti di Dio e contenti solo di voi, vi date alla bestemmia, il vostro cuore è depravato e tortuoso; e quel che vi è di peggio, è che voi pretendete di correggere il cuore di Dio e condurlo al vostro, per fargli fare ciò che volete, mentre siete voi a dover fare quel che Egli vuole. Che dunque, volete allontanare il cuore di Dio che è sempre retto, per ridurlo alla perversità del vostro cuore? Non è preferibile piuttosto correggere il vostro cuore per riportarlo alla rettitudine di quello di Dio? (S. Agost.).